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Alessandria: Una Poesia per la Mia Città Natale di Fabrizio Rescia. Recensione di Alessandria today
Un omaggio lirico alla città del Tanaro, scritto con amore e nostalgia.
Un omaggio lirico alla città del Tanaro, scritto con amore e nostalgia. Recensione.La poesia “Poesia per Alessandria” di Fabrizio Rescia è un inno lirico e appassionato dedicato alla città natale dell’autore. Un componimento che intreccia immagini vivide e sentimenti profondi, evocando l’anima di una città che vive nei ricordi, nei paesaggi e nel cuore della sua gente. Alessandria, culla di…
#Alessandria città#Alessandria città natale#Alessandria today#autori locali.#bellezza dei luoghi#città del cuore#città storiche italiane#cultura e tradizioni#Cultura Locale#emozioni autentiche#Fabrizio Rescia#gente cordiale#giardini alessandrini#Google News#identità cittadina#italianewsmedia.com#Legame con la Terra#letteratura poetica#narrativa poetica#nostalgia#omaggio alla città#Pier Carlo Lava#poesia contemporanea#poesia e memoria#poesia italiana#poesia lirica#poesia lirica di provincia#poesia lirica italiana#poesia lirica su città#Poesia per Alessandria
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Festeggiamenti per il nuovo anno sulle spiagge turistiche egiziane e alta occupazione negli hotel di Luxor
I governatorati costieri dell'Egitto si sono trasformati in destinazioni turistiche per le celebrazioni del Capodanno, dove l'atmosfera festosa si fonde con la bellezza naturale delle spiagge. I paesi che si affacciano sul Mar Rosso, sul Mar Mediterraneo e sulle attrazioni del Mar Rosso, come Sharm El Sheikh, Alessandria e Hurghada, sono testimoni di eventi speciali che rendono la celebrazione del Capodanno un'esperienza unica. Potete viaggiare in Egitto con la nostra compagnia Cairo Top Tours.
Questi festeggiamenti sono la principale attrazione per i turisti stranieri, che vengono a godersi il clima mite rispetto ai freddi inverni dei loro Paesi. La nostra guida turistica dell'Egitto consiglia di visitare le attrazioni del Cairo, che ha un clima mite in inverno. Anche le attrazioni di Luxor sono piacevoli.
Le attività variano per soddisfare le aspettative dei visitatori di ogni età e nazionalità. Le località turistiche egiziane hanno preparato tensostrutture giganti, concerti di cantanti egiziani, arabi e stranieri, petizioni turistiche, figure giganti di Babbo Natale, alberi decorativi e giochi sulle spiagge... Ecco come le province hanno festeggiato il Capodanno.
La città di Sharm el-Sheikh ha sfoggiato il suo volto migliore per dare il benvenuto al nuovo anno, in mezzo a un'affluenza turistica record da molti anni a questa parte, e gli hotel e i resort hanno appeso decorazioni e luci e preparato feste sotto tende giganti per i turisti, mentre i tassi di occupazione negli hotel e nei resort di Sharm el-Sheikh hanno raggiunto il 90% durante le vacanze di Natale e Capodanno.
A Luxor, gli alberghi fissi e mobili hanno festeggiato il Capodanno e gli hotel sono stati addobbati con decorazioni, figure di Babbo Natale, regali e decorazioni festive. Mohamed Osman, responsabile del comitato di marketing turistico-culturale di Luxor, ha rivelato che i tassi di occupazione degli hotel fissi e mobili sono aumentati Mohamed Osman, responsabile del comitato di marketing turistico-culturale di Luxor, ha rivelato che i tassi di occupazione degli hotel fissi e mobili sono aumentati in questo periodo grazie a una serie di eventi che si sono svolti di recente nel governatorato, Tra questi, il festival nazionale Huttaib e la celebrazione del tramonto sul Santo dei Santi al Tempio di Karnak, alla presenza di un gran numero di turisti di varie nazionalità europee, tra cui tedeschi, francesi, spagnoli, inglesi, portoghesi e italiani.
Un luogo interessante da non perdere a Luxor è la Kab Town, situata sulla riva orientale. Potete anche soggiornare in un hotel famoso come il Sofitel Winter Palace per vivere l'atmosfera di Capodanno. Anche la Valle dei Re si trova sulla riva occidentale. Non dimenticate di visitare il Tempio di Thutmose III, situato a Deir el-Bahari. Il tempio mortuario di Merneptah, alcuni dei monumenti più famosi di Luxor.
È inoltre possibile celebrare il festival presso il tempio di Deir Al-Shilouet. Oltre a godere della bellezza delle rovine archeologiche di Luxor, si consiglia di visitare il Tempio di Mut, attribuito al dio Mut. Il Tempio di Amun-Re è senza dubbio uno dei più grandi complessi archeologici del mondo. Il Tempio di Khanum, situato a Esna, vicino al Governatorato di Luxor. Infine, poiché il governatorato ospita un terzo delle antichità del mondo, è possibile visitare l'incredibile città di Aton a Luxor.
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“Natale in Jazz”: via Migliara ad ad Alessandria in festa
a cura di Jacopo Scafaro “Natale in Jazz”: via Migliara ad ad Alessandria in festa Il centro di Alessandria si accende di magia natalizia con “Natale in Jazz”, un concerto gratuito in programma il 20 dicembre 2024 in Via Migliara. Musica dal vivo, festa e shopping si uniscono per regalare un’esperienza unica nel cuore della città. Alessandria si prepara al Natale: “Natale in Jazz” in Via…
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Nella 'sua' Alessandria anteprima nazionale film su Eco
‘La biblioteca del mondo’ di Ferrario il 27 febbraio (ANSA) – ALESSANDRIA, 22 FEB – Esce nelle sale dal 2 marzo, ma il 27 febbraio l’anteprima nazionale del film documentario ‘Umberto Eco-La biblioteca del mondo’, di Davide Ferrario sarà nella città natale dell’illustre filosofo, scrittore, semiologo, medievalista. Grazie a un lavoro di squadra tra Comune, azienda Costruire Insieme, Festival…
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DITUTTO, SABATO 17 APRILE A “TIME FOR MUSIC” GUEST DEEJAY STEFANO PAIN
Sabato 17 Aprile ottavo e ultimo appuntamento della stagione con TIME FOR MUSIC, il music show televisivo di DiTutto dedicato al mondo del Clubbing. Il programma, prodotto dalla Wd Editore srls – andrà in onda alle 21.30 sull’emittente televisiva Mediterranea Tv che si potrà seguire sui canali del digitale terrestre 214 e 698 per la Puglia e 623 per la Basilicata, e in streaming su mediterraneatv.it e mediterraneatv698.com. Guest deejay di questa puntata Stefano Pain. Lele Procida lo ha intervistato prima della sua performance musicale.
Stefano ciao, Sabato 17 Aprile sarai il protagonista di Time for Music. Cosa ci farai ascoltare nel tuo attesissimo dj set?
Ciao Ragazzi! Innanzi tutto grazie per avermi ospitato nel vostro programma. Ascolteremo diverse mie nuove produzioni in uscita a breve e non solo, anche tantissime novità prodotte da dj italiani e internazionali.
Ogni dj ha la sua storia umana e professionale. Raccontaci la tua, dei tuoi inizi e poi della grande affermazione a livello internazionale.
Ho Iniziato la mia carriera da dj nel 1990 presso la Discoteca Anteprima ad Alessandria, mia città natale... da quel momento grazie alle produzioni discografiche ho aperto i miei orizzonti, entrando a far parte della storica One Night Milanese (Fidelio Milano) dove sono stato resident per circa 15 anni… sempre grazie alle produzioni ho avuto modo di esportare la mia musica fuori dall’Italia e di suonare più volte a Miami al Nikky Beach nel Juicy party di Robbie Rivera, all' Amnesia di Ibiza, a Mykonos poi ancora Ucraina, Russia, Svizzera, Georgia. Quindi mi reputo fortunato perché ho fatto della mia passione il mio lavoro.
Le tue produzioni hanno riscosso sempre un grande successo, come pure il tuo ultimo lavoro “Borderline” … ce ne vuoi parlare?
“Borderline” nasce in collaborazione con il collega Francesco Molinari, nel periodo del lockdown, quindi una produzione confezionata in smart working, dal genere Melodic Techno... Siamo davvero soddisfatti di questo progetto uscito su etichetta Sosumi di Kryder, che sta già ottenendo tantissimi riscontri e feedback positivi.
Sei sempre molto attivo sui social. Quanto è importante per un dj affacciarsi alla grande platea del web?
Oggi i social e le varie piattaforme di settore sono molto importanti perché sono la nostra vetrina nel Mondo, quindi un ottimo mezzo per poterci confrontare con i nostri fan e colleghi. La cosa importante però è non diventarne loro schiavi, vanno utilizzarli come mezzo di comunicazione .
La prima cosa che farai non appena tornerai in consolle?
Alzare il volume a palla e divertirmi con il pubblico, cosa che ho sempre amato fare nelle mie one night!
Il saluto di Stefano Pain ai lettori di Ditutto.
Come sempre è un grandissimo onore e piacere trascorrere del tempo con voi e condividere la mia musica con gli amici di DiTutto! Grazie!
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Liceo musicale Da Vinci, per Natale un concerto assieme a Ego Bianchi e Govone da Gazzettadalba.it
La musica vissuta e suonata dai ragazzi, in un gemellaggio tra Alba e Cuneo. Venerdì 13 dicembre, nella chiesa di San Domenico, si è svolto il tradizionale concerto di Natale delle orchestre e dei cori scolastici della città: a esibirsi il coro del liceo musicale Da Vinci di Alba, insieme al coro e all’orchestra del liceo musicale Ego Bianchi di Cuneo, diretti da Sergio Daniele; nella seconda parte, il coro del Da Vinci si è esibito con il coro Anna Maria Alessandria del Govone di Alba, con la direzione di Giordano Ricci. In scaletta brani di Vivaldi, ma anche immancabili canti natalizi. Ospite della serata Maria Teresa Furci, provveditore di Cuneo, che ha voluto esibirsi al violino insieme ai ragazzi.
Francesca Pinaffo
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L’esempio d’Antonio ispirerà infatti i secoli avvenire; ci si ricorderà che le attrattive della solitudine e le dolcezze della contemplazione non poterono trattenerlo nel deserto, e che egli venne ad Alessandria, nel cuore della persecuzione pagana, per incoraggiare i cristiani nel martirio. Non si dimenticherà nemmeno che in un’altra lotta ancora più terribile, quella contro l’Arianesimo, egli riapparve nella grande città per predicarvi il Verbo consustanziale al Padre, confessarvi la fede di Nicea e sostenere il coraggio degli ortodossi. Chi potrebbe mai ignorare i legami che univano Antonio al grande Atanasio, o non ricordare che questo illustre campione del Figlio di Dio visitava l’altro Patriarca nel profondo del deserto, procurava in tutti i modi l’avanzamento dell’opera monastica, poneva nella fedeltà dei monaci la speranza della salvezza della Chiesa e volle scrivere egli stesso la vita dell’amico?
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ALESSANDRIA. AUGURI DI NATALE IN SALSA POLITICA, NE FACCIAMO VOLENTIERI A MENO.
ALESSANDRIA. AUGURI DI NATALE IN SALSA POLITICA, NE FACCIAMO VOLENTIERI A MENO.
Politici scatenati per le festività natalizie in Piemonte. Ad Alessandria il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco mentre è in vendita un altro pezzo della città manda gli auguri di Buone feste a casa degli alessandrini, ma come fa notare l’ex sindaco di Alessandria, Rita Rossa, essendo a ridosso delle elezioni amministrative il sindaco gli auguri li deve mandare a sue spese e non a spese…
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“Questa via stretta” di Umberto Saba: La memoria come rifugio eterno. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra passato e presente. “Questa via stretta” di Umberto Saba è una poesia che celebra il potere della memoria e il legame indissolubile con le radici, attraverso immagini vivide e un linguaggio semplice ma profondamente evocativo
Un viaggio tra passato e presente. “Questa via stretta” di Umberto Saba è una poesia che celebra il potere della memoria e il legame indissolubile con le radici, attraverso immagini vivide e un linguaggio semplice ma profondamente evocativo. La poesia ci conduce in un viaggio nostalgico attraverso i ricordi di un’infanzia povera ma ricca di significato, in cui la città natale diventa simbolo di…
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ALCUNI SCATTI DI IERI SABATO 14/12/2019, PER AUGURARVI UN GRANDE FUTURO A TUTTI. E UN BUON NATALE E FELICE ANNO. A BREVE USCIRANNO DUE MIEI RACCONTI SUL NATALE, E LA CITTÀ DI TORINO. LA LETTERATURA DEL FUTURO. IL POETA. Simone Savarro. ISCRIVETEVI A CON PASSIONE LE POESIE. NELLA NOSTRA AMATA CITTÀ ALESSANDRIA. MI TROVATE ANCHE SU TUMBLR, TWITTER,FACEBOOK,YOUTUBE,INSTAGRAM. (presso Palazzo Melchionni) https://www.instagram.com/p/B6F5TQmq5r-/?igshid=edy3hn7lqs4w
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Alessandria brilla con un nuovo albero di Natale: Kimono celebra 70 anni con un regalo speciale
a cura di Jacopo Scafaro Alessandria brilla con un nuovo albero di Natale: Kimono celebra 70 anni con un regalo speciale Kimono, storica azienda alessandrina, celebra i suoi 70 anni con un dono speciale alla città: un maestoso albero di Natale, simbolo di gratitudine e legame con il territorio. Ad Alessandria, un nuovo albero di Natale brilla tra piazza Garibaldi e corso Roma, grazie alla…
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Kazuyo Kotaka, Pianist. Kazuyo’s story begins in Kamaishi, her native city in Northern Japan. It was here, at the age of four, that she dedicated her life to studying piano. After graduating with honours from the University of Music in Showa, she moved to Italy to continue her studies at the Conservatory in Alessandria. Since graduating in 2005 she has won numerous prizes. This intense period of growth and improvement involved constant travel from one part of the world to another. From Italy to Japan, two different and contrasting cultures, to perform as a soloist and with others. This period was infused with a love for European classical music and an absolute devotion to the masters of the piano, so important to her own development as an artist. In Italy Kazuyo spends much of her time teaching at the Conservatory in Alessandria, conveying her passion into the music of her young students. - Kazuyo Kotaka, Pianista. La storia di Kazuyo comincia a Kamaishi, sua città natale nel nord del Giappone, dove dall'età di quattro anni si dedica allo studio del pianoforte. Laureata con lode e premiata all'Università della Musica di Showa, decide di trasferirsi in Italia, dove prosegue gli studi al Conservatorio di Alessandria, laureandosi nel 2005 e vincendo numerosi premi. Un intenso percorso di crescita e perfezionamento, ma anche un viaggio continuo da una parte all'altra del mondo. Dall'Italia al paese d'origine, in contesti culturali differenti e contrastanti, per dedicarsi all'attività concertistica come solista e come camerista. Un percorso segnato dall'amore per la musica classica europea e dall'assoluta devozione verso i maestri di pianoforte, determinanti per i suoi progressi artistici. In Italia Kazuyo svolge un'intensa attività di insegnamento al Conservatorio di Alessandria, trasmettendo la propria dedizione alla musica ai giovani allievi. - Her Story on http://yourstory.it #yourstory #piano #instapiano #classicalmusic #musician #Japan #japanese #igersjp #instagramjapan #bobhaircut #shortair #womanportrait https://www.instagram.com/p/B1EPud0IcLv/?igshid=cta5n97yuwbz
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Il monumento ad Umberto Eco
Si inaugura ad Alessandria un “monumento” ad Umberto Eco, realizzato non con il bronzo ma con una tecnica a led, come tributo della sua città natale
Si inaugura mercoledì sera nella sua città natale, Alessandria, in piazza Vittorio Veneto, di fronte alla biblioteca, “Opera aperta”, scultura luminosa dell’artista Marco Lododa che raffigura il celebre scrittore e critico con tanto di sciarpa e cappello, lo sguardo pensoso, ma anche leggermente ironico. L’iniziativa è promossa in occasione del ventennale della Milanesiana e nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi, che l’ha proposta alla sorella Elisabetta, promotrice della rassegna di letteratura, musica, cinema e arte. Saranno entrambi presenti con le autorità cittadine allo “scoprimento” dell’opera, che porta il nome del celebre saggio di Eco del 1962. Lodola, che ha già realizzato ad Alessandria le sculture luminose “Marengò”, dedicata a Napoleone, e “Il cappellaio magico”, in ricordo dell’industriale Giuseppe Borsalino, è anche l’autore di “Fiat Lux”, la luce d’artista installata nel dicembre 2009 a Torino al Mirafiori Motorvillage. Interrogato sul perché di una scultura luminosa per l’autore del “Nome della rosa”, l’artista ha risposto che ben si adatta a una figura così “illuminata”
di MARINA PAGLIERI
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Festeggiare il Giro d’Italia 100
Il Giro d’Italia edizione 100 è un momento magico ed è stato festeggiato con molte iniziative.
Già nel 2015 mi ero interessata all’adv ed alle attività legate al Giro nel post ‘Raccontare lo sport: case study Giro d'Italia alla #SMWmilan’ e questo centenario è un’occasione troppo ‘ghiotta’ per chi si occupa di comunicazione. Da non perdere!
Ma andiamo a curiosare insieme.
Sul sito ufficiale troviamo un’iniziativa molto interessante , il ‘Giro Goloso’ in collaborazione con Eataly e 15 chef stellati.
Leggiamo sul sito:
“CON IL GIRO D’ITALIA DEL CENTENARIO NASCE IL GIRO GOLOSO, UN PROGETTO ALLA SCOPERTA DEI PRODOTTI E DELLA BIODIVERSITÀ DEL TERRITORIO. [...] VUOLE CELEBRARE L’ ENORME RICCHEZZA PAESAGGISTICA, RURALE ED ENOGASTRONOMICA ITALIANA ATTRAVERSO IL RACCONTO DI 100 RICETTE TIPICHE DEI TERRITORI TOCCATI DAL GIRO 100. CON LA COLLABORAZIONE DI EATALY 15 CHEF, ESPRESSIONE DELLE TRADIZIONI CULINARIE REGIONALI, RACCONTERANNO LE TIPICITA’ DELL’ITALIA DAL PUNTO DI VISTA PRIVILEGIATO DELLE CUCINE DEL TERRITORIO.”
Le ricette sono presenti sul sito con un video dedicato alla tappa e possono essere condivise sui social. Esaminiamo insieme uno dei video per capire meglio la comunicazione.
Dal momento che il Giro è molto legato al territorio il video inizia presentando le immagini delle bellezze naturali, dei monumenti più importanti e dell’artigianalità di cui è così ricco il nostro paese e prosegue poi con un’intervista al sindaco davanti ad un caffè.
Segue la ricetta video con lo chef che in questo caso è Markus Holzer nel suo ristorante Jora a San Candido.
Per i 100 anni del Giro è stato pubblicato ‘100 storie un Giro’ di Ennio Doris e Pier Augusto Stagi (ed. Mondadori). Un libro molto interessante per una storyteller e per tutti gli appassionati di questo sport, perché racconta le tappe più emozionanti dalla nascita al 2016 in modo inedito, come un ‘backstage’, una fase di ricerca e dialogo tra i 2 autori alla scoperta di aneddoti, della storia vera che si nasconde dietro i personaggi famosi del passato.
Una storia della storia, una narrazione che ci fa scoprire un’Italia che viveva il Giro con una grande emozione. ‘E’ un’Italia povera, che lavora nei campi, che vive nei paesi e si muove poco. Il privilegio di provare a mettere il naso fuori dall’uscio ce l’hanno veramente in pochi. Appunto solo quelli che hanno la fortuna di possedere una bicicletta. [...] Era una società lenta, chiusa su sé stessa. Per questa ragione il viaggio era considerato un sogno.’ (1)
La bicicletta era preziosa a quei tempi e pochi avevano il privilegio di poter spostarsi dal loro paese. La storia del Giro è profondamente legata anche alla storia e ai cambiamenti socio-economici del nostro paese.
Il libro prosegue approfondendo le tappe più significative e i personaggi che proprio grazie al Giro sono diventati famosi in tutto il mondo: da Girardengo a Bartali, a Coppi, a Gimondi, a Eddy Merckx, solo per citarne alcuni. Un capitolo che vi consiglio di leggere è quello che inizia a pag. 76 ‘1949 Cuneo-Pinerolo’ che racconta la vittoria di Fausto Coppi. ‘Quella nella quale Fausto Coppi prese il volo per realizzare una delle più belle imprese che il ciclismo e lo sport tutto conosca’.
Grazie alle mie origini ‘mandrogne’ conosco bene questo mondo fin da bambina, perché le storie della bicicletta hanno sempre accompagnato la nostra vita. Nel 2016 è stata allestita una bellissima mostra al Palazzo Monferrato ad Alessandria, mia città natale, ‘Alessandria, città delle biciclette ‘ dove è stata esposta l’ultima bicicletta usata da Fausto Coppi e molti cimeli di grande interesse.
Per tornare alla comunicazione del centenario del Giro vi cito un’altra interessante l’iniziativa della RAI su Vimeo ‘GIRO D’ITALIA 100 ANNI - RAI TV OPENING TITLES ‘
Anche la moda non ha voluto perdere quest’occasione e per la 1a tappa che si è tenuta ad Alghero lo stilista Antonio Marras ha creato una T-shirt Limited edition.
Il Giro è ancora nel vivo, quali altre iniziative scopriremo?
Vi terrò aggiornati!
Seguitemi anche sul sito e sui social.
Simo Pozzi
(1) Capitolo ‘1896 al verde’ tratto da “100 storie Un giro”.
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Elezioni, i risultati nei Comuni calabresi
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/elezioni-i-risultati-nei-comuni-calabresi/
Elezioni, i risultati nei Comuni calabresi
Elezioni, i risultati nei Comuni calabresi
Vittoria al primo turno, a Vibo Valentia, l’unico capoluogo di provincia alle urne in Calabria, per la candidata di centrodestra Maria Limardo. La vittoria del noto avvocato impegnata in politica si era delineata dalle prime fasi dello spoglio ed ha raggiunto un dato di poco inferiore al 60%. Limardo è la prima donna sindaco nella storia di Vibo Valentia. A distanza, al secondo posto, è arrivato Stefano Luciano, area centrosinistra, che ha conquistato una percentuale poco sotto al 30%. Domenico Santoro, candidato sindaco del Movimento Cinque stelle è al 10% mentre il quarto Francesco Belsito sfiora il 2%. Salvatore Fortunato Giordano è il sindaco di Mileto con 1.224 voti; Giuseppe Marasco è il nuovo sindaco di Nicotera con 1.500 voti; Domenico Petrolo è il nuovo sindaco di Rombiolo con 1.670 voti; a Soriano Calabro vince Vincenzo Bartone con 854 voti; a Vallelonga vince Abdon Servello con 267 voti; a Zungri eletto sindaco Francesco Galati con 700 voti; a Mongiana eletto sindaco Francesco Angiletta con 363 voti; A Drapia eletto sindaco Alessandro Porcelli con 751 voti; a Simbario eletto sindaco Ovidio Romano 411 voti; a Pizzoni gli elettori hanno premiato il programma di Vincenzo Caruso (Pizzoni Rinasce) alternativo a quello della sindaca uscente Tiziana De Nardo che guidava la lista “Pizzoni Sincera”. A Caruso sono andati 426 voti, mentre la De Nardo si è fermata a 312. Nove le schede bianche e 12 quelle nulle; a Sorianello eletto sindaco Sergio Cannatelli: 496 voti; PROVINCIA COSENZA A Corigliano Rossano, al voto per la prima volta come Comune unico, si profila uno scontro al secondo turno tra Flavio Stasi e Giuseppe Graziano. A Rende è il sindaco uscente Marcello Manna a guidare lo spoglio con alcune centinaia di voti rispetto all’ex primo cittadino Sandro Principe, terzo è Domenico Talarico. Il ballottaggio è in programma il 9 giugno. A Montalto Uffugo, invece, Pietro Caracciolo, sindaco uscente, dopo avere viaggiato sul filo di lana rispetto ad una possibile vittoria al primo turno, dovrà vedersela al secondo turno con Ugo Gravina, già sindaco della città in passato. Altri sindaci eletti nel Cosentino: Francesco Tripicchio ad Acquappesa con 571 voti (50,49%); Antonio Di Caprio ad Orsomarso con 670 voti (95,31%); a Santa Sofia d’Epiro: Daniele Atanasio Sisca (lista “Rilanciamo Santa Sofia”) è il nuovo sindaco. Antonio Carlomagno è il nuovo sindaco di Cerchiara di Calabria con 779 voti (51,28%). A Torano Castello è stato eletto Lucio Franco Raimondo; a Montegiordano vittoria per Introcaso con 939 voti; Paolo Montalti è il nuovo sindaco di Villapiana con 1.551 voti; gli elettori di Spezzano Albanese hanno preferito Ferdinando Nociti: ha ottenuto 1.982 voti (45,87%); Vincenzo Cascini è il nuovo sindaco di Belvedere Marittimo con 3.182 voti; a Longobardi vince Giacinto Mannarino con 799 voti; a Crosia eletto sindaco Antonio Russo con 3.495 voti mentre a Oriolo vince Simona Colotta con 710 voti; Rocca Imperiale ha preferito Giuseppe Ranù con 1.441 voti; A Roseto Capo Spulico vince Rosanna Mazzia con 790 voti; a Laino Borgo gli elettori hanno votato per Mariangelina Russo con 752 preferenze; a Santo Stefano di Rogliano vince Lucia Antonietta in Calabrese con 905 voti; Terranova da Sibari ha preferito Luigi Lirangi con 2.011 voti; Salvatore Magarò è il nuovo sindaco di Castiglione Cosentino con 883 voti; a Fiumefredo Bruzio è stato eletto sindaco Fortunato Rosario Barone con 915 voti; a Celico è stato eletto Antonio Falcone con 1.043 voti; Morano Calabro vince Nicolò De Bartolo 1.418 voti; Mendicino eletto sindaco Antonio Palermo con 3.013 voti; Gianpietro Carlo Coppola è il nuovo primo cittadino di Altomonte; a Cropalati è stato eletto Luigi Lettieri con 604 voti; Donatella Deposito è il nuovo sindaco di Parenti con 867 voti; Angelo Catapano è il nuovo sindaco di Frascineto: ottiene 1.009 voti; San Pietro in Guarano preferisce Mario Veltri con 1.171 voti; a Vaccarizzo Albanese vince Antonio Pomillo con 432 voti; Ad Alessandria del Carretto eletto Domenico Vuodo con 197 voti; Virginia Mariotti è il nuovo sindaco di San Maro Argentano con 3.084; Pasquale Taverna con 443 voti è il nuovo sindaco di Bianchi; a Grimaldi eletto Roberto De Marco con 445 voti; a San Donato di Ninea eletto sindaco Jim Di Giorno con 742 voti; a Figline Vegliaturo eletto sindaco Fedele Adamo con 587 voti; a Cervicati eletto Filice Gioberto con 315 voti; a Domanico vince Bruno Gianfranco Segreti con 439 voti; a Rose vince Roberto Barbieri con 1627 (53,38%); ad Aprigliano eletto sindaco Alessandro Leonardo Porco con 659 voti; a Santa Maria del Cedro eletto sindaco Ugo Vetere con 2.673 voti; Gaetano Palermo con 460 voti è il nuovo primo cittadino di Laino Castello; a Malvito vince Pietro Amatuzzo con 740 voti; a Paludi, Stefano Graziano eletto sindaco con 443 voti; a Lattarico, Antonella Blandi si conferma sindaco con 1.377 voti; a San Benedetto Ullano eletto sindaco Rosaria Amalia Capparelli con 718 voti; Pini Bosco è il nuovo sindaco di Firmo con 613 voti; Alessandro Tocci è stato riconfermato primo cittadino a Civita con 455 voti; a Lappano eletto Angelo Marcello Gaggione con 351 voti; Acquaformosa eletto sindaco Gennaro Capparelli con 437 voti; Alfredo Lucchesi si conferma sindaco a Santa Domenica Talao con 429 voti; Romeo Basile con 383 voti si conferma sindaco di Mottafollone; a Bocchigliero vince Alfonso Benevento con 412 voti; a San Basile eletto Vincenzo Tamburi con 440 voti; Francesco Silvestri si conferma sindaco di Verbicaro; Umberto Mazza con 121 voti è il nuovo sindaco di Caloveto. A Santa Caterina Albanese eletto sindaco Roberto Lavalle con 502 voti; Franco Iacucci, che è presidente della Provincia di Cosenza, si conferma sindaco di Aiello Calabro con 723 voti; a Tarsia eletto sindaco Roberto Ameruso 984 voti; a Pedivigliano eletto sindaco Antonella Leone 371 voti; a Rota Greca vince Giuseppe De Monte con 461 voti; a Morano Calabro conferma per il sindaco uscente Nicolò De Bartolo; a Mongrassano eletto sindaco Ferruccio Mariani con 581 voti; a Nocara eletto Maria Antonietta Pandolfi con 147 voti; a Buonvicino, Angelina Barberio eletta sindaco con 884 voti; a Scigliano eletto sindaco Raffaele Pane con 490 voti; PROVINCIA REGGIO CALABRIA A Gioia Tauro lo scontro al secondo turno è tra l’ex sindaco Aldo Alessio, che ha conquistato il 44,71% con 4.426 voti, e Raffaele D’Agostino con il 24,53% pari a 2.428 voti. Terzo è giunto Natale Cangemi che si è fermato al 23,26% con 2.303 voti. A seguire Nicola Zagarella con il 4,66% con 461 voti, mentre ultimo è giunto il candidato sindaco Diego Fusaro, il filosofo noto che si è presentato alla guida di una lista civica e che ha incassato 281 voti pari al 2,84%; a Cittanova vince Francesco Cosentino con 2.048 voti; a Oppido Mamertina vince Bruno Barillaro con 2.415 voti; a Benestare eletto sindaco Domenico Mantegna con 780 voti; ad Ardore vince Giuseppe Campisi con 1.706 voti; a San Roberto non è stato raggiunto il quorum: l’unico candidato Antonino Micari ha ottenuto 786 voti numero insufficiente per essere eletto. A Bova Marina vince Saverio Zavettieri con 1.231 voti; Alberto Morano con 1.773 voti è il nuovo sindaco di Laurena di Borrello; ad Agnana Calabra vince Giuseppe Rubis con 177 voti; a Sant’Ilario dello Jonio vince Giuseppe Monteleone; mentre a Cardeto è stata eletta Crocefissa Daniela Arfuso con 377 voti. Dopo 15 anni finisce “l’era Lucano” a Riace. Spanò, assessore della giunta di Domenico Lucano, è stata sconfitta da Antonio Trifoli che ha ottenuto 462 voti (41,89%). Batosta per l’ex sindaco che non è stato eletto come consigliere comunale. Vittorio Zito è il nuovo sindaco di Roccella Ionica con 2.204 voti; A Monasterace eletto sindaco Cesare Deleo con 1.133 voti; a Sant’Alessio in Aspromonte successo per Stefano Ioli Calabrò con 121 voti; Scido eletto sindaco Giuseppe Zampogna con 418 voti; a Bagaladi eletto Santo Monorchio con 396 voti; a Bivongi eletto sindaco Vincenzo Valenti: 595 voti; a Canolo eletto sindaco Rosario Larosa, unico candidato 355 voti; a San Giovanni Gerace eletto Giovanni Antonio Pittari; a Martone confermato sindaco l’uscente Giorgio Imperitura: 169 voti; a Stignano eletto Pino Trono con 382 voti; a San Luca vince Bruno Bartolo con 1.263 voti sul giornalista Klaus Davi (137 voti). Il paese elegge un sindaco dopo 11 anni. PROVINCIA CATANZARO A Sellia Marina è stato eletto sindaco Francesco Mauro con 2.443 voti; a Falerna eletto Daniele Menniti mentre a Motta Santa Lucia vince Ivano Egeo; Marcellinara eletto sindaco Vittorio Scerbo con 633 voti; Pasquale Muccari con 818 voti è il nuovo sindaco di Squillace; A San Pietro a Maida eletto sindaco Domenico Giampà con 1.626 voti; il nuovo sindaco di Feroleto della Chiesa è Antonio Tranquilla con 708 voti; a Gimigliano eletto sindaco Laura Moschella con 1021 voti; a Sorbo San Basilio eletto Vincenzo Nania con 321 voti; a Zagarise vince Domenico Gallelli con 730 voti; ad Albi Salvatore Ricca è il nuovo sindaco con 346 voti; a Carfizzi vince Mario Antonio Amato; a Marcedusa vince Domenico Garofalo con 191 voti; Bruno Meta è il nuovo sindaco di San Floro con 264 voti; a Sellia eletto sindaco Davide Zicchinella con 242 voti; a Pianopoli eletta Valentina Cuda con 1.184 voti; a Miglierina sucesso per Pietro Hiram Guzzi con 292 voti; a Colosimi eletto Giovanni Lucia unico candidato con 628 voti; ad Amato, Saverio Ruga eletto sindaco con 318 voti; a Gagliato eletto sindaco Salvatore Sinopoli: 210 voti; a Fossato Serralta eletto sindaco Domenico Raffaele: 256 voti; PROVINCIA CROTONE Annibale Parise è il nuovo sindaco di Mesoraca con 2.246 voti; a Castelsilano vince Francesco Durante con 393 voti; mentre a Melissa il nuovo sindaco è Raffaele Falbo con 1.028 punti (50,34%); Cortale eletto sindaco Francesco Scalfaro con 842 voti; a Pentone è stato eletto sindaco Vincenzo Marino con 739 voti; a Nocera Terinese eletto Antonio Albi con 1.519 voti; a Caccuri eletta Marianna Caligiuri con 607 voti; a Verzino eletto sindaco Giuseppe Antonio Cozza con 637 voti; A San Mauro Marchesato eletto sindaco Carmine Barbuto con 127 voti; ad Umbriatico eletto Pietro Greco con 366 voti; a San Nicola Dell’Alto eletto sindaco Francesco Scarpelli con 291 voti; a Carfizzi vittoria per Mario Antonio Amato;
Vittoria al primo turno, a Vibo Valentia, l’unico capoluogo di provincia alle urne in Calabria, per la candidata di centrodestra Maria Limardo. La vittoria del noto avvocato impegnata in politica si era delineata dalle prime fasi dello spoglio ed ha raggiunto un dato di poco inferiore al 60%. Limardo è la prima donna sindaco nella storia di Vibo Valentia. A distanza, al secondo posto, è arrivato Stefano Luciano, area centrosinistra, che ha conquistato una percentuale poco sotto al 30%. Domenico Santoro, candidato sindaco del Movimento Cinque stelle è al 10% mentre il quarto Francesco Belsito sfiora il 2%. Salvatore Fortunato Giordano è il sindaco di Mileto con 1.224 voti; Giuseppe Marasco è il nuovo sindaco di Nicotera con 1.500 voti; Domenico Petrolo è il nuovo sindaco di Rombiolo con 1.670 voti; a Soriano Calabro vince Vincenzo Bartone con 854 voti; a Vallelonga vince Abdon Servello con 267 voti; a Zungri eletto sindaco Francesco Galati con 700 voti; a Mongiana eletto sindaco Francesco Angiletta con 363 voti; A Drapia eletto sindaco Alessandro Porcelli con 751 voti; a Simbario eletto sindaco Ovidio Romano 411 voti; a Pizzoni gli elettori hanno premiato il programma di Vincenzo Caruso (Pizzoni Rinasce) alternativo a quello della sindaca uscente Tiziana De Nardo che guidava la lista “Pizzoni Sincera”. A Caruso sono andati 426 voti, mentre la De Nardo si è fermata a 312. Nove le schede bianche e 12 quelle nulle; a Sorianello eletto sindaco Sergio Cannatelli: 496 voti; PROVINCIA COSENZA A Corigliano Rossano, al voto per la prima volta come Comune unico, si profila uno scontro al secondo turno tra Flavio Stasi e Giuseppe Graziano. A Rende è il sindaco uscente Marcello Manna a guidare lo spoglio con alcune centinaia di voti rispetto all’ex primo cittadino Sandro Principe, terzo è Domenico Talarico. Il ballottaggio è in programma il 9 giugno. A Montalto Uffugo, invece, Pietro Caracciolo, sindaco uscente, dopo avere viaggiato sul filo di lana rispetto ad una possibile vittoria al primo turno, dovrà vedersela al secondo turno con Ugo Gravina, già sindaco della città in passato. Altri sindaci eletti nel Cosentino: Francesco Tripicchio ad Acquappesa con 571 voti (50,49%); Antonio Di Caprio ad Orsomarso con 670 voti (95,31%); a Santa Sofia d’Epiro: Daniele Atanasio Sisca (lista “Rilanciamo Santa Sofia”) è il nuovo sindaco. Antonio Carlomagno è il nuovo sindaco di Cerchiara di Calabria con 779 voti (51,28%). A Torano Castello è stato eletto Lucio Franco Raimondo; a Montegiordano vittoria per Introcaso con 939 voti; Paolo Montalti è il nuovo sindaco di Villapiana con 1.551 voti; gli elettori di Spezzano Albanese hanno preferito Ferdinando Nociti: ha ottenuto 1.982 voti (45,87%); Vincenzo Cascini è il nuovo sindaco di Belvedere Marittimo con 3.182 voti; a Longobardi vince Giacinto Mannarino con 799 voti; a Crosia eletto sindaco Antonio Russo con 3.495 voti mentre a Oriolo vince Simona Colotta con 710 voti; Rocca Imperiale ha preferito Giuseppe Ranù con 1.441 voti; A Roseto Capo Spulico vince Rosanna Mazzia con 790 voti; a Laino Borgo gli elettori hanno votato per Mariangelina Russo con 752 preferenze; a Santo Stefano di Rogliano vince Lucia Antonietta in Calabrese con 905 voti; Terranova da Sibari ha preferito Luigi Lirangi con 2.011 voti; Salvatore Magarò è il nuovo sindaco di Castiglione Cosentino con 883 voti; a Fiumefredo Bruzio è stato eletto sindaco Fortunato Rosario Barone con 915 voti; a Celico è stato eletto Antonio Falcone con 1.043 voti; Morano Calabro vince Nicolò De Bartolo 1.418 voti; Mendicino eletto sindaco Antonio Palermo con 3.013 voti; Gianpietro Carlo Coppola è il nuovo primo cittadino di Altomonte; a Cropalati è stato eletto Luigi Lettieri con 604 voti; Donatella Deposito è il nuovo sindaco di Parenti con 867 voti; Angelo Catapano è il nuovo sindaco di Frascineto: ottiene 1.009 voti; San Pietro in Guarano preferisce Mario Veltri con 1.171 voti; a Vaccarizzo Albanese vince Antonio Pomillo con 432 voti; Ad Alessandria del Carretto eletto Domenico Vuodo con 197 voti; Virginia Mariotti è il nuovo sindaco di San Maro Argentano con 3.084; Pasquale Taverna con 443 voti è il nuovo sindaco di Bianchi; a Grimaldi eletto Roberto De Marco con 445 voti; a San Donato di Ninea eletto sindaco Jim Di Giorno con 742 voti; a Figline Vegliaturo eletto sindaco Fedele Adamo con 587 voti; a Cervicati eletto Filice Gioberto con 315 voti; a Domanico vince Bruno Gianfranco Segreti con 439 voti; a Rose vince Roberto Barbieri con 1627 (53,38%); ad Aprigliano eletto sindaco Alessandro Leonardo Porco con 659 voti; a Santa Maria del Cedro eletto sindaco Ugo Vetere con 2.673 voti; Gaetano Palermo con 460 voti è il nuovo primo cittadino di Laino Castello; a Malvito vince Pietro Amatuzzo con 740 voti; a Paludi, Stefano Graziano eletto sindaco con 443 voti; a Lattarico, Antonella Blandi si conferma sindaco con 1.377 voti; a San Benedetto Ullano eletto sindaco Rosaria Amalia Capparelli con 718 voti; Pini Bosco è il nuovo sindaco di Firmo con 613 voti; Alessandro Tocci è stato riconfermato primo cittadino a Civita con 455 voti; a Lappano eletto Angelo Marcello Gaggione con 351 voti; Acquaformosa eletto sindaco Gennaro Capparelli con 437 voti; Alfredo Lucchesi si conferma sindaco a Santa Domenica Talao con 429 voti; Romeo Basile con 383 voti si conferma sindaco di Mottafollone; a Bocchigliero vince Alfonso Benevento con 412 voti; a San Basile eletto Vincenzo Tamburi con 440 voti; Francesco Silvestri si conferma sindaco di Verbicaro; Umberto Mazza con 121 voti è il nuovo sindaco di Caloveto. A Santa Caterina Albanese eletto sindaco Roberto Lavalle con 502 voti; Franco Iacucci, che è presidente della Provincia di Cosenza, si conferma sindaco di Aiello Calabro con 723 voti; a Tarsia eletto sindaco Roberto Ameruso 984 voti; a Pedivigliano eletto sindaco Antonella Leone 371 voti; a Rota Greca vince Giuseppe De Monte con 461 voti; a Morano Calabro conferma per il sindaco uscente Nicolò De Bartolo; a Mongrassano eletto sindaco Ferruccio Mariani con 581 voti; a Nocara eletto Maria Antonietta Pandolfi con 147 voti; a Buonvicino, Angelina Barberio eletta sindaco con 884 voti; a Scigliano eletto sindaco Raffaele Pane con 490 voti; PROVINCIA REGGIO CALABRIA A Gioia Tauro lo scontro al secondo turno è tra l’ex sindaco Aldo Alessio, che ha conquistato il 44,71% con 4.426 voti, e Raffaele D’Agostino con il 24,53% pari a 2.428 voti. Terzo è giunto Natale Cangemi che si è fermato al 23,26% con 2.303 voti. A seguire Nicola Zagarella con il 4,66% con 461 voti, mentre ultimo è giunto il candidato sindaco Diego Fusaro, il filosofo noto che si è presentato alla guida di una lista civica e che ha incassato 281 voti pari al 2,84%; a Cittanova vince Francesco Cosentino con 2.048 voti; a Oppido Mamertina vince Bruno Barillaro con 2.415 voti; a Benestare eletto sindaco Domenico Mantegna con 780 voti; ad Ardore vince Giuseppe Campisi con 1.706 voti; a San Roberto non è stato raggiunto il quorum: l’unico candidato Antonino Micari ha ottenuto 786 voti numero insufficiente per essere eletto. A Bova Marina vince Saverio Zavettieri con 1.231 voti; Alberto Morano con 1.773 voti è il nuovo sindaco di Laurena di Borrello; ad Agnana Calabra vince Giuseppe Rubis con 177 voti; a Sant’Ilario dello Jonio vince Giuseppe Monteleone; mentre a Cardeto è stata eletta Crocefissa Daniela Arfuso con 377 voti. Dopo 15 anni finisce “l’era Lucano” a Riace. Spanò, assessore della giunta di Domenico Lucano, è stata sconfitta da Antonio Trifoli che ha ottenuto 462 voti (41,89%). Batosta per l’ex sindaco che non è stato eletto come consigliere comunale. Vittorio Zito è il nuovo sindaco di Roccella Ionica con 2.204 voti; A Monasterace eletto sindaco Cesare Deleo con 1.133 voti; a Sant’Alessio in Aspromonte successo per Stefano Ioli Calabrò con 121 voti; Scido eletto sindaco Giuseppe Zampogna con 418 voti; a Bagaladi eletto Santo Monorchio con 396 voti; a Bivongi eletto sindaco Vincenzo Valenti: 595 voti; a Canolo eletto sindaco Rosario Larosa, unico candidato 355 voti; a San Giovanni Gerace eletto Giovanni Antonio Pittari; a Martone confermato sindaco l’uscente Giorgio Imperitura: 169 voti; a Stignano eletto Pino Trono con 382 voti; a San Luca vince Bruno Bartolo con 1.263 voti sul giornalista Klaus Davi (137 voti). Il paese elegge un sindaco dopo 11 anni. PROVINCIA CATANZARO A Sellia Marina è stato eletto sindaco Francesco Mauro con 2.443 voti; a Falerna eletto Daniele Menniti mentre a Motta Santa Lucia vince Ivano Egeo; Marcellinara eletto sindaco Vittorio Scerbo con 633 voti; Pasquale Muccari con 818 voti è il nuovo sindaco di Squillace; A San Pietro a Maida eletto sindaco Domenico Giampà con 1.626 voti; il nuovo sindaco di Feroleto della Chiesa è Antonio Tranquilla con 708 voti; a Gimigliano eletto sindaco Laura Moschella con 1021 voti; a Sorbo San Basilio eletto Vincenzo Nania con 321 voti; a Zagarise vince Domenico Gallelli con 730 voti; ad Albi Salvatore Ricca è il nuovo sindaco con 346 voti; a Carfizzi vince Mario Antonio Amato; a Marcedusa vince Domenico Garofalo con 191 voti; Bruno Meta è il nuovo sindaco di San Floro con 264 voti; a Sellia eletto sindaco Davide Zicchinella con 242 voti; a Pianopoli eletta Valentina Cuda con 1.184 voti; a Miglierina sucesso per Pietro Hiram Guzzi con 292 voti; a Colosimi eletto Giovanni Lucia unico candidato con 628 voti; ad Amato, Saverio Ruga eletto sindaco con 318 voti; a Gagliato eletto sindaco Salvatore Sinopoli: 210 voti; a Fossato Serralta eletto sindaco Domenico Raffaele: 256 voti; PROVINCIA CROTONE Annibale Parise è il nuovo sindaco di Mesoraca con 2.246 voti; a Castelsilano vince Francesco Durante con 393 voti; mentre a Melissa il nuovo sindaco è Raffaele Falbo con 1.028 punti (50,34%); Cortale eletto sindaco Francesco Scalfaro con 842 voti; a Pentone è stato eletto sindaco Vincenzo Marino con 739 voti; a Nocera Terinese eletto Antonio Albi con 1.519 voti; a Caccuri eletta Marianna Caligiuri con 607 voti; a Verzino eletto sindaco Giuseppe Antonio Cozza con 637 voti; A San Mauro Marchesato eletto sindaco Carmine Barbuto con 127 voti; ad Umbriatico eletto Pietro Greco con 366 voti; a San Nicola Dell’Alto eletto sindaco Francesco Scarpelli con 291 voti; a Carfizzi vittoria per Mario Antonio Amato;
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Gamal Abd Al-Nasser: dalla rivoluzione egiziana al sogno infranto del panarabismo
di Roberto Cascio
Nella storia contemporanea, risulta particolarmente complesso trovare un personaggio così controverso e discusso come il presidente egiziano Gamal Abd Al-Nasser. Sebbene siano ormai trascorsi più di 40 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1970, Nasser divide tutt’oggi gli studiosi sulla reale portata delle sue politiche non solo in terra egiziana, ma nell’intero mondo arabo. Se da una parte si sostiene che Nasser «ha segnato la storia dei popoli arabi, per i quali ha rappresentato la “loro ora più bella”» (Bagozzi, 2011: 6), dall’altra parte, non sono pochi coloro che ritengono il presidente egiziano come colui «che ha collezionato soltanto sconfitte nella propria vita» (Minganti, 1979:109).
Da tali premesse, un tentativo di comprensione dell’opera e delle politiche del presidente egiziano non può fare a meno di ripercorrere i tratti biografici più salienti e i temi principali delle ideologie da lui abbracciate, in modo da sfuggire, per quanto possibile, a quel desiderio di incasellare e classificare l’intera politica di Nasser come quella, a seconda dei diversi punti di vista, di un «demagogo … bolscevico … militarista … anarchico … fascista …» (Daumal e Leroy, 1970: 9), mostrando invece, oggettivamente, l’evoluzione delle idee e dell’agire nasseriano.
La rivoluzione e l’avanguardia: il lungo cammino di Nasser
Gamal Abd Al-Nasser nasce il 15 gennaio 1918 ad Alessandria d’Egitto; la sua famiglia è originaria di Beni-Morr, un piccolo paese non lontano da Assiout, da dove suo padre si spostò trasferendosi ad Alessandria per lavorare lì come funzionario delle poste. Durante la sua infanzia, Nasser cambia spesso città di residenza, fino a tornare nella sua città natale nel 1929, dove, giovanissimo, viene a contatto con le manifestazioni nazionaliste dell’estate 1930, duramente represse dalla monarchia egiziana. Il trasferimento al Cairo, nel 1933, vede il giovane Nasser ancora coinvolto nelle agitazioni studentesche e sempre più convinto della necessità di affrontare l’imperialismo britannico in nome di una patria libera e indipendente; notevoli sono le parole cariche di speranza rivolte ad un compagno di scuola in una lettera: «Dove sono coloro che offrivano la loro vita per liberare il Paese?…Dov’è la dignità? Dov’è la giovinezza ardente? (…) Scuoteremo la nazione, risveglieremo le energie nascoste nel cuore degli uomini …» (Daumal e Leroy, 1970: 32).
Sono anni in cui l’ardore giovanile di Nasser trova terreno fertile nelle continue manifestazioni studentesche, a sostegno della Costituzione del 1923 e in totale contrasto con una monarchia sempre più collusa con gli inglesi. In queste manifestazioni, alcune sfociate anche in duri scontri con la polizia egiziana, Nasser prende inoltre consapevolezza della difficoltà di superare le ritrosie delle masse di fronte alle loro rivendicazioni: «Mi sono messo alla testa dei manifestanti nel collegio in cui studiavo allora, gridando a pieni polmoni: Viva la completa indipendenza! Ma le nostre grida si smorzarono nell’indifferenza generale» (Daumal e Leroy, 1970: 33).
La sua vocazione militare lo porta ad entrare nel 1937 nell’accademia per ufficiali, dove si mostrerà come un allievo dalle grandi doti. Durante il secondo conflitto mondiale, il sotto-luogotenente Nasser comincia la sua opera di costituzione di quella associazione segreta che prenderà il nome di Movimento degli Ufficiali Liberi: fedele agli ideali della sua gioventù, Nasser tenta di unire intorno a questo Movimento gli ufficiali egiziani pronti a lottare per l’indipendenza totale dall’Inghilterra, il cui protettorato, anche dopo gli accordi del 1936, è rimasto sempre forte e opprimente nella vita politica e sociale egiziana. Il Movimento riesce a convergere su un unico obiettivo: «l’indipendenza della dignità, che comporta tre punti: cacciare gli inglesi, riedificare l’esercito, formare un governo onesto e competente» (Daumal e Leroy, 1970: 37).
Un evento decisivo per Nasser e per tutte le popolazioni arabe avviene nel maggio 1948, quando, a seguito del ritiro delle truppe inglesi in Palestina, viene proclamato lo Stato di Israele, dando immediatamente inizio alla prima guerra arabo-israeliana, che si concluderà solo nel gennaio 1949, con la sconfitta delle forze arabe unitesi contro Israele. Tra le cause della sonora sconfitta araba può essere annoverata anche la disorganizzazione delle truppe mandate al fronte; è un momento particolarmente importante per Nasser: tra le trincee, riemerge tra gli ufficiali il desiderio mai sopito di salvare la Patria dal potere corrotto, legato indissolubilmente all’imperialismo. Seguendo le stesse parole di Nasser, «combattevamo in Palestina, ma i nostri pensieri ed i nostri sogni volavano verso l’Egitto. Puntavamo le armi verso il nemico, acquattato là di fronte a noi nelle trincee, ma nei nostri cuori grande era la nostalgia per la Patria lontana, lasciata in preda ai lupi voraci che tentavano di dilaniarla» (Nasser, 2011: 27).
1952, anno della rivoluzione
Di fronte a questa ennesima umiliazione, gli Ufficiali Liberi decidono di organizzare in maniera precisa e programmatica la rivoluzione che li porterà al potere. Nella notte tra il 22 e il 23 luglio 1952, gli Ufficiali Liberi occupano tutti i centri più importanti del Cairo, costringendo il re Farouk a dimettersi. Nasser è uno dei principali fautori di questa impresa, cosciente tuttavia di dover svolgere un ruolo di “avanguardia”, in un Paese dove le masse erano da tempo immemore indifferenti e scettiche di fronte ad ogni cambiamento.
Al potere sale una figura di conciliazione nazionale come Mohammed Neghib, colonnello dell’esercito molto apprezzato anche dai Fratelli Musulmani, dai nazionalisti del Wafd e dal piccolo partito comunista. Il nuovo presidente egiziano non ebbe tuttavia modo di arginare l’ala più dura del Movimento degli Ufficiali Liberi, capitanata da Nasser, che spingeva per un autoritarismo da imporre in nome della rivoluzione. Come ben descritto da Campanini,
«Anche se Neghib era Capo dello Stato, gli Ufficiali Liberi riconoscevano in Nasser la loro guida. I due uomini nutrivano una concezione politica opposta: mentre Neghib voleva che, portata a termine la rivoluzione, i militari tornassero nelle caserme e il governo passasse ai civili, Nasser era convinto che l’esercito fosse l’avanguardia cosciente delle masse egiziane e che dovesse assumersi le responsabilità del potere. Il contrasto, sotterraneo, divenne crisi aperta nel 1954» (Campanini, 2006: 125).
Lo stesso anno, Nasser diviene così Presidente egiziano esautorando la figura di Neghib, ma ciò portò inevitabilmente grandi malumori, specialmente tra i Fratelli Musulmani, che vedevano nel nuovo presidente una tendenza autoritaria decisamente pericolosa. Il culmine di questo scontro avrà luogo il 26 ottobre 1954 ad Alessandria, quando un membro dei Fratelli Musulmani spara sei colpi di pistola contro Nasser durante un suo comizio. Rimasto miracolosamente illeso, Nasser scatenerà l’esercito contro i Fratelli Musulmani, arrestandone migliaia e devastando le loro sedi. L’attentato può quindi definirsi come il punto di non-ritorno tra Nasser e l’associazione fondata da Hasan al-Banna.
Ormai leader indiscusso della politica egiziana, Nasser mostra grande abilità nella politica estera, destreggiandosi e sfruttando a suo favore lo scontro allora infuocato tra URSS e Stati Uniti d’America, proponendosi ad entrambe le parti come alleato in cambio di aiuti economici e militari a sostegno del suo Paese. Un’importante vetrina per Nasser sarà inoltre la conferenza dei Paesi non-allineati dell’aprile 1955, tenuta a Bandung, che si rivelerà un grande successo: Nasser si mostra carismatico, fermo nelle sue idee e pronto a sostenere l’idea di un “terzo blocco”, in posizione equidistante tra i contendenti della Guerra Fredda.
La politica estera nasseriana trova il suo corrispettivo in terra egiziana nel socialismo arabo, vera novità nello scenario mediorientale di metà Novecento, che vede in Nasser uno dei suoi principali fautori. Riforme agrarie, lotta all’analfabetismo, la nazionalizzazione del canale di Suez (che condurrà alla crisi del 1956) rappresentano i punti di forza dell’operare nasseriano. Al socialismo arabo (su cui si dovrà tornare) Nasser affianca un panarabismo che condurrà il presidente egiziano a tentare un progetto decisamente ambizioso: unire i diversi popoli arabi sotto la medesima bandiera. Sebbene Nasser si sia prodigato molto per tale obiettivo, non si può nascondere come ben deludente sia stato il risultato: la RAU (Repubblica Araba Unita), fusione di Egitto e Siria, durerà solamente dal 1958 al 1961. Fu questo un grave colpo per le speranze di Nasser, che accantonerà così in maniera definitiva il sogno panarabista.
Gli ultimi anni di Nasser sono decisamente complessi: sul fronte interno, i Fratelli Musulmani, ricostituitesi clandestinamente, vengono duramente repressi nel 1966, portando addirittura all’impiccagione di Sayyid Qutb, ideologo di punta dei Fratelli Musulmani. Ma ciò che probabilmente segna la fine del nasserismo è la pesante sconfitta subìta per mano di Israele nella Guerra dei Sei giorni. Nasser si assume le responsabilità del crollo delle difese egiziane e rassegna le sue dimissioni, respinte tuttavia a furor di popolo che, in un pellegrinaggio spontaneo, converge nelle strade del Cairo a sostegno del suo presidente. Commosso da tanta devozione, il presidente egiziano riprende il potere, tentando nuovamente di proporsi come attore politico di primo piano attraverso politiche distensive verso gli altri Stati arabi. Tali sforzi provano tuttavia gravemente la salute di Nasser, che morirà il 28 settembre del 1970. Una folla oceanica renderà il suo ultimo tributo a Nasser: sono infatti milioni gli egiziani che parteciperanno al suo funerale per le strade del Cairo.
Neghib e Nasser in uniforme militare
L’esercito come avanguardia delle masse
Un interessante approfondimento sulla figura di Nasser non può prescindere dalle sue personali considerazioni intorno al ruolo dell’esercito nella vita politica egiziana. La posizione nasseriana è chiaramente esposta nel testo Filosofia della Rivoluzione, scritto dallo stesso leader degli Ufficiali Liberi, dove vengono descritte le cause, gli obiettivi e le vie per proseguire al meglio la rivoluzione avvenuta nel 1952. Questo piccolo testo, pubblicato nel 1953, mostra nelle sue prime pagine lo sconforto di Nasser per non poter contare su un popolo coeso e unito contro la monarchia filo-imperialista del re Farouk. Andando più nello specifico, Nasser ammette che l’esercito avrebbe dovuto avere un ruolo di avanguardia nella rivoluzione del 1952, avanguardia che avrebbe permesso in seguito alle masse di convogliare tutta la loro forza a sostegno della rivoluzione. Come si evince dalle deluse parole di Nasser, le masse non ebbero invece un ruolo ben definito nella rivoluzione, preferendo l’indifferenza di fronte ad un evento storico di importanza decisiva per la storia egiziana:
«Immaginavo, prima del 23 luglio, che tutta la nazione fosse preparata, stesse sul chi vive in attesa degli elementi di avanguardia, per scagliarsi compatta ed ordinata verso l’obiettivo finale. Credevo che il nostro compito si limitasse a quello dei commandos, che la nostra azione non avrebbe preceduto che di qualche ora l’assalto della nazione intera contro l’obiettivo (…). Ma la realtà fu diversa (…) Allora mi resi conto che la missione degli elementi di avanguardia non era terminata, ma anzi cominciava da quel momento» (Nasser, 2011: 31-32).
L’esercito assume dunque un ruolo di avanguardia che non si esaurisce con la cacciata del re Farouk, ponendosi invece l’obiettivo di condurre le masse, l’intera società egiziana, ad uscire da uno stato di commiserazione e impotenza, dovuto alle angherie che nei secoli si sono abbattute contro la parte più debole della popolazione, mostrando loro la strada corretta per lo sviluppo della nazione. Risulta ancora una volta illuminante leggere le stesse parole di Nasser: «E, dunque, qual è il cammino da seguire? Quale il nostro compito? La via da scegliere è l’indipendenza economica e politica. Il compito affidatoci né più né meno che quello di sentinella per un tempo limitato (…) La nostra azione si limiterà (…) a tracciare il cammino» (Nasser, 2011: 45).
L’allontanamento nel 1954 di Neghib dal comando del Paese e lo scioglimento di tutti i partiti mostrerà invece come tali affermazioni rimasero valide solo a livello teorico. Ciò che invece rimarrà valido a lungo nel pensiero nasseriano sarà la riflessione intorno al nazionalismo arabo e sul ruolo dell’Egitto nella seconda parte del Novecento, tematica con cui termina la terza ed ultima parte della Filosofia della Rivoluzione.
Nasser e Gheddafi, 1960
Un nazionalismo “in cerca d’autore”: origine e temi del panarabismo
Singolare appare nell’ultima parte del testo nasseriano il riferimento alla commedia di Pirandello Sei Personaggi in cerca d’autore:
«Non so perché, ma arrivando a questo punto delle mie meditazioni, mi viene in mente una Commedia del grande scrittore italiano Luigi Pirandello: Sei Personaggi in cerca d’autore. Indubbiamente il palcoscenico della storia è pieno di atti intrepidi di cui si sono resi autori molti eroi, come pure è ricco di sublimi gesta che non hanno trovato gli eroi capaci di adempierle; io credo appunto che nella zona in cui viviamo ci sia un’importante missione “in cerca” di un personaggio che possa eseguirla: essa, esausta dalla lunga ricerca attraverso i vasti territori a noi contigui, ha fatto sosta alle frontiere del nostro Paese per invitarci all’azione, ad assumere “la parte”, a portarne il vessillo. Nessun altro avrebbe potuto farlo» (Nasser, 2011; 50-51).
La “parte” è evidentemente quella presa di coscienza di una missione, di un compito che travalica i confini egiziani. Di qui la consapevolezza di vivere in un Paese importante nello scacchiere internazionale, e che ogni isolazionismo risulterebbe non solo antistorico, ma impossibile da attuare per la stessa posizione geografia del territorio egiziano.
Ciò che vale la pena approfondire è dunque la convinzione di Nasser che il nazionalismo egiziano debba lasciare spazio ad un panarabismo che rispecchi il nuovo ruolo dell’Egitto nel quadro geopolitico contemporaneo. Il nazionalismo egiziano si era infatti sviluppato nel contesto delle lotte per l’indipendenza dall’imperialismo britannico, avendo principalmente come obiettivo lo stravolgimento del potere monarchico colluso con l’elemento occidentale. Raggiunto l’obiettivo con la rivoluzione del 1952, si trattava adesso di condurre l’Egitto ad essere riconosciuto come Paese dominante nel panorama arabo, sia in modo da prevalere sugli stessi Stati arabi, sia per poter avere in ambito internazionale una forza che si ponesse in contrasto con i due blocchi della Guerra Fredda.
Relativamente agli elementi principali del nazionalismo arabo, occorre evidenziare il peso delle rivendicazioni arabe successive alla proclamazione dello Stato di Israele del 1948, che destano nei diversi Paesi arabi sentimenti di comunione, di fratellanza che il presidente egiziano farà propri in molti dei suoi discorsi. Oltre a questo elemento etnico, che lega i territori del Nord-Africa e del Medio Oriente, un altro fattore importante del panarabismo risulta essere l’elemento religioso. Nasser ritiene difatti l’Islam fondamentale fattore di forza all’interno del nazionalismo arabo: «quando (…) la mia mente va a queste centinaia di milioni uniti dai vincoli di un’unica fede, mi convinco ancor più delle immense possibilità che nascerebbero dalla collaborazione di tutti i Musulmani» (Nasser, 2011: 61).
Nasser vede dunque nell’Egitto del Novecento il soggetto designato per portare l’ideologia del nazionalismo arabo ad essere riconosciuta dagli altri Paesi, in nome sia di una comune “coscienza” araba, sia per l’importanza della religione islamica come elemento aggregante e universale. Solo attraverso queste considerazioni può essere inteso gran parte dell’agire nasseriano, mai domo nel cercare e proporre diverse soluzioni di collaborazione e di unità tra i diversi Stati arabi; sebbene tali sforzi abbiano prodotto come massimo risultato la breve ed infelice esperienza della Repubblica Araba Unita (1958-1961), Nasser può essere considerato a buona ragione il più notevole esponente del nazionalismo arabo, «un patriota arabo tra milioni di patrioti arabi» (Daumal e Leroy, 1970: 173).
Copertina Time, marzo 1963
Il socialismo arabo: l’Egitto come laboratorio politico
Un ulteriore elemento da approfondire per comprendere la politica nasseriana è rappresentato dal socialismo arabo, che costituirà un momento fortemente innovativo nella storia egiziana, ben presto imitato anche da altri Capi di Stato arabi. A livello sociale, il socialismo arabo si è concretizzato in Egitto attraverso diverse misure tese a dare una forte scossa all’economia locale: esempi di queste misure possono essere i piani quinquennali pensati per lo sviluppo energetico-economico, le riforme agrarie del 1952, le nazionalizzazioni del 1961 e il controllo statale delle industrie produttive e delle banche del Paese. Lo Stato si assume quindi la piena responsabilità dei problemi principali di un Paese ancora poco sviluppato come quello egiziano, tentando, con ampie nazionalizzazioni e con un intervento a tutto campo nell’economi, di migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini, puntando così al superamento della divisioni in classi della società, piaga ormai secolare dell’Egitto.
Sebbene molti studiosi siano concordi nel definire il socialismo nasseriano molto pragmatico, un’ideologia delineata lungo il corso degli eventi, è possibile comunque fissarne analiticamente le principali istanze: «[1] il sentimento della collettività come di un organismo stabile e onnicomprensivo (…) [2] la centralità dell’esperienza religiosa (…) [3] l’importanza essenziale che il possesso della terra ha avuto per confermare un’autorità, e quindi per la gestione del potere» (Campanini, 1987: 42).
Il sentimento della collettività veniva letto da Nasser sotto la lente del panarabismo, ideologia che avrebbe permesso alle popolazioni arabe di unirsi nello scontro con il colonialismo occidentale. L’Egitto avrebbe dovuto assumere un ruolo guida nel portare le masse ad abbracciare le idee del panarabismo, e in effetti, come si è avuto modo di osservare, il leader degli Ufficiali Liberi si è particolarmente speso per tale causa. Ulteriore punto interessante risulta essere il terzo, in quanto esso richiama quell’esigenza di giustizia sociale che fu il grido rivoluzionario non solo dell’esercito, ma anche dei Fratelli Musulmani e, in generale, delle opposizioni al protettorato britannico: «La rivoluzione è stata fatta affinché la terra egiziana venga distribuita agli egiziani. L’Egitto per noi e noi per l’Egitto» (Campanini, 1987: 53).
L’elemento religioso si configura invece come una delle chiavi di volta per comprendere la distanza tra il socialismo europeo e quello nasseriano. Il marxismo, nella sua impostazione teorica, poggia infatti sulle basi del materialismo storico, ideologia che invece è rigettata da Nasser e dagli altri esponenti del socialismo arabo. La religione assume un ruolo centrale nel socialismo arabo, rappresentandone la base etica; tale concetto è bene espresso in un discorso del presidenze egiziano del 1966: «Il nostro problema è un’ingiusta redistribuzione (dei redditi) tra le classi. Dobbiamo far sì che il reddito nazionale venga suddiviso tra tutto il popolo. In questo modo avremo applicato i principi dell’Islam» (Campanini, 1987: 61).
Dalla base religiosa del socialismo arabo scaturiscono interessanti corollari, quali ad esempio l’attenzione verso l’individuo, la persona, che non deve risultare annullato nella collettività, e il rispetto della proprietà privata. Sono questi temi che lo stesso Nasser sottolinea nel rimarcare la distanza tra il comunismo e la sua politica sociale ed economica:
«I comunisti grazie al loro comunismo sono diventati delle macchine nell’apparecchio della produzione collettiva, mentre prima erano uomini dotati di una propria volontà! Hanno rinnegato la religione (…) hanno rinnegato la persona umana (…). La sola realtà è lo Stato; hanno rinnegato la libertà perché la libertà è una manifestazione della fiducia della persona umana nelle sue possibilità (…). Noi Egiziani … Noi Arabi … Noi musulmani e cristiani di questa parte del mondo … Noi abbiamo fede in Dio, nei suoi angeli, nei suoi libri, nei suoi profeti e nella risurrezione …(…). Quel che ci separa dal comunismo sia nella teoria del governo che nelle regole di vita, è che il comunismo è una religione … e noi abbiamo già la nostra religione. Non lasceremo mai la nostra religione per il comunismo» (Daumal e Leroy, 1970: 164-165).
Riepilogando: il materialismo storico, la lotta tra le classi come motore della storia, la collettivizzazione della proprietà privata sono elementi estranei al socialismo arabo, che invece poggia sui princìpi dell’Islam, ritenuti validi e fondamentali per la costituzione di una società progredita. È l’elemento religioso la vera molla della lotta per la giustizia sociale e distributiva.
Folla ai funerali di Nasser (ph. Eddie Adams)
La crisi del nasserismo e il riemergere dei movimenti islamisti
I provvedimenti in campo sociale, le nazionalizzazioni attuate dal presidente egiziano riuscirono solo in parte nel loro intento di migliorare la situazione economico-sociale egiziana: i piani quinquennali non ebbero grandi risultati e la corruzione a livello burocratico raggiunse livelli più che allarmanti. La seconda durissima repressione dei Fratelli Musulmani tra il 1965 e il 1966 intaccò inoltre fortemente la figura di Nasser, ormai consapevole delle difficoltà di unire un intero popolo a sostegno dell’ormai datata rivoluzione del 1952. Ma il colpo più duro per il leader degli Ufficiali Liberi sarà la sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni (5-10 giugno 1967), dove le armate egiziane mostrarono un’imbarazzante disorganizzazione, non riuscendo ad arginare gli attacchi di Israele che, in pochi giorni, sbaragliò la coalizione formata dai diversi Paesi arabi. Crollò così drasticamente la popolarità di Nasser, provocando inoltre una grave crisi all’interno dell’intellettualità arabo-islamica: le ragioni della sconfitta vennero infatti additate nell’abbandono dei precetti islamici in nome del nazionalismo e del socialismo, concetti allogeni rispetto alla cultura e al mondo arabo. Si spalancheranno così le porte a quelle rivendicazioni islamiste che, rifiutando in toto la modernità di stampo occidentale, cercheranno nuovamente nella religione islamica le fondamenta per una ricostruzione della società, rivendicazioni che, nei casi più drammatici, sfoceranno nel terrorismo e nella lotta armata contro il potere costituito.
Dialoghi Mediterranei, n.25, maggio 2017
Riferimenti bibliografici
Bagozzi M., La Rivoluzione panaraba di Gamal Abd al-Nasser, in Nasser, Filosofia della rivoluzione, All’insegna del Veltro, Parma, 2011
Campanini M., Socialismo arabo. La teoria del socialismo in Egitto, Centro Culturale Al Farabi, Palermo, 1987
Campanini M., Storia del Medio Oriente, Il Mulino, Bologna, 2006
Daumal J. e Leroy M., Nasser. La vita, il pensiero, i testi esemplari, Accademia-Sansoni, Milano, 1981
Minganti P., L’Egitto Moderno, Sansoni, Firenze, 1959
Minganti P., Vicino Oriente, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1979
Nasser G., Filosofia della rivoluzione, All’insegna del Veltro, Parma, 2011
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Roberto Cascio, ha conseguito la laurea Magistrale in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Palermo, con una tesi dal titolo “Le Pietre Miliari di Sayyid Qutb. L’Islam tra fondamento e fondamentalismo”. Ha collaborato con la rivista Mediterranean Society Sights e il suo campo di ricerca è l’Islamismo radicale nei Paesi arabi, con particolare riferimento all’Egitto.
Preso da: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/gamal-abd-al-nasser-dalla-rivoluzione-egiziana-al-sogno-infranto-del-panarabismo/
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