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Amore in lontananza: La poesia dell'anima nelle parole di Antonia Pozzi. Recensione di Alessandria today
Un viaggio poetico tra nostalgia, paesaggi e desiderio
Un viaggio poetico tra nostalgia, paesaggi e desiderio Antonia Pozzi e la forza evocativa di “Amore in lontananza” La poesia “Amore in lontananza” di Antonia Pozzi ci conduce in un delicato paesaggio interiore, dove i ricordi dell’infanzia si intrecciano con il desiderio di scoprire nuovi orizzonti. Attraverso i suoi versi, l’autrice rivela la sua profonda connessione con la natura e la…
#Alessandria today#Amore#amore in lontananza#analisi poetica#Antonia Pozzi#bellezza nella semplicità#colline#connessione con la natura#Desiderio#desiderio di libertà#Emozioni poetiche#Google News#immaginazione#Infanzia#introspezione#introspezione esistenziale#Introspezione poetica#italianewsmedia.com#letteratura italiana#Mare#mare e orizzonti#mare simbolico#natura e poesia#nostalgia#Paesaggi#paesaggi dell’anima#Pier Carlo Lava#Poesia#Poesia del Novecento#poesia evocativa
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Comunque bonus per il bingo se il matrimonio viene fatto al castello delle cerimonie
AHAHAHAHAHA
#secondo me sarà un matrimonio super simbolico tipo con le graffette o gli anelli di totani fritti al posto delle fede#*fedi#sì sto pensando a naditza e filippo macheilprossimosoniiononhomancolabarba ferrari#mare fuotag
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Un altro esempio di giornalismo spazzatura.
Un articolo redatto da ignoranti “ECO-ideologizzati” allo scopo di titillare “l’hindinniazzioneh” di “animalati e Gretini vari”.
Già nel titolo usando il termine “raro”si diffonde la fake news metropolitana che gli orsi bianchi siano in estinzione.
Fregnacce!
Negli anni ‘70, la popolazione di orsi polari era pari a circa 5.000 - 10.000 individui.
Attualmente le stime vanno dai 22.000 ai 31.000 orsi polari a livello globale.
Inoltre l’abbattimento dell’orso vien fatto passare come un atto di pura crudeltà umana.
Altra bufala! Casomai è esattamente il contrario!
In merito, vi invito a leggere perché le autorità islandesi sono giunte a tale decisione.
Altrimenti continuate a fidarvi dei “professionisti dell’informazione”!
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Dalla pagina FB "Un Italiano In Islanda":
Le polemiche riguardo all’abbattimento dell’orso polare arrivato in Islanda l’altro giorno e abbattuto dopo essere stato visto da una signora di 83 anni nel suo giardino in un luogo isolato, sono state forti anche qui. È comprensibile che la morte di un animale così fortemente simbolico susciti indignazione, ed è sicuramente un grande peccato. Tuttavia, le autorità islandesi, come di consueto, hanno spiegato molto chiaramente le ragioni dietro alla scelta. Le riassumo qui sperando di placare le polemiche:
— Premessa: gli orsi arrivano molto raramente su pezzi di ghiaccio staccatisi dalla banchisa e trasportati dalla corrente. I più annegano in mare, ma se il ghiaccio è abbastanza grande e non si scioglie in mezzo al mare approdano in Islanda. L’ultimo era stato nel 2016, prima ce ne erano stati uno nel 2010 e due nel 2008, si tratta dunque di eventi rarissimi.
1) l’orso polare non può sopravvivere in Islanda: ha bisogno di ghiaccio sul mare per cacciare foche mimetizzandosi. Le coste islandesi sono scure. Non è dunque possibile sostenere orsi liberi in Islanda. Non riuscirebbero a cacciare, senza contare che non ci sono tratti di costa disabitati abbastanza grandi da poterne ospitare alcuni senza rischi per la popolazione autoctona.
2) gli esemplari che arrivano in Islanda sono smagriti e stremati. Oltre a renderli ancor più pericolosi, ciò fa sì che le chance di sopravvivenza ad un anestetico siano basse. Anestetizzare un animale debilitato significa spesso ucciderlo.
3) A volte lo stress e l’adrenalina rendono l’anestetico inefficace. Per spararlo bisogna essere ad al massimo 30m. Se l’anestetico non funziona e l’orso carica, va abbattuto comunque.
4) Nel 2008, si provò ad anestetizzarne uno, perché un ente privato si era offerto per coprire i costi di trasporto, ma quello scappò verso il mare. Perderlo di vista significava rischiare che sbucasse in zone popolate, uccidendo qualcuno, per cui lo si è dovuto abbattere.
5) L’orso non può comunque essere addormentato e portato subito da qualche parte per poi mollarlo, come si immaginano alcuni. Deve stare per lungo tempo a riprendersi in una struttura apposita. Nessuna struttura di questo tipo esiste in Islanda, e costruirne una per un orso ogni 10 anni non è realistico in un paese grande un terzo dell’Italia ma con sole 380.000 anime a gestirlo. Una volta acclimatato in una struttura, potrebbe non essere più possibile liberarlo senza che muoia perché non più in grado di sopravvivere da solo, se non cercando la presenza umana, il che porta al punto…
6) una volta rimasto a contatto con le persone, l’orso diventa ancor più pericoloso perché si abitua a loro. Significa che riportarlo in Groenlandia implica il piantare ai groenlandesi una predatore apicale che non ha più alcun problema ad avvicinarsi all’uomo. Per questo i groenlandesi non rivogliono orsi indietro. Il veterinario groenlandese contattato immediatamente dalla autorità islandesi aveva immediatamente posto il rifiuto all’ipotesi di rimpatrio “Se mollate quell’orso in Groenlandia andrà dritto a cercare qualche abitato umano”.
7) l’orso polare non è come gli orsetti marsicani. È importante capire questo: È una macchina omicida. La convivenza con l’uomo è assolutamente preclusa dal fatto che per esso gli uomini sono prede. Non attacca solo per difendere cuccioli o territorio. Attacca per uccidere e mangiare. Non sono animali pacifici che vivono nei loro territori e attaccano solo se disturbati.
8)gli orsi polari portano malattie pericolose per l’uomo.
9) Riportare un esemplare in Groenlandia significherebbe sottoporlo ad uno stress tale per cui rischierebbe comunque di morire. Non sarebbe un viaggio come quelli fatti per spostare fauna africana. Senza contare che in Africa le operazioni di spostamento sono routine, e sono compiute con mesi di preparazione e su esemplari ben conosciuti.
10) Ammesso poi che si optasse per un rimpatrio e che qualche paese lo accettasse, non è che puoi portarlo in un posto a caso dell’artico e lasciarlo. Se l’habitat è ideale, ci saranno già altri orsi, orsi che lo riconoscerebbero come estraneo e che lo ucciderebbero. Oppure potrebbe essere lui ad uccidere orsi nel luogo dove viene lasciato.
11) la popolazione di orsi polari per ora ha buoni numeri (20-30.000 secondo le stime IUCN), e un esemplare abbattuto ogni dieci anni non rischia di comprometterla (sono molti di più quelli che muoiono in mare prima di riuscire ad arrivare in Islanda). La specie sembra anzi in aumento in alcune zone. Il pericolo che la minaccia è il riscaldamento e la perdita di ghiaccio marino, molto più della caccia, che è portata avanti dagli inuit dell’artico secondo un rigido sistema di quote. Non significa che dobbiamo infischiarcene, ma che non ha senso usare l’argomento del “è in via d’estinzione” per criticare la decisione dell’abbattimento.
Nonostante resti il dispiacere per un animale iconico, spero che, dopo queste spiegazioni, cessino le polemiche in merito e si capisca meglio il perché di questa scelta. Non sono solo ragioni di ordine economico, come spero sia chiaro, ma anche sanitario, sociale e ambientalistico, oltre che di buon senso. Questa non è una guerra tra gente che ha a cuore gli animali e gente che li vuole vedere morti. Non dovrebbe esserlo. Si può tranquillamente tenere al benessere animale e accettare che, talvolta, è la soluzione più di buon senso che se ne abbatta uno, senza che ciò significhi sdoganare l’uccisione indiscriminata di qualsiasi animale. La realtà è complessa, cerchiamo di pensare in modo complesso e non scadere sempre nelle letture in bianco e nero.
#orso polare#islanda#Groenlandia#innuit#ghiaccio polare#fregnacce di Repubblica#animalisti ottusi#WWF#animalari salottieri
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Sto leggendo i racconti di Feria d'agosto: per evitare di dimenticarli una volta letti, ne sto facendo degli stringati riassunti man mano che li vado leggendo. Se mi avessero assegnato questo compito quando andavo a scuola, lo avrei svolto con insofferenza. Adesso, invece, lo faccio con l'entusiasmo con cui si notano i segni particolari di una persona interessante, quelli che sembra ce ne facciano innamorare. Eccoli:
LA SERPE
Magia simbolico-ancestrale della parola.
FINE D'AGOSTO
La donna, volenterosa ma insufficiente oggettivazione dell'inesplicabile mondo che l'uomo si porta dentro.
VECCHIO MESTIERE
Nostalgia per la vita semplice, più naturalmente disciplinata e costruttiva, di una volta, desiderio che la vita scorra su binari predestinati di dovere, per aver diritto al piacere dell'entusiasmo per la vita stessa.
L'EREMITA
Un vedovo con un figlio preadolescente: quest'ultimo resta affascinato da un vagabondo e ne fa un momentaneo sostituto della figura paterna.
LA GIACCHETTA DI CUOIO
Un ragazzo vuole imparare il mestiere e la vita da un maturo barcaiolo, il quale però soffre per una donna che lo tradisce e si rovina definitivamente strozzandola e gettandola nel Po. Fine di un modello di vita. Anche i migliori si rovinano per le donne.
PRIMO AMORE
Un ragazzino fa a botte per difendere l'onore della sorella di un suo amico, che però amoreggia con uno molto più adulto di lui. Il primo amore, mai espresso nemmeno a sé stesso, gli fa venire il desiderio di mostrarsi coraggioso e adulto.
IL MARE
Il viaggio di un ragazzo, abitante di collina, verso il mare che non ha mai visto; ma non lo vedrà, perché dopo due giorni di vita selvaggia sulla strada, incontra un amico più grande con il quale gli sembra naturale riavviarsi verso casa, dove lo aspettano.
IL PRATO DEI MORTI
In uno spiazzo fuori mano, vengono le persone a due a due: un assassino e la vittima. Parlano stancamente, come compiendo un rito; poi, avviene il delitto, come un evento in fondo risaputo. Il cadavere rimane solo sotto la luna. Ma una notte i morti sono due, vittime di due delitti: e allora, finché c'è la luce della luna, parlano tra loro, dicendo ciò che direbbero se fossero vivi. Racconto sospeso, surreale, magico pur nell'efferarezza dei gesti narrati.
SOGNI AL CAMPO
Descrizione dello stato d'animo di detenuti in un campo di lavoro, la cui vita vera si concentra nei sogni della notte, fino a mantenerli anche di giorno in uno stato di irrealtà. Un pezzo di bravura dove si cerca di esprimere sensazioni psico-fisiche familiari, ma intraducibili, come spesso accade in Pavese, con accostamenti e metafore letterariamente eleganti. Nulla dell'orrore è narrato, ma solo suggerito dallo stato di straniamento in cui vivono i prigionieri.
UNA CERTEZZA
Confessione virtuosistica dell'angolo (dell'abisso, dell'infinito) che Pavese ha dentro di sé, sicuro e assoluto, più importante di tutti gli avvenimenti che decide di vivere. Dice che è il sé stesso ragazzo, con cui andava d'accordo: è l'armonia dell'essere, l'integrazione delle sue varie componenti, che risulta invece frantumata nella vita successiva.
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Ingioiellare
Questa foto non è la dimostrazione di un vandalismo (benchè in parte lo sia). Proviene da uno dei salon privè di uno dei ristorante più famosi di Parigi, Lapérouse, 51 di Quai des Grands Augustins, aperto addirittura nel 1756. Divenuto famoso nell’800 quando in cucina c’era un certo Escoffier, era il ritrovo di aristocratici, artisti, avventurieri. E delle donne più famose della città. Lì si scambiavano anche preziosi gioielli gli amanti, e le dame erano solite “verificare” la natura delle gemme graffiando i vetri, che altro non sono che prove di “autentico amore”.
Questo è uno dei gustosi aneddoti di un libro fenomenale, scritto da una grande etnologa americana, Wendy Doniger
In questo saggio, in cui sin dalle prime pagine ho avvertito il piacere dell’autrice nello scriverlo, Doniger traccia un percorso di studio mitologico riguardanti il triangolo simbolico tra uomo, donna e anello. Non si tratta qui, come nota l’autrice, di anelli scambiati tra pari (come simbolicamente, ma non politicamente, si fa nel matrimonio) o in un gruppo per il potere (come può essere la contesa dell’anello nella saga de Il Signore Degli Anelli di Tolkien), ma di storie\mito dove l’anello svolge alcune funzioni principali. In quelle più antiche, è simbolo di riconoscimento, e serve come chiave di svolta in una situazione di dubbio: un figlio o una figlia di nobili natali abbandonati per i più vari motivi, vengono riconosciuti tali perchè avevano nella culla l’anello con il sigillo del padre, dando così all’anello funzione di riconoscimento di identità; altro filone ricchissimo è quello dell’anello ritrovato in un pesce, dopo essere stato perso, sia in circostanze fortuite sia in circostanze volute, che in questo caso indica la volontà del destino di segnare il suo possessore: si pensi al mito di Policrate, ricchissimo, a cui fu chiesto da Amasis, faraone d'Egitto, di rinunciare a qualcosa di veramente prezioso. Policrate decise di gettare in mare un preziosissimo anello a cui era molto affezionato. Tempo dopo, un pescatore pescò un pesce di dimensioni notevoli e decise di farne dono a Policrate, ma, mentre i cuochi lo cucinavano, ritrovarono nella sua pancia l'anello che aveva gettato in mare. Quando Amasis seppe che Policrate era riuscito a recuperare l'anello, capì che il tiranno era un uomo troppo fortunato e che prima o poi sarebbe stato colpito da una grave disgrazia. Non volendo essere travolto anch'egli dalla rovina di Policrate, decise di rompere l'alleanza. Tempo dopo, i timori di Amasis si avverarono. Nel 522 a.C., il satrapo persiano Orete attirò con l'inganno Policrate presso di sé e lo fece giustiziare mediante crocifissione. Da allora e per oltre un secolo i Persiani mantennero il controllo di Samo; il terzo tipo di anello è quello magico che strega la memoria e l’oblio, centrale per esempio nelle saghe norrere di Sigfrido, Gunther e Brunilde.
Un anello ha di per sè significati simbolici potentissimi: la sua forma, il gesto di essere indossato tramite il passaggio al suo interno, il cerchio come simbolo magico dell’infinito. Ma ovviamente c’è la sua simbologia di oggetto femminile per cui la Doniger individua degli idealtipi in cui rispetto all’anello è:
1. dono di un favore sessuale, cioè che la donna riceva il gioiello dagli uomini con cui va a letto, tema centrale di decine di romanzi dell’ottocento e ancora presente in certe visioni culturali contemporanee;
2. l’uso astuto del gioiello, cioè le donne usano il gioiello per conquistare (o riconquistare) mentre spesso gli uomini lo usano per svincolare le proprie promesse;
3. l’anello del riconoscimento identitario come strumento principe per un padre rispetto al proprio figlio;
4. il ruolo di equilibratore del mito e del gioiello, e della sua valenza per l’amore sessuale, sia in termini di durata della relazione sia della sua potenza;
5. l’anello e le sue storie come indirizzatore, seguendo Claude Levi-Strauss, tra i principi logici della ragione, cioè la dura realtà, che viene sopraffatta nel mito dalla razionalità, cioè il potere intrinsecamente “attendibile” del mito che serve in questo anche come regolatore della comunità;
6. Lo studio delle varianti, secondo il metodo Stith Thompson di classificazione (per cui sono identificati in un un catalogo numerato dei "motivi" ricorrenti nelle fiabe, per cui tutte le successive varianti o aggiunte possono essere descritta dalla somma di ogni motivo), ci fornisce “una massa cumulativa di dettagli psicologici diversi che, nel loro complesso, ci indirizzano verso i significati più profondi del mito, E il confronto di varianti precedenti e successive ci consente di cogliere i miti in formazione, un processo che possiamo ritrovare anche in esempi contemporanei” (pag. 22).
Lo studio, vertiginoso, parte dai più antichi testi indiani e arriva fino a Sex & The City, in un percorso che chiaramente fa capire come le esigenze posteriori, sebbene decisive, alla fine non riescano ad intaccare più di tanto dei meccanismi culturali che cambiano vestito, ma sono ancora presenti da noi. A questo proposito, è illuminante la vicenda di come la più grande compagnia di commercio dei diamanti abbia creato, dal nulla, la tradizione dell’anello di fidanzamento (operazione che nel mondo occidentale riguarda l’80% delle coppie che arrivano al matrimonio, di qualunque rito si tratti) facendo in modo che sembri un rito senza tempo.
Ellizabeth Taylor aveva una grande passione dei gioielli, tanto che la sua collezione, andata all’asta dopo la sua morte in beneficenza, fruttò la cifra incredibile di 100 milioni di dollari. Tra i suoi gioielli preferiti, c’era questo anello
un diamante di 33 carati, taglio Asscher, che Richard Burton, uno dei suoi 6 mariti (il suo amore più travolgente, e che sposerà due volte) le comprò nel 1968 per 305 mila dollari, cifra folle all’epoca. il diamante apparteneva a Vera Krupp, seconda moglie del famoso industriale tedesco Alfried Krupp, famiglia le cui acciaierie erano uno dei vanti della Germania di Hitler. Sposatisi nel 1956, la loro unione sfociò qualche anno dopo in un divorzio molto chiacchierato, in seguito al quale la donna si trasferì in America in un ranch di 500 acri poco distante da Las Vegas: nel 1959 l’anello fu rubato durante una rapina e i diamanti smontati furono ritrovati dall’FBI in differenti parti degli Stati Uniti sei settimane dopo. Il più grande fu comprato dal noto gioiellerie Harry Winston, che lo propose ai suoi migliori clienti, tra cui Burton che sempre per la Taylor comprò da lui la leggendaria collana con un diamante da 66 carati (venduta dopo il loro secondo divorzio da Liz all’asta, con il ricavato usato per costruire un ospedale in Africa). Ma da questo anello la Taylor non volle mai separarsi, e si dice malevolmente che se lo volesse portare per sempre con sé anche da morta, per questo principio morale: ”Mi piaceva l’idea che un simbolo legato la nazismo stesse così bene al dito di una ragazza ebrea”.
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Il peggior complimento che ho ricevuto nella mia vita è stato sicuramente "Trasmetti tristezza". Era una mia insegnante di teatro, che cercavo di convincere a preparare una commedia invece del solito drammone simbolico di cui manco io capivo il significato. Mi disse che secondo lei non avevo la faccia giusta per far sentire a proprio agio la gente, che c'era qualcosa di me di tragico, coi miei occhi sempre lucidi. E che questa era la mia arma, il mio talento, la mia strada. Trasmettere tristezza. Credo di aver iniziato allora a scrivere cose divertenti, per ritagliarmi un ruolo comico, per trovare il modo di far ridere la gente nonostante il mio volto serio. Volevo dimostrare che i miei occhi sono lucidi, vero, ma solo perché bagnati da un mare di cazzate. Alla fine ho fatto peggio, perché quando qualcuno mi conosce pensa di incontrare Arlecchino e poi si ritrova davanti Pierrot. E credo che in effetti trasmetta tristezza. Aveva ragione la mia insegnante, non si sfugge al proprio destino. Non sono mai come ci si aspetta. E questa è diventata la mia arma, il mio talento, la mia strada.
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Giovedì 10 ottobre 2024, nell'ambito della mostra personale di Giorgio Piccaia dal titolo NATURA EST / FIBONACCI TOUR (01.10 - 31.10.2024), organizzata a Milano (Centro Internazionale Brera) da Deart/NF3 Studio Srl, con la curatela artistica di Massimo Borgato e quella organizzativa di Giovanna Repossi, è avvenuta con grande successo la conversazione dell'artista con il critico d'arte Marco Eugenio Di Giandomenico.
Le opere di Piccaia sono state analizzate alla luce dell'eterno dibattito dei rapporti tra arte e scienza con un focus sulle espressioni creative dell'artista ispirate alla sequenza numerica aurea di Leonardo Fibonacci.
"Piccaia, come tanti grandi artisti della storia dell'arte di tutti i tempi - ha commentato il critico d'arte Marco Eugenio di Giandomenico - si ispira al rapporto aureo, che è stato il driver portante di produzioni artistiche epocali, dalle sculture di Fidia alla Gioconda di Leonardo da Vinci, dalle architetture del V sec. a. C. a quelle contemporanee. Piccaia, tuttavia, non utilizza la sequenza di Fibonacci in chiave compositiva, bensì ne estrapola i numeri che diventano simboli a se stanti in rapporto dialettico tra loro, laddove ognuno assume un proprio specifico valore simbolico in relazione agli altri e ... insieme agli altri. Le sue opere, che godono di cromatismi affascinanti in perfetta armonia con il viaggio simbolico suscitato nell'osservatore, nascono da un'analisi scientifica, naufragando, tuttavia, nel mare metafisico dei segni ancestrali dell'esistenza umana e della natura".
La mostra, che dura fino al 31 ottobre 2024, sta riscuotendo grande apprezzamento da parte del pubblico intervenuto.
#marcoeugeniodigiandomenico#contemporaryart#artecontemporanea#giorgiopiccaia#soloexhibition#mostra personale#centrointernazionalebrera#grandesuccesso#massimoborgato#marco eugenio di giandomenico#criticodarte#artcritic#fibonacci#rapportoaureo
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Pensieri e riflessioni sul mare
Pensieri e riflessioni sul mare Pensieri e riflessioni sul mare, idee e meditazioni varie di autori famosi sul mare, espressioni poetiche, letterarie e psicologiche sul significato simbolico, metaforico e naturale del mare e degli oceani. Il suono delle onde del mare è spesso considerato rilassante e rassicurante per molte persone, e ci sono varie spiegazioni sul perché questo accada. In primo luogo il suono delle onde potrebbe richiamare alla mente i primi rumori che abbiamo udito nel grembo materno, come il battito del cuore della madre e il flusso del sangue, entrambi filtrati attraverso il liquido amniotico. Questi suoni, essendo tra i primi che il nostro cervello apprende a riconoscere, potrebbero aver creato un'associazione con la sicurezza e la protezione del grembo materno. Un'altra spiegazione si basa sulla natura ritmica e prevedibile delle onde del mare, che può avere un effetto calmante sul nostro sistema nervoso. I suoni ripetitivi e prevedibili tendono a ridurre lo stress e a promuovere il rilassamento, perché non attivano la risposta di "lotta o fuga" che il nostro cervello potrebbe avere di fronte a suoni improvvisi o minacciosi. Infine, ci sono anche teorie evolutive che suggeriscono che l'attrazione per il suono dell'acqua potrebbe essere legata alla nostra storia evolutiva, dove l'acqua rappresentava una risorsa vitale e la vicinanza ad essa era essenziale per la sopravvivenza. Carl William Brown Cosa mi piace del mare? mi piace l’assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace. Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato. A un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita. George Byron Abbiamo salpato! Le trinche e le vele di gabbia sono spiegate; l’ancora incrostata di corallo penzola dalla prua: e insieme le tre vele di parrocchetto vengono mollate alla brezza, che si segue in alto mare come il latrato di un segugio. Le vele si gonfiano – in basso, in alto – tenute tese da ambo i lati, finché, come un falco ad ali spiegate, ombreggiamo le acque con le nostre vele, e rollando fendiamo i flutti. H. Melville Il mare è un elemento capitale per la conoscenza dei popoli. Modella i costumi, così come plasma le proprie coste. Tutti i popoli marinari hanno avuto nell'anima un capriccio, se non follia. André Suarès Il mare. Oh, quando uno è nato in riva al mare come me, come fa senza il mare? Quelli che son nati in riva al mare ci manca un lato. Hanno il didietro, i due difianchi e il davanti niente. Ti manca il davanti. E hai la testa aperta. Il mare. Paolo Cevoli
Pensieri e riflessioni sul mare Non si sa ancora se, supponendo che esso sia un animale, come ammettono taluni dotti, ciò avvenga per la respirazione del mondo che così attira l’acqua di tutti i punti e poi la rigetta; oppure se nel fondo dei mari vi siano alcune caverne, che assorbano e successivamente rigettano le acque; oppure, infine, se è la luna, che abbia influenza su movimenti così straordinari. Sta di fatto che queste maree variano con le ore nelle quali essa si leva o tramonta. Pomponio Mela Cosa mi piace del mare? mi piace l’assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace. Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato. A un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita. George Byron Il mondo non è che un grande circo, dove un'immensa marea di animali addomesticati recitano il loro triste ruolo, fenomeni da stupido baraccone, controllati e sfruttati dalle bestie più feroci, inconsapevoli domatrici, schiave a loro volta della grande imbecillità della vanità. Carl William Brown In effetti la credenza nella terra sferica era in circolazione da più di un secolo prima del famoso viaggio di Colombo. Per questo motivo gli uomini possono ben percepire che la terra e il mare hanno forma e forma rotonde, perché la porzione del firmamento che si mostra in un paese non si mostra in un altro paese. E gli uomini possono ben dimostrare con l'esperienza e l'esercizio sottile dell'ingegno che se un uomo dovesse trovare delle rotte via nave che andassero a esplorare il mondo, gli uomini potrebbero andare via nave in tutto il mondo, attorno e sotto di esso.... Sir John Mandeville L'interesse per la circumnavigazione globale è più antico del cristianesimo stesso. Infatti, se si deve dare credito alla seguente citazione, alcuni tentativi di circumnavigazione sono antecedenti alla nascita di Cristo: Per quanto riguarda il resto della distanza attorno alla terra abitata che non è stata visitata da noi fino ad oggi (per il fatto che i navigatori che navigavano in direzioni opposte non si sono mai incontrati), non è di grande estensione se calcoliamo dalle distanze parallele che sono state attraversate da noi... Per coloro che hanno intrapreso la circumnavigazione e sono tornati indietro senza aver raggiunto il loro scopo, dicono che sono stati costretti a tornare indietro non a causa di un continente che si trovava sul loro cammino e ostacolava il loro ulteriore avanzamento, poiché il mare continuava ancora ad essere aperto come prima, ma a causa della loro miseria e solitudine. Strabone Come possiamo agitarci e rimuginare sub specie aeternitatis - sotto lo sguardo calmo dell'antico Tao? Il sale del mare è nel nostro sangue; il calcio delle rocce è nelle nostre ossa; i geni di diecimila generazioni di progenitori coraggiosi sono nelle nostre cellule. Il sole splende e noi sorridiamo. I venti infuriano e noi ci pieghiamo davanti a loro. I fiori si aprono e noi esultiamo. La Terra è la nostra lunga casa. Stewart W. Holmes
Idee e riflessioni sul mare Improvvisamente da dietro il bordo della luna, in lunghi momenti al rallentatore di immensa maestosità, emerge un gioiello blu e bianco scintillante, una sfera celeste delicata e leggera, intrecciata con veli bianchi che si muovono lentamente, che si alza gradualmente come una piccola perla in un mare spesso di mistero nero. Ci vuole più di un momento per realizzare appieno che questa è la Terra... casa. Edgar Mitchell Guardiamo la nave in lontananza scivolare Fuori dalle acque riparate della baia Nelle braccia della vastità conquistata dell'oceano. Avvolti nell'infinità della marea La perdiamo e l'ultima debole linea di fumo grigia Si fonde nel tramonto e se ne va. Scomparso dalla vista e perduto sei tu in mare Inghiottito nell'immensità blu dell'oceano? Ah no. Sebbene senza tracce siano il profondo e l'ampio Il tuo pilota ti porterà trionfante Nel porto dall'altra parte. Edith E. McGee Le colline sono state alte per la salita dell'uomo, i boschi sono stati fitti per la sua ascia, le stelle sono state fitte per il suo conteggio, le sabbie sono state ampie per le sue tracce, il mare è stato profondo per le sue immersioni, i pali sono stati ampi per il suo dominio, ma coraggiosamente ha dimostrato nel suo impegno che dove c'è una volontà c'è una via. Eliza Cook Le società capitalistiche prima riducono in povertà una marea di persone e poi incaricano i sociologi ed i professori di statistica di fare delle ricerche sulla povertà ed è così che si scopre che i poveri in genere non hanno molti soldi, sono numerosi, sono di solito poco istruiti, anche se non sempre, provengono in genere dalle zone povere del territorio e così via dicendo, spendono poco, vanno poco a teatro, non vanno in ferie al mare, sono volgari, si lavano poco, e chi più ne ha, più ne metta. Carl William Brown Il mare non fa altro, in fondo, che questo: chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole. Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti. Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita. Instancabilmente, li sentirai chiamare. Succede in questo purgatorio di sabbia. Succederebbe in qualsiasi paradiso, e in qualsiasi inferno. Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà. Alessandro Baricco Perché gli antichi persiani consideravano sacro il mare? Perché i greci gli attribuirono un dio a sé, un fratello di Giove? Certo tutto questo ha un suo significato. Ancora più profondo è il senso della favola di Narciso, che non potendo afferrare la tormentosa, dolce immagine riflessa nella fonte, vi si immerse e annegò. Ma quella stessa immagine noi anche la scorgiamo in tutti i fiumi e in tutti gli oceani. È l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita, e questa è la chiave di tutto. H. Melville Dopo l'istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima. Cosa mi successe? Tante cose nello stesso tempo e che non ho ancora finito di analizzare. Il mio corpo, liberato da ogni peso, fluttuava nello spazio, l'acqua prendeva possesso della mia pelle, le forme degli esseri marini erano puri fino alla impudicizia, l'abbandono dei gesti assumeva un valore morale. Il peso, lo comprendevo in quel momento, era il peccato originale e la redenzione non avverrà fin quando non torneremoal mare. Jaques Cousteau Mi accade spesso di pensare al mare. Penso al mare quando è calmo. Ecco, il mare calmo mi sembra l'immagine stessa dell'esistenza, cioè di quella vita immutabile che è sempre stato il mio vano sogno. Carlo Cassola
Meditazioni e pensieri sul mare In pieno oceano una nave da crociera, carica di turisti, incomincia ad affondare. "Gettarsi in mare!" ordina il comandante. Ma nessuno si muove. Il comandante, allora, chiama il suo vice e gli dice : "Cerca di convincerli". Dopo un po’ questi ritorna e dice al comandante: "Si sono buttati tutti in mare". "Come sei riuscito a convincerli?". "Con la psicologia. Ho detto agli inglesi che sarebbe stato un gesto sportivo e si sono buttati. Ho detto ai francesi che era una cosa chic; ai tedeschi che era un ordine; agli italiani che era proibito; ai russi che era rivoluzionario". "Ma come hai convinto gli americani?". "Facilissimo. Ho detto che erano assicurati". Anonimo Perché lo spettacolo del mare è così infinitamente e così eternamente gradevole? Perché il mare offre contemporaneamente l’idea dell’immensità e del movimento. Sei o sette leghe rappresentano per l’uomo la ragione dell’infinito. Ecco un infinito diminutivo. Che importa, se è sufficiente a suggerire l’idea dell’infinito totale? Dodici o quattordici leghe di liquido in movimento bastano per dare la più alta idea di bellezza che sia offerta all'uomo sul suo abitacolo transitorio. Charles Baudelaire All'uomo piacciono le cose facili e comode; perciò cosa c'è di più allettante di una marea di fesserie che vengono somministrate ogni giorno dai mass media mentre si è comodamente seduti in poltrona, praticamente si può approfondire l'imbecillità senza muoversi da casa. E poi dicono che non c'è progresso. Carl William Brown La ragazza tagliava l’acqua mandando le braccia come remi. Con consumata abilità manteneva la testa asciutta, sollevandola sopra la schiuma e immergendo il collo solo fino all’altezza dei capelli. Aprendo il petto verso le onde, mandava indietro l’acqua con spinte ritmiche dei piedi. Anonimo latino, III sec. Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama. Alessandro Baricco L'oceano, le cui maree rispondono, come le mestruazioni delle donne, all'attrazione della luna, l'oceano che corrisponde al liquido amniotico in cui inizia la vita umana, l'oceano sulla cui superficie possono navigare le imbarcazioni (personificate come donne) ma nella cui profondità i marinai incontrano la morte e i mostri si nascondono... è instabile e minaccioso come la terra non lo è; genera nuova vita ogni giorno, ma inghiotte vite; è mutevole come la luna, non regolato, ma indistruttibile ed eterno. Adrienne Rich Da riva appare solo leggiadria / di screziati fiocchi rigonfi / e beccheggianti, e li spumeggia il mare. / Invece è un groppo d’impeti violenti / di torsioni d’attriti e di rumori: / le vele avventano la chiglia / e la deriva ara il continuo d’acqua; / schiumose turbolenze / all’abisso ricadono impotenti. E. Rambaldi Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell'onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in un sola parola tutto nascondiamo? Alessandro Baricco
Pensieri e testi brevi sul mare Ho sempre voluto tenere un mare in me. / Da bambina, questo mare / sarebbe stato il regalo perfetto. / Tante volte l’ho sognato mio, sotto il letto, / avvolto in riflessi bagnati, / pieno di grazia e di schiuma salmastra, / tutto per me! / La vita mi ha aiutato a costruirlo. / Basta che chiuda gli occhi, / e mi sta aspettando lì, / Liquido, dolce, vago, / come un sogno infantile / che all'improvviso / mi salta tra le mani. Julieta Dobles Non avevo mai veduto il mare. Molte altre cose avevo visto, forse troppe. Uomini avevo visto, forse troppi. Ma il mare mai. E perciò non avevo ancora compreso nulla, non avevo capito assolutamente nulla. Come si può capire qualcosa della vita, e capire a fondo se stessi, se non lo si è imparato dal mare? Come si può comprendere gli uomini e la loro vita, il loro vano sforzarsi e il loro inseguire mete bizzarre, prima di aver spaziato con lo sguardo sul mare, che è sconfinato e basta a sé stesso? Federico García Lorca Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l'immenso deserto dove l'uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un'esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l'infinito vivente. Jules Verne Ad una ad una come vergini alla danza / entrano scivolando le barche nel mare; si dispiega la vela come un'ala nel sole, / e per cammini che esse sole scorgono / se ne vanno in alto mare. / O cielo azzurro! Oh mare azzurro spiaggia deserta / gialla di sole! D'accosto il mare ti canta / mentre aspetti il ritorno magnifico, / al calare del sole, della prima barca / che uscirà dalle acque tutta odorosa. J. Maragall y Gorina Su tematiche affini potete leggere: Citazioni e battute divertenti sulle vacanze Citazioni e battute divertenti sul mare Aforismi e citazioni sul mare Pensieri e riflessioni sulle vacanze Un estate al lago Citazioni e pensierio sul lago Quotes on vacation Aforismi sul viaggio Riflessioni sul viaggio Italia in breve (E-book) Job tourism in Lombardy Turismo e viaggi Turismo enogastronomico Luoghi più belli del mondo The Lake District Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Saggi e aforismi Read the full article
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"E se fosse un vento pop?" - La mostra di Ugo Nespolo alla Galleria del Castello di Imperia dal 31 agosto al 21 settembre 2024
La Galleria del Castello di Imperia presenta “E se fosse un vento pop?”, mostra personale del Maestro Ugo Nespolo. L’evento avrà luogo dal 31 agosto al 21 settembre 2024 nei locali della Galleria del Castello e coinvolgerà l’intera città di Imperia.
La mostra, realizzata con la direzione artistica e la curatela di Federica Porro e Marco Bravo, della Galleria del Castello, prevede l’esposizione di circa cinquanta opere uniche, accompagnate da un’intera sezione dedicata alla grafica, che permetteranno di comprendere appieno la poetica del maestro piemontese, accompagnando i visitatori all’interno di un universo in dialogo con il tempo e in perenne divenire.
Diverse le sezioni proposte per approfondire l’opera di Ugo Nespolo: vele, musei, numeri, città, presenze. Un percorso multiforme pensato per permettere di ampliare i propri orizzonti e il proprio sguardo sul mondo. La selezione operata dalla galleria, dal valore culturalmente rilevante, vuole essere un omaggio a uno dei più grandi artisti contemporanei: la mostra sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, che includerà due testi critici inediti sull’artista e approfondimenti sulle tematiche principali proposte.
Classe 1941, Nespolo è un artista poliedrico e rivoluzionario, noto per il suo approccio ludico e ironico all’arte contemporanea. Formatosi all’Accademia Albertina di Torino, ha esplorato vari linguaggi artistici, dal cinema sperimentale alla scultura, passando per la pittura e il design. La sua carriera, a partire dagli anni ’60, è un caleidoscopio di collaborazioni, mostre e riconoscimenti, che lo consacrano come una delle figure più dinamiche e influenti dell’arte contemporanea.
«Questo evento rappresenta un'importante tappa nel percorso di crescita della galleria, che per la prima volta, dopo quattro anni di attività, apre le porte a una mostra con un nome tanto prestigioso - sono le parole di Federica Porro e Marco Bravo, titolari della Galleria del castello - Con il prezioso contributo di associazioni e realtà locali, è stato possibile delineare un ricco programma di eventi collaterali, dall’asta benefica al laboratorio di sartoria creativa, dal reading letterario a un incontro di arteterapia, dalla performance teatrale al concerto jazz manouche, che contribuiranno a fare della galleria un luogo di condivisione e aggregazione culturale».
La prestigiosa esposizione, realizzata con Studio Nespolo e Arte Pentagono, vanta il patrocinio della Città di Imperia e la collaborazione della Rete Museale di Imperia e si svolgerà in concomitanza con la manifestazione delle Vele d'Epoca. È proprio a firma di Nespolo il manifesto ufficiale della 25° edizione dell’evento.
«La Città di Imperia è lieta di ospitare la mostra personale del Maestro Ugo Nespolo presso la Galleria del Castello - dichiara l’assessore alla Cultura Marcella Roggero - Questo evento rappresenta un'ulteriore testimonianza della crescita culturale della nostra città, frutto del costante impegno che, insieme al Sindaco Claudio Scajola e a tutta l’Amministrazione, abbiamo dedicato alla valorizzazione di quelle iniziative portate avanti con la passione e il talento delle realtà locali. La firma del Maestro Nespolo sul manifesto di quest’anno delle Vele d'Epoca suggella inoltre un legame simbolico tra il mare e l’arte, celebrando le peculiarità uniche di Imperia e rafforzando la sua identità culturale».
Grazie alla collaborazione con la Rete Museale, formata da Municipia SpA e Cooperativa Solidarietà e Lavoro, un’opera del Maestro Nespolo verrà esposta in ciascuno dei tre musei della città: il M.A.C.I -Villa Faravelli, il Museo Navale e Villa Grock, con l’idea di disegnare un percorso ideale che esplori i siti più rappresentativi e prestigiosi della città, in una comunicazione in parallelo con la Galleria e la mostra. Per i gestori, una bellissima occasione che permette di ampliare l’offerta culturale con un artista così importante nel panorama culturale nazionale e internazionale.
«La sinergia tra la Galleria del Castello e il Comune di Imperia, per noi come Rete è davvero importante e arriva dopo un anno di lavoro, nel quale ci siamo impegnati a creare relazioni con il territorio e far conoscere il patrimonio affidatoci, consapevoli dell’importanza e della bellezza dei musei della città e delle loro collezioni – dichiara Valentina Dionisi, responsabile di produzione per la Cooperativa Solidarietà e Lavoro scs - Le opere del Maestro Nespolo, contestualizzate e in dialogo con le collezioni dei Musei, daranno vita a una sorta di intreccio immaginario che siamo certi incuriosirà i fruitori, coinvolgendoli emotivamente».
Una piccola “metamostra” sarà la raccolta di scatti realizzati al Maestro Nespolo nel suo studio a Torino da Settimio Benedusi, in esclusiva per la Galleria del Castello. «Sarebbe obbligatorio e necessario per chiunque andare almeno una volta nella vita a visitare quel luogo, per capire quanto l’Arte e l’Artista siano (e debbano essere) non uno sfizio volubile e capriccioso ma al contrario una vera necessità per una società matura e consapevole» dichiara il fotografo Imperiese.
Il vernissage dell’evento è previsto per il 31 agosto alle ore 18:30, con la presenza del Maestro. La mostra, a ingresso libero, resterà visitabile tutti i giorni escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 12.30, dalle 16.00 alle 20.00, dalle 21.00 alle 23.00, da sabato 31 agosto a sabato 21 settembre compresi. Durante le tre settimane della mostra gli orari potrebbero subire qualche variazione, per eventi, laboratori o visite private, che saranno comunicati tempestivamente tramite i nostri canali ufficiali.
Le opere di Nespolo esposte nei musei di Imperia saranno visibili durante i consueti orari di apertura. In occasione di Vele d’Epoca, il Museo Navale sarà aperto eccezionalmente anche giovedì 12 settembre, con orario 17-22. Per informazioni: [email protected]
Il team curatoriale si avvale delle professionalità di Federica Porro e Marco Bravo curatori della mostra, Veronica Cicirello responsabile del progetto grafico, Claudia Andreotta e Francesca Bogliolo, curatrici dei testi e delle presentazioni critiche, Raffaella Romano, responsabile delle traduzioni in inglese, Marie Scollo collaboratrice al progetto grafico e impaginazione del catalogo, Chiara Cosentino collaboratrice ai contenuti social e Alessandra Chiappori responsabile ufficio stampa, Pierre Cristiani responsabile dell’impianto video.
“E se fosse un vento pop?”
Mostra Personale di Ugo Nespolo
Galleria del Castello, Piazza San Francesco 3, Imperia
Dal 31 agosto al 21 settembre 2024
Vernissage sabato 31 agosto alle ore 18:30
Orari: 10.00-12:30, 16:00-20:00, 21:00-23:00 - tutti i giorni, escluso il lunedì.
Ingresso libero
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Orchidea Nera: La Poesia di Miranda Ranalli come Simbolo di Forza e Libertà. Recensione di Alessandria today
Un viaggio interiore tra fragilità, forza e resilienza
Un viaggio interiore tra fragilità, forza e resilienza. La poesia Orchidea Nera di Miranda Ranalli rappresenta una profonda riflessione sull’amore, la libertà, e la ricerca dell’indipendenza interiore. Paragonandosi a un’orchidea nera, Ranalli esplora i sentimenti di fragilità e forza, delineando un’immagine di sé come una donna potente e sensibile, che vive intensamente le emozioni ma sceglie…
#Alessandria today#Amore#Amore Non Corrisposto#anima a colori#Autenticità#Autostima#Bellezza#celebrazione dell’individualità.#Destino#dignità#eleganza#Emozioni#ESPRESSIONE POETICA#fierezza#fiore simbolico#Fiori#fioritura#Forza#Fragilità#fuga#Google News#indipendenza#introspezione#italianewsmedia.com#Letteratura#Libertà#Malinconia#Mare#Miranda Ranalli#Natura
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Ferragosto: perché è cosi amato dagli italiani?
Il 15 agosto, data segnata nel calendario di ogni italiano, è il giorno di Ferragosto. Ma cosa cela questa ricorrenza tanto amata? Le radici di questa festa affondano nel passato, in un'epoca in cui l'Impero Romano dominava la penisola italiana. Dalle origini romane al cristianesimo Ferragosto deriva dal latino "feriae Augusti", ovvero "riposo di Augusto". L'imperatore Ottaviano Augusto, nel 18 a.C., istituì questa giornata come momento di pausa e celebrazione per i cittadini romani, in concomitanza con la fine dei lavori agricoli. I Consualia, antiche feste dedicate al dio Conso, protettore della terra e della fertilità, venivano così inglobate in questa nuova festività imperiale. Con l'avvento del cristianesimo, Ferragosto si arricchì di un nuovo significato religioso. Il 15 agosto, infatti, la Chiesa cattolica celebra l'Assunzione di Maria Vergine, ovvero il momento in cui la madre di Gesù fu assunta in cielo con corpo e anima. Questa sovrapposizione di celebrazioni pagane e cristiane contribuì a rendere Ferragosto una festa particolarmente sentita e ricca di simbolismi. Ferragosto nel XX secolo: una festa popolare Nel XX secolo, il regime fascista rilanciò la tradizione di Ferragosto, organizzando imponenti manifestazioni e gite popolari. L'obiettivo era quello di rafforzare il senso di unità nazionale e di valorizzare le bellezze del territorio italiano. In questo modo, Ferragosto divenne una vera e propria festa nazionale, legata al concetto di vacanza e di svago. Ferragosto oggi: tra tradizione e modernità Oggi, Ferragosto rappresenta ancora un momento di grande importanza per gli italiani. È il culmine dell'estate, il periodo in cui si interrompono le attività lavorative e si trascorre del tempo con la famiglia e gli amici. Le tradizioni legate a questa festa sono molteplici e variano da regione a regione: dalle sagre paesane alle gite al mare, dalle grigliate in giardino ai pic-nic in montagna. Perché è così amato dagli italiani? - Radici antiche: La storia millenaria di questa festa la rende particolarmente affascinante e ricca di significati. - Valore simbolico: Ferragosto rappresenta il passaggio dall'estate all'autunno, un momento di riflessione e di bilanci. - Occasione di ritrovo: È un'opportunità per stare insieme ai propri cari e creare nuovi ricordi. - Espressione della cultura italiana: è un simbolo dell'italianità, del nostro modo di vivere e di goderci la vita. Foto di Convegni_Ancisa da Pixabay Read the full article
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La Regione Emilia Romagna presenta la terza edizione del festival dei Calanchi e delle Argille azzurre nel Ravennate
La Regione Emilia Romagna presenta la terza edizione del festival dei Calanchi e delle Argille azzurre nel Ravennate Un festival per valorizzare la zona dei "calanchi delle argille azzurre", così definita da Leonardo da Vinci nel noto "Codice Hammer", quell'area geografica compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, dove si alternano terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille preziose, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende. I calanchi sono ciò che resta dei fondali sabbiosi del mare preistorico di milioni di anni fa e ora sono un territorio che ospita ginestre, orchidee e specie che crescono soltanto tra queste argille, come l'artemisia cretacea. In pochissimi chilometri quadrati, quest'area raccoglie dunque meraviglie naturalistiche e culturali, ed è fonte d'ispirazione per molti artisti, in particolare per Carlo Zauli, tra i ceramisti scultori più importanti del Novecento, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro, citandoli plasticamente nelle sue sculture monumentali. La conferenza stampa di presentazione della terza edizione dei Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre, in programma dal 20 giugno al 4 luglio e dal 19 al 26 settembre 2024, si è tenuta ieri mattina in Regione, presenti l'assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori, il sindaco di Faenza, Massimo Isola, e il direttore del Museo Carlo Zauli, Matteo Zauli. "Un progetto di turismo culturale e di valorizzazione di un territorio in cui la cultura diventa espressione del paesaggio- ha detto l'assessore Felicori-. Questo Festival ha una vocazione formativa e laboratoriale, che coinvolge scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con uno stile che ha il valore simbolico dell'armonia tra uomo e paesaggio, tra cultura e natura". "Il Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre è una piacevole sorpresa che si consolida- ha sottolineato Massimo Isola, sindaco di Faenza-. Nato come progetto laboratoriale, in soli tre anni si sta consolidando come uno degli eventi culturali più innovativi e più forti della città. È un evento che cerca di tenere insieme la valorizzazione e la promozione del tessuto creativo, culturale e faentino con quello del paesaggio. I calanchi sono per definizione l'incontro tra natura e cultura, che hanno generato quella materia che l'uomo poi ha saputo trasformare in ceramica. C'è una civiltà millenaria dietro i calanchi: sono stati luogo di produzione delle argille, ma sono stati anche luogo dell'immaginario estetico e pittorico delle nostre terre, vissuti per il loro straordinario potenziale paesaggistico. Questa iniziativa tiene insieme tanti linguaggi diversi con uno spirito contemporaneo". "Molte storie e leggende sono nate tra le terre dei calanchi- ha aggiunto Matteo Zauli, direttore del Museo Carlo Zauli-. Ed è qui che in epoca romana si iniziarono ad utilizzare le argille dei calanchi per produrre ceramiche, che sarebbero diventate poi nel Rinascimento famose nel mondo: le Faenze. Anche Leonardo da Vinci nel Codice Hammer, il documento più prezioso al mondo, accenna a questo paesaggio, dando a queste terre il nome che ancora oggi le contraddistingue. Ma anche dopo Leonardo, i calanchi hanno continuato ad ispirare molti artisti in ogni tempo. Carlo Zauli, ad esempio, aveva un legame unico con i calanchi, che considerava un vero e proprio paesaggio di ispirazione, più volte citato plasticamente nelle sue sculture monumentali". Anche quest'anno il Festival, curato da Matteo Zauli con Consuelo Battiston, Luigi Cicognani e Donato D'Antonio, propone un ampio cartellone en plein air. Mostre, laboratori e performance di arti visive, teatro, danza, letture poetiche, concerti, allestimenti tra architettura e design, degustazioni enogastronomiche, laboratori di yoga e Bioginnastica®, trekking culturali, incontri legati alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con l'obiettivo di creare un vero e proprio Parco Culturale dei Calanchi, il cui simbolo - il Padiglione delle Argille Azzurre progettato dallo Studio Bartoletti Cicognani - è stato installato nel Punto Panoramico Dinosauri (via Pideura, a metà strada tra Oasi e Bulzaga). L'iniziativa vedrà alcune presenze internazionali, come la giapponese Noriko Yamaguchi, tra gli artisti protagonisti della mostra Azzurro fragile, insieme a Francesco Nonni, Gilberto Bucci, Carlo Zauli, Giovanni Pini, Sergia Avveduti, Cesare Reggiani, Barbara Deponti, Marco Samorè, Andrea Salvatori, Monica Zauli, Jacopo Casadei, Silvia Chiarini, Marco Ceroni, Oscar Dominguez, Gaia Carboni. Lo scultore colombiano Juan Esteban Sandoval proporrà, in collaborazione con il musicista greco George Moraitis, The sounds of the Earth. Esplorazione dei Calanchi - suono e argilla, una performance con sculture sonore, mentre i connazionali Zoe Drakopoulou, Petros Roussos, Iannis Sioutis, realizzeranno un'inedita performance itinerante, Rebeaeth. azione performativa sostenuta dal programma Culture Moves Europe, progetto finanziato dall'Unione Europea che rende la Grecia vero e proprio paese ospite di questa edizione del festival. Si avrà poi la partecipazione di Save the Children, che realizzerà un'originalissima attività dedicata ai bambini, mentre un richiamo al Festival si terrà poi a settembre con la presenza di Enrico Malatesta, che declina il proprio lavoro all'indagine sonora della produzione di manufatti in ceramica, e dello scultore ceramista di rilievo internazionale Alfredo Gioventù. Il festival è sostenuto, oltre che dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Faenza, dall'Unione della Romagna Faentina, dall'Ente Parchi e Biodiversità Romagna, dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, da Save the Children, dal Programma Culture Moves Europe, da CEAS Centro di Educazione alla Sostenibilità della Romagna Faentina, dal Consorzio Vini di Romagna e dalla Strada della Romagna e del Sangiovese. Per informazioni e prenotazioni degli eventi è possibile contattare il Museo Carlo Zauli: [email protected] Tel. :333 8511042... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Lasciare che il cuore si apra
Il movimento del Signore Gesù è ciò che anima la speranza che continuamente e sempre la vita ritrovi i suoi sentieri e le sue vie: «uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli» (Mc 7,31). Potremmo dare a ciascuno di questi riferimenti geografici un contenuto simbolico che rimandi agli sconfinati territori della nostra…
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Sabato 16 dicembre 2023, al Circolo Ilva Bagnoli di Napoli, si celebrerà il primo Natale Subacqueo Flegreo, con l’alto patrocinio del Comune di Napoli e della Diocesi di Pozzuoli. Una cerimonia che vuole trasmettere un messaggio di pace e coesione sociale partendo dal profondo del mare, un luogo che è la nostra casa, la nostra madre, e garantisce la vita su questo Pianeta. L’evento, promosso da Marevivo, Circolo Ilva Bagnoli, Centro Studi Interdisciplinare Gaiola, Associazione “Scugnizzi a vela”, Lega Navale Italiana di San Giovanni e Pozzuoli, ASD “Percorsi sport”, prevede il posizionamento simbolico di un presepe che rappresenta la Sacra Famiglia sui fondali di Porto Paone-Nisida, grazie all’aiuto dei sommozzatori delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Vigili del Fuoco) e della Protezione Civile Regione Campania Sant’Erasmo. La mattinata inizierà alle ore 10.00 al Circolo Ilva Bagnoli con la benedizione e sistemazione della sacra immagine nella sua teca originale e proseguirà, dopo la santa messa, alle ore 11.00 con una processione dal pontile canottaggio, in direzione Nisida, fino al Porto Paone, dove i subacquei si immergeranno per la posa del presepe. «Questo evento è frutto delle sinergie di molti attori che hanno collaborato con la volontà di realizzare un gesto simbolico e altamente significativo. È da tempo che volevamo esprimere questa idea che unisce la comunità flegrea: pace come bene mondiale, e fra le persone, e coesione sociale per reagire coralmente ai problemi che affliggono questo territorio. Ci auguriamo che il senso di questo messaggio venga accolto da tutti coloro che, a vario titolo, esercitano poteri e responsabilità sul destino di questo zona e ne ispiri i comportamenti», dichiara Giovanni Capasso, storico delegato Marevivo Napoli e Presidente del Circolo Ilva. La cerimonia ha raccolto l’adesione di numerosi altri partner associativi, culturali e imprenditoriali, tra i quali: ABC- Acqua Bene Comune, Associazione Circoli Nautici della Campania, Sea Point, Centro Sub Campi Flegrei, Centro Sub Pozzuoli, Blu Shark, ISFORM, D.S.T. Accademy, oltre che l’entusiastica adesione dei giovani sub dell’area flegrea.
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Un Raggio di Luna 2023 a Riccione per il Natale
Tra Fiorella Mannoia e Danilo Rea, Jimmy Sax e la retrospettiva su Robert Capa, il ricco programma del Natale - Capodanno 2023/2024 di Riccione sarà dedicato alla luna, che abbraccia con la sua luce calda tutta la città in una notte serena. Il fascino della Luna è da sempre sinonimo di poesia, illumina e ispira, regala atmosfera ed emozione ed è per questo che sarà la protagonista degli allestimenti., con luci che richiamano, nell’aspetto simbolico, il Sole della campagna comunicativa dell’estate e congiunge, quasi con un filo, i due corpi celesti come potenti poli d’attrazione e promozione. Il progetto è ispirato al mondo del Natale tradizionale, con una città illuminata da decine di stalattiti che da marciapiede a marciapiede attraversano, orizzontalmente, le zone centrali della Perla Verde e in ogni quartiere c’è l’installazione e accensione di alberi dedicati, oltre che in viale Ceccarini dove, assieme ai pendenti dei pini, ci sono i fari, a basso consumo, collocati tra le chiome e si potranno utilizzare, mutano di colore, sia nel periodo natalizio, come installazione, sia durante l’anno in occasione di eventi, sfilate e manifestazioni. A completare il progetto c’è la filodiffusione, che in momenti programmati farà risplendere le chiome degli alberi, elemento della città, a tempo di musica. Su Piazzale Roma, all’interno del Giardino Segreto di Babbo Natale, le luminarie hanno un posto sempre tra gli alberi e a corollario dei percorsi e sulla Pista di Ghiaccio si è optato per i punti luce a garanzia della sicurezza dei frequentatori, nonché per alcuni lampadari a emissione calda che ricreeranno l’atmosfera tipica natalizia. Infine, il maxi albero naturale sul ponte di Viale Dante prevede migliaia di microled anch’essi a luce calda, con l’accensione prevista per il 25 novembre alle 17 e alle 18 ci sarà il Vernissage della mostra a Villa Mussolini Robert Capa. Retrospettiva, aperta fino al 1 aprile 2024, su Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedman, fotografo ungherese naturalizzato statunitense, che con i suoi reportage raccontò cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola (1936-1939), la seconda guerra sino-giapponese (che seguì nel 1938), la seconda guerra mondiale (1941-1945), la guerra arabo-israeliana (1948) e la prima guerra d'Indocina (1954). Il Giardino sul mare è un’estensione di viale Ceccarini, nel cuore della città, e ha in piazzale Roma il punto di partenza, con attrazioni dedicate ai bambini e agli adulti: la Casa di Babbo Natale, l’Antica Giostra dei Cavalli e la Poltrona Gigante, destinato a divenire il simbolo del Giardino. Un Bosco, ricreato con elementi naturali, che contribuirà ad armonizzare e rendere particolari e più piacevoli gli spazi destinati ai visitatori. Un villaggio tutto dedicato al food sarà in viale Ceccarini e l’orario di apertura è previsto, dal 2 dicembre , dalle 10 del mattino fino a tarda sera. Venerdì 29 dicembre ci sarà il Concerto degli Auguri presso il PalaRiccione alle 21, dove Danilo Rea incontrerà Fiorella Mannoia e sabato 30 dicembre alle 18 si terrà il concerto gratuito in Piazzale Ceccarini, con come ospite Jimmy Sax Per domenica 31 dicembre ci sarà il concerto gratuito di San Silvestro in Piazzale Ceccarini dalle 22 e alle 24 il Brindisi di mezzanotte per il benvenuto al 2024, con il dj set e spettacolo pirotecnico Infine sabato 6 domenica 7 gennaio 2024 si terrà la Festa della Befana al Riccione Paese, con le golose calze dell’Epifania in regalo ai bambini. Read the full article
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La collezione GESSI ORIGINI sbarca al Nikki Beach Costa Smeralda
Estate 2023 nel segno del "wellness experience" per gli ospiti del Nikki Beach Costa Smeralda grazie alla partnership con il brand GESSI Il beach club sardo di Nikki Beach Global, il marchio internazionale di ospitalità e luxury lifestyle, accoglie i suoi esclusivi ospiti con bagni e docce rinnovati dal marchio di interior design sostenibile e pluripremiato GESSI.
GESSI ORIGINI per Nikki Beach
L'innovativa collezione ORIGINI prevede l'unione armonica di forme, colori, materiali e finiture e offre la libertà di progettare lo spazio vitale più intimo in base alla personalità di chi lo vive. Con l'aiuto di una famosa color designer, il marchio ha tradotto le caratteristiche in colori e ha presentato cinque triadi, ciascuna associata a una personalità. Progettata per il benessere contemporaneo, è stata scelta nella triade NATURE (Agave/Brushed Black Metal/Chrome). Tonalità, questa, che rispecchia il ritratto cromatico di chi si rigenera dal contatto con la natura. Evoca le acque del mare della Costa Smeralda la particolare tonalità di verde, che assume un significato simbolico per aprire gli orizzonti e spostare il bagno all’esterno. Il lavabo da appoggio in Cristalplant® dall’effetto soft touch, riprende la forma iconica rotonda della collezione. Questa, si ripete nell’inserto della manopola creato ad hoc con il doppio logo GESSI/Nikki Beach e un disegno floreale dorato. Un dettaglio che sottolinea l’alto livello di personalizzazione che GESSI è in grado di garantire. Dettagli personalizzati che non passano inosservati e danno un tocco glamour all’ambiente. "Ogni estate cerchiamo di offrire ai nostri ospiti di Nikki Beach Costa Smeralda nuove esperienze e quest'anno non vediamo l'ora di mostrare loro la entusiasmante collaborazione con GESSI", ha dichiarato Jon Staffas, General Manager del Nikki Beach Costa Smeralda."La collaborazione eleva ulteriormente l'esperienza del beach club e fornisce un'ulteriore valorizzazione estetica".
Nikki Beach Costa Smeralda è un luogo unico nel suo genere, accessibile solo tramite yacht privato o con il servizio navetta gratuito. Le barche arrivano al molo privato del beach club, consentendo ai passeggeri di accedere direttamente all'esclusiva struttura. Al di là della spiaggia si trova il ristorante, dove i clienti possono gustare un menu di piatti a base di pesce fresco e cocktail d'autore.
Ogni tavolo offre una vista spettacolare sul mare calmo, sulle dune di sabbia e sulla macchia mediterranea lungo la costa.
A proposito di Nikki Beach Global
Nel 1998, gli imprenditori Jack e Lucia Penrod hanno presentato al mondo Nikki Beach. Si tratta del primo e originale concetto di beach club di lusso che combina musica, ristorazione, intrattenimento, moda, cinema e arte. Oggi, mentre Nikki Beach segna oltre 25 anni di attività, il marchio è cresciuto fino a diventare un'azienda globale e poliedrica di ospitalità lifestyle. 11 beach club, 5 hotel e resort, una divisione moda, eventi speciali e Nikki Cares, un'organizzazione benefica 501c3 senza scopo di lucro. Nikki Beach è diventata famosa per gli impressionanti pop-up durante il Festival Internazionale del Cinema di Cannes. Ma non solo, anche per le collaborazioni con alcuni dei più famosi artisti e DJ del mondo. Infine, per la collezione di moda curata offerta nelle boutique Nikki Beach e nello shop online. Tramite l’Hotel Division, in continua crescita, Nikki Beach ha introdotto vari concetti di ristorazione in loco, tra cui Café Nikki, Escape e Soul Lounge, nonché una spa di lusso e una palestra Tone Gym. Il team di Nikki Beach Global ha in programma di continuare a espandere l'ospitalità con una serie di nuovi concetti in cantiere. Read the full article
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