#ghiaccio polare
Explore tagged Tumblr posts
Text

Un altro esempio di giornalismo spazzatura.
Un articolo redatto da ignoranti “ECO-ideologizzati” allo scopo di titillare “l’hindinniazzioneh” di “animalati e Gretini vari”.
Già nel titolo usando il termine “raro”si diffonde la fake news metropolitana che gli orsi bianchi siano in estinzione.
Fregnacce!
Negli anni ‘70, la popolazione di orsi polari era pari a circa 5.000 - 10.000 individui.
Attualmente le stime vanno dai 22.000 ai 31.000 orsi polari a livello globale.
Inoltre l’abbattimento dell’orso vien fatto passare come un atto di pura crudeltà umana.
Altra bufala! Casomai è esattamente il contrario!
In merito, vi invito a leggere perché le autorità islandesi sono giunte a tale decisione.
Altrimenti continuate a fidarvi dei “professionisti dell’informazione”!
===================
Dalla pagina FB "Un Italiano In Islanda":
Le polemiche riguardo all’abbattimento dell’orso polare arrivato in Islanda l’altro giorno e abbattuto dopo essere stato visto da una signora di 83 anni nel suo giardino in un luogo isolato, sono state forti anche qui. È comprensibile che la morte di un animale così fortemente simbolico susciti indignazione, ed è sicuramente un grande peccato. Tuttavia, le autorità islandesi, come di consueto, hanno spiegato molto chiaramente le ragioni dietro alla scelta. Le riassumo qui sperando di placare le polemiche:
— Premessa: gli orsi arrivano molto raramente su pezzi di ghiaccio staccatisi dalla banchisa e trasportati dalla corrente. I più annegano in mare, ma se il ghiaccio è abbastanza grande e non si scioglie in mezzo al mare approdano in Islanda. L’ultimo era stato nel 2016, prima ce ne erano stati uno nel 2010 e due nel 2008, si tratta dunque di eventi rarissimi.
1) l’orso polare non può sopravvivere in Islanda: ha bisogno di ghiaccio sul mare per cacciare foche mimetizzandosi. Le coste islandesi sono scure. Non è dunque possibile sostenere orsi liberi in Islanda. Non riuscirebbero a cacciare, senza contare che non ci sono tratti di costa disabitati abbastanza grandi da poterne ospitare alcuni senza rischi per la popolazione autoctona.
2) gli esemplari che arrivano in Islanda sono smagriti e stremati. Oltre a renderli ancor più pericolosi, ciò fa sì che le chance di sopravvivenza ad un anestetico siano basse. Anestetizzare un animale debilitato significa spesso ucciderlo.
3) A volte lo stress e l’adrenalina rendono l’anestetico inefficace. Per spararlo bisogna essere ad al massimo 30m. Se l’anestetico non funziona e l’orso carica, va abbattuto comunque.
4) Nel 2008, si provò ad anestetizzarne uno, perché un ente privato si era offerto per coprire i costi di trasporto, ma quello scappò verso il mare. Perderlo di vista significava rischiare che sbucasse in zone popolate, uccidendo qualcuno, per cui lo si è dovuto abbattere.
5) L’orso non può comunque essere addormentato e portato subito da qualche parte per poi mollarlo, come si immaginano alcuni. Deve stare per lungo tempo a riprendersi in una struttura apposita. Nessuna struttura di questo tipo esiste in Islanda, e costruirne una per un orso ogni 10 anni non è realistico in un paese grande un terzo dell’Italia ma con sole 380.000 anime a gestirlo. Una volta acclimatato in una struttura, potrebbe non essere più possibile liberarlo senza che muoia perché non più in grado di sopravvivere da solo, se non cercando la presenza umana, il che porta al punto…
6) una volta rimasto a contatto con le persone, l’orso diventa ancor più pericoloso perché si abitua a loro. Significa che riportarlo in Groenlandia implica il piantare ai groenlandesi una predatore apicale che non ha più alcun problema ad avvicinarsi all’uomo. Per questo i groenlandesi non rivogliono orsi indietro. Il veterinario groenlandese contattato immediatamente dalla autorità islandesi aveva immediatamente posto il rifiuto all’ipotesi di rimpatrio “Se mollate quell’orso in Groenlandia andrà dritto a cercare qualche abitato umano”.
7) l’orso polare non è come gli orsetti marsicani. È importante capire questo: È una macchina omicida. La convivenza con l’uomo è assolutamente preclusa dal fatto che per esso gli uomini sono prede. Non attacca solo per difendere cuccioli o territorio. Attacca per uccidere e mangiare. Non sono animali pacifici che vivono nei loro territori e attaccano solo se disturbati.
8)gli orsi polari portano malattie pericolose per l’uomo.
9) Riportare un esemplare in Groenlandia significherebbe sottoporlo ad uno stress tale per cui rischierebbe comunque di morire. Non sarebbe un viaggio come quelli fatti per spostare fauna africana. Senza contare che in Africa le operazioni di spostamento sono routine, e sono compiute con mesi di preparazione e su esemplari ben conosciuti.
10) Ammesso poi che si optasse per un rimpatrio e che qualche paese lo accettasse, non è che puoi portarlo in un posto a caso dell’artico e lasciarlo. Se l’habitat è ideale, ci saranno già altri orsi, orsi che lo riconoscerebbero come estraneo e che lo ucciderebbero. Oppure potrebbe essere lui ad uccidere orsi nel luogo dove viene lasciato.
11) la popolazione di orsi polari per ora ha buoni numeri (20-30.000 secondo le stime IUCN), e un esemplare abbattuto ogni dieci anni non rischia di comprometterla (sono molti di più quelli che muoiono in mare prima di riuscire ad arrivare in Islanda). La specie sembra anzi in aumento in alcune zone. Il pericolo che la minaccia è il riscaldamento e la perdita di ghiaccio marino, molto più della caccia, che è portata avanti dagli inuit dell’artico secondo un rigido sistema di quote. Non significa che dobbiamo infischiarcene, ma che non ha senso usare l’argomento del “è in via d’estinzione” per criticare la decisione dell’abbattimento.
Nonostante resti il dispiacere per un animale iconico, spero che, dopo queste spiegazioni, cessino le polemiche in merito e si capisca meglio il perché di questa scelta. Non sono solo ragioni di ordine economico, come spero sia chiaro, ma anche sanitario, sociale e ambientalistico, oltre che di buon senso. Questa non è una guerra tra gente che ha a cuore gli animali e gente che li vuole vedere morti. Non dovrebbe esserlo. Si può tranquillamente tenere al benessere animale e accettare che, talvolta, è la soluzione più di buon senso che se ne abbatta uno, senza che ciò significhi sdoganare l’uccisione indiscriminata di qualsiasi animale. La realtà è complessa, cerchiamo di pensare in modo complesso e non scadere sempre nelle letture in bianco e nero.
#orso polare#islanda#Groenlandia#innuit#ghiaccio polare#fregnacce di Repubblica#animalisti ottusi#WWF#animalari salottieri
6 notes
·
View notes
Text
Giornata Mondiale dell'Orso Polare
🌍 Il 27 febbraio. Giornata Mondiale dell'Orso Polare, un'importante occasione per riflettere sulle sfide che questa specie iconica affronta a causa della crisi climatica. Uniamoci per proteggere il loro habitat. 🐾 #GiornataMondialeOrsoPolare #ProteggiamoGliOrsi #perfettamentechic
Giornata Mondiale dell’Orso Polare: Un Abbraccio di Ghiaccio e Cuore Il 27 febbraio 2025, un giorno dedicato a questi magnifici giganti bianchi che, purtroppo, stanno affrontando sfide sempre più grandi. La Giornata Mondiale dell’Orso Polare è stata istituita per la prima volta nel 2011. Giornata decisa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione critica degli orsi polari, specie…
#27 febbraio#27 febbraio 2025#Abbraccio di Cuore#Abbraccio di Ghiaccio#Ambiente#Animal Protection#Attività Educative#Campagne sui social media#Climate Change#Conservazione Orsi Polari#Eco Conscious#Educare gli Altri#Giornata mondiale#Giornata Mondiale dell&039;Orso Polare#Marce di Sensibilizzazione#Mondo di Ghiaccio#organizzazioni ambientaliste#orsi polari#perdita di habitat#Polar Bear Day#Popolazione di Orsi Polari#Proteggiamo Gli Orsi Polari#Raccolta Fondi#Ridurre l&039;Impronta Ecologica#Riscaldamento dell&039;Artico#riscaldamento globale#Save Our Planet#Save The Polar Bear#sensibilizzare l&039;opinione pubblica#simboli dell&039;Artico
0 notes
Text
Sulle coste dell’Oceano Artico – Edward L. Moss. Recensione di Alessandria today
Il racconto epico della spedizione polare del 1875-76: tra ghiaccio, coraggio e sopravvivenza.
Il racconto epico della spedizione polare del 1875-76: tra ghiaccio, coraggio e sopravvivenza. Sulle coste dell’Oceano Artico di Edward L. Moss è un’opera straordinaria che documenta una delle spedizioni polari più significative del XIX secolo. Con uno stile vivido e dettagliato, l’autore ci trasporta nell’epoca delle esplorazioni polari, raccontando le difficoltà, le scoperte e il coraggio di…
#Alessandria today#Alessandria today cultura#Alessandria today libri.#Arctic expedition#arte e letteratura artica#artico e avventura#avventure nel ghiaccio#cani da slitta#Edward L. Moss#Edward Moss illustratore#esploratori storici#esplorazioni del XIX secolo#Esplorazioni polari#esplorazioni storiche#Google News#italianewsmedia.com#letteratura artica#libri consigliati#libri di avventura#libri di storia#libri di viaggi estremi#libro spedizione polare#Narrativa storica#narrazione artica#narrazione storica#oceani inesplorati#Oceano Artico#Pier Carlo Lava#racconti dell’Artico#racconti di esplorazione
0 notes
Text
Capitolo 16 - La nascita di un nuovo country (di Kirsti VK9NL)
Un’isola ghiacciata nell’Oceano Antartico era stata per un pò di tempo una possibile aggiunta alla DXCC Country List. Poiché nessuno aveva mai utilizzato la radio lì, nessuno l’aveva mai lavorata. Poi, nel 1987, finalmente si è avverata. Una volta saputo che Peter 1 Island sarebbe nata a fine gennaio nelle bande amatoriali, le aspettative erano alte. KD7P aveva provato ad attivare questa newone…
#3Y1EE#3Y2GV#Circolo Polare Artico#Country#CW#DXCC#DXer#DXpedition#GHIACCIO#H.I.DX.A.#hamradio#Jim Smith#Kirsty Jenkins-Smith#LA1EE#LA2GV#log#Monica Christensen#natura#nave#newone#Nuova Zelanda#Oceano Antartico#Peter 1 Island#Polo Sud#QRM#QSL#QSLcard#radio#radioamateurs#radioamatori
0 notes
Text

Critica Climatica
La tecnica del "non funziona allora usiamone di più", è stata usata con i vaccini, con le armi in Ucraina e con la decarbonizzszione per salvare il pianeta.
Casualmente sono sempre i soliti ad usarla.
Il catastrofista: “Mentre il pianeta si riscalda e il ghiaccio polare si scioglie e il mare si alza..”
A quel punto si può smettere di leggere. Quasi tutto il ghiaccio polare che si scioglie galleggia, quindi lo scioglimento non influisce sul livello del mare. (Conoscete Archimede?)
L'idea che la CO2 sia la causa della rovina del pianeta, rientra nella categoria del MONOTEISMO MALVAGIO.
E' quella per cui si vede un'unica causa per un problema ipercomplesso.
E' una spiegazione mistica.
@climacritic
65 notes
·
View notes
Text
New Oc
I FINALLY FINISHED MY FIRST OC SHEET!! ♥︎w♥︎
This is Sole ^^
She is my jjba part 5 oc and the guinea pig for how I do character sheets. I never thought that I'll love using pngs from Rentry sites, I do recommend it if you aren't as clear as in what you want to add in your oc sheets. Anyways, for a first one I will say I did a good job at it (✨️u✨️)
So some info about her that I planned for her while daydreaming:
♥︎She is Chinese Italian
♥︎Her stand is Bloody Mary which is based of the lady Gaga song
♥︎The form her stand takes is her blood
♥︎She quite and sweet, a sort of polar opposite to Ghiaccio
♥︎Pre Golden wind, she used to just stay around the La Squadra's base and wait for one of them to get injured
♥︎Her stand works like Girono's Stand as in it can heal and do damage
Besides that I will have more info about her once I set up her up on unvale, that where all of her info will be at like lore, like, ref sheets and all those types of goodies.
I also planned some other stuff which my ass should probably take baby steps at but I like to fuck myself with a ton of work so yeah! There will be more things that I'll be trying to stuff down ya'll throats as soon as possible ♥︎
Anyways! I hope you have a good day/night/afternoon!
Bye! ●w●
4 notes
·
View notes
Note
sending this again in case tumblr ate the ask
ghiaccio from jojo's bizarre adventure?
gee whiz marv TWO dragons with skull caps???
This dragon was clearly meant for an arctic climate. It is covered in a dense layer of white fur similar to that of a polar bear's, though this fur changes color from white to a deep, almost black bluish color at its tail and back limbs. Instead of horns, this dragon has a rounded skull cap that is meant for breaking through large swaths of ice. Its wings look to be modified for swimming instead of flight, being almost like the wings of a penguin in appearance. When desired, it secretes a clear fluid from its skin that rapidly freezes on contact with the air to form a sort of ice armor. It also has this same fluid as a breath weapon.
#your favorite character#dragon#dragon au#dragons#dragon catalog#ghiaccio#jojo ghiaccio#jojo's bizarre adventure#vento aureo#white album to an extent
9 notes
·
View notes
Link
Introduzione
La maggior parte dei motori della vita funziona con la luce solare. I fotoni filtrano attraverso l'atmosfera e vengono assorbiti avidamente da organismi alimentati dalla luce come piante e alghe. Attraverso la fotosintesi, le particelle di luce alimentano una reazione cellulare che produce energia chimica (sotto forma di zuccheri), che viene poi trasmessa nella rete alimentare in una complessa danza di erbivori, predatori, spazzini, decompositori e altro ancora.
In una giornata luminosa e soleggiata, c'è una grande quantità di fotoni in giro. Ma cosa succede con poca luce? I biologi sono da tempo curiosi di sapere con quanta poca luce può funzionare la fotosintesi, o quanti fotoni devono arrivare, e quanto velocemente, perché il macchinario fotosintetico di una cellula trasformi l'anidride carbonica in ossigeno ed energia. I calcoli hanno suggerito un minimo teorico di circa 0,01 micromoli di fotoni per metro quadrato al secondo, o meno di un centomillesimo della luce di una giornata di sole.
Per decenni, questo calcolo è stato teorico, date le difficoltà nello studio della fotosintesi in condizioni di scarsa illuminazione. Nessuno è riuscito a confermarlo sul campo, anche se ci sono molti posti sulla Terra che la luce raggiunge a malapena. Ogni inverno nell'alto Artico, ad esempio, il sole, nascosto dall'inclinazione della Terra, scompare per mesi. Metri di neve ricoprono il ghiaccio marino e bloccano la luce in arrivo, lasciando l'oceano gelido sottostante buio come l'interno di una tomba. Lì, hanno ipotizzato i biologi, le microalghe fotosintetizzanti che vivono nell'acqua e nel ghiaccio si spengono per la stagione e aspettano che il calore e la luce tornino.
"La gente pensava alla notte polare come a queste condizioni desertiche in cui c'è pochissima vita e tutto dorme e va in letargo e aspetta che arrivi la primavera successiva", ha detto Clara Hoppe(si apre una nuova scheda), un biogeochimico dell'Istituto Alfred Wegener in Germania. "Ma in realtà, la gente non ci aveva mai fatto caso."
Nell'inverno del 2020, Hoppe ha trascorso mesi vivendo su una nave incastrata in una banchisa di ghiaccio, durante la notte polare, per studiare i limiti della fotosintesi al buio. Il recente studio del suo team su Nature Communications ha riportato che le microalghe crescevano e si riproducevano(si apre una nuova scheda)a livelli di luce pari o prossimi al minimo teorico, ovvero molto più bassi di quanto fosse stato precedentemente osservato in natura.
Lo studio dimostra che in alcuni dei luoghi più freddi e bui della Terra, la vita sboccia con il più piccolo quanto di luce. "Almeno un po' di fitoplancton, in alcune condizioni, potrebbe essere in grado di fare cose molto utili con una luce molto bassa", ha affermato Douglas Campbell(si apre una nuova scheda), specialista in fotosintesi acquatica presso la Mount Allison University in Canada, che non è stato coinvolto nello studio. "È un lavoro importante."
Il potere del lato oscuro
Gli scienziati hanno tradizionalmente pensato che l'Artico fosse un luogo di stasi per gran parte dell'anno. In inverno, gli organismi che riescono a fuggire dalle acque gelide lo fanno; quelli che restano vivono di riserve immagazzinate o sprofondano in un sonno silenzioso. Poi, quando torna il sole, il posto torna in vita. Durante la fioritura primaverile, un'ondata di alghe fotosintetizzanti e altri microbi dà il via all'ecosistema artico, alimentando una festa annuale, con piccoli crostacei, pesci, foche, uccelli, orsi polari, balene e altro ancora.
Hoppe pensò che qualsiasi fitoplancton in grado di partire prima della concorrenza avrebbe potuto avere un'estate più prospera. Ciò la portò a chiedersi quando, precisamente, gli organismi avrebbero potuto rispondere al ritorno della luce.
Il suo interesse ha ricevuto una scossa nel 2015 quando ha partecipato a un progetto di ricerca condotto da ricercatori dell'Università di Tromsø in Norvegia. Il team multidisciplinare ha scoperto un ecosistema inaspettatamente fiorente nelle acque invernali al largo dell'arcipelago delle Svalbard; alcuni organismi, in particolare le vongole, erano in realtà più attivi che in estate. Con sorpresa di tutti, anche il fitoplancton non era addormentato: Hoppe ha misurato livelli più alti del pigmento clorofilla, un utile sostituto della fotosintesi attiva, nell'acqua di mare di quanto chiunque si aspettasse. Invece di sprofondare nei sedimenti superficiali e svernare in una "modalità di sonno" dormiente, molte cellule che Hoppe ha scoperto stavano vivendo un inverno attivo, con le loro operazioni cellulari completamente attive e funzionanti.
"Se queste cose sono attive", ha detto Hoppe, "la domanda ovviamente diventa: quando ricominceranno a funzionare per l'ecosistema?" Ha iniziato a interrogarsi sulla vasta e fredda oscurità dell'oceano polare.
All'inizio del 2020, Hoppe si è ritrovata a testare direttamente i limiti della fotosintesi, accampata a bordo di una nave rompighiaccio che era stata deliberatamente speronata contro una banchisa e lasciata andare alla deriva con i motori spenti durante la notte polare. Un equipaggio di scienziati in rotazione con la spedizione Mosaic (Multidisciplinary Drifting Observatory for the Study of Arctic Climate) ha occupato RV Polarstern nel suo viaggio per raccogliere quanti più dati possibili sull'inverno artico.
Hoppe e i suoi colleghi lavoravano nell'oscurità di una notte di 24 ore, tra distese di ghiaccio scintillante e venti gelidi fino a -76 gradi Fahrenheit. Crepe e creste nel ghiaccio spostavano costantemente la rotta verso un buco permanente nel ghiaccio, chiamato Ocean City, da cui Hoppe e il suo team raccolsero centinaia di litri di campioni di acqua di mare e li trasportarono sulla nave per analizzarli.
Il team ha eseguito due serie parallele di misurazioni. Per prima cosa, hanno prelevato campioni di microalghe dall'acqua di mare e dal ghiaccio marino nel laboratorio di bordo. Lì, hanno incubato le cellule e hanno offerto loro carbonio (tracciabile tramite isotopo, ovvero il numero di neutroni nei nuclei atomici) e piccole quantità di luce (anche se significativamente maggiori di quelle disponibili sotto il ghiaccio). Misurando i tassi di assorbimento del carbonio delle cellule, sono stati in grado di stimare i limiti della capacità di fotosintesi degli organismi.
I ricercatori hanno anche prelevato regolarmente campioni di acqua di mare per tracciare le quantità di fitoplancton e clorofilla presenti nel tempo. Per tutto febbraio, entrambi i set di numeri sono rimasti statici, ha detto Hoppe. Entro la fine di marzo, tuttavia, l'assorbimento di carbonio delle microalghe era aumentato, insieme al numero di cellule e alla concentrazione di clorofilla, proxy per la crescita e la fotosintesi. Hoppe e il suo team hanno testato ed escluso molte possibili spiegazioni e hanno riconosciuto che l'aumento della fotosintesi coincideva con il ritorno della prima luce solare primaverile.
Tuttavia, una prova fondamentale è emersa solo tre anni dopo la spedizione, ha detto Hoppe, e dai ricercatori di un altro dipartimento: i fisici che misuravano la luce sotto il ghiaccio marino. Storicamente, questo è stato complicato: "Non puoi davvero misurare la luce sotto il ghiaccio senza disturbare l'ambiente che stai cercando di misurare", ha detto Hoppe. "Poiché fai un buco, cammini in giro, persino i passi sulla neve e sul ghiaccio cambieranno il campo di luce".
Per aggirare il problema, il fisico del ghiaccio marino Niels Fuchs(si apre una nuova scheda)e il suo team a bordo del RV Polarstern avevano posizionato dei sensori di luce estremamente precisi attorno alla banchisa all'inizio della stagione e avevano lasciato che si congelassero sotto il ghiaccio per l'inverno. Come le telecamere di sorveglianza piazzate nei boschi da un biologo della fauna selvatica, i sensori di luce registravano i dati sulla luce sotto il ghiaccio per mesi, indisturbati.
A febbraio, l'oscurità della notte polare era quasi assoluta, e nemmeno i fotoni di una luna luminosa o di un crepuscolo fugace riuscivano a raggiungere le acque scure sottostanti. Poi, a fine marzo, il sole è emerso brevemente all'orizzonte. Sotto quel ghiaccio, i sensori di luce hanno registrato un numero astronomicamente piccolo di fotoni: un intervallo superiore di 0,04 micromoli per metro quadrato al secondo, un numero molto vicino alla quantità minima teorica di luce su cui può funzionare la fotosintesi. La quantità effettiva di luce era probabilmente inferiore.
"La luce che abbiamo osservato, rispetto a una normale giornata di sole, è come una goccia d'acqua rispetto a 3 litri", ha affermato Fuchs, specialista del ghiaccio presso l'Università di Amburgo e coautore dello studio.
La loro stima è prudente, ha aggiunto, ed è possibile che siano passati anche meno fotoni. "La calotta di ghiaccio è piuttosto eterogenea", ha spiegato. Poiché alcune parti della calotta potrebbero far passare più luce di altre, il team di ricerca ha selezionato le soglie superiori delle proprie misurazioni della luce. "Alla fine c'è una certa varietà e vogliamo davvero andare sul sicuro, non puntare sul limite inferiore dove non siamo sicuri al 100% che questa sia davvero la quantità di luce".
L'associazione dei dati sulla luce di Fuchs con le osservazioni sulle microalghe di Hoppe ha dato ragione: alla fine di marzo, proprio quando è tornata la minima quantità di luce solare, le microalghe non solo avevano il loro macchinario fotosintetico in funzione, ma stavano anche crescendo e costruendo biomassa. Il suo team ha concluso di aver effettuato la prima osservazione sul campo della fotosintesi a un livello appena intorno al minimo teorico, in cui la quantità di luce era di un ordine di grandezza inferiore a quanto osservato in natura in precedenza.
Non dormire più
Hoppe era emozionato di osservare la fotosintesi alla minima quantità di luce che potrebbe alimentare la vita, o quasi. Ma la scoperta ha sollevato una domanda: come potevano le cellule dormienti essere pronte ad accendere i loro macchinari proprio nel momento in cui la prima luce primaverile filtrava attraverso il ghiaccio?
Il suo team ha scoperto che durante i periodi più bui della notte polare, le microalghe non mostravano un aumento misurabile nell'assorbimento del carbonio: non stavano né crescendo né fotosintetizzando. Tuttavia, non erano nemmeno completamente dormienti. Le cellule continuavano a funzionare a bassa potenza. Quindi, non appena i livelli di luce aumentavano abbastanza da supportare la fissazione attiva del carbonio a fine marzo, le alghe erano pronte a esplodere in azione.
"È un po' come un semenzaio o un problema di inoculazione", ha detto Campbell. "Quella capacità di sfruttare in modo produttivo una luce davvero scarsa migliora la tua capacità di sopravvivere e poi di essere pronto a ripartire velocemente quando torna la luce".
I ricercatori non sono del tutto sicuri di come le microalghe siano riuscite a rimanere in vita e a non essere dormienti nei periodi più bui. Alcune, come le diatomee, possono consumare nutrienti organici disciolti direttamente dall'acqua. Forse potrebbero sopravvivere con fotoni vaganti che passano attraverso crepe nel ghiaccio o che vengono emessi da qualche creatura bioluminescente. O forse le alghe polari hanno sviluppato meccanismi unici che possono mantenere attivo il loro metabolismo(si apre una nuova scheda)a bassa temperatura, in modo che siano pronti ad attivarsi alle prime luci dell'alba.
Tali adattamenti potrebbero essere importanti per l'ecologia della regione, ha affermato Kevin Flynn(si apre una nuova scheda), uno specialista di plancton del Plymouth Marine Laboratory che non è stato coinvolto nello studio. "Gli organismi potrebbero prepararsi prima di quanto pensiamo", ha affermato. La scoperta è "un lavoro importante che è un controllo della realtà su ciò che la natura fa realmente".
Tuttavia, non è del tutto convinto che la crescita delle cellule a fine marzo sia avvenuta tramite fotosintesi. "La comparsa di clorofilla non significa che stiano fotosintetizzando per ottenere quella crescita", ha detto. "Potrebbero semplicemente produrre più clorofilla da sostanze organiche e in preparazione per la fotosintesi. Perché man mano che la stagione avanza, ci sarà luce. E l'organismo che è pronto per questo più velocemente degli altri andrà più veloce".
D'altro canto, Campbell pensa che sia possibile che le alghe possano fotosintetizzare anche prima di quanto suggerito dal team di Hoppe. Le loro stime dei livelli di luce erano prudenti, ha detto, e la fotosintesi potrebbe essersi verificata ben prima del tipo di accumulo di biomassa che è facile da misurare. È fattibile per lui, quindi, che "queste cose siano esattamente al limite termodinamico biochimico o al di sotto di esso", ha detto.
Le scoperte dipingono un nuovo quadro della vita nella notte polare dell'Artico e forse anche oltre. La vita potrebbe non essere concentrata interamente in pochi mesi estivi; piuttosto, le acque potrebbero essere produttive, o, quantomeno, ancora vive, per tutto l'anno. Questo, ha detto Hoppe, potrebbe riscrivere la nostra comprensione dei cicli di vita, delle interazioni e delle riserve energetiche degli organismi artici.
Si chiede anche se la capacità del fitoplancton artico di sopravvivere a un'oscurità quasi assoluta potrebbe essere condivisa da alcune alghe nelle acque più fredde e scure del mare profondo. Se ha ragione, la zona di oceano produttivo potrebbe essere più profonda di quanto chiunque pensasse. "Se il fitoplancton polare fosse in grado di sviluppare questi meccanismi", ha suggerito Hoppe, "sono sicuro che il fitoplancton in altre aree dell'oceano possa fare lo stesso".
2 notes
·
View notes
Note
Ghiaccio with a Northern friend who does polar swimming in 0 degree water. Every time they visit they comment on how nice and warm Italy is in comparison to where they normally live. Knowing that swimming scene from the anime, he’s pretty fucking good at it, so I think they could totally get along either having a friendly competition or just swimming for fun. Though, if he doesn’t believe they’re really swimming in water that cold, he might lower the temperature a bit with white album lmao
okay but this is SO cute 🧊 i see ghia as very competitive, so he's going to make a point out of how he can swim in even colder water. that being said, he'd still be impressed by the fact you do polar swimming.
also the words anime and swimming so close together just make me think of this lmao
3 notes
·
View notes
Text
Charles Baudelaire - I fiori del male
Imploro la tua pietà, unica da me amata, dal fondo dell'abisso nero ove il mio cuore è caduto. E' un universo tetro, dall'orizzonte plumbeo, ove nuotano nella notte l'orrore e la bestemmia;
un sole senza calore si libra per sei mesi, e gli altri sei la notte copre la terra; è un paese più nudo della terra polare: nè animali, nè ruscelli, nè verde, nè boschi!
Non v'è orrore al mondo che superi la fredda crudeltà di quel sole di ghiaccio e quell'immensa notte simile al vecchio Caos;*
io invidio la sorte dei più vili animali, che possono sprofondarsi in un sonno stupido, tanto la matassa del tempo si dipana lentamente!
*Caos : Secondo alcune teogonie classiche, designava il vuoto primigenio antecedente alla creazione e al Cosmo.

2 notes
·
View notes
Text
Venti di guerra.
Con l'innesco di Hamas sembra che la guerra sia diventata l'unica notizia esistente al mondo, che sia in medio oriente o in Europa non importa, l'importante è scatenare paura. Ieri ha mio figlio gli è arrivato la famosa "cartolina" della leva, in realtà è un sms, a breve vestirà una divisa come tanti ragazzi della sua età un pò in tutto il mondo. A tal proposito ieri sera la mia compagna mi ha chiesto "Se ci invadono dove andiamo?", intendeva i russi, "in Italia, pensi che mia madre non ci viene a prendere lei con l'auto direttamente?". Si lo so che fare battute a una cosa così seria non è il massimo, ma non penso che ci invaderanno, almeno lo spero, per il fatto che se lo facessero si tirerebbero dietro tutti i paesi della NATO, anzi, i cari alleati non vedono l'ora che i cattivoni di turno invadano uno dei paesi membri in modo da cercare di finirli definitivamente. Oggi leggo che un paio di giorni fa c'è stato un sabotaggio alle condotte del gas tra Finlandia ed Estonia, nessuna esplosione e perdita di gas come per il nordstream, e il tubo è stato chiuso per evitare casini, sembra che lo stiano riparando o comunque controllando, l'articolo del Postimees (giornale estone) dice che l'erogazione del gas non subirà conseguenze perché c'è un altro tubo che viene dalla Lettonia, ma a me che me frega io non ce l'ho il gas a casa. Sicuramente c'è dell'apprensione e in questa situazione la propaganda occidentale crea ancora più paura e tensione. Da noi si dice "paura e soldi non ne ho mai avuti", che poi a differenza dell'Ucraina qua in Estonia non c'è un cazzo, nessun giacimento minerario, qualcuno dice che gli servirebbe come porto, ma perché se hanno San Pietroburgo, qualcuno mi disse tempo fa (quel coglione uruguaiano) "ma li il mare si ghiaccia di più", guardando la mappa è più o meno sono alla stessa altezza di Tallinn quindi non so quanto si ghiaccia di più e poi mi volete dire che la russia che ha parte del territorio nel circolo polare non ha delle navi spacca ghiaccio? Non sono filo putinano o simpatizzante russo, ma questi ragionamenti non solo aumentano la tensione e la paura ma sono assurdi e poco logici, anche se fosse, ricorderei a questi disfattisti e pessimisti che il governo ha accettato di infilarsi nella NATO così facendo si è automaticamente messo sulla punta del naso del dittatore di mosca. Io penso, questa è una mia opinione, che si poteva fare un cordone di paesi cuscinetto tra nato e russia, con la specifica scritta a caratteri cubitali, che se i russi avessero invaso uno dei cuscinetti i paesi nato fossero autorizzati a difenderli, poi naturalmente questo è il pensiero di un musicista, un pacifista. Se non scrivo più vuol dire che ci hanno bombardato.
1 note
·
View note
Text
Drawn Ghiaccio as a Polar-Werebear because polar bears are cold and aggressive, like Ghiaccio.
🐻❄️💢
3 notes
·
View notes
Text
Gekkan Mousou Kagaku Rewatch Part 2
Episode Five
Ryoma shares a voice with Ghiaccio from JJBA, and they most definitely did that on purpose. (Skating on an expressway via ice powers...)
Since it's Expressway One... Does that mean it's Japan National Route 1 or something else?
"Another has transformed! And he's white!" Oh my God, Goro. You can't just bring up that he's white.
But of course the MOPart that summons ice becomes the part for the polar bear.
Funny they got the cops called on them. The Defense Club threatened the twins with getting the law involved, and now these twins have to run from the cops.
Forgot that they brought up raising the Mo Continent this early...
Episode Six
Cute little blush from Jiro when Taro caught him.
Johnny shares Ibushi's seiyuu, so some of his lines are really funny in that context. "Shall I strip?" fjfhdh "Can't wait to have that hot coffee!" fhfhdhdhdfd (laughing cause I'm pretty sure there was a whole thing with "hot coffee" being a sex scene in GTA or a similar game...)
The twins getting attacked by cats reminds me of Let the Right One In lol
Kinda weird the polar bear transforms first even though he got his part second...
Sebastian is a Motarian name, I guess? Still of the opinion that Rock is also a Motarian.
Episode Seven
The cruise has been hinted at from the very start, with a poster in Nancy's office.
Speaking of which, I really love Nancy in this episode. Usually we see her from Taro's perspective, where she's done with his BS. We got the side of her that interacts with other clients, and then there's that part where she offers Jiro's Motarian form the microphone.
Episode seven takes place two months after episode four.
When this episode first came out, I was disappointed in terms of fan service (since all Umatani seventh episodes have in-your-face fan service) but looking back, it's got a bunch of shippy moments for Taro and Jiro!
Episode Eight
The dogs in the competition are so weird. Maybe the White Pegasus collars are an attempt at recreating Motarians?
Saburo turning human makes some earlier parts weird. Like him dating that dog in the previous episode. But it's kinda funny how he wanted to get away from the dogs when Taro took him for a walk.
Also, it's kinda weird how Motarians are animal-human hybrids, while Saburo just becomes a man. (I know, there's more to him than meets the eye, but still...) Does that mean all the other Motarians could have human forms (that aren't their current human incarnations)?
Don't get why they can't just have Saburo transform again when the transformation wears off, in order to ask him more questions. Unless there's a cool down?
0 notes
Video
youtube
Tempesta Polare in Arrivo: Gelo Artico, Neve e Ghiaccio Colpiranno l’Ita...
0 notes
Text
La prima, fallita, esplorazione antartica

Trovata a 3mila metri di profondità la mitica Endurance, nave dell'esploratore antartico Sir Shackleton, si legge ancora il nome sullo scafo. L'imbarcazione rimase intrappolata nel ghiaccio marino e, danneggiata implacabilmente, affondò. La drammatica fuga dell'equipaggio, a piedi e su piccole barche, divenne leggendaria. I legni sono intatti e a poppa si legge "Endurance". La famosa nave Endurance dell’esploratore antartico Sir Ernest Shackleton è nota per la sua leggendaria impresa nell'esplorazione polare all'inizio del XX secolo. L’impresa di Shackleton, uno dei più significativi capitoli dell'esplorazione dell’Antartide, si è svolta tra il 1914 e il 1917. Durante la spedizione imperiale trans-antartica, l'Endurance si trovò bloccata nel ghiaccio e, infine, affondò nel Mare di Weddell, mettendo alla prova l'adattabilità e la resistenza del suo equipaggio. Gli uomini di Shackleton, grazie alla straordinaria leadership del comandante, riuscirono a mettersi in salvo, stabilendo uno dei più celebri esempi di perseveranza e sopravvivenza della storia. Il destino dell'Endurance è da sempre di grande interesse per storici e studiosi, considerato un simbolo di tenacia e di forte spirito avventuroso. Ma che fine ha fatto lo scafo? Nel 2022, ad oltre un secolo dall’affondamento, un team di ricercatori ha fatto una straordinaria scoperta nelle profondità del Mare di Weddell, nell’Oceano Artico: ha individuato la nave perduta dell'intrepido esploratore. La sfortunata spedizione imperiale trans-antartica di Shackleton (1914-1917) aveva l'obiettivo di compiere la prima traversata dell'Antartide, ma la nave rimase intrappolata e fu danneggiata dal ghiaccio marino finendo nelle profondità oceaniche. La drammatica fuga dell'equipaggio, a piedi e su piccole imbarcazioni, divenne leggendaria e incarnò il simbolo della resilienza e dell'ingegnosità umana, alimentando per molti anni l'immaginazione degli storici e degli appassionati delle avventure polari.

A quasi 3 chilometri (10.000 piedi) di profondità, l'Endurance è stata ritrovata sorprendentemente ben conservata, come congelata nel tempo. I suoi legni sono ancora in prevalenza intatti e il nome della imbarcazione è chiaramente visibile sulla poppa. Questa scoperta non solo ha realizzato l'ambizione di una vita dell'archeologo marino Mensun Bound, ma ha anche riacceso l'interesse e il mistero attorno a una delle più grandi storie di sopravvivenza della storia, ricordandoci il fascino implacabile e allo stesso tempo affascinante del mondo di ghiaccio dell'Antartide. Grazie a tecnologie avanzate di rilevazione subacquea, il relitto è stato finalmente individuato. Questo ritrovamento apre nuove prospettive di studio su un passato mai dimenticato, fornendo preziosi dettagli su uno degli episodi più affascinanti dell'era delle esplorazioni. La scoperta dell'Endurance segna un momento significativo nella storia delle esplorazioni e rappresenta un tributo ai coraggiosi marinai e ai loro racconti. Questo ritrovamento onora il loro coraggio e continuerà a ispirare le future generazioni di esploratori e studiosi in tutto il mondo. https://www.youtube.com/watch?v=9J7ey0OgdVQ https://www.youtube.com/embed/9J7ey0OgdVQ?si=YA50iEek4-OK9sdS Read the full article
0 notes
Text
Valanghe di primavera
La regione polare nord di Marte è ricoperta da strati di ghiaccio d’acqua e polvere, chiamati “depositi polari stratificati”. Questa calotta polare permanente è coperta in inverno da uno strato di ghiaccio stagionale di anidride carbonica. Quando il sole sorge in primavera, i bordi ripidi dei depositi stratificati polari sono i primi a riscaldarsi. Il ghiaccio secco sublima (passando…

View On WordPress
0 notes