#lettura ispirante
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Time - Forty Italian Poems di Giuseppe Berton: Un Viaggio Poetico tra il Tempo e l'Essenza della Vita
Giuseppe Berton esplora il significato del tempo e della vita con poesie che evocano l'amore, la natura e la ricerca interiore.
Giuseppe Berton esplora il significato del tempo e della vita con poesie che evocano l’amore, la natura e la ricerca interiore. Time – Forty Italian Poems è una raccolta poetica di Giuseppe Berton, pubblicata da Guido Miano Editore, che affascina per la sua profondità e sensibilità. Il libro, dedicato “a tutti coloro che desiderano TEMPO PER VIVERE,” è una riflessione sulla natura transitoria…
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lumioluna · 2 months ago
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° ˚˖𓍢ִ໋ 🍂⋆. a fitting lighting ೃ࿔ 📖 *:・
devo dire una lettura piuttosto deludente. forse me l'aspettavo più poetica, più ricca e ispirante. invece l'ho trovata piuttosto scarna, un aforismario ridondante, con qualche passaggio condivisibile, anche ad effetto e qualcuno decisamente bizzarro. nel suo complesso piuttosto piatta. non per me.
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theoldbookwormsnest · 7 years ago
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Buona vita a tutti. I benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione, J. K. Rowling
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Scheda del libro
Titolo originale Very Good Lives: The Fringe Benefits of Failure and the Importance of Imagination
Autore J. K. Rowling (con illustrazioni di J. Holland)
1ª ed. originale 2015
1ª ed. italiana 2017
Editore: Salani (fuori collana)
Pagine 69 p., illustrato
Genere Saggio
Lingua originale Inglese
Sinossi «Non occorre la magia per trasformare il mondo. Dentro di noi abbiamo già tutto il potere che ci serve: il potere di immaginarlo migliore» - J.K. Rowling Quando J.K. Rowling è stata invitata a tenere il discorso per la cerimonia di laurea di Harvard, ha deciso di parlare di due temi che le stanno molto a cuore: i benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione. Avere il coraggio di fallire, ha detto, è fondamentale per una buona vita, proprio come ogni altro traguardo considerato di successo. Immaginare sé stessi al posto degli altri, soprattutto dei meno fortunati, è una capacità unica dell’essere umano e va coltivata a ogni costo. Raccontando la propria esperienza e ponendo domande provocatorie, J.K. Rowling spiega cosa significa per lei vivere una ‘buona vita’. Un piccolo libro pieno di saggezza, umanità e senso dell’umorismo, ricco di ispirazione per chiunque si trovi a un punto di svolta della sua esistenza. Per imparare a osare e ad aprirsi alle opportunità della vita
Dettagli
Inizio lettura: lunedì 15 gennaio 2018, pomeriggio, intorno 15.30. Ufficio.
Fine lettura: lunedì 15 gennaio 2018, pomeriggio, intorno 16.30. Ufficio.
Acquistato (quando, dove e perché): Acquistato giovedì 21 dicembre 2017 come regalo di Natale per il mio collega, appassionato di Harry Potter. Gli è piaciuto tantissimo e l’ha portato in ufficio per farmelo leggere.  
Rating: ★★★½ (Media online ★★)
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I say…
Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto? Al mio collega era strapiaciuto, ed io ero lusingata dalle mie abilità di fare regali di Natale, visto che con quello per mio fratello – a quanto pare – avevo toppato. Io l’ho trovato buono, non eccezionale. Ho trovato belle le illustrazioni ed eccellente l’idea di prendere un discorso di una pagina e mezza e farci un libro. Qualche buona citazione, ma non così ispirante.
Citazioni
«Come un racconto, così è la vita: non importa che sia lunga, ma che sia buona» - Seneca
Note
Ma la genialità di prendere un discorso del 2008, farci un libro nel 2015 e guadagnare milioni? Geni del marketing.
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“I paradisi artificiali” ovvero quando una lettura riesce ad essere, contemporaneamente, la chiusura di un cerchio ed un interessante viaggio ai confini (e ben oltre) la realtà. Chiusura di un cerchio in quanto va ad affiancare, arricchire e concludere quanto lasciato in sospeso, qualche mese fa, leggendo “Confessioni di un oppiomane” di de Quincey. I testi sono molto vicini sia per argomenti trattati che per toni utilizzati anche se, personalmente, ho trovato più interessante e stimolante l’opera di Baudelaire in quanto capace di restituirmi una maggiore sensazione di oniricità e di follia. Viaggio, invece, perché le poetiche parole di Baudelaire, sommate all’argomento trattato, hanno la capacità di trasportare il lettore in un universo molto particolare, dai confini labili e lattiginosi, che assomiglia sì alla realtà di partenza ma appare più ricco, più colorato, più ispiratore. E’ quindi un vortice di sensazioni ed emozioni il viaggio capitanato da Baudelaire, arricchito da quanto ha avuto modo di leggere ma, ancora di più, da quanto ha voluto provare sulla propria pelle. Si assiste quindi alla magnifica fioritura di un mondo all’apparenza triste e cupo, all’esplosione multicolore di un luogo incolore e tetro dove la ristrettezza e la normalità mutano in uno splendido arcobaleno di vita ed in pulsanti quanto irripetibili esperienze visive e sensoriali. Un testo visionario, che trascina il lettore in un universo sognante ed allucinogeno e fa del dualismo una sua parte fondamentale. Un dualismo che, da un lato aborre e stigmatizza qualsiasi droga ed il suo impiego ma, dall’altra, non pensa minimamente di fare a meno di un così ispirante e meraviglioso nettare.... #libridisecondamano #ravenna #bookstagram #booklovers #bookstore #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #charlesbaudelaire❤ (presso Libreria Scattisparsi) https://www.instagram.com/p/B33mpoGo0Tj/?igshid=1xhikjtzsn2z4
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ecomusirisa · 8 years ago
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NETHERLANDS – JULY 18: NETHERLANDS Photo of Tina TURNER, performing live onstage at Groningen (Photo by Paul Bergen/Redferns)
    Hello!
Febbraio è stato un mese un po’ malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E’ il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa. Ecco, per me, l’anno potrebbe incominciare a febbraio. Per me é come il mese della catarsi, che lascia a marzo la parte della rinascita .
Partiamo subito con i miei preferiti del mese!
LIBRI
Sono abbastanza contenta delle mie letture di febbraio, ma posso dire che marzo sta andando ancora meglio!
A febbraio ci sono stati libri che non mi hanno entusiasmata in modo particolare, altri che mi hanno colpita, affascinata, commossa.
  Per dieci minuti, Chiara Gamberale
Questo è uno di quei libri che non mi ha entusiasmato moltissimo, più per lo stile di scrittura che per la trama in sè. In realtà l’idea su cui si fonda il libro l’ho apprezzata e trovata originale. Questa é la storia di Chiara (ogni riferimento è puramente casuale) , trentaduenne che viene lasciata dal marito e perde pure il lavoro . Che sfiga. Fino a quando , e qui incomincia il libro, la protagonista si rivolge da una terapeuta che le dà un compito: ogni giorno , per dieci minuti, Chiara dovrà fare qualcosa di nuovo. Così seguiamo le sue avventure, mentre impara a fare il punto croce , a cucinare dei pancakes, a ballare come una matta, a fare un giro su un sito pornografico, a suonare il violino  Il libro é quindi una specie di diario.  Aspetto positivo di questo romanzo é appunto l’idea iniziale, che fa sviluppare il romanzo nell’ottica di un tema importante che é quello del cambiamento. Il fulcro sembra proprio essere questo: piccoli cambiamenti, ogni giorno, fanno davvero cambiare e non é rifugiandosi nel proprio mondo che si supera una situazione di crisi. Il libro sembra insegnare a dare valore alla propria vita, responsabilizzandosi e valorizzando ciò che già c’é intorno a noi stessi. Questo ha provocato in me delle riflessioni, ma non abbastanza profonde da muovermi qualcosa. Per quanto mi riguarda, credo che se avessi letto questo romanzo qualche anno fa, o in una situazione di vita diversa mi sarei immedesimata di più (nonostante, forse, i libri belli sono libri belli, a qualsiasi età e in qualsiasi momento secondo me, ma capita che la trama di un libro possa seguire i battiti dei nostri passi in maniera quasi perfetta, e questo non può che dare un quid alla lettura). In ogni caso lo stile di scrittura l’ho trovato a tratti fastidioso, pieno di punteggiatura e frasi corte, ma in maniera forzata e non naturale (per intenderci, non come farebbe Baricco, che può piacere o non piacere, ma il suo modo di scrivere ha il suo perché). Ora, purché mi piaccia leggere, non mi va di soffermarmi su stile o particolari stilistici perché non ne ho le competenze, sta di fatto che non questo libro, a causa di questo fattore, e del finale che ho trovato banale, non mi ha colpito particolarmente.
Se non ti vedo non esisti, Levante
Seguo Levante come musicista, amo il fatto che sia un’artista indipendente e consapevole di ciò che scrive, oltre ad amare lo stile che ha. Perciò ero curiosa e avevo voglia di leggere questo romanzo, per poter addentrarmi anche nel suo modo di scrivere . Mi viene da fare un ragionamento opposto a quello fatto sopra per quanto riguarda Chiara Gamberale: la trama di questo libro non mi ha colpito, ma lo stile di scrittura di Levante mi è piaciuto. Una che di professione canta che scrive meglio di una che come professione scrive. Diciamola meglio, sempre perché non sono competente in questo campo: io ho apprezzato di più come scrive Levante. Come ha scritto questo libro. Ci sono frasi che mi sono sottolineata, delle metafore molto carine, dei commenti ironici che mi hanno divertita. Il libro racconta la storia di Anita , redattrice di una rivista di moda , un po’ inquieta, e si descrive usando la metafora “delle mille me“, che riflette i suoi cambiamenti di umore, il suo essere incostante. Nel romanzo si innamora di due uomini, durante una crisi consolidata con il marito . Ricorre più volte la frase: “io pago sempre il conto“. Questo mi è piaciuto per due fattori: il primo é che il personaggio di Anita in fin dei conti, anche se crede di amare più uomini contemporaneamente, é una donna indipendente, che ama offrire la cena al ristorante, senza per questo sentirsi meno donna. Legato a questo c’é il secondo motivo per cui questa frase mi è piaciuta: Anita, nel corso della storia, aumenta sempre di più la sua consapevolezza, comprendendo che è lei stessa che deve “pagare”, che deve scavare dentro di sè per fare i conti con le sue mille facce e per fare i conti con un passato molto doloroso. Il personaggio di Anita me lo sono raffigurato con un colore rosa tenue ; dentro, invece, con un grigio malinconico.  Insomma, la trama non mi ha colpito perché l’ho trovata a tratti banale e forse non mi ha coinvolto anche per il tema di cui trattava, ma ci sono state molte frasi acute che mi sono piaciute molto ed è un libro che consiglierei, sopratutto a quelle ragazze e donne che stanno vivendo una fase un po’ spaesata, che si sentono confuse.
Chesil Beach, Ian McEwan 
Arriviamo al mio libro preferito di febbraio ! Un libro di 130 pagine che mi ha commosso e che ho lasciato sedimentare prima di leggere quello successivo. È la storia di Edward e Florence, una giovane coppia appena sposata. Siamo negli anni ’60 e la trama si svolge nell’albergo della prima notte di nozze, luogo in cui per la prima volta i due si trovano vicini fisicamente. Non mancano alcune digressioni storiche del contesto di riferimento e della vita dei personaggi, caratterizzata da mancanze affettive e sentimentali.  Il libro è molto breve e a chi mi sta leggendo non voglio preannunciare molto, ma voglio dirti: leggilo! Leggilo perché McEwan ha la capacità di trasformare frasi in poesia, di disporre le parole in modo che sembri di leggere un’opera d’arte. La scrittura è delicata, il dolore e la situazione sentimentale dei due personaggi è descritta con una sensibilità che ho trovato rara. Ci sono molte emozioni in questo libro, mescolate a una descrizione di una società piena di convenzioni, che ingabbia e provoca senso di vergogna , senso di colpa, che genera persone che sembrano essere analfabeti sentimentali.
Come un romanzo, Daniel Pennac
L’ultima settimana di febbraio è stata accompagnata da questo libro che è un inno alla lettura!  Questo è un saggio in cui Pennac cerca di smontare tutti gli aloni che ruotano attorno alla lettura, come il dovere di leggere, il dovere di terminare per forza un libro, il dovere di leggere solo determinate cose. Ho apprezzato sopratutto le riflessioni sulla scuola e sull’educazione , perché mi sono ritrovata molto, ho pensato a quando andavo alle superiori e mi assegnavano libri che poi avevo l’obbligo di recensire, e la maggior parte di questi non li ho nemmeno letti, chissà quante cose mi sono persa. Forse l’amore per la lettura l’ho respirato veramente  dal mio professore di storia e filosofia: non so se avesse letto il libro di Pennac, eppure un giorno é venuto a scuola con un libro e ha iniziato a leggercelo ad alta voce. Il libro era “Novecento” di Baricco, e lo leggeva talmente bene che ti vedevi le immagini davanti, ti perdevi in un mondo, e quasi volevi portarti il prof a casa, e chiedergli di leggerti un altro capitolo, e un altro ancora.  Saranno due anni che leggo con costanza vera , mi capita di non finire libri, mi capita di fare periodi in cui leggo solo saggi psicologici/sociali, periodi in cui leggo romanzi, periodi in cui non leggo. Ma quando associano la lettura con il dovere mi viene da svenire. Io stessa prima mi obbligavo a leggere certe cose. Alla fine ho capito che i libri che più amo sono quelli che hanno un filo psicologico, che parlano di sentimenti, oppure che parlano di storie vere, di bambini o donne maltrattati, di coraggio e ambizione. Ora alzi la mano chi è come me. Forse pochissimi, forse tanti. Io sono una lettrice tira pacchi eppure io sto bene così, provo piacere. Perché dovrei obbligarmi a leggere cose che non mi interessano?
FILM
  Sì, lui, il film evento, girato dal regista di Whiplash ( che mi è piaciuto ancora di più) e questa é la mia scena preferita, con quei colori e quella musica. Sono andata a vederlo il 7 febbraio al cinema.
Devo dire che, per mio gusto, amo tutto ciò che è musical, è colorato, e che fa venire mal di pancia ai nerd. Avevo grossissime aspettative su questo film perché era attesissimo e devo dire che forse non é stato per me il film dell’anno come pensavo, ma comunque l’ho adorato. Ho adorato la fotografia del film, i colori, le sceneggiature, il fatto che ci fossero elementi antichi e moderni insieme, e questo ha fatto in modo che mi perdessi senza pensare in che epoca ero. E’ stato un momento sui generis. Ho adorato anche il fatto che questo è un musical moderno, perciò anche i personaggi sono moderni, e questo sta a significare anche parità tra i due sessi.
Ho adorato le parti cantate che secondo me ( forse non secondo chi odia i musical ) erano troppo ridotte. Ho adorato anche la riflessione esplicita che viene fatta sul jazz, genere musicale spesso ricondotto al puro accompagnamento.
Questo, in effetti, è un film  dedicato “ai folli e ai sognatori” e per questo credo che molti non possano non amarlo.
I punti forse più critici a mio avviso sono stati quelli legati alle poche canzoni , che speravo fossero di più e ad alcune parti ( come la discussione a tavola dei due protagonisti, che sembrava una banale litigata che vedresti in milioni di altri film, quando io già me li immaginavo litigare cantando) che avrei apprezzato se  fossero state  più vibranti, più cantate, più magiche.
  MUSICA 
Vietato morire, Ermal Meta 
Febbraio, cinique giorni di Sanremo.  Cinque giorni all’italiana, sembra che il mondo si annulli. Ma non voglio parlare di Sanremo dal punto di vista mediatico, delle battute della De Filippi che non fanno ridere ( poverina, ma cosa le fate dire cose divertenti?), o di ospiti invitati a caso. Voglio parlare della canzone che ho più apprezzato. Forse non ho nemmeno una classifica, ma voglio parlare di questa canzone. E di lui.
Ermal Meta, l’unico ad essere salito sul podio con un testo tutto suo e quest l’ho trovato,già di per sé, super.
Il testo é una dedica alla madre, ma questo l’ho scoperto dopo. Mi ha commosso già così, come mi ha commosso il video e mi commuove ancora ora.
Mi sono sentita muovere dentro alle parole :
Non ho dimenticato l’istante in cui mi sono fatto grande, per difenderti da quelle mani anche se portavo i pantaloncini 
Scegli una strada diversa, ricorda che l’amore non è violenza, ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire 
La vita che avrai non sarà mai distante dall’amore che dai
Mi commuove l’immagine di questo bambino, che si fa più grande di quello che è, che capisce ciò che vede. Mi colpisce il fatto che il fulcro della canzone sia la disubbidienza. Disobbedire per vivere, disobbedire per amare più forte. Ermal Meta riesce a cantare questo testo importante senza molta retorica, con una consapevolezza che si respira, che sta dalla parte del più debole, ma che alla fine ha un  grande margine per scegliere, per ricominciare, per far sì che la macchia della violenza non si intacchi sulla pelle come una cicatrice.
Proud Mary, Tina Turner 
Tutto un altro tipo di canzone. Tina Turner é una bomba della versione live di questa canzone,  su YouTube si trova la versione girata durante il concerto a Wembley. Una canzone che scuote, che fa divertire. Grazie alla band ho potuto scoprirla ed é decisamente la canzone che mi dà la carica in queste  giornate di febbraio !
  https://m.youtube.com/watch?v=T2T5_seDNZE
  Che sia un marzo pieno di cose belle!
  Febbraio, caos catartico Hello! Febbraio è stato un mese un po' malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E' il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il Tempo del Bosco di Mario Calabresi: Un Viaggio alla Ricerca di Significato tra Storie di Vita e Natura. Recensione di italianewsmedia.com
Mario Calabresi esplora le incertezze della vita moderna con storie toccanti di persone comuni e straordinarie
Mario Calabresi esplora le incertezze della vita moderna con storie toccanti di persone comuni e straordinarie. In Il Tempo del Bosco, Mario Calabresi ci guida attraverso un viaggio unico in Italia, alla ricerca di storie che affrontano temi universali come l’incertezza, l’ascolto e la ricerca di una direzione nella vita. Il libro nasce da una domanda sincera e dolorosa di una giovane…
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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E poi?: Una riflessione profonda di Bruno Mattu sul senso dell'esistenza. recensione di Alessandria today
Un invito a riscoprire l'interiorità e a lasciarsi guidare dal cuore, lontano dalle illusioni della società e dalle incertezze del futuro.
Un invito a riscoprire l’interiorità e a lasciarsi guidare dal cuore, lontano dalle illusioni della società e dalle incertezze del futuro. E poi? di Bruno Mattu è una profonda riflessione sul senso dell’esistenza e sul rapporto con il proprio io interiore, in un mondo che spesso ci spinge a inseguire illusioni e a temere l’incertezza del futuro. Mattu esplora il tema della ricerca del…
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