#film di sopravvivenza
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Apocalisse Z: l'inizio della fine su Prime Video – Una lotta per la sopravvivenza in un mondo devastato
Manel, un uomo e il suo gatto contro un'epidemia globale: sopravvivere alla fine del mondo su Prime Video
Manel, un uomo e il suo gatto contro un’epidemia globale: sopravvivere alla fine del mondo su Prime Video Prime Video presenta Apocalisse Z: l’inizio della fine, un thriller post-apocalittico che si è rapidamente posizionato al secondo posto tra i contenuti più visti in Italia. La trama segue la storia di Manel, un uomo che si trova intrappolato nel caos causato da una terribile malattia simile…
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Sono quel tipo di persona che quando è giù di morale ascolta musica in ogni momento e si crea un mondo parallelo fatto di film mentali per dimenticare la realtà. Perché la musica a volte è pura sopravvivenza.
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Un'opinione su Revenge. Filmetto niente male sui recessi della rettificazione.
Coralie Fargeat quando è uscita con Revenge ha girato un film intero su un unico quesito, peraltro espresso a chiare lettere da uno dei protagonisti: "Perché le donne devono sempre opporre resistenza?"
Su questo "dovere" si potrebbe scrivere almeno un paragrafo, a cominciare dal fatto che la "resistenza" femminile altro non è che la spinta evolutiva, ma il discorso si fa delicato e impossibile da trattare in quattro righe.
Intanto la regista l'ha piazzata, questa riflessione, nel momento clou dell'epilogo, e senza troppi giri di parole se l'e presa con quell'impiastro maschile che semina merda e pretende di essere trattato da re.
Ora, prima che qualche uomo si senta colpito e ribadisca il fatto che non tutti fanno schifo, è chiaro che ogni qual volta si tira in ballo un problema c'è il rovescio della medaglia. Anche molte donne fanno schifo, ma il tema trattato esplicita il fallo usato come tirannia, in senso letterale e metaforico, non si parla di eccezioni e non si parla di compromessi. Si parla di quegli uomini là, inanimati e violenti di un potere completamente malato. Punto.
Una ragazza viene violentata, i torturatori pensano di aver chiuso la faccenda e invece rinasce più coraggiosa, incazzata e centrata di prima.
Revenge non è un film-pop corn sulla rappresaglia, la trama è basata su un atto drammatico e le sequenze sono amplificate da gorgoglii di carni ferite e generosi bagni di sangue. Tuttavia per certi aspetti hai a che fare con un gruppo di dementi. Per prima la protagonista, che in tutti i luoghi in cui può peccare di vanità non si rende conto di mettersi in mostra proprio davanti al peggior gruppo di sconosciuti e di lascivi in mezzo al deserto, per finire al branco dei diavoli, tanto stupidi quanto vili e vergognosi coalizzati con un leader privo di coscienza.
Eppure è proprio a questo punto che ritorna il "dovere". Prima distorto e dopo rimesso a posto. Il senso di questa Vendetta. L' obbligo e la verità dei limiti, del rispetto e dell'aiuto, a cui vengono chiamati tutti in una feroce rettifica di posizioni. Se la ragazza è costretta a uscire dalla favola di Barbie e crearsi la sua Fenice, gli uomini sono obbligati a prendersi il proprio Karma. Non si torna indietro e non ci sono sconti. La donna scende a patti con l'elemento Yang e gli uomini falliscono l'incontro con lo Yin. I dialoghi contano niente e le sole cose che cambiano gli eventi sono azioni primitive di sopravvivenza. La civiltà in quest'anfratto di terra non esiste.
Che sia per mano di due donne (regista e protagonista) è un dato del tutto non casuale*. C'è una potenza massiccia in questo casino, a cominciare dal fatto che il corpo femminile viene torturato in modi e iniziazioni differenti. Senza lesinare sulla sua fragilità, ma nemmeno sulla sua ribellione. Mai sottovalutare gli orrori e i dolori, mai sottovalutarne le conseguenze.
Qualcuno si sveglia e qualcuno muore. Si testimonia e si restitusce la brutalità subita. Perché il "dovere" chiama tutti all'appello, anche l'aguzzino che nel Super Io in cui si esalta chiede senza capire e prende quello che ha dato.
Dalla negazione al conflitto, dalla paura all'attacco, la resistenza che impera in questo film racconta la trasformazione della pena. L'uso che se ne fa e l'emersione di una tempra insospettabile e insondabile.
Quando il corpo diventa puro strumento e il distacco della vittima e del carnefice si compie nella maniera più cruenta possibile.
*La Fargeat sulle donne ha più di qualcosa da dire (si veda anche The Subtance) e la strada che preferisce è l'horror... di forma e di concetto.
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(Io che parlo di cazzate su Facebook)
– Non mi piace il tuo comportamento su Facebook.
– Cosa intendi?
– Ci sono guerre, tragedie, il pianeta sembra incamminato verso lo sfacelo, e tu ogni tanto scrivi post a proposito di cazzate. Perché?
– Perché sono un essere umano. Le cazzate sono una parte essenziale della mia vita.
– Non è una buona scusa. Mentre tu parli di cazzate, sai cosa succede? La gente muore.
– Lo so.
– Mentre tu fai la recensione di un film trash, ci sono corpi di bambini che vengono mutilati.
– Ne sono amaramente consapevole.
– Qualche giorno fa hai scritto un post sul tuo profilo personale. Te lo ricordi?
– No. Forse l'ho rimosso dall'archivio della mia memoria.
– Te lo ricordo io. Parlava di sacchetti della spesa. Ti lamentavi del fatto che non ricevi ovazioni ogni volta che ne apri uno al primo colpo. Proprio mentre immense tragedie fanno precipitare l'umanità nel baratro, tu hai il coraggio di essere triste per una stronzata del genere.
– A volte sono triste anche per cose più stupide. A volte sono triste senza un motivo umanamente comprensibile. A volte vedo una giacca verde e mi sento triste.
– E quando ti lamenti perché non fanno la seconda stagione di una serie che ti è piaciuta? Vogliamo parlarne?
– Non infierire. Mi piaceva quella serie. Mi rendeva le serate più piacevoli.
– Ti sei lamentato per il caldo. Lo hai fatto per mesi. Ci sono catastrofi che distruggono la vita delle persone e tu cosa fai? Ti lamenti per il caldo. Non provi vergogna?
– Non ho scuse.
– Certo che non ne hai.
– E sai cosa fai ogni tanto? Questa è forse la cosa che mi innervosisce maggiormente. Condividi stupidi meme. E magari ci ridi su. Mentre tu ridi, la gente muore.
– Cosa dovrei fare?
– Semplice. Fai come me. Renditi utile. Informa le persone a proposto dei grandi problemi che mettono in pericolo la sopravvivenza dell'umanità.
– Ne parlo ogni tanto. Nel mio piccolo, sono un attivista libertario.
– Devi parlarne sempre.
– Non posso farlo.
– Perché?
– Perché sono un essere umano. Mi aggrappo alle cazzate per sopravvivere. E poi non voglio mentire. Non voglio dare un'immagine eroica di me stesso. Sono come tante altre persone. Forse peggio. Sono un pantofolaio asociale. Non c'è nulla di più inutile di un pantofolaio asociale. Ho un sacco di passioni stupide e disimpegnate, che servono solo a farmi passare le ore. E servono anche per non farmi pensare all'incessante scorrere del tempo.
– Ecco che ricominci. Ora ti lamenti dello scorrere del tempo. C'è gente che muore prima dei vent'anni e tu stai qui a piagnucolare per il tempo che passa, invece di ringraziare la buona sorte per essere ancora vivo.
– Faccio schifo. Contento? Se fossi una persona che sta per essere uccisa, sai cosa rimpiangerei?
– Sentiamo.
– Le cazzate. Avrei una struggente nostalgia delle cazzate. Si, sono fatto così.
– E ne vai fiero, immagino.
– Per niente.
– Non sperare di ottenere una sorta di redenzione con questa tua ammissione.
– Per fortuna ci sei tu che cambi il mondo con i tuoi post su Facebook.
FINE
[L'Ideota]
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Giornata così.
Mi avevano avvertito che anche se mi sto riprendendo potevo avere una ricaduta, eccola. Ieri sera c'era una festa, stamattina lo yoga, dovendo scegliere ho preferito yoga sono tornato a casa presto sono andato a letto e stamane mi sono svegliato con i crampi e fuori pioveva a dirotto, quindi niente yoga e niente festa. Ho fatto la mia routine e poi ho sistemato un casa e ho pranzato, mi sono lanciato sul letto per un riposino e quando mi sono svegliato stavo na merda. Allora mi sono vestito e sono andato in pizzeria, il pizzaiolo era incazzato perché è stato tutto il giorno solo, nessuno si è fatto vivo, gli ho detto che poteva scrivermi che venivo ad aiutarlo, ma mi ha detto che lui stipendia delle persone che dovevano essere la, uno era quello che organizzava la festa ieri, gli altri penso che sono andati alla festa. Fatto sta che na mezz'ora gli ho dato na mano.
Al bar danno, sicuramente sarà ancora in proiezione, un film sulla Palestina, si il tizio si è lanciato su sta crociata tanto di cappello ma è come pisciare controvento secondo me soprattutto qua dove le persone sono inquadrate al 100% (per non dire lobotomizzate). Fatto sta che dopo 5 minuti sono tornato a casa (fortuna che abito a uno schioppo), non ho proprio lo stato d'animo adatto in questo momento per sorbirmi la merda degli altri quando ancora non ho digerito la mia, non è egoismo ma sopravvivenza per la mia psiche. Lo so, una volta ero attivo sul lato della verità, ma da qualche anno non seguo più niente se non leggendo qua qualche post a riguardo quindi li prendo con le pinze, non me ne vogliate. Io comunque abborro ogni forma di guerra e violenza, soprattutto psicologica che ultimamente sembra essere forse l'arma più forte.
Ho scambiato qualche messaggio con Spock e giustamente mi ha detto che me l'aveva detto, lo sapevo. Forse oggi mi sono reso conto che l'unico che può veramente aiutarmi in questa situazione sono io e solo io, gli altri possono solo alleviare qualche momento, gentilissimi e magari inconsapevoli.
Sono tornato a casa per mettermi a suonare, ieri mi è venuta in mente una cosa che vorrei provare con il no-mixer-input e la chitarra, sperando che il mixer regga, vediamo cosa esce; mi viene anche difficile in questo periodo suonare decentemente, ma so che passerà come è sempre stato e riprenderò a tempo debito, anche se il tempo è ridotto visto il mio desiderio di andare via da qua, forse dovrei lasciare perdere di fare qualcosa qua e pensare al prossimo passo, ma mi piacerebbe comunque lasciare un bel ricordo di me qua facendo una performance, vediamo come vanno le cose.
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P mi ha fatto vedere speak no evil e sono rimasta davvero sconvolta dalla stupidità dei protagonisti, perché poi tu sei lì che continui il film e dici "vabbe a un certo punto finirà questa stupidità" e invece no, un cazzo
Istinto di sopravvivenza 0, entrambi candidati a personaggi più stupidi della storia
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Sono troppo buono. Eppure voglio perseverare con tutto me stesso.
Una delle verità più banali, ma al contempo lampanti: ad essere buoni ci si rimette (quasi) sempre. E quando lo sei, buono, è un problema. Perché non è che puoi fingere di essere cattivo, non ci riesci. Presto o tardi fallisci, viene fuori la tua vera natura, e ti bruci completamente. Bisogna essere se stessi, sempre. Se sei un delinquente, sei un delinquente. C’è poco da fare. Ve lo ricordate “Arancia meccanica”, no? Probabilmente uno dei film più belli di tutti i tempi sul tema del libero arbitrio. E le ragazze impazziscono, per i fetenti. Dai su, iniziate ad ammetterlo, che diamine. Iniziate a giocare a carte scoperte, qui potete farlo. Una volta mi ci arrabbiavo, ci stavo male, piangevo. Adesso ho capito come funziona il mondo e l’ho accettato per lo schifo che è. E quindi no, non diventerò mai cattivo solo per compiacervi. Cercherò sempre di farvi impazzire, ma a modo mio, restando nella mia bontà che a volte sembra prestare il fianco ad altro. La verità è che la mia donna riceverebbe la mia severità ma anche le mie ricompense, la mia dedizione, il mio amore. Troppo facile etichettare frettolosamente, troppo sbrigativo scrivere dei commenti senza conoscere a menadito l’oggetto della critica. Sono semplicemente un uomo con le idee chiare, questo sono. Uno che preferirà sempre la solitudine, piuttosto che diventare lo schiavetto di una donna. È una cosa che per me non ha senso, totalmente inconcepibile. Eppure, quanti ne vedo in giro, di masochisti. Ragazze il punto è proprio questo: sono buono, ma non sono fesso. Sono dolce, ma anche deciso. Sono comprensivo, ma anche esigente. Sono irreprensibile, ma serpeggio. Vi pianto il tarlo in testa, e poi cerco piano piano di scavare, scavare, scrivere, ragionare, incuriosire. E via discorrendo. Dovrei imparare a darvi meno fiducia, è vero. Così come dovrei centellinare ancora di più il mio tempo. Ma non andrò contro me stesso. Farò degli aggiustamenti, probabilmente, per sopravvivenza. Indubbiamente ne farò. Ma il mio animo sarà sempre lo stesso, ché non posso né voglio essere un’altra persona. Sono buono? Sì. Vi approfittate, spesso, di me? Sì. Ma pazienza, si vive lo stesso. Le disgrazie sono certamente altre. È finito, già da un po’, il tempo in cui passo le serate a piangere per una donna. Adesso so il mio posto, e so qual è il vostro. E la mia forma di autotutela consiste nell’isolamento. “Ma come, stai qui a scrivere in un blog pubblico e parli di isolamento?”. Certo, ho questa valvola di sfogo e la utilizzo con successo, ma spesso (come in questo caso) pubblico i testi in piena notte, quando non li legge nessuno, perché tutti dormono. Proprio un tentativo di mettersi in mostra, eh? No, la verità è che non cerco questo, e lo testimonia anche il contenuto dei miei post. Sono e voglio essere elitario. Un elitario buono, a questo punto, che quando scrive riesce a rigenerarsi, a rilassarsi. E il vero scandalo è che adesso nessuna di voi è qui a succhiarmi tutto il pene. Diciamo le cose come stanno.
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Gli sbagli si commettono a tutte le età, nessuno ci spedisce qui col libretto di istruzioni per la vita, per le relazioni sentimentali, per la sopravvivenza, per i problemi. Però alla mia età credevo che quelle figure da stupida che invece capitavano durante l'adolescenza, quelle dove magari ti fai un film e poi la realtà è tutta diversa e ti ci scontri improvvisamente e dolorosamente schiantandoti col culo per terra, fossero quantomeno finite ed invece NO. Giusto ieri nella mia testa stavo organizzando un posto carino dove andare consultando Google Maps, cercando ricette per preparare un dolcetto per san Valentino, avevo anche scritto un msg di invito tutta speranzosa che sarebbe stato accettato (povera illusa!!), per poi cancellarlo perché mi è salita la paura e l'insicurezza (reminescenze adolescenziali). Per poi avere il coraggio finalmente di scriverlo e ricevere un sonoro rifiuto che echeggia ancora nei meandri della mia testa e farà male per un po', oltre che stare lì a ricordarmi ad imperitura memoria che ho ricevuto un sonoro rifiuto e ho passato il giorno di san valentino. Ora la mia mente vaga pensando "eppure non resterà rintanato in casa anche se non si sente di uscire, qualcun'altro lo vedrà per forza, se non oggi nei prossimi giorni, e per me invece non c'è stato spazio ". Io che ho sempre voluto essere una priorità nella sua vita, non ero neanche in lista questa volta.
-laragazzadagliocchitristi
#riflessioni#festa degli innamorati#san valentino#tristezza#solitudine#dolore#rifiuto#frasi e pensieri#quello che provo#tumblr
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Ho voglia di un film incredibile...
Un film assurdo... che mi dia modo di ficcarmici dentro con tutte le mie insicurezze, fobie, paranoie, vita... e non uscirne per i prossimi anni
un film limbo sino alla fine della sopravvivenza.
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Hunger Games 5
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:: Trama Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente ::
Coriolanus Snow ha diciotto anni e la sua casata è caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Alla decima edizione degli Hunger Games, ideati dal Decano Casca Highbottom, viene nominato mentore, ovvero tutor, di una ragazza del Distretto 12, Lucy Grey Baird. Questo potrebbe compromettere tutto il suo piano di riscatto sociale ed economico, così Snow si attiva per aiutare in ogni modo la ragazza in ogni modo possibile. C'è in ballo la sopravvivenza,gli Hunger Games sono spietati e tutta l'avventura è una corsa contro il tempo e contro la morte, tra serpenti letali e un usignolo capace di incantare con la sua voce.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Civil War su Prime Video: L'America al collasso in un thriller distopico
Reporter in prima linea per raccontare la verità in un’America devastata dalla guerra civile
Reporter in prima linea per raccontare la verità in un’America devastata dalla guerra civile Prime Video lancia Civil War, un thriller distopico che sta conquistando il pubblico italiano, piazzandosi al primo posto tra i contenuti più visti della piattaforma. Il film ci proietta in un futuro non troppo lontano in cui gli Stati Uniti sono al limite della distruzione, con il paese in preda a una…
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Take a look at this amazing Rambo Last Blood Heartstopper knife! 💪🔪 This bad boy is a true symbol of strength and survival. 💀 #RamboLastBlood #Heartstopper #knife #badass #survival #adventure #actionmovies #SylvesterStallone @coltelleriacollini www.knives.it Guardate questo incredibile coltello Rambo Last Blood Heartstopper! 💪🔪 Questo cattivo ragazzo è un vero simbolo di forza e sopravvivenza. 💀 #RamboLastBlood #Heartstopper #coltello #cattivo #sopravvivenza #avventura #film d'azione #SylvesterStallone (presso Coltelleria Collini) https://www.instagram.com/p/CqWF0jnonDU/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Serenitea Shop | Dawning Dew
Arataki Itto x f!reader
italiano
Modern AU
Serenitea shop >
Venerdì mattina era mia routine sfrecciare la Japan town in direzione dell'Inazuma college.
La strada che avevo imparato a famigliarizzare, era una sequela di negozi e mercanti che percorreva vari spettri del sol levante. L'alberato di ciliegi era in fiore lasciando una coltre di delicati petali rosa che si innalzano al mio passaggio, guardandomi intorno lanciavo cenni e saluti ai volti famigliari dal mio carretto tintinnante.
Arrivata ad uno dei quartieri meno tipici e curati, notai che finalmente il vecchio garage aveva trovato dei proprietari. "Oni-cycle" recitava il cartellone, e all'entrata, il mio sguardo ricadde sulla figura di un ragazzo. Di grossa stazza e corpo dipinto di tatuaggi rossi, emanava un'aria un po' intimidatoria, ma era proprio un figo della Madonna. Stava al telefono ascoltando una chiamata, la sua schiena appoggiata allo stipide della porta.
Alzò gli occhi e gli sorrisi di cortesia pensando che la mia interazione sarebbe finita lì, ma lo sconosciuto, a quanto pare, la pensava diversamente.
La sua forte voce interruppe il mio percorso e la quiete che aleggiava le strade. -RAGAZZA COL CARRETTO! HEY! FERMATIIII- Sbraitò facendomi sobbalzare. Mi voltai leggermente verso il garage. Quando vide che lo avevo notato, agitò il braccio adornato da una pesante collezione di bracciali di pelle e catene, salutandomi, poi,... Se ne rientrò in tutta fretta nell'officina.
Dalla vetrina una sequela di persone vestite nello stesso stile faceva capolino timidamente. Fra loro, una ragazza spiccava per via dei suoi capelli verdi smeraldo. Indossava una mascherina che le copriva i lineamenti del volto, ma il suo sguardo perpetrava chiaro disagio verso l'azione appena compiuta dal compagno.
Senza farmi troppe domande continuai il mio percorso ma un cigolio frenetico riportò i miei occhi verso la strada lasciata alle mie spalle. Quel bel ragazzo stava cercando di raggiungermi a bordo di una bicicletta a dir poco da rottamare. Avrei riso a crepapelle sé non fosse per il terrore, era il doppio di me in statura e mole. Il mio cervello entrò in modalità sopravvivenza e mi misi a pedalare con tutte le mie forze.
Continuava a chiamare e chiamare e io continuavo a pedalare e pedalare, ma la fuga, non durò a lungo. Era inevitabile, il mio carretto troppo pesante e le mie gambe non abbastanza forti per seminare tale individuo. Così, affrontai il mio destino. - HO UNA TERMOS, E NON HO PAURA DI USARLA! - dissi prendendo l'oggetto dal carretto in fretta e furia. - Wowowo!!!! - sventolò le mani davanti alla faccia. - Sono innocente! -
- P-perché l'inseguimento allora??? Ce l-l'hai con me per caso? - continuai spaventata. - Sì! Cioè No! Un attimo...- e si girò per un secondo per sventolare la chioma al vento e allungare una mano. - Hey piacere sono Itto, uomo numero uno ritornato finalmente in città. Che ne dici di conoscerci meglio? Vieni con me, ti mostrerò di cosa sono fatti i sogni. -
Sentendo dei rumori strani riabbassò lo sguardo ma scoprì che me n'ero già andata. - Mi spiace ma non posso, magari una prossima volta eh? Ciao Itto buona giornata. - urlai allontanandomi il più in fretta possibile in lontananza qualche mugugno dalla sua generica posizione. Come un film, mi replicai l'intero scambio, non riuscii a trattenermi scoppiando in una fragorosa risata in mezzo alla strada.
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Thoma se la stava ridendo come un matto - Ma come...Non hai perso la testa per il bad boy? Sì parla molto di lui davvero, sai?- - Poche volte in senso buono a dirla tutta. - si intromise Gorou. - Direi piuttosto Mai. - si avvicinò Sara visibilmente infastidita. - Tieni. - le porsi il bicchiere già pronto al suo recapito. - Grazie, - mi fece un cenno del capo - Hai fatto più che bene ad andartene. Anzi, cambierei percorso totalmente fossi in te. - continuò la ragazza dal caschetto corvino. - Dai Kujo-sempai, non è così male. Solo un po'... Entusiasta. - Si grattò la nuca Thoma nel cercare le parole esatte. - È un vandalo che non sa tenere la bocca chiusa. - sputò con disprezzo l'altra.
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"Beh,... Non e che possa tanto cambiare strada" rimuginai nella via di ritorno. D'altronde le altre vie erano stretti vicoli, e le principali troppo trafficate. - E poi figurati, si sarà già dimenticato di me per seguire la prossima persona "interessante". - Sentii davanti a me urla scoppiettanti e gioiose di bambini che giocavano. " Mi chiederanno i fondi come sempre." Pensai riferendomi agli "avanzi" di succhi di frutta che mi erano rimasti dalla visita alla Inazuma. -NOOOOOOO- Sentii d'improvviso. In netto contrasto dalle voci acute, un suono profondo e potente che si propagò per tutta la strada.
I monelli erano accerchiati esultanti intorno ad uno dei compagni, e accovacciato a terra con le mani fra i capelli. Un uomo adulto dalle spalle larghe dipinto di tatuaggi rossi.
"Oh nou" - Ciaoooo - si innalzò immediatamente un coro di bambini agitati nel vedere la mia bici. "Aw, così cariiiini... approfittatori dalle facce da angelo" Ricambiai con un gran sorriso e un cenno della mano "Seguiamo il consiglio di Sara,... Anche se visto così e decisamente meno intimidatorio." pensai cercando di sorpassarli senza troppi indugi.
Ancora prima che i ragazzini potessero lamentarsi del breve saluto - TU COL CARRETTO! - balzò il proprietario del garage.
- Sì ma ci credo che sta mattina è scappata via. Zio Itto se fai così, non puoi lamentarti di non avere una fidanzata. - lo incalzò uno dei ragazzi più grandi. - PICCOLO...- Dovetti fermarmi per non cadere dalla bici. -OY! - l'omone era diventato talmente rosso da quasi far scomparire le pitture sul corpo. - Scusami ma hahahahahahaha, non ce la faccio. Fra sta mattina e adesso non so cosa sia più divertente. - Mi misi una mano sulla pancia appoggiandomi con l'altro braccio al carretto per sostenermi. Mi asciugai le lacrime e mi rivolsi ai bambini - Ciao carissimi. Allora,... Chi ne vuole? - e aprii il bar. - Siiiii - risposero in coro le voci bianche accompagnate da un intruso tenore. Ridacchiai e mi avvicinai - Eh no, lo sconfitto da una mano. - trascinando Iroo per il braccio e facendo l'occhiolino al bambino vittorioso. - Ma...- cercò di ribattere il proprietario del garage. - C'è succo d'uva, mela, carota e pomodoro,... - lo bombardati con l'intera lista porgendogli un bicchiere - Kiyoka, digli un po' cosa vuoi. - e il gruppetto di divise in due file per ritirare le bevande.
Itto non era esattamente abile, ma sembrava genuinamente coinvolto e deciso a dare il meglio di sè, di tanto in tanto buttava sguardi """"fugaci"""" controllando che avessi visto tutto. Numerose battute pessime e tentativi in tricks da Bartender, finiti tutti con succo rovesciato da qualche parte. Dovevo però ammettere che il suo magnetismo era innegabile, tutti i ragazzi lo adoravano e le mie guance facevano male a furia di sorridere.
- Ciaooo torna presto! - salutarono tutti facendo ciao con le manine o aggrappandosi alle mie gambe come dei Koala. Ricambiai con un drammatico sventolio di tovagliolo e carezze sulle loro testoline.
- Eh-hem... Non sapevo fossi famosa quanto me da queste parti. - si appoggiò al bancone con entrambe le braccia, a cui il carretto rispose con un bel voglio di protesta. Ridacchiai e lui si spostò di colpo con delle bofonchiate scuse, osservandomi dall'alto mentre finivo di distemare le stoviglie sporche. - Mi hanno detto che sei famoso! Un'amica mi ha dato 10/10 - - He-he il mio carisma non... - - Mi HA dato 10/10 punti sopravvivenza per la scelta di filarmela. Non avevo ancora mai visto Sara così irritata. - Sara...KUJO SARA??? Come fai a conoscere quella figlia delle guardie? - - ...Figlia delle guardie? I suoi sono poliziotti? - - Un dito in culo come si dice dalle mie parti - - Oooh ~ he ragazzaccio che sei... - dissi in falsetto dandogli un colpetto sulla spalla. - affascinante eh.... MA STAI RIDENDO? - e ritornò paunazzo facendo il broncio.
Mi guardò nuovamente di sottecchi provando un nuovo approccio - Non sono niente male come bartender eh? Per il mio prezioso servizio sccetto come pagamento un invito...- gli presi delicatamente l'avambraccio ponendogli nella mano un bicchiere, ed approfittando della sua confusione mi alzai in punta di piedi portando le mie labbra alla sua guancia in una leggera carezza.
Saltai veloce in sella e gli urlai in tono amichevole - Ciao, ci si vede. - partendo immediatamente. - C-C-COSA? C-C-COME? Hey fermati!!! - ma prima che potesse partire in corsa vide cadere a terra un bigliettino, scivolato dalle sue mani aggrappate all'oggetto di vetro.
" ~ Dolce tepore di casa e gustosi prodotti locali. ~ Serenitea Shop
Via Ping 3 Celestia - Teyvat
Il bicchiere è in prestito Passa a riportarlo, o mi toccherà chiamare Sara per sequestrare la "refurtiva". Mi raccomando invita anche la tua gang, nuovi clienti fanno sempre comodo... A presto apprendista bartender <3 "
Saltellava sul posto in un mix di emozioni contrastanti. -...HEY, NON TI SEI FIRMATA! - urlò infine al vento.
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Appuntamento all'ispettorato del lavoro.
Alle 11.
Quindici minuti di camminata dai parcheggi all'edificio.
40° all'ombra.
Scrivendolo così sembra la trama di un film di sopravvivenza e invece sono io che non so se arriverò vivo all'ufficio. O a casa.
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"Un premio molto hollywoodcentrico"? Il film più premiato è un film di una casa di produzione indipendente e il secondo film è tedesco. Certo, un film tedesco che si ispira allo stile hollywoodiano, ma c'erano film molto più "hollywoodcentrici" da premiare
Te l'ho detto non ho seguito molto, con quel termine intendevo dire che è stato premiato un certo tipo di cinema molto spettacolare e di intrattenimento, non che ci sia niente di male, anzi garantisce in alcuni casi la sopravvivenza di tutto l'apparato cinema, però non è il cinema che mi appassiona, limite mio.
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Ma tu pensa...
Alla fine anche chi ti abbandona fa qualcosa di buono: ti ricorda che sei viva, perfino senza di lui.
Ti toccherà fare più shopping, perdere numerose ore di sonno, andare a ballare e sentirti morire, ubriacarti, mangiare troppo, mangiare troppo poco, guardare film improponibili, leggere libri di sopravvivenza, confidarti anche con l’aspirapolvere.
Ti toccherà aprirti agli altri, ti toccherà toccare occhi nuovi, abbracciare tua madre, farti l’amore. Ti toccherà soffrire, ti toccherà ricominciare.
Ti toccherà anche amare di nuovo, pensa un po’.
Ma tu pensa...
Pensa che quando finisce un amore inizi tu.
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