#inseguimenti
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Ancora una possibilità": Un Thriller Carico di Adrenalina su Prime Video
Scott Adkins è un Navy SEAL in una corsa contro il tempo per salvare la nazione.
Scott Adkins è un Navy SEAL in una corsa contro il tempo per salvare la nazione. “Ancora una possibilità”, attualmente n. 5 in Italia su Prime Video, è un film d’azione che si colloca tra i thriller più adrenalinici del momento. La trama segue il Navy SEAL Jake Harris (interpretato da Scott Adkins), esperto in combattimento e addestrato per sopravvivere a ogni situazione estrema. Harris è…
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apropositodime · 8 months ago
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Il tempo, inesorabilmente, svuoterà gli occhi dei miei figli,
che ora traboccano di un amore poderoso e incontenibile.
Toglierà dalle loro labbra il mio nome urlato, cantato, sillabato e pianto cento, mille volte al giorno.
Cancellerà un po’ alla volta oppure all’improvviso,
la familiarità della loro pelle con la mia, la confidenza assoluta che ci rende praticamente un corpo solo.
Con lo stesso odore, abituati a mescolare i nostri umori, lo spazio, l’aria da respirare. Subentreranno, a separarci per sempre, il pudore, il giudizio, la vergogna.
La consapevolezza adulta delle nostre differenze.
Come un fiume che scava l’arenaria, il tempo minerà la fiducia che mi rende ai loro occhi onnipotente. Capace di fermare il vento e calmare il mare. Riparare l’irreparabile, guarire l’insanabile, resuscitare dalla morte.
Smetteranno di chiedermi aiuto, perché avranno smesso di credere che io possa in ogni caso salvarli. Smetteranno di imitarmi, perché non vorranno diventare troppo simili a me. Smetteranno di preferire la mia compagnia a quella di chiunque altro,
e guai se questo non dovesse accadere.
Sbiadiranno le passioni, la rabbia e la gelosia, l’amore e la paura. Si spegneranno gli echi delle risate e delle canzoni, le ninne nanne e i "c’era una volta" termineranno di risuonare nel buio.
Con il tempo, i miei figli scopriranno che ho molti difetti, e, se sarò fortunata, ne perdoneranno qualcuno.
Saggio e cinico, il tempo porterà con sé l’oblio. Dimenticheranno, anche se io non dimenticherò.
Il solletico e gli inseguimenti "Mamma, ti prendo io!",
i baci sulle palpebre e il pianto che immediato ammutolisce con un abbraccio.
I viaggi e i giochi, le passeggiate e le febbri alte. I balli, le torte, le carezze mentre si addormentano piano.
I miei figli dimenticheranno. Dimenticheranno che li ho allattati e cullati per ore, portati in fascia e tenuti per mano. Che li ho imboccati e consolati e sollevati dopo cento cadute. Dimenticheranno di aver dormito sul mio petto di giorno e di notte, che c’è stato un tempo in cui hanno avuto bisogno di me quanto dell’aria che respirano.
Dimenticheranno, perché è questo che fanno i figli, perché è questo che il tempo pretende.
E io, io, dovrò imparare a ricordare tutto anche per loro, con tenerezza e senza rimpianto. Gratuitamente. Purché il tempo, sornione e indifferente, sia gentile abbastanza con questa madre che non vuole dimenticare.
(dal web)
Ho pianto.
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libero-de-mente · 11 months ago
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Mi ricordo il cuore in gola, la mia bocca aperta.
Le reazioni che mi venivano nel vedere le scene in cui tu e il tuo collega David Starsky inseguivate "i cattivi" a piedi. Con lunghe corse, oltre agli inseguimenti in auto.
Ero un ragazzino e aspettavo sempre il vostro appuntamento tutte le sere, guai a perdermi una puntata di Starsky & Hutch.
Oggi te ne sei andato Kenneth Hutchinson detto Hutch.
Di cattivi, peggiori di quelli che inseguivate, oggi ne sono in giro tanti. Ma tanti. Servirebbero tanti Starsky & Hutch. Ma tanti tanti.
Sono entrato in una fase della mia vita dove esiste la consapevolezza che personaggio dopo personaggio, giorno dopo giorno, uno alla volta ve ne andrete tutti.
Ciao Hutch.
Che la terra ti sia lieve David Soul
(David Richard Solberg 1943-2024)
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abatelunare · 8 months ago
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Altro che Glovo...
Anna è una profuga nordcoreana. Lavora in Corea del Sud come corriere. Trasporta persone a pagamento. Ed è un'autista eccezionale. I problemi spuntano fuori quando accetta di scarrozzare una ex star del baseball e suo figlio. Il babbo ha fregato una chiave di sicurezza a un poliziotto corrotto. Che non intende fargliela passare liscia. Ovviamente ci vanno di mezzo Anna e il bambino... Special delivery è un gradevole action movie sudcoreano. Ha ritmo e un'atmosfera ragionevolmente leggera. La storia non è tra le più assurde, e non è poco. Possiede inoltre la giusta dose di violenza (concentrata nell'ultima mezz'ora). Ma il punto di forza sta negli inseguimenti automobilistici. L'hanno trasmesso un paio di sere fa su uno dei canali Rai. Quando ne hanno trasmesso i provini ho pensato: questo devo vederlo. E l'ho visto.
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schizografia · 9 months ago
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“Volto attraverso gli occhi di Pasolini” :. Paolo Gioli, 1995.
Quanti oggi ricordano le lezioni dei maestri? Io rifuggo dalle religioni, ma apprezzo un autore come Bresson che era religiosissimo. Voglio ricordare una delle prime sequenze di Pickpocket quando l'inquadratura è stretta sulle due dita che stanno per entrare nella tasca per prendere il portafoglio del malcapitato, lentamente risale da sotto l'inquadratura un'altra mano che avvolge quella del ladro e poi si sente il clack delle manette. Pensi a cosa avrebbe fatto un cineasta americano per girare questa scena, inseguimenti e sparatorie. Eppure, nonostante che la memoria sembra essersi perduta, la lezione del cinema di questi autori è utilizzata a piene mani. Coppola, in Un sogno lungo un giorno, se non sbaglio, utilizza la ragazza nel bicchiere mutuando da Vertov, ma è solo un esempio. Purtroppo l'avere dimenticato quel cinema è frutto di un appiattimento culturale, di un'ignoranza che ormai ha preso piede.
Paolo Gioli
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Abbiam creduto che l'amore fosse accudimento. Quello di una madre col suo piccolo. Ma eravamo grandi, e allora capimmo che stavamo investendo il partner di un ruolo che non gli compete, e che non sarebbe stato giusto fargli rivestire. Ci avrebbe indeboliti.Abbiam creduto che l'amore fosse protezione e guida. Quello di un padre con suo figlio. Ma avevamo gambe per muoverci, e il diritto di sbagliare e riprovare per trovare, da soli, la nostra strada. E allora capimmo di voler essere liberi di scegliere. Di sporcarci e cadere, di rialzarci, capire, riprovare ancora.Abbiam creduto che l'amore fosse sofferenza e assenza. Quello romantico, dei romanzi ottocenteschi e dei film al cinema. Quello delle fughe e degli inseguimenti, quello delle lacrime e degli struggimenti. Ma avevamo labbra per sorridere, e presto capimmo che l'amore è invece possibilità e presenza. È aggiunta e non perdita, è respiro e non affanno. È l'uno più l'uno, e non la somma di due metà.Infine approdammo ad una certezza.Limpida come l'acqua, semplice come l'aria.Amore è essere se stessi. Senza aspettative, proiezioni, sovraccarichi legati ai propri nodi esistenziali. Senza ruoli attribuiti, madre padre e romanzo insieme, nella spontanea libertà dell'Essere. Campo puro, incontro di due individui, singoli, che si reggono da soli e decidono di percorrere insieme il tratto di strada del loro presente.Scegliendosi, ogni volta.Un'ora, un giorno o una vita intera.
Oscar Travino
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passaggioalboscoedizioni · 1 year ago
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Angelo Galluzzi
MEMORIE DI UN DETECTIVE PRIVATO
Storie, indagini e avventure fuori dall’ordinario
Faccendieri corrotti, ragazzi privi di rotta, coniugi colmi di segreti, impiegati disonesti, giri loschi, trafficanti, preti, poliziotti, amanti irrequieti: in “Memorie di un detective privato”, ribolle un’umanità variopinta, eterogenea e tumultuosa, turbolento calderone in cui l’investigatore privato Angelo Galluzzi – qui al suo esordio come romanziere – si è trovato a nuotare un’intera vita nel corso della sua ultraventennale carriera.
Caso dopo caso, capitolo dopo capitolo, avventura dopo avventura, Galluzzi si mette a nudo, agganciando il lettore con le atmosfere noir create dalla sua penna, portandolo con sé negli appostamenti e negli inseguimenti forsennati.
Questo, tuttavia, non è un semplice memoriale autobiografico: ripartendo dalla sua arrembante gioventù sotto le armi, dalle sue escursioni subacquee nelle profondità dei flutti, dalle mille esperienze di un’esistenza movimentata e da una salda visione del mondo, l’autore prova a fornire concrete e sincere linee di vetta, utili a districarsi nella giungla conformista e omologante del nostro tempo, dandosi una linea di Formazione viva e vitale, con la disciplina e la caparbietà del segugio che non è disposto a mollare la sua preda, a rinunciare alla verità e a smettere di essere.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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sguardimora · 2 months ago
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Si è chiusa lo scorso sabato 28 settembre la quinta edizione del progetto Eretici. Le strade dei teatri. Violetta Cottini con Roberta e Alessandra Idolfi hanno presentato una prima prova aperta del loro Do fairies have a tail?
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Lo spazio è completamente avvolto nel nero, un silenzio profondo e un buio che sembrano dilatarsi all'infinito. Dopo un tempo indefinito, suoni sottili iniziano a dare forma a ciò che è invisibile: una luce rossa intermittente emerge, disegnando i contorni di rami e di corpi indefiniti che lentamente si sollevano dalla notte. L’oscurità sembra farsi materia, e in quei primi attimi in cui tutto è indistinto, mi tornano alla mente le sequenze di Minuscule - La vallée des fourmis perdues: suoni accelerati e stranianti che evocano i frenetici inseguimenti e le lotte tra formiche rosse e nere in quel microcosmo animato.
Poi, lentamente, una nebbia si diffonde nello spazio portando con sé due figure, Alessandra e Roberta Indolfi. Le loro presenze si muovono all'unisono, quasi fossero un corpo solo, per poi separarsi, ciascuna alla ricerca di un proprio percorso. Il loro movimento è fluido: una cede spazio all'altra per poi ritrovarsi sincronizzate con le loro stesse immagini fantasmatiche proiettate sullo schermo in fondo alla scena. Strisciano a terra, si avvolgono su se stesse, saltano a quattro zampe, per poi fermarsi, tremanti, prima di alzarsi e vestire ali pesanti di legno.
Le proiezioni luminose fanno eco al suono della pioggia che batte, allo scricchiolio di un vetro che si frantuma, allo stridore di una catena di ferro. Questi suoni, quasi tangibili, guidano il nostro sguardo attraverso la bruma: l'occhio si ambienta in questo altrove notturno e misterioso e il buio così si dissolve e rivela forme e presenze fino a quel momento nascoste.
In questo dispositivo scenico multiforme tutto diventa coreografia: i corpi delle performer, i video, il fumo, i tulle, i rami sospesi e il tappeto sonoro. Ogni elemento concorre a definire uno spazio immersivo in cui lo spettatore non è semplicemente un osservatore, ma attraversa una soglia invisibile, entrando in un mondo altro, abitato da esseri antropomorfi che fluttuano tra realtà e immaginazione. Sono corpi o simulacri? Ombre che appaiono e si dissolvono, lasciandoci in bilico tra presenza e illusione.
A un certo punto, il fondale della black box si squarcia, e come in un effetto ronconiano – come suggerito da Gerardo Guccini – la visione si frammenta e si moltiplica oltre il palcoscenico e il video, portando la scena oltre il teatro stesso. Lo spettatore è invitato a compiere un ultimo passo: attraversare il palco, varcare quel limite per entrare nella realtà, che ospita un’installazione fatta di materiali di ricerca e creazione, frutto di cinque mesi di lavoro delle artiste tra La Corte Ospitale di Rubiera e L'Arboreto di Mondaino.
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Nello stesso weekend si è chiuso anche il progetto parallelo a quello di Eretici che è Custodi delle residenze, un gruppo di giovani spettatori e spettatrici che seguono dentro le residenze l'artista selezionato dal bando, in questo caso Violetta, Alessandra e Roberta. Arrivati venerdì a Mondaino i e le Custodi hanno visitato il paese con la guida di Alberto Giorgi e incontrato il direttore dell'Arboreto Fabio Biondi che li ha guidati dentro l'origine poetica e politica del fenomeno delle residenze in Italia. Poi insieme a Francesca Giuliani e Silvia Ferrari si sono dedicati alla costruzione della restituzione del percorso: raccolti pensieri e materiali hanno strutturato infine il loro personale e allo stesso tempo collettivo racconto del processo di incontro e dialogo con le artiste. A partire dal leitmotiv che hanno individuato come filo rosso che tiene insieme tutti i loro sguardi, cioè "rendere visibile l'invisibile", hanno creato un'installazione visiva e auditiva in sintonia perfetta con il processo creativo delle artiste. Di seguito una piccolissima parte del lavoro, la descrizione del percorso installativo e la parte sonora.
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lalacrimafacile · 3 months ago
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The Artful Dodger – Dickens su Disney +
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La Serie che Rivoluziona i Racconti di Oliver Twist
Una Meravigliosa Avventura nei Vicoli di Londra
Chi avrebbe mai pensato che il piccolo furfante di Oliver Twist avrebbe avuto una sua serie tutta da protagonista? Ebbene sì, amici miei, The Artful Dodger è arrivato su Disney Plus, pronto a rivoluzionare tutto ciò che pensavamo di sapere sui personaggi di Charles Dickens. Questa nuova serie ci catapulta nei vicoli affascinanti e pericolosi di Londra, con un Dodger più scaltro e intraprendente che mai.
Dodger: Da Furfante a Eroe
L’Incredibile Evoluzione del Personaggio: un arguto spin off di Dickens
Non siamo più nei vicoli di Londra. In altre parole, le cose per lui sono cambiate. Per Spin Off intendiamo un prodotto narrativo che si collega ad un altro romanzo, film o serie televisiva riprendendone il contesto o alcuni personaggi.
Se vi ricordate il Dodger come il ragazzino furbo che insegnava a Oliver i trucchi del mestiere, preparatevi a una sorpresa. Quello che fa questa serie è prendere il nostro piccolo furfante trasformandolo in un vero e proprio eroe, con tanto di cappello a cilindro.
Quindi, Dodger non è più solo un ladro da quattro soldi, ma un personaggio complesso con un cuore d’oro (nascosto sotto qualche strato di cinismo).
Un Protagonista con Stile
Il protagonista di questa serie è forse il fulcro dell’intera narrazione. In particolare c’è qualcosa che rende Dodger davvero affascinante. Ciò che lo caratterizza sono la sua astuzia, il suo charme e quella scintilla negli occhi che ci fa tifare per lui anche quando sta organizzando una delle sue truffe geniali. È il Robin Hood dei bassifondi, che ruba ai ricchi per… beh, per sé stesso, ma con un certo stile che non si può negare.
Trame Intriganti e Colpi di Scena
L’Arte della Truffa
Ogni episodio di The Artful Dodger è un mix esplosivo di inganni, truffe e colpi di scena che ti tengono incollato allo schermo. Dimenticatevi delle storie lineari e prevedibili: qui ogni mossa è una sorpresa e ogni alleanza è temporanea. E non manca mai quella dose di ironia che rende tutto più divertente. Tra fughe rocambolesche, piani diabolici e inseguimenti mozzafiato, The Artful Dodger non smette mai di sorprendere. Ogni volta, quando pensi di aver capito il gioco, ecco che arriva un colpo di scena a scombinare tutte le carte. E Dodger, ovviamente, se la ride sotto i baffi (immaginari).
Un Cast di Talenti
Attori che Fanno la Differenza
La serie non sarebbe la stessa senza un cast stellare che dà vita a questi personaggi straordinari. Ogni attore porta sullo schermo una performance brillante, rendendo i personaggi credibili e affascinanti. Dodger è interpretato con una tale maestria che quasi ti dimentichi che è un personaggio nato dalla penna di Dickens e non un vero abitante della Londra vittoriana.
Personaggi Secondari da Applaudire
E non dimentichiamoci dei personaggi secondari! Ogni figura che appare sullo schermo ha una sua storia, un suo scopo e una sua personalità unica. Che siano alleati o antagonisti, ognuno aggiunge un tassello al mosaico ricco e variegato della serie.
Un Dickens che Non si è Mai Visto
Atmosfere Magiche e Realistiche
L’ambientazione di “The Artful Dodger” è molto diversa da quella del romanzo di Oliver Twist. Se quest’ultimo era ambientato a Londra, con tutte le caratteristiche legate alle opere di Dickens, questa serie si allontana molto. Dodger vive e lavora in una colonia inglese di nome Port Victory, nell’Australia del 1850. La taverna, l’ospedale e la tenuta del Governatore riescono a trasportare gli spettatori in un’altra epoca.
Scenografie e Costumi da Sogno
I costumi e le scenografie meritano un applauso a parte. Ogni dettaglio è curato al massimo, dai vestiti stracciati dei ragazzini di strada agli abiti eleganti dei ricchi signori. Ogni scena è un piccolo capolavoro visivo che ti trasporta indietro nel tempo.
Conclusione: Uno Spin Off Rivoluzione da Non Perdere
Se pensavate che Oliver Twist avesse detto tutto, The Artful Dodger vi farà ricredere. Con la sua trama avvincente, i personaggi memorabili e quella dose di ironia che non guasta mai, questa serie è una vera rivoluzione nel mondo dei racconti di Dickens. Non perdetevela su Disney Plus: Dodger vi aspetta con un sorriso sornione e qualche trucco nella manica.
Se volete leggere gli altri articoli sul mondo della serialità e sugli show che mi hanno emozionato negli ultimi anni, cliccate qui.
Stay Tuned! La vostra Easy Tears.
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lamilanomagazine · 4 months ago
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Napoli, fuggono dalla Polizia e poi si schiantano: sorpresi con fucile a pompa e droga
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Napoli, fuggono dalla Polizia e poi si schiantano: sorpresi con fucile a pompa e droga. Notte di inseguimenti per gli agenti del Commissariato di Polizia di San Giovanni-Barra, a Napoli. Durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Galileo Ferraris, direzione San Giovanni a Teduccio, i poliziotti hanno notato due persone a bordo di uno scooter. Il conducente, nel vedere gli agenti, ha accelerato per eludere il controllo, nonostante gli fosse stato intimato l’alt.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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giancarlonicoli · 5 months ago
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3 lug 2024 16:14
"I MIEI ERANO FILM SCORRETTI, NE PARLAVANO MALE PER INVIDIA" -NERI PARENTI RICEVE IL PREMIO ALLA CARRIERA DELL'ISCHIA FILM FESTIVAL: "OGGI QUEL TIPO DI CINEMA È SCOMPARSO. COLPA DEL POLITICALLY CORRECT. HO DOVUTO CANCELLARE LA PAROLA "CICCIONA" SOSTITUENDOLA CON "SOVRAPPESO". MA LEI SE LO IMMAGINA DE SICA CHE, IN UNA COMMEDIA, DICE "AHÒ, A SOVRAPPESO"? NON FUNZIONEREBBE” - LE 101 PAROLACCE IN “NATALE IN INDIA”, I PROVINI CHE SONO CAMBIATI DOPO IL #METOO E LA LITE CON ANNA MARIA BARBERA, “SCONSOLATA”: “INTERVENNE DE LAURENTIIS E…” - VIDEO -
Fulvia Caprara per “la Stampa” - Estratti
«Mi piace fare questo mestiere, posso dirmi soddisfatto. Anche se in un genere ritenuto di secondo livello, ho girato tanti film e, alla fine, i grandi incassi mi hanno fatto piacere».
Glorioso autore della saga delle vacanze italiane becere, Neri Parenti riceve oggi il premio alla carriera all'Ischia Film Festival diretto da Michelangelo Messina: «Quando ti danno un premio come questo sembra sempre che hai finito, che non farai più film, e invece sappiamo che in giro ci sono registi novantenni che continuano a girare. Sa che cosa è diverso? Prima, quando mi intervistavano, mi chiedevano del prossimo progetto, adesso nessuno fa più questa domanda».
I suoi film sulle vacanze hanno avuto l'amore del pubblico, ma anche le critiche feroci di chi non sopportava certi picchi trash. Si è mai sentito ingiustamente messo all'indice?
«No, forse qualcuno parlava male dei miei film solo per invidia, perché non sopportava il loro successo. E poi ci sono critici e critici, alcuni scrivevano di non amare il genere, constatando però il valore degli incassi, altri invocavano l'ostracismo, dicendo che quei film non andavano più fatti. E alla fine ci sono riusciti».
Ha vinto il "politically correct"?
«Certo, quel tipo di cinema è completamente scomparso. Erano film scorretti, linguaggio un po' pesante, donne usate come oggetti, argomenti pruriginosi. Tutto questo oggi è vietato, dai miei ultimi due film, Volevo un figlio maschio e In vacanza su Marte, ho dovuto levare tutto. Hanno fatto le pulci alle sceneggiature. Per esempio ho dovuto cancellare la parola "cicciona" sostituendola con "sovrappeso". Ma lei se lo immagina De Sica che, in una commedia, dice "ahò, a sovrappeso"? Non funzionerebbe».
Silvio Orlando ha parlato di un'epoca di cinema sessuomaniaco, oggi finita. Anche lei ha respirato quel clima?
«Come no! Nell'arco della carriera di situazioni sessuomaniache ne ho viste eccome. Dopo il MeToo e dopo il caso Brizzi tutto è cambiato».
Come?
«Per esempio sono diversi i provini. Da me le attrici sono sempre venute, abbiamo discusso, ci siamo salutati dandoci la mano. Adesso vengono sempre accompagnate e durante il colloquio bisogna lasciare la porta aperta. Ma io ho più di 70 anni, non ho mai fatto le scemo con le ragazze, nemmeno a 30 anni, perché mai dovrei iniziare adesso?».
Altre regole?
«Sul set ai registi viene dato una sorta di decalogo alla Torquemada, che regola i comportamenti, guai a non attenersi. Non si può più scherzare su niente. È chiaro che, invece, in un film comico, si dovrebbe poter ridere di tutto».
Nella galleria delle sue Vacanze a…, qual è il titolo che preferisce?
«Vacanze sul Nilo. Sono sempre stato un appassionato della storia dell'Egitto, mi piacevano i faraoni, la loro genialità, i loro usi e costumi religiosi, ho letto tanti libri sul tema.Il mio grande sogno è girare un film d'avventura alla Indiana Jones, quella volta, nel mio piccolo, ho potuto girare una storia così, con gli inseguimenti, il deserto, la magia, i predoni. Vacanze sul Nilo è anche il film della serie che ha incassato di più».
Una volta è successo che qualcuno si sia messo a contare le parolacce di un suo film e ci abbia scritto un articolo. Le dispiacque?
«No, perché ce le avevo messe io. Il film era Natale in India, ce n'erano 101. Aurelio De Laurentiis aveva assoldato Enzo Salvi, "er Cipolla", e il numero delle parolacce si era raddoppiato in un attimo».
Ha mai litigato con uno dei suoi interpreti?
«Sì, solo una volta, con un'attrice. Anna Maria Barbera, Sconsolata. Era piena di fisime e di complessi. Abbiamo dovuto bloccare il film».
E perché mai?
«In Christmas in love doveva essere innamorata alla follia di Ron Moss di Beautiful, a un certo punto lui perdeva la memoria, i due si ritrovavano da soli in una baita di montagna e lei gli faceva credere di essere Brooke, la sua passione di sempre. Ogni volta che giravamo la scena, lei si bloccava dicendo "si capisce che lui non mi ama, mi guarda come se fossi brutta". Le ripetevo che il gioco era proprio quello. Ma niente, dovette intervenire Aurelio, pur di non interrompere la lavorazione, fece un accordo».
Quale?
«Non avrei dovuto mai più rivolgerle la parola, da quel momento, quando dovevo dirle qualcosa, l'aiuto regista faceva da tramite».
Perché la coppia Boldi-De Sica faceva ridere così tanto?
«C'era un'alchimia ottima e avevano a disposizione sceneggiature molto comiche.
Uno era il Nord, l'altro il Sud. Il primo era un clown, il secondo, come dicevo io, una specie di Cary Grant in versione volgare. Uno brutto, l'altro bello, uno con la voce stridula, l'altro con il tono da doppiatore. E poi, pur facendo film in coppia, non si logoravano, ognuno aveva la sua parte di storia, non erano mai insieme per l'intera durata del racconto».
(...)
Durante queste trasferte, che cosa l'ha fatta ridere di più?
«Ricordo una volta ad Aspen. Eravamo in un famoso ristorante giapponese. I menù erano in inglese, Boldi mise il dito sul nome di un piatto. Arrivò una specie di cernia tutta rossa, guarnita con delle pinne. Immangiabile. Un'altra volta, non ricordo dove, arrivò a tavola una testa di capra con dentro un cervello, Massimo non riuscì a mangiarla e, devo dire, nemmeno io».
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multiverseofseries · 6 months ago
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Don't Worry Darling: Viviamo nel migliore dei mondi possibili?
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Di cosa parla Don't Worry Darling? Siamo negli anni '50 in una piccola città residenziale, Victory, dove i vetri sono pulitissimi, i vestiti impeccabili e le case arredate in modo da ostentare benessere. E in effetti i suoi abitanti vivono per questo: gli uomini lavorano tutti per Victory Project, azienda che sviluppa materiali destinati a cambiare il mondo. O almeno è quello che dice a tutti i suoi dipendenti Frank (Chris Pine), capo della società. Tra le coppie che vivono a Victory ci sono Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles): senza figli, innamoratissimi e perennemente attratti l'uno dall'altra.
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Don't Worry Darling: Florence Pugh durante una scena
Ogni giorno, dopo aver fatto colazione insieme, preparata rigorosamente da Alice, Jack sparisce insieme agli altri uomini nel deserto. Alla donna non resta quindi che pulire la casa, fare la spesa, e rendersi bella per quando il marito varcherà di nuovo la soglia. Nel 2024 una vita del genere non può che far pensare all'Inferno. Anche la più scintillante delle prigioni a un certo punto diventa stretta. E Alice effettivamente comincia a pensare che forse qualcosa non quadra. Che ci sia forse del marcio dietro tutto quel lusso? Farsi troppe domande a volte è pericoloso, eppure lei continua a farle. A cosa sta lavorando davvero Victory Project? Dove vanno tutti gli uomini?
Don't Worry Darling e il grande debito nei confronti di altri film
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Don't Worry Darling: Olivia Wilde durante una scena del film
Costato 20 milioni di dollari, un budget abbastanza modesto per una produzione americana, Don't Worry Darling è comunque un passo ambizioso per Olivia Wilde regista: il suo esordio, Booksmart (ribattezzato in italiano con l'infelice La rivincita delle sfigate), era infatti un progetto molto più piccolo, ben accolto dalla critica. Alla seconda prova invece le ambizioni si sono impennate: scene oniriche, scene di lotta, set che diventano dei labirinti, inseguimenti in macchina. Tutto è più complesso. E Wilde non se la cava male, giocando con le simmetrie, creando anche immagini che rimangono impresse. Purtroppo però le fonti di ispirazione sono moltissime, forse troppe, e a chi un pò di cinema lo mastica risultano fastidiosamente evidenti. C'è un po' di tutto: La fabbrica delle mogli, The Thruman Show, Black Mirror, Matrix, Thelma e Louise… E purtroppo, l'unica idea davvero originale del film, quella più interessante (che non vi svelo per non rovinarvi la sorpresa), non viene sviluppata. Alla fine di Don't Worry Darling rimane un senso di incompiuto, come se la parte importante della storia dovesse ancora cominciare. Un peccato.
Meno male che c'è Florence Pugh
Per Don't Worry Darling è una fortuna che la protagonista sia Florence Pugh. L'attrice carica su di sé l'intera responsabilità del film, diventandone la forza trainante. Ormai lo ha dimostrato più volte: non soltanto buca lo schermo, ma possiede un carisma in grado di dare maggior fascino a qualsiasi progetto in cui è coinvolta. Lo stesso non si può dire di Styles, che, senza una direzione precisa, sembra un po' perso.
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Don't Worry Darling: Harry Styles in una scena del film
Conclusioni
In conclusione Don't Worry Darling, il secondo film da regista di Olivia Wilde ha grandi ambizioni, ma non riesce a mantenere quanto promesso. Costato 20 milioni di dollari, usa bene costumi e scenografie, ma non riesce a incidere quanto potrebbe. L'immaginario è debitore di tanti altri film e serie precedenti e la parte davvero interessante e originale della storia viene appena accennata, senza essere approfondita. La forza trainante del film è Florence Pugh, che, ancora una volta dimostra di essere una delle attrici contemporanee più interessanti e brave.
👍🏻
L'interpretazione di Florence Pugh.
L'uso di costumi e scenografie.
👎🏻
Il film impiega troppo tempo per arrivare alla svolta.
La parte più interessante e originale della storia non viene approfondita.
L'immaginario del film è debitore di moltissimi altri film e serie tv.
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abatelunare · 1 year ago
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Influencer poco intelligenti
Per incrementare il numero dei propri followers, un influencer cretinotto che si atteggia a sosia di Pablo Escobar inscena il proprio sequestro da parte di narcos colombiani. L’incazzosissimo fratello, non sapendo che si tratta di una bufala, sequestra per davvero il figlio del più pericoloso fra i trafficanti. Ne viene fuori un bordello di proporzioni notevoli. Questo è il sintetico succo di Medellin, commedia action in salsa francese. La parte comica è assurda. Ma quella action non è mica male. Inseguimenti su strada, sparatorie... quelle cose lì. Un prodotto leggerino, ma divertente e dinamico. Nel cast si segnalano Raymond Cruz (The Closer e Crimini maggiori) e Mike Tyson. Altro da dire non c’è. Per lo meno credo.
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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Django Western sbarca su Prime Video Channels
Minerva Pictures amplia ulteriormente la propria offerta digitale con il lancio di Django Western, che dal 29 maggio è entrato a far parte della proposta di canali tematici di Amazon Prime Video. Django Western è la nuova casa di uno dei generi cinematografici più amati di sempre: il western. Una ricca selezione, costantemente aggiornata, che spazia da Django, il maestro pistolero di Sergio Corbucci, al cacciatore di taglie Acquasanta Joe, di Mario Gariazzo, dagli inseguimenti mozzafiato del grande Sergio Garrone al vendicativo Ringo di Duccio Tessari, dai ladri messicani di Sergio Sollima al Django di Edoardo Mulargia e al misterioso Hallelujah di Giuliano Carnimeo. Duelli di fuoco, grandi praterie, speroni, tramonti mozzafiato e distillati d’annata: tutta l’epica intramontabile del grande West in un unico canale. https://www.youtube.com/watch?v=W5CRPeMXprw&pp=ygUUUHJpbWUgVmlkZW8gQ2hhbm5lbHM Tra i film proposti al lancio: “Il prezzo del potere” (1969) di Tonino Valerii, “Acquasanta Joe” (1971) di Mario Gariazzo, “Un dollaro tra i denti” (1967) di Luigi Vanzi, “Blind Man” (1971) di Ferdinando Baldi, “Dead 7” (2016) di Danny Roew, “Pochi dollari per Django” (1966) di León Klimovsky e Enzo G. Castellari, “Little Rita del West” (1967) di Ferdinando Baldi, “Il massacro di Fort Apache”  (1948) e “I cavalieri del Nord Ovest” (1949), entrambi diretti da John Ford, “Un uomo, un cavallo, una pistola” (1967) di Luigi Vanzi, “F.T.W. - Fuck The World” (1994) di Michael Karbelnikoff, “Dead Men” (2018) di Royston Innes, “Hostile Territory” (2022) di Brian Presley e molti altri. Django Western è il sesto canale di Minerva Pictures su Prime Video Channels, dove sono già disponibili i canali The Film Club, Rarovideo Channel, Full Action, Minerva Classic e LaF – Feltrinelli Media Collection. I canali di Minerva Pictures su Amazon Prime Video sono accessibili ai clienti Prime Video sottoscrivendo un abbonamento aggiuntivo con possibilità di disdetta in qualsiasi momento. Riservato agli abbonati Prime Video, il canale Django Western è accessibile in prova gratuita per 14 giorni e a seguire con un abbonamento di € 4,99 al mese. Inoltre, il canale Django Western sarà presto disponibile anche sulla piattaforma The Film Club, ampliando ulteriormente le opportunità di fruizione per gli appassionati del genere. Foto di copertina: Minerva Pictures Read the full article
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enkeynetwork · 7 months ago
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bloodyfairy83 · 9 months ago
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The Chaser (Na Hong-jin, 2008)
Joong-ho è un ex poliziotto dedito allo sfruttamento della prostituzione. Quando si accorge che alcune delle sue ragazze spariscono, indaga e scopre che sono state tutte col medesimo cliente, inclusa Mi-jin che si sta recando proprio da questo uomo misterioso e inquietante. Joong-ho quindi si mette alla caccia di Yeong-min, che si rivela uno spietato serial killer.
Thriller d'esordio del regista coreano Na Hong-jin che si basa sulla storia del serial killer Young-chul Yoo,noto come "Il macellaio di Seoul".
Un'opera cupa e violenta che oltre ad essere un ottimo film di intrattenimento è anche una chiara critica sociale che ci mostra l'inefficacia delle forze dell'ordine in Corea. Difatti nonostante la confessione del killer, la polizia arriverà a rilasciarlo per mancanza di prove e questa scelta porterà a conseguenze terribili. Sarà l'inefficienza della polizia inoltre a motivare l'ex detective che cercherà in tutti I modi di trovare le prove per incriminare Yeong-min e salvare Mi-jin. Tante sono le scene adrenaliniche e memorabili, numerosi scontri corpo a corpo, dialoghi spiazzanti, inseguimenti sfiancanti. In tutto questo spiccano le notevoli e intense interpretazioni dei protagonisti Kim Yoon-seok e Ha Jung-woo, quest'ultimo calato perfettamente nel ruolo del serial killer freddo e spietato che uccide le sue vittime con tanto di martello e scalpello.
Un film che vale la pena di recuperare. Attualmente potete trovarlo su Amazon Prime.
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