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natsuyuki-w · 1 year ago
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Serenitea Shop | Boreal Watch
Kaedehara Kazuha x f!reader
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Seduti ai nostri posti io e Xingqiu aspettavamo che il docente finisse di preparare il materiale per la lezione. Presi a due mani la tazza di ceramica e portandomela alla bocca lanciai dei fugaci sguardi alla mia crush.
"Menta,... E mirtilli neri" inspirò sognante il ragazzo col codino. - Aye! Kazuha? Heyyyy...Hey!- lo svegliò la vicina di banco con forti schiocchi di dita davanti alla faccia. - Mh? - chiese ancora un po' dall'altra parte il ragazzo albino. - Mah, come si dice a casa mia, avevi proprio uno sguardo da pesce lesso.- affermò la ragazza. Non perdeva mai l'occasione di punzecchiare l'amico sognatore, o chiunque a dirla tutta.
- A volte anche il samurai più inarrestabile può cedere alle sfide del suo cammino.- le disse con un sorriso affettuoso. - Ma non dir cazzate! Quando mai ti ho trovato stanco? Non so come sia possibile, ma comunque, sono sicura ti stessi facendo una delle tue solite seghe mentali.-
Non esattamente, era però vero che non fosse per la stanchezza il suo attimo di distrazione. Era da un po' che il ragazzo si sentiva in quel modo. Strette al petto, farfalle nello stomaco, guance rosse e il suo naso a guidarlo sempre verso la stessa persona.... Sì naso!
La ragazza dal profumo di caffetteria gli stava facendo girare la testa. Ma purtroppo, letteratura era l'unico corso che avevano in comune ed ogni volta che le volesse parlarle era a trattenuta da qualcun'altro, di corsa, o impegnata con il docente.
La sua morale gli impediva di andare ad indagare (stalkerare) sulla sua persona, al contrario di ciò che gli avrebbero fatto fare i suoi amici. Dunque per evitare approcci indelicati, stava mantenendo calme le acque e tenendo per sé la cosa. Ma aveva decisamente sopravvalutato la sua discrezione e sottostimato l'occhio vigile della vicina. - Sì! Ha la mia benedizione.- disse compiaciuta Beidou che annuì con le braccia incrociate al petto e poggiò la schiena alla panca dell'aula. - Benedizione? - chiese confuso il ragazzo Giapponese. Ma lei stava già girando la testa verso il docente sussurrandogli come ultime parole: - Serenitea shop, domani alle 10:00.-
Che gli chiedesse di frequentare un posto del genere lo rendeva a dir poco perplesso. Lo stile dell'amica era più da vecchio ubriacone che da hipster. Ma decise di lasciare il tempo che correva ed apprezzare l'offerta di buona compagnia.
A lezione finita corsi via per portare le compere che avevo fatto per strada e  prepararmi ad una serata con Venti all'insegna di forti bevute e sostegno emotivo. - A domani ragazzi, se volete aggiungervi io sono all'Angel's Share, dovrebbe essere serata karaoke.- e dopo un'ultima fugace occhiata al mio compagno di classe me ne andai. Mi svegliai presto ad aiutare i miei genitori, un gruppetto di superstiti della serata precedente aveva deciso di farmi visita e si era accampato a scroccare l'ospitalità di mio padre.
Fra accogliere ed informare i clienti si erano fatte le 10. - Benvenuti al serenitea shop. - dissi con voce gentile alla famigliola appena arrivata. - C'è posto? - chiese incerta la signora. I due monelli trattenuti dal fiondarsi verso il bancone imbandito di dolci. - Sì, assolutamente. Non sembra ma ci stiamo in tanti! - - Ah bene allora con permesso -  rispose la donna. - Vi informo però che oggi ci sarà l'art showcase quindi siamo tutti un po' in fermento. - ridacchiai porgendo un volantino dalla pila fra le mie braccia. - Sarà divertente. Siete liberi di semplicemente assistere o potete partecipare. Basta che mi dite e vi metto in lista. - Nonostante l'entusiasmo dei figli la madre declinò gentilmente l'offerta e si fece indicare il primo tavolo a disposizione.
- Buondì benvenuto... Al serenitea shop. -  quello che non mi sarei aspettata, era di ritrovarmi faccia a faccia con la mia crush. Ci guardammo increduli per qualche istante ma lui si ricompose dopo poco per salutarmi. "HA DETTO IL MIO NOME SA CHE ESISTO??????" Urlai internamente. - Ora capisco... Sembra che solo spinto dalle tempeste i nostri cammini potessero incrociarsi. - pensò lui ad alta voce. -...non so cosa tu abbia detto, ma suonava benissimo... Vuoi partecipare? - gli porsi il volantino. - Sono sicura che i tuoi haiku saranno molto apprezzati. So che a me piace ascoltare la tua v...POESIA, volevo dire poesia. - mi raddrizzai rossa come i suoi occhi. - No d-davvvero, sei incredibile. I tuoi testi sono immersivi,... E come se attivassero i cinque sensi ed hai un archivio di metafore infinito. N-non è solo perchè m-mi piace la tua voce...cioè sì....però sei bravissimo...-
Ero proprio una fangirl, e nel tentativo di spiegarmi avevo solo peggiorato le cose, qualcuno doveva seppellirmi per la vergogna.
Alzai di nuovo lo sguardo, stava sorridendo misteriosamente, ma un rossore era comparso anche sul suo volto. - Come potrei negare, dopo questi sentiti complimenti dalla persona che smuove i miei testi in tempi recenti. - e prese dalla mia mano il foglio facendo bene attenzione di sfiorarla. Prima che il mio cervello potesse riattivarsi nel chiedere approfondimenti, il telefono di Kazuha squillò e fece un cenno per scusarsi.
- È lui? - arrivò di soppiatto Venti facendomi balzare. - Chi? - risposi facendo la finta tonta. -  I tuoi occhi a cuoricino si vedono da in fondo alla sala. Non mi inganni signorina. - rispose con un sorriso ad occhi chiusi. - Non. Fare. Niente. - lo minacciai serrando i denti. - Cooosa~? - disse innocente cingendomi le spalle. - Stai già facendo un ottimo lavoro da sola. - e mi pizzicò le guance ancora rosate. Il ragazzo Giapponese si rigirò, le sue sopracciglia leggermente aggrottate. - V-va tutto bene Kazuha? - chiesi incerta. - Sembrerebbe che la mia uscita abbia preso una via solitaria, la mia amica Beidou mi ha gentilmente comunicato l'imminente ritiro.- - Puoi stare con m... Cioè no. Io devo lavorare, però se vuoi i miei amici ti accoglierebbero volentieri. Sono dei totali idioti ma almeno simpatici.- gli dissi d'un fiato - A volte. - conclusi guardando Venti. - Ti farò ricredere subito. - disse Venti girando i tacchi verso il bancone del caffé e facendomi una linguaccia.
Sentii ridacchiare il mio interlocutore, cristallina, soffice ma non timida. Basta palpitare stupido cuoricino. - Siete molto vicini. - commentò. - Gli voglio un bene dell'anima, siamo come fratelli,... Mi fa pure imbestialire come se lo fosse. - mormorai a denti stretti e Kazuha mi donò nuovamente quella splendida risata. - Eccomi! Bene ora entrate, corse il ragazzo cone le treccine blu per spingerci entrambi all'interno. - Ma che fai? - guardai verso mio padre e mi lanciò un okay con le lacrime agli occhi.
- Che cosa gli hai detto? - in modo inquisitorio assottigliai gli occhi sul mio amico. - Solo che ti ho combinato un appuntamento con il tuo amore segreto. - disse con nonchalance. E in quel momento mi resi conto che la spinta mi aveva portata braccio contro braccio a Kazuha, che ovviamente aveva sentito tutto. - HAHAHAHA no-n non so di cosa parla,... Cioè ovviamente sei molto carino... ma cioè sarebbe stupido da parte mia... Non ci conosciamo e... Ecco scusami,... P-puoi andare visto che Beidou non c'è,...-
- Come funzionava l'art showcasing? - fermò Venti, e chiese guardandomi dritto negli occhi con un sorriso dolce e le punte delle orecchie un po' rosee. - Sei iscritto! - esclamò l'altro portandolo al palchetto nell'angolo. Era accanto al nostro tavolo, e il ragazzino tedesco mi trascinò a sedere nel punto più vicino possibile.
Kazuha si sedette e prese un profondo respiro portando la mano al mento.
Poi avvicinò le labbra al microfono e recitò un singolo Haiku. - Profumo dolce Nell'aria sospeso, Sussurri di té. - Così breve, eppure il tempo sembrò dilatarsi. Non avevo mai ricevuto l'attenzione di uno sguardo così intenso. Poi il ragazzo si alzò e venne a sedersi accanto a me. Non avevo capito molto, nussuno aveva capito molto ma un applauso si alzò comunque e il forte Bum Bum Bum nel mio petto forse segnalava che qualcosa era successo.
- C-cosa vorresti? - Gli chiesi in procinto di  ordinare al bancone. Lui allungò la mano e delicatamente mi tirò il braccio per riavvicinarmi. Poi a bassa voce nel mio orecchio disse: - te -.
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Capitolo 61 - Camicie, domande e Fonzie con i baffi
Nel capitolo precedente: Jerry va al suo appuntamento al buio e conosce Heather. Sorprendentemente anche lei rivela di non aver voglia di conoscere ragazzi al momento e, rendendosi conto di essere molto simili e nella stessa medesima situazione, convince Jerry a fingere che loro due si frequentino in modo da farsi lasciare in pace dai loro rispettivi amici. Durante un gioco di domande e risposte tra Stone e Grace, i due discutono sul fatto che lei non lo abbia ancora fatto dormire con lei nel suo letto a causa delle sue insicurezze. Alla fine Stone riesce a tranquillizzarla e a convincerla a fare questo passo con lui. Eddie e Angie riescono finalmente a passare una serata insieme, a base di pizza e film horror. Eddie prova ancora a farla ragionare sul film di Cameron Crowe e le rivela che per lui quella è una serata speciale: è passato un mese esatto dal loro primo bacio. Angie si sente in colpa perché non aveva minimamente pensato alla ricorrenza, non essendo abituata a questo tipo di cose nelle sue relazioni passate.
***
He fills me up, he gives me love
More love than I've ever seen
He's all I got, he's all I got in this world
But he's all the man that I need
A un osservatore esterno random questa scena potrebbe sembrare surreale, lo ammetto. Se la mia vita fosse una serie tv e l'episodio di oggi iniziasse con questa scena di stamattina, a me, da spettatrice, scatterebbero mille campanelli d'allarme che vanno da "E' una realtà alternativa frutto di un viaggio nel tempo andato male" a "Come minimo sta per succedere una catastrofe". Perché io che preparo i pancake il mercoledì mattina, ancora in vestaglia nonostante abbia pure lezione tra poco più di un'ora, ballando sulla top 100 alla radio e canticchiando (distruggendo) Whitney Houston non è una cosa che si vede tutti i giorni. Il volume in realtà l'ho alzato per Eddie perché sospetto che l'uomo che io-non-dormo-mai-vivo-di-notte-a-san-diego-facevo-surf-alle-prime-luci-dell'alba non abbia alcuna intenzione di schiodarsi dal letto. Stamattina ho aperto gli occhi prima della mia sveglia killer e ho pensato bene di disattivarla per lasciarlo riposare, ho fatto la doccia più veloce e silenziosa della storia e ora sono qui. Visto che siamo sempre di corsa e ci vediamo a spizzichi e bocconi, mi sembrava una cosa carina preparare una bella colazione per viziarlo un po' e poter passare qualche minuto in più assieme, seduti a un tavolo, parlando e scherzando, anziché dirci come al solito ciao ciao e scappare ognuno per la sua strada. E in questo ci metto anche Meg perché, con la fine della scuola che si avvicina, la storia dei tatuaggi e tutti i lavori paralleli che sta acchiappando per arrotondare, persino fare una chiacchierata con la mia coinquilina sta diventando complesso. Pensavo che il profumo della colazione e del caffè sarebbero bastati a dare a Ed un buongiorno più dolce di quello della mia odiata sveglia, ma mi sbagliavo. Verso un'altra mestolata di impasto nella padella e sorrido quando sento il rumore dell'acqua della doccia, pensando che il mio canto melodioso abbia fatto il suo dovere, ma mi ricredo subito quando sento la voce di Meg che inizia a intonare il coro di Freedom 90. Beh, se non ce l'ho fatta io, ci penserà lei a buttarlo giù dal letto assieme a George Michael.
Prendo il piatto con tutti i pancake e lo metto al centro del tavolo, dove c'è già la bottiglia di sciroppo al cioccolato. Siccome non voglio passare per quella che mangia solo schifezze, decido di recuperare anche un po' di yogurt e frutta, che sui pancake ci sta sempre bene. Mi dirigo verso il frigorifero ballando, non prima di aver urlato Everybody dance now! assieme alla radio, infilo la testa in frigo sculettando e quando chiudo lo sportello per poco non mi viene un infarto e non proietto yogurt e frutti di bosco sul soffitto.
"EDDIE!"
"Ehi" mi fai lui appoggiato allo stipite della porta, assonnato e sorridente.
"CHE CAZZO" mollo tutto sul tavolo al sicuro e riprendo colore.
"Buongiorno anche a te, micetta"
"Micetta un cazzo, appari così dal nulla, mi hai fatto prendere un colpo"
"Perdonami, non volevo spaventarti. E' che beh... eri tutta concentrata nel ballo, non potevo interromperti" spiega con quella faccia da adorabile stronzetto che... niente, ho lezione tra un'ora, non posso pensare a queste cose.
"Da quanto eri lì?"
"Da un po'" è ancora sulla porta della cucina. In boxer e camicia. Ripeto, Angie, NON PUOI PENSARE A QUESTE COSE.
"Potevi trovare una maniera alternativa e più soft di annunciare la tua presenza, no?" torno ai fornelli spenti e fingo di spegnerli, poi mi sposto al lavandino e fingo di armeggiare con qualcos'altro finché non mi sento le sue mani sulle spalle.
"E perdermi questo show? Non sono mica scemo" mi bacia una guancia e poi si appoggia col mento sulla mia spalla destra.
"Lo show ideale per un risveglio traumatico. Attento che ti scotti, è ancora calda" lo avviso quando vedo che allunga le mani sulla padella, forse per metterla a lavare.
"Tanto sono già cotto" mette tutto nel lavandino e poi mi abbraccia da dietro appoggiandosi di nuovo a me.
"Eheheh che?"
"Hai idea di quanto eri sexy?" sussurra allungando queste cazzo di mani.
"Sono sexy in cucina? Ai fornelli? In uno dei ruoli stereotipati in cui il maschilismo più becero imprigiona le donne?" mi volto verso di lui nel tentativo di togliermelo di dosso, ma con scarsi risultati.
"In realtà intendevo ballando in vestaglia, ma onestamente questo è pure meglio, cazzo" scarsissimi visto che ora mi ha artigliato il culo e la sua bocca si sta avvicinando pericolosamente al mio punto debole sul collo.
"Ah quindi... anni di lotte per l'emancipazione della donna ridotte a un feticcio? Femminismo che ha senso di esistere solo per la gratificazione sessuale di te, uomo etero?"
"Piantala o mi tocca scoparti qui e adesso" si allontana dal mio collo giusto il tempo di farmi presente questa cosa all'orecchio, per poi tornare al suo lavoro.
"Eheh tanto non puoi" lo spingo via in maniera forse troppo impulsiva, mi volto di nuovo e inizio a riempire il lavello con acqua per poi prendere il detersivo per i piatti.
"Perché?" e però pure tu Eddie, se continui così non mi aiuti.
"Perché... perché c'è Meg di là..." e ancora con queste mani sui fianchi " E poi dobbiamo mangiare e devo andare a lezione"
"Allora, aspetta," Eddie chiude il rubinetto, mi prende la mano e, spingendomi a una sorta di piroetta, mi obbliga a girarmi ancora verso di lui "punto uno"
"Ahah hai pure i punti già pronti di prima mattina?"
"Sono nato pronto. Punto uno: Meg è di là, non è qui" prima allunga lo sguardo verso la porta, poi lo indirizza di nuovo verso di me e mi fa l'occhiolino.
"Però può arrivare da un momento all'altro" ribatto, ma non sono altrettanto veloce nel contrastare le sue mani, che iniziano a sbottonarmi la vestaglia.
"Basta stare attenti quando sentiamo Mariah Carey che si avvicina" scherza ironizzando sulla canzone che sta cantando adesso.
"E se siamo troppo distratti?" richiudo un bottone, lui me ne sbottona due.
"Punto due:" continua lui infischiandosene delle mie obiezioni "possiamo mangiare dopo"
"Ma dopo che?" si limita ad alzare lo sguardo per sorridermi, senza rispondermi.
"Punto tre: ti do io uno strappo in università così fai prima" e via altri due bottoni.
"Ma-" provo a ribellarmi, in maniera non molto convinta, e lui mi zittisce baciandomi, dolcemente, ma con una certa fermezza, e ora la mia vestaglia è completamente aperta.
"Dai, andiamo di là cinque minuti"
"Non saranno mai cinque minuti, Eddie"
"Scommettiamo?" la vestaglia è a terra e le mani sono sotto la mia maglia del pigiama e minacciano di far volare anche quella, almeno finché un dettaglio non cattura, in ritardo, la mia attenzione.
"Eddie, da-... ehm, scusa, ma cos'hai addosso?"
"Sono troppo vestito, vero? Adesso rimedio subito!" ammicca con le sopracciglia come uno scemo, fa per levarsi la camicia, ma lo blocco.
"No, intendo dire, non vedi cosa ti sei messo addosso? Non ti sei accorto?" inizio a ridere e solo adesso inizia ad avere un piccolo cedimento e a mollare la presa. Ne approfitto per ricompormi e recuperare la vestaglia da terra.
"Cos'è? Me la sono messa alla rovescia?" si guarda la camicia senza capire, e poi guarda me, imbronciato, quando mi rimetto la vestaglia.
"No, è dritta, ma è la mia, non vedi?" svelo accarezzandogli il petto con la scusa (anch'io però!) di indicare i taschini sulla parte anteriore della mia camicia a quadri, molto simile alla sua "La tua non ha questi"
"Oh cazzo, si vede che nel rincoglionimento del risveglio ho preso la tua anziché la mia, si assomigliano"
"Come hai fatto a non accorgertene? Non vedi che è da donna? I bottoni sono al contrario" gliene chiudo due e nel farlo constato quanto gli stia comoda la mia camicia. Molto, troppo comoda. Ci balla dentro. E' ovvio che non se ne sia accorto, se fossi una taglia 40 non ci sarebbe entrato neanche un suo braccio in questa cazzo di camicia. Invece no, non ci ha fatto caso, perché la sua ragazza è un peso massimo, doveva capirlo per il motivo opposto e cioè che ci sta dentro due volte.
"Ah! Ecco perché non riuscivo a chiuderla, cazzo! Mi sentivo scemo, per un attimo ho pensato di essere fatto o di avere un aneurisma o qualcosa del genere ahahahah"
"Tu non stai bene" scuoto la testa e prendo i piatti da sistemare sul tavolo, dandogli le spalle per evitare che veda la mia faccia, rabbuiata a causa dei pensieri di prima. Perché il mio cervello deve sempre rovinare i momenti migliori?
"Va beh, comunque è comoda e sa di te, penso la terrò. Posso?" mi giro incredula e quando lo guardo prende i lembi della camicia e se li chiude stretti sul petto, mimando un abbraccio, poi appoggia il naso al tessuto della manica e si finge inebriato dal mio profumo, emettendo un plateale sospiro soddisfatto.
"Da quale cazzo di commedia romantica sei uscito, me lo spieghi?" lo guardo perplessa e dentro di me lo ringrazio per avermi fatto dimenticare in un secondo i miei pensieri negativi del cazzo.
"Io non sono romantico e non faccio ridere" replica serissimo.
"E comunque il cliché dovrebbe essere al contrario: in qualsiasi romanzo rosa che si rispetti è la tipa che si alza al mattino e si mette la camicia o le magliette di lui, che ovviamente se ne compiace"
"E da quando in qua rispetti i cliché di genere? E' sempre e solo l'occhio maschile a dover essere compiaciuto?" si appoggia all'indietro al ripiano della cucina e così facendo i lembi della camicia si allargano di nuovo.
"Piantala o mi tocca... uhm... saltarti addosso qui e adesso" semicito la sua battuta di prima.
"Disse lei, dandomi un ottimo motivo per non piantarla" Eddie si riavvicina con fare minaccioso (sì, va beh...), ma stavolta gli va male e penso di non aver mai amato e odiato allo stesso tempo Mariah Carey così tanto come adesso.
"Somedaaay Hey Heeeey! Oh ciao ragazzi, buongiorno" Meg fa il suo ingresso in cucina e non so se non si accorge di me e Eddie perché la sua attenzione è tutta sul tavolo imbandito o se fa semplicemente finta.
"Ciao"
"Buongiorno Meg" io e Eddie ci allontaniamo come due calamite messe l'una davanti all'altra, Eddie si gira a cercare di allacciare i restanti bottoni della camicia, seppur al contrario, mentre io mi dedico alla distribuzione dei pancake nei piatti.
"Ho interrotto qualcosa?" mi correggo, se n'è accorta e non fa nemmeno finta di no, mentre spreme il cioccolato sui suoi pancake.
"Sì, un dibattito sul femminismo" Eddie mi dà un bacio volante sulla guancia e si siede a tavola.
"Non ce la fate a flirtare come le coppie normali, eh?" Meg mi strizza l'occhio mentre mi siedo anch'io, rassegnata ai suoi commenti.
"Non siamo normali presi singolarmente, figurati come coppia" osserva Eddie e non ha tutti i torti. Anche lui va sullo sciroppo di cioccolato, quindi l'unica a dare un po' di soddisfazione allo yogurt sarò io, ovviamente.
"Comunque quand'è che gli chiedi di trasferirsi qui?" Meg prima guarda me e poi, stavolta, l'occhiolino è per Eddie.
"Che??"
"Così prepari la colazione figa tutte le mattine"
"Se vuoi i pancake basta chiederli, non serve tirare in mezzo Eddie" borbotto mentre lui e Meg se la ridono sotto i baffi a spese mie.
"Hai chiamato Crowe?" Meg mi rifila un'altra stoccata quando è a metà del suo piatto ed è chiaro che stamattina sono il suo bersaglio preferito.
"No, non l'ho chiamato"
"E quando lo chiami?"
"Beh, non lo so, io-"
"Se vuoi ci penso io," Eddie mi salva in tutti i sensi, intervenendo nella conversazione e versandomi un altro po' di caffè nella tazza mezza vuota "glielo dico io quando lo vedo"
"Gli dici che Angie accetta?!" Meg rimane con la forchetta a mezz'aria davanti alla bocca aperta e sta per avere un'amara sorpresa.
"Veramente, no. Cioè, avevo capito di no, o forse sbaglio?" Eddie guarda alternativamente la mia coinquilina e me.
"No, non sbagli, come ti avevo già detto, ho deciso di rifiutare" lo rassicuro e mi preparo all'inferno.
"E PERCHE' CAZZO?" Meg fa cadere la forchetta nel piatto e mi guarda con rimprovero.
"Perché già lo sai, non è roba per me"
"E tu non le dici niente?" Eddie, che evidentemente ha apprezzato i miei sforzi culinari perché ha già spazzolato tutto, temporeggia qualche secondo con il tovagliolo sulla bocca prima di parlare.
"Ehm? Io? Perché? Che dovrei dire?"
"Come che devi dire?! Convincila, no?" Meg guarda entrambi come se fossimo degli idioti.
"Beh, ne abbiamo parlato. Personalmente penso sia un'ottima occasione, ma se Angie non se la sente, non se la sente. Non voglio metterle pressione o cose del genere" Eddie si alza, sistema il piatto nel lavello assieme alla tazza, dopo aver finito il suo caffè.
"Io invece ce la metto eccome la pressione, a parte che senza una spintarella esterna non faresti mai un cazzo di niente, non saresti nemmeno qui! E poi penso tu stia facendo una grossa cazzata a dire di no! E dovresti dirglielo anche tu, se ci tieni a lei" la mia amica scalpita sulla sedia, non si aspettava di trovarsi in minoranza.
"Ci tengo e proprio perché ci tengo voglio che sia libera di scegliere cosa fare. Se facesse il film solo per farci contenti, sarebbe inutile. Almeno io la penso così." Eddie espone la sua tesi per poi avvicinarsi di nuovo a me e darmi un altro bacio, rapido, sulle labbra "Vado a fare la doccia e vestirmi. Con i vestiti giusti, stavolta"
Lo guardo sognante mentre esce dalla cucina e si allontana, finché non incrocio lo sguardo interrogativo di Meg di fronte a me.
"Eheh è perché ha sbagliato camicia, si è messo la mia al posto della sua, perché al buio gli sembravano uguali eheh"
"Non è questa la spiegazione che cerco"
"In che senso?"
"Cosa gli hai detto?"
"A chi?"
"A Eddie? Per renderlo improvvisamente così attento a non urtare la tua sensibilità, cosa gli hai detto?" incrocia le braccia e mi guarda con sfida.
"Cosa ti fa credere che io gli abbia detto qualcosa?"
"Ti conosco. E, anche se un po' meno, conosco anche lui"
"Non può essere che semplicemente pensi quello che ha detto?"
"No. Non lo pensava quando ti ha obbligato a giocare a basket con la band, suonare la batteria alla festa di Cameron, salire sullo Space Needle, limonare davanti a un locale intero per due ore, non vedo perché dovrebbe aver cambiato idea adesso, a meno che tu non sia intervenuta in qualche maniera" Meg conta aggressivamente le mie imprese sulle dita.
"Non hai intenzione di finire i tuoi pancake?"
"No, non ti darò la minima soddisfazione culinaria finché non parli" e lo sa che la cosa mi da molto fastidio, sta usando le maniere forti.
"Ma non ho niente da dire"
"Che gli hai detto?"
"Niente"
"Che gli hai detto davvero?"
"Ahahah NIENTE!"
"Gli hai promesso dei favori sessuali?"
"E' il mio ragazzo, ha già i miei favori, non c'è bisogno che io glieli prometta"
"Favori un po' più trasgressivi dei soliti?"
"No!"
"E allora parla oppure questi pancake finiscono nel cestino" Meg prende il piatto, si alza e si piazza davanti alla pattumiera.
"Non ne avresti il coraggio"
"Scommettiamo?" mantenendo il contatto visivo con me, allunga il piede sul pedale lentamente, dopodiché con uno scatto fa aprire il coperchio.
"Va beh, non è che gli abbia detto una cosa specifica..."
"HA! Qualcosa gli hai detto, allora?" il coperchio si richiude, ma lei non si sposta.
"Gli ho parlato del fatto che non sarei a mio agio nel ruolo di attrice"
"Mmmm"
"E che avrei avuto troppe battute"
"E poi?"
"Che la presenza di Tim Burton mi avrebbe messa in difficoltà"
"Ok"
"E che sarei stata ipercritica e non avrei mai più voluto vedere quel film se io ci fossi stata dentro.. Anzi, che magari per il trauma non mi sarei più avvicinata a un set"
"Solo questo?" il piedino di Meg punta ancora sul pedale della pattumiera.
"Solo? Praticamente gli ho detto che avrebbe potuto mettere a rischio la mia intera carriera"
"Ok. E poi, che altro gli hai detto?" Meg non molla e ormai lo sento che sto per capitolare, non ho altra scelta.
"E beh, potrei aver aggiunto dei dettagli di trama..."
"ECCO. Parlami di questi dettagli" Meg ha capito di avermi finalmente in pugno e torna a sedersi a tavola, appoggiando il piatto davanti a sé.
"Potrei avergli detto che, scorrendo rapidamente il copione, avevo intravisto qualcosa che non mi andava di fare"
"Che cazzo ti sei inventata, Angie?" la mia amica scuote la testa e impugna di nuovo la forchetta.
"Non ho inventato niente! Gli ho solo detto che a un certo punto mi è sembrato di vedere una scena con..."
"Con...?"
"Con un bacio"
"UN BACIO?!"
"Un bacio, molto lungo"
"AHAHAHAHAH SEI PROPRIO UNA STRONZA!" Meg non si trattiene e ride tenendosi la pancia.
"Guarda che è vero! Il bacio c'è! Ce ne sono diversi! Solo, ehm, non esattamente nella mia scena"
"CHE BASTARDA!"
"E da quando ho accennato questa cosa a Eddie, è diventato improvvisamente molto comprensivo delle mie insicurezze"
"MA VA?! Chissà come mai?" Meg si ributta sui pancake, non prima di averci messo un altro po' di cioccolato.
"Non gli dirai niente, vero?"
"Guarda, sarei tentata perché per me sei fuori a rifiutare una parte nel film e tirerei in mezzo chiunque per convincerti, ma..."
"Ma?"
"Ma ammiro troppo la tua perfidia in questa cosa per farti sgamare"
"Io non sono perfida!"
"No, sei solo una piccola manipolatrice in erba che usa astutamente una debolezza altrui per il suo tornaconto... La mia Angie sta crescendo! Potrei quasi mettermi a piangere" Meg finge commozione e si asciuga delle finte lacrime con tovagliolo.
"Ahaha non ho manipolato Eddie"
"Hai usato la sua gelosia per fargli fare quello che volevi tu, come me lo chiami?"
"Ho solo fatto un discorso andando a toccare alcune corde..."
"Le corde giuste!" Meg si alza e mette il piatto nel lavandino assieme al resto.
"Non capisco se stai cercando di far leva sulla mia coscienza per portarmi a dire la verità a Eddie e accettare la parte o se apprezzi davvero la mia piccola manovra disonesta"
"Mmm un po' tutt'e due!" Meg esce dalla cucina e recupera giacca e borsa, io la raggiungo sulla porta "Comunque, alla fine, anche se manipolato, ha ragione Eddie: sei tu a decidere. E' che a me sarebbe piaciuto potermela tirare un po' in giro e dire Ehi, la mia amica è in quel film!"
"Metà della gente che conosci sarà in quel film. Comunque, quando sarò un'autrice di successo potrai dire Ehi, quello l'ha scritto la mia amica!"
"Non vedo l'ora! Va beh, ci vediamo stasera da Roxy"
"Ok, ciao"
"Mi hai seguita per salutarmi o per accertarmi che non vada da Eddie a spifferare tutto?"
"Ahahahahah per salutarti! Non lo faresti mai. Almeno, non adesso che è sotto la doccia"
"Mah, se volessi potrei anche, tanto quella gelosa nella coppia non sei tu" mi fa l'occhiolino ed apre la porta.
"Ciao Meg"
"E poi l'ho già visto in mutande, ormai" fa per allontanarsi, ma torna indietro.
"CIAO" le chiudo la porta in faccia per scherzo e lei la tiene aperta con un piede.
"E per me i ragazzi delle amiche sono tutti donne"
"VAI CHE E' TARDI, A STASERA!"
Il tarlo che Meg ha provato a mettermi in testa sul mio tiro mancino nei confronti di Eddie non fa neanche in tempo a insinuarsi nei miei pensieri quando il telefono inizia a squillare.
"Pronto"
"..." dall'altra parte, nulla.
"Pronto?" ripeto ed effettivamente mi sembra di sentire dei rumori attraverso il ricevitore. Più che linea disturbata, mi dà l'idea di qualcuno in attesa in silenzio con la cornetta in mano.
"C'è qualcuno o no?" nel momento in cui percepisco chiaramente un respiro mi raggelo. Mi guardo attorno per capire dove sia Eddie, perché non sento più il rumore dell'acqua, ma non lo vedo in giro. Vado a sbirciare in camera mia e non c'è, quindi probabilmente ha finito la doccia, ma è ancora in bagno.
"Sei tu?"
"..." ancora niente.
"Hai bisogno? Ti servono soldi?" chiedo a bassa voce, ma senza avere alcuna risposta, se non una brusca chiusura della telefonata.
Espiro profondamente, come se avessi trattenuto il fiato da un po', e forse è stato proprio così. Mollo il telefono sul tavolo, prendo il mio piatto e lo metto nel lavandino assieme a tutto il resto. Butto un occhio all'orologio. No, adesso non faccio in tempo, li laverò oggi pomeriggio. Un nuovo squillo del telefono mi fa sobbalzare, lo guardo per un po' senza fare niente, ma poi mi decido a rispondere, se non altro per evitare che Eddie si insospettisca ed esca a vedere che succede e perché nessuno risponde al telefono.
"PRONTO?!"
"Ehi, buongiorno anche a te! Cos'è, ci siamo svegliate con la luna storta stamattina?" la risposta dall'altra parte, stavolta, mi mette di tutt'altro umore.
"Ciao mamma! No, tutto ok"
"Insomma, sembrava volessi sbranare chiunque fosse dall'altro capo del telefono..."
"No è che... c'è qualcuno che si diverte a fare scherzi telefonici stamattina. Chiamano e non parlano, senza neanche un po' di fantasia, almeno si inventassero qualcosa"
"Della serie, se dovete rompere le scatole, almeno usate la creatività"
"Esatto"
"Va beh, come stai? Scusa se ti chiamo presto, ma almeno sono sicura di trovarti"
"No problem, hai fatto bene. Anzi, diciamo che mi hai trovata per un pelo perché tra poco devo andare a lezione" vado in camera mia a prendere i vestiti da mettermi, in attesa che Eddie esca dal bagno.
"Ecco, appunto. Finirà che dovrò prendere un appuntamento per parlare al telefono con te"
"Tranquilla, ho ancora tempo, possiamo avere la nostra appagante conversazione madre-figlia"
"Allora appaga la mia curiosità? Come stai? Come sono andate le vacanze?"
"Bene, ho lavorato un sacco!"
"Peccato si chiamino vacanze..."
"Va beh, mi sono anche riposata e ho fatto un sacco di cose che avevo in sospeso da una vita! Ho sbrinato il frigo, ho pulito i lampadari, ho lavato tutti i tappeti..." torno in corridoio mentre ripercorro tutte le tappe delle grandi pulizie di casa Pacifico-McDonald.
"Che strano concetto di riposo"
"Uff, sono uscita con Meg e gli altri, non sono stata in casa tutto il giorno"
"Non avevo dubbi. E come sta Eddie?"
"Eddie sta-" mi ha quasi presa in contropiede "Perché mi chiedi di Eddie? E soprattutto, come fai a conoscerlo?" già, come fai a conoscere il tizio che è appena uscito dal bagno coperto solo da un corto asciugamano legato non benissimo in vita che potrebbe cadere da un momento all'altro e che mi ha fatto l'occhiolino prima di infilarsi in camera mia.
"Oh me ne ha parlato tuo padre!"
"Te ne ha parlato?" infilarsi in camera senza chiudere la porta. L'asciugamano prende il volo e... NO, ANGIE, NON HAI TEMPO E SEI AL TELEFONO CON TUA MADRE.
"Sì, cioè, mi ha detto che hai un amico che si chiama Eddie e che l'ha conosciuto"
"E' successo mesi fa, perché mi chiedi dei miei amici adesso?" e perché proprio di Eddie, sarebbe la vera domanda. Ma non voglio calcare troppo la mano e insospettirla.
"No, è che sto guardando le foto che aveva fatto tuo padre quando è venuto a trovarti..."
"Ah, le famose foto che io non ho ancora visto" mi chiudo a chiave in bagno e metto in vivavoce, così posso lavarmi i denti nel frattempo.
"Eh perché le ha sviluppate solo adesso! Perdonalo, è stato presissimo col lavoro, l'ho visto anch'io a malapena"
"Lo so, lo so, è che mi aveva detto che me le avrebbe spedite"
"Infatti, sta andando giusto stamattina a spedirtele. Che poi sarebbe il motivo per cui ti ho chiamato, per dirti proprio questo"
"Oh perfetto! Ringrazialo"
"E...niente, siccome ho proprio davanti una foto di te con Eddie, mi è venuto in mente. Così"
"Così a caso"
"Certo. Comunque, come sta?" benissimo, ha passato la notte con me e adesso è nudo in camera mia.
"Bene! Da quello che so, almeno. Insomma, la band sta registrando l'album, non li vedo spesso come prima" brava, plurale, Angie, vai di plurale.
"Ma prima mi hai detto che sei uscita con gli altri durante le vacanze di primavera"
"Sì, certo, ma adesso è un po' che non li vedo. Comunque sono contenti, Stone mi ha detto che tutto sta procedendo bene" usare Stone come diversivo per distogliere l'attenzione da Eddie sarà stata una mossa azzeccata?
"Ah! Allora Stone l'hai visto più di Eddie!" no, non è azzeccata per un cazzo.
"Li ho visti alla stessa maniera, mamma, non farti strane idee, pensavo di essere stata abbastanza chiara a Natale" sbuffo e inizio a levarmi vestaglia e pigiama.
"Chiarissima! Va beh, sappi che le foto sono molto belle, adesso ti passo papà che ti deve dire una cosa"
"Ok?" mio padre? Che mi deve dire? Non vorrà chiedermi anche lui di Eddie, così, a caso.
"Ciao Angie, chiama tu la prossima volta, così non ti disturbo, va bene?"
"Non ti sarai offesa perché mi sto preparando mentre ti parlo?" mi vesto velocemente, l'unica cosa che non ho preso sono gli stivali, ma posso metterli dopo.
"No, ma chiama! Va beh, ti passo tuo padre"
"Ciao"
"Ehi Angie!"
"Ciao papà"
"Oggi ti mando tutte le foto di quando sono venuto da te, scusami, ma è stato un casino. E' da una settimana che vivo in camera oscura praticamente"
"Non ti preoccupare. Come sono venute?" metto il pigiama nella cesta del bucato, mi butto la vestaglia sulla spalla e, col telefono ancora in vivavoce in mano, esco dal bagno
"Ah benissimo! Sia quelle dei concerti sia quelle della festa in spiaggia, c'è un bel pacchetto pronto per essere spedito"
"Ecco adesso esci dalla camera oscura e stai un po' con mamma" quando entro in camera non perdo tempo, appoggio la vestaglia sulla sedia e corro a tappare la bocca a Eddie prima che possa emettere qualsiasi suono.
"Tranquilla!"
"Volevi dirmi qualcos'altro? La mamma mi aveva già detto tutto delle foto" quando sono sicura che abbia capito e mi fa un cenno con la testa, mollo la presa sulla bocca di Eddie e vado a sedermi sul letto per mettermi gli stivali, dandogli le spalle.
"Sì, volevo chiederti: conosci i Nirvana?"
"Sì, sono una band di queste parti, li ho anche visti due volte in concerto"
"Non come band, li conosci di persona?"
"Ehm beh, non proprio"
"In che senso? Li conosci o no?"
"Li conosco di vista! Più che altro il batterista..." ma cazzo, come mi escono?? Mi giro di scatto e vedo Eddie che si è bloccato con la mano sulla cerniera dei pantaloni e mi guarda male "e il bassista ci ho scambiato due parole, il cantante so chi è ma finisce lì"
"Perché loro ti conoscono"
"Che? E tu che ne sai?" perché sento che non sta per dirmi niente di buono? E perché cazzo ho tenuto il vivavoce? Ormai non posso toglierlo o sembrerebbe che voglio nascondere le cose a Eddie.
"Hanno suonato qui a Boise qualche giorno fa"
"Davvero?"
"Al The Zoo" quelli del management devono aver pensato si trattasse del vero zoo e volevano spedirci Kurt, sicuramente è così.
"E tu ci sei andato? Ma non eri pieno di lavoro?" dopo attimi eterni io riprendo ad allacciarmi gli stivali ed Eddie si chiude finalmente la patta.
"Sai come si dice, Troppo lavoro e niente divertimento..."
"Seh, e poi finisci a rincorrere la tua famiglia con un accetta"
"Appunto. Comunque gran concerto, energia pura! Ho fatto poche foto purtroppo. Il giorno dopo mi sono comprato il disco. Ne hanno fatte anche alcune nuove dall'album che deve ancora uscire"
"E cosa c'entro io in tutto questo?" se ha offerto da bere pure a Dave, giuro che urlo. Che cazzo è? Mio padre ha una specie di radar per i miei ex adesso? E ne deve parlare proprio ora con Eddie in ascolto?
"Oh perché a un certo punto sul palco il cantante ha detto una cosa sul fatto che era la prima volta che suonavano in Idaho e che finora non conoscevano nessuno di queste parti, tranne una ragazza che è proprio della nostra città. E ha detto che dovrà trovare un altro soprannome alla sua amica, ma è stato un discorso veloce e piuttosto criptico, tra un pezzo e l'altro. Tu ne sai niente?"
"Mmm non ne ho la più pallida idea onestamente" Eddie mi guarda e scoppia a ridere, io gli faccio segno di tacere e lui si copre la faccia con le mani.
"Ma sei tu l'amica, no?"
"Non credo proprio," io amica di quello lì?? Piuttosto mi cavo gli occhi a mani nude "chissà di chi parlava, ci sarà altra gente di Boise che si è trasferita a Seattle, non sono così speciale, sai?"
"Per quello ti ho chiesto se li conoscevi..."
"Sì, ma solo di vista e mica sanno di dove sono, non sanno nemmeno come mi chiamo eheh" Eddie si scopre la faccia e fa un verso come per dire Sì, come no!
"Oh va beh, allora è solo una coincidenza"
"Certo che sì"
"Ok, ora ti lascio. Vado alla posta e poi in redazione"
"D'accordo. Ciao e buon lavoro"
"E salutami Meg"
"Va bene"
"E Eddie" Eddie mi guarda ed esplode in un sorriso a cento denti, mentre fa ciao con la manina in direzione del telefono.
"Va- perché Eddie?"
"Così, mi è venuto in mente"
"Fammi indovinare: è la prima foto che ti è capitata davanti, vero?" bene, ora Eddie penserà che a casa mia ci sia un altarino con una sua foto, fiori e candele davanti a cui i miei genitori pregano tutte le mattine.
"Eheh in effetti sì, salutamelo quando lo vedi, è un bravo ragazzo"
"Sarà fatto. Ciao papà"
"Ciao Ray" risponde Eddie non appena ho messo giù.
"Se ti facevi sentire ti uccidevo!"
"La solita esagerata..." vestito di tutto punto, viene a sedersi di fianco a me sul letto.
"Ha! Non ci provare, è tardi e dobbiamo volare all'università"
"Non so di cosa stai parlando, volevo solo prendere questo" tutto strafottente, allunga le mani sotto il letto e tira fuori il suo zaino.
"Certo"
"Sono un bravo ragazzo io"
"Va beh, se il bravo ragazzo è pronto, è ora di andare"
"Ok, andiamo"
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"Come si dice Posso avere il tuo numero in svizzero?"
"Non esiste lo svizzero, Mike" la ragazza dello staff ha aperto appena la porta dei camerini, giusto il tempo per dirci Soundcheck in zehn Minuten, e quel coglione si è già innamorato.
"Come non esiste? E allora che cazzo di lingua parlano in questo paese?"
"Dove siamo adesso, cioè Zurigo, tedesco" mi limito al concetto chiave, abbiamo un soundcheck da fare e non ho voglia di spiegare al mio bassista il multilinguismo elvetico.
"Ok, come si dice in tedesco?"
"Chiediglielo in inglese, vedrai che ti capiscono lo stesso" Layne si alza e fa cenno a Starr, l'unico seduto, di fare altrettanto e seguirlo.
"Tutto il mondo parla inglese" sentenzia Sean il saggio.
"Dovresti averlo imparato, dopo la figura di merda dell'altra sera a Düsseldorf" Layne apre la porta del camerino ed esce, seguito a ruota da noi, ricordando il simpatico teatrino dell'altro ieri nel quale abbiamo quasi rischiato la vita per colpa di Mike. Un tipico lunedì sera degli Alice in Chains, insomma.
"ANCORA? Sentite, ho fatto un cazzo di commento in un cazzo di bar pieno di gente, pensavo mi aveste sentito a malapena voi, figuriamoci quei tizi!" Mike non ha tutti i torti, in quel bar karaoke c'era un casino assurdo. Non so come cazzo ci siamo finiti, penso che semplicemente fosse la fonte di alcol più vicina sulla strada tra il locale del concerto e il posto dove dormivamo. Eravamo tutti belli pieni quando un tipo in giacca di pelle e occhiali da sole, dopo aver distrutto The show must go on, ci è passato di fianco proprio mentre Mike ne coglieva un'inaspettata somiglianza.
"L'abbiamo pensato tutti che non somigliava per un cazzo a Freddie Mercury, ma ce lo siamo tenuto per noi, anziché urlarlo ai quattro venti!"
"Ma era troppo lui, cazzo! Era Fonzie coi baffi! Che poi, volendo dire, che cazzo ho detto di male? Mica gli ho dato del coglione"
"A dire il vero le parole esatte sono state Quel coglione, più che Freddie Mercury, sembra Fonzie con i baffi ah ah ah"
"Va beh, lui ha sentito solo la seconda parte"
"E meno male, se no lui e i suoi amici ci avrebbero preso a calci fin dentro all'albergo, anziché fermarsi fuori"
Arriviamo sul palco e attacchiamo con le prove senza perderci in altre chiacchiere. Siamo qui per suonare quattro canzoni davanti a un paio di migliaia di persone a cui non frega un cazzo di noi e che non vedono l'ora che ci leviamo dalle palle per potersi godere il concerto dei Megadeth, di cui siamo il gruppo spalla. Ma per noi è vita cazzo, suonare è suonare, basta che ci mettano su un palco e lo facciamo con chiunque e davanti a qualsiasi pubblico. Voglio dire, abbiamo aperto per tutti, dai fottuti Poison a Iggy Pop solo nel giro di un anno. In questo io e Andy eravamo davvero sulla stessa lunghezza d'onda, mi ricordo le nottate passate a fantasticare sui nostri futuri concerti immaginari negli stadi e nei templi del rock. "Madison Square Garden? Ci vado pure con i cazzo di Warrant pur di suonarci!" mi sembra ancora di sentirlo. Quanto cazzo mi manca? Beh, almeno i Megadeth mi piacciono anche se magari io non piaccio né a loro né ai loro fan. Siamo alla quarta data di questo tour europeo e ancora non abbiamo neanche scambiato una parola. Diciamo che non li abbiamo quasi nemmeno visti. E la gente? Beh, se è sono freddini va anche bene, quando va male ci tirano la merda sul palco. Se ci fosse Angie ci suggerirebbe di montare una rete protettiva come nei Blues Brothers... Ecco, meno male che il soundcheck è finito perché mi sta salendo la malinconia e ho bisogno di una birra, cazzo. Usciamo e senza parlare andiamo tutti nella stessa direzione, dritti verso il bar più vicino, sperando non sia karaoke pure questo. Quando vedo una cabina telefonica sull'altro lato della strada però, non posso fare a meno di attivarmi e fare una piccola deviazione.
"Devo... ehm devo fare una telefonata, ci vediamo dopo"
"Non puoi chiamare dalla stanza, scusa?"
"Oh no, Mike, perché il signorino non vuole farsi sentire, mi sembra ovvio!" Sean è già pronto sui blocchi di partenza della presa per il culo del sottoscritto.
"Ma chi devi chiamare? La stessa tipa di ieri?"
"Di ieri e dell'altro ieri..." continua il batterista.
"Ma i fatti vostri, mai?"
"E chi è questa tizia? Non ce lo dici?"
"Layne la conosce, è un'amica di Dem" Kinney è super informato sui fatti, come immaginavo Layne si è trattenuto, ma non fino in fondo e ha lasciato trapelare il minimo. Bene.
"Io coltivo la nobile arte del farsi i cazzi propri, quindi non so un bel niente"
"Bravo Layne!" dò una pacca sulla spalla al mio compare e faccio per allontanarmi di nuovo.
"Bravo un cazzo, noi siamo preoccupati per te!"
"Parla per te, io sono tranquillissimo e voglio solo andare a bere" e anche questo era prevedibile da parte di Sean. Ormai potrei scrivere io le parti di tutti nei nostri dialoghi, li conosco come le mie tasche.
"Non dargli retta, tu sei nostro fratello! Ne sei appena uscito per miracolo, dal disastro con Angie intendo, e adesso vai a rinfognarti in un'ennesima storia seria con un'altra??"
"Chi ti ha detto che è una storia seria?"
"Se vale tre chiamate intercontinentali, per me è seria"
"Ma sì, è una che ha appena conosciuto, è fresca e se la vuole tenere buona, no?"
"Vedo che sapete già tutto quindi non ho altro da aggiungere, ci vediamo dopo" mi allontano tra i versi e i fischi dei miei compari e li vedo procedere trascinandosi verso il bar dall'interno della cabina.
Prendo l'agendina dalla tasca interna della giacca e ovviamente la apro alla prima pagina, alla lettera A. Lo so che dovrei continuare a sfogliare, ma non ce la faccio, è come se mi bloccassi, come se andassi in corto circuito per qualche secondo. Infilo penso l'equivalente del nostro ingaggio di stasera in monete nel telefono e compongo il numero sbagliato di proposito. Che ore saranno adesso? Tipo le 9, le 10 del mattino, magari non è nemmeno a casa.
"Pronto" e invece c'è, cazzo.
"Pronto?" ripete e a quel punto realizzo che non ho parlato, perché in realtà mi sembrava di averle risposto e averle detto che sono io e che sono in una pausa tra soundcheck e concerto e che l'ho chiamata perché, tanto per cambiare, stavo pensando a lei.
"C'è qualcuno o no?" mi sembra di sentirmi mentre le racconto di Fonzie coi baffi, della più che necessaria rete sul palco, di Mike che ieri sera stava per abbordare una che gli ha detto che era al terzo anno di Gymnasium, pensando volesse dire che era una patita della palestra, prima che lo salvassi spiegandogli che era una cazzo di liceale.
"Sei tu?" vado in panico perché mi sono fatto sgamare come un coglione. Dopotutto, chi altri potrebbe chiamarla per poi fare scena muta? Oltretutto dall'estero... Sono proprio uno stronzo.
"Hai bisogno? Ti servono soldi?" a quel punto è come se mi risvegliassi da una specie di ipnosi del cazzo e attacco il telefono di botto. Soldi? Perché Angie dovrebbe pensare che la chiamo per soldi? La riposta è semplice: non mi ha sgamato per niente e pensava fossi qualcun altro. Ma chi? Chi potrebbe chiamarla al mattino chiedendole del denaro? In che razza di casino si è cacciata? Quando esco dalla cabina telefonica mi viene in mente che mi sono dimenticato di chiamare Heather come avevamo concordato, ma dopotutto che importa? I ragazzi pensano che io l'abbia fatto, alla fine è il gesto che conta. Raggiungo la band al bancone del bar con la testa piena di domande.
Le domande mi girano in testa fino al concerto e anche dopo. Alla fine lo show non va per niente male, a parte qualche monetina indolore, il pubblico ha reagito anche bene. Si vede che gli svizzeri sono più educati! E sono stato smentito due volte stasera perché, appena scesi dal palco, siamo stati subito intercettati da David Elleffson e Marty Friedman dei Megadeth che si sono complimentati con noi, confessando che non avevano idea di chi cazzo fossimo prima di sentirci e che secondo loro spacchiamo i culi, anche se il nostro nome non gli suona granché bene. Abbiamo passato la serata tutti insieme a tazzare, fumare e sparare stronzate, loro soprattutto perché a un certo punto Marty ha detto che ci vogliono proporre come band di apertura per il mega tour che faranno con Slayer e Anthrax una volta tornati a casa e secondo me era la droga a parlare. Non che non ce lo meriteremmo, anzi! Boh, io resto a guardare e vediamo che succede, sarebbe una figata, ma non voglio farmi i film per niente, preferisco vivermela giorno per giorno. Ma chi ti chiama per chiederti soldi di prima mattina? Magari è solo un'amica in difficoltà che Angie sta aiutando perché lei deve sempre aiutare tutti? O forse no...
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mari--lace · 3 months ago
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Gli Oscar della Penna sono un'iniziativa aperta a storie edite e inedite, fanfiction e originali, con ben 23 categorie ispirate agli Oscar reali (ma adattate alla scrittura, ovviamente; per esempio, Miglior Trailer premia la storia con il miglior titolo).
Sono ben accette storie postate su ao3, su EFP, su qualsiasi sito che non richieda di essere iscritti per visualizzarle.
In questa edizione vengono accettate storie iscritte dal 1/11/2023 al 31/10/2024 (c'è anche tempo per scrivere e postare, quindi, volendo!).
Le storie devono essere a singolo capitolo (possono far parte di una raccolta, basta che si possano leggere a sé) e non superare le 5500 parole. C'è però anche una categoria aperta alle long: gareggia il primo capitolo, ma per la data di pubblicazione viene considerata quella dell'ultimo capitolo postato.
C'è anche una categoria per storie scritte in inglese!
Se conoscete fanwriter che pensate possano essere interessatə, invitateli! 👀
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this-machine-runs-on-coffee · 5 months ago
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"KARNAK'S DREAM OF LIFE" THIS IS NOT AN EXACT TRANSLATION, THIS IS AN ADAPTATION (AND ONE THAT STILL NEEDS TONS OF FIXING AT THAT)
Funny thing I did this at 2am. You don't think this is funny? Well see how great my mental capacity is at 2am with this! (This somehow came out decently but at 2am I am a zombie)
ASK ME FOR PERMISSION BEFORE USING THIS, DO CREDIT ME IF YOU EVER USE THIS (I doubt you will it’s impractical and still needs so much fixing it’s unbelievable) AND TELL ME/LINK WHATEVER YOU USED IT FOR USING REBLOGS (because for some reason Tumblr doesn’t like comments with links and while I do think I understand why I don’t always like it)
(the apostrophes [or however ’ is called] are used to shorten the number of syllables often in poetry so I’m obviously abusing that power.)
So che 'sto sogno di vita è infinito Fa il giro e gira e gira ancora Tu sai che il sol è calato mentr'è salito Va avanti e avanti e non finisce mai
So, direct translation! (used in this [and in this sometimes!] to specify the meanings and explain certain word choices)
I know this (shortened "this", one syllable, but not without patience or with anger, just to shorten it) dream of life is infinite It goes around and goes around and goes around again You know the sun has descended while (it) has risen (for the rhyme I had to invert them because if I hadn't it wouldn't have done the rhyming) It goes on and on and never ends
OG LYRICS (if you’re seeing this I doubt you don’t know them, but here they are anyway):
I know this dream of life is never ending It goes around and round and round again You know the sun is rising while descending It goes on and on and never ends
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len-scrive · 29 days ago
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Tumblr media
Rating: Mature
Fandom: Interview with the Vampire (tv show)
Relationships: Daniel/Armand
Characters: Daniel Molloy, Armand
Tags: Cosa succede quando Louis se ne va, Armand e Daniel parlano, Trasformazione di Daniel, Armand e Daniel lasciati da soli a casa
Lingua: Italiano
Sommario: Louis lascia soli Armand e Daniel. E questo è il racconto di quello che succede appena dopo. Almeno una delle tante versioni nella mia testa.
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Louis aveva appena lasciato la stanza.
Dal momento in cui aveva incendiato il suo laptop a quando era sparito dalla sua vista era trascorsa una frazione di secondo impercettibile.
CONTINUA A LEGGERE SU AO3
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Una veloce chiacchierata com’è d'uso dalle mie parti prima di augurarvi una (speriamo) buona lettura.
Il mondo creato dalla Rice non mi piace.
Chi mi conosce sa che per me è necessario sempre precisare certe cose, per la mia salute mentale.
In generale non mi piace il suo modo di scrivere, non mi piacciono molte delle cose che i personaggi da lei creati fanno e dicono e, nei libri, non mi riesce proprio di vederci quello che ci si dovrebbe vedere, che molti vedono. Le storie d’amore lì dentro ai miei occhi non sono storie d’amore e il racconto si concentra più su temi che per come vengono trattati sarebbe meglio non trattare affatto.
Non sto qui a precisare, ma ci sono scene all’interno dei libri della Rice che hanno risvolti e reazioni dei personaggi per me inqualificabili.
E partendo da quella base ho sempre fatto fatica a trovare interessanti sia dinamiche che personaggi delle Vampire Chronicles.
Quanto ho appena affermato cambia radicalmente quando andiamo a parlare della serie televisiva creata ispirandosi ai lavori della Rice.
Chi ha letto le mie impressioni sulla serie (se vi interessano le trovate su STIGAMES) sa che il discorso è molto più ampio di quello che posso fare qui, ma in sostanza la serie mi ha stregato.
La serie ha finalmente creato, per me, dei personaggi interessanti, pieni di sfaccettature e soprattutto NON DI GIOVANISSIMA ETÀ, cosa che in un vampiro io NON posso concepire.
La serie ha corretto certe cose, ne ha tolte altre, ha modificato al meglio altre ancora.
Come Hannibal nei confronti dei libri di Harris, anche la serie di Interview with the Vampire è una lunga fanfiction ispirata ai lavori della Rice.
E quello ha cambiato tutto, per me.
Continuo a ripeterlo perché il PER ME è importante.
Queste sono tutte opinioni personali.
Inoltre la serie mi ha dato anche la curiosità per andare a leggermi parte delle opere originali di cui ho elencato solo alcuni enormi difetti, ma che non avrei mai letto altrimenti.
Le varie versioni di Lestat e Louis conosciute finora non avevano mai destato il mio interesse.
La serie ha cambiato anche questo.
Veniamo ora a ciò che ho scritto io.
Riguarda Daniel e Armand che, al momento, trovo la coppia con le dinamiche più affascinanti.
Perché per me Louis e Lestat sono risolti, la serie è stata perfetta in quel senso e non sento il bisogno di aggiungere nulla.
Su Daniel e Armand invece c’è ancora TANTO da dire. E non vedo l’ora che la serie lo faccia.
Nel frattempo però sono qui a chiedermi che cos’hanno combinato quei due che noi non abbiamo ancora visto.
Anche in questo caso mi riferisco al Daniel e all'Armand della serie e, non serve specificarlo ma lo faccio lo stesso, il Daniel non giovane, che io trovo un personaggio infinitamente più interessante e affascinante della sua versione giovane nella serie stessa.
Perciò per me sono questi due personaggi ad interagire sempre e comunque.
Io spero tantissimo di poter vedere una versione riveduta e corretta di Devil’s Minion fornita dal team di sceneggiatori della serie che fino ad ora ha fatto un lavoro egregio. E il mio desiderio è che il Devil’s Minion della serie cominci dal punto in cui siamo adesso, senza andare a toccare mai più il Daniel giovane.
Questa è la mia speranza, poi si vedrà.
Ma tutto quanto scriverò riguarda loro due, perciò chiaro che chi ha deleterie ed infantili idee sul fatto che quel Daniel è troppo vecchio per quell'Armand o cavolate tristi di questo tipo può astenersi subito dal leggere perché al mio Armand quel Daniel lì piace e piace pure tanto.
Anche perché, vorrei vedere, cosa c'è che può non piacere?
Stabilito ciò poi c'è da dire che per me il mondo delle fanfictions è creatività a tutto tondo e spesso mi prendo libertà per quanto riguarda regole e ambiente che circondano i personaggi; anche perché la serie è meravigliosa e chi vuole immergersi nel vero racconto può guardarsi quella, ciò che scrivo io è solo un minimo tentativo di mettere nero su bianco quello che mi gira per la testa e mi piacerebbe vedere su schermo.
Ma sono certə che questi sceneggiatori mi stupiranno immaginandosi le cose cento volte meglio.
Nell'attesa della terza stagione questo è il mio contributo al rapporto tra Armand e Daniel.
Ne ho altre nella mia testa di versioni possibili di quanto accaduto a Dubai dopo che Louis è uscito di scena, ma al momento ho messo giù solo questa, la più breve e la più "ragionata".
Mi piace dare la mia personale versione della vampirizzazione e dei poteri che hanno i vampiri e quindi troverete alcune capacità vampiresche di cui non ho assolutamente la certezza o che ho inventato di sana pianta perché mi facevano comodo.
Come mi piace sempre ricordare: qui non c’è nulla di vero tranne i sentimenti e le emozioni.
Buona lettura!
Len
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alexjcrowley · 6 days ago
Note
Ciao! Ho una (non proprio) piccola spiegazione per i tag di omarfor-orchestra (se ti interessa). In pratica lei si stava riferendo alla serie Un Professore (che va in onda sul rai1 da qualche anno).
Allora: alla fine della prima stagione i protagonisti, Simone e Manuel, finiscono per baciarsi e fare sesso. Questo è il culmine della tensione che c'è stata per tutta la stagione tra sti due, e dovrebbe portare ad un inizio di questioning per Manuel sulla sua sessualità, che lo porterebbe a realizzare che è bisessuale (come è successo, più o meno, nella serie spagnola da cui questa serie è tratta).
Ora, evidentemente agli sceneggiatori non fregava nulla del materiale originale o di questa trama interessante visto che in qualsiasi intervista della s2 hanno negato che Manuel potesse essere non etero in qualsiasi modo possibile.
Ma comunque quando è iniziata la stagione si pensava ancora che potessero FORSE continuare quello che avevano iniziato. Questo ovviamente non è successo, e anzi hanno completamente distrutto il personaggio di Manuel (per esempio: lui e Simone, che sono migliori amici da un anno, non si parlano affatto per tutta la stagione, neppure quando Manuel decide di scappare in Francia con la sua nuova fidanzata per ragioni idiote, cosa che invece aveva fatto in precedenza (o almeno qualcosa di simile))
Ultima cosa giuro ma la seconda stagione finisce con tutte le coppie etero felici e gli unici rimasti mentalmente distrutti dagli avvenimenti della stagione sono Simone e il suo nuovo fidanzato. Perché ovviamente i gay non sia mai che siano felici (soprattutto se la serie è su di loro)
Quindi. Queerbait di decimo livello proprio. Scusa per la spiegazione lunga, mi sono fatto prendere la mano 😅
MACCHÈ SCUSA anzi grazie per la spiegazione iperdettagliata. Lo ammetto, io di tv italiana praticamente non ne guardo (le eccezioni sono davvero poche), ma avevo già sentito parlare di questa serie, anche bene, e forse l'aveva iniziata a vedere mia madre. Non avevo IDEA di tutto questo drama dietro. Mamma mia la tv italiana è sempre, nel bene e nel male, in grado di stupire. Mi dispiace un po' nel leggere di questa cosa, perché davvero non c'è legge che impedisca ai nostri prodotti seriali televisivi di evolversi a livello di tematiche e trattamento di tale tematiche, ma allo stesso tempo sembra davvero uno sketch di Boris.
"La rete ci ha detto che Manuel omosessuale non si può fare. Il Dottor Cane ha addirittura minacciato la cancellazione della serie."
"E vabbè, che problema c'è? Risolviamo. Manuel Simone non lo vede più."
"Ma come non lo vede più? Ma lasciamo in sospeso la storyline cosí."
"Sticazzi della storyline, adesso per togliercelo dai coglioni lo mandiamo... *chiude gli occhi, muovendo il dito su una cartina dell'Europa prima di puntarlo su un posto a caso* Francia! È bella la Francia. Poi in Francia ci stanno un sacco di belle ragazze. Problema risolto."
"E Simone?"
"F4 basito alla partenza di Manuel. Siamo dei geni. GENI!"
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furiarossa · 3 months ago
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Continua la "vivisezione" del pupazzone Plazzy! Ma sembra che qualcosa di molto più inquietante stia avvenendo al piano di sotto... chi è che si sta mangiando le sedie di Marlena? Ci sono dei fantasmi veri (e non, ovviamente, il pupazzone di un personaggio fantasma dei cartoni animati) in casa della nostra protagonista?
Scoprite questo, e molto altro ancora, nel nuovo, divertente capitolo de "Gli dei in catene". Non perdetevelo ;)
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wh0r3-for-older-men · 10 months ago
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Indovina chi ha una metà giorno domani di scuola perché loro scuola bruciato, Il che significa che potreste ottenere più contenuti haha.
(Scusate per il mio pessimo italiano, non sono fluente. A proposito, vi prego di correggermi)
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soleberlandieri · 6 months ago
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KisaIta; Kisame x Itachi.
KisaObi; Kisame x Obito
Rating: Mature
Genre: Fantasy; Supernatural; Sentimental. AU. Coworkers.
Story with two alternative endings
Language: ITA
Summary:
“Oh, nothing important” Kisame can't help himself from putting his fingers in his hair, messing up the impeccable hairstyle “Sometimes dreams happen that are pure utopias, the important thing is to recognize it.” “You always have to try, Kisame. Failure doesn't hurt as much as regretting not trying." “When you know that nothing will change, it's wasted effort.” “What if everything changes instead?” Kisame finally finds the courage to look at Itachi. He is always there, calm and accommodating: “I never believed the bullshit about destiny already being written.” “In fact, you don't have to, Kisame. It would be the biggest mistake, the one that almost everyone makes. Everyone is the creator of their own existence, but without the necessary commitment no one can get rid of pain and dissatisfaction. The long-awaited change is scary, this is the truth."
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natsuyuki-w · 1 year ago
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Serenitea Shop | Snow covered Kiss
Xiao (Genshin) x f!reader
italiano
Modern AU
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Serenitea shop >
- Per me un te alla menta grazie! - Chiese Yanfei con fare cortese. - Oh no scusami oggi ho solo caf..- - AH-HA! - intervenne la sua ragazza puntandomi il dito in modo inquisitorio, le larghe maniche svasate della sua giacca dondolavano davanti alla mia faccia. Indossando poi il più malizioso dei sorrisetti commentò. - Avrei giurato di aver sentito specificatamente "Té mandorla e cannella" poco fa.-
Colta sul fatto la mia faccia inizio a tingersi di rosso per l'mbarazzo. Già, perché per quel qualcuno, il the c'era sempre. - Allora come possiamo avere questo privilegio? Diventare musicisti? Far parte della famiglia Alatus? Oppure bisogna chiamarsi Xia..- - Shhhhhhh - mi allungati a coprirle la bocca. - Oh! Tao! È ancora lì! - bisbigliai indicando nella direzione del soggetto della conversazione. - Oooh, hihihihi.- sogghignò di gusto, - sembrerebbe che ci abbia azzeccato. - La compagna dai capelli rosa si rivolse a me con tono di scuse - Non fa niente per il the e... Mi scuso a nome di Hu Tao, è più forte di lei non riesce proprio a farsi i fatti suoi. - susseguì un offeso "Hey" della fidanzata. - No ma figurati, ha ragione! - scossi la testa sconsolata. - Sono arrivata ad un livello imbarazzante... -
Gli occhi ambra furbetti della ragazza si addolcirono e con genuina curiosità chiese - Come mai non gli chiedi di uscire? È sempre qui! Sono sicura ricambi! - - Già fatto!- sospirai ripensando alla settimana prima.
~ Ormai aveva imparato a memoria quando sul menù c'era il SUO tè, e così, a furia di incontrarlo settimana dopo settimana, avevo finalmente preso coraggio. Con mano tremante mentre gli porgevo la sua tazza lo guardai diritto in quei suoi occhi color miele e gli feci la fatidica domanda. - Ci conosciamo da un po' adesso eh? Mi stavo chiedendo,... Ecco,... tu mi, piaci, molto!e quindi...sì... ti andrebbe tipo di... uscire?-
Vidi le punte delle orecchie che sporgevano dai morbidi capelli diventare sempre più rosse e il suo volto si illuminò. - Oh, eh-hem... Sì! Mi piacerebbe. G-grazie, ti apprezzo mol... APPREZZO molto, la tua offerta!? - Altrettanto estasiata feci un sorriso tanto grande da sentire male alle guance. - D-davvero? Allora, che ne dici di... domani sera? Al porto fanno bancarelle e musica. Potremmo stare lì, ballare e se c'é troppo casino prendiamo da mangiare e ci allontaniamo.- gli proposi terminando con tono consapevole del leggero disagio sociale del ragazzo. Aprì bocca per dire qualcosa ma ritirò il fiato. E quella rara solarità sul suo bel viso, sì spense.
~ -...band, lavoro, aiutare i club di scuola, andare da suo padre,... Non un giorno libero vi dico! Tralascia anche il tempo per sé e la sua salute. -Finii di raccontare alla coppia. - Quindi, per darvi una scusa di incontrarvi in giro gli porti sempre l'unica cosa che beve sul menù.- assunse correttamente Yanfei. I due frappuccino che avevano ordinato mentre raccontavo erano pronti, glieli porsi insieme alle mie scuse -Argh! Sono pessima ragazze, vi sto usando come valvola di sfogo... Perdonatemi.- - Ma di che ti scusi? Come se io non abbia fatto gli stessi drammi per Yan..- - Che drammi avresti fatto per me?- interruppe la ragazza dai capelli rosa ricordando a Hu Tao della sua presenza. - COMUNQUE, sta sera. Wangshu Inn. 22:30. - Continuò la mia amica dallo stile gotico. - Sì. Capo.- risposi facendole il verso.
Una volta tornate a casa e preparate per l'occasione ci ritrovammo a salire le scalinate di legno del peculiare edificio. Era uno tra i più belli e peculiari della zona in architettura e intrattenimento offerto. A guardare sembrava avessero impilato 3 palazzine prelevate dai quartieri di Pechino. Un'incrocio di finestre, pezzi di tetti spioventi, e balconate, tutto costellato di di luci dai toni caldi e lanterne rosse. Sembravs partorito dalla fantasia di Ayao Miyazaki. Ad ogni piano vi era qualcosa di diverso: una sala giochi, un ristorante un nightclub, e sulla cima un'osservatorio. Un'edificio rinomato di proprietà del signor Bowseichouse, fratello maggiore di Xiao, nonché, luogo di lavoro di quest'ultimo.
- Ricordami perché non abbiamo preso l'ascensore? - sbuffò Hu tao. - Queste sono gratis, i tuoi 6 mesi di palestra costano 15'000 mora. - ribattei. Arrivammo finalmente al secondo piano, una fila ad attenderci. Guardai nei vari angoli in cerca di volti famigliari alle porte e fortunatamente intravidi il ginger. - Arrivo subito. - avvisai la mia compagnia.
- Prego, entri pure. Documento per favore, ben... Oh! Hey girlie! Venuta riprendere il tempo perso oggi senza la mia compagnia? - Distolse lo sguardo dalla fila Childe. - Ma certo! Se poi nel frattempo fai passare avanti le mie amiche, tutto okay giusto? - Ridacchiando mi avvolse in un abbraccio laterale. - Ma certo! D'altronde e colpa di una mia distrazione. - scherzò facendo finta di non vedere. Allungai il braccio a richiamare la coppia e chiacchierai per un po' con il collega di Xiao. - Non è giusto! - si lamentarono ragionevolmente le ragazze in cima. - Permesso speciale! È la cognata del grande capo d'altronde.- rispose convinto il bodyguard. - Ma magari...- sospirai arruffandogli i capelli per dispetto. Dopo un breve controllo, entrammo ed immediatamente incrociai lo sguardo proprio con la mia crush. Si trovava di schiena al ragazzo ginger, nel muro interno dell'edificio. Le orecchie e guance erano rosse, ma l'espressione era quella seria di sempre.
- Buonasera Alatus. - salutò reverente Yan Fei. - Ya-hoo!- si annunciò in allegria Hu Tao. - Ciao Xiao, non sapevo fossi di turno sta sera.- sorrisi calorosamente - fino a che ora? - continuai cercando di sviare la causa del nostro comune imbarazzo. Fece un cenno alle ragazze prendendo le loro giacche e mi rivolse un sorriso prima di riporle. - Ho appena iniziato, rimango fino a chiusura. - porse loro il numero di appendiabiti e si girò di nuovo da me. - Tu tieni tutto? - . - Ah giusto! - mi tolsi goffamente le giacche. Il rossore che si era finalmente dissipato ritornò vivo anche sulle sue guance. Lui mormorò: - Stai...molto bene sta sera. - e si affrettò a recuperare gli abiti sfiorando la mia mano. - Grazie, gentilissimo. - risposi ridacchiando timidamente.
- Allora? Ci muoviamo? - arrivarono le voci zittite del resto della clientela in entrata. Mi scostai per lasciarli passare. - Ti...tu...Fino a che ora rimarrete? - balbettò affrettandosi a recuperare i vestiti dei visitatori. - Non saprei onestamente, ragaz...- e quando mi girai per chiedere notai che se ne erano andate. - Er... Penso alle 2/3, dipende dalla sopportazione di Fairy,... Er...Yan Fei.- - Non le piace? - disse riferendosi al tipo di serata che si prospettava essere. - Oh no! È brilla Hu Tao che non le piace. - risposi esausta al solo pensiero. Ridacchiò al pensiero, girandosi a riporre i vestiti ricevuti per non darlo troppo a vedere. Notai che qualcuno stava ancora per commentare sulla distrazione che stavo dando al povero Xiao, così prima che potessero aprire bocca mi avvicinai a dargli un pugnetto per salutarlo. - ti lascio alla clientela. Grazie per la chiacchierata e la giacca, buon lavoro! Lunedì ti porto il solito. - Con un espressione da cane bastonato annuì e avvicinò il braccio per ricambiare.
Mi girai per allontanarmi, ma con presa salda mi ritrovai più vicina al bancone di prima e il respiro di Xiao sul collo. Posò le labbra vicino al mio orecchio e poi sussurrò.- Ti aspetto come sempre. Divertiti. - e dopo un'ultima stretta alle nostre mani ora congiunte, si riminese all'opera. Mente sognante e piedi leggeri mi portai distrattamente all'interno del locale, e per mia fortuna, il volto famigliare di Venti mi si palesò davanti trascinandomi in pista. Childe arrivò dopo poco al fianco del ragazzo dai capelli turchesi, gli posò una mano sulla spalla e gli indicò con il mento la sala. - Vai è il tuo turno. - e con un cenno di assenso si diresse immediatamente alla postazione di sorveglianza. Prima fila sui tuoi movimenti sinuosi e spensierati e Venti scaccia "mosconi".
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melancomine · 2 years ago
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TEASING | peter parker x lettrice
trama: peter parker è il tuo migliore amico, ti sta tenendo nascosti piacevoli segreti ma li stai per scoprire tutti questa notte
pairing: peter parker x lettrice (mi riferisco a tasm ma può essere qualsiasi pp se lo desideri)
avvertenze: smut esplicito, sesso non protetto
word count: 2,7k
masterlist | wattpad
Questa sera fa particolarmente fresco a New York City, il tempo perfetto per un tè, una copertina e un film in streaming. Ma c’è una cosa che ti sta distraendo dalle immagini cruente di Alien, ovvero il disordine. Non riesci proprio a sopportare che la scrivania abbia ancora lo scompiglio dello studio del pomeriggio. Metti in pausa il film e ti alzi. Chiudi e raccogli i libri su cui hai passato ore e ore a memorizzarne le pagine e li riponi al loro posto, nella libreria. Le biro e gli evidenziatori nel portapenne e stavi per tornare a letto quando ti accorgi che una delle cornici appese al muro è storta. Appena noti che la foto in questione è quella del tuo diploma, inevitabilmente un sorriso scappa dalle tue labbra.
Sei felice, spensierata, emozionata e a condividere quel momento importantissimo per voi con le toghe blu è Peter Parker, il tuo migliore amico e spalla su cui puoi sempre contare. Peter Parker… Sei innamorata di lui dal momento in cui i vostri sguardi si sono incrociati per la prima volta a scuola. Lui un po’ goffo, imbranato, se ne andava in giro con lo skateboard e in un modo o nell’altro faceva sempre cadere qualcosa. Ma è questo che ti piace di lui. La sua spontaneità, il suo essere vero.
All’improvviso, un rumore alla finestra. Ti giri di scatto per vedere che un’ombra si sta muovendo da dietro le tende. Hai paura, tanta paura. Il tuo cuore inizia a battere fortissimo, ma pensi che è meglio avere il sangue freddo per qualsiasi evenienza. Cerchi l’oggetto più pesante che ti possa capitare sottomano e trovi una candela. Una candela?!
Ti avvicini lentamente alla finestra e con una mano sposti la tenda. Sei pronta a scaraventare quella profumatissima candela in testa all’intruso quando… ”Spider-Man?!” Esclami.
Cosa ci fa il più famoso e amato supereroe di New York sul tuo davanzale? Sei confusa, ma eccitata. Il mondo si ferma e il tuo cuore continua a battere veloce, non più per la paura ma per l’emozione.
”Calmati, calmati, per favore!” Il ragazzo con il costume ti fa segno di rimanere in silenzio, non vuole che qualcuno ti senti. Entra completamente nella tua stanza e tu lasci cadere la candela. Spider-Man posa una mano sulla tua bocca e l’altra dietro la nuca. Il tuo respiro si regolarizza. Quel tocco ti dà conforto. Rimanete in quella posizione per alcuni secondi, l’uomo ragno sta aspettando che ti sia rilassata completamente e tu ne approfitti per ammirarlo. Non ti è mai capitato di ritrovartelo così vicino. La sua tuta ha dei piccoli strappi qua e là ed è macchiata probabilmente di sangue. Il scintillio degli occhi di plastica della maschera non ti permette di vedere i suoi sotto di essa, riesci solamente a specchiartici.
”Non volevo irromperti in casa, ma non sapevo dove andare.”
Spider-Man ti lascia andare e ti allontani di un passo. ”Perché qui?” Domandi, con aria perplessa. Lui sembra perfettamente a suo agio in questa stanza, tanto da recarsi nel tuo bagno privato, aprire il secondo cassetto del lavandino e prendere il tuo kit del pronto soccorso. Ti stai chiedendo come faccia a sapere dove tieni quella roba. 
Spider-Man ti passa la scatola e tu la prendi, ma il tuo sguardo è ancora più confuso di un attimo fa.
”Prometti di non agitarti.” L’uomo ragno mette in avanti le mani come se fossi una belva da domare. Lentamente, si toglie la maschera. In quella frazione di secondo pensi che sia meglio non guardarlo, per proteggere la sua identità segreta, ma lui sta compiendo quel gesto per infrangere questa etica. 
”Peter?!” I tuoi occhi si spalancano. ”Cosa- Ma quindi- TU?!” Farfugli qualcosa ma hai un uragano di emozioni dentro lo stomaco e non riesci a formare una frase di senso compiuto.
Ecco perché conosceva dove tieni i medicinali. Qui c’è già stato.
Spide… o meglio, Peter Parker si accascia sul divanetto davanti alla finestra e ti rivolge il suo solito caldo e amichevole sorriso che in un certo senso riesce a far sciogliere quella tempesta che hai dentro. 
Lo guardi meglio e noti che perde sangue dal naso e da un taglietto sul labbro. ”Ma tu sei ferito.” In mano hai ancora il kit del pronto soccorso quindi ti accomodi di fianco a lui sul divano verde e prendi gli oggetti necessari per pulirlo e disinfettarlo.
”Dovresti vedere quegli altri.” Ridacchia il ragazzo con il costume rosso e blu. ”Cinque ragazzi se la stavano prendendo con un povero fattorino. Ho fatto vedere loro le buone maniere ma mi hanno rincorso e non potevo scappare all’infinito quindi… Eccomi qui. Tranquilla, non mi hanno visto entrare. Per fortuna abiti all’ultimo pia- Ah! Piano!” Un urletto stridulo esce dalla sua bocca quando il batuffolo impregnato di disinfettante tocca la ferita che ha sul labbro.
”Hai lottato contro una lucertola gigante e ti lamenti di questo micro taglietto?” La cosa ti fa inevitabilmente ridere.
”Guarisco in fretta, ma brucia lo stesso.” Peter fa cadere la testa sullo schienale del divano e ti guarda mentre lo curi. Le sue iridi marroni sono stracolme di dolcezza e passano dai tuoi occhi alle tue labbra, bagnate dalla punta della lingua che fai uscire ogni volta che ti concentri.
”Lo sospettavo, comunque.” Sospiri. Conosci troppo bene Peter e hai capito che ti stava nascondendo qualcosa. Quelle fughe in piena notte e quei giorni passati a non sentirvi erano troppo loschi. Vederlo con quella tuta, ti fa salire un brivido freddo lungo la schiena che improvvisamente si trasforma in una calda e piacevole sensazione nello stomaco. Ti piace, tantissimo.
”Non mi dire.” Ti stuzzica ironicamente Peter per poi tornare serio per un attimo. ”Mi fido di te. Ciecamente. Ecco perché sono qui, sei l’unica su cui posso contare.” 
Appena finisci di pulirgli il viso, butti per terra i batuffoli di cotone usati e metti da parte il kit. Stai per alzarti quando Peter ti afferra un polso con delicatezza. ”Torna qui.” Dice, tirandoti verso di lui. Sei nuovamente seduta, ma il tuo amico non ha intenzione di lasciarti. Tu non riesci a opporre resistenza, quindi ti lasci cullare dalle sue mani quando una di queste si appoggia sulla tua guancia accaldata.
”Sono contenta che ti sia aperto con me. Significa tanto.” Ringrazi Peter per aver confidato con te il suo più grande segreto, nonostante i rischi che corre.
I vostri visi sono incredibilmente vicini. Peter riesce a percepire il tuo battito accelerato con il suo senso sviluppato da supereroe. A cosa fare adesso ci sta pensando da una vita intera. Con il pollice ti accarezza lo zigomo e la mano scende verso la nuca e ti avvicina ancora di più. I vostri nasi si stanno sfiorando. Rimanete così, con le labbra che quasi si toccano ma ancora non si incontrano. I vostri respiri si uniscono.
”Peter…” Sussurri. Quella lontananza ti sta torturando. Perché non si decide a baciarti? La verità è che anche lui sta fremendo, ma vuole capire se sta facendo la cosa giusta.
”Sì?” Sussurra a sua volta. 
”Non farmelo dire.” Sorridi ma stai tremando.
Peter ti guarda negli occhi, che nel frattempo sono diventati lucidi di desiderio e con la debole luce dei lampioni che viene da fuori si nota più facilmente. ”Voglio sentirtelo dire.”
Potresti morire di infarto. ”Baciami, ora.”
Le vostre labbra finalmente si incontrano in quello che sembra essere uno spettacolo di fuochi d’artificio. Peter è così delicato ma anche così passionale, questo bacio sta riempiendo la stanza con rumori bagnati e ansimi pesanti. La sua mano scivola verso la tua clavicola, scoprendola dalla sottile spallina della canottiera bianca che indossi come pigiama. Peter ama come il tuo corpo reagisce al suo contatto e sorride nel bacio quando sente i brividi salirti lungo la schiena.
Le vostre forme si fanno più vicine. L’uomo ragno prende di nuovo il controllo della situazione e ti fa sdraiare, la sua figura esile in mezzo alle tue gambe. Con un braccio regge il suo peso appoggiato di fianco alla tua testa, l’altro lo usa per abbracciarti la vita. Sussulti quando senti una dura presenza affermarsi attraverso il suo attillato costume di spandex e sbattere contro la tua intimità.
Le tue mani si trasferiscono dallo stringere i suoi capelli castani e arruffati a cercare la zip nascosta dietro la tuta. La trovi e la tiri giù, lo aiuti a togliersela e quando si allontana per riuscire meglio nel vostro intento, ”Tienila.” Mormori, così Peter l’abbassa il necessario per mostrare il suo torace liscio e i suoi addominali. Sul fianco destro noti che ha un grosso ematoma probabilmente derivante dalla scazzottata di prima.
Ti sollevi per toglierti la canottiera che in quel momento vi sembra un grande ostacolo. Non porti il reggiseno, per questo i tuoi capezzoli si irrigidiscono per l’improvvisa aria fresca. Peter si china per lasciarti dei baci umidi sul collo, sulle spalle, infine sul tuo seno. Inarchi la schiena per cercare più contatto con l’altra persona. Lui lo prende come indizio e con una mossa veloce fa scivolare i tuoi pantaloni larghi felpati lungo le gambe, fino a toglierli completamente e lasciare scoperto il tuo intimo per niente sexy e soprattutto con disegnati sopra dei cuoricini. Ma è Peter Parker, hai condiviso il liceo con lui, tanti pianti e tante risate, e non ti vergogni affatto di quelle mutandine.
Il percorso di baci di Peter continua fino ad arrivare al tuo ombelico, poi si allontana. Ti sta guardando negli occhi con il respiro pesante, studia ogni particolare del tuo volto, te lo accarezza, con il pollice traccia il contorno delle tue labbra. Le dita dell’altra mano stanno sfiorando i tuoi fianchi e il ventre. L’indice e il medio si fanno strada verso il tessuto di quelle ridicole mutandine e da sopra di esso inizia ad accarezzare il tuo sesso, o meglio, a stuzzicarti, perché quel tocco è talmente leggero da essere a malapena percepito, come uno straziante solletico, una tortura, perché ne vuoi di più e non te ne dà, ma è questo che ti fa eccitare. Questa delicatissima e lentissima carezza, insieme al suo sguardo che punge su di te.
Il tuo corpo si sta contorcendo sotto di lui e questo fa impazzire Peter. Decide che questa sofferenza è troppa anche per lui, per cui, finalmente, ti spoglia delle mutandine e riposiziona le dita nell’esatto punto di prima, ma questa volta con più decisione e maggiore pressione. ”Sei eccitata, lo sento.” Dice Peter riferendosi al fatto che lì sotto sei talmente bagnata e calda da far quasi squagliare la stoffa del divano. Annuisci e ti lecchi le labbra. ”Allora dimmelo. Dimmi quanto mi vuoi.”
”Ti prego Peter, ne voglio di più.” Ansimi e lui ti risponde con l’indice che si inserisce completamente dentro la tua apertura, seguito poi anche dal medio. Le dita dell’uomo ragno si stanno muovendo su e giù contro le tue pareti e inizi a gemere oscenamente. Il ragazzo si china nuovamente per cercare le tue labbra e ti bacia appassionatamente, strozzando i tuoi gemiti. Gli stai stringendo, quasi tirando, i capelli. Sei vicina all’orgasmo. Peter continua, più veloce, inoltre friziona con il palmo contro il tuo clitoride pulsante di eccitamento. Ci sei quasi. Lui lo sa. Si stacca dal bacio per leccarti il collo e le clavicole e il suo respiro caldo contro la tua pelle esposta ti fa provare sensazioni uniche. Raggiungi l’apice del piacere e Peter lo capisce dal tuo grido - soffocato per non svegliare i coinquilini - di piacere e per le gambe che stringono il suo corpo esile ma muscoloso.
Spider-Man ti solleva per i fianchi con neanche un minimo di difficoltà, infondo ha la super forza, e ti porta su di lui. Siete entrambi seduti, lui appoggiato allo schienale del divano e tu sopra le sue gambe. Hai le guance e il naso rosso, per non parlare delle labbra, sembra che ti sia messa il rossetto talmente sono gonfie e scarlatte. I tuoi capelli sono un disordine totale. Questo è l’aspetto dell’orgasmo. 
”Tu non sai che effetto mi stai facendo. Ho aspettato troppo a lungo.” Ti sussurra sulla bocca, finendo la frase poi con un bacio. Le tue braccia sono ancorate dietro il suo collo e le sue girovagano sulla tua schiena.
È il tuo turno di stuzzicare quel carnefice che ti ha fatto contorcere dal piacere, ma non riesci, devi averlo subito tutto per te. Accarezzi i suoi pettorali nudi e con qualche vecchia cicatrice e le tue mani si perdono sotto la parte inferiore della tuta rossa e blu che, grazie alle tue istruzioni, ha ancora addosso. La sua erezione reagisce pulsando con il tuo contatto. La prendi in mano e la liberi dalla tuta attillata. Ti aiuti con le gambe per muoverti contro di essa, sfregando i due sessi insieme. Peter fa cadere la mandibola e si lascia scappare un piccolo gemito. Rallenti dal strusciarti sulla sua presenza sudato fino a fermarti. Lui afferra il suo pene e lo indirizza dentro di te, lentamente. Il piccolo gemito si trasforma in un profondo sospiro e la stessa cosa vale per te. La sua grande presenza al tuo interno ti fa strizzare gli occhi e aprire la bocca.
Il rumore della pelle delle tue cosce che sbatte contro le sue coperte dal costume di spandex si confonde con quello dei versi di piacere che riecheggiano nella stanza. Appoggi entrambe le mani sulle sue spalle toniche per aiutarti con i saltelli quando Peter ti afferra per i fianchi, ti solleva leggermente ed inizia lui a spingersi verso di te. Sa perfettamente quello che deve fare e questa cosa piace sia a te che a lui. Il comando.
”Guardami.” Geme Peter e ti prende il collo con una mano, le dita ti stanno stringendo le guance, obbligandoti ad aprire di più la bocca. Rispondi al suo incoraggiamento e con un’espressione di piena goduria obbedisci. ”Brava, piccola.”
”Continua così. Ancora.” Mormori. Ti è molto difficile parlare in questo momento. Sei nel pieno del tuo secondo orgasmo e ci è vicinissimo anche Peter. Quei movimenti stanno facendo rimbalzare il tuo seno a qualche centimetro dalla sua faccia, il tuo culo trema quando colpisce le sue cosce. Peter sta memorizzando tutti questi particolari, come le tue sopracciglia corrugate che creano delle piccole rughe sulla fronte, gli occhi socchiusi che lo ammirano con desiderio.
”Voglio sentire. Tutto quanto. Voglio che- voglio che tu venga dentro di me.”
Peter cambia velocemente posizione, senza mai fermarsi dallo scoparti, e ti ribalta. La tua schiena è a contatto con il divano e la sua mano ancora aggrappata al suo viso. Gli stringi il braccio con le mani. Peter porta l’altra mano sul tuo gluteo sinistro e ti piega la gamba in modo che il ginocchio sia vicino al tuo corpo per sprofondare dentro di te e farti provare più piacere. Ti agguanta il culo e lo strizza talmente forte che ti lascia il segno.
”Sì, ti prego.” Lo stai implorando. Il modo in cui lo supplichi, non solo a parole ma anche con l’espressione, fa girare la testa a Peter, che non resiste un secondo di più, e con un ultima e forte spinta viene copiosamente dentro di te.
Appoggia la sua fronte contro la tua e ci lascia un leggero bacio, aspetta che i vostri respiri si regolarizzino per far uscire il suo pene arrossato da te, lasciandosi dietro una scia di liquido seminale che ti sporca il divano. Si rimette seduto e tu lo segui, la tua testa sulla sua spalla. Peter ti afferra una guancia e ti obbliga a guardarlo, poi unisce nuovamente le vostre labbra in un bacio, questa volta più dolce, più stanco.
Quando entrambi i vostri cuori ricominciano a battere normalmente, Peter si riveste della tuta da Spider-Man e tu fai lo stesso ma solo con i pantaloni felpati, lasciando libero il tuo seno. 
Dal pavimento prendi la maschera che aveva lasciato qualche momento fa, la guardi, poi la indossi. ”Come mi sta?” Chiedi, facendo qualche ironica mossa da supereroe. ”Ciao! Sono il tuo amichevole Spider-Man di quartiere, come posso aiutarti oggi?” Ridacchi e fai ridere anche Peter dalla tenerezza.
Lui ti osserva, ti studia, una visione quasi eterea, hai addosso la sua maschera ma la parte sopra del tuo corpo è ancora nuda. Sei splendida.
”Dove si comprano i costumi da supereroe?” Domandi sorridendo, Peter non può vederlo attraverso la maschera ma lo percepisce.
”L’ho fatto io.” Si vanta il ragazzo.
”Davvero? Come?”
Peter si avvicina al tuo viso coperto e solleva la maschera quel tanto che serve per scoprirti le labbra. ”Stai zitta.” Sussurra prima di baciarti di nuovo.
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notebook91286 · 1 year ago
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sasdavvero · 2 years ago
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San Valentino 2022
[italiano: Ao3/EFP - English: Ao3]
OC FlashFic
Pairing: Salvatore/Niccolò
Tags: Angst, Canonical Character Death, Grief, Implied Character Death, Cemetery, Conversation with a Tomb
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Il freddo di febbraio gli ghiacciava le ossa.
Non faceva troppo freddo, ma Salvatore l'aveva sempre sentito molto, il freddo, sempre, sempre, e anche ora non riusciva a sopportarlo, si strinse nel misero giacchetto di pelle che indossava, tirò su a coprire il naso la sciarpa blu a scacchiera che gli avvolgeva il collo, continuò a camminare.
Non che ci fosse molto da camminare, il Cimitero Monumentale di Milano era giusto fuori la fermata della metro viola, lì, si salivano le scale e si entrava nella grande piazza vuota, negozietti di fiori sparsi al suo confine, poca gente circolava a piedi, il traffico era sempre lo stesso.
Tutto era sempre uguale.
Salvatore sospirò, camminando verso l’entrata, il mazzo di fiori che aveva in mano pesava in un modo impossibile, sette rose rosse, aveva letto online che serviva un numero dispari in un giorno come quello, lui non se ne intendeva, ma il sette era un bel numero.
Chissà.
Il Cimitero era vuoto, poche, poche persone, lui si muoveva in automatico, come se fosse andato lì chissà quante volte.
Una sola prima di quella, eppure, la strada alla sua tomba gli era rimasta impressa da quel momento.
C’erano dei bei fiori gialli, alcuni rosa, non li conosceva, gli dispiaceva toglierli.
Le rose ci sarebbero state bene, lì.
Si chinò a poggiare il suo mazzo vicino a questi, rimase chinato davanti alla tomba.
Niccolò Gentile.
Sorrise.
“Ciao,” parlò al vento che soffiava, al silenzio dei morti, “mi sei mancato.”
“Io tutto bene, so… non lo so, tutto un casino, ma tutto bene, le cose si sono calmate, credo, non mi ricordo il tempo, eppure, va tutto bene, o andrà tutto bene, non lo so.”
“Non so bene a cosa credere, tu che mi dici? Dici che riuscirò mai a far passare tutto?”
“Non lo so.”
“Mi manchi, mi manchi non sai quanto, ho paura di dimenticarti, così tanta paura che non lo so nemmeno io, sai? Ascolto quelle canzoni che mi hai fatto sentire e ti penso di continuo.”
“Non penso che sia passato un giorno senza piangere pensando a te, magari oggi è quello buono.”
Dal bruciore dei suoi occhi, dal tremore della sua voce, Salvatore non pensava davvero che quello sarebbe stato il giorno.
“Ho già detto che mi manchi? Perché mi manchi.”
“Penso di averti amato, o almeno mi piacevi, o almeno… almeno avrei voluto provare con te, no? Provare ad avere qualcosa di vero, no?”
“Tu invece?”
Sorrise. “Mi sa che non lo saprò mai davvero.”
Premette i palmi delle mani agli occhi, tirò su col naso, e scostò le lacrime dal suo viso. 
Si alzò in piedi. “Ti amo, credo, forse no, ma mi piace pensarlo, mi aiuta a stare meglio e peggio, sai? Buon San Valentino, ci vediamo… la prossima volta che avrò coraggio.”
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You Know that I’m Stupid for Him
Fandom: Top Gun (Movies)
Relationships: Bradley "Rooster" Bradshaw/Jake "Hangman" Seresin, Bradley "Rooster" Bradshaw & Natasha "Phoenix" Trace
Collection: Flufftober 2022 💖 @flufftober
Prompt: POV Outsider (Day 23) 👀
Summary: Phoenix sapeva già di avere un amico stupido. Quando il suo amico si innamora, la cosa può solo peggiorare.
Link Ao3
Link Efp
Characters: Bradley "Rooster" Bradshaw, Jake "Hangman" Seresin, Natasha "Phoenix" Characters
Additional Tags: Fluff and Humor, Idiots in Love, POV Outsider, POV Natasha "Phoenix" Trace, Hangster, Hangaroo, sereshaw, Fluff, Flufftober 2022, Italiano | Italian, No spoilers for Top Gun: Maverick, Bradley "Rooster" Bradshaw & Natasha "Phoenix" Trace Are Best Friends
Rating: General Audiences
Language: Italiano
Word Count: 909
Chapters: 1/1
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jessyachi · 2 years ago
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Lettere Dagli Angeli [AshEiji] - Lettere Dagli Angeli (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1329103656-lettere-dagli-angeli-asheiji-lettere-dagli-angeli?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=JessYachi&wp_originator=II7Eem7Ph8QEdYb%2BiiwaZKFn%2FeLdeXh9TZYrlqveFpA1H0uqZWVpGFzXvoC60GicbItpOWYaLiU0h8T0YThPHTAEeqcYjUwSwhP71E1W%2F9AmVfg8%2Fbq6yqQuEW5BrQbP
 Dopo la morte di Ash, arriva un messaggio ad Eiji nel sonno. Quando si sveglia il ricordo è vivido e impresso per sempre in lui, una lettera da Ash. Playlist: https://open.spotify.com/playlist/1O1EpcCz6WT4XK0bhrNNQv?si=NkKVKJ6uSmCs335TpAQI7A&dd=1 [Oneshot AshEiji]
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ame-r-chaucer · 2 years ago
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Comunque sono quasi sei mesi che leggo fanfiction steddie e ancora non ho beccato una Fiorista/Tatuatore!Au e io ve lo dico questa è davvero una grave mancanza, fandom.
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