#etica della responsabilità
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" In un’atmosfera caratterizzata da un diffuso senso di irrealtà, i soggetti hanno l’impressione di poter realizzare i più avventati voli della fantasia, perché sono stati rimossi gli ultimi ostacoli ai desideri più arbitrari, creando così una realtà conforme ai propri sogni che non tarderanno a rivelarsi come paurosi incubi. Infatti, quando la differenza tra realtà e fantasia diventa sempre più vaga, si ha l’impressione di poter disporre di una felicità a portata di mano che ridisegna la trama illusoria della “libertà di scelta” che, invece di scegliere una linea d’azione al posto di un’altra, si traduce, come osserva Christopher Lasch*, in un’“astensione dalla scelta” che trova espressione, ad esempio, in “matrimoni aperti”, “relazioni senza impegno” che al soggetto appaiono come scelte di vita dettate da ciò che “sente”, mentre sono scelte rese disponibili dalla cultura del consumo.
In questa cultura la libertà consiste nella possibilità di scegliere tra un marchio e l’altro, che di fatto sono indistinguibili, ma all'apparenza sembrano concorrenti, come effetto della pubblicità che dà l’illusione di una varietà invitante, la quale, in ordine alle scelte di vita, si esprime in amanti intercambiabili, amicizie intercambiabili, lavori intercambiabili. Là infatti dove i rapporti personali seguono lo schema dei prodotti pubblicizzati, che irradiano intorno a sé scenari di possibilità illimitate, la scelta non implica più impegni e conseguenze, perché tutto, dalla scelta di un amico a quella di un amante o di una carriera, può essere suscettibile di una cancellazione immediata, non appena si presentino opportunità all’apparenza più vantaggiose. "
* Ch. Lasch, The Minimal Self (1984); tr. it. L’Io minimo, Feltrinelli, Milano 1985, p. 24.
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Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico]
#Umberto Galimberti#Il libro delle emozioni#filosofia#letture#educazione sentimentale#etica#morale#formazione#saggi#categorie morali#maturità#intellettuali italiani#umanesimo#leggere#saggistica#libri#citazioni#cultura#età della tecnica#saggezza#pubblicità#società contemporanea#libertà#fedeltà#responsabilità#amicizia#amore#educazione emotiva#sentimenti#Christopher Lasch
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La parabola dei talenti: una critica velata al capitalismo o un messaggio attuale di Gesù?
La parabola dei talenti, uno dei passaggi più noti del Vangelo secondo Matteo, offre uno spunto di riflessione profondo e complesso sul tema della responsabilità personale e collettiva. Sebbene narrata in un contesto storico e culturale molto distante dal nostro, questa storia simbolica ha mantenuto una straordinaria attualità, prestando il fianco a interpretazioni che spaziano dalla spiritualità…
#analisi della bibbia#bias culturali#contesto storico biblico#crescita collettiva#crescita personale#critica al capitalismo#dinamiche sociali#disuguaglianze sociali#dono divino#economia e religione#economia nella bibbia#equità sociale#etica e religion#fede cristiana#inclusività sociale#insegnamenti escatologici#interpretazione moderna parabola#meritocrazia e bibbia#messaggi di gesù#messaggi morali#opportunità di sviluppo#parabola dei talenti#parabola e meritocrazia#parusia significato#pressione sociale#Responsabilità collettiva#responsabilità personale#riflessioni bibliche#significato dei talenti#significato spirituale
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Controcampo: L’Eredità di Ratan Tata e il Dibattito sulla Ricchezza
Analisi critica della scelta di un magnate di lasciare la sua fortuna al suo cane e delle implicazioni etiche e sociali.
Analisi critica della scelta di un magnate di lasciare la sua fortuna al suo cane e delle implicazioni etiche e sociali. Contesto Il magnate indiano Ratan Tata ha lasciato gran parte della sua fortuna, oltre 100 milioni di euro, al suo cane Tito, disponendo cure illimitate per l’animale e prevedendo somme per i suoi collaboratori di fiducia. Questa scelta ha sorpreso molti, generando un…
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Wonder Woman 1984 rappresenta egregiamente la tracotanza degli uomini e la loro naturale predisposizione all'autodisintegrazione.
Fa capire anche il perché si sia scelta la forza di volontà e il merito per fare evolvere la società di questo Sistema.
Chi desidera, non al cospetto della Verità della Coscienza, ma dei desideri e dei bisogni della personalità, diventa ego senza etica, senza responsabilità, senza cuore e senza scrupoli. Diventa quel carnefice a cui spesso vorrebbe sottrarsi.
In giro ci sono lunghe e distorte diffusioni a proposito dei desideri, ti dicono di desiderare per entrare in contatto con la tua gioia, ma non è così che ci si arriva. La tua essenza e la tua autenticità non hanno niente a che vedere con questi strati di inganno e di delirio.
Quella dei desideri senza Verità è l'ennesima bugia che ti inchioda alla sofferenza. Ti blocca nell'illusione dei criceti.
Potresti anche chiederti come mai molti paraguri hanno costruito la loro carriera sulla soddisfazione dei desideri, incatenandoti in realtà alle tue paure.
T.me
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BeBad Dog Organic Cotton Socks: Comfort and Style with Eco-Friendly Appeal
I BeBad Dog Calzini in Cotone 100% Organico sono calzini ecosostenibili progettati per unire sostenibilità, comfort e divertimento. Realizzati in cotone 100% biologico, questi calzini sono la scelta perfetta per chi dà priorità sia alla qualità che alla responsabilità ambientale. Il cotone biologico, coltivato senza sostanze chimiche nocive, assicura una sensazione delicata, traspirante e confortevole sulla pelle. È ideale per chi ha una pelle sensibile, poiché il cotone biologico è ipoallergenico e morbido, rendendolo perfetto per l'uso quotidiano.
I calzini hanno un design giocoso con motivi e strisce a tema cane, aggiungendo un tocco unico a qualsiasi outfit. Che li indossi casualmente a casa o li abbini a un outfit più casual, gli stravaganti design a forma di cane aggiungono un tocco di personalità e divertimento al tuo stile. Questi calzini sono disponibili in una gamma di taglie, in particolare si adattano alle taglie UE 41-46, rendendoli versatili per un'ampia gamma di misure di piedi.
Un vantaggio importante dei BeBad Dog Calzini è il loro impegno per la sostenibilità. I calzini sono realizzati al 90% in cotone biologico, il che garantisce che siano sia resistenti che morbidi. Gli altri componenti, come poliammide ed elastan, sono inclusi per elasticità e durata, consentendo ai calzini di mantenere la loro forma e fornire una vestibilità comoda e aderente. Questa combinazione di cotone biologico con queste fibre sintetiche garantisce che i calzini non siano solo ecologici, ma anche durevoli e resistenti all'usura quotidiana.
La natura eco-consapevole di questi calzini si estende oltre il cotone utilizzato nella loro produzione. La confezione è realizzata con materiali riciclati o è certificata FSC, il che significa che proviene da foreste gestite in modo responsabile. Questo approccio di imballaggio ponderato riflette l'impegno del marchio nel ridurre il suo impatto ambientale e rendere accessibili ai clienti scelte eco-compatibili.
In termini di comfort, i calzini sono progettati per essere traspiranti, assicurando che i tuoi piedi rimangano freschi per tutto il giorno. Il morbido tessuto di cotone consente una corretta circolazione dell'aria, prevenendo l'accumulo di umidità, il che è particolarmente utile per coloro che indossano i calzini per lunghi periodi di tempo. Questa traspirabilità aiuta anche a prevenire la crescita di batteri, assicurando che i tuoi piedi rimangano asciutti e comodi.
La combinazione di cotone biologico, resistenza e design giocoso dei calzini li rende una scelta eccellente per chiunque desideri aggiungere un tocco di personalità al proprio guardaroba, pur facendo scelte più sostenibili. Sono perfetti per l'uso quotidiano, sia che tu sia al lavoro, a fare commissioni o a rilassarti a casa. Grazie al loro materiale morbido e alla costruzione ecologica, non solo offrono comfort, ma aiutano anche a ridurre l'impatto ambientale associato alla produzione convenzionale di cotone.
I BeBad Dog Calzini sono un perfetto promemoria del fatto che la moda ecologica non deve scendere a compromessi su stile, comfort o funzionalità. Scegliendo il cotone biologico, questi calzini contribuiscono a ridurre gli effetti dannosi della tradizionale coltivazione del cotone, come l'uso di pesticidi e l'impoverimento del suolo, supportando al contempo pratiche agricole sostenibili. Sono progettati per i consumatori consapevoli del loro impatto ecologico e che desiderano supportare marchi che danno priorità sia alla responsabilità ambientale che etica.
In conclusione, i BeBad Dog Calzini in Cotone 100% Organico sono un prodotto eccezionale per coloro che cercano scelte di moda sostenibili. Con i loro materiali ecosostenibili, il design giocoso e l'impegno a ridurre gli sprechi, questi calzini offrono sia praticità che stile. Offrono un'esperienza confortevole e traspirante per i tuoi piedi, supportando al contempo pratiche di produzione ecologicamente responsabili. Che tu li stia acquistando per te o come regalo, questi calzini sono una scelta eccellente per chiunque voglia avere un impatto positivo sul pianeta senza compromettere il comfort o lo stile.
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Mi confesso: amo le cameriere.
Swisscom ha acquisito Vodafone Italia per otto miliardi di Euro. Ottomila milioni di Euro. E pensare che a me ne basterebbe probabilmente solo uno, per vivere tutta la vita senza eccessi ma al contempo senza dover più pensare al denaro. Che cosa detestabile, i soldi. Perfino uno come me, non interessato alle Ferrari, alle villone con la piscina, ai capi firmati, si ritrova in mezzo a questo ricatto universale che condiziona le nostre vite. Non miro all’accumulo insensato, ma alla mera sopravvivenza in un mondo divenuto volutamente troppo caro, in un mondo in cui il denaro è divenuto ahimé strumento inevitabile per un’esistenza dignitosa. Lavorare otto ore al giorno per acquistare l’automobile per andare al lavoro. È tutto così feroce e insensato, che pensarci mi fa impazzire. C’è sempre un’alternativa, dicono. E ovviamente c’è anche in questo caso. E qual è? Rifugiarsi in un eremo in un piccolo paesino di montagna? Sì, è vero, e sarebbe senza dubbio affascinante. Ma richiede coraggio, un grandissimo coraggio. E al momento, dannazione, non ce l’ho. Siamo criceti che girano intorno alla ruota, e per cosa? Intanto la vita scorre, eh. Poi figuriamoci, faccio questi discorsi a voi donne che siete generalmente attratte dai soldi (e dagli uomini coi soldi) come nessun altro. Diamo sempre lustro alle eccezioni, ché altrimenti questo mondo è uno schifo totale sempre, ovunque e comunque. Io non muoio di fame, ma mi faccio comunque il mazzo otto ore al giorno, quasi tutti i giorni della vita, con un lavoro per tanti motivi squallido. Eppure, eccomi qui, a riprendere fiato il Sabato mattina come un carcerato nella sua ora d’aria. Ho rispetto per tutte le professioni umili, dignitose, per tutte coloro che si alzano al mattino alle cinque per fare le pulizie (ad esempio). Non ne ho invece per chi crede di essersi messa la coscienza a posto aprendo un OnlyFans. Ma sono scelte, ragazze. Ognuno fa le sue, e i miei giudizi sono sempre generici e soggettivi. C’è chi preferisce far soldi prostituendosi, virtualmente o meno? È affar suo. Lasciatemi dire che però, almeno, le prostitute vere “si sporcano le mani”, devono mettersi in gioco totalmente, e non fare finta. Fanno quello che fanno senza aggirare, illudere, provocare. Sono pagate per fare sesso, e lo fanno. Chi apre un OnlyFans, sentendosi peraltro perfettamente in linea con la sua morale ed etica (ripeto: scelte personali, non mi ci soffermo), invece continua a vivere in un mondo di plastica. Un mondo fatto di seconde vite, magari nascoste a tutti gli amici e agli affetti più grandi. Il mio pensiero sugli iscritti (paganti) a OnlyFans? Il peggiore possibile. Ma, altresì, non rifugiamoci dietro alla deresponsabilizzazione. Assumiamoci la responsabilità, di quello che facciamo: sia per le cose belle, sia per quelle brutte. Pensate a quello che siete disposte ad arrivare a fare, per soldi. E cercate di capire se ne valga la pena. Il mio cuore, mi spiace, va alle donne delle pulizie, alle cameriere, alle badanti.
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Il filmato della mia esibizione all'evento Il piacere della legalità? Mondi a confronto. Legami di responsabilità durante Vicino/lontano 2024.
Felice di aver rappato il nuovo testo "Urla di Silenzio" canzone costruita in carcere da Dj Tubet insieme agli studenti dei Licei C. Percoto e G. Sello e ai detenuti della Casa Circondariale
Non sono mancate le consuete improvvisazioni freestyle con i temi del pubblico e alcune canzoni richieste dalla platea al momento conclusivo di un percorso formativo rivolto agli studenti su etica e responsabilità al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
#dj tubet#rapper#carcere#detenuti#rap#casa circondariale#legalità#progetti#vicino lontano#vl2024#teatro#udine#friuli venezia giulia#educazione#etica#freestyle rap#concerto#rapper italiano#rap italiano#hip hop italiano#hip hop pedagogy#friulano#rap friulano#Youtube#pedagogia rap#pedagogia hip hop
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Il gesto di Caino rivela che la fratellanza non è mai – come, del resto, il processo della filiazione – un fatto legato alla stirpe, che il sangue non è la sua sostanza. La sua vicenda mostra che il primo rapporto di fratellanza sulla terra finisce in un assassinio. È questa la matrice rimossa di ogni fratellanza possibile? Il testo biblico ci indica qui una verità fondamentale: non esiste fratellanza biologica, non esiste fratellanza naturale. Questo significa che non esiste fratellanza senza riconoscimento della nostra responsabilità etica verso il fratello.
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Massimo Recalcati - "La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi"
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Poliamore e Bdsm 👑
Il termine Poliamore fu introdotto da Morning Glory Zell-Ravenheart che introdusse il termine «relazione poliamorosa» nel suo articolo A Bouquet of Lovers nel 1990. Jennifer Wesp creò su Usenet il newsgroup alt.polyamory nel 1992: da allora, si è diffuso come idea e come filosofia di vita, in molti paesi occidentali.
Recentemente, si sente sempre più spesso parlare di poliamore (dal greco antico: πολύ, poly, «molti» e dal latino: amor, «amore»), ma per evitare di fraintendere il reale significato della realtà che rappresenta, può essere utile cercare di approfondire di cosa si tratta e capire come integrarlo con le idee di relazione a cui siamo culturalmente abituati.
Si tratta di una relazione amorosa consensuale caratterizzata dalla libertà di ciascun di avere contemporaneamente più rapporti d’amore. Viene per lo più descritto come una forma di non monogamia etica, caratterizzata da consensualità e responsabilità.
Infatti, ed è bene ricordarlo, esistono anche altre forme di non monogamia etica: la coppia aperta, lo scambismo, l’anarchia relazionale. Tutte queste forme relazionali implicano una gestione consapevole della gelosia e rifiutano l’idea che l’esclusività sessuale sia indispensabile per costruire rapporti profondi, impegnati e a lungo termine.
La non esclusività affettiva.
Nel caso specifico del poliamore e dell’anarchia relazionale, questa non-esclusività consensuale si estende anche al piano romantico e/o affettivo, oltre che a quello sessuale.
Le relazioni poliamorose sono basate sul consenso di tutte le persone coinvolte, che devono essere opportunamente informate delle varie situazioni relazionali e sentimentali in cui si trovano inserite. Non possono in alcun modo definirsi poliamorose le relazioni caratterizzate da clandestinità, come, ad esempio, quelle adulterine.
Il consenso delle parti, inevitabilmente, implica perciò la necessità di comunicazione trasparente tra i partner e totali rispetto e accettazione dei sentimenti di ognuno.
Nella dinamica poliamorosa, inoltre, non esistono differenze rispetto al genere e all’orientamento sessuali, quanto piuttosto la libertà di condividere volontariamente e consensualmente l’esperienza dell’amore.
Seguendo questo principio, ne consegue che le relazioni possibili all’interno di questa “nuova” dimensione sesso-sociale, possono essere varie e diversificate. Si parla di relazioni aperte, relazioni poli-mono, scambismo, giochi BDSM e altre tipologie spesso di non facile comprensione immediata. Queste hanno in comune dei principi ben definiti: il rispetto dell’altro diverso da sé e la consensualità nel vivere l’esperienza affettivo-intimo-erotico-relazionale.
Chi pratica il poliamore porta avanti il principio di valenza etica: poiché ogni partner è a conoscenza e approva le varie relazioni dell’altro, tutto ciò che accade ai singoli partner è all’insegna della trasparenza e della condivisione.
Ci si basa dunque sul concetto che ogni individuo accetta e condivide che altre persone possano soddisfare bisogni e desideri del proprio partner, così come i propri.
Appare adesso più evidente come i principi che stanno alla base di questo stile relazionale debbano essere il consenso e la condivisione di regole che disciplinano i rapporti, come precedentemente accennato. Ovviamente, tali regole possono essere più o meno rigide, in base alle scelte e alle esigenze condivise dei vari partner.
L’essere umano è, per la sua natura animale, poligamo. Il concetto e l’esperienza della monogamia sono stati costruiti e definiti nelle diverse culture, tendenzialmente per garantire alla prole una paternità certa e costante, introducendo così un nuovo concetto di relazione intima esclusiva (e non promiscua) e, più avanti, di famiglia.
In realtà, però, nella storia abbiamo sempre assistito a esperienze di poliamore all’interno di gruppi di individui che condividevano questa pratica in armonia e con grande rispetto reciproco.
Potremmo quindi affermare che il concetto di poliamore è molto lineare, e allo stesso tempo complesso.
Alla base della sua semplicità, appare chiaro il desiderio di volere rappresentare se stessi in una relazione di non monogamia etica, dove l’assoluta consensualità tra i partner permette di avere contemporaneamente più rapporti di tipo affettivo-intimo-erotico e sessuale, in armonia e rispetto reciproco.
La complessità che allo stesso tempo però caratterizza il concetto di poliamore è rivolta primariamente alla società, che difficilmente accetta e comprende e apre le porte all’altro diverso da sé, etichettando come “sbagliato” o “malato” tutto quello che si discosta dal complesso mondo della normatività (concetto ben diverso da “normalità”) e da quello che viene considerato il modello dominante, ossia l’idea di una relazione monogama.
Benché nella società occidentale il modello monogamo sia il più ampiamente diffuso e sposato, dai dati che circolano attualmente sembra che negli Stati Uniti siano almeno 500.000 le persone che praticano questa forma di amore libero, anche se come sempre risulta molto complesso fare delle stime accurate o fornire i numeri precisi.
Il fenomeno è comunque in forte crescita anche in Italia, soprattutto nelle principali città, dove è inizialmente più possibile sdoganare i modelli culturali abituali.
Esattamente come per tutte le altre realtà relazionali che nel tempo hanno dovuto faticare per integrarsi nella mentalità sociale, anche per il poliamore occorrerà probabilmente tempo e soprattutto corretta informazione. Così da allontanarsi sempre di più da una visione limitata e rigida, per fare spazio all’individualità e, pur sempre nel rispetto dell’altro, al diritto alla libera scelta personale, aprendo anche in qualche modo la strada ai complessi concetti di polifamiglia e polifedeltà 👑
Tratto da un articolo della Dott.ssa Eleonora Stopani
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La scienza che non mi piace.
Maurizio Scaltriti (@ScaltritiLab) è un: "VP Translational Medicine, Early Oncology, AstraZeneca. Previous Associate Director of Translational Science at MSKCC. Co-founder of http://medendi.org.".
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Come si conciliano questi messaggi di odio di questo volto noto con etica, scienza, salute e la ricerca oncologica?
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Quali sono i principi della deontologia medica?
1) Rispetto per i diritti e la dignità di ogni persona
2) Competenza
3) Responsabilità
4) Integrità
che non ritroviamo nell'atteggiamento sopra riportato in allegato, e ciò va a discapito dell'autorevolezza della scienza stessa.
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Un'utente su twitter ha provato a chiedere gentilmente che il noto ricercatore moderasse termini e atteggiamenti, ma egli ha rimarcato l'idea che il suo comportamento, anche sui social, rientri in quelli che lui ritiene termini di correttezza.
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Questo è ciò che accade quando si espongono sui social le persone sbagliate, in ambito scientifico: la scienza poi viene messa in discussione a causa dei comportamenti errati di alcuni.
#La scienza che non mi piace#oncologia#AstraZeneca#MSKCC#etica#ricerca#ricerca oncologica#parassita#metastasi#integrità#competenza#responsabilità#rispetto per i diritti e la dignità di ogni persona#twitter
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" Trasformando i modi di agire soggettivi, a cui partecipa la vita emotiva di ciascuno di noi, in modi impersonali e oggettivamente sottoposti a norme, la razionalità della tecnica rafforza la parte egoica che, in ambito psichico, è l’unica razionale. Questo rafforzamento dell'“ego” esaspera le componenti “egoistiche” dell'individuo, per il quale perseguire l’interesse egoistico è semplicemente “logico”, mentre ogni forma di dedizione e di altruismo, avendo le sue radici nella dimensione emotiva e sentimentale, che nel regime della razionalità tecnica non ha parola, appare come semplice espressione di irrazionalità. In questo modo all'intellettualismo della razionalità tecnica corrispondono l’egoismo sul piano etico, l’individualismo sul piano sociale, il narcisismo sul piano psicologico e quindi il progressivo e inevitabile deperimento di tutta la vita emotiva. La conseguenza è che il nostro sentimento non è più in grado di percepire, avvertire, immaginare dove la tecnica, che si sviluppa autonomamente e in modo esponenziale al di fuori di qualsiasi orizzonte di senso, condurrà l’uomo e come lo trasformerà. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
#Umberto Galimberti#Il libro delle emozioni#filosofia#letture#educazione sentimentale#etica#morale#formazione#saggi#categorie morali#intellettuali italiani#umanesimo#leggere#saggistica#libri#citazioni#cultura#età della tecnica#saggezza#Günther Anders#società contemporanea#libertà#fedeltà#responsabilità#amicizia#amore#educazione emotiva#sentimenti#vita#intellettuali del XX secolo
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Alle venti di una calda serata d’agosto accade quel che neanche i più pessimisti sullo stato del servizio pubblico avrebbero potuto immaginare. Accade cioè che il generale Roberto Vannacci, vittima a suo dire del politically correct, della cancel culture, della dittatura delle minoranze e di chissà che altro, appaia nell’edizione principale del Tg1. Senza che gli sia mossa alcuna contestazione, senza una reale domanda, senza un servizio che faccia capire di cosa si stia parlando.
Sgombriamo il campo da bugie e post verità. C’è un principio che non c’entra nulla con quel che sta accadendo intorno al caso Vannacci. Quel principio è la libertà di opinione.
Nessuno di coloro che lo criticano la mette in discussione. Chi lo difende, la tira in ballo come ormai è d’uso a destra: per giustificare qualsiasi dichiarazione abbia a che fare con odio, violenza, discriminazione, razzismo. “Che c’è di male, io la penso così, sono libero di dirlo”.
Non siamo qui a invocare roghi di libri, si tranquillizzi il vicepremier Matteo Salvini. Non siamo qui ad armare cacce alle streghe. Secondo il saggio di Vannacci, del resto, le “fattucchiere” siamo noi: persone secondo cui il ruolo delle donne non è quello di stare a casa per dare figli alla patria e prendersene cura senza gravare lo Stato con i costi di servizi inutili come gli asili nido. E per le quali l’”emancipazione femminile” non è una pericolosa fissazione, ma un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione che parla di eguale dignità. Così come parla di accoglienza dello straniero e del profugo, non accetta distinzioni di sesso, razza o religione, vieta la discriminazione per orientamento sessuale. E in nessuna sua parte mai giustifica la violenza che Vannacci invoca in caso di quella che lui definisce “legittima difesa”, né sancisce il “diritto all’odio e al disprezzo” che il generale rivendica contro la dittatura dell’inclusività.
Non si tratta quindi di libertà di pensiero, ma di etica della responsabilità di un rappresentante dell’esercito chiamato a difendere la Costituzione, non a sovvertirla con i suoi vagheggiamenti di mondi al contrario.
Per questo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto quel che doveva fare e per questo chi oggi lo attacca o anche solo ne prende le distanze nella maggioranza, fa qualcosa di molto pericoloso: perché vorrebbe consentire che un simile pensiero, violento, sessista, machista, razzista, possa albergare e cercare proseliti – è il chiaro intento del libro – all’interno delle Forze armate.
Che sono – lo prescrive l’articolo 52 della Carta – informate allo “spirito democratico della Repubblica”. E che quello spirito devono difendere “con disciplina e onore”.
Ora, se le farneticazioni di Vannacci – che è certo libero di esprimerle da privato cittadino, ma non da generale di un qualsiasi settore dell’esercito italiano – si fossero limitate a un libro autoprodotto, ma perfettamente e velocemente editato come ha fatto notare su queste pagine Gianluca Nicoletti, e a qualche apparizione su tv semiclandestine e No vax come Byoblu, potremmo anche non essere preoccupati. Certo, ci sono già i siti che vendono le magliette. E sì, i nerissimi come Gianni Alemanno si sono ringalluzziti. Ma insomma, tutto questo resterebbe nell’ombra che compete ai pensieri eversivi.
Ieri sera però il Tg1 delle 20 – il principale telegiornale del servizio pubblico nell’ora di punta – ha pensato bene di intervistare Vannacci senza in alcun modo chiedergli conto di quanto scritto, né evidenziando nei servizi che hanno preceduto il colloquio il contenuto osceno del suo libro. Quello che hanno visto i cittadini è stato un mite generale che dice di aver servito la patria per 37 anni, di non escludere nulla, in merito a una sua discesa in politica, e di essere certo di non aver leso la dignità di alcuno. Quindi non delle persone omosessuali: “Fatevene una ragione: non siete normali!”. Non di Paola Egonu che non può essere considerata a tutti gli effetti italiana per via dei suoi tratti somatici. E potremmo continuare.
Il tg sovranista per eccellenza ha così fatto il giro completo. Non solo non racconta adeguatamente quel che accade nel Paese per evitare di disturbare la narrazione estiva del governo in vacanza.
Non solo non spiega in alcun modo come questa vicenda stia scuotendo – dividendola – la maggioranza. Per non parlare delle migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste senza che un piano adeguato sia stato approntato per loro e per gli oltre 100mila migranti sbarcati.
Ma fa torto perfino alla premier: una donna che lavora, con una figlia, non sposata. Quella che Vannacci definirebbe “una fattucchiera” del mondo al contrario.
Qui non si tratta di denunciare la lottizzazione della Rai e la presa asfissiante della politica e del Parlamento che ne è di fatto l’editore (modello Bbc, dove sei?).
Tutti i governi, a partire da quelli che dicevano di voler cambiare le cose, si sono spartiti direzioni, vicedirezioni, aree di influenza, e i pochi che lo hanno denunciato sono stati messi a tacere.
Questa volta però c’è di più: c’è un totale, pervicace, sorprendente e prepotente sovvertimento della realtà. Senza che questo Paese stia mostrando gli anticorpi che servono a smascherarlo.
Meloni per prima ha molto da temere dai rigurgiti neri che pure il suo partito non riesce ad abbandonare. Potrebbe – se volesse - lasciare il buen retiro pugliese, mettere da parte le interviste soft-pop al settimanale Chi e schierarsi senza se e senza ma con Guido Crosetto.
In difesa del buon senso e della dignità delle Forze Armate. Della Costituzione e del Paese che è stata chiamata a guidare. Potrebbe, se volesse. Ma questo è ancora da capire.
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Max Weber: etica dei principi ed etica della responsabilità, 1919, scheda di Paolo Ferrario, 2009 | Antologia del Tempo che resta
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Sustainable Luxury: Eva Crossbody Bag in Apple Skin
La borsa a tracolla Eva in Apple Skin di Groonslife rappresenta un perfetto mix di design alla moda e sostenibilità. Realizzata in Apple Skin, un'alternativa alla pelle di origine vegetale, questa borsa presenta un materiale rivoluzionario che è sia ecologico che durevole. Apple Skin è creato trasformando gli scarti di mela in un materiale che imita le qualità della pelle tradizionale ma con un impatto ambientale significativamente inferiore. Il materiale è leggero ma resistente, offrendo durevolezza pur mantenendo un'estetica elegante.
La pelle Apple Skin si distingue per la sua capacità di imitare la consistenza e l'aspetto della vera pelle, con l'ulteriore vantaggio di essere cruelty-free. Questa innovazione aiuta a ridurre la dipendenza da materiali di origine animale e sintetici a base di petrolio, rendendola un'opzione preferita dai consumatori attenti all'ambiente. Inoltre, Apple Skin è biodegradabile, garantendo che la borsa abbia un'impronta di carbonio inferiore rispetto ai tradizionali prodotti in pelle.
Una delle caratteristiche principali della borsa a tracolla Eva è la sua versatilità. Le sue dimensioni compatte e il design chic la rendono adatta sia per il giorno che per la sera, sia che tu stia andando a un'uscita informale o che ti stia vestendo per un'occasione speciale. Con dimensioni di 19 cm di altezza, 16 cm di larghezza e 5 cm di profondità, questa borsa a tracolla ha le dimensioni perfette per trasportare tutti gli oggetti essenziali senza risultare ingombrante. È ideale per trasportare telefono, portafoglio, chiavi e un piccolo kit per il trucco, il che la rende una pratica compagna per l'uso quotidiano.
La borsa è dotata di una tracolla in pelle sostenibile regolabile per il massimo comfort, che consente di indossarla a tracolla o su una spalla. L'uso della pelle nella tracolla aderisce all'impegno di Groonslife per la moda etica, poiché la pelle proviene da fornitori responsabili che utilizzano pratiche sostenibili. La tracolla in pelle esalta l'estetica della borsa offrendo un sofisticato contrasto con la vivace ed ecologica Apple Skin, disponibile in un classico colore marrone che si abbina a un'ampia gamma di outfit.
All'interno, la borsa a tracolla Eva presenta una fodera in cotone 100% naturale, che contribuisce alla natura sostenibile del prodotto. Questo interno in cotone non solo aumenta la responsabilità ambientale complessiva della borsa, ma offre anche una consistenza morbida e liscia che è delicata con i tuoi effetti personali. Anche la fodera in cotone naturale è resistente, assicurando che l'interno della borsa resista all'uso quotidiano.
In termini di funzionalità, la borsa è dotata di una comoda e sicura chiusura a zip, che protegge i tuoi effetti personali dalla caduta, garantendo al contempo un facile accesso ai tuoi articoli. L'hardware color oro aggiunge un tocco di lusso al design, elevandone l'aspetto senza sminuire le sue radici ecologiche. Questo dettaglio mostra l'impegno di Groonslife nel creare prodotti di alta qualità che non scendano a compromessi in termini di estetica o funzionalità.
Con un peso di soli 200 grammi, la borsa a tracolla Eva è incredibilmente leggera, il che la rende una scelta comoda per coloro che hanno bisogno di una borsa da portare per lunghi periodi senza disagio. Nonostante il suo peso leggero, offre comunque spazio sufficiente per gli oggetti essenziali, dimostrando che la moda ecosostenibile non deve sacrificare praticità o stile.
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Per quanto riguarda il suo impatto ambientale, la borsa a tracolla Eva è un ottimo esempio di come la moda possa abbracciare la sostenibilità senza compromettere il design. L'uso di Apple Skin riduce significativamente la necessità di sostanze chimiche nocive, pesticidi e processi ad alto consumo di acqua, comuni nella produzione tradizionale di pelle. Scegliendo questa borsa, i consumatori contribuiscono attivamente alla riduzione degli sprechi e alla promozione di un'economia circolare, poiché Apple Skin deriva da scarti di mele riutilizzati, che altrimenti verrebbero scartati.
In conclusione, la borsa a tracolla Eva in Apple Skin è un accessorio ideale per chiunque apprezzi sostenibilità, stile e praticità. Il suo uso innovativo di pelle di origine vegetale, combinato con un design classico e versatile, la rende un prodotto di spicco nel mondo della moda eco-friendly. L'aggiunta di un cinturino in pelle sostenibile e di una fodera in cotone naturale ne esalta il fascino, mentre la struttura leggera garantisce comfort e facilità d'uso. Che tu stia cercando di rinnovare il tuo guardaroba con un acquisto consapevole ed etico o che tu stia cercando una borsa elegante e funzionale, la borsa a tracolla Eva di Groonslife è una scelta perfetta che offre sia lusso che sostenibilità.
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Che dire... della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d'accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
Una cosa è certa: Ferragni è un'azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l'attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l'etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure... Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
Ma c'è da dire un'ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l'attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E' rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.
Giancarlo Selmi
condivido parola per parola...
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