#etica della responsabilità
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Agli occhi del marxista la lotta di classe non è in nessun modo il combattimento tra il Bene e il Male: è un conflitto di interessi tra gruppi umani. Ciò che induce il rivoluzionario ad adottare il punto di vista del proletariato è anzitutto il fatto che questa classe è la sua, poi il fatto che è la classe oppressa, che è la classe di gran lunga più numerosa e la sua sorte, per conseguenza, tende a confondersi con quella dell'umanità, infine che le conseguenze della sua vittoria necessariamente comporteranno la soppressione delle classi. Lo scopo del rivoluzionario è quello di cambiare l'organizzazione della società. E per ottenerlo occorre senza dubbio distruggere il vecchio regime, ma questo non basterebbe: prima di tutto conviene costruire un ordine nuovo. Se per assurdo la classe privilegiata volesse concorrere alla costruzione socialista e si avessero prove manifeste della sua buona fede, non ci sarebbe alcuna ragione valida per respingerla. E se è assai improbabile che essa offra di buon grado il suo concorso ai socialisti, è perché la sua stessa situazione di classe privilegiata glielo impedisce, non certo per chissà quale demone interiore che la spingerebbe suo malgrado ad agire male. In tutti i casi, delle frazioni di questa classe, se se ne staccano, possono sempre essere aggregate alla classe oppressa e queste frazioni saranno giudicate dai loro atti, non dalla loro essenza. «Me ne infischio della vostra essenza eterna», mi diceva un giorno Politzer. Per il manicheista antisemita invece l'accento è posto sulla distruzione. Non si tratta di un conflitto di interessi, ma dei danni che una potenza malvagia causa alla società. Di conseguenza, il Bene consiste innanzitutto nel distruggere il Male. Sotto l'acredine dell'antisemita si nasconde l'ottimistica convinzione che l'armonia, una volta soppresso il Male, si ristabilirà da sola. Il suo compito è dunque esclusivamente negativo. Non si tratta di costruire una società, ma solamente di purificare quella che esiste. Per ottenere questo scopo, il concorso degli ebrei di buona volontà sarebbe inutile ed anzi nefasto e d'altra parte un ebreo non potrebbe essere di buona volontà. Cavaliere del Bene, l'antisemita è sacro, l'ebreo è pure lui sacro a suo modo: sacro come gli intoccabili, come gli indigeni colpiti da un tabù. Così la lotta viene condotta su un piano religioso e la fine del combattimento non può essere altro che una distruzione sacra. I vantaggi di questa posizione sono molteplici: per prima cosa, essa favorisce la pigrizia dello spirito. Abbiamo visto che l'antisemita non capisce niente della società moderna, sarebbe incapace di concepire un piano costruttivo; la sua azione non può collocarsi al livello della tecnica, ma si mantiene sul terreno della passione. Ad una impresa di largo respiro egli preferisce un'esplosione di rabbia analoga all'amok dei malesi. La sua attività intellettuale si rifugia nell'interpretazione: cerca negli avvenimenti storici il segno della presenza d'una potenza malvagia. Da ciò quelle invenzioni puerili e complicate che lo rendono simile ai grandi paranoici. Ma d'altra parte l'antisemitismo convoglia le spinte rivoluzionarie verso la distruzione di determinati uomini, non delle istituzioni; una folla antisemita crederà d'aver fatto abbastanza quando avrà massacrato alcuni ebrei e bruciato qualche sinagoga. Rappresenta dunque una valvola di sicurezza per le classi possidenti che incoraggiandolo sostituiscono ad un odio pericoloso contro il regime un odio benigno contro dei privati. “
Jean-Paul Sartre, L'antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, introduzione di Filippo Gentili, traduzione di Ignazio Weiss, Mondadori (collana Oscar / Saggi), 1990. [Libro elettronico]
[ 1ª Edizione originale: Reflexions sur la question juive, Gallimard, novembre 1946 ]
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Controcampo: L’Eredità di Ratan Tata e il Dibattito sulla Ricchezza
Analisi critica della scelta di un magnate di lasciare la sua fortuna al suo cane e delle implicazioni etiche e sociali.
Analisi critica della scelta di un magnate di lasciare la sua fortuna al suo cane e delle implicazioni etiche e sociali. Contesto Il magnate indiano Ratan Tata ha lasciato gran parte della sua fortuna, oltre 100 milioni di euro, al suo cane Tito, disponendo cure illimitate per l’animale e prevedendo somme per i suoi collaboratori di fiducia. Questa scelta ha sorpreso molti, generando un…
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scogito · 1 year ago
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Wonder Woman 1984 rappresenta egregiamente la tracotanza degli uomini e la loro naturale predisposizione all'autodisintegrazione.
Fa capire anche il perché si sia scelta la forza di volontà e il merito per fare evolvere la società di questo Sistema.
Chi desidera, non al cospetto della Verità della Coscienza, ma dei desideri e dei bisogni della personalità, diventa ego senza etica, senza responsabilità, senza cuore e senza scrupoli. Diventa quel carnefice a cui spesso vorrebbe sottrarsi.
In giro ci sono lunghe e distorte diffusioni a proposito dei desideri, ti dicono di desiderare per entrare in contatto con la tua gioia, ma non è così che ci si arriva. La tua essenza e la tua autenticità non hanno niente a che vedere con questi strati di inganno e di delirio.
Quella dei desideri senza Verità è l'ennesima bugia che ti inchioda alla sofferenza. Ti blocca nell'illusione dei criceti.
Potresti anche chiederti come mai molti paraguri hanno costruito la loro carriera sulla soddisfazione dei desideri, incatenandoti in realtà alle tue paure.
T.me
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tiaspettoaltrove · 10 months ago
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Mi confesso: amo le cameriere.
Swisscom ha acquisito Vodafone Italia per otto miliardi di Euro. Ottomila milioni di Euro. E pensare che a me ne basterebbe probabilmente solo uno, per vivere tutta la vita senza eccessi ma al contempo senza dover più pensare al denaro. Che cosa detestabile, i soldi. Perfino uno come me, non interessato alle Ferrari, alle villone con la piscina, ai capi firmati, si ritrova in mezzo a questo ricatto universale che condiziona le nostre vite. Non miro all’accumulo insensato, ma alla mera sopravvivenza in un mondo divenuto volutamente troppo caro, in un mondo in cui il denaro è divenuto ahimé strumento inevitabile per un’esistenza dignitosa. Lavorare otto ore al giorno per acquistare l’automobile per andare al lavoro. È tutto così feroce e insensato, che pensarci mi fa impazzire. C’è sempre un’alternativa, dicono. E ovviamente c’è anche in questo caso. E qual è? Rifugiarsi in un eremo in un piccolo paesino di montagna? Sì, è vero, e sarebbe senza dubbio affascinante. Ma richiede coraggio, un grandissimo coraggio. E al momento, dannazione, non ce l’ho. Siamo criceti che girano intorno alla ruota, e per cosa? Intanto la vita scorre, eh. Poi figuriamoci, faccio questi discorsi a voi donne che siete generalmente attratte dai soldi (e dagli uomini coi soldi) come nessun altro. Diamo sempre lustro alle eccezioni, ché altrimenti questo mondo è uno schifo totale sempre, ovunque e comunque. Io non muoio di fame, ma mi faccio comunque il mazzo otto ore al giorno, quasi tutti i giorni della vita, con un lavoro per tanti motivi squallido. Eppure, eccomi qui, a riprendere fiato il Sabato mattina come un carcerato nella sua ora d’aria. Ho rispetto per tutte le professioni umili, dignitose, per tutte coloro che si alzano al mattino alle cinque per fare le pulizie (ad esempio). Non ne ho invece per chi crede di essersi messa la coscienza a posto aprendo un OnlyFans. Ma sono scelte, ragazze. Ognuno fa le sue, e i miei giudizi sono sempre generici e soggettivi. C’è chi preferisce far soldi prostituendosi, virtualmente o meno? È affar suo. Lasciatemi dire che però, almeno, le prostitute vere “si sporcano le mani”, devono mettersi in gioco totalmente, e non fare finta. Fanno quello che fanno senza aggirare, illudere, provocare. Sono pagate per fare sesso, e lo fanno. Chi apre un OnlyFans, sentendosi peraltro perfettamente in linea con la sua morale ed etica (ripeto: scelte personali, non mi ci soffermo), invece continua a vivere in un mondo di plastica. Un mondo fatto di seconde vite, magari nascoste a tutti gli amici e agli affetti più grandi. Il mio pensiero sugli iscritti (paganti) a OnlyFans? Il peggiore possibile. Ma, altresì, non rifugiamoci dietro alla deresponsabilizzazione. Assumiamoci la responsabilità, di quello che facciamo: sia per le cose belle, sia per quelle brutte. Pensate a quello che siete disposte ad arrivare a fare, per soldi. E cercate di capire se ne valga la pena. Il mio cuore, mi spiace, va alle donne delle pulizie, alle cameriere, alle badanti.
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djtubet · 3 months ago
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Il filmato della mia esibizione all'evento Il piacere della legalità? Mondi a confronto. Legami di responsabilità durante Vicino/lontano 2024.
Felice di aver rappato il nuovo testo "Urla di Silenzio" canzone costruita in carcere da Dj Tubet insieme agli studenti dei Licei C. Percoto e G. Sello e ai detenuti della Casa Circondariale
Non sono mancate le consuete improvvisazioni freestyle con i temi del pubblico e alcune canzoni richieste dalla platea al momento conclusivo di un percorso formativo rivolto agli studenti su etica e responsabilità al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
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canesenzafissadimora · 3 months ago
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Il gesto di Caino rivela che la fratellanza non è mai – come, del resto, il processo della filiazione – un fatto legato alla stirpe, che il sangue non è la sua sostanza. La sua vicenda mostra che il primo rapporto di fratellanza sulla terra finisce in un assassinio. È questa la matrice rimossa di ogni fratellanza possibile? Il testo biblico ci indica qui una verità fondamentale: non esiste fratellanza biologica, non esiste fratellanza naturale. Questo significa che non esiste fratellanza senza riconoscimento della nostra responsabilità etica verso il fratello.
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Massimo Recalcati - "La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi"
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academybdsm · 1 year ago
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Poliamore e Bdsm 👑
Il termine Poliamore fu introdotto da Morning Glory Zell-Ravenheart che introdusse il termine «relazione poliamorosa» nel suo articolo A Bouquet of Lovers nel 1990. Jennifer Wesp creò su Usenet il newsgroup alt.polyamory nel 1992: da allora, si è diffuso come idea e come filosofia di vita, in molti paesi occidentali.
Recentemente, si sente sempre più spesso parlare di poliamore (dal greco antico: πολύ, poly, «molti» e dal latino: amor, «amore»), ma per evitare di fraintendere il reale significato della realtà che rappresenta, può essere utile cercare di approfondire di cosa si tratta e capire come integrarlo con le idee di relazione a cui siamo culturalmente abituati.
Si tratta di una relazione amorosa consensuale caratterizzata dalla libertà di ciascun di avere contemporaneamente più rapporti d’amore. Viene per lo più descritto come una forma di non monogamia etica, caratterizzata da consensualità e responsabilità.
Infatti, ed è bene ricordarlo, esistono anche altre forme di non monogamia etica: la coppia aperta, lo scambismo, l’anarchia relazionale. Tutte queste forme relazionali implicano una gestione consapevole della gelosia e rifiutano l’idea che l’esclusività sessuale sia indispensabile per costruire rapporti profondi, impegnati e a lungo termine.
La non esclusività affettiva.
Nel caso specifico del poliamore e dell’anarchia relazionale, questa non-esclusività consensuale si estende anche al piano romantico e/o affettivo, oltre che a quello sessuale.
Le relazioni poliamorose sono basate sul consenso di tutte le persone coinvolte, che devono essere opportunamente informate delle varie situazioni relazionali e sentimentali in cui si trovano inserite. Non possono in alcun modo definirsi poliamorose le relazioni caratterizzate da clandestinità, come, ad esempio, quelle adulterine.
Il consenso delle parti, inevitabilmente, implica perciò la necessità di comunicazione trasparente tra i partner e totali rispetto e accettazione dei sentimenti di ognuno.
Nella dinamica poliamorosa, inoltre, non esistono differenze rispetto al genere e all’orientamento sessuali, quanto piuttosto la libertà di condividere volontariamente e consensualmente l’esperienza dell’amore.
Seguendo questo principio, ne consegue che le relazioni possibili all’interno di questa “nuova” dimensione sesso-sociale, possono essere varie e diversificate. Si parla di relazioni aperte, relazioni poli-mono, scambismo, giochi BDSM e altre tipologie spesso di non facile comprensione immediata. Queste hanno in comune dei principi ben definiti: il rispetto dell’altro diverso da sé e la consensualità nel vivere l’esperienza affettivo-intimo-erotico-relazionale.
Chi pratica il poliamore porta avanti il principio di valenza etica: poiché ogni partner è a conoscenza e approva le varie relazioni dell’altro, tutto ciò che accade ai singoli partner è all’insegna della trasparenza e della condivisione.
Ci si basa dunque sul concetto che ogni individuo accetta e condivide che altre persone possano soddisfare bisogni e desideri del proprio partner, così come i propri.
Appare adesso più evidente come i principi che stanno alla base di questo stile relazionale debbano essere il consenso e la condivisione di regole che disciplinano i rapporti, come precedentemente accennato. Ovviamente, tali regole possono essere più o meno rigide, in base alle scelte e alle esigenze condivise dei vari partner.
L’essere umano è, per la sua natura animale, poligamo. Il concetto e l’esperienza della monogamia sono stati costruiti e definiti nelle diverse culture, tendenzialmente per garantire alla prole una paternità certa e costante, introducendo così un nuovo concetto di relazione intima esclusiva (e non promiscua) e, più avanti, di famiglia.
In realtà, però, nella storia abbiamo sempre assistito a esperienze di poliamore all’interno di gruppi di individui che condividevano questa pratica in armonia e con grande rispetto reciproco.
Potremmo quindi affermare che il concetto di poliamore è molto lineare, e allo stesso tempo complesso.
Alla base della sua semplicità, appare chiaro il desiderio di volere rappresentare se stessi in una relazione di non monogamia etica, dove l’assoluta consensualità tra i partner permette di avere contemporaneamente più rapporti di tipo affettivo-intimo-erotico e sessuale, in armonia e rispetto reciproco.
La complessità che allo stesso tempo però caratterizza il concetto di poliamore è rivolta primariamente alla società, che difficilmente accetta e comprende e apre le porte all’altro diverso da sé, etichettando come “sbagliato” o “malato” tutto quello che si discosta dal complesso mondo della normatività (concetto ben diverso da “normalità”) e da quello che viene considerato il modello dominante, ossia l’idea di una relazione monogama.
Benché nella società occidentale il modello monogamo sia il più ampiamente diffuso e sposato, dai dati che circolano attualmente sembra che negli Stati Uniti siano almeno 500.000 le persone che praticano questa forma di amore libero, anche se come sempre risulta molto complesso fare delle stime accurate o fornire i numeri precisi.
Il fenomeno è comunque in forte crescita anche in Italia, soprattutto nelle principali città, dove è inizialmente più possibile sdoganare i modelli culturali abituali.
Esattamente come per tutte le altre realtà relazionali che nel tempo hanno dovuto faticare per integrarsi nella mentalità sociale, anche per il poliamore occorrerà probabilmente tempo e soprattutto corretta informazione. Così da allontanarsi sempre di più da una visione limitata e rigida, per fare spazio all’individualità e, pur sempre nel rispetto dell’altro, al diritto alla libera scelta personale, aprendo anche in qualche modo la strada ai complessi concetti di polifamiglia e polifedeltà 👑
Tratto da un articolo della Dott.ssa Eleonora Stopani
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foggyrunawaybeard · 2 years ago
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La scienza che non mi piace.
Maurizio Scaltriti (@ScaltritiLab) è un: "VP Translational Medicine, Early Oncology, AstraZeneca. Previous Associate Director of Translational Science at MSKCC. Co-founder of http://medendi.org.".
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Come si conciliano questi messaggi di odio di questo volto noto con etica, scienza, salute e la ricerca oncologica?
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Quali sono i principi della deontologia medica?
1) Rispetto per i diritti e la dignità di ogni persona
2) Competenza
3) Responsabilità
4) Integrità
che non ritroviamo nell'atteggiamento sopra riportato in allegato, e ciò va a discapito dell'autorevolezza della scienza stessa.
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Un'utente su twitter ha provato a chiedere gentilmente che il noto ricercatore moderasse termini e atteggiamenti, ma egli ha rimarcato l'idea che il suo comportamento, anche sui social, rientri in quelli che lui ritiene termini di correttezza.
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Questo è ciò che accade quando si espongono sui social le persone sbagliate, in ambito scientifico: la scienza poi viene messa in discussione a causa dei comportamenti errati di alcuni.
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susieporta · 2 years ago
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Le aspettative deluse sono il sintomo di uno scollegamento da voi stesse.
“Mi aspetto che gli altri facciano delle cose che mi farebbero piacere, come io farei per loro”.
Più o meno questo è il ragionamento che facciamo, ma è una fregatura del lato oscuro.
Pensare che gli altri possano “intuire o indovinare” ciò che a noi farebbe piacere è un'aspettativa da bambine.
Siamo energeticamente nel ruolo di figlie, che aspettano che un genitore soddisfi i loro bisogni.
“Ma io lo farei al suo posto...”
Sarebbe meglio di no, perché crei una simbiosi, crei una dipendenza, un debito che dà luogo ad un rapporto manipolatorio.
Sarebbe meglio che non diventassi così empatica da prevenire i bisogni dell'altro, da immaginare e soddisfare i suoi desideri, prima ancora che li esprima.
È un tipo di empatia che non dà buoni risultati, se usata in modo ricorrente.
È meglio restare nel ruolo dell'adulto e aspettare che l'altro chieda delle cose e anche io posso chiedere, senza sentirmi sminuita.
“Ma se lui non ci arriva da solo, io di certo non glielo chiedo...”.
Ebbene, resterai con le tue aspettative deluse, ma stai giocando al gioco della vittima e del carnefice, e prima o poi lo aspetterai al varco per rinfacciargli le sue manchevolezze.
Ma sono davvero manchevolezze? O è una tattica manipolatoria per farlo sentire sbagliato?
Questo e altri giochi di relazione sono del lato oscuro.
Consiglio di essere più dirette, esplicite, naturali e spontanee, in modo da far funzionare la relazione alla luce del sole, non nei meandri bui della mente e dell’ego.
Quindi, quando restate male per delle aspettative che restano deluse, confrontatevi con l’altra persona ma usando il vostro adulto, con la gioia di confrontarvi e di chiarirvi, nell’intento di costruire la relazione, non nel piacere sadico di rimproverare l’altro.
Eliminate i sottintesi, i sotterfugi, il non detto, perché vi portano solo nel distanziamento, nel baratro della freddezza.
E non rinunciate al vostro potere di soddisfare comunque certi bisogni primari di attenzione, cura e amore per voi stesse, che non potete delegare ad altri.
Non chiedete sottilmente all'altro che via dia quel riconoscimento e quell'importanza che non avete ricevuto da piccole e che nemmeno voi vi date: aspettarvi questi gesti da lui, quando voi non vibrate su quelle frequenze, è pura illusione.
Siate voi stesse il più possibile, connesse a voi, e poi agite in modo onesto e diretto e non soffrirete per aspettative deluse.
Nessuno potrà mai darvi quello che è una vostra responsabilità etica, energetica e spirituale darvi.
Semplificate le relazioni…
Canale Telegram: Metodo Studiamo. Link: https://t.me/metodostudiamo
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klimt7 · 1 year ago
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Alle venti di una calda serata d’agosto accade quel che neanche i più pessimisti sullo stato del servizio pubblico avrebbero potuto immaginare. Accade cioè che il generale Roberto Vannacci, vittima a suo dire del politically correct, della cancel culture, della dittatura delle minoranze e di chissà che altro, appaia nell’edizione principale del Tg1. Senza che gli sia mossa alcuna contestazione, senza una reale domanda, senza un servizio che faccia capire di cosa si stia parlando.
Sgombriamo il campo da bugie e post verità. C’è un principio che non c’entra nulla con quel che sta accadendo intorno al caso Vannacci. Quel principio è la libertà di opinione.
Nessuno di coloro che lo criticano la mette in discussione. Chi lo difende, la tira in ballo come ormai è d’uso a destra: per giustificare qualsiasi dichiarazione abbia a che fare con odio, violenza, discriminazione, razzismo. “Che c’è di male, io la penso così, sono libero di dirlo”.
Non siamo qui a invocare roghi di libri, si tranquillizzi il vicepremier Matteo Salvini. Non siamo qui ad armare cacce alle streghe. Secondo il saggio di Vannacci, del resto, le “fattucchiere” siamo noi: persone secondo cui il ruolo delle donne non è quello di stare a casa per dare figli alla patria e prendersene cura senza gravare lo Stato con i costi di servizi inutili come gli asili nido. E per le quali l’”emancipazione femminile” non è una pericolosa fissazione, ma un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione che parla di eguale dignità. Così come parla di accoglienza dello straniero e del profugo, non accetta distinzioni di sesso, razza o religione, vieta la discriminazione per orientamento sessuale. E in nessuna sua parte mai giustifica la violenza che Vannacci invoca in caso di quella che lui definisce “legittima difesa”, né sancisce il “diritto all’odio e al disprezzo” che il generale rivendica contro la dittatura dell’inclusività.
Non si tratta quindi di libertà di pensiero, ma di etica della responsabilità di un rappresentante dell’esercito chiamato a difendere la Costituzione, non a sovvertirla con i suoi vagheggiamenti di mondi al contrario.
Per questo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto quel che doveva fare e per questo chi oggi lo attacca o anche solo ne prende le distanze nella maggioranza, fa qualcosa di molto pericoloso: perché vorrebbe consentire che un simile pensiero, violento, sessista, machista, razzista, possa albergare e cercare proseliti – è il chiaro intento del libro – all’interno delle Forze armate.
Che sono – lo prescrive l’articolo 52 della Carta – informate allo “spirito democratico della Repubblica”. E che quello spirito devono difendere “con disciplina e onore”.
Ora, se le farneticazioni di Vannacci – che è certo libero di esprimerle da privato cittadino, ma non da generale di un qualsiasi settore dell’esercito italiano – si fossero limitate a un libro autoprodotto, ma perfettamente e velocemente editato come ha fatto notare su queste pagine Gianluca Nicoletti, e a qualche apparizione su tv semiclandestine e No vax come Byoblu, potremmo anche non essere preoccupati. Certo, ci sono già i siti che vendono le magliette. E sì, i nerissimi come Gianni Alemanno si sono ringalluzziti. Ma insomma, tutto questo resterebbe nell’ombra che compete ai pensieri eversivi.
Ieri sera però il Tg1 delle 20 – il principale telegiornale del servizio pubblico nell’ora di punta – ha pensato bene di intervistare Vannacci senza in alcun modo chiedergli conto di quanto scritto, né evidenziando nei servizi che hanno preceduto il colloquio il contenuto osceno del suo libro. Quello che hanno visto i cittadini è stato un mite generale che dice di aver servito la patria per 37 anni, di non escludere nulla, in merito a una sua discesa in politica, e di essere certo di non aver leso la dignità di alcuno. Quindi non delle persone omosessuali: “Fatevene una ragione: non siete normali!”. Non di Paola Egonu che non può essere considerata a tutti gli effetti italiana per via dei suoi tratti somatici. E potremmo continuare.
Il tg sovranista per eccellenza ha così fatto il giro completo. Non solo non racconta adeguatamente quel che accade nel Paese per evitare di disturbare la narrazione estiva del governo in vacanza.
Non solo non spiega in alcun modo come questa vicenda stia scuotendo – dividendola – la maggioranza. Per non parlare delle migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste senza che un piano adeguato sia stato approntato per loro e per gli oltre 100mila migranti sbarcati.
Ma fa torto perfino alla premier: una donna che lavora, con una figlia, non sposata. Quella che Vannacci definirebbe “una fattucchiera” del mondo al contrario.
Qui non si tratta di denunciare la lottizzazione della Rai e la presa asfissiante della politica e del Parlamento che ne è di fatto l’editore (modello Bbc, dove sei?).
Tutti i governi, a partire da quelli che dicevano di voler cambiare le cose, si sono spartiti direzioni, vicedirezioni, aree di influenza, e i pochi che lo hanno denunciato sono stati messi a tacere.
Questa volta però c’è di più: c’è un totale, pervicace, sorprendente e prepotente sovvertimento della realtà. Senza che questo Paese stia mostrando gli anticorpi che servono a smascherarlo.
Meloni per prima ha molto da temere dai rigurgiti neri che pure il suo partito non riesce ad abbandonare. Potrebbe – se volesse - lasciare il buen retiro pugliese, mettere da parte le interviste soft-pop al settimanale Chi e schierarsi senza se e senza ma con Guido Crosetto.
In difesa del buon senso e della dignità delle Forze Armate. Della Costituzione e del Paese che è stata chiamata a guidare. Potrebbe, se volesse. Ma questo è ancora da capire.
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gregor-samsung · 3 months ago
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" Trasformando i modi di agire soggettivi, a cui partecipa la vita emotiva di ciascuno di noi, in modi impersonali e oggettivamente sottoposti a norme, la razionalità della tecnica rafforza la parte egoica che, in ambito psichico, è l’unica razionale. Questo rafforzamento dell'“ego” esaspera le componenti “egoistiche” dell'individuo, per il quale perseguire l’interesse egoistico è semplicemente “logico”, mentre ogni forma di dedizione e di altruismo, avendo le sue radici nella dimensione emotiva e sentimentale, che nel regime della razionalità tecnica non ha parola, appare come semplice espressione di irrazionalità. In questo modo all'intellettualismo della razionalità tecnica corrispondono l’egoismo sul piano etico, l’individualismo sul piano sociale, il narcisismo sul piano psicologico e quindi il progressivo e inevitabile deperimento di tutta la vita emotiva. La conseguenza è che il nostro sentimento non è più in grado di percepire, avvertire, immaginare dove la tecnica, che si sviluppa autonomamente e in modo esponenziale al di fuori di qualsiasi orizzonte di senso, condurrà l’uomo e come lo trasformerà. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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nuttypoetryzombie · 2 years ago
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Cosa si intende per 'famiglia'.
La famiglia è spesso definita come un gruppo di persone legate da 'vincoli di sangue', di matrimonio, che condividono il loro tempo, le loro risorse e responsabilità per prendersi cura l'uno dell'altro; accade però che di essa facciano parte anche persone che spartiscono solo un legame d'affetto e riguardo reciproci, senza alcun vincolo.
In molte culture e società, la famiglia 'tradizionale' è composta da una madre e da un padre eterosessuali, ma ci sono molte altre configurazioni familiari, tra cui famiglie monoparentali, famiglie adottive e famiglie formate da genitori/tutori delle stesso sesso.
La famiglia può assumere molte forme diverse e può includere persone, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, che accudiscono un bambino o un adolescente. Non esiste una definizione di famiglia 'tradizionale' universalmente applicabile o accettata, così quanto non c'è una distinzione predefinita dei ruoli e dei comportamenti fra padre e madre o dei tutori all'interno di una famiglia. Le responsabilità e i comportamenti dei genitori o dei tutori possono variare ampiamente da famiglia a famiglia e dipendere da una serie di fattori, come le preferenze personali, le circostanze economiche e le responsabilità lavorative. Ciò che conta è che i genitori/tutori forniscano amore, supporto e un ambiente stabile e sicuro per i minori.
La definizione 'normale' non esiste scientificamente per indicare una qualità degli esseri umani, così quanto non esiste in etica; essa è stata coniata per consolidare pregiudizi, discriminazioni, fomentati dalla morale religiosa, cioè dalla maleducazione. Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose: per loro enorme ignoranza su come sia davvero la realtà che li circonda. 
La 'cultura' patriarcale lede chiunque: così come esistono donne imprigionate in stereotipi di ruolo 'materni' o 'iperfemminili', così accade che esistano 'maschi' nati e cresciuti in contesti per i quali è un dovere dimostrare il proprio 'eroismo sacrificante' di 'padre di famiglia' che si prende molte responsabilità. Quando, come uomo, sei cresciuto in un contesto patriarcale e 'ti sei fatto una famiglia', in tale stile retrogrado, diventa difficile mollare la presa sul 'tengo famiglia', tradendo le aspettative dei tuoi 'subordinati' (moglie, figli) e della società maschilista che ti circonda.
E' importante che i genitori/tutori lavorino insieme per stabilire le responsabilità e i comportamenti che funzionino meglio per loro e per i loro figli, indipendentemente dal loro sesso e dall'orientamento sessuale - che non contano quando si tratta di crescere un bambino.
Con il 'nato da' non si matura bene, come persone; con tutori che abbiano empatia e cultura invece si. Essere persone dotate di cultura ed empatia non dipende dall'identità sessuale, dal genere sessuale, ma dall'intelligenza che un adulto qualsiasi deve avere quando ha a che fare anche con bambini.
Gusti sessuali (non solo eterosessuali) e biologia di un corpo umano, non sono la stessa cosa. Si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratti da corpi femminili - e non perché venga insegnato o qualcuno ci abbia influenzati, ma poiché la nostra specie umana è fatta così. 
Essere sensibili, empatici, attenti alle esigenze altrui, non è legato in alcun modo al sesso o all'identità sessuale di una persona. Esistono soggetti di vario sesso e identità di genere che sono empatici, sensibili, attenti alle altrui necessità - così come accade il contrario.
Pecca di ingenuità colui che arrivi a pensare che i 'legami di sangue' offrano automaticamente anche amore e cure adeguate ad un bambino o ad un adolescente; non è così: esistono migliaia di minori abusati, molestati, schiavizzati e pure uccisi da familiari.
Avere una vagina e un pene 'funzionanti' garantisce di poter mettere al mondo un bambino, ma non di essere dei buoni tutori per un minore. L'omofobia di un genitore, di un adulto, è uno dei segnali da cui si comprende che tale soggetto è nato e cresciuto in un ambiente familiare, sociale, disfunzionale - cioè da 'cattivi' genitori.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato tramite corretto approccio sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
I soggetti che si accaniscono contro terzi, che godono dell'altrui dolore (infliggendolo), rappresentano una delle specifiche sfumature che connotano chi è nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale. Non tutti sono in grado di spezzare e imparare dal proprio dolore, ma lo rimettono in scena, continuamente.
Non è necessario vivere un'esperienza diretta di famiglia disfunzionale per capire quanto dolore comporti: può capitare, ad esempio, di assistere, all'interno del proprio condominio, ad episodi di maltrattamento di bambini e di occuparsene; o di incontrare persone che ti raccontano i loro traumi vissuti.
Il fatto che esistano molte realtà di famiglia disfunzionale definisce, scientificamente, che il sesso di un tutore, di un genitore, e la 'fertilità di una coppia' non incidono sull'educazione di un bambino o di un adolescente; ciò che rende davvero capace un genitore in ambito educativo è la sua cultura, la sua empatia, il suo equilibrio mentale. Essere 'mamma' o 'papà' di qualcuno non è sufficiente. 
Le famiglie vere sono dove c'è amore, cultura, rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbio alcuno sul fatto che non conti il sesso dei tutori, l'identità di genere, ma i rapporti sani che si costruiscono fra persone.
Sono i conservatori a pensare che esista una lotta politica atta ad eliminare l'eterosessualità e la famiglia eterosessuale; di fatto, c'è solo la richiesta di riconoscere coloro che non sono eterosessuali quali persone a tutti gli effetti, con sentimenti, propensioni non diverse dagli eterosessuali. 
In molte parti del mondo, le coppie delle stesso sesso possono adottare e crescere bambini con successo; l'importante è che ci sia amore e supporto nella famiglia e che il benessere del bambino sia tema centrale per la sua crescita.
Due persone dello stesso sesso possono essere considerate una famiglia e crescere bene un bambino: la ricerca ha dimostrato che i bambini cresciuti da genitori omosessuali hanno lo stesso livello di benessere emotivo, sociale e psicologico di quelli educati da genitori eterosessuali.
Il problema non è 'mettere al mondo figli' (fin dall'antichità esiste il sistema 'utero in affitto'), ma se si è adatti a crescere un bambino: a farlo diventare un adulto sano, mentalmente equilibrato, poiché è questo lo scopo fondamentale del prendersi cura di qualcuno: renderlo felice.
'Fare figli' non è atto obbligatorio: merita rispetto sia la coppia con figli che la coppia senza figli, che va considerata altrettanto una famiglia a tutti gli effetti.
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gioviannasposts · 2 years ago
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Cosa si intende per 'famiglia'.
La famiglia è spesso definita come un gruppo di persone legate da 'vincoli di sangue', di matrimonio, che condividono il loro tempo, le loro risorse e responsabilità per prendersi cura l'uno dell'altro; accade però che di essa facciano parte anche persone che spartiscono solo un legame d'affetto e riguardo reciproci, senza alcun vincolo.
In molte culture e società, la famiglia 'tradizionale' è composta da una madre e da un padre eterosessuali, ma ci sono molte altre configurazioni familiari, tra cui famiglie monoparentali, famiglie adottive e famiglie formate da genitori/tutori delle stesso sesso.
La famiglia può assumere molte forme diverse e può includere persone, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, che accudiscono un bambino o un adolescente. Non esiste una definizione di famiglia 'tradizionale' universalmente applicabile o accettata, così quanto non c'è una distinzione predefinita dei ruoli e dei comportamenti fra padre e madre o dei tutori all'interno di una famiglia. Le responsabilità e i comportamenti dei genitori o dei tutori possono variare ampiamente da famiglia a famiglia e dipendere da una serie di fattori, come le preferenze personali, le circostanze economiche e le responsabilità lavorative. Ciò che conta è che i genitori/tutori forniscano amore, supporto e un ambiente stabile e sicuro per i minori.
La definizione 'normale' non esiste scientificamente per indicare una qualità degli esseri umani, così quanto non esiste in etica; essa è stata coniata per consolidare pregiudizi, discriminazioni, fomentati dalla morale religiosa, cioè dalla maleducazione. Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose: per loro enorme ignoranza su come sia davvero la realtà che li circonda. 
La 'cultura' patriarcale lede chiunque: così come esistono donne imprigionate in stereotipi di ruolo 'materni' o 'iperfemminili', così accade che esistano 'maschi' nati e cresciuti in contesti per i quali è un dovere dimostrare il proprio 'eroismo sacrificante' di 'padre di famiglia' che si prende molte responsabilità. Quando, come uomo, sei cresciuto in un contesto patriarcale e 'ti sei fatto una famiglia', in tale stile retrogrado, diventa difficile mollare la presa sul 'tengo famiglia', tradendo le aspettative dei tuoi 'subordinati' (moglie, figli) e della società maschilista che ti circonda.
E' importante che i genitori/tutori lavorino insieme per stabilire le responsabilità e i comportamenti che funzionino meglio per loro e per i loro figli, indipendentemente dal loro sesso e dall'orientamento sessuale - che non contano quando si tratta di crescere un bambino.
Con il 'nato da' non si matura bene, come persone; con tutori che abbiano empatia e cultura invece si. Essere persone dotate di cultura ed empatia non dipende dall'identità sessuale, dal genere sessuale, ma dall'intelligenza che un adulto qualsiasi deve avere quando ha a che fare anche con bambini.
Gusti sessuali (non solo eterosessuali) e biologia di un corpo umano, non sono la stessa cosa. Si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratti da corpi femminili - e non perché venga insegnato o qualcuno ci abbia influenzati, ma poiché la nostra specie umana è fatta così. 
Essere sensibili, empatici, attenti alle esigenze altrui, non è legato in alcun modo al sesso o all'identità sessuale di una persona. Esistono soggetti di vario sesso e identità di genere che sono empatici, sensibili, attenti alle altrui necessità - così come accade il contrario.
Pecca di ingenuità colui che arrivi a pensare che i 'legami di sangue' offrano automaticamente anche amore e cure adeguate ad un bambino o ad un adolescente; non è così: esistono migliaia di minori abusati, molestati, schiavizzati e pure uccisi da familiari.
Avere una vagina e un pene 'funzionanti' garantisce di poter mettere al mondo un bambino, ma non di essere dei buoni tutori per un minore. L'omofobia di un genitore, di un adulto, è uno dei segnali da cui si comprende che tale soggetto è nato e cresciuto in un ambiente familiare, sociale, disfunzionale - cioè da 'cattivi' genitori.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato tramite corretto approccio sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
I soggetti che si accaniscono contro terzi, che godono dell'altrui dolore (infliggendolo), rappresentano una delle specifiche sfumature che connotano chi è nato e cresciuto in una famiglia disfunzionale. Non tutti sono in grado di spezzare e imparare dal proprio dolore, ma lo rimettono in scena, continuamente.
Non è necessario vivere un'esperienza diretta di famiglia disfunzionale per capire quanto dolore comporti: può capitare, ad esempio, di assistere, all'interno del proprio condominio, ad episodi di maltrattamento di bambini e di occuparsene; o di incontrare persone che ti raccontano i loro traumi vissuti.
Il fatto che esistano molte realtà di famiglia disfunzionale definisce, scientificamente, che il sesso di un tutore, di un genitore, e la 'fertilità di una coppia' non incidono sull'educazione di un bambino o di un adolescente; ciò che rende davvero capace un genitore in ambito educativo è la sua cultura, la sua empatia, il suo equilibrio mentale. Essere 'mamma' o 'papà' di qualcuno non è sufficiente. 
Le famiglie vere sono dove c'è amore, cultura, rispetto per ogni tipo di altrui famiglia. Chi vive realmente un'esperienza di famiglia felice, non ha dubbio alcuno sul fatto che non conti il sesso dei tutori, l'identità di genere, ma i rapporti sani che si costruiscono fra persone.
Sono i conservatori a pensare che esista una lotta politica atta ad eliminare l'eterosessualità e la famiglia eterosessuale; di fatto, c'è solo la richiesta di riconoscere coloro che non sono eterosessuali quali persone a tutti gli effetti, con sentimenti, propensioni non diverse dagli eterosessuali. 
In molte parti del mondo, le coppie delle stesso sesso possono adottare e crescere bambini con successo; l'importante è che ci sia amore e supporto nella famiglia e che il benessere del bambino sia tema centrale per la sua crescita.
Due persone dello stesso sesso possono essere considerate una famiglia e crescere bene un bambino: la ricerca ha dimostrato che i bambini cresciuti da genitori omosessuali hanno lo stesso livello di benessere emotivo, sociale e psicologico di quelli educati da genitori eterosessuali.
I bambini non hanno pregiudizi, ma potrebbero maturarli qualora crescano in un ambiente patriarcale, poiché in esso si continuano ad assegnare, a torto, ruoli e diritti diversi a seconda dell'identità sessuale; potrebbero divenire, a loro volta, come i genitori, adulti ignoranti molesti.
Il problema non è 'mettere al mondo figli' (fin dall'antichità esiste il sistema 'utero in affitto'), ma se si è adatti a crescere un bambino: a farlo diventare un adulto sano, mentalmente equilibrato, poiché è questo lo scopo fondamentale del prendersi cura di qualcuno: renderlo felice.
Quello che conta per un bimbo, anche quando ne sei solo il tutore, è il rispetto che hai per lui: della sua integrità come individuo, della sua intelligenza. Più che di una famiglia, abbiamo tutti bisogno di una intera società sana, che ci ami, che ci rispetti e non ci molesti.
'Fare figli' non è atto obbligatorio: merita rispetto sia la coppia con figli che la coppia senza figli, che va considerata altrettanto una famiglia a tutti gli effetti.
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enkeynetwork · 18 days ago
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Che dire... della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d'accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
Una cosa è certa: Ferragni è un'azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l'attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l'etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure... Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
Ma c'è da dire un'ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l'attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E' rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.
Giancarlo Selmi
condivido parola per parola...
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agrpress-blog · 2 months ago
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Premio Anima 2024: i protagonisti dell'arte e dell'impegno sociale I vincitori della XXIII edizione del Pr... #arteecultura #inclusionesociale #premioanima #sostenibilità #vincitori2024 https://agrpress.it/premio-anima-2024-i-protagonisti-dellarte-e-dellimpegno-sociale/?feed_id=7972&_unique_id=6732f87fe3b21
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