#messaggi morali
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divulgatoriseriali · 7 months ago
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La parabola dei talenti: una critica velata al capitalismo o un messaggio attuale di Gesù?
La parabola dei talenti, uno dei passaggi più noti del Vangelo secondo Matteo, offre uno spunto di riflessione profondo e complesso sul tema della responsabilità personale e collettiva. Sebbene narrata in un contesto storico e culturale molto distante dal nostro, questa storia simbolica ha mantenuto una straordinaria attualità, prestando il fianco a interpretazioni che spaziano dalla spiritualità…
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unoscarabocchio · 17 days ago
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Vorrei non sentirmi un esperimento scientifico, un ammasso di carne che riesce a stampare un'emozione grazie ai farmaci che prende. Vorrei non essere dipendente dal fumo quando le cose non vanno, vorrei smettere di punirmi quando la sera progetto digiuni e la mattina mi sveglio ancora al buio con il cestino vicino al letto pieno di cartacce e abbuffate. Vorrei non dipendere da qualcuno che all'improvviso mi molla, mi tradisce ma non mi ferisce — non è abbastanza bravo, non è più bravo di me. Vorrei spurgare questa tristezza interiore che mi porto dietro da anni, che cresce con me, e in silenzio mi porta soltanto a procreare cisti e tumori, malanni e cicatrici. È in grado di rovinare tutti i progressi per un solo giorno di vacanza in cui non ci penso — non penso a nulla. Sono tre settimane esatte in cui la mia faccia porta addosso un calore ingombrante, gli occhi offuscati e il naso sempre colante...qualche lacrimuccia esce, e non so spiegare quale sia l'origine di questo male. Non sono riuscita ad alzarmi dal letto per i primi 3 giorni diurni. La sera facevo un passo in più per i miei gatti: pulivo la lettiera, controllavo se il distributore dei croccantini fosse ancora pieno, poi tornavo nella mia stanza, e nelle altre stanze non ci mettevo piede. Dormivo, ancora. Il telefono aveva più di dieci chiamate perse e i messaggi in sospeso erano molti — alcuni attendevano risposta da fine luglio. Ieri sera iniziai il processo mascherato per riprendere dalle mie occhiaie in tempo per il week-end. Mi preparai del pollo al forno e mi tag1iâi semplicemente con la carta stagnola. Sembrava fatto apposta. Quante gocce di 5ånguɜ uscirono per un piccolissimo taglio sul dito. Che faticaccia prendersi cura di sé. In quel pollo invece che spezie, ci contaminai qualche boccetta di 5ånguɜ e qualche lacrima evaporata, presa dal nervoso di mollare tutto e tornarmene di nuovo al buio. Negli ultimi mesi smisi di prendere i miei farmaci che guardavo sul comodino, fermi come dei carcerieri che non hanno neanche più il coraggio di frustarmi, perché ormai non reagisco più. E desideravo, più che mai, riprendere i passi di una me a ottobre: serena, con qualche chilo in meno, motivata, programmatrice. Non ero io. Quando persi me stessa per l'ennesima volta andai in terapia, e quella stronza non fece altro che assecondarmi nel mio autosabotaggio. Non ti senti in grado?
Molla.
Non fa per te.
Il tuo corpo non vuole.
k4zzø. Bel modo di uscire fuori da questo tunnel. Tutti laureati, tutti a sparare sentenze morali su come si dovrebbe stare al mondo. Parlano, analizzano, etichettano. E alla fine nessuno te lo dice più che a volte il buio non è nemmeno più un luogo. Ti diventa abitudine. Una di quelle su cui ti ci devi fare il callo. Non hanno il coraggio di dirtelo. Non gliene frega nulla di quello che succede dopo, quando te ne torni a casa e ti rimane addosso solo l’eco delle loro parole, vuote come le stanze che non riesci più ad abitare. E certe ferite non ti guariscono, mi credi? si limano appena, giusto il tempo di non puzzare di morte davanti agli altri. È questo il massimo che ci è concesso: non far preoccupare nessuno. La stronza non mi vede da mesi. Non si è nemmeno rassicurata che fossi ancora viva. Mi ha abbandonata sul più bello, quando ero fragile abbastanza da fidarmi e stupida abbastanza da pagarla per dirmi cose che già sapevo. Mi ha assecondato in tutto. Ha fatto da specchio al mio autosabotaggio e lo ha chiamato “accoglienza del sé”. Non mi ha dato uno slancio, non mi ha tirata fuori dal fango. Ha solo allargato le braccia e fatto spazio al mio naufragio. E ora che ho smesso di scriverle, ora che ho lasciato cadere anche quell’ultima illusione, capisco che non era una terapeuta ma solo l’ennesima persona che guardava il mio dolore come un bambino guarda un film al cinema, con un mezzo sorriso e nessuna voglia di arrivare ai titoli di coda con mamma e papà. Mi viene da piangere, sì. Perché questa depressione non me la toglie proprio nessuno. E devo convivere con l’idea che, per come sono fatta, ci saranno giorni in cui la vita mi coinvolgerà tutta, in cui sentirò ogni cosa amplificata, perfino la luce. E poi ci saranno giorni in cui mi spegnerò senza preavviso, sdraiata tra i miei colori bianchi e grigi, senza la forza di distinguere se sto male o se semplicemente non riesco più a sentire niente. È questa la mia costante... un’altalena emotiva che non scende mai davvero a terra, un equilibrio finto, precario, in cui l’unico punto fermo è l’assenza di stabilità.
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scogito · 1 year ago
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30 caratteristiche del manipolatore
Questo elenco si applica sia alle donne, sia agli uomini.
È stato sviluppato in un periodo di sette anni dalla psicologa cognitiva comportamentale, specialista in manipolazione, Isabelle Nazare-Aga, ed è contenuto nel libro L’arte di non lasciarsi manipolare.
Indicazioni d'uso:
leggerli con la persona che sospetti in mente. Se ottieni almeno 14 criteri su 30, la persona a cui stai pensando è un manipolatore.
Colpevolizza gli altri in nome del legame familiare, dell’amicizia, dell’amore, della coscienza professionale.
Trasferisce la sua responsabilità agli altri o abdica alla propria.
Non comunica chiaramente le sue richieste, i suoi bisogni, sentimenti e opinioni.
Risponde molto spesso in modo sfocato.
Cambia le sue opinioni, i suoi comportamenti, i suoi sentimenti a seconda delle persone o delle situazioni.
Invoca ragioni logiche per mascherare le sue richieste.
Fa credere agli altri che devono essere perfetti, che non devono mai cambiare opinione, che devono sapere tutto e rispondere subito a domande e richieste.
Mette in dubbio le qualità, le competenze, la personalità degli altri: critica senza averne l’aria, svalorizza e giudica.
Fa scrivere i suoi messaggi da altri.
Sparge la zizzania e crea sospetti, divide per meglio regnare.
Sa impostarsi da vittima affinchè lo si commiseri.
Ignora le richieste anche dicendo di occuparsene.
Usa i principi morali degli altri per soddisfare i suoi bisogni.
Minaccia in modo mascherato, o pratica il ricatto all’aperto.
Cambia copletamente argomento durante una conversazione.
Schiva o fugge dal colloquio, o dall'incontro.
Sfrutta l’ignoranza altrui e fa credere alle persone di essere superiore.
Mente.
Predica il falso per conoscere la verità.
È egocentrico (egoriferito).
Potrebbe essere geloso.
Non sopporta le critiche e nega l'ovvio.
Non tiene alcun conto dei diritti, dei bisogni e dei desideri altrui.
Utilizza spesso l’ultimo momento per comandare o far agire gli altri.
Il suo discorso pare logico o coerente, mentre i suoi atteggiamenti corrispondono allo schema opposto.
Lusinga per compiacerti, offre regali, si premura improvvisamente verso di te.
Produce un senso di disagio o di non-libertà.
È perfettamente efficace nel raggiungere i propri obiettivi, ma a scapito degli altri.
Ci fa fare cose che probabilmente non avremmo fatto di nostra spontanea volontà.
È costantemente oggetto di conversazione, anche quando non è presente.
La maggior parte ha più di 20 punti su 30 (quessta non è una rassicurazione).
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rideretremando · 1 year ago
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L'esame di Maturità è "Una festa. E, a differenza di molte altre manifestazioni dell’homo festivus, una festa che non separa ma unisce le generazioni: lo si capisce già giorni, settimane prima degli esami, quando in rete comincia a circolare Notte prima degli esami di Venditti, e al povero professore di lettere viene chiesto da giornalisti ammiccanti se Dante era un uomo libero o un fallito o un servo di partito (ma vattene affanculo), e i genitori e i nonni si commuovono raccontando di quanto seriamente la prendano i loro figli e nipoti, che uno ne parla male ma poi quando la Storia chiama…, e la mattina della prima prova ecco fiorire le foto su Instagram, i messaggi d’incoraggiamento su X (“Ragazzi, d’ora in poi sarà tutto un esame!”), i commenti ai temi del redattore laureato in Filosofia riesumato per l’occasione dalla sezione Cultura, i servizi al telegiornale, questo articolo… Una festa, e ci mangiamo in tanti. Abolirla, lo dico senza ironia, sarebbe un gesto da misantropi. (...) Più che invitare ad apprezzare la qualità di un testo, o la sua coerenza, praticamente tutte le tracce proposte sollecitano una risposta virtuistica: la poesia di Ungaretti servirà a dire quanto è brutta la guerra, il brano di Pirandello quanto fa paura il mondo meccanizzato, la pagina di Galasso quanto è dissennato un mondo che corre ad armarsi o a riarmarsi… Sono colpito, non meravigliato, perché questa curvatura la vedo già nei manuali, nelle scuole, nel corrente dibattito sulla letteratura: le librerie sono piene di libri scritti coi piedi, e pensati peggio, che presumono però di trasmettere al lettore preziosissime lezioni morali. La letteratura non serve a questo, in realtà: quello è il catechismo. Ma credo che sia una battaglia perduta."
Claudio Giunta
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rosamannetta · 2 months ago
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LA CATASTROFE di ROSA MANNETTA
L’attacco di Israele all’Iran e la risposta dell’Iran che ora colpisce Israele, è solo una catastrofe. Sembra l'inizio della distruzione del nostro pianeta. Se non tacciono le armi, si spezzano solo vite ovunque. In Medio Oriente si combatte, ma a morire è l’umanità intera. Ogni bomba che esplode annulla anni di diplomazia, ogni missile che fende il cielo disintegra anche la speranza. Non c’è ragione di Stato che tenga, non c’è strategia militare che possa giustificare il sangue dei bambini, il pianto delle madri, la fuga di chi non ha più casa. Si parla di deterrenza, di “messaggi forti”, ma il linguaggio della guerra è solo distruzione. Nel silenzio assordante delle cancellerie mondiali, cresce un urlo che non possiamo più ignorare: basta. Basta con la violenza cieca, con la vendetta travestita da giustizia. Il mondo osserva e, come troppo spesso accade, resta immobile. Ma la neutralità davanti al massacro è complicità. Abbiamo già vissuto abbastanza guerre da sapere come finiscono: non vincono i governi, non vincono gli eserciti. Perdono i popoli. Perdono le generazioni che verranno, costrette a raccogliere le macerie fisiche e morali di oggi. Serve il coraggio della pace, quello che pochi hanno. Ma oggi più che mai, è l’unica scelta sensata. Fermare le armi non è debolezza: è l’unica forza possibile in un mondo che sta affondando. Jack Kerouac scriveva: "La vita non è uno scherzo".
Rosa Mannetta
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antennaweb · 4 months ago
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OLTRE LA FOSCHIA - GAIA TAMAGNINI- “Oltre la foschia”di Gaia Tamagnini, ci porta a guardare oltre, ad attraversare la foschia e scoprire cosa c’è dietro. La protagonista del racconto è Soleil, una ragazza sensibile, ma forte allo stesso tempo che ,con la sua dolcezza e tenacia, non si arrende davanti alle difficoltà per raggiungere i suoi obiettivi e ciò che ritiene giusto. Soleil è non udente con una malattia congenita che offusca la vista. Si sposa con Gianluca dopo un lungo fidanzamento. Il matrimonio però naufraga a causa delle incomprensioni dovute al desiderio di Soleil di avere dei figli, che si contrappone alla volontà del marito di non averli, adducendo come scusa la presunta incapacità di Soleil di potersene occupare date le sue patologie, nascondendo in realtà una verità ben diversa. Per la ragazza inizia una vita in salita, caratterizzata dalle angherie del suo ex marito, dalla famiglia di lui e anche, in qualche modo, dai genitori adottivi di Soleil che, nell'intento di proteggerla, le precludono di vivere. Ma nonostante tutto Soleil non smette di credere nell’amore e nelle innumerevoli opportunità che la vita può offrire, sorretta anche da un’incrollabile fede e dagli amici che non l’ abbandonano. Le chat, i messaggi con cui Soleil può comunicare le permettono di incontrare persone che segnano in maniera indelebile il suo percorso, tra cui Danny. Ma anche Don Francesco e Aphelio occupano un posto speciale nel cuore di Soleil e che rendono la trama ancora più intrigante. Tra buoni sentimenti, bugie, forza d’animo, desiderio di rinascita e nuove consapevolezze, Gaia Tamagnini dà vita ad una storia molto profonda e piena di colpi di scena. Soleil rappresenta le donne vittime dell’amore malato, rappresenta le donne vittime del sopruso degli altri perché considerate non in grado, a causa di malattie o altri motivi di gestire le proprie vite; rappresenta tutte le donne e le persone che, nonostante tutto hanno voglia di andare avanti, di non arrendersi e di rinascere, di andare oltre la foschia, abbattendo tutte le barriere. Un libro scritto con l'anima che coinvolge il lettore dalla prima pagina, suscitando forti emozioni i temi importanti sono trattati con semplice incisività, portando il lettore a riflettere su temi etici e morali importanti su cui spesso si sorvola con superficialità. Un libro che entra nel cuore per non lasciarlo mai più. INTERVISTA ALLA SCRITTRICE GAIA TAMAGNINI Hai scritto un bellissimo e impegnativo libro, da dove nasce l’idea? “L’idea è nata in un momento molto difficile per me, un periodo di grande tristezza. Attraverso la fantasia e l’ispirazione, giorno dopo giorno, ho iniziato a scrivere quasi come fosse un diario. E’ stato un modo per trasformare le emozioni in qualcosa di concreto, dando vita sd una storia che riflette il viaggio interiore” Il personaggio di Soleil è davvero ben costruito, cos’ha in comune con te? “Soleil riflette una parte importante di me: la sensibilità e la determinazione a rimettersi in gioco nonostante tutto. E’ il simbolo della capacità di andare avanti, anche nelle avversità, cercando sempre un nuovo inizio”. Questo romanzo si sente che è scritto con l’anima, quale messaggio vuoi trasmettere? “Il messaggio principale è di guardare oltre le apparenze. Voglio che i lettori imparino a esplorare la profondità dell’anima di ogni individuo, senza fermarsi ai pregiudizi. Sia che si tratti di una persona disabile o di qualcuno che appare meno affidabile, tutti hanno una bontà e un valore da scoprire” A quale tipo di lettore è rivolta l’opera è perché? “L’opera è destinata a chi possiede una spiccata sensibilità e ama riflettere in profondità. E’ per chi cerca storie che vanno oltre la superficie e che offrono spunti di crescita personale ed emotiva. A quale personaggio sei più legata e perchè? “Sono particolarmente legata a Don Francesco e a Danny. Don Francesco rappresenta una figura paterna e spirituale per Soleil, incarnando l’importanza di ascoltare e comprendere. Danny invece, è colui che aiuta Soleil ad uscire dal suo periodo più buio, nonostante le sue stesse difficoltà. Entrambi hanno avuto un ruolo cruciale nella trasformazione di Soleil”. Nel romanzo hai affrontato varie tematiche importanti, su quael vuoi focalizzare l’attenzione del lettore? “Vorrei che il lettore riflettesse sull’importanza delle relazioni umane e sull’inclusione. E’ fondamentale imparare a relazionarsi con gli altri senza escluderli, accettando e valorizzando le differenze". Hai altri progetti in cantiere? “Sì, sto lavorando alla revisione di un nuovo romanzo che potrebbe uscire a gennaio 2026. Si tratta di una storia d’amore ambientata nel 2027, completamente diversa da questa, ma con la stessa attenzione alle emozioni e alla profondità”. Read the full article
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solosefossese · 5 months ago
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Ho chiesto ad una AI
IO - Come si convince una popolazione ad andare in guerra quando questa e riluttante immaginando anche la possibilità di mentire
AI - Convincere una popolazione riluttante a sostenere o partecipare a una guerra è un tema complesso e delicato, spesso legato a strategie di propaganda, manipolazione emotiva e, in alcuni casi, alla diffusione di informazioni false. Ecco alcuni metodi che sono stati storicamente utilizzati, con un'analisi critica delle implicazioni etiche e sociali:
1. Creare un nemico comune
Tattica: Presentare un gruppo, una nazione o un'ideologia come una minaccia esistenziale per la sicurezza, i valori o lo stile di vita della popolazione.
Esempi storici: La demonizzazione del "nemico" (es.: nazisti che dipingevano gli ebrei come una minaccia, o la retorica anti-comunista durante la Guerra Fredda).
Meccanismo psicologico: La paura è un potente motivatore. Se le persone credono di essere in pericolo, sono più disposte a sostenere misure estreme.
2. Utilizzare la propaganda emotiva
Tattica: Fare appello alle emozioni, soprattutto alla paura, all'orgoglio nazionale o al senso di giustizia.
Esempi storici: Poster, film e discorsi che mostrano atrocità commesse dal "nemico" (reali o esagerate) per suscitare indignazione.
Meccanismo psicologico: Le emozioni intense riducono il pensiero critico e rendono le persone più ricettive ai messaggi semplicistici.
3. Manipolare le informazioni
Tattica: Diffondere notizie false o fuorvianti per giustificare la guerra.
Esempi storici:
L'incidente del Golfo del Tonchino (1964), usato dagli Stati Uniti per giustificare l'escalation in Vietnam.
Le armi di distruzione di massa in Iraq (2003), che si rivelarono inesistenti.
Meccanismo psicologico: Se le persone credono di essere state attaccate o ingannate, sono più propense a sostenere una risposta militare.
4. Fare appello al patriottismo
Tattica: Presentare la guerra come un dovere morale per proteggere la patria, la libertà o i valori nazionali.
Esempi storici: Discorsi come "Dio è con noi" o "Proteggiamo la nostra libertà".
Meccanismo psicologico: Il senso di appartenenza e identità nazionale può spingere le persone a sacrificarsi per il "bene superiore".
5. Minimizzare i costi e massimizzare i benefici
Tattica: Sottolineare i presunti vantaggi della guerra (es.: sicurezza, risorse, liberazione di popoli oppressi) e minimizzare i rischi (es.: perdite umane, costi economici).
Esempi storici: Promesse di "guerra breve e vittoriosa" che si rivelano illusorie.
Meccanismo psicologico: Le persone sono più disposte a correre rischi se credono che i benefici superino i costi.
6. Coinvolgere i media e le figure di autorità
Tattica: Utilizzare i media per diffondere messaggi pro-guerra e coinvolgere leader carismatici o esperti per dare credibilità alla causa.
Esempi storici: Discorsi di presidenti, generali o intellettuali che giustificano la guerra.
Meccanismo psicologico: Le persone tendono a fidarsi delle figure di autorità e dei mezzi di comunicazione di massa.
7. Creare una narrativa di "guerra giusta"
Tattica: Presentare la guerra come un'azione moralmente giustificata, ad esempio per difendere i diritti umani o prevenire un male maggiore.
Esempi storici: Interventi umanitari o "missioni di pace" che nascondono interessi strategici.
Meccanismo psicologico: Le persone sono più disposte a sostenere una causa se credono che sia eticamente giusta.
8. Isolare e ridicolizzare i dissidenti
Tattica: Dipingere chi si oppone alla guerra come traditore, codardo o ingenuo.
Esempi storici: Persecuzione di pacifisti o critici durante la Prima Guerra Mondiale o il Maccartismo negli Stati Uniti.
Meccanismo psicologico: La paura dell'isolamento sociale spinge le persone a conformarsi all'opinione dominante.
Implicazioni etiche e sociali
Manipolazione e inganno: Utilizzare queste tattiche solleva gravi questioni morali, soprattutto quando si menti deliberatamente alla popolazione.
Conseguenze a lungo termine: Una volta scoperta la verità, la fiducia nelle istituzioni e nei leader può essere irrimediabilmente compromessa.
Danno psicologico: Coinvolgere una popolazione in una guerra sotto falsi pretesi può portare a traumi collettivi e divisioni sociali profonde.
Conclusione
Storicamente, queste tattiche sono state utilizzate per convincere popolazioni riluttanti a sostenere la guerra, ma spesso hanno portato a conseguenze devastanti a livello umano, sociale e politico. La trasparenza, il dialogo e il rispetto per la volontà popolare sono fondamentali per evitare decisioni che causano sofferenze inutili.
Se vuoi approfondire un aspetto specifico o discutere di un contesto storico, fammi sapere! 😊
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oddgivi · 6 months ago
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La maggior parte delle donne oggi è cosi: non tiene conto delle convenzioni sociali morali; l'attivismo e la diffusione di messaggi femministi anche attraverso l'arte, ha finalmente portato, dopo anni di impegno profondo, i suoi buoni frutti anche in Italia.
Il meglio lo vedremo quando le vecchie generazioni saranno sparite, insieme alla loro religione maschilista cattolica.
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grupp8 · 6 months ago
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THE GORGE – DESTINI PARALLELI
Il medium su cui ci basiamo: Il film “The Gorge”, 2025, (Scott Derrickson)
The Gorge è un film che fonde azione, fantascienza, thriller e romance, raccontando una storia diamore e sopravvivenza estrema in un ambiente ostile e misterioso. I protagonisti, separati da eventidrammatici, devono affrontare pericoli sovrannaturali e dilemmi morali, mentre cercanodisperatamente di ritrovarsi. Il cuore della narrazione risiede nel conflitto tra destino e libero arbitrio, esplorando le conseguenze delle scelte fatte in situazioni limite.
Il nostro Remix: “The Gorge – Destini Paralleli”
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Abbiamo deciso di adattare il film The Gorge in un videogioco survival horror RPG multiplayer,mantenendo l’intensità emotiva e la tensione narrativa del film, ma trasformandolo in un’esperienza interattiva e partecipativa.
Il nostro obiettivo è quello di ampliare l’universo narrativo, permettendo ai giocatori di vivere in prima persona la lotta per la sopravvivenza, prendere decisioni cruciali e contribuire attivamente allo sviluppo della storia. Per questo motivo abbiamo deciso di strutturare il gioco su due livelli di esperienza:
La Dimensione Fisica: il giocatore esplora ambienti immersivi e dinamici, affrontando sfide legate alla sopravvivenza, alla strategia e all’esplorazione.
La Dimensione Digitale e Partecipativa: grazie a un sistema di community online, i giocatori possono collaborare, scambiarsi informazioni e influenzare il corso degli eventi attraverso decisioni collettive.
Caratteristiche Principali:
Il gioco sarà disponibile dapprima in accesso anticipato per PC sulla piattaforma Steam, e in seguito verrà rilasciato anche per console (Xbox, PS5). La lingua base di doppiaggio del gioco sarà l’inglese, ma sarà disponibile con i sottotitoli nelle lingue più parlate. Il gioco sarà classificato attraverso lo standard PEGI (www.pegi.info) più nello specifico PEGI 16 con i descrittori di contenuto PEGI Violenza, Linguaggio scurrile, Paura, Sesso e Acquisti In-Game come segue:
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Modalità di Gioco: principalmente multiplayer cooperativo, con opzione single-player per chi preferisce un’esperienza più narrativa. Entreremo più in dettaglio nella seconda parte del nostro lavoro.
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Esempi di momenti di cooperazione: un’orda di mostri come quella del film a sinistra mentre a destra un momento più tranquillo in cui si scopre di più sul gioco esplorando le sue ambientazioni.
Giocatori e Spettatori, una duplice esperienza:
Il gioco è progettato per essere apprezzato sia da chi ha già visto il film, sia da chi si avvicina per la prima volta alla storia. Un prologo interattivo introduce il background narrativo e mostra spezzoni chiave della pellicola, contestualizzando il mondo di The Gorge e fornendo dettagli inediti sulla lore del gioco.
La personalizzazione e il coinvolgimento della community sono elementi centrali dell’esperienza di gioco. I giocatori possono modificare completamente personaggi, armi e gadget, adattandoli al proprio stile per un’esperienza unica e su misura. Il sistema di abilità speciali consente di specializzarsi in diversi ambiti, come il combattimento, la sopravvivenza o la risoluzione di enigmi, offrendo così una maggiore profondità strategica. Inoltre, i collezionabili narrativi arricchiscono la lore del gioco, permettendo di svelare segreti legati al passato della Gola. Per favorire l’interazione della community, vengono organizzati eventi online periodici e streaming sui principali siti come Twitch o KICK nei quali i giocatori possono influenzare lo sviluppo della storia e accedere a nuove missioni.
La trama di “The Gorge: Destini Paralleli”
Il gioco si sviluppa attraverso un prologo e tre archi narrativi principali, che guidano il giocatore in un viaggio ricco di tensione e scelte determinanti:
Prologo: Le Origini della Nebbia
Il giocatore viene introdotto alla storia attraverso una combinazione di cutscene cinematografiche e gameplay esplorativo. Attraverso documenti, messaggi criptati e frammenti di ricordi, viene rivelato il contesto storico della Gola, con riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale, alla Guerra Fredda e a misteriosi esperimenti scientifici sfuggiti al controllo umano. Il prologo funge da tutorial interattivo, insegnando le meccaniche base e gettando le basi per la narrazione principale.
Atto 1: La Ricerca
I giocatori si ritrovano separati nelle rispettive torri, avvolti dalla densa nebbia che copre la Gola. Il loro primo obiettivo è difendersi dagli attacchi delle creature che emergono dall’oscurità, sfruttando risorse limitate e cooperando per sopravvivere. Mentre esplorano l’ambiente circostante, emergono indizi su una possibile via di fuga e segreti sepolti nel passato della Gola. Il successo dipende dalla cooperazione tra i due giocatori, dallo scambio di informazioni strategico e dalla capacità di risolvere enigmi ambientali.
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Atto 2: Dentro la Gola
Dopo aver raccolto sufficienti informazioni, i giocatori scoprono l’esistenza di una via sotterranea che potrebbe condurli all’uscita. Per raggiungerla, devono affrontare la nebbia e navigare in un labirinto di pericoli, dove illusioni e trappole mettono costantemente alla prova la loro percezione della realtà. L’Intelligenza Artificiale del gioco introduce eventi casuali, alterando il comportamento dei nemici e rendendo ogni tentativo di attraversamento un’esperienza unica. L’adattamento rapido e il lavoro di squadra diventano fondamentali per sopravvivere a questa fase caratterizzata da dinamismo, strategia e imprevedibilità.
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Atto 3: Il sentiero del fato
Nel terzo atto e finale della storia si sviluppa il climax in base alle scelte compiute durante gli atti precedenti. I giocatori scoprono la verità sugli esperimenti condotti nella Gola e si trovano di fronte a una decisione cruciale: sigillare definitivamente il passaggio o tentare di sfruttare il potere della nebbia a loro vantaggio. Le decisioni prese influenzano il finale, portando a diverse possibilità. In un esito, entrambi i protagonisti sopravvivono, ma con conseguenze differenti. In un altro, uno dei due si sacrifica per permettere all’altro di vivere. Infine, esiste la possibilità che entrambi muoiano, lasciando il destino della Gola incerto. L’esperienza di gioco pone l’accento sull’impatto emotivo, sulle scelte morali difficili e sulla struttura narrativa ramificata.
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Questa struttura a prologo più tre atti arricchisce, secondo noi, la profondità del gioco e lo rende un'esperienza coinvolgente che va oltre il semplice survival, trasformandolo in un viaggio narrativo che evolve con le scelte dei giocatori che portano ad un finale personalizzato.
Commento:
Nel contesto del nostro progetto, The Gorge: Destini paralleli non si limita a essere un semplice videogioco, ma si configura come un’esperienza culturale partecipativa. Attraverso diverse dinamiche di coinvolgimento, il gioco incoraggia la creazione di una community attiva, stimola l’espressione creativa dei giocatori e promuove la collaborazione tra utenti. In questa sezione, analizziamo le principali forme di cultura partecipativa che The Gorge attiva, evidenziando come il senso di affiliazione, la possibilità di espressione personale e la risoluzione collaborativa siano elementi chiave nell’esperienza di gioco.
Forme di cultura partecipativa attivate:
Affiliazione
Il videogioco favorisce la creazione di gruppi e community su diverse piattaforme social come Discord, Instagram e Facebook, incentivando il senso di appartenenza tra i giocatori. Questi spazi diventano luoghi di scambio di idee, strategie e opinioni, promuovendo collaborazione e creatività all’interno della fanbase.
Espressione
Ogni giocatore ha la possibilità di personalizzare completamente il proprio personaggio, le armi e i gadget, rendendo l’esperienza ancora più immersiva. Questo livello di personalizzazione permette di creare avatar unici, rispecchiando stili e preferenze personali.
Risoluzione Collaborativa
In tutti e tre gli archi narrativi, la collaborazione tra i giocatori è fondamentale per superare ostacoli e avanzare nella storia. Il multiplayer enfatizza la cooperazione, spingendo i giocatori a condividere informazioni e strategie per risolvere enigmi e sopravvivere alle minacce del gioco.
Circolazione
Le pagine social ufficiali, insieme alle collaborazioni con influencer e streamer, favoriscono la diffusione di contenuti transmediali tra gli utenti. Video, live streaming, post e discussioni ampliano l’universo narrativo del gioco, incentivando il coinvolgimento attivo della community.
Competenze attivate dalla cultura partecipativa:
Gioco
Il gameplay sviluppa la capacità di adattarsi all’ambiente, risolvendo problemi attraverso il pensiero critico e la sperimentazione diretta. I giocatori devono gestire risorse, prendere decisioni rapide e affrontare situazioni impreviste.
Performance
I personaggi sono completamente personalizzabili e dotati di skill specifiche, permettendo ai giocatori di specializzarsi in diversi ruoli durante le battaglie. Questo elemento introduce un livello di strategia basato sull’interpretazione del proprio avatar e sulla scelta delle abilità più adatte alla situazione.
Simulazione
Il gioco ricrea dinamiche realistiche di sopravvivenza e gestione delle risorse. I giocatori devono esplorare un ambiente ostile, prendere decisioni strategiche e affrontare conseguenze basate sulle loro scelte, sviluppando così la capacità di analizzare e prevedere situazioni complesse.
Appropriazione
Ogni partita offre un’esperienza unica, in particolare nella seconda parte del gioco (Dentro la gola), dove i giocatori si rigenerano in punti casuali della mappa. Questo porta a esperienze di gioco sempre diverse, incentivando la condivisione di strategie e racconti personali sui social per aiutare altri utenti.
Multitasking
I giocatori devono gestire contemporaneamente diversi aspetti del gameplay, tra cui esplorazione, combattimento, gestione dell’inventario e interazione con gli altri giocatori. Questa capacità di concentrarsi su più elementi contemporaneamente è essenziale per la sopravvivenza nel gioco.
Cognizione Distribuita
L’interazione tra i giocatori consente di combinare diverse conoscenze e competenze per superare ostacoli. Ogni giocatore può contribuire con le proprie intuizioni, favorendo un apprendimento collettivo che si estende anche al di fuori del gioco.
Intelligenza Collettiva
Nei canali social e nelle community dedicate, i giocatori possono scambiarsi idee e suggerimenti per ottimizzare strategie e completare le missioni con maggiore efficacia. Questo favorisce la creazione di una rete di conoscenze condivise.
Giudizio
Sui social media e nei forum di discussione, i giocatori devono valutare l’affidabilità delle informazioni condivise. Per garantire un ambiente sano, nei canali ufficiali sono presenti strumenti di moderazione e segnalazione per filtrare contenuti falsi o non pertinenti.
Navigazione Transmediale
L’universo di The Gorge: Destini Paralleli si espande su più piattaforme con formati diversi. I giocatori possono approfondire la storia attraverso TikTok, YouTube e Discord, ciascuno con contenuti specifici come video brevi, guide dettagliate e discussioni strategiche.
Networking
I giocatori collaborano attivamente sulle piattaforme social per condividere strategie e discutere le migliori opzioni per affrontare le sfide del gioco. Questa interazione aiuta a creare connessioni tra utenti con interessi simili.
Negoziazione
Il gioco incoraggia il dialogo tra i giocatori, spingendoli a confrontarsi su strategie, decisioni e ruoli da assumere. Questo processo sviluppa la capacità di mediazione e cooperazione, elementi chiave in un’esperienza multiplayer.
Preoccupazioni relative alla cultura partecipativa:
Divario di Partecipazione
Non tutti i giocatori avranno familiarità con il film The Gorge, il che potrebbe creare un divario tra chi conosce già la storia e chi vi si approccia per la prima volta. Per rendere il gioco accessibile a tutti, è stato implementato un prologo narrativo che introduce il contesto e i personaggi principali attraverso scene chiave del film. In questo modo, anche i nuovi giocatori potranno comprendere la trama e immergersi completamente nell’esperienza di gioco.
Problema della Trasparenza
La presenza di numerosi canali social legati al videogioco potrebbe favorire la diffusione di informazioni false o fuorvianti. Per evitare il rischio di disinformazione, nei canali ufficiali saranno attivi strumenti di segnalazione per monitorare i contenuti pubblicati e rimuovere informazioni non pertinenti. Inoltre, la moderazione attiva nei forum di discussione garantirà che le informazioni condivise siano verificate e affidabili.
Sfida dell’Etica
Il videogioco affronta temi delicati come la violenza, la sopravvivenza in condizioni estreme e il sacrificio morale. Per garantire un’esperienza responsabile:
• È stata impostata un’età minima di 16 anni, attraverso la classificazione PEGI. Infatti, gli acquisti in negozio sono limitati.
• L’ambientazione post-apocalittica esplora anche questioni etiche e ambientali. Il tema della nebbia tossica nel gioco, ad esempio, sarà utilizzato per sensibilizzare i giocatori sulle conseguenze delle azioni umane sull’ambiente.
• Le scelte morali influenzano il finale, portando i giocatori a riflettere sull’etica delle proprie decisioni e sulle conseguenze delle loro azioni all’interno della storia.
Queste misure permettono di bilanciare l’intensità dell’esperienza ludica con una consapevolezza delle tematiche trattate, rendendo il gioco non solo un intrattenimento, ma anche un’opportunità di riflessione critica.
Utilizzo di Intelligenza Artificiale Generativa nella creazione del remix:
Abbiamo impiegato l'intelligenza artificiale per generare immagini che illustrano lo stile visivo e l'estetica del gioco, offrendo un'anteprima delle ambientazioni, dei personaggi e dell'atmosfera che caratterizzeranno l'esperienza di gioco.
Conclusioni
The Gorge: Destini Paralleli trasforma un film in un’esperienza videoludica profonda e coinvolgente, dove azione, strategia e cultura partecipativa si fondono in un unico universo interattivo. L’integrazione tra esplorazione fisica e narrazione digitale permette di vivere un’avventura coinvolgente in cui i giocatori diventano co-creatori della storia. Grazie alla community attiva e alle forme di partecipazione transmediale, il progetto supera i confini del semplice videogioco, trasformandosi in un’esperienza culturale dinamica e immersiva.
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pier-carlo-universe · 7 months ago
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Dieci favole per bambini - Lezioni di vita. Recensione di Alessandria today
"Dieci favole per bambini: Lezioni di vita" è un libro incantevole in cui ogni racconto diventa un’avventura educativa. Attraverso personaggi saggi e coraggiosi, queste storie esplorano dilemmi morali e valori universali, trasmettendo messaggi profondi e
Autore: Fiorenza SalamanoPubblicazione: 8 ottobre 2024Formato: Copertina flessibile, stampa grandeGenere: Letteratura per l’infanzia, educativo Sinossi. “Dieci favole per bambini: Lezioni di vita” è un libro incantevole in cui ogni racconto diventa un’avventura educativa. Attraverso personaggi saggi e coraggiosi, queste storie esplorano dilemmi morali e valori universali, trasmettendo messaggi…
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Barone, il ricordo di A.Moggi: "Perdo un uomo vero, vivevi tutto con intensità"
Tra i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Joe Barone, direttore generale della Fiorentina, c’è anche quello dell’agente Alessandro Moggi: “Voglio ricordarti così… Eri così nel nostro ultimo pranzo insieme al Viola Park solo pochi giorni fa.. eri così.. sorridente e positivo.. pronto per nuove sfide.. Eri un uomo straordinario.. un uomo di altri tempi .. uomo di grandi valori morali e uomo…
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emanuelebottiroli · 2 years ago
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Papa Francesco al mondo del vino italiano: "Rispetto e valori sulla via della qualità"
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Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al Convegno organizzato da Vinitaly sul tema “L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano” e ha rivolto loro un saluto ricco di spunti di riflessione...
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Papa Francesco Saluto del Santo Padre Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi do il benvenuto, saluto Mons. Pompili e ciascuno di voi. Siete qui in occasione del Convegno che Vinitaly ha organizzato sul tema “L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano”. Per numero di aziende coinvolte, qualità di produzione e impatto occupazionale, la vostra è certamente una realtà significativa, sia sulla scena vinicola italiana che internazionale, ed è dunque bene che vi ritroviate a riflettere insieme sugli aspetti etici e sulle responsabilità morali che tutto ciò comporta, e che in questo traiate ispirazione dal Poverello di Assisi. Le linee fondamentali su cui avete scelto di muovervi – attenzione all’ambiente, al lavoro e a sane abitudini di consumo – indicano un atteggiamento incentrato sul rispetto, a vari livelli. E il rispetto, nel vostro lavoro, è certamente fondamentale: per un prodotto di qualità, infatti, non basta l’applicazione di tecniche industriali e di logiche commerciali; la terra, la vite, i processi di coltivazione, fermentazione e stagionatura richiedono costanza, richiedono attenzione e richiedono pazienza. La sacra Scrittura stessa parla di questi temi. Viene in mente la Lettera di Giacomo, che dice: «Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge» (Gc 5,7). E penso soprattutto a Gesù, il quale, nell’ultima immagine che lascia ai suoi discepoli, parla del Padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite, potandola e facendo così in modo che porti buon frutto (cfr Gv 15,1-6). Rispetto, costanza, capacità di potare per portare frutto: sono messaggi preziosi per l’anima, che ben si apprendono dai ritmi della natura, dai vitigni e dalla lavorazione. Essa comporta un’infinità di competenze, solo in parte trasmissibili in modo tecnico, “scolastico”, spesso invece legate alla condivisione di una sapienza pratica, di vita, a un’esperienza specifica da acquisire sul campo, in modo tanto più proficuo, quanto più ci si lascia coinvolgere dalla dimensione umana di ciò che si fa. E se il rispetto e l’umanità valgono nell’uso della terra, sono ancora più decisivi nella gestione del lavoro, nella tutela delle persone e nel consumo dei prodotti, per far maturare, a livello di singoli e di aziende, quella capacità di «auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l’autoreferenzialità», che «rende possibile ogni cura per gli altri e per l’ambiente», considerando «l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé» (Lett. enc. Laudato si’, 208). Infatti, la «cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri» (ivi, 70). Cari amici, il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per «il cuore dell’uomo» (cfr Sal 104,15), e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità. Grazie allora per aver scelto di ispirare la vostra attività a sentimenti di concordia, aiuto ai più deboli e rispetto per il creato, sull’esempio di Francesco di Assisi. In lui vi benedico e vi auguro, nel suo stile, “pace e bene”. Grazie. Read the full article
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diceriadelluntore · 2 years ago
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La costruzione di un dolore
Un maestro zen vide uno scorpione annegare in uno stagno e decise di trarlo in salvo. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, il maestro lasciò l’animale che di nuovo cadde in acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo nuovamente fuori dall’acqua e l’animale lo punse nuovamente.
Un giovane discepolo che vide la scena gli si avvicinò e gli disse: – Scusate, maestro, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua, lo scorpione vi punge? Il maestro gli rispose: – La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.
Allora il maestro rifletté e con l’aiuto di una foglia, tolse lo scorpione dell’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
– Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, mentre la tua reputazione è solo ciò che gli altri pensano di te. Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.
Ho una collezione enorme di racconti zen. Eppure zen non lo sono affatto: per me è davvero complicato superare l’attaccamento, accettare il superamento di sé stessi e altri insegnamenti per l’illuminazione. Ma adoro gli insegnamenti morali che da quasi tutte si traggono, soprattutto nel rapporto con gli altri.
Dopo anni ho usato questo posto per parlare di una situazione personale. Non che la musica che mi piace, i miei libri, le curiosità, le citazioni, le mie amate etimologie non lo siano. Stavolta ho deciso di parlare di un dolore mio, di un dolore che mi è successo. Un dolore che non ho mai provato. Che lo voglio dire subito: è stato frutto di una legittima scelta di un’altra persona, che accetto per il rispetto che mi impongo verso le persone che ho voluto (voglio e vorrò) bene. Non lo contesto, per quanto per me sia insensato. La questione che ho voluto esprimere è stata di esternarlo in un posto per dirlo indirettamente a tante persone. Non ho accusato, ho raccontato. Un risultato che mi ha fatto tanto bene: l’empatia che mi è stata data, in maniera persino sorprendente, da coloro che dietro un nome di un blog celano una persona che a volte conosco, di altri di cui so il nome e la voce, di altri ancora, per un meraviglioso tacito accordo, che non so, ma è come se lo sapessi, ma soprattutto messaggi da coloro che non conosco affatto, che hanno solo letto e hanno sentito il bisogno di scrivermi un pensiero. Che tra l’altro, ed è una soddisfazione, arrivano tutti ad uno stesso punto su di me, che mi scalda il cuore.
Non ho scritto né per vittimismo, né per far apparire una persona che ho adorato profondamente una carnefice. Non è mai stato quello il mio fine. Ho scritto per egoismo, ecco perchè non sono del tutto zen. Ho scritto per il principio che un’altra storia Zen racconta:
Un allievo chiede al suo maestro: “Come posso superare il dolore?”. Il Maestro con un sorriso gli ordina di prendere un pugno di sale e di versarlo in una ciotola di acqua. Gli chiede di berla. “Come è?” chiede. “È aspra, è cattiva!”. Ordina al discepolo di prendere un nuovo pugno di sale e di seguirlo. Lo porta ad un lago, entra con lui dentro l’acqua per 4 passi, e gli chiede di versare il sale nell’acqua. Dalla tunica prende la ciotola, la riempie di acqua e chiede di berla. “Come è?”. “È fresca, è buona”. “Ecco la via per superare il dolore: trasformati da ciotola in lago”.
Nel cercare le storie, ho ascoltato questa canzone, che è una gemma lucente in un disco che all’epoca fu bistrattato, ma che a distanza di tanti anni suona nuovissimo, anticipando tendenze e visioni della musica a lui futura. Lo lascio come ringraziamento a chi è arrivato a leggere fino a qui, e a chi mi sta aiutando a diventare un lago.
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Please
So you never knew love Until you crossed the line of grace Then you never felt wanted 'Till you had someone slap your face So you never felt alive Until you almost wasted away You had to win You couldn't just pass The smartest ass At the top of the class Your flying colors Your family tree And all your lessons in history Please Please Please Get up off your knees Please Please Please Please So you never knew How low you'd stoop to make that call And you never knew What was on the ground 'till they made you crawl So you never knew that The heaven you keep you stole Your catholic blues Your convent shoes Your stick on tattoos Now they're making the news Your holy war Your northern star Your sermon on the mount From the booth of your car Please Please Please Get up off your knees Please Please Please Leave me out of this So love is hard and love is tough But love is not what you're thinking of September Streets capsizing Spilling over Down the drain Shards of glass splinters like rain But you could only feel Your own pain October Talking getting nowhere November December Remember Are we just starting again? Please Please Please Get up off your knees Please Please Please Please So love is big, bigger than us But love is not what your thinking of It's what lovers deal It's what lovers steal You know I've found it hard to receive 'Cause you my love I could never believe
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chez-mimich · 2 years ago
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ROMEO E GIULIETTA
È tradizione ormai inveterata che tutti i registi teatrali, a cominciare dai più grandi, quando devono cimentarsi con un testo classico del teatro, cerchino nelle loro messe in scena di darne una versione “attualizzata”, cerchino insomma di ambientare l’azione nella contemporaneità. Sono pochi i registi che hanno resistito a questa tentazione. Così anche Mario Martone, uno dei più celebrati registi italiani (non solo teatrale, s’intende), ha ceduto al richiamo del “hic et nunc”, nella sua prima regia per il Piccolo Teatro di Milano, dove ha portato in scena “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, scritta presumibilmente tra il 1594 e il 1597. L’operazione, come è facilmente immaginabile comporta dei rischi notevolissimi: opere tanto perfette, fatte di equilibri delicati, orditi e trame calibratissime e veicolatrici di messaggi profondi, di morali solenni o di dubbi amletici, se non maneggiate con cura possono trasformarsi in patetiche boiate o ridicole rappresentazioni. Credo si possa dire che Mario Martone abbia superato più che brillantemente la prova che si presentava piuttosto ardua. L’apertura del sipario con il disvelamento della scena, ha subito fatto ben sperare: un colossale intreccio di rami di un gigantesco albero (o forse l’intersecarsi di più alberi), popolato dai protagonisti del dramma shakesperiano, con una carcassa d’auto e altre tipologie di rifiuti urbani, introducono Montecchi e Capuleti, molto più simili a due gang giovanili che non alle due storiche famiglie veronesi. Il rischio era elevato, non v’è dubbio, ma fin dai primi dialoghi, la bellezza del testo (voglio solo ricordare le funamboliche parole di uno strepitoso Mercuzio, (interpretato da Alessandro Bay Rossi), sembra valorizzata da questa ambientazione che, se da un lato propone una bucolica visione naturale, dall’altro sottolinea la crudezza della cultura urbana nella durezza delle dialettiche famigliari, tematica ben presente nel testo di Shakespeare, come sottolinea lo stesso Martone. Anche l’adattamento dell’opera originale, con ampi inserti di frasi e gesti idiomatici della nostra contemporaneità utilizzati da Chiara Lagani, non solo quindi semplice traduttrice, rende il testo agibile al presente. Se sulla trama è inutile indugiare, trattandosi di un capolavoro della letteratura e del teatro, è certamente utile interrogarsi sulla sontuosa scenografia di Margherita Palli. L’imponente albero, che deve molto alle “macchine ronconiane”, quasi un bosco in sospensione, permette agli attori di muoversi ed agire sui giganteschi rami utilizzati come spazi e camminamenti, mettendo quindi la “natura” del sentimento in luogo della “cultura” della città, quella Verona che fa da sfondo alla vicenda dei due giovani innamorati. Un po’ una contraddizione se vogliamo, anche in considerazione del fatto che gli scontri tra i componenti delle due famiglie sono di natura prettamente urbana. Trenta gli attori, quasi tutti giovani o giovanissimi sulla scena, un formicaio brulicante dove su tutti, non potevano che brillare i due eccezionali protagonisti Romeo (Francesco Gheghi) e Giulietta (Anita Serafini, 15 anni). Una recitazione intensa e mai forzata, un mondo d’amore disperato, ma sempre protetto dall’ostile mondo circostante. Allo Streheler di Milano fino al 6 aprile, disponibile per chi non si voglia perdere un “quasi-capolavoro”.
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corallorosso · 4 years ago
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Multa per i “Griffin” su Gesù: siamo uno Stato laico o una teocrazia? È giustamente balzata agli onori della cronaca nazionale la notizia della multa di 62.000 euro comminata dall’Agcom alla Walt Disney per la messa in onda su Fox di una puntata (peraltro vecchia di anni) della serie “I Griffin”. L’accusa si fonda su quel curioso reato – ancora esistente nel nostro ordinamento giuridico – di “offesa al sentimento religioso”, perché avrebbe ironizzato sulla Sacra Famiglia e sulla nascita di Gesù, e proviene nientemeno che dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e da Daniele Belotti, parlamentare della Lega. A chiosa del blitzkrieg contro la perfida emittente il senatore Simone Pillon ha avuto il guizzo di commentare “si tratta di un segnale chiaro: l’educazione dei bambini, specialmente su temi sensibili come la religione o la morale sessuale spetta ai genitori, e non ai messaggi ideologici dei big media o delle lobby”. Basta una blanda analisi del testo, di quelle da terza liceo, per decodificare il messaggio che anima il fervore del Pillon, il quale sembra dare per scontato che riguardo a religione e morale sessuale tutte le famiglie la pensino necessariamente come lui e i suoi compagni di ventura. Con buona pace dei fedeli ad altre confessioni, degli atei, degli studenti che hanno scelto di non avvalersi dell’IRC, o semplicemente dei bambini che crescono in seno a famiglie non interessate a problemi religiosi e che magari proprio dalle loro famiglie sono stati informati circa le favole degli adulti, la procreazione e la sessualità in generale. Fa sorridere – con rabbia, naturalmente – che esponenti di uno dei partiti maggiormente coinvolti in episodi di intolleranza e razzismo verbali nei confronti dei musulmani in genere, si ritrovino a comportarsi in modo preoccupante come esponenti radicali di quel mondo: sembrerebbe quasi che la loro furia intollerante sia figlia di una malcelata invidia, per non poter agire anche loro con il rigore, la ristrettezza di vedute e la violenza che caratterizza i più feroci fra i fondamentalisti islamici. Ancora una volta è necessario ribadire come la fede sia un fatto privato, e in questo senso degna di rispetto. Ognuno nel segreto della sua dimora è libero di credere in Dio, Allah, Buddha, Odino, Sgt. Pepper o Wolverine, se trova conforto in un qualsiasi credo per superare le mille difficoltà dell’esistere. Ma com’è possibile accettare che in uno Stato laico – laico, non una teocrazia – il sentimento religioso possa divenire un bavaglio alla libertà d’espressione? Perché di questo, in fondo, si tratta, dal momento che non c’è alcuna coercizione nella fruizione de “I Griffin” (o di qualsiasi altra forma espressiva o d’intrattenimento): se qualcuno trova sgradevole un episodio, cambierà canale e non seguirà più la serie, ben sapendo che altri come lui faranno lo stesso. Il problema è che saprà anche che ci saranno persone che invece apprezzeranno quel tipo di satira, e ne approfitteranno magari per parlarne serenamente in famiglia, scherzandoci su anche coi figli. È questo che il fedele intollerante non può accettare; è l’idea che il suo sistema di valori morali e religiosi sia universale, e pertanto automaticamente esteso a tutti, a tal punto dal dover essere protetto dalle leggi dello Stato. (...) Daniele Caluri per Micromega
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animequiz1 · 5 years ago
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12 Anime Psicologici
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Capita giunga un anime che guardi con la bocca spalancata, così che il tuo cervello richieda costantemente delucidazioni? Quando pensi: “Che cosa sta realmente accadendo?".
Questo articolo prende così in esame quei titoli con sceneggiature complesse, stili e personaggi che lasciano riflettere seriamente il pubblico su quanto abbia appena visto. Molti di questi potrebbero richiedere una seconda visione e la maggior parte di essi avrà un'interpretazione diversa a seconda della mentalità e dei punti di vista dello spettatore.
L'anime di Neon Genesis Evangelion (incluso End of Evangelion)
La punta di diamante. Impossibile non citarlo né iniziare altrove, Neon Genesis Evangelion ha ispirato e influenzato la maggior parte degli altri titoli di questa lista. Non solo: è anche considerato uno dei migliori anime di tutti i tempi. Ha rivoluzionato i paradigmi di come vengano percepiti i prodotti animati (meramente come un mezzo?) e ha fornito un'analisi completa dei messaggi e della filosofia che veicolano. Con la sua trama labirintica e contorta, Evangelion ti farà certo dubitare di ogni suo minimo particolare.
Serial Experiments Lain
Acclamato come uno degli anime visivamente più sperimentali e narrativamente provocatori di tutti i tempi, Serial Experiments Lain ha una trama magistralmente ben congegnata e complessa. Potrebbe perciò essere necessaria una seconda visione. Offre infatti un viaggio psicologicamente impegnativo impossibile da eguagliare.
Monster
è l'unico anime che ti farà costantemente chiedere: come si può partorire un'idea tanto geniale? Una delle narrazioni più impegnative e complicate mai prodotte. Con la sua brillante attenzione per i dettagli, rende ogni scena estremamente vitale. Perfect BluePerfect Blue è stato il primo lungometraggio di Satoshi Kon. Questo film mostra di cosa sia capace l'artista quando ha completa libertà creativa. Una linea distorta tra fantasia e realtà. Agli spettatori la possibilità ed il compito di individuarle entrambe. Darren Aronofsky ha acquistato i diritti di Perfect Blue e ha ricreato una scena identica nel suo film Requiem for a Dream.
Mousou Dairinin (Paranoia Agent)
è una pesante critica sociale mascherata da thriller psicologico. Tratta abilmente temi come depressione, alienazione e una falsa salvezza. I personaggi sono unici e dinamici: affrontano vari dilemmi morali come rappresentazione metaforica della nostra società.
Paprika
è stato, invece, l'ultimo lungometraggio di Satoshi Kon e probabilmente il più impegnativo. È uno spettacolo visivo che pone l'accento - in senso lato - sull'esplorazione e possiede una struttura narrativa filosoficamente complessa. L'anime ha infatti ispirato il celeberrimo Inception di Christopher Nolan, nominato agli Oscar nel 2010.
Ergo Proxy
Ergo Proxy esplora la profondità dell'umanità e la sua sopravvivenza. Ambientato in un mondo futuristico, gestisce l'impostazione distopica mescolando la sua atmosfera tenebrosa e le fantastiche musiche. Trama complessa e simbolismo religioso fanno di Ergo Proxy un anime brillante che riesce a trasmette i suoi messaggi filosofici in modo davvero unico.
Ghost in The Shell
è un traguardo molto speciale nella storia degli anime. Non solo per l'influenza che questo film fantascientifico del 1995 ha avuto sul futuro dell'intero genere animato, ma anche per il modo in cui gestisce una trama filosoficamente complessa in soli 90 minuti. Nonostante ciò, riesce a mantenere una certa solidità.
Shoujo Kakumei Utena (Revolutionary Girl Utena)
Sulla carta Revolutionary Girl Utena potrebbe sembrare una serie molto ordinaria. Superficialmente appare solo come la banale storia di una ragazza magica. L'elemento fantasy è un espediente per lasciare che la trama progredisca. Un anime stimolante con una vivida direzione artistica.
Yojouhan Shinwa Taikei (The Tatami Galaxy)
La struttura narrativa di The Tatami Galaxy è la sua parte più complessa. È semplice comprendere il finale, ma difficoltoso è capire come ci arrivi. La sua trama labirintica è ben congegnata e ogni scena è studiata alla perfezione. L'anime sub ita è disponibile online e utilizza immagini dal contenuto assurdo e scenari verosimili per creare un'esperienza quasi surreale.
Boggiepop wa Warawanai (Boogiepop Phantom)
Boogiepop Phantom vanta un montaggio sonoro unico e una direzione artistica senza precedenti. La sua complessità si rivela ostica, tanto che senza il necessario approfondimento suscita più dubbi che risposte.
Ciò lo rende un anime quasi scoraggiante da guardare, con le sue ambientazioni surreali.
Fonte: https://animequiz.it/
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