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"A Woman" di Zarina Boboqulova: un inno alla femminilità e all'amore eterno. Recensione di Alessandria today
Una poesia che celebra l’essenza della donna. Zarina Boboqulova, giovane poetessa nata il 1° marzo 2006 nella regione di Kashkadarya, offre una riflessione poetica profonda e toccante sull'importanza della donna nel mondo
Una poesia che celebra l’essenza della donna.Zarina Boboqulova, giovane poetessa nata il 1° marzo 2006 nella regione di Kashkadarya, offre una riflessione poetica profonda e toccante sull’importanza della donna nel mondo. “A Woman” è un inno alla femminilità, alla forza e alla bellezza intrinseca della figura femminile, un tema che emerge in ogni verso con intensità e delicatezza. Un viaggio…
#A Woman#Alessandria today#Amore#Amore Eterno#Bellezza#celebrazione della donna#celebrazione poetica#donna come angelo#donna e amore#donna e bellezza#donna e speranza#essenza femminile#figura femminile#Forza Femminile#Forza Interiore#giovani poeti#Google News#italianewsmedia.com#Lealtà#luce dell’amore#Maternità#Pier Carlo Lava#poesia contemporanea#poesia di ispirazione.#poesia e società#poesia emozionante#poesia femminile#poesia filosofica#poesia ispiratrice#poesia moderna
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“Ciao Donna, ti vorrei parlare.
Siediti e guardami negli occhi. Si, hai capito bene: negli occhi. Molti Uomini lo fanno ancora, anche se ti è difficile crederlo.
Volevo dirti che non siamo tutti uguali e che non e' vero che noi non proviamo sentimenti.
Li proviamo proprio come li provate voi, solo che a volte ci è difficile dimostrarlo.
Molti di noi sono cresciuti con la convinzione che mostrare i sentimenti faccia meno maschio, è vero, ed allora ci atteggiamo a duri e a spacconi che ostentano la collezione di donne come fosse una gara, ma ti assicuro che è vero solo un quarto di ciò che raccontiamo. Ti lasciamo li in sospeso e dosiamo le attenzioni per farti desiderare la nostra presenza. Ti facciamo credere che oltre a te ce ne sono altre cento che ci vogliono.
Ma cerca di capire, lo facciamo solo perché vogliamo sentirci forti, grandi, sicuri e desiderati. Insomma vogliamo farci credere quello che non siamo.
E tu così Ti senti in obbligo a darci il meglio, per essere considerata.
Perdonaci, ma non sappiamo nemmeno di valere qualcosa, ed allora cerchiamo le tue gratificazioni.
Ed allora ti diamo un contentino, un pezzetto del nostro tempo. Ma come fosse un favore, eh...non chiedere di più.
Finché arriva il giorno che tu ti stanchi e non ci vuoi più. Ti guardi intorno convinta che non possono essere tutti cosi gli uomini, che deve esserci per forza qualcuno che sia degno di essere chiamato Uomo.
Ed allora, quando proprio non ci speravi più , lo trovi.
Trovi un Uomo che ti parla guardandoti negli occhi, come sto facendo io. Che ti sorride e ti mette a tuo agio, ti apprezza, ti ascolta e non ti sminuisce lasciandoti in un angolo ad aspettare il tuo turno.
Trovi qualcuno a cui è stato insegnato cosa voglia dire il rispetto, la considerazione e la lealtà.
La bellezza di guardare due occhi per volta senza confondersi con altri occhi tutti uguali.
La bellezza di sentire che sei desiderato da una Donna che ti vuole ma vuole solo te.
Perché sei Tu, perché non hai una collezione di conquiste, ma la capacità straordinaria di saper conquistare una Donna per quello che sei dentro, perché non hai la capacità di dormire in troppi letti.
Ed è questo che ti fa grande, che ti fa unico.
Che ti fa Uomo per davvero.
So Che sei disillusa, ma credimi, guardami negli occhi .
Ci sono ancora Uomini veri.
Ma anche loro sono in cerca di Donne vere.”
- Paola Delton
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È illegale, tenere coperta dai vestiti una bellezza del genere. Una donna così è la quintessenza dell'attrazione femminile.
Lei dovrebbe stare sempre solo nuda. Licenza speciale. Bisogna che il mondo sappia che lei esiste. E che ci sono in giro, da custodire come tesori, delle donne così belle e affascinanti.
Aliantis
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L'innocente
Era l'espressione del viso di lei che mi faceva impazzire. Potevi chiaramente scorgere un'assoluta, altera e acerba giovinezza. E poi ombre di sfida, bellezza pura ed erotismo. Racchiusi in uno sguardo spudorato, solo apparentemente senza alcuna malizia. Solo io sapevo quello che erano capaci di combinare sul mio corpo quelle labbra.
Soltanto io avevo avuto il privilegio di sentirmi sussurrare all’orecchio richieste assolutamente sconvenienti e oscene: “dominami, fammi godere, voglio di più, dammene ancora, lascia che ti faccia provare il paradiso.” Solo io avevo avuto il privilegio di godere dei suoi seni appena accennati, freschissimi, delle sue bellissime natiche e del tesoro dolce che proteggevano. Che adoravo e che mi accoglieva grato, elastico e avido.
Approfittavo largamente di quelle sue doti, per la soddisfazione dei sensi di entrambi. Non mi era infatti consentito violare la virtù vaginale di quell'angelo: lei voleva arrivare illibata all'altare. E io la rispettavo. Dopo gli incontri si rivestiva, usciva da casa mia e tornava la brava ragazza che tutti conoscevano. Studentessa modello dell'ultimo anno di liceo e promessa sposa ancora vergine del brillante - giovanissimo anche lui - futuro erede delle fortune di una delle famiglie più facoltose e note in città.
Innamorato cotto al punto di volerla sposare subito dopo il diploma. Lo capivo benissimo. Nessuno sospettò mai di nulla. Io, trentacinquenne travet con un lavoro modesto, non avrei mai potuto darle nulla di quello che avrebbe avuto da quella famiglia e che meritava. Lo sposò l'anno dopo, come da copione. Ma il pomeriggio del venerdì prima del sacro rito mi fece passare due ore da sogno. Ripassammo tutto il repertorio.
Quando finimmo, mi diede un lunghissimo bacio d’addio e pianse. A dirotto. Titubava, aveva dei ripensamenti. Tardivi, ormai. Per troncare tutto e spingerla verso il futuro benessere, fui sarcastico, addirittura cattivo. La trattai da puttanella egoista e viziata, un'opportunista in cerca soltanto del sesso con un uomo maturo, altro che amore. Capivo che dovevo farlo. E lei mi guardò per la prima volta con occhi carichi d’odio. Solo allora capii che l’amavo da morire. Adesso sono passati più di quindici anni. Possibilmente è ancora più bella.
È calda e sensuale. Il potere di attrazione di una donna nella piena maturità è più sottile e pervasivo di quello della gioventù. Lei, consciamente o no, entra nel tuo cervello non appena la vedi. Nei sensi il desiderio di lei ti arriva subito dopo, in automatico. E io la osservavo tutti i giorni. Non se n'è mai accorta. Era il mio hobby, osservare la sua evoluzione nel tempo. Universitaria sposata dapprima, madre amorevole poi. Grazia pura. Amore mio nascosto e sofferto.
Ha saputo da poco che lui la tradisce. L’unico a cui avrebbe potuto confessarlo, per trovare un po’ di consolazione e calore, ero io. E infatti me l'ha scritto. Nessuno scrive più lettere, ormai: lei si. Ho aperto la busta. Dapprima ho baciato il foglio e subito dopo ho letto le sue parole. Col tempo e l’esperienza lei ha capito che avevo sacrificato il mio grande amore per lei allo scopo di spingerla verso una vita agiata. Ed era grata, ma allo stesso tempo me ne faceva gran colpa. Aggiungeva il suo numero di telefono.
Ci siamo sentiti. Il mio cuore era pazzo di gioia. Oggi pomeriggio ci vedremo. Prima volta dopo tantissimo tempo. Eoni. Lui è fuori città per lavoro. Lei invece è assolutamente sicura che stasera la passerà con l’altra. Chissenefrega, di lui. Non so cosa succederà, tra noi. Ma lo so benissimo, invece. Ho l'anima in subbuglio. Pulisco il mio piccolo appartamento da scapolo come non ho mai fatto prima in vita mia. Il vino bianco è in frigo e ho comperato il gelato che le piaceva.
I gusti fondamentali raramente cambiano. Almeno lo spero. Si torna sempre con la mente e inevitabilmente dalle persone con cui stavamo bene, o ripercorriamo le situazioni in cui eravamo felici. A volte portiamo appresso anche il corpo. Come lei oggi. Oddio, non ragiono più: la amo. Più di prima. Questa è l’unica cosa che so. E ormai è l’unica che conta, per me. Vieni, amore mio: qui troverai un cuore che batte da sempre solo per te. Pochi mezzi economici, ma tanto calore. Per tutto il resto poi vedremo insieme…
RDA
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Esiste poi la bellezza e il suo carico, quel peso che fa di una donna bella, una creatura bellissima …
Jeanne Moreau
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Una donna da il meglio di sé, in termini di bellezza, dopo i 30 anni.
Un uomo, incomincia a diventare "carino" dopo i 500mila euro.
La barba, i capelli, il fisico contano come il 2 di coppe.
Se Sangiuliano faceva l'operaio la Boccia rideva meno, non gli faceva fare nessun giro in giostra e nemmeno lo registrava.
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Amo questa foto.
Amo quella leggera luce soffusa e diafana.
Amo quei tetti innevati che si intravedono oltre i vetri delle finestre.
Amo quella donna annegata in un mazzo di fiori.
Amo quel profumo rosa ed impolverato.
Amo quella solitudine.
Amo quel gesto così banale e incantato nella sua meraviglia.
Amo la poesia raccontata.
Alcune foto sono un racconto esclusivo, non pubblico, non generico ma un racconto che nasce fra una persona ed una persona.
Amo affondare in tanta bellezza..
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“A Woman” by Фросина Тасевска: una poesia che celebra la bellezza e il mistero femminile
Un viaggio poetico tra immagini evocative e simbolismo
Un viaggio poetico tra immagini evocative e simbolismo “A Woman” è una poesia carica di immagini suggestive e potenti metafore, che esplora la natura affascinante, complessa e talvolta inafferrabile della donna. La poesia dipinge la figura femminile come un’entità luminosa, misteriosa, capace di ispirare bellezza e dolcezza nel mondo. Attraverso una serie di immagini simboliche, l’autore esprime…
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Ci sono state raccontate due grandi falsità su Cleopatra: innanzitutto, non era affatto una bellezza convenzionale; in secondo luogo, non era neanche egiziana. Gli storici hanno cercato di spiegare come una donna sia riuscita a sottomettere gli uomini più potenti del suo tempo, ma i documenti storici testimoniano che Cleopatra non era semplicemente una seduttrice, bensì una donna di intelligenza straordinaria.
Plutarco scrive di lei che era incredibilmente affascinante, anche se non bella nel senso classico del termine. Racconta che fosse impossibile dimenticarla. Cleopatra aveva una voce così melodiosa e magnetica da incantare chiunque le parlasse.
Era una donna dotata di un’intelligenza eccezionale.
Cleopatra era profondamente istruita e padroneggiava diverse discipline, tra cui matematica, astronomia, oratoria e filosofia. Fu la prima e unica sovrana della dinastia tolemaica ad abbracciare la religione e la cultura egiziane. Nessuno dei suoi predecessori aveva mai mostrato interesse per le tradizioni del popolo che governavano: tutti veneravano esclusivamente gli dèi greci.
Inoltre, Cleopatra era una poliglotta straordinaria: parlava almeno nove lingue. Fu la prima tra i Tolomei a imparare l’egiziano, una lingua che nessuno prima di lei si era mai preoccupato di studiare, nonostante governassero l’Egitto. Tra le altre lingue che conosceva c’erano l’ebraico, l’etiopico, l’arabo, il persiano e il latino.
Cleopatra ebbe quattro figli: il primogenito, Tolomeo XV Cesarione, probabilmente nato da Giulio Cesare, e tre avuti da Marco Antonio. I gemelli, figli di Antonio, portavano nomi che in traduzione significano "Sole" e "Luna".
Dopo la morte di Cleopatra, Cesarione fu giustiziato da Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare. Gli altri figli furono portati a Roma per essere allevati. Si sa che la figlia si sposò con un re della Mauretania, ma il destino degli altri figli rimane avvolto nel mistero.
Cleopatra e Marco Antonio morirono insieme. Avevano deciso che, in caso di sconfitta, si sarebbero suicidati. Antonio si tolse la vita con la spada, mentre si crede che Cleopatra abbia usato il veleno di un serpente.
La regina, rinchiusa in una stanza con le sue ancelle, fu minacciata da Ottaviano: se si fosse suicidata, avrebbe colpito i suoi figli. Nonostante ciò, Cleopatra decise di togliersi la vita. Secondo i romani, un servo le avrebbe portato un serpente nascosto in un cesto di fichi, ma molti storici ritengono più probabile che Cleopatra avesse nascosto del veleno in una forcina cava tra i capelli.
Prima di morire, Cleopatra scrisse una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto a Marco Antonio. La sua morte fece infuriare Ottaviano, poiché lo privò del trionfo di esibire la regina sconfitta.
Ad oggi, la posizione esatta della tomba di Marco Antonio e Cleopatra rimane sconosciuta. Esistono solo ipotesi e supposizioni.
Così si concluse la vita di Cleopatra, un’incredibile sovrana, ultima regina d’Egitto e ultima rappresentante della dinastia tolemaica. Con la sua morte, l’Egitto perse la propria indipendenza e divenne una provincia dell’Impero Romano. La caduta di Cleopatra segnò la fine della grande civiltà egizia.
Informatevi meglio, prima di scrivere cazzate, mondo di Tumblr.
Notte ✨✨✨
(Angela P.)
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Rachel McLish: First Ms. Olympia 💪💪💪
(Image via: reddit.com)
Rachel McLish: Ms. Olympia
🏆 1980 IFBB Ms. Olympia – 1ª classificata
🥈1981 IFBB Ms. Olympia – 2ª classificata
🏆 1982 IFBB Ms. Olympia – 1ª classificata
🥈1984 IFBB Ms. Olympia – 2ª classificata
Rachel McLish bodybuilder
Rachel McLish si appassionò al bodybuilding femminile spinta dal successo riscosso da Lisa Lyon.
Il definitivo ingresso nel mondo del culturismo fu essenzialmente motivato dalla convinzione che questa disciplina le avrebbe potuto fornire una piattaforma per pubblicizzare sia la propria attività che il fitness tra le donne.
La McLish rivestì un ruolo fondamentale nella crescita del culturismo femminile negli anni ottanta del XX secolo.
Il suo anno d'oro fu il 1980, quando vinse i campionati la prima edizione del concorso di Ms. Olympia.
Grazie a tale vittoria apparve nelle copertine delle più note riviste di culturismo più di ogni altra donna, per i successivi cinque anni, oltre a guadagnarsi importanti sponsorizzazioni.
La bellezza e il carattere molto competitivo, infatti, ne fecero subito una stella del bodybuilding femminile, catapultando su di lei l'attenzione dei media locali.
Nel 1981 perse il titolo di Ms. Olympia a favore della finlandese Kike Elomaa, anche per via di un fisico meno definito rispetto all'anno precedente.
Presentatasi anche nell'edizione del 1982, alla terza partecipazione si riconquistò il titolo.
Tornò per un'ultima volta a Ms. Olympia 1984, con lo scopo di diventare tre volte campionessa, ma fu detronizzata dalla più massiccia e giovane Cory Everson al culmine di una discussa gara.
Al termine della contesa alcune sue rivali criticarono apertamente il suo 2º posto, convinte che non meritasse il piazzamento ottenuto per via di «un fisico troppo magro».
Lo stravolgimento dei parametri di giudizio dei giudici, ora inclini a favorire fisici più voluminosi rispetto alle figure snelle e toniche da lei promosse, la portarono ad annunciare il ritiro nel 1984, all'età di 29 anni.
Nella seppur breve ma importante carriera, durata quattro anni, giunse sempre a podio.
Fonte: Wikipedia
#rachel mclish#health and fitness#fitnessmodel#fitnessgirl#fitness motivation#fitness#fitblr#ms olympia#female bodybuilding#bodybuilder#bodybuilding
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Elogio della donna di classe
di Francesco Lamendola
La donna di classe…
È una Signora con la "s" maiuscola; una donna che, qualunque cosa faccia (o non faccia) e dica (o non dica), rimane sempre al di sopra di se stessa.
Non si dà mai interamente: nel senso che non si svende, non si regala alle mode più facili, ma conserva sempre una parte di mistero, ossia di fascino.
Sì, perché il mistero è affascinante: è il non detto, il suggerito, l’implicito; è il riserbo, la discrezione, il pudore; è l’intimità che non si mette mai in piazza, che rimane fedele a un proprio codice di onore e di riservatezza.
È la femminilità che mantiene il rispetto di sé, che si veste di sobrietà e di senso della misura, perché consapevole che lo strafare non è mai veramente femminile e che l’esibire, l’ostentare, il gridare e il dimenarsi, si addicono alle donne da poco.
Donne di classe si nasce e non si diventa; e lo si è a qualunque classe sociale si appartenga. Una donna del popolo, a determinate condizioni, può avere più classe di una gran dama o di una ricca borghese. Non è questione di soldi e nemmeno di lignaggio. O si è signori nell’anima, o non lo si è; e questo vale per le donne, così come per gli uomini.
La donna di classe non teme le rughe e accetta di invecchiare. Sa di valere, anche se la modestia fa parte del suo abito mentale; perciò non tenta disperatamente di inseguire i perduti vent’anni, ma asseconda con grazia e intelligenza le diverse stagioni della vita, conscia del fatto che il fascino è qualcosa di molto più sottile e di molto più prezioso della bellezza che proviene dalla sola giovinezza.
Non si può essere giovani per sempre e non si deve cadere nel ridicolo di atteggiarsi a ventenni, quando si hanno sessant’anni; ma si può essere sempre raffinate, affascinanti, intriganti, purché si abbia classe.
Quando si ha classe, l’età diventa un elemento secondario o, addirittura, un ulteriore fattore di fascino; perfino le rughe, portate con dignità e naturalezza, possono accrescere il fascino, non diminuirlo.
La donna di classe sa che uno spacco vale più di cento minigonne e sa che uno sguardo può lasciare il segno più di cento perle sull’ombelico, esibito coi pantaloni a vita bassa; sa che alludere è più raffinato che strillare, come sa che sussurrare è molto più sensuale che dire.
La donna di classe si muove con garbo, parla di cose interessanti, e nello sguardo le brilla una luce particolare: perché ama la vita, ma la ama con sensibilità e intelligenza, non con avidità e prepotenza…
- Francesco Lamendola
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Il femminile sacro è il portatore della Verità. La Verità per trovare strada può anche esercitare forza, sdegno, caparbietà, disgregazione di regole, contesti e relazioni.
Purtroppo queste attivazioni sono il più delle volte incarnate in distorsioni e corruzione, perciò quasi mai apportano purezza e sono finalizzate all'espressione del vero.
Le donne che gridano ai quattro venti la loro autorità comportandosi con meschinità, manipolazione, strafottenza, ricatti, menzogne, vendetta e furia, sono tutte manifestazioni della stessa distorsione. Sono portatrici di un ego distorto e spesso malato, ovvero irrecuperabile dal punto di vista del programma sacro. Sono tali perché scambiano il potere malato col valore, a prescindere e solo per i propri comodi.
Queste donne sono in parte il prodotto degli uomini (distorti) e in altra il frutto del femminismo altrettanto distorto.
Chi cerca di rapportarsi a loro deve abbassarsi e "obbedire", altrimenti viene scartato, usato o deriso.
É una forza potentissima che si abbatte solo con l'indifferenza e l'assenza di riconoscimento. Salvo i casi in cui è la donna a volere uscire dalla sua convinzione (situazioni molto rare).
Per abbattimento non intendo forme di violenza, né fisica, né verbale. Bensì l'azione del distacco, ovvero l'allontanamento da quel tipo di attività che in nessun modo ha rispetto del prossimo e pratica superiorità subdola, vanità per bellezza e falso valore personale.
Questo come sempre vale anche nelle piccole cose, perché di certo se nessuno nutre l'ego di una distorta, dal più stupido video su TikTok al suo più grande messaggio globale, la distorta deve vedersela con la realtà, e a quel punto:
o ridimensiona e corregge sé stessa osservando l'immondizia che vomita nel mondo
o si auto annienta e scompare.
Ci sono tante donne ormai totalmente fuorviate da un senso del potere fasullo ed esasperato, purtroppo moltissime insegnano anche "tecniche" varie. Hanno canali seguitissimi, ringraziamenti da chi prendendole come esempio diventa una copia anche peggiore.
Purtroppo in una società priva di discernimento il distacco è un atto difficilissimo e non capito, proprio perché la maggioranza di chi pensa di essere perlomeno razionale, in realtà non sceglie quasi mai per logica, ma per simpatia, amplificazione di paure, diniego di ferite e scorciatoie.
In poche parole per emotività infantile e mal gestita.
(questo è un post sulla responsabilità femminile, chi vuole rispondere incolpando gli uomini significa che cerca giustificazioni e ha mal capito il testo).
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#schiavi#ego#illusioni#violenza#donne#distorsioni#disfunzioni#mondo marcio#rincoglioniti#discernimento#lavoro su di sè#distacco#allontanamento#osservazione#consapevolezza#tik tok#femminile#maschile#matrix
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La bellezza non ha bisogno di alcun aggettivo. Perché semmai è "pura", "evidente" e perciò non c'è bisogno di specificarlo. È anche vero che tutto passa, quindi anche la bellezza. Ma nel frattempo, beato chi gode per anni di un essere speciale così. Potere, ori, ricchezze... Lascia stare: una donna come questa innamorata di te è il massimo che puoi ottenere, dalla vita.
Aliantis
(Nelle foto: Stefania Ferrario)
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Sottomessa
Ti proteggo da chiunque osasse toccarti. Sono geloso della tua bellezza e dell'enorme ed evidente fascino che eserciti sugli uomini. Ti do ordini e indicazioni precise su come vestirti, come comportarti e che devi eseguire alla lettera. Seleziono per te le persone che puoi vedere. Pochissime, per la verità.
Ti faccio indossare il collare: a volte anche in pubblico. Perché tutti sappiano che sei la mia schiava. Mia, solo mia. Perché nella tua mente devi sentirti pervasa da una continua sensazione di devozione, mio possesso, tua obbedienza e timore; ma devi sapere che sei da me protetta e amata alla follia. E che sarà sempre così.
Ti osservo di continuo, ti contemplo: sei bellissima. Sei il mio unico hobby e la mia sola fissazione. Adoro gli oggetti che tocchi, annuso il cuscino su cui dormi e sono geloso delle lenzuola che ti avvolgono la notte. Però poi ti ricopro di regali e pregiata, costosissima biancheria intima. Lo faccio per te, ma soprattutto per me, per il mio assoluto, privato piacere.
Devi essere sempre lavata, truccata, profumata, pulita, vestita in modo sensuale per me e soprattutto sai di dover essere sempre a disposizione per quando ti voglio. Perché tu non mi basti mai. Adoro il tuo seno, il tuo culo e la tua fica. Di notte sogno i lavori della tua stupenda bocca e godo moltissimo per come sai usarla sul mio corpo tutto.
Il timore iniziale che ti pervade il corpo e tende il tuo viso quando ti avvicino, lascia immediatamente il posto a un largo sorriso non appena senti il mio uccello che cerca il tuo culo o la tua fica per infilarvisi. Gemi. Lo desideri. Nella tua mente non c’è spazio per altro. E nella mia non c'è desiderio per altra donna che non sia tu.
Godi delle mie forti spinte dentro di te. E ti bacio, ti lecco ovunque. Tu, cara, sei il pasto e la pace della mia anima. Mi devi obbedienza cieca e fiducia totale. Perché io ti adoro: come posso fartelo capire altrimenti, se non facendoti raggiungere le più alte vette del piacere, seppur misto a dolore e umiliazione?
RDA
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Mio padre mi diceva che
per far felice una donna non ci vuole molto,
ma ci vuole molto.
Cioè, si spiegava meglio,
non ci vuole molto impegno,
ma ci vuole molta passione.
Non ci vogliono molti soldi,
ma ci vuole molta creatività.
Per vedere se
la donna che hai accanto sta bene,
tu portala a passeggiare, mi diceva.
Portala nei vicoli della città,
portala a guardare le cose piccole,
come le vecchiette che
annaffiano dai balconi.
Che poi le passeggiate aiutano pure
ad innamorarsi di più, mi diceva.
Perché quando si cammina
i pensieri stupidi scorrono via,
e rimane solo il presente,
la bellezza del giorno, voi due.
Poi, portala a fare un aperitivo, mi diceva;
quella sarà la prova del nove.
Fate un bell'aperitivo insieme,
riposatevi dalla passeggiata,
bevete e mangiate, ridete,
diamine falla ridere.
E se dopo l'aperitivo ti dice:
io ho ancora fame, andiamo a cena ?
Allora significa che quella persona
sta davvero bene con te.
E felice, mi diceva.
Perché una donna quando sta bene
ha sempre fame.
Gio evan
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Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
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