#giardino fiorito
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“A Woman” by Фросина Тасевска: una poesia che celebra la bellezza e il mistero femminile
Un viaggio poetico tra immagini evocative e simbolismo
Un viaggio poetico tra immagini evocative e simbolismo “A Woman” è una poesia carica di immagini suggestive e potenti metafore, che esplora la natura affascinante, complessa e talvolta inafferrabile della donna. La poesia dipinge la figura femminile come un’entità luminosa, misteriosa, capace di ispirare bellezza e dolcezza nel mondo. Attraverso una serie di immagini simboliche, l’autore esprime…
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Se hai un giardino fiorito dentro di te,
si vede anche se stai in silenzio.
Coltiva il tuo cuore.
- Stephen Litteword
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Un legame...
... va oltre il tempo e lo spazio, si perfeziona nel viversi il momento dopo essere stato incubato nell'anima da sempre. È una danza karmica che si intreccia e si scontra per far emergere la vera essenza di ciò che sei. È risveglio, è trasformazione. Non è una passeggiata in un giardino fiorito, ma piuttosto un sentiero tortuoso, costellato di sfide, dolore e soprattutto crescita. Ogni passo che farai ti porterà a guardarti dentro, a esplorare le tue paure più profonde, a guarire le ferite che hai portato con te per vite intere. Imparerai che la tua anima è un organo, la pelle della tua parte più oscura e che ha un senso in più. Imparerai che solo i veri legami legano perché marchiano, lasciano un impronta della personalità altrui, fusa inscindibilmente nella tua. I legami veri tappano gli orecchi della razionalità, sono trampolini di lancio verso abissi luminosi, stampelle di spensieratezza, sono recinti a due anime, intersezioni di vita vera con le connesse difficoltà. In un legame non trovi una ricetta per l'amore perfetto, né promesse di felicità immediata, ma trovi una guida, un filo invisibile che ti condurrà attraverso il mistero dell'anima altrui sentendoti come immersa in una nuova pelle, camminando tra mondi diversi mentre attraversi soglie che non pensavi esistessero.
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BLACKLOTUS letto e modificato
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Regaliamoci i colori...fuori e dentro, sarà un giardino fiorito, petali colorati e pensieri positivi... Buongiorno Vita❤️
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Ho imparato a rispettare i miei deserti,
senza voler essere per forza,
e sempre,
un giardino fiorito.
Emanuele Pacifici
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Nella luce di questo lussureggiante giorno di primavera, canta, poeta, di chi passa oltre e non si ferma, di chi ride correndo via, senza guardare indietro… Non sedere in silenzio, a recitare la litania delle tue lacrime e dei tuoi sorrisi passati, non fermarti a raccattare i petali dispersi nell’ultima notte, non andare in cerca delle cose che ti sfuggono, per conoscere significati oscuri, entra nel giardino della tua vita, nel sentiero fiorito dei tuoi giorni dove la musica può nascere dalla loro profondità.
.🦋.
❖ R. Tagore
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Ho imparato a rispettare i miei deserti, senza voler essere per forza, e sempre, un giardino fiorito.
Emanuela Pacifici
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Top 'Giardino fiorito' 🌸🌼🌷🪻🌼🌸
Filato fettuccia Merengue della @lainesdunord
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Distrarmi per vivere
Ci vorrebbe un'altra vita un'altra me, un'altra dimensione dove riuscire ad essere distratta, dove è normale, salutare, armonioso, liberare il proprio pensiero, la propria mente oltre il tangibile il materiale il socialmente giusto.
Distrarmi, ecco dovrei distrarmi per vivere.
Lottare contro un’idea patologica, un senso di responsabilità eccessivo, l'ansia radicata in profondità, può sembrare difficile, ma non deve essere certo un’impresa impossibile.
La distrazione personalmente vissuta come qualcosa di negativo.
Ma la distrazione non è soltanto un difetto.
In molte circostanze la capacità di distrarsi può rivelarsi di grande utilità. Per allentare una forte tensione o un pensiero disturbante non c’è niente di meglio che rivolgere altrove la propria concentrazione.
Non importa dove, se in un libro, nell'orizzonte o negli occhi di uno sguardo, nelle parole di un amico, nel profumo di un fiore o semplicemente nel silenzio .
Distrarsi per vivere, un'occasione per trasformare una giornata qualunque in un giardino fiorito🌷
Adeline Ady
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William Stephen Coleman (English, 1829-1904) Giovane fanciulla in un giardino fiorito, 1879
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Il blog è diventato tutta una questione di immagini perché non ho più l’energia di mettermi lì a pensare cosa scrivere. A maggio ho fatto 10 anni su questa piattaforma, a quel tempo invocavo che Manuela provasse la mia di anima e in cambio mi desse parole per ridimensionare il bianco della pagina. Per un po’ ci riuscì, ma poi realizzai che quella tristezza post-adolescenziale non ha nulla di attrattivo. Posso essere scrittore anche senza scrivere, no? Ora che sei madre, spero tu abbia letto L’avversario, non dico Viaggio al termine della notte, ma almeno avrai qualcosa da insegnare a tua figlia (auguro a Carrère di rimanere vivo abbastanza per scrivere un romanzo su Dominique P. perché anche quello sarebbe scritto per ognuno di noi, per me, per te, nonostante io non abbia più un indirizzo a cui spedirlo). Del resto, come Aleksej, tu volevi soltanto essere felice, e avresti fatto di tutto per ottenere quella felicità. L’hai fatto. Io, invece, dovevo ancora realizzare che una goccia sommata a un’altra goccia non fanno due gocce, ma una goccia più grande. Così sparii per anni dal mondo, non avevo abbastanza forza per vivere, ci tornai con la sensibilità e l’empatia a brandelli. Rimango sempre stupito di come i miei colleghi, a contatto come me quotidianamente con persone, non sappiano in realtà minimamente capirle, entrare dentro la loro testa. Se potessi avere Henry Miller come collega, non ci sarebbe neanche bisogno di scrivere, lo farebbe lui al posto mio. Non importa. Mi è sufficiente la luce delle 18:00 che filtra dalla finestra; un divano bianco; un pavimento in legno; un giardino fiorito. Desideri e bisogni ritorneranno sempre più semplici. I nostri figli giocheranno insieme, potranno essere ciò che noi non siamo mai stati: fratello e sorella. Eppure, se ricordi, l’avevo tanto desiderato sulla panchina di quella stazione. Al test per l’assunzione uscì: sensibilità interpersonale 92/100.
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“Non è detto che sia enorme , o propriamente tuo: il tuo giardino segreto è semplicemente il luogo in cui ti senti in contatto con la natura. Può essere il giardino condominiale, o il bosco appena fuori dalla tua città, il parco dove passeggi, il tuo balcone fiorito di pomodori, fragole e menta. E’ segreto perché la relazione che stabilisci con la natura, quella sì, è solo tua: è il tuo percorso individuale, l’ascolto, l’entrata in un mondo altro e vicino, nascosto da rose e edera. Annusa l’aria, senti con i piedi la terra appena bagnata. Eccolo, il tuo giardino: il luogo in cui i tuoi sensi si risvegliano, e tu torni a essere una persona selvaggia.” Cecilia Lattari by Euphemia Stokefield art ************************** “It doesn't have to be huge, or even yours: your secret garden is simply the place where you feel in contact with nature. It could be the condominium garden, or the forest just outside your city, the park where you walk, your balcony blooming with tomatoes, strawberries and mint. It is secret because the relationship you establish with nature is, yes, yours alone: it is your individual path, listening, the entrance into another, nearby world, hidden by roses and ivy. Smell the air, feel the freshly wet earth with your feet. Here it is, your garden: the place where your senses awaken, and you become a wild person again.” Cecilia Lattari by Euphemia Stokefield art
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Tra Natura e Professione, viaggio attraverso collaborazioni ed ecosistemi..
Sono un'appassionata della natura, un'eterna esploratrice di boschi, monti e sentieri, ma la mia vita va ben oltre le meraviglie del mondo naturale.
Mi occupo di diverse attività, interagendo regolarmente con professionisti di vari settori, da creativi a ingegneri, da esperti di marketing a tecnici.
Ogni volta che mi confronto con queste menti brillanti, non posso fare a meno di vivere ogni interazione attraverso la lente della natura.
Per me, ogni discussione è come un'escursione in un ecosistema unico: ci sono dinamiche da osservare, relazioni da esplorare e, perché no, un po’ di ironia da cogliere.
Le strategie aziendali si intrecciano con i cicli delle stagioni, e le collaborazioni professionali richiamano alla mente le simbiosi tra piante e animali.
In questo modo, riesco a portare la mia passione per la natura anche nel mondo del lavoro, trasformando ogni incontro in un'opportunità di riflessione e scoperta.
E allora mi chiedo:
In un mondo dove le interazioni sociali sembrano sempre più informali, ci sono ancora quei rari angoli in cui il “lei” regna sovrano, come una maestosa quercia nel bel mezzo di un campo di margherite.
Ma perché, ci chiediamo, questa necessità di dare del “lei”?
Forse perché, come una farfalla che si posiziona delicatamente su un fiore, c'è il desiderio di rispettare la delicatezza delle relazioni umane?
Immaginate di trovarvi in un ufficio, circondati da colleghi che si scambiano battute amichevoli e si danno del tu.
A un certo punto, entra il nuovo manager. Con il suo portamento regale e il suo sguardo che ricorda un gufo saggio, si avvicina e, con un tono grave, inizia a dare del “lei” a tutti. Ecco... in un attimo, l'atmosfera cambia: si passa da un picnic spensierato a una riunione di giurisdizione tra pinguini in un iceberg.
La verità è che il “lei” ha un suo fascino, come un cactus fiorito nel deserto.
Esprime una certa distanza, una sorta di rispetto, come se stessimo dicendo “sì, siamo in un ambiente professionale, ma voglio che tu sappia che ti considero una creatura dignitosa, non un semplice criceto nel mio ingranaggio aziendale”.
È un po’ come se volessimo proteggere il nostro spazio personale, come fa un riccio quando si rannicchia per difendersi.
In natura, ci sono animali che si avvicinano con cautela per non disturbare l’ecosistema. Pensate agli elefanti: non si avvicinano mai a un altro animale senza prima stabilire una sorta di protocollo.
Ecco, il “lei” è un po’ come il rituale degli elefanti: una forma di rispetto per la gerarchia, per il territorio altrui.
In questo modo, possiamo continuare a coesistere senza fare troppi danni, come se stessimo danzando in un bosco incantato.
Quindi, mentre ci ritroviamo a dare del “lei” a chi ci sta di fronte, ricordiamoci che stiamo solo cercando di mantenere quell’equilibrio delicato che rende le nostre interazioni un po’ più simili a un giardino fiorito, piuttosto che a una giungla caotica.
Magari, in fondo, il “lei” è solo un modo per dirci che, nonostante le apparenze, siamo tutti parte dello stesso ecosistema umano, e un po’ di cortesia non guasta mai...
#ecologia umani natura#osservazione del mondo#natura e professione#ecosistemi umani#riflessioni verdi filosofia ed ecologia
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Mi capitava di ridere senza motivo in classe e la maestra, la signorina Piromallo, s’indispettiva tanto che un giorno mi disse che voleva parlare con “un adulto di casa”.
Disse proprio così, e io le portai nonno che venne col cappello e se lo mise in grembo prima di disporsi all’ascolto di ciò che la maestra aveva da dire.
Lei mi accusò, s’indignò, pretese scuse e pentimento.
Lui annuì con la testa e poi le fece notare che il mandorlo del giardino della scuola era in fiore.
“E cosa c’entra?” chiese la Piromallo.
“Lei non trova strano che nonostante questo aprile piuttosto freddo il mandorlo sia fiorito lo stesso?” Rispose nonno continuando a guardare l’albero in boccio.
“Affatto. È nella natura dell’albero fiorire in primavera e comunque non è così freddo da impedirlo. Siamo nella norma direi.” concluse lei con quella voce stridula che ancora ricordo.
“Bene” disse nonno alzandosi e prendendomi per mano.
“Anche il sorriso di mia nipote fiorisce nonostante il freddo che avverto qui dentro. Com’è giusto che faccia un’anima giovane che impara ad essere felice. Quindi direi che siamo nella norma. I miei ossequi signorina Piromallo”.
Camminammo in silenzio fino a casa, poi sulla porta nonno mi fece promettere di non addormentarmi mai senza aver sorriso almeno dieci volte al giorno.
E io glielo promisi.
Milena Maggio
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Bianca come una Pipa indiana,
Rossa come la Lobelia Purpurea
Favolosa come la Luna a Mezzogiorno
Un'Ora di Febbraio
(Emily Dickinson)
...colorata come un giardino fiorito di calle
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Era il 21 Novembre quando...
...decisi di riempire di terra un vasone 100x40 cm per avere in terrazzo qualcosa che potesse assomigliare il più possibile al giardino che non ho. E siccome nel mio ipotetico giardino ci sarebbe sicuramente un laghetto, ecco che ci ho infilato una vaschetta di plastica e due medaka nati nel mio mini pond. Il fil di ferro è ovviamente una protezione anti-gatto, per evitare che il vascone venga usato come lettiera o che i pesci vengano predati (sì, Luna, sto parlando a te).
Nonostante l'intenzione mai cambiata di lasciar crescere le piante che fossero germogliate spontaneamente, un mese dopo ho deciso di interrare i bulbi di narciso trombone (Narcissus pseudonarcissus) e di Zafferano maggiore (Crocus vernus).
Due mesi dopo era spuntato solo qualche ciuffetto di centocchio (Stellaria media), complice il freddo che aveva anche congelato parte della superficie del micro-laghetto.
A fine Febbraio il centocchio aveva già colonizzato quasi tutto lo spazio ed era fiorito, e qualche bulbo aveva iniziato a spuntare.
Ma era solo il preludio all'esplosione di questa prima metà di Marzo:
I pesciolini vivono tranquilli all'ombra del centocchio, ma l'acqua è un po' torbida. Ho provato ad aggiungere dell'Elodea densa, una pianta acquatica che assorbe nitrati e fosfati e rilascia ossigeno. Spero che inizi a crescere e a fare il suo lavoro.
#giardinaggio#terrazzo#laghetto#medaka#narciso#piante#centocchio#flora#fauna#crocus vernus#narcissus pseudonarcissus#elodea densa#minipond#zafferano maggiore
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