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"Delitti d'Arte" di Christian Monti: un intricato mistero tra bellezza e crimine. Recensione di Alessandria today
Un romanzo giallo che mescola sapientemente investigazione e storia dell’arte.
Un romanzo giallo che mescola sapientemente investigazione e storia dell’arte. Un viaggio tra intrighi e opere d’arte “Delitti d’Arte” è il secondo caso dell’Ispettore Baroni, il protagonista creato da Christian Monti. Questo romanzo giallo si distingue per il suo intreccio avvincente e per l’ambientazione ricca di dettagli che trasportano il lettore tra i segreti e le meraviglie del mondo…
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Rodolfo Siviero il detective dell'arte.
Rodolfo Siviero Solitamente si ricorda un'opera d'arte o il suo creatore, l'artista, ma mai si ricorda chi quell'opera l'ha salvata. Esiste un personaggio di nascita pisana ma naturalizzato a Firenze che ha fatto del recupero di opere d'arte lo scopo della della sua vita. Il Signore in oggetto si chiamava Rodolfo Siviero e la sua base operativa esiste ancora sul Lungarno Serristori ed è possibile visitarla. Questo il link . Siviero è appassionato d'arte sin da giovane e le sue frequentazioni di ambienti artistici e letterari gli permettono di crescere e migliorare la sua competenza in campo artistico, addirittura ha ambizioni poetiche, nel 1936 pubblica una raccolta di poesie "La selva oscura". La sua passione va dall'antico al moderno fino a scoprirsi critico d'arte. In una fase iniziale aderisce al fascismo come molti giovani a quel tempo, ma è sufficiente poco tempo, e soprattutto la consapevolezza di quante opere d'arte vengono trafugate dall'Italia con la scusa di salvarle dai bombardamenti, per diventare un fervido antifascista. Si rende conto che queste opere finiscono nelle collezioni private dei gerarchi nazisti con il placido silenzio del fascismo italiano, tanto che dopo l'8 settembre del 1943 e l'occupazione tedesca in Italia il trasporto delle opere d'arte in Germania diventa un vero e proprio furto legalizzato continuativo. Con base logistica all'interno della palazzina oggi conosciuta come Casa Siviero comincia il suo lavoro da antifascista sia mediante collegamenti con i partigiani sia mediante collegamenti con le truppe dell'intelligence inglesi. Il suo lavoro si svolge soprattutto nel segnalare, per poter essere intercettati, i convogli che trafugano verso la Germania le opere d'arte. Il suo lavoro non passa però inosservato e nell'aprile del 1944 vine catturato, imprigionato e torturato presso Villa Triste di via Bolognese, poi rilasciato grazie ad ufficiali collaboranti con le forze anglo-americane. Questa sua conoscenza dell'arte e la sua attività serrata nel bloccare le "esportazioni" gli valgono, dopo la liberazione, incarichi di prestigio proprio a fronte del problema della restituzione delle opere d'arte trafugate prima e dopo la guerra, tanto da essere incaricato da De Gasperi nel 1953 per concludere un accordo con la Germania per la restituzione di tutte le opere d'arte ritrovate in suolo germanico. Tutti gli anni seguenti sono passati da Siviero come detective per ritrovare i tesori Italiani e riportarli in patria. Arriva a formare un ufficio preposto che con una fitta rete di informatori e la diplomazia riesce a scovare e recuperare innumerevoli pezzi d'arte.
Roberto Siviero Ricordiamo il Discobolo Lancellotti, i capolavori dei musei napoletani portati via dall'Abbazia di Montecassino o ancora le Fatiche di Ercole di Antonio del Pollaiolo conservate ora agli Uffizi e poi ancora Annunciazione del Beato Angelico. Opera sua è il salvataggio dei quadri di De Chirico sottraendoli con stratagemma dalla villa di Fiesole dello stesso De Chirico costretto a scappare per rastrellamenti nazisti. Tutti i dipinti vengono nascosti in un deposito della Soprintendenza. Le sue segnalazione permettono di intercettare e recuperare le opere d'arte trafugate a Firenze dalla Galleria degli Uffizi e dal Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore. Addirittura la Madonna con Bambino del Masaccio riesce a recuperarla due volte, prima nel 1947 e poi nel 1973 dopo il suo furto avvenuto 1971. Negli ultimi anni della sua vita ricopre il ruolo di presidente della Accademia delle Arti del Disegno l'istituzione fiorentina fondata da Vasari e da Cosimo I dei Medici ma non smette mai il suo ruolo di "cercatore" anche se non più supportato dai successivi governi italiani come nei primi anni. Muore nel 1983 lasciando la sua collezione privata e la sua casa alla Regione Toscana perchè rimanga esempio di quanto siano importanti l'arte e la cultura nell'identificazione culturale di un popolo. Oggi è possibile visitare il piano inferiore di Casa Siviero, un viaggio all'interno di un'abitazione privata aperta al pubblico circondati di oggetti e mobili pregiati senza contare i quadri appesi che vanno da De Chirico a Pietro Annigoni.
Jacopo Cioni Read the full article
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Bungo Stray Dogs 1
Il mistery si tinge di soprannaturale in una crime story esplosiva da cui è stato prodotto anche l’acclamato anime omonimo! Un’agenzia di detective ispirati a illustri autori letterari risolve casi ai limiti dell’impossibile usando poteri eccezionali! E non mancheranno di comparire personaggi ispirati a illustri autori occidentali. Preparatevi a stupirvi!
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Libri per l’estate
Non potevamo certo lasciarvi accaldati per l’afa estiva e assetati di libri da gustare in vacanza! Ecco dunque una puntata fresca fresca di questa ormai consolidata rubrica di consigli letterari.
Iniziamo con due classici.
Processi verbali di Federico De Roberto: estremamente interessante l’esperimento di realismo verista di queste novelline (come le chiama l’autore nella sua concisa e lucidissima prefazione), che ricordano il Verga del ciclo dei vinti (folgorante in questo senso Il rosario), con il ricorso ai proverbi popolari (tanto va la secchia al pozzo, finché si rompe; carcere, malattia, necessità, si conosce l’amistà), con squarci di storia (il ’48 a Napoli e la rivolta di Bronte ne I vecchi), ma anche Pirandello e Guy de Maupassant, per non parlare di Lupetto, che sembra addirittura anticipare Raymond Carver. Esilarante e boccaccesco, un autentico gioiellino, il racconto di chiusura Il viaggio a San Vito.
Il denaro di Émile Zola: un’analisi acuta e quanto mai attuale del mondo degli affari e della Borsa. Imperi economici acquisiti e persi in un sol giorno, i re della finanza ossequiati e riveriti, i falliti derisi e respinti. In una sorta di eterno ritorno le azioni umane si riproducono ciclicamente senza lasciare l’insegnamento necessario a evitare il ripetersi degli errori. Così questo affresco della Borsa francese durante il Secondo impero ricorda le recenti bolle finanziarie che hanno causato la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori e il crollo dei mutui fondiari. A manovrare i movimenti di una banca fantasma nata grazie alla complicità di diversi prestanome è il visionario Saccard, a cui il lettore (e con lui diverse figure femminili e un’infinita serie di dipendenti del gioco) si affeziona nonostante tutto e di cui segue le mosse con apprensione e ininterrotta curiosità per quasi 600 pagine che scorrono veloci come un fiume in piena, il fiume del denaro (l’argent del titolo) che passa per le mani di affaristi e speculatori, ma spesso solo in forma virtuale. La cosa più sorprendente è che lo spunto per la trama è tratto da un episodio realmente accaduto: la parabola del banchiere Paul Eugène Bontoux e della banca Union Générale fallita nel 1882. Se il denaro è il tema principale, questo romanzo appartiene pur sempre al ciclo dei Rougon-Macquart ed esplora le tare genetiche che, nella visione deterministica del naturalismo francese, minano la famiglia e ne spiegano i comportamenti. Victor, il figlio perverso e deforme del protagonista, ricorda ‘Coniglio mannaro’, uno degli ultimi discententi dell’indimenticabile famiglia Scacerni de Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. E non poteva mancare neppure il tema dell’antisemimitismo, caro all’autore del J’accuse. Insomma un piatto completo, per gli amanti della buona letteratura.
Non possiamo tralasciare l’ultimo Simenon pubblicato da Adelphi, Il dottor Bergelon: “Qualcosa si era guastato, senza che lui riuscisse a capire cosa”. La verità è che un fatto increscioso, una malaugurata deviazione dalla consueta routine ha avvelenato la pace interiore del protagonista al punto da fargli mettere in discussione l’intera sua esistenza. Affrontare Simenon è sempre come scendere negli abissi più profondi dell’animo umano.
Per chi avesse la fortuna di non aver mai letto Manuel Vázquez Montalbán, sono stati appena ristampati Le terme e Il labirinto greco in cui l’investigatore Pepe Carvalho esprime al meglio le sue doti culinarie e il suo fiuto per le indagini, il tutto in uno stile degno del grande Chandler.
Uno degli autori prediletti di Andrea G. Pinketts, Stuart Kaminsky, professore di storia e critica cinematografica alla Northwestern University di Evanstone, Illinois, farcisce con le proprie competenze letterarie e cinematografiche i suoi gialli hard boiled, per cui Bela Lugosi e William Faulkner diventano clienti del detective privato Toby Peters (“affettuosa parodia dell’investigatore della scuola dei duri”, da Hardboiled blues di Gian Franco Orsi) in due casi che si intrecciano in Never cross a Vampire. Gli amanti del noir potranno cogliere in queste pagine spunti per rivedere vecchi film o scoprirne di nuovi e introvabili. Così anche per Una pallottola per Errol Flynn, Il caso Howard Hughes e Follie di Hollywood, ma nei suoi gialli troviamo molte altre star, come Mae West, Gary Cooper, Clark Gable, Buster Keaton, Judy Garland e Raymond Chandler: pare proprio che il mondo del cinema sia una inesauribile fonte di ispirazione.
Fedele all’idea che uno scrittore dovrebbe trattare di ciò che conosce, nel creare i personaggi Kaminsky non esita a inserire cenni autobiografici, come le radici russe per l’ispettore Rostnikov (Morte di un dissidente: “Le sue armi: una falce, un martello e una bottiglia di vodka”), e la fede ebraica per il poliziotto Abe Lieberman, che opera in una Chicago quanto mai violenta e movimentata (La follia di Lieberman), città d’origine dello scrittore. Infine il detective Lew Fonesca, trasferitosi da Chicago (Midnight Pass) nell’atmosfera assolata e apparentemente pacifica della Florida, specializzato nella ricerca di persone scomparse (Cattive intenzioni, Parole al vento). Notevoli le collaborazioni con il regista Don Siegel per Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo, e con Sergio Leone per i dialoghi di C’era una volta in America. Insomma uno scrittore prolifico (possiamo contare una sessantina di titoli) per amanti del cinema, della letteratura e di uno stile ironico e versatile.
Un altro libro ambientato nella Hollywood degli anni d’oro: Perché corre Sammy?, di Budd Schulberg, Oscar alla migliore sceneggiatura originale per Fronte del porto, sceneggiatore di Il paradiso dei barbari con un esordiente Peter Falk e soggettista di Un volto nella folla di Elia Kazan e di Il colosso d’argilla con Humphrey Bogart.
“Quello che mi faceva infuriare era che Sammy era la persona più scaltra e più ottusa che avessi mai conosciuto. Era dotato di un’intelligenza che era in grado di impiegare unicamente a vantaggio di Sammy Glick. È un tipo di intelligenza che comporta una certa ottusità: una specie di sterminata zona d’ombra con un solo raggio di luce diritto davanti a se stessi”.
Ma chi è Sammy? Un arrivista, un arrampicatore sociale, con meno scrupoli che talento, di un cinismo disarmante, egoista e avido, anche le sue apparenti qualità sono solo difetti astutamente mascherati: “un piccolo fattorino ebreo sempre di corsa che diventa un potente produttore, sacrificando ogni cosa d’umano alla sua assetata ambizione”. Consigliato da Kurt Vonnegut (a sua volta scrittore ammirato da Umberto Eco), che addirittura lo paragona a Francis Scott Fitzgerald, è una lettura scorrevole e moderna che ci lascia agganciati al mistero di questo personaggio odioso e intraprendente fino all’ultima pagina. C’è, naturalmente, molto di autobiografico nelle opere di Schulberg: “Figlio del tycoon della Paramount, e lui stesso, per un certo tempo, prediletto di Hollywood... ma anche comunista inciampato nelle reti del Mccarthismo, spesso e volentieri elesse il mondo di Hollywood quale osservatorio ideale... I disincantati si concentra su come muore, in America, una leggenda. Uno scrittore grande e dimenticato, che ha avuto tutto, ed è stato travolto assieme a un mondo lussureggiante dalla crisi del ’29, si lascia umiliare e consumare nel corpo e nella dignità in un ultimo infimo lavoro da sceneggiatore di filmetti”. In questo caso l’episodio autobiografico si riferisce all’incontro di Schulberg con Scott Fitzgerald, chiamato dagli studios a collaborare alla revisione di una sua sceneggiatura.
Il 22 giugno 2022 potrete assistere alla presentazione del romanzo di Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito, Un cuore al buio: Kafka, che si terrà presso la biblioteca Valvassori Peroni. Il libro racconta la “storia e la vita delle cinque donne che hanno amato Franz Kafka”.
Buone vacanze da tutto lo staff delle biblioteche di Milano!
#federico de roberto#Emile Zola#Riccardo Bacchelli#Georges Simenon#manuel vazquez montalban#pepe carvalho#stuart kaminsky#andrea pincketts#budd schulberg#elia kazan
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I miei k-drama preferiti, seconda parte
Vi ho già suggerito in un post precedente alcuni dei miei kdrama preferiti da guardare, ma visto che ne ho tanti eccovi la seconda parte di quel post con nuovi suggerimenti di drama coreani da gurdare in tv per provare qualcosa di nuovo. Se avete i miei gusti letterari dovrebbero piacere anche a voi, idem se siete romantici. Garantisco.
Genere storico: Mr. Queen
Link dove guardarlo: https://www.viki.com/tv/37480c-mr-queen
Trama: Un famoso chef stellato che lavora nelle cucine della residenza presidenziale sudcoreana, la Blue House, viene incastrato dai nemici che si è fatto , ina parte anche per colpa della sua arroganza e del suo egoismo, e mentre si ritrova a fuggire dalla polizia, cade dal balcone del suo appartamento per sei metri dentro una piscina perdendo conoscenza. Mentre è sull’orlo dell’incoscenza gli sembra di veder nuotare verso di lui una donna in abiti antichi e quando si risveglia si ritrova nel corpo di una giovane regina della Corea del passato, Kim So Yong.Il marito di quest'ultima, re Cheol Jong, è il sovrano regnante, ma lo è solo di nome, perché la regina del defunto re Sunjo, Sun Won, ha sfruttato la sua bonarietà o meglio il fatto che lui discenda da una famiglia sterminata per alto tradimento, e ora governa il regno a suo nome. Lo chef nel corpo di Kim So Yong, tenta in primis di tornare nel futuro nel suo corpo e poi di sopravvivere agli attentati alla sua vita in quella corte infestata da serpi e scopre presto che re Cheol Jong cova dei segreti molto pericolosi...
La mia opinione: dalla trama che ho riassunto sopra non lo direste ma è un drama super divertente, giuro. Un uomo moderno nel corpo di una donna, per di più regina, e con una personalità tutt’altro che blanda, diventa spassosissimo. Le scene da morir dal ridere sono tante, e si intrecciano con anche inrghi politici e scene toccanti. I personaggi secondari sono anch’essi molto ben delineati e tutti hanno un ruolo importante ai fini della trama. Veramente un drama molto bello. Peccato solo per il primo e ultimo episodio che sono un mediocri non vi dico perchè, ma il resto è da 10.
Genere zombie: Happiness
Link dove guardarlo: https://www.viki.com/tv/38039c-happiness
Trama: L'agente Yoon Sae Bom non vede l'ora di trasferirsi in uno dei lussuosi appartamenti del nuovissimo grattacielo appena completato in città. Sae Bom è più che entusiasta di disporre finalmente di un posto dove poter sfuggire comodamente ai rigori del suo lavoro come membro di una delle squadre speciali di polizia della città. Considerato che anche il suo collega e amico di lunga data, il detective Jung Yi Hyun, si trasferirà con lei, Sae Bom è convinta che questa nuova casa le porterà tutta la felicità che desidera. Purtroppo, questa felicità però non durerà a lungo.Quando un nuovo tipo di malattia infettiva comincia lentamente a diffondersi in tutto il paese, nonostante la stretta quarantena a cui viene sottoposto, il virus riesce a penetrare anche il loro condominio. Mentre il mondo intorno a loro fatica a dare un senso a quella che si sta rapidamente trasformando in una vera e propria apocalisse, l'unica possibilità di sopravvivenza per i condomini non infetti si trova unicamente nelle mani di Sae Bom e Yi Hyun entrambi facenti parte le forse dell’ordine.Confusi, isolati e terrorizzati, i condomini non hanno altra scelta che trovare un modo per superare la reciproca sfiducia, in quanto è la loro unica speranza di sopravvivere a questo incubo. Ma come possono riuscirci quando sembra che almeno uno di loro custodisca i segreti che potrebbero salvarli o condannarli tutti?
La mia opinione: non il solito zombie movie perchè non ci sono zombie il virus in questo caso è molto diverso, poi c’è anche la storia d’amore tra i protagonisti, e i due attori principali elevano moltissimo questo drama, non per niente sono imiei attori coreani preferiti.
Genere fantasy: Extraordinary you
Lnik per guardarlo: https://www.viki.com/tv/36728c-extra-ordinary-you
Trama: La liceale Eun Dan Oh, figlia unica di una famiglia facoltosa, soffre di un problema cardiaco congenito. Un giorno inizia a domandarsi perché stia continuando a perdere i propri ricordi. Scopre così di essere il personaggio di un fumetto, e che tra una scena e l’altra può uscire dalla personalità del suo personaggio ed essere se stessa, così decide di cercare di cambiare la sceneggiatura in modo da non morire. Nel frattempo, un personaggio più che secondario, che non ha neppure un nome nel fumetto ma è noto soltanto come il liceale n. 13 della Seuri High School, vive nello sfondo insieme a tutti gli altri personaggi. Questo finché la sua vita non cambia grazie all'incontro con Dan Oh. I due iniziano la loro misteriosa avventura per scoprire il funzionamento del mondo del fumetto, e cercare di riottenere la propria indipendenza.
La mia opinione: bellissimo sia intellettualmente come concetto che come estetica. Trama stupenda, attori bravissimi, vi farà provare ogni tipo di emozione. Super consigliato
Genere paranormal: From now on is show time
Link per guardarlo: https://www.viki.com/tv/38381c-from-now-on-showtime
Trama: Cha Cha Woong è un famoso e un po' sardonico mago illusionista televisivo e da palcoscenico con un gusto per lo spettacolare. I suoi trucchi impressionano il pubblico, ma la maggior parte delle persone non sa che ha una banda di "dipendenti" segreti che lo aiuta! E non sono normali assistenti ma fantasmi. Cha Cha Woong non ha paura degli esseri del regno degli spiriti, li vede fin da piccolo, come tutti i membri maschi della sua famiglia che ha sangue sciamanico nelle vene, perciò li tratta come membri dello staff... e loro, a loro volta, credono che lui sia il loro "capo".Un giorno, il suo cammino si incrocia per caso con quello di Go Seul Hae una giovane e appassionata poliziotta che lui aiuta con i suoi fantasmi a risolvere un caso. Da lì inizierà una strana collaborazione tra di loro e scopriranno di essere legati da un passato comune, poichè la morte del padre di lei è collegata all’attività sciamanica del nonno di lui, infatti avevano lavorato insieme per cercare di fermare un serial killer proveniente dall’aldilà, che Cha Cha Woong e Seul Hae scopriranno provenire da una loro vita passata che loro ancora non ricordano del tutto.
La mia opinione: molto carino, l’idea di fantasmi che lavorano per un mago è divertentissima e il drama è super carino e diverso dal solito.
Genere business: Jugglers
Link per guardarlo: https://www.viki.com/tv/35610c-jugglers
Trama: Mai sentito parlare dei giocolieri? Sono impiegati efficienti, spesso segrertarie, che sono sempre presenti quando i loro capi ne hanno bisogno e possono destreggiarsi tra più compiti contemporaneamentei. Questo drama racconta la vita frenetica delle segretarie e i problemi che incontrano mentre lavorano per un capo ostinato e non cooperativo. Ma è anche molto di più. Infatti è la storia d’amore tra un capo al’apparenza freddo e distaccato, in realtà traumatizzato a causa di due fatti accaduti nella sua infanzia, e della sua segretaria super esuberante, che pur essendo rimasta scottata dal trattamento che ha subito da parte del suo capo precedente, è decisa ad aiutare il suo nuovo capo ad interagire con i suoi sottoposti che lui lo voglia oppure no e magari anche vincere la gara tra i capi indetta dalla loro ditta.
La mia opinione: premesso che io non stravedo per gli office romance, questo è il drama office romance che ad oggi mi è piaciuto di più, l’ho trovato più coerente e divertente di altri, seppur non sia esente da difetti e ho adorato la coppia secondaria, a parte nel finale.
Genere scolastico (università): Semantic error
Link per guardarlo: https://www.viki.com/tv/38375c-semantic-error
Trama: Chu Sang Woo è uno studente universatario al terzo anno della facoltà d’informatica che privilegia la razionalità, le regole e un rigido senso di ciò che è giusto sopra ogni cosa. Come parte del suo corso gli viene chiesto di lavorare a un progetto di gruppo sulle arti umanistiche, in base al quale il gruppo deve fare una presentazione finale per poter passare il corso. Ma poiché il resto del gruppo non si presenta mai agli incontri e Sang Woo fa tutto il lavoro da solo, decide di rimuovere i loro nomi dalla presentazione e denunciare il loro comportamento. Ma non sapeva che, facendo questo, avrebbe inferto un duro colpo alle prospettive accademiche di uno studente d’arte dell'ultimo anno, Jang Jae Young. Lo studente di design è l'opposto di Chu Sang Woo. È elegante, amante del divertimento, impulsivo e, soprattutto, straordinariamente popolare. È la cosa più vicina ad una superstar che il campus abbia! Ma quando gli viene tolto il credito per il progetto di arti umanistiche, i suoi grandi piani di studiare all'estero vengono improvvisamente buttati all'aria, poichè la sua laurea viene posposta di un anno. Deciso a vendicarsi di Chu Sang Woo, lo cerca e inizia a tormentarlo in modo piuttosto infantile, seguendolo ovunque, finchè si rende conto che gli piace passare del tempo con lui, e stuzzicarlo, e decide di auitarlo a uscire dal suo guscio. Ma non aveva messo in conto la strana attrazione che inizia a svilupparsi tra loro quando seppelliscono l’ascia di guerra, e mentre lui non varebbe problemi ad esplorarla, Chu Sang Woo è deciso invece a scappare il più lontano possibile...
La mia opinione: molto carino e breve veramente un gioiellino di drama. Le similitudini tra il robotico San Woo e Sheldon Cooper di Big bang theory si sprecano ed è bello vedere un personaggio del genere innamorarsi per la prima volta.
E in questo post voglio anche due Film corani di circa due orette di durata, anche meno, se avete voglia di qualcosa di più breve che non un drama di 16 puntate:
- Extreme job
Trama: Una squadra di agenti della narcotici usa come copertura una rivendita di pollo fritto per cercare di catturare una banda della malavita organizzata. Le cose prenderanno però una piega inaspettata quando la ricetta del loro pollo trasforma il locale in rovina nel più rinomato della città.
- The Dude in me
Trama: Pan-su, genero di un boss della malavita, è un criminale in carriera e un esperto imprenditore. Dopo uno strano incidente, si risveglia scoprendo che il suo corpo è stato scambiato con quello del diciassettenne Dong-hyun.
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Non si studia fuori catalogo: The Library at Mount Char
Chiariamo subito una cosa: evviva le etichette. Tutte le etichette in generale, sante patrone della reciproca comprensione e della categorizzazione ontologica, ma soprattutto quelle di genere letterario: la comodità di poter sfogliare comodi elenchi di libri già suddivisi in categorie assai specifiche non ha prezzo, nonché sapere dove andare a pescare il libro con la premessa ideale, la dinamica tra protagonisti più intrigante, l’ambientazione più in linea con i propri gusti… La categorizzazione capillare e l’efficienza dell’Internet sono uno degli strumenti per cui non posso che ringraziare la contemporaneità e che mi hanno permesso di frugare in ogni meandro della narrativa pubblicata (e non) e di riemergere trionfante con scatoloni virtuali di libri in mano pronti per essere divorati; murder mystery con ragazzine detective? Check. Science-fantasy sui vampiri? Check. Sex magic dai toni BDSM? Uh, check. Quante volte sono stata in grado di chiedere libri dai concept ultra-specifici e soprattutto di ricevere consigli in risposta, e quante volte sono riuscita ad esplorare nicchie del fantastico che senza questa attenta suddivisione sarebbero scivolate tra le maglie troppo larghe delle mie ricerche: i generi letterari sono una gran comodità.
Chiariamo subito un’altra cosa: che seccatura le etichette. I perversi meccanismi dell’editoria meriterebbero un articolo a parte scritto da gente più competente di me, ma mi sembra di parlare di ovvietà quando sottolineo il fatto che il marketing dietro le etichette, i generi e gli archetipi è tanto pervasivo quanto del tutto scollegato dalla qualità effettiva del prodotto; giusto per citare l’elefante nella stanza, il genere young adult è diventato immediatamente un calderone in cui buttare cretinate scritte dal “genio ventenne” di turno, retelling della mitologia (oggi va quella greca, domani chissà) o altra robaccia informe che cavalca i trend del momento – vi ricordate le distopie YA? Se siete su tumblr naturalmente sì, quindi direi che possiamo passare oltre senza indugio. Insomma, un certo tipo di etichetta di genere è becero marketing, senza contare il fatto che l’incasellamento costante in comodi scompartimenti favorisce un’omogeneizzazione del mercato attorno alla moda del momento che di sicuro non incontra né il mio favore né quello di altri fan del bizzarro, dello strano e di tutto ciò che nasce fuori dalle comode barriere precostituite dell’editoria. Quando dunque sono venuta a sapere dell’esistenza di The Library at Mount Char, inclassificabile in una branca del fantasy più specifica del vago contemporary, privo di ulteriori etichette o blurb accattivanti, e con una premessa indubbiamente più intrigante della media dei quarti di copertina, la spia del mio modesto ma ossessivo cervellino si è accesa di colpo.
Carolyn vive da molti anni con suo Padre in una grande biblioteca, assieme a tanti fratelli e sorelle adottivi. Nulla di troppo strano, maiuscole a parte, finché non si pensa al fatto che la biblioteca in questione contiene tutti i segreti dell’universo, faticosamente accumulati proprio dal loro Padre, un essere onnipotente e millenario che ha preso tutti loro sotto la sua tutela dopo un misterioso incidente per addestrarli alle arti della sapienza, della manipolazione e del combattimento; le lezioni sono brutali, i maestri inflessibili, il Padre sadico e crudele – l’unica regola è “non studiare fuori dal proprio catalogo”, pena un destino peggiore della morte. Tuttavia, proprio quando gli apprendisti sembrano dimostrare una padronanza assoluta dei loro cataloghi, il Padre scompare; il sollievo viene presto sostituito dal terrore quando anche la biblioteca diviene inaccessibile: come faranno Carolyn e i suoi fratelli a ritornare in possesso della conoscenza che potrebbe salvarli dai numerosi nemici del maestro scomparso? E come faranno a collaborare tra loro senza che qualcuno decida di tradire gli altri per diventare il vero successore del loro tirannico genitore? Carolyn ha un piano, ma quando questo si intreccia con vecchie conoscenze e nuovi problemi ecco che non tutto andrà come previsto…
Questa segnalazione sarà accompagnata da immagini out of context di quello che succede nel libro. Partiamo abbastanza tranquilli con un pacioccoso leone.
Se il concept alla base della vicenda vi sembra curioso, aspettate di finire il resto del libro. Nelle trecento pagine circa che leggerete per arrivare alla conclusione verranno coinvolti il presidente degli Stati Uniti, un assassino perfetto in tutù da ballerina, almeno un paio di soli e un barbecue davvero speciale: la totale mancanza di freni nell’immaginare lo snodarsi delle vicende porta questo libro a prendere strade inaspettate e difficilmente classificabili in categorie di genere predefinite, nonostante si tratti per la maggior parte di sviluppi assolutamente coerenti con le scelte dei personaggi e gli eventi precedenti. Difficile se non impossibile capire dove andrà a parare il libro, ma quando tutti i pezzi si ricompongono è difficile notare sbavature o imperfezioni nel tessuto della trama: tutto accade per un motivo, anche gli sviluppi più bizzarri e la violenza più esagerata hanno un loro posto nel mosaico che il lettore è chiamato a ricomporre, seguendo (quasi sempre) tre punti di vista principali che si alternano nel narrare la storia raccontata. Tra di loro spicca senz’altro Carolyn, protagonista indiscussa del romanzo e l’apprendista a cui è stato assegnato lo studio delle lingue: è anche l’unica tra i fratelli che ha dovuto imparare qualcosa di più sul mondo umano al di là della biblioteca, ed è dunque un ottimo filtro tra l’infantile amoralità degli altri apprendisti, a tratti ridicola ma più spesso spaventosa, e la normalità delle interazioni umane a cui siamo abituati. È piuttosto semplice provare simpatia per questa giovane donna che si deve destreggiare tra un passato traumatico di abusi e violenze che le chiede insistentemente il conto e la precaria situazione in cui lei e la sua famiglia si trovano alla scomparsa del Padre: sono liberi, certo, ma quanto saranno in grado di sopravvivere senza le conoscenze della biblioteca, e soprattutto, senza doversi guardare continuamente le spalle per evitare di essere traditi dai loro stessi fratelli?
Purtroppo gli altri due punti di vista non sono all’altezza di quello di Carolyn. Seguiamo infatti anche le vicende di Steve, ex ladruncolo in pensionamento anticipato che verrà reclutato proprio da Carolyn per un “ultimo lavoretto” che lo porterà ad immischiarsi con le lotte di potere degli esseri soprannaturali, e di Erwin, ex veterano che verrà suo malgrado coinvolto nel lavoretto di Steve e in qualcosa di molto più grande di lui, degli Stati Uniti ma anche del mondo intero. Steve è un personaggio simpatico, certo, ed è il tipo di persona per cui è facile fare il tifo, nonostante un passato da criminale incallito, ma manca di quello spessore che le pagine dedicate a Carolyn riescono ad infonderle, finendo per risultare il simpatico ragazzo della porta accanto o poco di più; Erwin è invece chiaramente un personaggio nato per mostrare allo spettatore certe scene che gli altri due punti di vista non possono narrare, e si sente molto: la sua personalità è riassumibile in “burbero ex veterano”, la sua evoluzione inesistente, il poco background che abbiamo su di lui ci viene infodumpato con rara malagrazia nel primo capitolo a lui dedicato. E qui mi tocca sottolineare un altro punto dolente del romanzo che non gli permette di far brillare la storia che vuole raccontare come dovrebbe: il ritmo della narrazione.
Qualcosa contro gli scaldamuscoli? A parte essere uno dei tanti crimini perpetrati dagli anni ottanta, intendo.
The Library at Mount Char è l’opera prima di Hawkins, e mi dispiace dire che si vede. In diversi punti del romanzo l’azione si interrompe bruscamente per rigurgitare informazioni non richieste al lettore che vede svelato il passato di certi personaggi senza nessuna catarsi, ci sono scene intere che andrebbero elise e rimpiazzate con interazioni tra altri personaggi più rilevanti ai fini della storia che invece vengono liquidati con una rapidità disarmante, e in generale il romanzo avrebbe avuto bisogno di un editing più radicale che tenesse quello che davvero era importante per il cuore pulsante della vicenda (che è, sostanzialmente, una revenge story, anche se non vi dirò di più) e scartasse quelle parti che possono risultare più o meno godibili ma che di sicuro non sono pertinenti.
—————————————————— ANGOLO SPOILER ————————————————————–
La scena più ovvia di questo tipo è quella in cui vengono liberati i due leoni. Tutta percepita da due punti di vista usa-e-getta che non rivedremo mai più per mostrarci un evento del tutto secondario: che c’importa di come Michael riesce a reclutare i leoni? Non ci serve certo un intero capitolo dedicato a spiegarcelo! Sarebbe stato molto meglio avere più scene dedicate al rapporto tra Carolyn e i suoi fratelli, che sono per la maggior parte più piatti di quello che dovrebbero per suscitarci la giusta dose di empatia al momento del loro decesso.
—————————————————- FINE ANGOLO SPOILER ———————————————————–
Certo, quando Hawkins sceglie di mostrare, anziché di raccontarci una storiella, le scene sono ben mostrate, scritte in modo piano e proprio per questo accattivanti, perché riescono piuttosto bene nella loro impresa di narrare le cose più assurde – un attacco di piccolissimi cani inferociti, un rituale per tornare dal mondo dei morti, dei bambini-zombie-tuttofare – senza infiocchettarle di aggettivi altisonanti o di un’aura metaforica del tutto fuori luogo; va detto che l’autore ci riesce per la maggior parte delle pagine, e anche le scene più fuori luogo sono compensate da una prosa godibile che rimane abbastanza trasparente da non rallentare la lettura in alcun modo. Insomma, è un peccato che invece questo ritmo sincopato e confuso giochi a sfavore del pathos della storia, che risulta fin troppo spesso compromesso dalla scelta di mostrarci meno del dovuto certi rapporti tra personaggi che avrebbero meritato più spazio all’interno dell’economia della trama, perché è evidente che quando Hawkins mette le sue capacità al servizio di scene davvero meritevoli il risultato finale è buono.
Alcune immagini potrebbero essere più disturbanti con il contesto. Chissà quali.
Credo però che quello che leggeremo compensi ampiamente le difficoltà di storytelling in cui si incappa nel corso della storia per i weird aficionados che leggeranno questo blog. Anche se le pagine dedicate alla vita dei fratelli prima della scomparsa del Padre non sono mai abbastanza, quello che viene raccontato è un mix di fantascienza, fantasy e horror grottesco davvero riuscito; ci sono scene piuttosto crude (sì, è un libro sconsigliato a chi non stomaca la tortura, lo stupro e in generale la violenza esplicita), altre tremendamente assurde e in generale un’atmosfera stramba che permea l’intero romanzo. Leggere delle straordinarie capacità che i fratelli hanno accumulato nel corso degli anni di apprendistato significa passare dallo studio delle lingue a quello del futuro, degli universi paralleli, e del regno dei morti; ancora, è un peccato che il numero di pagine più consistente sia dedicato a quelle aree di studio più convenzionali – come quella dell’omicidio, appannaggio dello psicopatico ma intrigante David – ma l’impressione generale è quella di assistere ad una fusione tra tecnologia avanzatissima e magia molto antica, in cui i confini tra l’una e l’altra sono collassati molto tempo fa. Nessuno dei fratelli è onnipotente, e non appena si muovono attirano l’attenzione di cose con cui potranno e dovranno lottare ad armi pari, ma ciascuno di loro possiede capacità straordinarie molto difficili da gestire nel mondo alieno degli “Americani” (cit.) in cui sono gettati dopo che la biblioteca diventa inaccessibile; e quando tutto attorno a loro collassa, Hawkins non ha difficoltà a far arrivare il romanzo alla sua naturale conclusione, per quanto disturbante e definitiva possa essere. Anche l’apprendistato, nei suoi momenti più crudeli, viene descritto come un susseguirsi di esperienze mistiche e terrificanti, e il modo in cui Hawkins descrive le reazioni dei fratelli ad esso è parecchio riuscito, pur nello spazio limitato che gli viene riservato.
Finiamo col botto. Già citato nella recensione, ma se volete scoprire che succede non vi rimane che leggere il libro.
Nonostante dei punti vista dalla qualità altalenante e una struttura irregolare che spesso minaccia di crollare su sé stessa, le brillanti idee e l’intreccio alla base (nonché il finale col botto) di The Library at Mount Char ne fanno un consiglio perfetto per questo blogghino: una gemma un po’ difettosa che potrebbe diventare uno dei libri a cui penserete di più in questi mesi dopo la lettura a seconda di quanto vi garbano temi e concetti descritti finora. Da grande fan delle storie di apprendistato in salsa fantasy e di immortali superpotenti che non sanno trovarsi il culo con le mani, il mio consiglio spassionato è: buttatevi!
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Dal momento che qui c'è qualcuno che giudica tutto senza capire i generi del GDR (non faccio nome) prima di tutto mostro i generi che possono esistere come potete vedere nello schema ma ora passiamo ai generi che ha il GDR il terzo tempio:
-Thriller: Il thriller è un genere di fiction che utilizza la suspense, la tensione e l'eccitazione come elementi principali della trama.
Accorgimenti tipicamente letterari quali falsi indizi, colpi di scena e complotti sono ampiamente utilizzati.
-Dramma: Un dramma (dal greco δρᾶμα, "drama" = azione, storia[1]) è una forma letteraria che include parti scritte per essere interpretate da attori.
In senso lato è un intreccio narrativo compiuto e destinato alla rappresentazione teatrale. Può essere in forma verbale scritta (ogni opera letteraria che preveda parti recitate o cantate) oppure improvvisata da un attore, o ancora in forma di narrazione non verbale, tramite la gestualità o la danza. Il termine dramma, se inteso in senso restrittivo, si applica esclusivamente alle opere teatrali scritte. Nell'opera lirica, si ricorre in genere al termine libretto.
Action fiction: L'action fiction è il genere letterario che include romanzi di spionaggio, storie di avventura, racconti di terrore e intrighi ("mantello e pugnale") e misteri. Questo tipo di storia utilizza la suspense, la tensione che si crea quando il lettore desidera sapere come verrà risolto il conflitto tra il protagonista e l'antagonista o quale sia la soluzione al puzzle di un thriller.
Mistero: Un film misterioso è un genere di film che ruota attorno alla soluzione di un problema o di un crimine. Si concentra sugli sforzi del detective, investigatore privato o detective dilettante per risolvere le misteriose circostanze di un problema per mezzo di indizi, indagini e deduzioni intelligenti.
Apocalittico-fantasy: La fantascienza apocalittica e post apocalittica sono due sottogeneri della fantascienza, strettamente connessi, generalmente analisi su alcuni elementi comuni come il verificarsi di un evento distruttivo che possa portare all'estinzione dell'umanità o comunque della società tecnologica (f. Apocalittica), o che abbia portato alla nascita di società distopiche (f. post apocalittica); queste eventi possono essere dall'uomo, come ad esempio una guerra nucleare, o naturali, con conseguenze su scala planetaria con danni all'intera umanità.
Rosa: Il romanzo rosa (detto anche romance) è un genere letterario che narra di storie d'amore e del loro intreccio che si dipanano in genere in avventure e intrighi e terminano sempre con un lieto fine. I romance (in inglese significa romanticismo) o romanzi rosa presentano una struttura formale molto simile alla fiaba, infatti in ogni romanzo i personaggi svolgono ruoli che seguono uno schema ben preciso simile a quello presentato da Propp: l'eroina protagonista (la tipica fanciulla giovane e bella che va incontro al pericolo), l'eroe (protagonista maschile e figura molto importante nel romanzo rosa in quanto "cavaliere" nonché "uomo amato" dalla protagonista che la salva sempre dal pericolo), l'antagonista (solitamente anche quella di sesso femminile, come per esempio la matrigna cattiva, ma non così frequente come la figura della protagonista, può anche capitare che l'antagonista sia un maschio che rapisce la fanciulla per poi sposarla contro il suo volere), l'amico/a aiutante dei protagonisti (la figura che nelle fiabe riveste il ruolo di fata madrina) e tanti altri personaggi secondari che si intrecciano sullo sfondo di intrighi politici, complotti, duelli, guerre, ecc...
Ora la persona che non nomino dice: i tuoi pg sono brutti, non possono ruolare con i miei.
Peccato che dal mio punto di vista che la sua soap opera non mi attira completamente. Motivo? non ci sono colpi di scena particolari, è solo sesso e niente storie d'amore che partono dai sentimenti che si provano.
Conclusione? la persona in questione non sa che vuol dire amore e non sa nemmeno cosa vuol dire creare colpi di scena che complicano molto la situazione di personaggi protagonisti.
Si sente offeso e deluso? questa è la verità che gli fa male e non accetta.
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Le migliori serie TV cinesi del 2020 – una classifica personale
Una nota: nonostante il titolo questa non è una classifica vera e propria, nel senso che le serie che occupano posizioni vicine sono spesso intercambiabili (ma ahimè, devo pur elencarle in qualche modo). Inoltre, ho elencato solo 8 serie perché pur avendone viste molte altre, non ritengo siano allo stesso livello di queste 8.
Tutti questi drama sono disponibili online con sottotitoli in inglese, in alcuni casi anche con sottotitoli in italiano. Se non doveste riuscire a trovarli chiedetemi pure i link.
1. Winter Begonia (鬓边不是海棠红)
Pechino, Cina repubblicana (anni 20-30 del Novecento), mondo dell’Opera di Pechino nel periodo di suo massimo splendore. Va in scena l’incontro fra due anime apparentemente opposte ma in fondo uguali, quelle di un attore geniale ma puerile e di un businessman spregiudicato e disilluso. I set, i costumi e la fotografia varrebbero da soli la visione di questo drama, a cui si aggiunge l’incredibile prova di recitazione da parte degli attori, uno su tutti Yin Zheng, che riesce a incarnare perfettamente la trasformazione dell’attore nei ruoli dan (femminili) che interpreta. In una parola: splendido.
2. Hikaru no Go (棋魂)
Ispirato al manga giapponese omonimo, questa versione cinese ci mette un cuore tutto suo. È una storia che parla di amicizia, crescita, coraggio e anche (o soprattutto) di sconfitta, dove il cast di giovani attori ti rapisce per la loro naturalezza. Ma la forza del drama sta indubbiamente nel legame speciale fra il protagonista Shi Guang e lo spirito Chu Ying che lo guida alla scoperta dell’arte del gioco del go. In una parola: commovente.
3. The Bad Kids (隐秘的角落)
Un altro drama con un cast fantastico di giovani attori, ma qui l’atmosfera si fa tetra e i ragazzini sono davvero terribili. La premessa è semplice: i tre giovani protagonisti diventano involontariamente testimoni di un delitto. Ma negli eventi a catena che ne seguono niente è come sembra, e gli occhi ingannano lo spettatore. In una parola: disturbante.
4. Ancient Detective (侠探简不知)
L’unica serie fantasy del 2020 che a mio parere si merita un posto nella mia classifica. Ancient Detective incarna perfettamente lo spirito delle grandi opere letterarie wuxia di Jin Yong e Gu Long, e fa sfoggio di una fotografia bellissima che non ti aspetteresti da un webdrama con un budget molto basso. L’elemento di detective story alla Agatha Christie arricchisce una sceneggiatura non perfetta ma fresca e snella. In una parola: incantevole.
5. The Long Night (沉默的真相)
Fino a che limite ci si può spingere per ottenere giustizia? Cosa si è disposti a fare quando nessuno, dalla parte dell’autorità, ti ascolta, e quando gravi ingiustizie rimangono impunite per anni? Qual è il ruolo della legge e della polizia? Un drama buio, dove i personaggi disturbano le nuvole cupe del passato per far trapelare la verità che è come un raggio di sole che fatica ad apparire. In una parola: tetro.
6. Cross Fire (穿越火线)
All’apparenza una celebrazione del mondo degli e-Sport (cosa che non si vergogna di essere), Cross Fire riesce anche a raccontare vicende umane e familiari molto profonde, e allo stesso tempo ti trasmette una carica di energia incredibile. Il messaggio principale: tutti i sogni hanno dignità e meritano di essere perseguiti. In una parola: energetico.
7. A Murderous Affair in Horizon Tower (摩天大楼)
Un grattacielo residenziale di lusso, un omicidio avvenuto in uno dei suoi appartamenti. Tutto ruota intorno agli inquilini di quel palazzo e ai due detective incaricati di risolvere il caso. Dietro alle apparenze si nascondono messaggi importanti, una riflessione sulla società contemporanea e soprattutto molto girl power. In una parola: sorprendente.
8. Perfect and Casual (完美先生和差不多小姐)
Fra i mille drama romantici che escono ogni mese, Perfect and Casual mi ha colpito per la freschezza della recitazione e la sintonia fra i due interpreti principali. I cliché tipici del genere non mancano (la premessa stessa, ovvero il “matrimonio a contratto” è un classico nei drama asiatici), ma questa serie lo sa e non si prende mai troppo sul serio. In una parola: adorabile.
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In questi giorni ho letto "Carvalho. Problemi di identità" di Carlos Zanón. È un esperimento letterario: il protagonista di questo romanzo è nientemeno che Pepe Carvalho, detective privato, gourmet, militante comunista sotto il franchismo a lungo incarcerato ed ex agente della Cia. Morto nel 2003, all'aeroporto di Bangkok il suo padre letterario, il grande Manuel Vázquez Montalbán, prima di questo evento nefasto la saga di Carvalho era culminata in un doppio volume, conclusivo come un commiato, Millennio I e II, che da appassionato della serie sino ad oggi sono riuscito a non leggere. Proprio perché, come ognuno sa, quando ti appassioni ad un autore e ad un personaggio, vorresti che le storie che lo vedono protagonista non finissero mai. Consiglio a tutti i romanzi di Vázquez Montalbán con Carvalho perché questa serie disegna un penetrante affresco della storia e della società spagnola dalla fine del franchismo e dall'avvento della democrazia (il primo della serie, "Tatuaggio" è del 1974) fino ai primi anni del nuovo millennio. La serie di Pepe Carvalho offre al suo autore l'occasione per raccontare le trasformazioni materiali e culturali cui va incontro Barcellona (cfr. ad es. "Il labirinto greco" sulle politiche urbanistiche che trasformano il volto della città in occasione delle olimpiadi del 1992) così come anche una riflessione sulla mutazione genetica della sinistra, spagnola e non (uno degli ultimi romanzi di Vázquez Montalbán affronta il tema del nazionalismo catalano e più in generale dei regionalismi europei, come il leghismo). Inutile dire che l'ho adorato anche per via del suo stile di scrittura reso credo molto bene dalla traduttrice Hado Lyria (a proposito, il Montalbano di Camilleri vuole essere nel nome un omaggio a Vázquez Montalbán). L'esperimento di Zanón era altamente rischioso, perché richiamare in vita i morti, anche se si tratta di personaggi letterari, è come camminare a piedi nudi sopra dei cocci di vetro. Che poi, a ben pensarci, Carvalho non è mai veramente morto: era solo - diciamo così - in stand-by a causa della morte del suo autore. Quindi senza anticipare troppo della trama, dirò che il romanzo è riuscito, e che può agevolmente essere apprezzato anche da chi non ha mai letto un episodio della saga originale (pregio o difetto?). Zanón ha costruito un Carvalho orfano del suo Scrittore (nel romanzo sempre così, con la maiuscola), in preda ad una grossa crisi di identità ma consapevole di essere un personaggio letterario (e anche del fatto che la vita non è un romanzo). Nella copertina dell'edizione italiana, Manuel Vázquez Montalbán contempla un po' malinconicamente una piccola riproduzione della Sagrada Familia di Gaudì. Sembra domandarsi se nella Barcellona di oggi ci sia ancora posto per uno come Carvalho.
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Ancora una preda di Robert Dugoni. Un thriller mozzafiato che riapre vecchie ferite. Recensione di Alessandria today
Tracy Crosswhite contro il serial killer della Route 99
Tracy Crosswhite contro il serial killer della Route 99. Recensione Con il suo ultimo capolavoro, “Ancora una preda”, Robert Dugoni ci regala un thriller carico di suspense, tensione emotiva e colpi di scena. L’autore, noto per la sua abilità nel costruire intrecci investigativi intricati, torna a raccontare le indagini della detective Tracy Crosswhite, una delle protagoniste più amate del…
#Alessandria today#ambientazioni italiane#amore per i libri#Ancora una Preda#avventure intellettuali#bestseller thriller#Casi irrisolti#Colpi di scena#corruzione e potere#Dugoni romanzi#enigmi letterari#giovani detective#giustizia e vendetta#Google News#indagini poliziesche#Intrighi e Misteri#italianewsmedia.com#Johnny Nolasco#L’Enigma di Agata#letteratura italiana#Letture avvincenti#letture consigliate per ragazzi#libri consigliati#libri per ragazzi#misteri con gioielli#Misteri e Intrighi#Misteri Irrisolti#misteri per ragazzi#narrativa a tema corruzione#narrativa a tema giustizia.
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Uno degli incipit più triti della narrativa – se non il più banale in assoluto, quello che qualsiasi editor vi casserà perché stufo di leggerlo in centinaia di manoscritti – prevede che il protagonista prenda in mano una foto e inizi a ricordare la scena in cui è stata scattata. Siamo al livello della «marchesa che uscì alle cinque», l’esempio di pessimo inizio che una volta fece Paul Valéry. Questo è vero per le fotografie descrittenel libro, discorso diverso, invece, per le immagini direttamente inserite nei testi letterari. Perché, tra i libri più interessanti, innovativi e eccitanti che mi sia capitato di leggere da un po’ di anni a questa parte, molti di essi hanno al loro interno, a punteggiare la narrazione apparentemente senza criterio, delle fotografie? Penso, solo per restare agli ultimi, a Città sola di Olivia Laing, Nel mondo a venire di Ben Lerner o, fresco di traduzione per Guanda, In tutto c’è stata bellezza di Manuel Vilas in cui il rabdomantico ricamo tra memoria intima e collettiva è traforato da una manciata di struggenti foto di famiglia. Perché, invece del terribile effetto “diapositive delle vacanze”, ne ricaviamo un’emozione così intensa? Io un’idea me la sono fatta. Servono innanzitutto a farci capire che quelli che abbiamo davanti sono libri ibridi: non sono romanzi, non sono saggi in senso accademico, non sono storie inventate anche se sono raccontate in modo narrativo.
Anche se ormai pensiamo come degli ipertesti (o forse l’abbiamo sempre fatto: Proust “cliccava” su una madeleine e arrivava un ricordo di infanzia) saltando di link in link, con immagini, video, testi che si incrociano e contaminano, abbiamo però ancora l’abitudine a rappresentare la memoria come una serie di fotografie che si susseguono. Una sequenza di foto su un tavolo, una pila o disposte come un oracolo dei tarocchi; le polaroid che si scattava ogni giorno per combattere le sue amnesie a breve termine il protagonista di Memento, il film di Christopher Nolan; gli investigatori che appendono le foto degli indizi per risalire al killer in True Detective. Ecco perché, se dovessi fare una genealogia dell’uso delle fotografie nei testi letterari, il nonno sarebbe senz’altro Aby Warburg. Mnemosyne, il grande atlante del potenziale espressivo umano, nelle intenzioni di Warburg era composto da sessanta tavole ricoperte da una stoffa nera su cui erano appuntate una serie di fotografie di opere d’arte antiche, moderne, ritagli di giornale, dettagli di monumenti, francobolli. Il criterio organizzativo – e qui sta la bellezza del progetto e la genialità di Warburg – non è storico, cronologico, né strettamente tematico, ma per somiglianze di famiglia, per associazioni e collegamenti basati sulla regola “del buon vicinato”. Dall’accostamento delle immagini nascono delle illuminazioni critiche, delle intuizioni tanto profonde quanto radicali. Ho sempre visto il progetto di Warburg come il tentativo di scrivere un enorme, smisurato romanzo senza parole, composto unicamente con frammenti visivi (come solo di frammenti e citazioni, ma in questo caso testuali, è fatto il capolavoro di Benjamin su Parigi capitale del XIX secolo).
Continua su «IL».
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Milano indaga
Si è appena conclusa l’iniziativa Milano in giallo e noi vogliamo tracciare una sintetica panoramica degli autori più noti. “Milano come Chicago“: titolava così il 29 novembre 1976 la prima pagina de «La Notte», storico giornale milanese poi chiuso negli anni Novanta. Ecco spiegata la moltiplicazione di libri (e film) gialli e, di conseguenza, di ispettori, detective, commissari che hanno popolato e tuttora investigano nella nostra città.
In realtà la ‘predisposizione’ di Milano ad essere terreno fertile per indagini criminali risale più indietro nel tempo, a quello che è considerato il padre di questo genere letterario, Augusto de Angelis: noto antifascista e giallista in un’epoca in cui il Minculpop aveva disposto il sequestro “di tutti i romanzi gialli in qualunque tempo stampati e ovunque esistenti in vendita”, innamorato di una donna ebrea, incarcerato e poi picchiato da un fascista: morì in seguito alle ferite riportate a soli 56 anni. Il suo eroe, il commissario De Vincenzi, egregiamente interpretato da Paolo Stoppa in una serie di sceneggiati Rai, opera prevalentemente nella nostra città.
Forse anche l’atmosfera, soprattutto invernale, fatta di nebbia e cieli plumbei, ha favorito lo sviluppo di questo tipo di letteratura: un misterioso delitto nella caligine notturna di Palestro apre le pagine di Motivo d’allarme di Eric Ambler, ambientato durante gli anni del ventennio.
Al dopoguerra si ispira Dario Crapanzano: “Mario Arrigoni, capocomissario di Porta Venezia (che è come dire arcimilanese, meneghino al quadrato), si muove in una Milano impegnata a ricostruire ma non ancora toccata dalla febbre dal boom, dove insieme a fabbriche e uffici riaprono anche i teatri, come il Piccolo di Strehler; dove le auto sono poche e ci si sposta in tramvai, tutt’al più in Vespa; dove brunch e happy hour non sono stati ancora inventati e al massimo nelle fumose osterie si può mangiare un panino, anzi, un ‘sanguis’, traslitterazione milanese della parola sandwich”.
Dal dopoguerra la città si è ingrandita a dismisura, la periferia “ha fagocitato cascine, campi coltivati e borghi storici, e si è ritrovata, senza rendersene conto, una metropoli” (così scrive Michele Turazzi nell’utile volumetto Milano di carta). Sono gli anni del boom economico “di una società approdata al consumismo senza aver davvero capito di essere uscita dalla povertà”, e l’equazione ricchezza = criminalità dà i suoi risultati nella cronaca nera come nelle pagine dei romanzi gialli. Dalla vecchia ligera locale “malavita estrosa e un po’ scalcagnata” che quasi mai uccideva (quella cantata da Jannacci e Gaber, per intenderci) si passa alla delinquenza efferata con cui si trova a combattere l’investigatore Duca Lamberti (protagonista anche di alcuni film) creato dalla veloce penna di Giorgio Scerbanenco. Sono gli anni della famigerata ‘banda Cavallero’ (che ha ispirato il film di Lizzani Banditi a Milano, con Gian Maria Volonté), di Francis Turatello e di Vallanzasca.
La mala degli anni ’60-70 è descritta da Paolo Roversi in Milano criminale, prequel di Solo il tempo di morire, ambientato tra il 1972 e il 1984, ancora prima della cosiddetta ‘Milano da bere’.
Al 1978 risale il l’esordio di Renato Olivieri. Ecco come Andrea Camilleri (nella prefazione di Il romanzo poliziesco di Yves Reuter) descrive il suo eroe: “Il commissario Giulio Ambrosio, innamorato stendhalianamente della sua Milano, è un uomo colto, dalle abitudini borghesi, sostanzialmente malinconico”. Ricordiamo anche il bellissimo film I giorni del commissario Ambrosio con Ugo Tognazzi.
“Ma l’eredità maggiore di Scerbanenco si ritrova in tutti quei commissari, vicequestori e detective improvvisati che hanno invaso gli scaffali delle librerie nell’ultimo mezzo secolo, rendendo Milano la città d’elezione per le indagini letterarie nel nostro Paese. Questi investigatori agiscono ovunque, in qualsiasi quartiere di una città che, dal punto di vista del crimine, non conosce pace”.
È la Milano degli anni Ottanta quella di Piero Colaprico, il giornalista che ha coniato il termine ‘tangentopoli’ (la sua esperienza in tema di criminalità milanese gli ha dettato il saggio di recente pubblicazione Manager calibro 9), nonché padre, insieme a Pietro Valpreda, del maresciallo Binda “un investigatore che si inserisce perfettamente nella tradizione del giallo. Classico per la meticolosità dei suoi ragionamenti, moderno per la sua abilità nel districarsi nei vari strati sociali di una Milano colma di divergenze, Binda risulta un personaggio con il quale non si può non simpatizzare. Padre e marito modello, imperturbabile, ma con un profondo lato malinconico, quasi dark, che bilancia una certa dose di sana ironia. Un anziano ex carabiniere che vive una seconda giovinezza proprio grazie all’attività di investigatore privato”.
Si tratta di un vero proliferare (cui si può offrire solo un rapido cenno), che non sembra attenuarsi, forse perché la narrativa è più vera e accattivante se agganciata al territorio, e la Milano buia, nebbiosa, tentacolare, sovrappopolata ben si presta ad un immaginario di tipo poliziesco.
I più recenti: Il mistero di Chinatown di Mario Mazzanti, la prima indagine dell’anatomopatologo Tommy Davis e dell’amico Gualtiero Abisso; La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio: “La protagonista, brillante magistrato dei tempi che furono, è impegnata in un’investigazione tra le vie di Milano, avvolta nei ricordi e in un intrico da svelare”; a proposito di nebbia, è appena uscito Una giornata di nebbia a Milano di Enrico Vanzina: “È una giornata di nebbia a Milano, una di quelle che sembravano non esistere più, come se fosse uscita da un romanzo di un altro tempo, da una ballata di giorni lontani. Luca Restelli sta andando al giornale per cui lavora, per le pagine di cultura, quelle che non considera nessuno. Non ha ancora quarant’anni, ma anche i suoi gusti sono ‘passati’, come la nebbia di quella mattina: vive di riferimenti letterari e cinematografici, tra insicurezze e un po’ di superbo disprezzo per il mondo indolente e arrivista che lo circonda. All’improvviso arriva una notizia, un omicidio in Corso Vercelli, un uomo è stato ucciso con un colpo di pistola, è stata arrestata una donna. Restelli si propone, la cronaca nera gli è sempre piaciuta. Dopo aver raccontato la città eterna, Vanzina racconta l’altra capitale italiana. Il risultato è un giallo straordinario, elegante, irriverente, geniale e inaspettato”; Nella luce di un’alba più fredda di Hans Tuzzi: nuove indagini per il commissario Norberto Melis; Un colpo al cuore di Piergiorgio Pulixi, ambientato tra la Sardegna e Milano è la storia di “un serial killer che ha deciso di riparare i torti del sistema giudiziario”; e poi le indagini del commissario Caronte di Alessandro Reali.
Ambientato sempre a Milano (ma questa volta in estate!) l’ultimo bestseller di Alessandro Robecchi, Flora, di cui abbiamo già parlato: “Storia di un Pigmalione ai tempi della televisione che cerca di convertire la sua pupilla e le masse al culto della poesia, tramite il toccante esempio del surrealista Robert Desnos. Storia di un rapimento sui generis in cui il lettore è dalla parte dei malviventi, e ben presto lo sarà anche la vittima. Scritto in piena pandemia, ne riporta qualche velata eco”.
Addirittura una magliaia è stata promossa all’invidiabile ruolo di investigatrice: si tratta di Delia, la protagonista dei gialli di Mauro Biagini.
Come dice Turazzi, “la lista è quasi inesauribile”. Per la fortuna di noi appassionati lettori, ci viene da aggiungere...
#milanoingiallo#augusto de angelis#paolo stoppa#Gian Maria Volonté#carlo lizzani#dario crapanzano#scerbanenco#michele turazzi#piero colaprico#pietro valpreda#mario mazzanti#Gianrico Carofiglio#enrico vanzina#hans tuzzi#piergiorgio pulixi#alessandro robecchi#mauro biagini
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Festivaletteratura Mantova 2019
Quest’anno ho deciso di iniziare a parlarvi del Festivaletteratura di Mantova, una kermess dal sapore internazionale dedicata ai libri che si tiene nella mia città ogni anno all’inizio di settembre, con largo anticipo perchè si preannuncia un’edizione BOMBA che avrà ospiti scrittori strafamosi e acclamati a livello internazionale, perciò voglio che siate preparati a prendervi qualche giorno di ferie e organizzare un viaggetto a Mantova, che tra l’altro è anche una città molto suggestiva e ricca d’arte da visitare.
Iniziamo col dire che l’edizione del FESTIVALETTERATURA di MANTOVA 2019 si terrà da mercoledì 4 a domenica 8 settembre 2019.
Ospiti d’eccezione fra i tanti autori presenti: Margaret Atwood, narratrice canadese di fama mondiale, ora ancora più conosciuta grazie alla serie televisiva tratta dal suo racconto distopico Il racconto dell’ancella, il cui seguito atteso da anni dai lettori uscirà in Italia il 10 settembre 2019 col titolo I testimoni. la scozzese Ali Smith, più volte candidata al Nobel; Jeffery Deaver, autore di gialli/thriller che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con il ciclo di romanzi con protagonista Lincoln Rhyme, il romanziere statunitense Dave Eggers, autore del libro distopico futurista Il cerchio da cui è stato tratto il film omonimo con Tom Hanks e Emma Watson ; Bernhard Schlink, autore tedesco tra i più tradotti al mondo autore tra gli altri di Il lettore (o A voce alta) opera sul senso di colpa post bellico della Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale divenuto anche un famoso film con Kate Winslet che le è valso l’Oscar; Ian McEwan autore di Espiazione e molti altri libri ormai divenuti veri e propri classici, lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer autore di Ogni cosa è illuminata; Pilar del Rio giornalista e traduttrice spagnola nonché vedova di José Saramago, il premio Pulitzer Colson Whitehead autore di La ferrovia sotterranea, Gail Honeyman autore di Eleonor Oliphant sta benissimo; David Nicholls, sceneggiatore e autore di romanzi sentimentali di grande successo come Un giorno diventato anche un film, Tony Sandoval, autore di graphic novel perennemente in bilico tra il gotico e il fantastico, e poi ancora Dacia Maraini ed Erri De Luca, Stefania Bertola, Licia Troisi, lo scrittore fantasy Jonathan Stroud e molti altri ancora!
Ma oltre al Festival, a tutti questi scrittori e al turbinio di libri presenti, ci sono due motivi in più per venire a Mantova il 5 e il 7 settembre, io (Mariachiara Cabrini alias Weirde) e Francesca Cani faremo due incontri aperti al pubblico totalmente liberi senza bisogno di biglietti o altro per presentare il nostro romanzo storico edito da Fanucci, L’Elisir di Mantova.
Ci farebbe veramente piacere potervi conoscere dopo anni che ci parliamo tramite internet e condividiamo le nostre letture e questa credo sia veramente una buona occasione per farlo. Perchè non verreste solo per noi, ma potreste anche prendere parte ad un Festivaletteratura veramente ricco.
Fateci sapere se siete intenzionati a fare un viaggetto a Mantova e vi daremo tutte le dritte giuste per arrivarci e soggiornarvi. Le date in cui noi saremo presenti sono il 5 e il 7 settembre, più avanti vi daremo più dettagli. Per ora vi dico che non vediamo l’ora di potervi conoscere e parlare un poco con voi!
Alcuni dei libri del Festivaletteratura 2019:
Il racconto dell’ancella
Margaret Atwood
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
Inverno
Ali Smith
Una vigilia di Natale in una maestosa e decadente villa in Cornovaglia. Quattro personaggi che in tre giorni di festa, mettono a confronto diverse generazioni, sensibilità, visioni del mondo e provando in qualche modo a convivere. Secondo capitolo della tetralogia che Ali Smith dedica alle stagioni, Inverno alterna riferimenti alla drammatica attualità contemporanea (la Brexit, Donald Trump, i cambiamenti climatici) e luminosi tocchi di realismo magico, intessendo le pagine di allusioni letterarie (da Dickens a Shakespeare).
Il taglio di Dio
Jeffery Deaver
Diamond District, Manhattan. Jatin Patel, maestro tagliatore di diamanti, giace esanime sul pavimento del suo laboratorio. Pochi metri più in là, una giovane coppia di fidanzati. Hanno caviglie e polsi legati, la gola tagliata. La scena che la squadra di Lincoln Rhyme si trova di fronte, un sabato mattina qualunque nelle stanze della Patel Designs, ha tutti i numeri della classica rapina finita male. Ma per Amelia Sachs qualcosa non torna. I diamanti lavorati non sono stati portati via, e l’assassino si è accanito sulle vittime con una brutalità che suggerisce un movente diverso. Per sposare definitivamente la tesi che dietro all’omicidio si nasconda altro, basta leggere il messaggio sgrammaticato e delirante che il killer ha inviato alla stampa. Non è la prima volta che Rhyme deve entrare nella mente allucinata di un assassino. Se non fosse che la follia del Promittente, così si è firmato, è eguagliata da un’abilità e una lucidità fuori dal comune. Per quanto un errore l’abbia già commesso, un errore che lo potrebbe incastrare.
Il cerchio
Dave Eggers
"Mio Dio, questo è un paradiso" pensa Mae Holland quando fa il suo ingresso al Cerchio, la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l'acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae accoglie la richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino. Almeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze?
Il lettore
Bernhard Schlink
Germania, fine anni Cinquanta. Mentre il paese cerca di archiviare definitivamente gli orrori della guerra, il quindicenne Michael Berg cerca di lasciarsi alle spalle i giorni maledetti della sua adolescenza. Svanita l'itterizia che lo ha costretto a letto per un intero inverno, ora può avventurarsi di nuovo per le strade della sua città, e raggiungere la casa di Hanna Schmitz, la sconosciuta trentenne che lo ha soccorso un giorno d'ottobre in cui, di ritorno dalla scuola, la malattia si era fatta sentire con violenza. Occhi azzurri, capelli biondo cenere, il volto spigoloso ma femminile, Hanna Schmitz esercita un'attrazione fatale sul ragazzo. Nella sua casa, un modesto appartamento in cui la stanza più grande è la cucina, Michael riceve la sua iniziazione alla vita sentimentale. Un'iniziazione fatta di travolgente passione e pudori, interrotti di tanto in tanto da uno strano rituale imposto dalla donna: la lettura ad alta voce da parte del ragazzo dei classici della letteratura tedesca. Un giorno, però, Hanna svanisce nel nulla senza lasciare traccia, gettando Michael nella più cupa disperazione. Alcuni anni dopo, il ragazzo, divenuto studente di legge, la rivede in un'aula di tribunale in cui si celebrano i cosiddetti "Auschwitzprozesse"... in veste di imputata.
Nel guscio
Ian McEwan
La gravidanza di Trudy è quasi a termine, ma l'evento si prospetta tutt'altro che lieto per il suo piccolo ospite. Ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c'è il legittimo marito di Trudy e suo futuro padre, John Cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civiltà delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare Claude. Dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed è lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. Certo, i due cognati fedifraghi, Trudy e lo zio Claude, non hanno regni nordici cui aspirare. Ma amletico è il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare,Se nel testo shakespeariano l'origliamento, l'atto di spiare e raccogliere informazioni rovistando i recessi e gli anditi del regno, è spesso motore dell'azione, nel guscio l'udito è il senso privilegiato per ragioni fisiologiche, e a essere rovistati a pochissima distanza dal capo dell'inorridito narratore sono spesso e volentieri i recessi e gli anditi del corpo materno. Mentre all'orecchio non sempre affidabile del nostro eroe non-nato si dipana la tragica detective story, nella manciata di giorni che separano il suo «esserci» dal suo protetto «non-esserci» ancora, e il nascituro ha tempo di riflettere su di sé, sulla complicata faccenda dell'amore, sul mondo, coi suoi orrori contemporanei e con le sue desiderate meraviglie. Ha tempo e curiosità sufficienti per farsi domande, interpretare i segni della sua realtà mediata, contemplare azioni e concludere che la sua sola salvezza, la salvezza dell'uomo, sta forse nell'esitazione.
Molto forte, incredibilmente vicino
Jonathan Safran Foer
A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.
La ferrovia sotterranea
Colson Whitehead
«La ferrovia sotterranea» è il nome con cui si indica, nella storia degli Stati Uniti, la rete clandestina di militanti antischiavisti che nell’Ottocento aiutava i neri a fuggire dal Sud agli stati liberi del Nord. Nel suo romanzo storico dalle sfumature fantastiche, Colson Whitehead la trasforma in una vera e propria linea ferroviaria operante in segreto, nel sottosuolo, grazie a macchinisti e capistazione abolizionisti. È a bordo di questi treni che Cora, una giovane schiava nera fuggita dagli orrori di una piantagione della Georgia, si imbarca in un arduo viaggio verso la libertà, facendo tappa in vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme diverse e altrettanto raccapriccianti. Aiutata da improbabili alleati e inseguita da uno spietato cacciatore di taglie, riuscirà a guadagnarsi la salvezza? La ferrovia sotterranea è una testimonianza scioccante – e politicamente consapevole – dell’eterna brutalità del razzismo, ma si legge al tempo stesso come un’appassionante storia d’avventura che ha al centro una moderna e tenacissima eroina femminile. Unico romanzo degli ultimi vent’anni a vincere sia il National Book Award che il Premio Pulitzer, è un libro che sembra già destinato a diventare un classico.
Eleanor Oliphant sta benissimo
Gail Honeyman
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.
Noi
David Nicholls
Douglas e Connie si conoscono alla fine degli anni Ottanta, quando il muro di Berlino era ancora in piedi. Trent'anni e dottore in biochimica, Douglas trascorreva allora i giorni feriali e gran parte del weekend in laboratorio a studiare il moscerino della frutta. Connie, invece, divideva il suo tempo con una "combriccola di artistoidi", come li chiamavano i genitori di Douglas: aspiranti attori, commediografi e poeti, musicisti e giovani brillanti che rincorrevano carriere improbabili, facevano tardi la sera e si radunavano a volte a casa di Karen, la sorella di Douglas piuttosto promiscua in fatto di amicizie, a bere e discutere animatamente. Ed è durante una festa nell'appartamento di Karen, che Douglas si imbatte per la prima volta in Connie: capelli ben tagliati e lucenti, un viso stupendo, una voce sensuale, distinta ed elegante con i suoi vestiti vintage cuciti su misura, attillati e perfetti. Sono trascorsi più di vent'anni da allora e Douglas e Connie sono sposati da decenni e hanno un figlio, Albie. Douglas ha cinquantaquattro anni e la sensazione di scivolare verso la vecchiaia come la neve che cade dal tetto. Connie è sempre attraente e Douglas la ama cosi tanto che non sa nemmeno come dirglielo, e dà per scontato che concluderanno le loro vite insieme. Una sera, però, a letto, Connie proferisce le parole che Douglas non avrebbe mai voluto sentire: "Il nostro matrimonio è arrivato al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò".
La trilogia di Bartimeus
Jonathan Stroud
Il millenario jinn Bartimaeus, il demone che costruì le mura di Uruk, Karnak e Praga, che parlò con re Salomone, che cavalcò per le praterie con i padri dei bisonti, viene improvvisamente richiamato dal mondo degli spiriti ed evocato a Londra. Una Londra tetra e cupa dove la magia consiste in un'unica capacità: quella di evocare e asservire demoni, i quali, loro malgrado, obbediranno a ogni ordine del mago che li tiene in suo potere. Bartimaeus deve compiere una missione difficilissima: rubare l'Amuleto di Samarcanda al temibile e ambizioso Simon Lovelace...
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[Apocalypse baby][Virginie Despentes]
Provocatorio, irrefrenabile. Due detective alla ricerca di un'adolescente fuggita di casa. Tra la Parigi dei salotti letterari e una Barcellona tentacolare, l'affresco di una società violenta, dove le famiglie sembrano[Apocalypse baby][Virginie Despentes]
Apocalypse Baby racconta di due donne diversissime: Lucie Toledo, giovane detective apatica, e “La Iena”, detective mitica nel suo ambiente per il fenomenale intuito ma anche per la violenza che è in grado di dimostrare all’occorrenza. La loro missione è ritrovare Valentine Galtan, adolescente fuggita di casa. Seguendo le peripezie di Valentine, tra la Parigi dei salotti borghesi e letterari, lo…
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L’Enigma di Agata di Roberta Baroni e Stella Robi : un viaggio tra libri, misteri e amicizie indimenticabili. Recensione di Alessandria today
Un’avventura intrisa di enigmi e letteratura ambientata al Pisa Book Festival
Un’avventura intrisa di enigmi e letteratura ambientata al Pisa Book Festival Recensione Con “L’Enigma di Agata”, Roberta Baroni e Stella Robi creano una trama avvincente che mescola il mistero classico con un’ambientazione culturale unica. Il romanzo è una celebrazione del mondo dei libri, degli enigmi matematici e della forza dell’amicizia. La storia si svolge durante il Pisa Book Festival,…
#Alessandria today#ambientazioni italiane#amore per i libri#avventure intellettuali#enigmi letterari#giovani detective#Google News#Intrighi e Misteri#italianewsmedia.com#L’Enigma di Agata#letteratura italiana#letture consigliate per ragazzi#libri consigliati#libri per ragazzi#misteri con gioielli#misteri per ragazzi#narrativa contemporanea#narrativa culturale#narrativa educativa#narrativa giovanile#narrativa giovanile italiana#narrativa investigativa#narrativa italiana moderna#Pier Carlo Lava#Pisa#Pisa Book Festival#Pisa Book Festival narrativa#Roberta Baroni#romanzi a tema libri#romanzi a tema matematico
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Cosa ci aspetta, in questo uggioso novembre? Una marea di novità letterarie. Ecco gli ultimi libri usciti e quelli che troverete nelle prossime settimane in libreria.
Graphic Novel
Macerie prime – Zerocalcare (Bao Publishing)
I personaggi dei libri di Zerocalcare in parte si ispirano ai suoi amici e alle persone che lo circondano. E in Macerie prime, la sua nuova graphic novel, sono proprio i protagonisti dei suoi precedenti lavori a raccontare com’è cambiata la loro vita, com’è cambiato il mondo. Esce il 14 novembre ed è assolutamente imperdibile.
Thriller, horror e noir
Il debito – Glenn Cooper (Nord)
Glenn Cooper ambienta il suo romanzo nel Bel Paese, precisamente nella Città del Vaticano. È qui che il protagonista Cal svolge una ricerca su un oscuro cardinale vissuto a metà dell’Ottocento, durante la prima guerra d’Indipendenza e i moti rivoluzionari. E s’imbatte in una lettera privata in cui si fa riferimento a un banchiere e all’urgenza di trasferirlo di nascosto fuori Roma. Un segreto che nasconde mille e uno interrogativi e dal quale dipende l’intero futuro della Chiesa. Lo trovate in libreria dal 6 novembre.
Sleeping Beauties – Stephen King & Owen King (Sperling & Kupfer)
Mentre nelle sale cinematografiche è da poco uscito un nuovo adattamento del suo romanzo più famoso “IT”, in libreria il 21 novembre esce il nuovo libro, scritto a 4 mani con il figlio Owen. Un horror degno del miglior King, che presto diventerà una serie tv. La Anonymous Content, casa di produzione delle serie tv True Detective e Mr. Robot e dei film Revenant e Spotlight, ne ha già acquistato i diritti quindi fate presto: dovete assolutamente leggere prima il libro.
Narrativa straniera
La forza imprevedibile delle parole – Clara Sanchez (Garzanti Libri)
Con Il profumo delle foglie di limone Clara Sanchez ha letteralmente conquistato il pubblico italiano e adesso (precisamente il 6 novembre) torna in libreria con un nuovo romanzo. Una donna alla ricerca di una svolta nella propria vita deve trovare il coraggio di scavare nel profondo per scoprire la verità. Perché non tutte le parole sono innocue e non è tutto oro quel che luccica.
Tipi non comuni – Tom Hanks (Bompiani)
Questa raccolta di racconti, in uscita per Bompiani il 15 novembre, è la prima (probabilmente di una lunga serie) opera narrativa di Tom Hanks. A fare da trait d’union tra le vite dei protagonisti, veri e propri “Tipi non comuni” c’è un oggetto tanto comune quanto particolare: una macchina da scrivere, che con il suo ticchettio segna il passo di una prosa sicura e sfaccettata. Sarà stata colpa dell’app Hanx Writer?
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Oltre l’inverno – Isabel Allende (Feltrinelli)
Con la solita maestria e la capacità di coinvolgerti completamente nelle sue storie, Isabel Allende incrocia in questo romanzo i destini di tre personaggi che non potrebbero essere più diversi: un professore universitario newyorkese, una giovane emigrata illegalmente dal Guatemala e una donna cilena espatriata in Canada. Un romanzo mozzafiato e molto attuale sull’emigrazione e l’identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l’inverno, ci aspetti sempre un’invincibile estate. In libreria dal 9 novembre.
Il giorno della tigre – Wilbur Smith (Longanesi)
Dopo il successo di Il leone d’oro (oltre 160.000 copie vendute in Italia), Wilbur Smith torna con un nuovo capitolo della saga dei Courteney, ambientata nel XVIII secolo. Una nuova epica avventura con intrighi mozzafiato, amori e tradimenti che vi terrà incollati alle pagine. Dal 20 novembre in libreria.
Buona vita a tutti. I benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione – J. K. Rowling (Salani)
Questo piccolo saggio, tratto dal discorso che la Rowling ha tenuto in occasione della cerimonia di laurea di Harvard è una vera chicca. Raccontando la propria esperienza e ponendo domande provocatorie, J.K. Rowling spiega cosa significa per lei vivere una “buona vita” e lo fa con umanità e senso dell’umorismo, in un libercolo ricco di ispirazione per chiunque si trovi a un punto di svolta della sua esistenza. Per imparare a osare e ad aprirsi alle opportunità della vita. Esce il 20 novembre: segnatevelo.
Varia
Cucinare è un atto d’amore – Marco Bianchi (Harper Collins Italia)
Ve li ricordate i biscotti Belli&Buoni di Marco Bianchi? Be’ erano solo l’inizio. Oggi il divulgatore scientifico sembra aver trovato il vero segreto della vera felicità: un’alimentazione quotidiana corretta e uno stile di vita sano. E ha deciso di condividere con noi questo mantra, aprendoci le porte della sua cucina e raccontandoci come la sua vita sia costellata di ingredienti, ricette e buoni sentimenti. In uscita il 2 novembre.
Gialli
La strategia del gambero – Piero Colaprico (Feltrinelli)
Dal 2 novembre trovate un nuovo agente speciale, in libreria. È Corrado Genito, ex agente per la sicurezza dello stato finito in prigione “per aver voluto salvare con tutti i mezzi, soprattutto quelli illeciti, l’ostaggio di un sequestro”, I servizi segreti, però, lo fanno evadere perché solo lui è in grado di portare a termine una missione: deve infiltrarsi all’interno dei due clan ‘ndranghetisti che detengono il potere in un paesino fra Milano e Varese, Ranirate. E il metodo di infiltrazione che utilizza se lo inventa proprio lui: è la strategia del gambero.
Ultimi libri usciti: 10 novità letterarie assolutamente da non perdere Cosa ci aspetta, in questo uggioso novembre? Una marea di novità letterarie. Ecco gli ultimi libri usciti e quelli che troverete nelle prossime settimane in libreria.
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