#codice Rocco
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Perché prendersela con la Digos?
Appena caduto il fascismo, l’Italia mussoliniana si intreccia con quella antifascista. La formazione tecnica della polizia finisce in mano a Guido Leto, ex capo dell’OVRA, i magistrati che avevano inflitto secoli di galera e confino gli oppositori non sono epurati, ci teniamo il codice Rocco, i docenti fascisti, persino gli sciagurati del Manifesto della razza e in attesa di libri repubblicani…
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#Aldo Garosci#Altiero Spinelli#Anfuso#Carlo Rosselli#Carofiglio#codice Rocco#Digos#Enzo Tagliacozzo#Ernesto Rossi#Fausto Nitti#Gaetano Azzariti#Gobetti#Guido Leto#Joice Lussu#Manlio Magini#Marisa Tulli#Massimo Salvadori#No al fascismo#OVRA#Tranchiani
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"STATO PENALE DI POLIZIA
Ieri sera la camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza il Ddl 1660, col quale senza troppi giri di parole, si istituisce in Italia lo stato di polizia.
🔴 Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere;
🔴 le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni;
🔴 idem per chi protesta contro le grandi opere;
🔴 Anche la "propaganda" delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata "terrorismo della parola";
🔴carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni;
🔴 Fino a 15 anni per resistenza attiva
🔴 Fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato "anti-Ghandi")
🔴 Facoltà per forze dell'ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.
🔴 Carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno
🔴 Dulcis in fundo, si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l'uso del cellulare, vincolando l'acquisto della SIM al possesso del permesso.
Tutto ciò col silenzio complice delle "opposizioni parlamentari", le quali al di là di un voto contrario puramente di bandiera non hanno mosso un dito per contrastare realmente le nuove leggi "fascistissime", peggiorative rispetto allo stesso codice Rocco.
Anzi: su circa 160 parlamentari, al momento del voto a Montecitorio l'"opposizione" ne aveva in aula soltanto 91!!!
Non solo: prima della votazione finale del Ddl, PD e 5 stelle hanno presentato alcuni ordini del giorno (recepiti dal governo) che impegnavano quest' ultimo ad incrementare la spesa per assumere nuovi agenti di polizia e di guardie penitenziarie: l'ennesima riprova di come, al di la di qualche sfumatura, nella sostanza siano tutti uniti nella direzione di un inasprimento dei dispositivi repressivi, funzionale alla guerra e all'economia di guerra, cioè di fatto all'introduzione di una vera e propria legge marziale!
Ora la parola passa al senato, il quale sicuramente approverà in tempi brevi questa ignobile ed infame legge.
Sosteniamo la Rete Liberi di Lottare- fermiamo insieme il Ddl 1660."
Nadia Urbinati
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Gli esecratori del brutto pestaggio del Quarticciolo, ai danni di uno scippatore straniero, non si credano poi tanto cristiani. Bernardo di Chiaravalle scrisse: “Chi uccide un malfattore, non deve essere reputato un omicida ma un malicida”. E Bernardo di Chiaravalle era un Santo. Leone XIII scrisse: “L’arrendevolezza dei buoni aumenta l’audacia dei malvagi”. E Leone XIII era un Papa. Vittorio Mathieu scrisse: “Attribuire la giustizia sommaria solo a ignoranza, e la vendetta solo a un meschino desiderio di rivalsa, significa non vedere in essi tentativi che, per quanto difettosi, mirano già alla giustizia”. E Mathieu era un filosofo cattolico. Gli esecratori del brutto, evidentemente brutto, pestaggio del Quarticciolo, sappiano di essere soprattutto hegeliani. Anni fa Carlo Nordio ricordò che i fortissimi limiti all’autodifesa contenuti nel nostro codice penale sono stati inseriti nel 1930 per assicurare allo Stato (lo Stato etico di Hegel) il monopolio della violenza. Da Vincenzo Manzini e Alfredo Rocco: giuristi fascisti e dunque hegeliani, o forse hegeliani e dunque fascisti.
Assolutamente senza forse (retorico): idealisti, provincia della provincia tedesca che assieme al liberalismo traviato di Croce, han mandato completamente fuori strada il "moderatismo laico" in Italì, tenendolo cinquant'anni indietro; via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2023/09/09/news/non-si-creda-tanto-santo-chi-esecra-il-brutto-pestaggio-del-quarticciolo-5659578/
Chissà perché rilancio sempre più frequentemente e sempre più volentieri gli articoli di CAMILLO LANGONE: ma perché il suo è normale buon senso, spiegato con quel garbo ed eleganza che la cultura vera non i salotti ti dà; elegante ma diretto dirompente spiazzante senza sconti; nel panorama di penoso pensiero debole diffuso oggi, diviene manifesto di autentica ANTROPOLOGICA SUPERIORITA'.
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In un sistema penale già gravato da sanzioni penali che spiccano per la severità sanzionatoria, legato del modello valoriale che ispirò il Codice Rocco, il legislatore oggi ritiene che quell’impianto debba esser lardellato con, da un lato, la creazione di nuove ipotesi di reato e, dall’altro lato, inasprendo le sanzioni per alcuni fatti già previsti e puniti come reato.
Nulla di nuovo: si tratta del vecchio mantra del legislatore penale che vanta secolare applicazione: consenso o repressione.
La genesi di un simile intervento sarebbe rinvenibile nell’allarme sociale che le cronache registrerebbero. Da qui la domanda sociale di un intervento, quale che sia.
E’ la classica risposta attribuita alla funzione simbolico espressiva della normazione penale, esempio evidente di populismo applicato al diritto penale. Già vista all’opera troppe volte per poter dire di esser stupiti. Il suo meccanismo è tanto semplice quanto tecnicamente rozzo: si parte sempre da qualche fatto di cronaca, opportunamente veicolato dagli organi di informazione sempre attentissimi a stringere l’angolo della inquadratura in cerca della suggestione che solo la pornografia del dolore o della disperazione sanno descrivere con magnificazione voyeuristica del dettaglio. Da qui la volontà di fornire qualche risposta, per dimostrare che questa volta la politica non è sorda o cieca. E così si appronta per le stampe sulla Gazzetta Ufficiale un nuovo provvedimento che, ovviamente, non si cura di rimediare alle cause ma si concentra sulle conseguenze. Non si cura la febbre, si comprano nuove pezze per la fronte e nuovi termometri e si aprono più facilmente le corsie di quel surrogato degli ospedali sociali che son le carceri, per chi vi deve entrare, e si serrano le stesse porte in uscita per chi potrebbe uscirne.
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Recensione "Codice Infranto" di Fabrizio Valenza
Rocco Costanzo, Angelo Tiraboschi e Gustavo Nicolis sono insegnanti e colleghi presso una scuola di Verona. Nascondono un segreto tremendo: tutti e tre hanno commesso tremendi delitti proteggendosi con un codice di comportamento creato appositamente. Ma quando una domenica pomeriggio Angelo Tiraboschi infrange le regole per soddisfare i propri istinti, uccidendo un ragazzo che si prostituiva, il…
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Antimafia, Colosimo: «Alle elezioni amministrative 32 impresentabili»
Antimafia, Colosimo: «Alle elezioni amministrative 32 impresentabili». Per la Commissione Antimafia sono 32 i candidati impresentabili alle prossime elezioni amministrative. Oltre a loro, la Commissione ha segnalato anche la presenza di 13 nomi nelle liste che hanno già ricoperto il ruolo di sindaco o di componente della giunta in sette comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. A comunicare i nomi è stata la presidente della Commissione Chiara Colosimo, nel corso dell'audizione a Palazzo San Macuto. La Direzione nazionale antimafia aveva segnalato 71 nomi. Tuttavia, di questi, sono in totale 45 quelli che sono stati ritenuti dalla commissione in "conflitto" con il codice. Tra questi figurano 3 esponenti di Fratelli d'Italia: Sabatino Andreelli, candidato per il comune di Pescara e con un procedimento per accesso abusivo ad un sistema informatico; Luigi De Nittis, candidato al comune di Bari e accusato di bancarotta fraudolenta; Antonio Di Giuseppe, anche lui candidato al comune di Potenza, con un procedimento per autoriciclaggio e con la prossima udienza fissata per il 28 giugno prossimo. Tra i nomi comunicati dalla commissione, inoltre, figura anche un esponente di Forza Italia: Palmiro Ruggiero, candidato al comune di Vibo Valentia, per cui risulta emessa una sentenza di condanna per bancarotta fraudolenta. E anche Andrea Giudo, candidato al comune di Lecce per la lista "UDC - Puglia Popolare", con un procedimento per corruzione. Infine, per quanto riguarda i 13 candidati in violazione del codice nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, si tratta di: Fabio Ramundo, assessore al comune di Neviano; Rocco Luglio, sindaco del comune di Portigliola e Domenico Musolino, assessore nello stesso comune; Luigi Cirillo, assessore del comune di Torre Annunziata; Emanuele Pio Losapio, sindaco del comune di Trinitapoli, insieme a Francesco Di Natale, vicesindaco, e Maria Michela Montuori, assessora; Tommaso Andreoli, assessore del comune di San Giuseppe Vesuviano, insieme agli assessori Silvia Annunziata, Enrico Ghirelli, Marica Miranda e Nunzio Zurino.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Nello studio della legislazione antiebraica italiana, una delle questioni più dibattute è l’individuazione delle ragioni che hanno portato alla sua
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Fuori legge: a proposito del 41 bis - Carmilla on line
Tracciare la storia del 41 Bis, a partire dall’originario codice Rocco e dalle leggi speciali varate negli anni settanta per far fronte alle lotte diffuse e alle pratica della lotta armata, significa perciò indagare lo sviluppo di pratiche inquisitoriali che hanno progressivamente cercato non soltanto di annullare la personalità e l’individualità del detenuto, ma di sostituirla con un’altra, «plasmata allo scopo di servire la causa dei torturatori» (p.57).
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Censura politicamente corretta
Dopo che il parlamento europeo ha messo sullo stesso piano nazismo e comunismo dove quest’ultimo era il vero bersaglio della questione, il mondo dei benpensanti liberisti di casa nostra ha prodotto una sua versione del controllo delle opinioni visto che il Senato ha votato a maggioranza per l’istituzione di una commissione contro “odio, razzismo e antisemitismo” proposto dalla senatrice Liliana…
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Comunicato Sezione ANPI "Lenuccia", Napoli
Il Senato ha approvato il disegno di legge governativo in tema di sanzioni per la distruzione o il deturpamento di beni culturali o paesaggistici (il cosiddetto ddl Eco-vandali, n.693). Si mettono così in discussione la libertà di assemblea e di protesta pacifica, fino a questo momento garantite dal nostro ordinamento e tutelate comunque a tutti i livelli, internazionali, regionali ed europei,…
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regaaaa si può firmare online per il referendum sull’eutanasia !
#un servizio pubblico che neanche la rai#e modifichiamolo questo codice rocco di epoca f*scista#che poi ok non è la proposta di legge sull’eutanasia ma lo sappiamo che in questo paese andiamo avanti a mezzi passetti alla volta#e serve anche questo !#ci vuole lo spid (ma ci sono anche altre modalità di firma digitale) ma è una cazzata !
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“ Quella domenica del carcere, se fosse venuto il procuratore per la rivolta contro il prete, avremmo potuto fargli sentire il codice del pazzo cavalier Carritelli, sicuri che avrebbe riso. Articolo 1: È proibito condannare innocenti. Il procuratore: «Perché?». Carritelli: «Perché io sono in carcere e sono innocente». Il procuratore e noi a ridere e Carritelli a dire: «Sono innocente io con tutti i miei colleghi». Articolo 2: Non arrestare mai donne. «Perché puoi chiudere tutti gli uomini, meno uno, quell’uno basta per tutte le donne; ma se arresti una donna, come fa a far figli? L’umanità se ne muore.» Articolo 3: È vietato cavalcare porci. «Perché il porco si getta per terra dove c’è acqua e fango e tu cadi, ti fai male e ti sporchi l’abito.» Articolo 4: Non fumare mai all’aperto. «Perché all’aria il fumo se ne scappa, dentro resta e anche chi non ha sigarette può fumare.» Articolo 5: Le banche sono abolite. «Perché ci sono molti disoccupati e gente che muore di fame senza soldi. I soldi che non hanno i disoccupati e la gente che muore di fame li tengono chiusi nelle banche, perciò le banche si devono aprire e abolire.» Noi avremmo battute le mani e il procuratore sarebbe andato correndo a dire alla moglie e agli amici il codice del cavaliere. Perché era domenica. Ma Carritelli aveva avuto uno scoppio di nervi, non era uscito a sentire la messa, dicevano i suoi compagni della quarta che da due giorni passeggiava sulla branda avanti e indietro, notte e giorno, si affacciava alla finestra e gridava: «O pasta asciutta bella, ti desidero veder!». “
Rocco Scotellaro, L' uva puttanella-Contadini del Sud, Laterza (collana Universale, n° 4; prefazione di Carlo Levi), 1977⁴, p. 110.
[Prime Edizioni originali, postume: Laterza (collana Libri del tempo), 1956-1954]
#Rocco Scotellaro#L' uva puttanella#antifascismo#Carlo Levi#narratori italiani del XX secolo#letture#libri#narrativa#Sud#Italia meridionale#Lucania#Basilicata#leggere#umorismo#letteratura italiana del '900#poeti#citazioni letterarie#carcere#romanzo autobiografico#anarchici#socialismo#Mezzogiorno#intellettuali italiani del XX secolo#meridionalismo#reclusione#intellettuali meridionali#Mezzogiorno d'Italia#domenica#fame#disoccupazione
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IL SIGNORE DELLE FORMICHE
“Il signore delle formiche” in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è l’ultimo film di Gianni Amelio, liberamente tratto da una oscura vicenda italiana. È inutile nascondere che il titolo “Il signore delle formiche” è vagamente fuorviante, quantomeno rispetto al vero tema trattato, e il pensiero (almeno quello di chi scrive), corre immediatamente a un altro grande film, “Il signore delle mosche” diretto da Peter Brook e tratto dal romanzo di William Golding. Invece, come si è detto il film di Gianni Amelio, tratta di tutt’altra questione e le formiche sono solo il passatempo scientifico-sociologico di Aldo Braibanti, mirmecologo un po’ per diletto, drammaturgo e poeta italiano, a dire il vero non molto considerato, che nel 1965 venne accusato di aver plagiato e sottomesso sessualmente un allievo, Ettore (per altro maggiorenne e consenziente). Quel che colpisce (almeno colpisce me), è che i fatti non risalgono alla notte dei tempi, ma alla metà degli anni Sessanta, quando io andavo a scuola e poco prima che l’uomo mettesse piede sulla luna. Il racconto cinematografico ha, sul tema omofobico, un po’ lo stesso impatto che ebbe “Green Book” su quello razzista: sono fatti impensabili avvenuti nel tempo della gioventù di molti di noi e non in remoti ed oscuri secoli passati. A cercare di difendere il malcapitato Braibanti solo un coraggioso giornalista, Ennio Scribani de “L’Unità” allora organo del Partito Comunista Italiano che tuttavia, qualche imbarazzo verso la “pederastia”, come allora comunemente veniva chiamata l’omosessualità, lo nutriva e lo dimostrò con l’allontanamento del giornalista dal quotidiano, se non caldeggiato, quanto meno non ostacolato dall’allora direttore Maurizio Ferrara. Va detto tuttavia e purtroppo nel film non se ne fa cenno, che il giornale comunista qualche anno dopo, nel 1968, difese a spada tratta Braibanti dalla infamanti accuse che gli mosse la giustizia italiana modellata sul Codice Rocco. Il film di Gianni Amelio è crudo e raffinato al tempo stesso, con una fotografia quasi bertolucciana costruito su ritmi pacati pur nella convulsione degli accadimenti. È il classico film che vuole tentare di scuotere le coscienze e che smuove i sentimenti, sia per la palese ingiustizia subita dalle vittime (ricordiamo che anche Ettore magistralmente interpretato dall’esordiente Leonardo Maltese, viene considerato un malato psichico e sottoposto all’elettroshock), sia per la tenerezza e la compassione che suscita nei confronti della coppia. Da vedere? Naturalmente da vedere per poetica e messaggio, ma soprattutto da non dimenticare troppo in fretta.
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Le bestemmie sono illegali? Le bestemmie italiane più diffuse accostano l’epiteto “porco”, “cane” o “boia” al nome della divinità che si vuole ingiuriare: ma ce ne sono molti altri, di epiteti, che dipendono dai dialetti e dalle consuetudini locali e in molte regioni funzionano come un intercalare, con percezioni, reazioni e abitudini molto diverse. In alcuni paesi del mondo bestemmiare non è un reato, in altri è punibile con la pena di morte; in alcuni la legislazione parla esplicitamente di bestemmie, in altri di “insulti religiosi” o di blasfemia. In Italia chi bestemmia vìola una legge dello Stato e può dunque essere punito: ci sono però dei requisiti perché la bestemmia possa essere riconosciuta come tale. (...) La legge in Italia Nell’ordinamento giuridico italiano la bestemmia è rimasta un reato per molto tempo, inserita nella sezione del codice penale che si occupa delle contravvenzioni «concernenti la polizia dei costumi». L’articolo 724 del codice Rocco del 1930 prevedeva però che la bestemmia fosse un reato solo se riferito alla religione cattolica: per le altre religioni si parlava semplicemente di turpiloquio. La legge prevedeva anche che le offese contro tutte le figure venerate dal cattolicesimo – e solo dal cattolicesimo – fossero considerate bestemmia. E diceva: «Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità o Simboli o le Persone venerate nella religione dello Stato è punito con l’ammenda da lire ventimila a seicentomila». La legge includeva tra le bestemmie anche le pubbliche manifestazioni oltraggiose verso i defunti. Nel 1984, quando al governo c’era Bettino Craxi, venne firmato il nuovo Concordato tra Stato e Chiesa che prevedeva, tra le altre cose, l’abolizione della clausola che riconosceva alla religione cattolica la condizione di religione di Stato. L’intervento dei legislatori per adeguare l’articolo 724 alla nuova situazione tardò però ad arrivare, così nel 1995 intervenne la Corte Costituzionale con la sentenza n. 440 che dichiarò illegittimo il riferimento alla frase «i Simboli o le Persone venerate nella religione dello Stato», mantenendo invece solo il riferimento alla “Divinità”, che comprendeva genericamente anche le altre religioni. Nel 1999, quando al governo c’era Massimo D’Alema, la bestemmia venne depenalizzata e trasformata in un illecito amministrativo: le parole «Alla stessa pena soggiace chi» vennero sostituite con la frase «La stessa sanzione si applica a chi». Per la Madonna e i santi non vale Ma nello specifico e per legge, però, cosa si intende per bestemmia? Si intende l’offesa pronunciata pubblicamente – dunque in un luogo pubblico o aperto al pubblico, e davanti a testimoni – al dio della religione cattolica e agli dei di ogni credo, ma anche l’oltraggio contro i defunti. La Madonna della religione cattolica non è in alcun modo citata dalla legge, quindi l’oltraggio alla Madonna a termini di legge non è una bestemmia e non è perseguibile. Nel 1996, la Pretura di Avezzano assolse per esempio un uomo che era stato denunciato per avere bestemmiato contro Dio e contro la Madonna. La prima bestemmia cadde in prescrizione, la seconda non venne considerata poiché la Madonna, diceva la sentenza, «è per la religione cattolica persona venerata, strettamente collegata alla divinità come madre di Dio, ma non confondibile con essa». Insomma, l’apertura della bestemmia ad altre religioni e l’uso della parola generica “divinità” hanno escluso una serie di figure oggetto di culto nel cattolicesimo: oltre alla Madonna, anche i santi e le sante. Che cosa si può fare, dunque, a termini di legge È legale bestemmiare la Madonna, i santi e le sante, sia pubblicamente che in privato. È legale bestemmiare ciò che è considerato “divino” dal cattolicesimo, dalle altre religioni e i defunti soltanto a casa propria o in un luogo privato. Che cosa non si può fare, a termini di legge È illegale bestemmiare ciò che è considerato “divino” dal cattolicesimo, dalle altre religioni o i defunti in un luogo pubblico o aperto al pubblico, e davanti a dei testimoni. Per la legge, il fatto che in certi ambienti bestemmiare possa essere una consuetudine culturale è irrilevante. Se si bestemmia, se si viene denunciati e poi condannati, la sanzione va da 51 a 309 euro. Tutto questo si applica anche ai social network, che la giurisprudenza considera dei luoghi pubblici: è del 2017 una delle condanne più recenti. (...) Il Post
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Bologna, picchia la compagna e prende a pugni la porta dove si era rifugiata. Arrestato 30enne marocchino
Bologna, picchia la compagna e prende a pugni la porta dove si era rifugiata. Arrestato 30enne marocchino. I Carabinieri della Tenenza di Medicina (Bologna) hanno arrestato un 30enne marocchino per maltrattamenti contro familiari o conviventi. È successo nella notte, quando i Carabinieri della Centrale Operativa di Imola hanno ricevuto la richiesta d'aiuto di un cittadino, preoccupato dalle urla e dalle richieste d'aiuto che aveva udito da un appartamento condominiale. Appresa la notizia, i Carabinieri si sono diretti sul posto e quando si sono presentati al portone di casa, sono stati accolti da una ragazza sulla ventina che stava piangendo. Tranquillizzata dai militari, la giovane ha riferito che il compagno, colto da un raptus di gelosia notturna, dopo averla picchiata e spinta a terra, aveva preso a pugni la porta della camera, dove la malcapitata e la madre di quest'ultima, convivente, si erano rifugiate per sfuggire all'attacco del 30enne. Questi, resosi conto che stavano arrivando i Carabinieri, ha tentato la fuga, ma senza successo ed è stato arrestato poco dopo. Ferito sulla mano utilizzata per sfondare la porta, il 30enne è stato medicato dai sanitari del 118, chiamati dai Carabinieri. Anche la ragazza è stata soccorsa, ma si è rifiutata di andare in ospedale. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna che ha attivato il "codice rosso" per tutelare la vittima, il 30enne arrestato dai Carabinieri, è stato tradotto presso la Casa circondariale – Rocco D'amato di Bologna.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il nostro 25 Aprile è diverso - Osservatorio Repressione
Da decenni ormai il 25 Aprile si divide tra qualche pranzo rituale e le manifestazioni ufficiali, in poche città eventi alternativi tra cortei e presidi o momenti di contestazione rivolti a politici non proprio coerenti con i dettami antifascisti e della Costituzione.
Panorama a dir poco desolante, soprattutto i pranzi rituali nei circoli Arci (non ce ne vogliano i circoli e gli organizzatori ai quali va riconosciuto il merito di dedicare tempo libero a eventi collettivi), biciclettate o camminate (meteo permettendo) ma quest’anno abbiamo perso una grande occasione, quella di costruire dei momenti di discussione attorno alle due guerre, quella che si combatte in Ucraina e il conflitto condotto contro i lavoratori, le lavoratrici e le classi sociali meno abbienti in nome dell’economia di guerra.
E, volenti o no, anche gli eventi rituali hanno allontanato questa opportunità come se il 25 Aprile fosse solo una data di memoria da non attualizzare nel presente, anzi è proprio l’attualizzazione che fa paura a sinistra.
La presa di posizione dell’ Anpi è stata coraggiosa pur anche con quale scivolone (non c’è bisogno di condannare, come fa Pagliarulo, la censura stalinista basterebbe guardare al silenzio dei media occidentali verso l’estradizione di Assange per coniare un nuovo termine , più moderno e appropriato: la dittatura mediatica mainstream), contro l’Anpi è in corso una campagna denigratoria (si veda a tal riguardo l’articolo di Davide Conti di qualche giorno fa su Il Manifesto) ma anche l’Anpi ha le sue responsabilità prima tra tutte avere fatto da stampella per decenni a quel centro sinistra che la Costituzione ha stravolto con il pareggio di Bilancio.
La verità taciuta è scomoda, a sinistra è partito il revisionismo storico, dallo sdoganamento dei Ragazzi di Salò a una vasta pubblicistica di memorie spesso oggetto di parziali ricostruzioni.
Non si capisce cosa sia accaduto dopo il 1945 se non si guarda all’amnistia Togliatti, all’uso fatto di questa sorta di libera tutti che ha permesso ad esponenti di primo piano del Fascismo di riciclarsi nella Italia repubblicana. Ricordiamo quando Sandro Pertini interrogava in Parlamento De Gasperi sui tanti processi a carico dei partigiani, sulle sentenze che assolvevano i torturatori fascisti riammettendoli nei loro incarichi, potremmo menzionare Carlo Levi con il suo romanzo l’Orologio che descriveva lo sconcerto degli antifascisti e dei partigiani che si ritrovavano, nell’Italia repubblicana, i dirigenti ministeriali e delle forze dell’ordine dell’epoca fascista.
Quella amnistia venne approvata in nome della pacificazione ma fu anche gestita in modo assai contraddittorio e l’Italia ha perso l’occasione per fare i conti con il suo passato fascista, ha lasciato al suo posto il Codice Rocco poi rafforzato dalle legislazioni d’emergenza e oggi ci ritroviamo un utilizzo improprio dello stato di Emergenza, dalla pandemia alla guerra.
Ha ragioni da vendere Mimmo Franzinelli (da cui dissentiamo sulla analisi della guerra in Ucraina) quando scrive (Il fascismo è finito il 25 Aprile 1945 editore Laterza 2022) quando parla di sedimenti fascisti ereditati dalla Italia repubblicana o quando critica i giudici formatisi sotto il fascismo e alla dipendenze dello stesso chiamati a giudicare sui fatti commessi nei 20 anni del Regime. Dovremmo leggere molte delle sentenze di assoluzione dei fascisti e confrontarle con il carcere che continuò ad ospitare molti antifascisti dopo il 1945 per reati commessi nello svolgimento delle loro attività di oppositori a Mussolini.
Analogo discorso andrebbe fatto per il Colonialismo italiano, gli Italiani brava gente assolti e mai portati sui banchi del Tribunale nonostante esistessero documenti inappuntabili a testimoniare gli eccidi nei paesi occupati.
Non si fa i conti con la storia attraverso le omissioni e le eredità fasciste nell’Italia repubblicana sono innumerevoli, quella Amnistia è stata funzionale ad una rimozione di massa del fascismo e alla riabilitazione dei quadri amministrativi che la Italia repubblicana eredità dal ventennio mentre al contempo cacciava dalle forze dell’ordine gli antifascisti.
Se oggi in Italia, a sinistra, si mette in discussione l’art 11 della Costituzione, dovremmo chiederci perchè da decenni l’Italia partecipa alle guerre Usa e Nato e per farlo occorre guardare alla storia recente e agli scenari futuri della Bussola europea.
Per altri il 25 Aprile avviene con la celebrazione del ruolo della Nato o del fin troppo taciuto metodo Giakarta nel nome del quale sono stati uccisi milioni di persone nei paesi che si ribellavano agli Usa e alla loro pretesa di controllare il Globo.
Il nostro 25 Aprile è quindi diverso perchè vuole guardare al rimosso, alle pagine della storia occultate, alla continuità tra fascismo e Italia repubblicana, alla riabilitazione di tanti nazi fascisti avvenuta in funzione anti comunista.
E senza questa premessa non si capisce perchè oggi qualcuno celebra la Nato e ritiene l’Alleanza Atlantica paladina della pace.
Allo stesso tempo urge fare i conti con la guerra, alla economia di guerra con l’attacco spietato alle classi subalterne, ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici da decenni sotto attacco come dimostra la debacle dei diritti sociali, la perdita del potere di acquisto e di contrattazione.
E qui entra in gioco un altro antifascismo, quello che individuava nel fascismo non solo una espressione del totalitarismo ma lo strumento con cui sono stati attaccate le istanze delle classi subalterne.
E l’antifascismo di classe la vittima sacrificale della rimozione dei fatti storici e della esaltazione della Nato oggi.
Federico Giusti

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