#autoefficacia
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Qual'é la cosa di voi di cui andate più fierɜ o che avete fatto che vi rende fierɜ?
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Beth Harmon
Ho passato la mia vita dubitando delle mie capacità, screditandomi e concedendo agli altri le mie vittorie. Non ho mai seguito una costanza nella disciplina, solo nella mia insofferente autodistruzione. Il finale della Regina degli Scacchi risuona nelle mie orecchie come un monito, non di eccellenza ma di autoefficacia. Quando lei ha creduto veramente di potercela fare da sola, senza i suoi metodi alternativi che toglievano la convinzione nel suo talento, solo quando si è trovata di fronte all'ostacolo più grande lei ha sfoderato ciò che ha dentro veramente. Quel soffitto così vasto e pieno di possibilità. Ha nella sua mente tutto ciò di cui ha veramente bisogno, talento, determinazione, ferocia e soprattutto alla fine anche autostima. Certo, l'aiuto degli altri è fondamentale. L'umiltà di accoglierlo però non è da tutti. Devo dire che questa miniserie mi ha colpito davvero nel profondo. Il senso di perdita, di smarrimento, di mancanza di protezione da parte delle persone che avrebbero dovuto, e infine l'aiuto delle persone più inaspettate. Certo che ogni sua azione masochista, distruttiva, dannosa e irriverente la rendono ai miei occhi più umana e imperfetta, più simile a me nella sua fragilità e follia. Il dubbio di aver distrutto ogni dono della sua mente, il feroce vuoto dentro di lei e la possibilità di cambiare e perseverare nei suoi obiettivi. Io non ho aspirazioni così gravi come quella di essere il migliore a livello globale. Le mie aspirazioni sono più modeste ma affronto le mie sfide allo stesso modo. Lampi di intuizione, improvvisa irrequietezza e periodi di ozio e suicidio dell'animo. Non ho mai visto questi con mio affine senso di sconfitta riuscire a vincere e soggiogare i propri demoni e vizi tanto come ci è riuscita lei. Ammiro questo personaggio e tutti coloro che vi si rivedono.
#regina degli scacchi#queens gambit#queen's gambit#la regina degli scacchi#chess#fictional chess#my thought#i miei pensieri#autodistruzione#autodisciplina#beth harmon#elisabeth harmon#diario#scrittura#pensieri#the queen's gambit
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LIBERA TE STESSO: AFFRONTA IL DISAGIO E VIVI ESPERIENZE NUOVE❗️
Esplorando il Disagio nel Conoscere Persone Nuove: Aspetti Psicologici e Strategie di Gestione
L'incontro con persone nuove può essere fonte di eccitazione per alcuni, ma per altri, può generare un profondo disagio psicologico. Scopriamo insieme come affrontare ansie e timori legati alla novità, esplorando aspetti della psicologia e strategie pratiche.
Il Disagio nell'Incontro con l'Ignoto: Un'Analisi Psicologica Profonda
Le dinamiche psicologiche dell'incontro sociale sono intrinsecamente legate alle emozioni e alle aspettative che accompagnano tale esperienza. Esploriamo queste dinamiche in dettaglio:
Ansia Sociale e Timore dell'Impressionare:
Emozioni: Molte persone sperimentano ansia sociale quando si avvicinano a nuove interazioni. Il timore di essere giudicati, l'insicurezza sulle proprie capacità sociali e la preoccupazione di impressionare possono scatenare un mix di emozioni negative.
Aspettative: Le aspettative di essere accettati e apprezzati possono aumentare la pressione sociale. Le persone spesso si pongono standard elevati per sé stesse, generando aspettative che, se non soddisfatte, possono contribuire al disagio.
Aspettative Sociali e Conformità:
Emozioni: La pressione per conformarsi alle aspettative sociali può suscitare emozioni di disagio e tensione. La paura di deviare dalla norma sociale può influenzare il modo in cui ci presentiamo agli altri.
Aspettative: Le aspettative culturali, sociali e personali influenzano il comportamento durante gli incontri. Ci aspettiamo di seguire determinate norme comportamentali, e la deviazione da queste norme può generare ansia.
Esperienze Passate e Preconcetti:
Emozioni: Le esperienze passate con incontri sociali, positive o negative, modellano le emozioni associate a nuove interazioni. Preconcetti basati su esperienze passate possono influenzare la percezione degli altri.
Aspettative: Le aspettative derivate da esperienze passate possono creare filtri attraverso i quali interpretiamo i nuovi incontri. Questi preconcetti possono contribuire al mantenimento del disagio.
Autovalutazione e Autoefficacia Sociale:
Emozioni: La percezione della propria autoefficacia sociale, cioè la fiducia nelle proprie capacità sociali, influisce sulle emozioni. Un'elevata autovalutazione può generare fiducia, mentre una bassa autovalutazione può portare a sentimenti di inadeguatezza.
Aspettative: Le aspettative riguardo alla propria capacità di gestire interazioni sociali determinano in che modo affrontiamo gli incontri. Le persone con elevate aspettative possono sentirsi deluse se non raggiungono i loro standard.
Dinamiche di Gruppo e Pressioni Sociali:
Emozioni: Gli incontri di gruppo possono suscitare emozioni complesse, tra cui il desiderio di appartenenza, la paura dell'esclusione e la competizione sociale. Le dinamiche di gruppo influenzano il modo in cui ci percepiamo nel contesto sociale.
Aspettative: Le aspettative all'interno di un gruppo possono variare, ma la tendenza a conformarsi alle dinamiche di gruppo è comune. Ci aspettiamo di essere accettati dal gruppo, e questo influenza le nostre azioni e le nostre reazioni.
Comprendere queste dinamiche psicologiche può essere il primo passo per gestire in modo più consapevole le emozioni e le aspettative associate agli incontri sociali.
Strategie Psicologiche per Affrontare l'Ansia Sociale: Dall'Evitare all'Approcciarsi Gradualmente
Affrontare l'ansia sociale richiede un approccio psicologico olistico che consideri le emozioni, le aspettative e le abitudini comportamentali. Ecco alcune strategie psicologiche per gestire l'ansia sociale, dalla fase di evitamento a quella di avvicinamento graduale:
Riconoscimento e Consapevolezza:
Emozioni: Riconoscere e accettare le emozioni associate all'ansia sociale è il primo passo. La consapevolezza di ciò che si prova permette di affrontare il problema in modo più diretto.
Aspettative: Valutare le aspettative irrealistiche e sfidare i pensieri negativi può ridurre la pressione associata agli incontri sociali.
Evitamento Controllato:
Emozioni: Inizialmente, evitare situazioni sociali intense può ridurre l'ansia. Tuttavia, è importante farlo in modo controllato, evitando un evitamento totale che potrebbe rinforzare l'ansia nel lungo termine.
Aspettative: Stabilire obiettivi realistici per partecipare a situazioni sociali meno minacciose può aiutare a creare una base per il progresso.
Visualizzazione Positiva:
Emozioni: Utilizzare la visualizzazione positiva può aiutare a modificare le emozioni associate agli incontri sociali. Immaginare scenari positivi e di successo può influenzare positivamente l'umore.
Aspettative: Questa tecnica può contribuire a creare aspettative più ottimistiche riguardo agli incontri sociali.
Affrontare Gradualmente le Paure:
Emozioni: Gradualmente avvicinarsi alle situazioni temute consente al corpo di abituarsi progressivamente, riducendo l'intensità dell'ansia.
Aspettative: L'obiettivo è modificare le aspettative, dimostrando a se stessi che è possibile affrontare situazioni sociali senza che si verifichino le catastrofi immaginate.
Esposizione Sistematica:
Emozioni: Questa tecnica coinvolge l'esposizione graduale a situazioni sociali temute. Inizia con sfide più piccole e aumenta progressivamente la complessità delle interazioni.
Aspettative: Modifica le aspettative attraverso l'esperienza diretta, dimostrando che le situazioni sociali non sono così minacciose come immaginate.
Abilità Sociali e Comunicazione Efficace:
Emozioni: Imparare e praticare abilità sociali migliora la fiducia in se stessi e riduce l'ansia legata all'interazione sociale.
Aspettative: Aumentare la competenza nelle interazioni sociali può modificare le aspettative riguardo a quanto bene si può gestire una situazione sociale.
Supporto Sociale e Terapia:
Emozioni: Avere un supporto sociale solido può ridurre l'ansia sociale. Condividere le proprie preoccupazioni con gli altri può alleggerire il peso emotivo.
Aspettative: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può essere efficace nel modificare i modelli di pensiero disfunzionali associati all'ansia sociale.
Mindfulness e Respirazione Consapevole:
Emozioni: La pratica della mindfulness e della respirazione consapevole può aiutare a gestire l'ansia in situazioni sociali, focalizzando l'attenzione sul momento presente.
Aspettative: Queste pratiche possono contribuire a stabilizzare le aspettative, permettendo una visione più equilibrata delle situazioni sociali.
Integrare queste strategie in un approccio globale può essere efficace nel gestire l'ansia sociale e migliorare la qualità delle interazioni sociali. La consulenza di uno psicologo può essere preziosa per adattare queste strategie alle esigenze individuali.
Libera Te Stesso: Affronta il Disagio e Vivi Esperienze Nuove!
"Se il disagio nel conoscere persone nuove sta limitando la tua vita, è il momento di agire. Scopri il potenziale di superare le tue paure, abbracciare l'ignoto e connetterti con il mondo che ti circonda. Clicca ora per iniziare il tuo viaggio verso una nuova prospettiva di vita❗️"
Tito Bisson
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"The importance of decision-making self-efficacy: Making decisions for your own happiness"
https://www.mentaltale.com/2024/04/01/l-importanza-dell-autoefficacia-decisionale-prendere-decisioni-per-la-propria-felicit%C3%A0/
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Come creare un'immagine professionale online
Creare un'immagine professionale online è diventato sempre più importante al giorno d'oggi, in un mondo in cui l'esposizione è sempre massima e siamo continuamente visibili in almeno un profilo social. Dovremmo tutti sentire la necessità di imparare a gestirla in maniera adeguata e a darle la giusta attenzione. L'immagine personale è qualcosa di esteriore ma non solo. Non fate l'errore di relegarla ad un ruolo puramente estetico e superficiale, poiché essa arriva ad avere influenze importanti su voi stessi, sulla percezione delle vostre stesse capacità, sul vostro senso di autoefficacia e sulla vostra sicurezza. L'immagine, può influenzare di conseguenza anche il modo in cui gli altri ci vedono, percepiscono e considerano.Ecco alcune strategie pratiche per creare un'immagine professionale online: - Definire il proprio brand personale Definire il proprio brand personale è il primo passo per creare un'immagine professionale online. Ciò significa identificare i propri valori, le proprie competenze e le proprie esperienze lavorative. In questo modo, si può creare un'immagine coerente e autentica che rappresenti la propria personalità e il proprio stile. - Creare un profilo professionale sui social media Creare un profilo professionale sui social media è un modo efficace per creare un'immagine professionale online. Ciò significa creare un profilo che rappresenti il proprio brand personale e che sia coerente con la propria immagine professionale. Inoltre, è importante utilizzare i social media in modo strategico per promuovere il proprio brand personale e le proprie competenze. - Creare un sito web personale Creare un sito web personale è un modo efficace per creare un'immagine professionale online. Ciò significa creare un sito web che rappresenti il proprio brand personale e che sia coerente con la propria immagine professionale. Inoltre, è importante utilizzare il sito web per promuovere il proprio brand personale e le proprie competenze. - Utilizzare LinkedIn LinkedIn è un social network professionale che può aiutare a creare un'immagine professionale online. Ciò significa creare un profilo LinkedIn che rappresenti il proprio brand personale e che sia coerente con la propria immagine professionale. E' importante utilizzare LinkedIn in modo strategico per promuovere il proprio brand personale e le proprie competenze. - Creare contenuti di valore Creare contenuti di valore è un modo efficace per creare un'immagine professionale online. Ciò significa creare contenuti che siano utili e interessanti per il proprio pubblico di riferimento. In questo modo, si può dimostrare la propria competenza e la propria esperienza nel proprio settore di riferimento. - Partecipare a eventi di networking Partecipare a eventi di networking è un modo efficace per creare un'immagine professionale online. Ciò significa partecipare a eventi di networking che siano coerenti con il proprio brand personale e che permettano di incontrare persone che lavorano nel proprio settore di riferimento. In questo modo, si può creare una rete di contatti professionale che può aiutare a promuovere il proprio brand personale e le proprie competenze. Read the full article
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MINDSET DINAMICO.
1° KAIZEN: KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore).
2° CONOSCI TE STESSO, Flusso
3° ENTUSIASMO, Grinta.
4° CHIAREZZA, Obiettivi.
5° FEDE, Credici.
6° AUTOEFFICACIA.
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Il senso di inadeguatezza che ho interiorizzato nella mia prima vita, mi portava a ricercare sempre conferme negli altri, e a svalutare sempre in fondo i miei risultati. Oggi superando questi limiti sabotanti di me, con tenacia, pazienza e impegno nei confronti di me stesso nei diversi settori della mia vita, col supporto della psicoterapia e con l'enorme potenza del counseling, sono diventato io il mio primo sparring partner di allenamento nella Mia vita, e sono io la misura dei miei risultati. Certo con la presenza importante del mio compagno e di mia figlia e di tante altre persone amiche e vicine e con le reti di volontariato attivo del movimento come Rete Genitori Rainbow, ma fondamentalmente con la grande determinazione di essere io il primo a impegnarmi per il mio benessere e a sapermi anche apprezzare e aiutare me stesso al meglio senza svalutarmi !! Sono passaggi impegnativi ma se ce l'ho fatta io, penso che possano farcela tutti. #training #lifecoach #counseling #workout #risorse #yesican #salute #autostima #autoefficacia #helpyourself #automutuoaiuto (presso Io, ingegnere della mia felicità) https://www.instagram.com/p/CWQjONvKimx/?utm_medium=tumblr
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Reposted from @pippoprinzy Frasi che uccidono l'autostima... le parole sono importanti! (Follow me if you like & tag your friend if this words can help him/her) #starebeneconsestessi #positivevibes #sorrideresempre #enjoylife #resilienza #orientamento #motivation #motivazione #goalsetting #goalsettingforwinners #resilience #nonmollaremai #autoefficacia #coaching #ottimismo #psicology #psychology #starbeneconsestessi #starbeneconsestessi #starebeneconsestessi #psicologiapositiva #webradionetwork #mcomeemergenti #mentalhealth #musica #musicainternacional #musicaitaliana #mentalhealth #mentalhealthawareness #coaching #coach #ottimismo #selfefficacy #goalsetting #credereinsestessi #mentepositiva @motivation_way_ @_.erfolgsmotivation._ @mindsettati @sorridiesplenderaisempre @psicomotivate_coaching @psicofrases.pe @mentalhealth_.community @mentalhealth._.community @mentalhealth.community @mentalhealth_.community_ @mentalhealth_community__ @mentalhealth._community @mental_health._community @theblitzcommunity @mentalhealth_.community @mentalhealth_icons @healthyplace @healthybarng @healthyplace_official @_.healthyplace._ @healthy_places_in_your_city @healthyplace @psych_today @psychtoday @psych.today @mentedisuccesso @mentepositiva.pe @sanitariamentecoachingsanit @aforistica_mente_ https://www.instagram.com/p/CercKulLWG_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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#motivazione#crescita#Tutordsa#adolescenti#genitori#figli#consulenzapedagogica#società#scuola#autoefficacia https://www.instagram.com/p/Cd0SnQ0MHKV/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Benvenuta #primavera questo è il mio #attocreativo per te! Tecnica mista: tempera, cera, ritagli di cartoncini colorati assemblati con colla vinilica. Il #sole giallo domina, poi #fiori e #farfalle. Sembra Qualcosa di Bambinesco ma è meno banale di quello che sembra. Sviluppa #concentrazione, #pazienza, #motricita' fine e alla fine da un senso di #autoefficacia che fa leva sulla #motivazione. Incoraggiate anche i vostri bimbi A compiere #atticreativi Non hanno finalità estetica ma creativa ed espressiva. Mentre si realizzano si contattano le #emozioni. La prima foto mostra risultato finale; seguono alcune fasi di preparazione.... (presso Casa Mia Forlì) https://www.instagram.com/p/CbWx3w5MjWn/?utm_medium=tumblr
#primavera#attocreativo#sole#fiori#farfalle#concentrazione#pazienza#motricita#autoefficacia#motivazione#atticreativi#emozioni
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📝 LUCI E OMBRE Quelle che quando le identifichi hai talvolta paura di mostrarle, come se il successo fosse disturbante per gli altri. E spesso lo è. E poi quelle che fai di tutto per non renderle palesi a chi ti conosce meno, e dai per scontato che ti fanno rinunciare al fascino con chi ti conosce di più. Le prime e le seconde. Luci e Ombre che si compenetrano ma mai da dissolversi le une nelle altre, perché possono esistere solo insieme e mai annullandosi. Come Sole ☀ e Luna 🌙. Come una faccia della medaglia 🥉 e il suo rovescio. Come il lato tridimensionale di uno sguardo su una spiaggia 🏖 di agosto. Ci vuole una buona porzione di vita per amare le proprie ombre e accorgersi che solo con loro e attraverso loro possiamo accedere alle nostre più preziose risorse. E tu, quanto sai apprezzare entrambe? _____________________________ #luciombre #feliceadesso #piccolibusinesscrescono #counselingdeltuobusiness #worklifebalancecounseling #worklifeintegration #integrazione #vitalavoro #yinyang #autoefficacia #freelancelife #freeyourmind #freelancework #piccolibusiness #percorsoonline (presso Feniglia, Porto Ercole) https://www.instagram.com/p/CDoB9r4IGmj/?igshid=hbvsrmkmissk
#luciombre#feliceadesso#piccolibusinesscrescono#counselingdeltuobusiness#worklifebalancecounseling#worklifeintegration#integrazione#vitalavoro#yinyang#autoefficacia#freelancelife#freeyourmind#freelancework#piccolibusiness#percorsoonline
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Ci sono persone che hanno bisogno di #pianificare il #futuro, altre che riescono a #mettersiingioco pur senza bisogno di pianificare. Dipende, tra le altre cose, anche dalle #capacità di #problemsolving e dal livello di #autostima e #autoefficacia. Anche la variabile #fortuna ha il suo peso. #psicoterapia #claudiatripi (presso Dott.ssa Claudia Tripi - Psicologa Psicoterapeuta) https://www.instagram.com/p/B55ntdIKzJg/?igshid=ilbnf46vl2h
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LA PSICOLOGIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO: ESPLORANDO IL PROFILO DEL MANIPOLATORE PERVERSO
Riconoscere e Affrontare il Narcisismo Patologico nelle Relazioni:
Consigli Pratici
Negli ultimi tempi, il Narcisismo Patologico è diventato un argomento di ampia discussione, grazie all'accesso facilitato alle informazioni tramite internet e ai social media. Questo disturbo, caratteristico della società contemporanea individualista, è oggetto di interesse per psicologi, psichiatri, coach, counsellor e persone comuni che condividono le proprie esperienze.
Tuttavia, è importante notare che il Narcisismo non è necessariamente patologico. Esiste un livello sano di Narcisismo che contribuisce alla crescita individuale, promuovendo autostima, autoefficacia e empatia. Questo articolo si concentra su aspetti pratici legati al Narcisismo Patologico, tralasciando l'approfondimento teorico, facilmente reperibile in letteratura.
In questo articolo, esploreremo:
Chi è il Narcisista Patologico (rispetto a un Narcisista sano).
Come identificarlo.
Come gestire una relazione con un Narcisista Patologico.
Il Narcisismo Patologico vs. il Narcisismo Sano
Il Narcisismo diventa patologico quando comporta danni all'altro e si manifesta attraverso:
Bassa autostima: Il narcisista patologico dipende dall'approvazione esterna per mantenere l'ego, senza di essa sperimenterebbe un grave crollo psicologico.
Megalomania: Questo individuo esagera non solo la propria persona ma anche i propri successi, cercando di apparire superiore agli altri.
Mancanza di empatia: Questa è la caratteristica distintiva rispetto al narcisismo sano. Il narcisista patologico non riconosce o considera le emozioni altrui, causando sofferenza senza rendersene conto.
Incapacità di amare: Questo individuo non sa amare autenticamente; i suoi gesti d'affetto hanno scopi manipolatori e di controllo.
Comportamenti Tipici del Narcisista Patologico
I comportamenti del Narcisista Patologico possono variare ma includono:
Love bombing: Durante la fase iniziale, il narcisista patologico cerca di attrarre la vittima con attenzioni e gesti affettuosi.
Cambiamento di comportamento: Dopo aver conquistato la vittima, il narcisista diventa freddo e distante.
Critiche e manipolazione: Il narcisista utilizza critiche sottili, giudizi e silenzi punitivi per manipolare l'altro.
Tradimenti e bugie: Spesso ricorre alla triangolazione, paragonando l'attuale partner con ex per seminare insicurezze.
Riconquista: Se la vittima cerca di terminare la relazione, il narcisista può cercare di riconquistarla, almeno finché non trova una nuova vittima.
Come Gestire una Relazione con un Narcisista Patologico
Terminare una relazione con un Narcisista Patologico è complesso, poiché spesso sussiste una dipendenza affettiva. È fondamentale mantenere un senso di realtà e cercare il supporto di un professionista per affrontare la situazione.
Altri passi includono:
No contact: Smettere ogni tipo di contatto con il narcisista, inclusi messaggi e social media. Questa scelta deve essere supportata da una terapia.
Lavoro psicologico: Rivolgersi a uno psicoterapeuta per affrontare i disturbi derivanti dalla relazione con il narcisista, come depressione, ansia o somatizzazioni.
In sintesi, gestire una relazione con un Narcisista Patologico richiede consapevolezza, supporto professionale e il coraggio di intraprendere un percorso di guarigione personale.
Scopri ora la complessa psicologia del narcisista patologico e impara a riconoscere il manipolatore perverso nelle tue relazioni. Contattami acquisire consapevolezza e proteggerti da comportamenti dannosi.
Tito Bisson
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L’INFANZIA NON VA ACCELERATA NELL’ONLINE.
Negli ultimi anni noi genitori abbiamo permesso ai nostri figli di avere in mano uno smartphone personale sempre prima. Il virtuale è diventato una sorta di “paese dei balocchi” di collodiana memoria: ci entri dentro e ti dimentichi tutto il resto. In effetti, il cervello dei più piccoli non possiede le competenze per resistere all’attrattività eccitatoria e pulsionale di un mondo virtuale che ti tiene agganciato con milioni di proposte dove puoi divertirti, sperimentare sensazioni intense e potenti, sentirti grande e importante, ricevere gratificazione immediata. Mentre gli adulti, nella vita reale, ti propongono di studiare, frequentare sport e oratorio, giocare a palla o a Monopoli, il web ti permette di vedere pornografia e di esibirti su un red carpet virtuale che è sempre lì che ti aspetta. Tra l’altro noi genitori del terzo millennio abbiamo sviluppato un’ansia iperprotettiva per cui vietiamo ad un preadolescente di andare da solo da casa a scuola oppure di fare un giro in bicicletta nel suo quartiere, attività che ipotizziamo troppo pericolose. Scortiamo i figli dappertutto, così loro vedono sempre più ridotti il loro potere d’azione e la percezione della propria autoefficacia. In un videogioco o in un social invece possono fare tutto: diventare supereroi e dotarsi di un potere seduttivo che li fa sentire unici e speciali, competenti e potenti. L’emergenza Covid ha ulteriormente complicato la situazione. Le neuroscienze ci dicono che l’età più vulnerabile nei confronti dei rischi online è la preadolescenza. Noi genitori inconsapevolmente abbiamo mandato i nostri figli in trincea e, senza accorgercene, loro ogni giorno subiscono l’attacco di un nemico invisibile che si presenta a loro come un amico straordinario. Lo smartphone prima dei 13 anni rappresenta un rischio estremo per ogni minore. Noi genitori dobbiamo avere il coraggio di guardare le tecnologie per quello che sono: un’opportunità da cogliere al momento giusto. L’infanzia non è un tempo di “tutto troppo presto”. Non puoi accelerarla. Devi rispettarla.
Questo è un ampio estratto del mio editoriale che oggi il Corriere della Sera pubblica nella sezione “Opinioni”. Il testo completo è disponibile al link associato a questo post. Penso che sia un testo che anche i docenti possono leggere e discutere a scuola con i loro studenti all’interno del percorso di educazione civica o in un progetto di educazione digitale. Per noi genitori, da una settimana è in libreria la nuova edizione di “Tutto troppo presto” (DeA Planeta Libri) un manuale dove aiuto a capire come fare prevenzione in famiglia rispetto ai molti comportamenti a rischio che i nostri figli vivono nell’online: pornografia, adescamento, sessualizzazione precoce, sexting, videogaming compulsivo.
Alberto Pellai
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Negli ultimi anni noi genitori abbiamo permesso ai nostri figli di avere in mano uno smartphone personale sempre prima. Gli smartphone abbattono la percezione del tempo e allontanano dal principio di realtà, due aspetti che in età evolutiva rappresentano fondamentali obiettivi educativi. Nell’online infatti si perde così tanto tempo che i genitori oggi sono sempre più preoccupati che la passione per social network e videogiochi dei loro figli li allontani e demotivi nei confronti di studio, amicizia e sport.
Il virtuale è diventato una sorta di «paese dei balocchi» di collodiana memoria: ci entri dentro e ti dimentichi tutto il resto. In effetti, il cervello dei più piccoli non possiede le competenze per resistere all’attrattività eccitatoria e pulsionale di un mondo virtuale che ti tiene agganciato con milioni di proposte dove puoi divertirti, sperimentare sensazioni intense e potenti, sentirti grande e importante, ricevere gratificazione immediata. Mentre gli adulti, nella vita reale, ti propongono di studiare, frequentare sport e oratorio, giocare a palla o a Monopoli, il web ti permette di vedere pornografia e di esibirti su un red carpet virtuale che è sempre lì che ti aspetta.
Tra l’altro noi genitori del terzo millennio abbiamo sviluppato un’ansia iperprotettiva per cui vietiamo ad un preadolescente di andare da solo da casa a scuola oppure di fare un giro in bicicletta nel suo quartiere, attività che ipotizziamo troppo pericolose. Scortiamo i figli dappertutto, così loro vedono sempre più ridotti il loro potere d’azione e la percezione della propria autoefficacia. In un videogioco o in un social invece possono fare tutto: diventare supereroi e dotarsi di un potere seduttivo che li fa sentire unici e speciali, competenti e potenti.
L’emergenza Covid ha ulteriormente complicato la situazione. Anche per questo oggi ci confrontiamo con tragici fatti di cronaca che hanno per protagonisti bambini che facendo nel virtuale cose da grandi – senza capirne il significato, le implicazioni, i limiti necessari – si sono fatti così male, da non uscirne vivi. Le neuroscienze ci dicono che l’età più vulnerabile nei confronti dei rischi online è la preadolescenza. Noi genitori inconsapevolmente abbiamo mandato i nostri figli in trincea e, senza accorgercene, ogni giorno subiscono l’attacco di un nemico invisibile che si presenta a loro come un amico straordinario. Del resto anche Pinocchio non si era reso conto che Lucignolo, portandolo nel paese dei Balocchi, lo avrebbe messo in grave pericolo.
Lo smartphone prima dei 13 anni rappresenta un rischio estremo per ogni minore. Lo sanno anche gli esperti della Silicon Valley che in ogni intervista ribadiscono che ai loro figli lo mettono in mano solo al termine della preadolescenza. Noi genitori dobbiamo avere il coraggio di guardare le tecnologie per quello che sono: un’opportunità da cogliere al momento giusto. L’infanzia non è un tempo di «tutto troppo presto». Non puoi accelerarla. Devi rispettarla.
26 gennaio 2021© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ma cos’è l’autostima? Nel senso comune spesso si crede erroneamente che le persone che hanno una buona autostima siano quelle che si mostrano forti, molto competenti e/o con tante abilità. In questo modo più ci si sente bravi e competenti a fare una cosa, più l’autostima dovrebbe rafforzarsi. Non è così! Difatti, a rafforzarsi sarà il senso di autoefficacia, non l’autostima! Spesso tra questi due termini si fa molta confusione e anzi vengono considerati intercambiabili. In realtà sono due concetti molto diversi. Per senso di autoefficacia s’intende la convinzione delle proprie capacità di organizzare e realizzare le azioni necessarie per gestire adeguatamente le situazioni che s’incontreranno in un particolare contesto, in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati. Di conseguenza l’autoefficacia dipende dalla percezione di efficacia delle azioni che compiamo. Dipende da quanto ci sentiamo competenti e abili in ciò che facciamo. Quindi dipende dal fare, dalle azioni. Invece l’autostima è la capacità di essere trasparenti, perspicui, di non identificarsi né con le proprie convinzioni, né con ciò che le altre persone dicono di noi. È la capacità di mettersi da parte e di sentirsi liberi, indipendenti e autonomi nei confronti dell’approvazione altrui. Quindi dipende dall’essere. Chi fa dipendere la propria autostima dalle proprie azioni, non potrà mai avere una buona autostima. Pensaci bene. Se facessimo dipendere la nostra autostima dalle abilità e competenze acquisite, ogni passo falso, ogni errore, sarebbe in grado di sgretolarla. Invece il raggiungimento dell’autostima consente di non porre mai in discussione la propria identità personale. È indipendente dalle situazioni, dalle opinioni degli altri, dagli obiettivi raggiunti, dalle capacità e abilità acquisite. L’autostima nasce dalla consapevolezza di essere persone uniche, irripetibili (proprio come le impronte digitali) e quindi speciali. Nasce dall’essere e non dal fare. Purtroppo la società e la cultura entro cui viviamo, ancora una volta (e ahimè!), non aiutano certo il raggiungimento dell’autostima.
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