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Incontri di Orientamento per Aspiranti Volontari ad Alessandria. Scopri come diventare volontario con il CSVAA: appuntamenti il 18 dicembre e l'8 gennaio
Se hai sempre desiderato dedicare un po' del tuo tempo al volontariato ma non sai da dove iniziare, il CSVAA (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria) ti offre una preziosa opportunità.
Se hai sempre desiderato dedicare un po’ del tuo tempo al volontariato ma non sai da dove iniziare, il CSVAA (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria) ti offre una preziosa opportunità. Due incontri di orientamento saranno organizzati presso la sede di Alessandria per aiutare gli aspiranti volontari a scoprire il mondo del volontariato, le sue opportunità e il suo impatto sulla…
#Alessandria e Asti#Alessandria eventi#Alessandria today#aspiranti volontari#Asti eventi#attività di volontariato#Centro Servizi Asti Alessandria#Centro Servizi Volontariato#CSVAA#donare tempo#eventi dicembre 2024#eventi formativi gratuiti.#eventi gennaio 2025#eventi gratuiti Alessandria#fare la differenza#formazione volontariato#Google News#impegno comunitario#impegno sociale#incontri di orientamento#incontri informativi Alessandria#italianewsmedia.com#opportunità di volontariato#opportunità sociali#partecipazione comunitaria#Pier Carlo Lava#reti di solidarietà#RUNTS#scoprire il volontariato#Solidarietà locale
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i'm at an ethical impasse. a bivio if you will.
#allora. il collegio in cui sto è gestito da un ordine di preti (più o meno)#e uno dei progetti che propongono agli studenti è un mese di volontariato in brasile pagando sia un corso di portoghese sia il viaggio#il volontariato è praticamente dare supporto a orfanatrofi nel nord del brasile facendo attività con i bambini#ma è tutto in un contesto molto cattolico e il pensiero di fare la missionaria mi fa star male#d'altra parte quando nella vita potrò andare in brasile.
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Discorso tenuto da Daniele Leppe davanti al papa nella Basilica San Giovanni in Laterano, in data 25 ottobre 2024.
Ringrazio Sua Santità e ringrazio il Vicariato di Roma per questa opportunità unica. Nel ringraziarLa Le rappresento una realtà invisibile, quella di una trincea dove anche Dio ha abbandonato tutti.
Credo di essere la persona meno adatta a raccontare il disagio che vivono le nostre periferie.
Nella vita di tutti i giorni faccio l’avvocato. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, figlio di un impiegato e di una casalinga, una famiglia semplice che mi ha dato la possibilità, con molto sacrificio, di studiare. Per questo ho deciso di restituire ai quartieri dove sono nato e cresciuto un po’ della fortuna che ho avuto. Ho messo a disposizione la mia professionalità per aiutare le persone più semplici, gli ultimi quei dannati che non sanno di esserlo, gli abitanti dei quartieri popolari di questa città, troppo spesso dimenticati, che troppo spesso tornano ad essere cittadini come gli altri solo in occasione delle campagne elettorali.
Al di fuori della mia attività lavorativa, esercito il mio volontariato professionale in due quartieri difficili di Roma: Tor bella monaca e il Quarticciolo.
Il primo, nato nei primi anni ‘80, rappresenta l’ultimo intervento di edilizia pubblica fatto nella capitale, che doveva essere un quartiere modello e che, invece, è diventato il terzo carcere a cielo aperto della capitale: ci vivono ben 800 persone agli arresti domiciliari.
Il secondo, il Quarticciolo, anch’esso ultimo quartiere popolare edificato, ma questa volta durante il fascismo, negli anni 40, che è rimasto tale e quale a 80 anni fa.
A Tor bella monaca collaboro con l’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio; una donna che da sola combatte una lotta senza sconti, e per questo paga lo scotto dell’isolamento umano, contro gli spacciatori, che dispensano la vita e la morte in quel quartiere. Tiziana è riuscita, da sola, a liberare dal controllo della criminalità organizzata il suo palazzo, in via santa Rita da Cascia, con un effetto domino su tutto il comprensorio di case che costeggiano la via.
Ha lottato per i suoi figli e per le persone che vivono nel suo palazzo, e per questo paga un prezzo altissimo.
Vive sotto scorta ogni ora della sua giornata perché la sua vita è in pericolo. Non può uscire da sola nel quartiere. Riceve continue minacce da parte della criminalità organizzata mentre le Istituzioni non riescono ad andare al di là di una solidarietà formale.
Non sappiamo nemmeno quante persone abitino in quel quartiere.
Le statistiche parlano di 28000 persone, ma poiché molti degli immobili pubblici sono occupati, i dati non corrispondono alla situazione reale. Nel quartiere ci sono 14 piazze di spaccio. Gli spacciatori, il primo datore di lavoro del quartiere, pagano le vedette, i pusher; le famiglie che nascondono la droga nel proprio appartamento, corrompono l’anima dei giovani e privano le persone di un futuro dignitoso.
C’è una presenza altissima di ragazze madri con figli nati da relazioni diverse, con mariti ristretti in carcere. Di anziani disabili. Di povertà, educativa e alimentare. Accanto a un tessuto sociale straordinario colpisce, nell’anno giubilare, l’assenza delle Istituzioni, che intervengono nel quartiere solo come forza repressiva e per questo sono viste come nemiche, incapaci di comprendere il disagio e le difficoltà di chi vive nella povertà.
Sembra di assistere ad una sorta di tacito patto sociale in questa città.
Nei quartieri poveri della capitale viene lasciata vita facile alla criminalità organizzata più invadente, per consentire agli abitanti della Roma bene di vivere in tranquillità.
La mia attività, in realtà, non è tanto giuridica: il più delle volte mi occupo di collegare i fili immaginari fra i poveri diseredati e le Istituzioni, per risolvere problemi che altrove sarebbero semplici, ma che in condizioni di povertà diventano insormontabili.
Le condizioni di degrado umano, abiezione, povertà, sono indicibili.
Donne che vendono il proprio corpo per comprare la droga, genitori in mano ad usurai per pagare i debiti contratti dai figli, bambini che crescono con i nonni, famiglie distrutte dalla droga e dalla povertà.
Quattro mesi fa ho partecipato ad una messa tenutasi in ricordo di un bimbo morto nel quartiere a causa dei ritardi nei soccorsi provocati dalla rottura di un ascensore e di una ragazza morta investita lungo via di Torbellamonaca.
La messa si teneva di domenica mattina, dietro la famigerata R5, un complesso popolare situato in via dell’Archeologia attualmente in ristrutturazione. Per entrare nel complesso ho contato 4 ingressi. Ognuno di questi ingressi era presidiato da spacciatori che, come in una sorta di confine immaginario, segnano l’ingresso fra il dentro e il fuori. Questo accadeva in pieno giorno, senza alcun imbarazzo, a pochi chilometri da qui.
Quando iniziai a lavorare nel quartiere ho conosciuto una donna che viveva prigioniera degli spacciatori. Il figlio aveva contratto un debito con uno di essi. Non riuscendo a pagarlo, è fuggito. Alla madre hanno bruciato l’attività imprenditoriale per vendetta. Non sa dove è andato a vivere il figlio e non vuole saperlo. Lo fa per proteggerlo. Lo sente solo con telefoni usa e getta. Lei continua a vivere nello stesso quartiere dove è cresciuto il figlio e dove riceve le minacce dei criminali per il debito contratto del figlio. Sembra un altro mondo. Siamo a 10 km da San Giovanni. Non sembra di essere in un paese ricco, in una democrazia liberale.
Il Quarticciolo, invece, è l’esempio dell’abbandono pubblico - né più né meno come Tor bella monaca - e della capacità delle persone di reagire, costruendo una speranza concreta per i più poveri.
Li collaboro con un’associazione; Quarticciolo ribelle, composta da ragazzi e ragazze che, finita l’università, hanno deciso di andare a vivere in quel quartiere, cui si dedicano giorno e notte.
Anche il Quarticciolo è una nota piazza di spaccio di Roma.
Come tutti i quartieri di edilizia popolare, la povertà economica e sociale e l’abbandono del patrimonio pubblico da parte delle Istituzioni costituiscono l’humus ideale per la proliferazione della criminalità.
In quel quartiere gli spacciatori smerciano la loro roba seduti su comode sedie agli angoli delle strade, in particolare vendono crack, che trasforma i ragazzi che ne fanno uso, in zombie che girano come morti per il quartiere. È un quartiere dove la polizia di Roma capitale ha paura ad entrare e ha bisogno di un parcheggio privato per i propri poliziotti per evitare che le macchine siano vandalizzate, dove gli spacciatori minacciano gli operai delle ditte dell’Ater in occasione dei interventi per la manutenzione degli stabili, e tanto altro ancora.
I ragazzi di Quarticciolo Ribelle costruiscono, invece, giorno per giorno, un’alternativa possibile, con il loro esempio e con le loro attività.
Nel quartiere hanno realizzato una palestra popolare dove i bambini e le bambine sono seguiti, direi accuditi, e tenuti fuori da ambienti malsani.
I familiari i che non possono permetterselo, non pagano rette. Questi ragazzi, che come detto si sono soprannominati Quarticciolo Ribelle, hanno organizzato il doposcuola per i bambini.
Hanno creato, nel deserto, un ambulatorio sociale che interviene laddove lo Stato arretra.
Cercano di creare lavori, fornendo un’alternativa concreta, con un birrificio, una stamperia.
Come dicono loro, dove tutto chiude, noi apriamo.
Supportano le famiglie nei colloqui con i servizi sociali e nei colloqui scolastici.
Collaborano con l’università nell’immaginare un possibile alternativa.
Coprono buchi.
Danno ovviamente fastidio. Innanzitutto alla criminalità, che prospera laddove è maggiore il bisogno. Ma anche alle Istituzioni. Sono sentinelle attive che denunciano, senza sconti, le loro mancanze, le loro lacune.
Raccontano di come i prezzi delle case, sempre più insostenibili, allontano i poveri dalla loro città, trasformata in una Disneyland per ricchi e turisti.
Collaboro con associazioni scomode con problematiche insostenibili.
Perché la povertà e l’abbandono sono scomode.
È più facile costruire una cancellata, un recinto, un ghetto, per occultare la realtà che dare risposte concrete ai bisogni dei poveri.
Con tristezza infinita sono costretto a constatare che gran parte degli interventi pubblici delle Istituzioni per onorare il giubileo, nato anche per la promozione della dignità di ogni persona e per il rispetto del creato, non siano stati investiti e utilizzati per dare dignità agli abitanti più sfortunati della nostra città ma per rendere più comodi, belli e sicuri i quartieri bene della Città Santa che santa non può essere se non apre gli occhi sulle povertà diffuse che la popolano.
#roma
#giubileo
#periferie
#realtà_vs_belleparole
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" Educare all'ozio significa insegnare a scegliere un film, uno spettacolo teatrale, un libro. Insegnare a sbrigare le attività domestiche e a far da sé molte cose che fin qui abbiamo comprato. Insegnare la convivialità, l'introspezione, il gioco. Anche la pedagogia dell'ozio ha una sua etica, una sua estetica, una sua dinamica, delle sue tecniche. E tutto questo va insegnato. L'ozio richiede luoghi adatti per riposarsi, per distrarsi, per divertirsi. Ai giovani perciò bisogna insegnare a districarsi non solo nei meandri del lavoro, ma anche nei meandri delle varie offerte di loisirs. Significa educare a fare il genitore e a fare il coniuge, ai rapporti con l'altro sesso, al volontariato, cioè ad attività socialmente utili da svolgere nel tempo libero che avremo in abbondanza. Ce n'è da insegnare! La massa della gente non sa scegliere neppure un luogo di vacanze: va in un'agenzia e si fa rifilare quello che capita. La massa della gente non sa come distrarsi e come riposarsi. Bisogna educare alla notte: la nostra cultura è tutta diurna, vede la notte come uno spazio privatissimo, peccaminoso. E poi bisogna educare alla cultura post-moderna: molte espressioni della nostra cultura non sono godibili immediatamente com'era per la pittura classica o per la musica tradizionale. Siano architettura, scultura o design, spesso possiamo apprezzarle solo se ne conosciamo storia, senso e scopo. Posso rimanere istantaneamente colpito di fronte alla Gioconda o a una statua di Canova, ma per capire Mondrian devo sapere cos'è stato il movimento De Stijl, e per ammirare davvero Van Gogh devo sapere cos'è stato l'Impressionismo. Educare significa insegnare ad arricchire le cose di significato, come diceva Dewey. Più educato sei, più significati cogli nelle cose e conferisci alle cose. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 141-142.
#Ozio creativo#letture#leggere#citazioni#saggi#saggistica#Domenico De Masi#sociologia#scienze umane#lavoro#libri#Maria Serena Palieri#convivialità#mass media#futuro#vita#introspezione#gioco#etica#estetica#tecnica#intellettuali italiani#informatica#cultura#giovani#scegliere#società della conoscenza#Piet Mondrian#Vincent van Gogh#John Dewey
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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#pittura#Mostre ed Esposizioni#Arte#Kira Kharchenko#Ucraina#storie di guerra#Futuro e Speranza#Forza interiore#🇺🇦 🇺🇦 🇺🇦#24 febbraio 2024
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La vita vera
Ultimamente ho sempre più la tentazione di abbandonare Tumblr e dedicarmi ad attività utili alla società civile, tipo fare del volontariato con i disabili (ma questo mi sembrerebbe troppo simile a quello che faccio abitualmente su Tumblr), oppure buttarmi anima e corpo sulle scommesse online.
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Sonia Tisano con Più Solbiate
Creativa e con la dote per il disegno, inizio la mia carriera lavorativa entrando nel mondo della progettazione architettonica e dell’arredamento.
Col passare degli anni, la forte passione per l’arte mi porta ad avviare la mia prima attività come restauratrice e decoratrice, lasciata anni dopo per ragioni familiari.
In seguito grazie alla naturale predisposizione empatica e l'attitudine a stare al contatto con il pubblico mi portano dopo aver maturato le necessarie competenze tecniche e commerciali alla professione di consulente immobiliare.
Ma la mia vera passione rimane l'arte ed il volontariato, tant'è vero che sono attivamente presente nel gruppo artistico dei MastrArtisti del nostro paese, collaborando attivamente con gli eventi creati dalla Pro Loco e dalla Parrocchia.
Ora, una nuova avventura mi attende con la lista di Più Solbiate spero di esserne all’altezza. Sonia Tisano
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FERRARA È LA CITTÀ PIÙ LIBERA DALLA PLASTICA IN ITALIA
È Ferrara la città più libera dalle plastiche in Italia. Insieme a lei sono Termoli (Campobasso), Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Tortora (Cosenza) e Bacoli (Napoli) ad avere dimostrato di poter invertire la diffusione dei polimeri sintetici responsabili di una delle forme più dannose di inquinamento al mondo.
Il primato è stato ufficializzato su una valutazione basata su 23 punti suddivisi in 5 aree principali: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con Plastic FreeOnlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica in Italia. Il premio Comune Plastic Free ha evidenziato una forte crescita (da 49 a 111) dei Comuni che nell’ultimo anno hanno conseguito risultati importanti nella lotta alla plastica.
Ferrara è il primo capoluogo di provincia d’Italia a conseguire il massimo punteggio “Al di là della soddisfazione di essere l’unica città capoluogo tra le sette premiate ad aver raggiunto il punteggio massimo, la nostra intenzione è ora mandare un messaggio ai più giovani: condividiamo la vostra attenzione verso l’ambiente e la natura e il nostro impegno ha l’obiettivo di consegnarvi una Ferrara sempre più pulita e sostenibile” ha dichiarato l’assessore comunale all’Ambiente Alessandro Balboni. Il protocollo d’intesa che il Comune ha realizzato ha come obiettivo di essere un vero e proprio patto per generare benefici per il territorio, snellire gli iter burocratici favorendo le attività di volontariato e avvicinando gli enti ai cittadini impegnati nella tutela ambientale.
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Fonte: PlasticFree; foto di Ввласенко CC BY-SA 3.0 DEED
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Lettera aperta allo psycorettore dell’Università Bocconi.
All’ Esimio Magnifico Rettore della Università di Milano Bocconi Professor Francesco Billari.
Pregiatissimo , Chiarissimo ac reverendissimum Signor Dottor Professor Billari , Le scrivo riguardo alla sospensione di sei mesi e alla condanna a 200 ore di volontariato che il Suo prestigioso Ateneo ha inflitto ad alcuni studenti rei di avere criticato e canzonato sui social la Vostra decisione di dotare di servizi igienici gender-free l’Istituto da Lei diretto.
Premetto che non La tedierò sulla libertà di espressione, perché so che dalle Vostre parti (a sinistra) la stessa è ammessa e difesa strenuamente solo quando ci si esprime come Vi confà.
Non Le ricorderò neppure che sino a qualche decennio fa nelle università italiane esisteva la goliardia e se i Suoi colleghi di allora, avessero applicato i Suoi metodi contro il sarcasmo, sarebbero stati costretti quantomeno a fare commissariare dal Mossad l’intero Ateneo.
Quello che mi invece mi sorprende e che le vorrei sommessamente evidenziare è che in una delle Università più rinomate del mondo per lo studio delle materie economiche si prendano decisioni in spregio a quelle che sono le regole base del mercato e di una Società ad ordinamento capitalista.
Mi spiego.
Innanzitutto è sorprendente che si puniscano degli studenti perché dissentono su come vengono spesi i soldi delle loro rette. Un po’ come se il Presidente del CDA di una S.p.A. espellesse dall’Assemblea degli Azionisti quelli che sollevano critiche alla gestione aziendale o come se il Commodoro di uno Yacht Club mettesse “i sigilli” alle barche di soci che hanno avuto qualcosa da eccepire sulle spese del circolo. Ricordi che Lei con quelle rette si porta a casa la pagnotta di Peck!
Secondo. Pare che la decisone dei bagni “gender neutral” sia stata da Voi presa a seguito delle lagnanze di un singolo studente (o studentessa, o studenta….non so a che punto della transizione esso/ella sia adesso o se si senta oggi uomo, donna o cavallo) che si lamentava perché veniva osservato/a/ə con scherno, sia nei servizi igienici degli uomini, che in quelli delle donne
Ora prima cosa che meraviglia è che una persona che sta facendo un percorso di transizione di genere, che quindi non passa certamente inosservata, abbia subito tali “sguardi omofobi” solo ed esclusivamente nei servizi igienici e non nelle aule, nei corridoi e in tutti gli altri spazi comuni della Vostra Università.
Quindi, a mio modesto parere, Esimio Signor Professor Rettore , il Suo Ateneo spendendo migliaia di euro degli studenti e dei contribuenti italiani non ha fatto( o ha fatto sommariamente) il calcolo dei “costi benefici” per questo “investimento”. E ciò per due ragioni: la prima che su migliaia di studenti quelli che si fanno tali seghe mentali per questi presunti “sguardi omofobi” si contano sulle dita della zampa di una gallina e poi se volevate veramente essere sicuri di evitarli , per fare un “lavoro fatto bene” e fugare la possibilità di ogni “sguardo, omofobo”, avreste dovuto costruire un padiglione separato per ogni lettera dell’acronimo LGBTQI. Sempre sperando che nel contempo non avessero aggiunto un’ulteriore lettera!
E converrà sicuramente che il calcolo “costi benefici” è una colonna portante della gestione aziendale, attività che in futuro la più parte dei vostri studenti, sarà chiamata a svolgere.
Quindi anche spendendo decine di migliaia di euro per una singola denuncia, comunque il “problema di omofobia ” non lo avete risolto.
Infine mi permetta di ricordarLe che i bagni separati non servono tanto per proteggere l’intimità dei due sessi biologici, io per esempio dopo decenni di frequentazione degli stessi non ho mai visto nessuno (mi scusi il francese) cagare. I bagni separati servono principalmente perché i maschietti fanno la pipì in piedi e notoriamente non alzano l’asse e puntualmente mancano il buco, mentre le femminucce la fanno sedute e giustamente sclerano perché noi maschietti ci dimentichiamo sempre di alzare la tavoletta.
Concludendo se mi avesse consultato prima le avrei proposto una soluzione molto più economica: mantenere solo due bagni e cambiare con pochi euro solo le targhette.
Scrivendo su una:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con il PISTOLINO.
E sull’altra:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con la PATATINA.
La ringrazio per l’attenzione e porgo i più...
Distinti Saluti.
Alberto Mascioni.
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Crepare di freddo nel 2023
Da associazione Perlar
Ricordiamo con affetto Isaac, che è stato trovato senza vita all’alba della prima gelata dell’anno, nel parco che era diventato il suo "riparo di fortuna" e che lo è tutt’ora, per altre persone, uomini e donne, senza alloggio, compagne di sventura, lontane dai propri cari.
Sul volto, Isaac portava i segni delle ferite e delle ingiustizie che la vita gli aveva inferto, che riusciva a scacciare ogni tanto, all’ombra di un sorriso amaro. Proprio con quel sorriso, una volta ci disse che “il tempo è come un uccello, se non lo prendi, vola via”.
Le attività delle associazioni di volontariato, per quanto meritevoli, non possono impedire, da sole, queste tragedie, la cui portata ci richiama a più ampie e necessarie risposte collettive.
Addio Isaac. Ti auguriamo che il tuo spirito stia volando verso un luogo sicuro.
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A me interesserebbero le strategie di decompressione
ecco allora una lista esaustiva ma non definitiva, basata sulla mia esperienza. 🪷 tutte le attività elencate possono essere tanto d'aiuto come peggiorare la situazione se applicate nel modo sbagliato. l'ascolto di sé è sempre il primo passo da fare. molte di queste sono attività che facciamo anche senza pensarci, e per questo può essere molto utile a sera fermarsi a pensare a cosa durante la giornata ci ha giovato, e cosa no.
ascoltare/suonare musica, lasciandosene circondare. andare a un concerto. andare a se tire musica in un locale, a patto che l'ambiente non si riveli più stressante della serenità che ci dà l'evento, e organizzandosi in modo da poter tornare a casa quando si vuole in autonomia
ballare, cantare a squarciagola
andare al cinema, guardare un film o una serie tv, sempre valutandone l'impatto emotivo su di noi
visitare una mostra o un museo
stare a contatto con gli animali
stare a contatto con i bambini
stare con altre persone con la nostra stessa sensibilità
stare con amici cari e con chi si ama
fare l'amore
curare delle piante o un orto, dedicarsi al giardinaggio
passare tempo nella natura, ammirarla
passeggiare, o viaggiare
stare in solitudine e in silenzio, se scelti
yoga!! su yt ci sono video di ogni tipo e durata, così come per la meditazione o anche semplicemente per lo stretching
pregare, se si è religiosi
andare alle terme, farsi fare un massaggio
avere cura del proprio corpo, facendosi una maschera, una doccia, provare un trucco diverso o una nuova pettinatura
giocare! giochi da tavolo, carte, scacchi
leggere, scrivere, tenere un diario, sfogliare riviste o leggere il giornale, fare sudoku, fare un mandala
impiegare le mani e creare qualcosa: dipingere, disegnare, lavorare a maglia, colorare, ma anche cose più impegnative
andare al ristorante, gustare nuovi sapori, cucinare, andare a fare la spesa al mercato rionale invece che al supermercato
farsi una tazza di tè calda e buona
fare sport, a patto che sia di decompressione e non sentito come un dovere o un'imposizione
fare shopping, senza lasciarsi sopraffare da folle e caos, da soli o con una piacevole compagnia
farsi un piccolo regalo
fare ordine, pulire
annusare dei buoni odori, ad esempio la lavanda
imparare qualcosa di nuovo, iscrivendosi a un corso, ascoltando podcast, leggendo riviste, guardando documentari
fare fotografie
fare volontariato
dormire!
e infine, piangere, sfogarsi, gridare. niente di meglio per decomprimere le emozioni 🦊🌛
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Parti con Giosef: opportunità di mobilità giovanile europea ad Alessandria. Un evento dedicato ai giovani per scoprire progetti Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e DiscoverEU
Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formaz
Un incontro per costruire il proprio futuro in Europa Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formazione, crescita personale e mobilità in Europa. L’incontro, realizzato in collaborazione…
#Alessandria eventi#Alessandria mobilità europea#Alessandria politiche giovanili.#Alessandria today#associazioni giovanili#attività culturali#Centro Giovani Alessandria#Corpo Europeo di Solidarietà#Crescita Personale#DiscoverEU#educazione europea#educazione non formale#Erasmus+#eventi giovanili#Fondazione CRT#Fondazione CRT progetti#formazione giovanile#futuro giovani#Giardini Pittaluga#Giosef Torino#giovani alessandrini#giovani e Europa#giovani e volontariato#Google News#Informagiovani Alessandria#Informagiovani eventi#italianewsmedia.com#mobilità giovanile#mobilità internazionale#opportunità europee
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Verona: alla ronda della carità le coperte della Polizia di Stato Un supporto concreto alle attività messe in campo ogni giorno dalla Ronda della Carità Verona in favore di chi si trova in situazioni di difficoltà. In aiuto all'organizzazione di volontariato veronese sono arrivate ieri più di 400 coperte da parte della Polizia di Stato della Scuola di Peschiera del Garda.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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𝐋𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐞 𝐩𝐮ò 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚? 🤔
📆 Oggi, in occasione della 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐒𝐨𝐥𝐢𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐀𝐧𝐳𝐢𝐚𝐧𝐨, vogliamo portare l'attenzione su un tema delicato che tocca molte persone, specialmente gli anziani. Vivere un momento di solitudine è normale, ma quando questa condizione si prolunga può trasformarsi in un vero e proprio problema di salute.
☹️ Non tutti sanno che la solitudine non è solo una sensazione emotiva. Studi recenti evidenziano come l'isolamento prolungato possa influire sul benessere psicofisico, aumentando il rischio di ansia, depressione, ipertensione e persino infiammazioni croniche.
📌 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐥𝐢?
Sentirsi isolati anche in compagnia, perdita di interesse nelle attività quotidiane, calo di energia e difficoltà a dormire possono indicare uno stato di solitudine cronica, che richiede attenzione.
🌱 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐥𝐚?
✔️ Incoraggiare gli anziani a mantenere contatti sociali regolari
✔️ Sostenere le attività di gruppo (sport, lettura, volontariato)
✔️ Cercare l’aiuto di un professionista della salute se la situazione persiste.
🤝 La nostra farmacia è un presidio sanitario di prossimità, un punto di incontro e di socialità per tutta la comunità. Qui trovi un professionista sempre pronto ad ascoltarti, offrendo non solo consigli di salute, ma anche quel sostegno umano che può fare la differenza.
𝘍𝘢𝘳𝘮𝘢𝘤𝘪𝘢 𝘽𝙧𝙪𝙣𝙤
📍 Via Policastrelli 209 Milazzo (ME)
📞 Tel 090 9295029
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“Paint a Future”: Arte per realizzare i sogni dei bambini svantaggiati
L’arte, potente mezzo di espressione e trasformazione, ha trovato nel progetto “Paint a Future” una nuova missione: aiutare i bambini in difficoltà a realizzare i propri sogni attraverso la creatività. Da alcuni decenni, questa iniziativa ha lavorato in molte aree del mondo per portare speranza e prospettive migliori a bambini piccoli e svantaggiati. Utilizzando l’arte come strumento, “Paint a Future” non solo offre a questi giovani una piattaforma per esprimere i propri sogni, ma trasforma anche le loro idee in opere che sostengono economicamente le comunità di appartenenza. Questo modello innovativo di intervento sociale unisce la passione per l’arte e il desiderio di dare un futuro migliore alle nuove generazioni.
Il processo alla base di “Paint a Future” è unico. I bambini coinvolti nel progetto dipingono i loro sogni, che possono spaziare dalle immagini di un futuro più luminoso, alle loro aspirazioni personali o a semplici momenti di felicità. Partendo da questi disegni pieni di speranza, artisti professionisti – spesso riconosciuti a livello internazionale – prendono ispirazione per creare opere d’arte di maggiori dimensioni e complessità. Le opere così realizzate, pur mantenendo l’essenza originale dei disegni dei bambini, si arricchiscono della visione e della tecnica dell’artista. Questo processo dà vita a un ponte creativo tra l’arte dei bambini e quella degli artisti, creando opere che non solo sono belle, ma anche intrise di significato e speranza.
Queste opere d’arte vengono poi messe in vendita, e i profitti derivanti tornano direttamente alle comunità dei bambini. L’obiettivo è semplice: raccogliere fondi per realizzare i sogni dipinti dai piccoli artisti, come ricevere un’istruzione adeguata, avere accesso a risorse sanitarie o migliorare le loro condizioni di vita. L’arte, in questo contesto, diventa uno strumento di cambiamento concreto, non solo simbolico. I bambini, oltre a esprimersi artisticamente, imparano anche che i loro sogni hanno un valore reale e che possono essere supportati dalla solidarietà e dall’amore per l’arte di altre persone.
Una delle collaborazioni più significative di “Paint a Future” è quella con gli studenti del Rachel’s Learning Centre e della Vittoria International School Turin. Questi istituti, noti per il loro impegno educativo e sociale, hanno integrato il progetto nel percorso formativo degli studenti. In particolare, gli studenti partecipano a questo progetto come parte del loro “Gold Duke of Edinburgh Award”, un riconoscimento che incoraggia i giovani a sviluppare abilità, a dedicarsi ad attività di volontariato e a esplorare nuove esperienze. Grazie a “Paint a Future”, gli studenti hanno la possibilità di essere coinvolti in un’iniziativa artistica e filantropica unica, che dona loro non solo competenze artistiche, ma anche consapevolezza sociale e senso di responsabilità verso gli altri.
L’arte, in questo contesto, diventa quindi un linguaggio universale che accomuna i sogni dei bambini di tutto il mondo con quelli degli studenti coinvolti nel progetto. Gli studenti hanno la possibilità di interagire con i bambini tramite i loro disegni, capire le difficoltà che questi giovani affrontano e impegnarsi in un processo di cambiamento tangibile. Questa esperienza non solo sviluppa le loro capacità artistiche, ma li sensibilizza verso le realtà che altri coetanei vivono, favorendo empatia e solidarietà. L’arte, infatti, si rivela uno strumento formativo potente, capace di insegnare lezioni di vita importanti attraverso la creatività e l’impegno.
Con il supporto di “Paint a Future”, i bambini svantaggiati non sono più semplici spettatori delle proprie difficoltà, ma diventano protagonisti del cambiamento. Grazie alla vendita delle opere d’arte, hanno l’opportunità di migliorare concretamente la loro qualità di vita. Molti dei bambini coinvolti sono riusciti a vedere realizzati sogni che altrimenti sarebbero rimasti inaccessibili, grazie alla connessione tra arte e solidarietà creata dal progetto. Ogni opera d’arte venduta rappresenta, quindi, una nuova speranza, una nuova possibilità per un bambino di immaginare e realizzare un futuro migliore.
Uno degli aspetti più interessanti del progetto è che la responsabilità di realizzare questi sogni viene condivisa anche con gli acquirenti delle opere. Coloro che scelgono di acquistare un dipinto realizzato nell’ambito di “Paint a Future” non stanno solo comprando un’opera d’arte, ma stanno anche diventando parte di un movimento di solidarietà. L’arte, in questo senso, si carica di una funzione ancora più profonda, diventando un mezzo di connessione tra mondi diversi e un modo per trasmettere speranza a chi ne ha più bisogno. Chiunque scelga di acquistare una di queste opere si unisce al sogno di “Paint a Future”, aiutando a concretizzare le aspirazioni di tanti bambini.
Con iniziative come queste, l’arte assume un ruolo fondamentale come motore di trasformazione sociale. Il progetto “Paint a Future” dimostra come la creatività possa non solo arricchire la vita di chi crea, ma anche generare un impatto positivo e reale nella vita di chi ne ha più bisogno. La collaborazione con le scuole come il Rachel’s Learning Centre e la Vittoria International School Turin rappresenta un esempio eccellente di come l’arte possa essere utilizzata per educare le nuove generazioni, promuovere valori di empatia e partecipazione e costruire una società più giusta.
In conclusione, “Paint a Future” è un progetto che ridefinisce l’arte come strumento di speranza e cambiamento. Attraverso i dipinti dei bambini e la collaborazione con artisti e scuole, l’iniziativa porta avanti una missione di solidarietà che permette ai piccoli sognatori di trasformare la propria vita e costruire un futuro migliore. Questa iniziativa ricorda a tutti l’importanza di sognare e di sostenere chi, grazie all’arte, cerca una possibilità di cambiamento.
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Paint a Future
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“Terza età nella solidarietà": l’Auser lancia nuove iniziative per anziani in Sicilia
Ai nastri di partenza il progetto “Terza età nella solidarietà” che, strutturato da Auser (Associazione di volontariato e promozione sociale impegnata nell’invecchiamento attivo degli anziani), troverà realizzazione nei Comuni di Augusta, Lentini, Noto, Floridia, Siracusa, Ispica e Gela. Un’iniziativa mirata a fornire una serie di servizi e attività dedicate alla terza età, con l’obiettivo di…
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