#attività di volontariato
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Incontri di Orientamento per Aspiranti Volontari ad Alessandria. Scopri come diventare volontario con il CSVAA: appuntamenti il 18 dicembre e l'8 gennaio
Se hai sempre desiderato dedicare un po' del tuo tempo al volontariato ma non sai da dove iniziare, il CSVAA (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria) ti offre una preziosa opportunità.
Se hai sempre desiderato dedicare un po’ del tuo tempo al volontariato ma non sai da dove iniziare, il CSVAA (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria) ti offre una preziosa opportunità. Due incontri di orientamento saranno organizzati presso la sede di Alessandria per aiutare gli aspiranti volontari a scoprire il mondo del volontariato, le sue opportunità e il suo impatto sulla…
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elipsi · 2 years ago
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i'm at an ethical impasse. a bivio if you will.
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raffaeleitlodeo · 6 months ago
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Discorso tenuto da Daniele Leppe davanti al papa nella Basilica San Giovanni in Laterano, in data 25 ottobre 2024.
Ringrazio Sua Santità e ringrazio il Vicariato di Roma per questa opportunità unica. Nel ringraziarLa Le rappresento una realtà invisibile, quella di una trincea dove anche Dio ha abbandonato tutti.
Credo di essere la persona meno adatta a raccontare il disagio che vivono le nostre periferie.
Nella vita di tutti i giorni faccio l’avvocato. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, figlio di un impiegato e di una casalinga, una famiglia semplice che mi ha dato la possibilità, con molto sacrificio, di studiare. Per questo ho deciso di restituire ai quartieri dove sono nato e cresciuto un po’ della fortuna che ho avuto. Ho messo a disposizione la mia professionalità per aiutare le persone più semplici, gli ultimi quei dannati che non sanno di esserlo, gli abitanti dei quartieri popolari di questa città, troppo spesso dimenticati, che troppo spesso tornano ad essere cittadini come gli altri solo in occasione delle campagne elettorali.
Al di fuori della mia attività lavorativa, esercito il mio volontariato professionale in due quartieri difficili di Roma: Tor bella monaca e il Quarticciolo.
Il primo, nato nei primi anni ‘80, rappresenta l’ultimo intervento di edilizia pubblica fatto nella capitale, che doveva essere un quartiere modello e che, invece, è diventato il terzo carcere a cielo aperto della capitale: ci vivono ben 800 persone agli arresti domiciliari.
Il secondo, il Quarticciolo, anch’esso ultimo quartiere popolare edificato, ma questa volta durante il fascismo, negli anni 40, che è rimasto tale e quale a 80 anni fa.
A Tor bella monaca collaboro con l’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio; una donna che da sola combatte una lotta senza sconti, e per questo paga lo scotto dell’isolamento umano, contro gli spacciatori, che dispensano la vita e la morte in quel quartiere. Tiziana è riuscita, da sola, a liberare dal controllo della criminalità organizzata il suo palazzo, in via santa Rita da Cascia, con un effetto domino su tutto il comprensorio di case che costeggiano la via.
Ha lottato per i suoi figli e per le persone che vivono nel suo palazzo, e per questo paga un prezzo altissimo.
Vive sotto scorta ogni ora della sua giornata perché la sua vita è in pericolo. Non può uscire da sola nel quartiere. Riceve continue minacce da parte della criminalità organizzata mentre le Istituzioni non riescono ad andare al di là di una solidarietà formale.
Non sappiamo nemmeno quante persone abitino in quel quartiere.
Le statistiche parlano di 28000 persone, ma poiché molti degli immobili pubblici sono occupati, i dati non corrispondono alla situazione reale. Nel quartiere ci sono 14 piazze di spaccio. Gli spacciatori, il primo datore di lavoro del quartiere, pagano le vedette, i pusher; le famiglie che nascondono la droga nel proprio appartamento, corrompono l’anima dei giovani e privano le persone di un futuro dignitoso.
C’è una presenza altissima di ragazze madri con figli nati da relazioni diverse, con mariti ristretti in carcere. Di anziani disabili. Di povertà, educativa e alimentare. Accanto a un tessuto sociale straordinario colpisce, nell’anno giubilare, l’assenza delle Istituzioni, che intervengono nel quartiere solo come forza repressiva e per questo sono viste come nemiche, incapaci di comprendere il disagio e le difficoltà di chi vive nella povertà.
Sembra di assistere ad una sorta di tacito patto sociale in questa città.
Nei quartieri poveri della capitale viene lasciata vita facile alla criminalità organizzata più invadente, per consentire agli abitanti della Roma bene di vivere in tranquillità.
La mia attività, in realtà, non è tanto giuridica: il più delle volte mi occupo di collegare i fili immaginari fra i poveri diseredati e le Istituzioni, per risolvere problemi che altrove sarebbero semplici, ma che in condizioni di povertà diventano insormontabili.
Le condizioni di degrado umano, abiezione, povertà, sono indicibili.
Donne che vendono il proprio corpo per comprare la droga, genitori in mano ad usurai per pagare i debiti contratti dai figli, bambini che crescono con i nonni, famiglie distrutte dalla droga e dalla povertà.
Quattro mesi fa ho partecipato ad una messa tenutasi in ricordo di un bimbo morto nel quartiere a causa dei ritardi nei soccorsi provocati dalla rottura di un ascensore e di una ragazza morta investita lungo via di Torbellamonaca.
La messa si teneva di domenica mattina, dietro la famigerata R5, un complesso popolare situato in via dell’Archeologia attualmente in ristrutturazione. Per entrare nel complesso ho contato 4 ingressi. Ognuno di questi ingressi era presidiato da spacciatori che, come in una sorta di confine immaginario, segnano l’ingresso fra il dentro e il fuori. Questo accadeva in pieno giorno, senza alcun imbarazzo, a pochi chilometri da qui.
Quando iniziai a lavorare nel quartiere ho conosciuto una donna che viveva prigioniera degli spacciatori. Il figlio aveva contratto un debito con uno di essi. Non riuscendo a pagarlo, è fuggito. Alla madre hanno bruciato l’attività imprenditoriale per vendetta. Non sa dove è andato a vivere il figlio e non vuole saperlo. Lo fa per proteggerlo. Lo sente solo con telefoni usa e getta. Lei continua a vivere nello stesso quartiere dove è cresciuto il figlio e dove riceve le minacce dei criminali per il debito contratto del figlio. Sembra un altro mondo. Siamo a 10 km da San Giovanni. Non sembra di essere in un paese ricco, in una democrazia liberale.
Il Quarticciolo, invece, è l’esempio dell’abbandono pubblico - né più né meno come Tor bella monaca - e della capacità delle persone di reagire, costruendo una speranza concreta per i più poveri.
Li collaboro con un’associazione; Quarticciolo ribelle, composta da ragazzi e ragazze che, finita l’università, hanno deciso di andare a vivere in quel quartiere, cui si dedicano giorno e notte.
Anche il Quarticciolo è una nota piazza di spaccio di Roma.
Come tutti i quartieri di edilizia popolare, la povertà economica e sociale e l’abbandono del patrimonio pubblico da parte delle Istituzioni costituiscono l’humus ideale per la proliferazione della criminalità.
In quel quartiere gli spacciatori smerciano la loro roba seduti su comode sedie agli angoli delle strade, in particolare vendono crack, che trasforma i ragazzi che ne fanno uso, in zombie che girano come morti per il quartiere. È un quartiere dove la polizia di Roma capitale ha paura ad entrare e ha bisogno di un parcheggio privato per i propri poliziotti per evitare che le macchine siano vandalizzate, dove gli spacciatori minacciano gli operai delle ditte dell’Ater in occasione dei interventi per la manutenzione degli stabili, e tanto altro ancora.
I ragazzi di Quarticciolo Ribelle costruiscono, invece, giorno per giorno, un’alternativa possibile, con il loro esempio e con le loro attività.
Nel quartiere hanno realizzato una palestra popolare dove i bambini e le bambine sono seguiti, direi accuditi, e tenuti fuori da ambienti malsani.
I familiari i che non possono permetterselo, non pagano rette. Questi ragazzi, che come detto si sono soprannominati Quarticciolo Ribelle, hanno organizzato il doposcuola per i bambini.
Hanno creato, nel deserto, un ambulatorio sociale che interviene laddove lo Stato arretra.
Cercano di creare lavori, fornendo un’alternativa concreta, con un birrificio, una stamperia.
Come dicono loro, dove tutto chiude, noi apriamo.
Supportano le famiglie nei colloqui con i servizi sociali e nei colloqui scolastici.
Collaborano con l’università nell’immaginare un possibile alternativa.
Coprono buchi.
Danno ovviamente fastidio. Innanzitutto alla criminalità, che prospera laddove è maggiore il bisogno. Ma anche alle Istituzioni. Sono sentinelle attive che denunciano, senza sconti, le loro mancanze, le loro lacune.
Raccontano di come i prezzi delle case, sempre più insostenibili, allontano i poveri dalla loro città, trasformata in una Disneyland per ricchi e turisti.
Collaboro con associazioni scomode con problematiche insostenibili.
Perché la povertà e l’abbandono sono scomode.
È più facile costruire una cancellata, un recinto, un ghetto, per occultare la realtà che dare risposte concrete ai bisogni dei poveri.
Con tristezza infinita sono costretto a constatare che gran parte degli interventi pubblici delle Istituzioni per onorare il giubileo, nato anche per la promozione della dignità di ogni persona e per il rispetto del creato, non siano stati investiti e utilizzati per dare dignità agli abitanti più sfortunati della nostra città ma per rendere più comodi, belli e sicuri i quartieri bene della Città Santa che santa non può essere se non apre gli occhi sulle povertà diffuse che la popolano.
#roma
#giubileo
#periferie
#realtà_vs_belleparole
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Educare all'ozio significa insegnare a scegliere un film, uno spettacolo teatrale, un libro. Insegnare a sbrigare le attività domestiche e a far da sé molte cose che fin qui abbiamo comprato. Insegnare la convivialità, l'introspezione, il gioco. Anche la pedagogia dell'ozio ha una sua etica, una sua estetica, una sua dinamica, delle sue tecniche. E tutto questo va insegnato. L'ozio richiede luoghi adatti per riposarsi, per distrarsi, per divertirsi. Ai giovani perciò bisogna insegnare a districarsi non solo nei meandri del lavoro, ma anche nei meandri delle varie offerte di loisirs. Significa educare a fare il genitore e a fare il coniuge, ai rapporti con l'altro sesso, al volontariato, cioè ad attività socialmente utili da svolgere nel tempo libero che avremo in abbondanza. Ce n'è da insegnare! La massa della gente non sa scegliere neppure un luogo di vacanze: va in un'agenzia e si fa rifilare quello che capita. La massa della gente non sa come distrarsi e come riposarsi. Bisogna educare alla notte: la nostra cultura è tutta diurna, vede la notte come uno spazio privatissimo, peccaminoso. E poi bisogna educare alla cultura post-moderna: molte espressioni della nostra cultura non sono godibili immediatamente com'era per la pittura classica o per la musica tradizionale. Siano architettura, scultura o design, spesso possiamo apprezzarle solo se ne conosciamo storia, senso e scopo. Posso rimanere istantaneamente colpito di fronte alla Gioconda o a una statua di Canova, ma per capire Mondrian devo sapere cos'è stato il movimento De Stijl, e per ammirare davvero Van Gogh devo sapere cos'è stato l'Impressionismo. Educare significa insegnare ad arricchire le cose di significato, come diceva Dewey. Più educato sei, più significati cogli nelle cose e conferisci alle cose. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 141-142.
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klimt7 · 1 year ago
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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bicheco · 7 months ago
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La vita vera
Ultimamente ho sempre più la tentazione di abbandonare Tumblr e dedicarmi ad attività utili alla società civile, tipo fare del volontariato con i disabili (ma questo mi sembrerebbe troppo simile a quello che faccio abitualmente su Tumblr), oppure buttarmi anima e corpo sulle scommesse online.
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piusolbiate · 11 months ago
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Sonia Tisano con Più Solbiate
Creativa e con la dote per il disegno, inizio la mia carriera lavorativa entrando nel mondo della progettazione architettonica e dell’arredamento.
Col passare degli anni, la forte passione per l’arte mi porta ad avviare la mia prima attività come restauratrice e decoratrice, lasciata anni dopo per ragioni familiari. 
In seguito grazie alla naturale predisposizione empatica e l'attitudine a stare al contatto con il pubblico mi portano dopo aver maturato le necessarie competenze tecniche e commerciali alla professione di consulente immobiliare.
Ma la mia vera passione rimane l'arte ed il volontariato, tant'è vero che sono attivamente presente nel gruppo artistico dei MastrArtisti del nostro paese, collaborando attivamente con gli eventi creati dalla Pro Loco e dalla Parrocchia. 
Ora, una nuova avventura mi attende con la lista di Più Solbiate spero di esserne all’altezza. Sonia Tisano
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mezzopieno-news · 1 year ago
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FERRARA È LA CITTÀ PIÙ LIBERA DALLA PLASTICA IN ITALIA
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È Ferrara la città più libera dalle plastiche in Italia. Insieme a lei sono Termoli (Campobasso), Borgo Virgilio (Mantova), Legnago (Verona), Mogliano Veneto (Treviso), Tortora (Cosenza) e Bacoli (Napoli) ad avere dimostrato di poter invertire la diffusione dei polimeri sintetici responsabili di una delle forme più dannose di inquinamento al mondo.
Il primato è stato ufficializzato su una valutazione basata su 23 punti suddivisi in 5 aree principali: lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con Plastic FreeOnlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica in Italia. Il premio Comune Plastic Free ha evidenziato una forte crescita (da 49 a 111) dei Comuni che nell’ultimo anno hanno conseguito risultati importanti nella lotta alla plastica.
Ferrara è il primo capoluogo di provincia d’Italia a conseguire il massimo punteggio “Al di là della soddisfazione di essere l’unica città capoluogo tra le sette premiate ad aver raggiunto il punteggio massimo, la nostra intenzione è ora mandare un messaggio ai più giovani: condividiamo la vostra attenzione verso l’ambiente e la natura e il nostro impegno ha l’obiettivo di consegnarvi una Ferrara sempre più pulita e sostenibile” ha dichiarato l’assessore comunale all’Ambiente Alessandro Balboni. Il protocollo d’intesa che il Comune ha realizzato ha come obiettivo di essere un vero e proprio patto per generare benefici per il territorio, snellire gli iter burocratici favorendo le attività di volontariato e avvicinando gli enti ai cittadini impegnati nella tutela ambientale.
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Fonte: PlasticFree; foto di Ввласенко CC BY-SA 3.0 DEED
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pettirosso1959 · 1 year ago
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Lettera aperta allo psycorettore dell’Università Bocconi.
All’ Esimio Magnifico Rettore della Università di Milano Bocconi Professor Francesco Billari.
Pregiatissimo , Chiarissimo ac reverendissimum Signor Dottor Professor Billari , Le scrivo riguardo alla sospensione di sei mesi e alla condanna a 200 ore di volontariato che il Suo prestigioso Ateneo ha inflitto ad alcuni studenti rei di avere criticato e canzonato sui social la Vostra decisione di dotare di servizi igienici gender-free l’Istituto da Lei diretto.
Premetto che non La tedierò sulla libertà di espressione, perché so che dalle Vostre parti (a sinistra) la stessa è ammessa e difesa strenuamente solo quando ci si esprime come Vi confà.
Non Le ricorderò neppure che sino a qualche decennio fa nelle università italiane esisteva la goliardia e se i Suoi colleghi di allora, avessero applicato i Suoi metodi contro il sarcasmo, sarebbero stati costretti quantomeno a fare commissariare dal Mossad l’intero Ateneo.
Quello che mi invece mi sorprende e che le vorrei sommessamente evidenziare è che in una delle Università più rinomate del mondo per lo studio delle materie economiche si prendano decisioni in spregio a quelle che sono le regole base del mercato e di una Società ad ordinamento capitalista.
Mi spiego.
Innanzitutto è sorprendente che si puniscano degli studenti perché dissentono su come vengono spesi i soldi delle loro rette. Un po’ come se il Presidente del CDA di una S.p.A. espellesse dall’Assemblea degli Azionisti quelli che sollevano critiche alla gestione aziendale o come se il Commodoro di uno Yacht Club mettesse “i sigilli” alle barche di soci che hanno avuto qualcosa da eccepire sulle spese del circolo. Ricordi che Lei con quelle rette si porta a casa la pagnotta di Peck!
Secondo. Pare che la decisone dei bagni “gender neutral” sia stata da Voi presa a seguito delle lagnanze di un singolo studente (o studentessa, o studenta….non so a che punto della transizione esso/ella sia adesso o se si senta oggi uomo, donna o cavallo) che si lamentava perché veniva osservato/a/ə con scherno, sia nei servizi igienici degli uomini, che in quelli delle donne
Ora prima cosa che meraviglia è che una persona che sta facendo un percorso di transizione di genere, che quindi non passa certamente inosservata, abbia subito tali “sguardi omofobi” solo ed esclusivamente nei servizi igienici e non nelle aule, nei corridoi e in tutti gli altri spazi comuni della Vostra Università.
Quindi, a mio modesto parere, Esimio Signor Professor Rettore , il Suo Ateneo spendendo migliaia di euro degli studenti e dei contribuenti italiani non ha fatto( o ha fatto sommariamente) il calcolo dei “costi benefici” per questo “investimento”. E ciò per due ragioni: la prima che su migliaia di studenti quelli che si fanno tali seghe mentali per questi presunti “sguardi omofobi” si contano sulle dita della zampa di una gallina e poi se volevate veramente essere sicuri di evitarli , per fare un “lavoro fatto bene” e fugare la possibilità di ogni “sguardo, omofobo”, avreste dovuto costruire un padiglione separato per ogni lettera dell’acronimo LGBTQI. Sempre sperando che nel contempo non avessero aggiunto un’ulteriore lettera!
E converrà sicuramente che il calcolo “costi benefici” è una colonna portante della gestione aziendale, attività che in futuro la più parte dei vostri studenti, sarà chiamata a svolgere.
Quindi anche spendendo decine di migliaia di euro per una singola denuncia, comunque il “problema di omofobia ” non lo avete risolto.
Infine mi permetta di ricordarLe che i bagni separati non servono tanto per proteggere l’intimità dei due sessi biologici, io per esempio dopo decenni di frequentazione degli stessi non ho mai visto nessuno (mi scusi il francese) cagare. I bagni separati servono principalmente perché i maschietti fanno la pipì in piedi e notoriamente non alzano l’asse e puntualmente mancano il buco, mentre le femminucce la fanno sedute e giustamente sclerano perché noi maschietti ci dimentichiamo sempre di alzare la tavoletta.
Concludendo se mi avesse consultato prima le avrei proposto una soluzione molto più economica: mantenere solo due bagni e cambiare con pochi euro solo le targhette.
Scrivendo su una:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con il PISTOLINO.
E sull’altra:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con la PATATINA.
La ringrazio per l’attenzione e porgo i più...
Distinti Saluti.
Alberto Mascioni.
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carmenvicinanza · 2 days ago
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Annie Easley
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Ero lì per svolgere un lavoro per il quale sapevo di avere le capacità. Mi sono concentrata solo su questo. Non avevo alcuna intenzione di essere una pioniera.
Annie Easley, informatica e matematica statunitense, è stata una delle prime scienziate a lavorare per la Nasa apportando un contributo fondamentale ai sistemi missilistici e alle tecnologie energetiche.
Ha lavorato nel programma missilistico Centaur che ha permesso alla sonda Surveyor 1 di atterrare sulla Luna nel 1966.
Nata il 23 aprile 1933 a Birmingham in Alabama, è cresciuta da una madre single, in un’epoca in cui l’istruzione e la carriera per le persone nere era molto limitata. Le scuole erano segregate e i programmi scolastici differenziati ma risultava sempre la più brava in tutti i corsi e aveva avuto la possibilità di frequentare la Xavier University di New Orleans, frequentata dalla comunità afro-americana, dove si era laureata in farmacia prima di sposarsi e trasferirsi a Cleveland.
La sua passione per la matematica, l’aveva spinta, nel 1955 a lavorare come computer umano presso il NACA, ente precursore della NASA, era una delle quattro persone afroamericane che vi lavoravano su 2.500 dipendenti. 
Prima dell’avvento dei computer eseguiva calcoli manuali per i ricercatori.
Da autodidatta, aveva imparato a programmare utilizzando linguaggi come Fortran e SOAP e ha lavorato allo sviluppo di un codice utilizzato nella ricerca e nell’analisi di tecnologie energetiche alternative per batterie e sistemi di alimentazione, poi utilizzati nei primi veicoli ibridi.
Ha svolto un ruolo significativo nel programma missilistico Centaur, il primo a utilizzare idrogeno liquido e ossigeno liquido come propellenti, ha contribuito a gettare le basi tecnologiche per i futuri lanci di navicelle spaziali e satelliti per comunicazioni, militari e meteorologici che rimane una componente fondamentale della moderna progettazione di razzi.
Il dispositivo ha alimentato anche la sonda Cassini che fino al 2017 ha studiato Saturno e che è alla base anche del moderno razzo Atlas V-401.
Negli anni Settanta ha lavorato a un progetto che esaminava i danni allo strato di ozono e studiato i vantaggi economici delle centrali elettriche di cogenerazione che ottenevano sottoprodotti da carbone e vapore.
Durante i 34 anni di carriera alla NASA, ha dovuto affrontare razzismo e sessismo.
Aveva capacità, titoli e competenze, ma non poteva godere delle stesse opportunità di sviluppo professionale dei suoi colleghi.
Quando studiava matematica all’università di Cleveland, le era stato negato il sussidio finanziario per l’istruzione ed era assunta con un livello di retribuzione inferiore a quello promesso.
Nonostante la sua lunga carriera e i numerosi contributi alla ricerca, veniva tagliata fuori dalle foto promozionali dell’agenzia aerospaziale. Ha lavorato in quattro dipartimenti diversi, la Divisione Servizi Informatici, la Direzione Energia, il Gruppo Veicoli di Lancio e la Direzione Ingegneria, senza mai ottenere una promozione.
Oltre al suo lavoro tecnico, ha prestato servizio come consulente per le pari opportunità all’interno dell’azienda, contribuendo a mediare e risolvere casi di discriminazione sul posto di lavoro. Ha promosso pratiche di assunzione inclusive ed è stata coinvolta in attività di reclutamento alle carriere STEM presso le scuole superiori.
Ha fatto parte dello Speaker’s Bureau e della Business & Professional Women’s Association.
Dopo il pensionamento nel 1989, si è dedicata alle sue passioni sportive, soprattutto tennis e sci e ha partecipato a diversi programmi di volontariato per evitare la dispersione scolastica.
Si è spenta a Cleveland il 25 giugno 2011 lasciando una notevole eredità come scienziata che ha contribuito alla conquista dello spazio e come donna nera che ha superato le barriere discriminatorie della NASA.
Nel 2021 l’Unione Astronomica Internazionale le ha intitolato un cratere sulla luna. 
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eynis-varda-songwriter · 11 days ago
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I chose to get out of the noise.” I will no longer use social networks.Available only to users not registered for streaming.I will no longer listen to digital music.I will no longer watch movies, TV series or anime.Do not upload other manga.I will no longer play video games. I will only read books, especially autobiography and text stories,history of history and of history. I choose silence, I choose to be free from "social", the truth, the presence.I choose the life that can be touched, that can be lived, that has a scent,that is looking at black eyes. I do physical activity, I participate in events, I talk face to face.I offer my time in volunteering and I receive humanity in return. Whoever wants, can still watch what I have done.They can comment, click, talk about me.But I no longer have the strength to do it.Because I have chosen not to be there anymore. I will no longer be connected to a digital life.I will be busy really living. We live in a world that slowly fades away.We have to live now, not tomorrow. Thank you for everything and your support.This is the only site that I can say love.I adore you, and I hope you all have a beautiful life. Thank you so much for everything :)
Ho scelto di uscire dal rumore.”
Non userò più i social network.
Non userò più dispositivi di streaming.
Non ascolterò più musica digitale.
Non guarderò più film, serie TV o anime.
Non leggerò più manga.
Non giocherò più ai videogiochi.
Leggerò solo libri, soprattutto autobiografie e testi storici,
storie di esperienze vere e della loro verità.
Scelgo il silenzio, scelgo di essere libera dai "social", la verità, la presenza.
Scelgo la vita che si tocca, che si vive, che ha un profumo,
che si guarda negli occhi.
Faccio attività fisica, partecipo agli eventi, parlo faccia a faccia.
Offro il mio tempo nel volontariato e ricevo in cambio umanità.
Chi vorrà, potrà ancora guardare ciò che ho fatto.
Potranno commentare, cliccare, parlare di me.
Ma io non lo saprò mai.
Perché ho scelto di non esserci più lì.
Io non sarò più connessa a una vita digitale.
Sarò occupata a vivere davvero.
Viviamo in un mondo che lentamente si spegne.
Bisogna vivere ora, non domani.
Grazie di tutto e del vostro supporto.
Questo è l’unico sito che posso dire di aver amato.
Vi adoro, e spero che tutti voi abbiate una vita bellissima.
Grazie mille di tutto :)
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Parti con Giosef: opportunità di mobilità giovanile europea ad Alessandria. Un evento dedicato ai giovani per scoprire progetti Erasmus+, Corpo Europeo di Solidarietà e DiscoverEU
Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formaz
Un incontro per costruire il proprio futuro in Europa Alessandria, 9 dicembre 2024 – L’Informagiovani del Comune di Alessandria e l’Assessorato alle Politiche Giovanili organizzano “Parti con Giosef”, un evento informativo dedicato ai giovani tra i 18 e i 30 anni che desiderano scoprire opportunità di formazione, crescita personale e mobilità in Europa. L’incontro, realizzato in collaborazione…
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rosamannetta · 20 days ago
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U.N.A.C di ROSA MANNETTA
L'Unione Nazionale Arma dei Carabinieri (UNAC) è un'associazione senza scopo di lucro che opera nel settore del volontariato e della protezione civile, con l'obiettivo di supportare la comunità attraverso attività di assistenza, sicurezza e tutela del territorio. Ѐ stata fondata il 14/12/2023 e dal 2023 al 2024, ha svolto varie attività di servizio ed assistenza in vari comuni delle province di Avellino, Caserta, Napoli e Benevento.  Il Comune di Montefalcione conta circa 3.244 abitanti e si distingue per il suo patrimonio storico e culturale. In questo contesto, l'UNAC ha un ruolo fondamentale nel promuovere iniziative volte al benessere della comunità. L'UNAC Montefalcione è attiva anche nel campo culturale. Ad esempio, ha collaborato alla realizzazione del progetto "TILT Podcast" nel dicembre 2024, un evento culturale che ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo e ha contribuito ad arricchire l'offerta culturale del territorio. ​In particolare, le attività dell’associazione sono state realizzate in sinergia con i vari eventi tipici dei comuni, come le feste religiose, primo soccorso e altro ancora. In conclusione, l'UNAC di Montefalcione rappresenta un esempio significativo di come l'associazionismo possa contribuire al rafforzamento del tessuto sociale, promuovendo valori di solidarietà, sicurezza e partecipazione attiva alla vita comunitaria.
Rosa Mannetta
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pollicinor · 2 months ago
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Chi faceva volontariato per un’ora o più alla settimana era sottoposto a un invecchiamento cellulare e biologico più lento rispetto a chi non faceva volontariato: in sintesi, manteneva il suo corpo più giovane aumentando la longevità. I ricercatori spiegano che il volontariato offre una combinazione di benefici fisici, sociali e psicologici: spinge le persone a muoversi e a camminare, e quindi ha una componente di attività fisica, inoltre aiuta a costruire una rete sociale che spesso non è presente nelle persone anziane, riducendo lo stress e migliorando la salute cognitiva. In particolare, spiega lo studio, sono i pensionati a trarre i maggiori benefici, soprattutto quelli che arrivavano a 4 ore di volontariato a settimana.
Dall'articolo "Vuoi abbassare la tua età biologica? Ecco l'attività da fare anche solo per un'ora a settimana" di Francesco Palma
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gabriele-85 · 3 months ago
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Parola 22/01/2025
*NUTRIRE LA VITA INTERIORE*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
Nutrire la vita interiore è fondamentale per mantenere l'equilibrio emotivo, spirituale e mentale.
Non possiamo limitarci a nutrire il corpo. Dobbiamo nutrire anche l'anima, coltivando valori, principi e pratiche che promuovono il bene.
Possiamo riservare momenti esclusivi della giornata alla meditazione, alla preghiera o alla lettura ispirata. Il contatto con la natura può collegarci con il divino, così come la musica, l'arte, il silenzio e i momenti di riflessione introspettiva.
D'altra parte, le attività che ci portano a donarci sono un forte nutrimento per la vita interiore: il volontariato, la condivisione di esperienze, i gruppi di studio biblico o di idee umanitarie.
La partecipazione alle preghiere comunitarie come le lodi, l'adorazione, la Messa e il culto sono un importante nutrimento per l'anima.
Infine, la vita interiore può essere nutrita da Gesù stesso, che è presente tra noi quando ci amiamo come Lui ci ha amato.
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itlocalnews · 3 years ago
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Maxi truffa con schema Ponzi, sorella ex broker è indigente
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Sarà presentata in queste ore la richiesta di mitigazione della misura cautelare inflitta all'ex broker finanziario Roberto Diomedi, 51 anni di Sinnai, che nei giorni scorsi ha risposto per due ore e mezzo alle domande della giudice per le indagini preliminari Ermengarda Ferrarese, provando a dare una spiegazione sulla sua attività e ribadendo di essere autorizzato da concessioni ottenute in Inghilterra.Rigetta l'accusa di essere la mente di una truffa con lo "schema Ponzi" che avrebbe creato un maxi raggiro da 4 milioni di mezzi di euro ai danno di migliaia di investitori.
Nel frattempo la giudice ha alleggerito il provvedimento restrittivo nei confronti della sorella Barbara Diomedi: non più i domiciliari ma l'obbligo di dimora per consentirle di sostenere sé e i due figli. La donna, infatti, come ha dimostrato il legale Pierandrea Setzu vive di fatto in uno stato di indigenza, aiutata anche dalle associazioni di volontariato.     Difeso dall'avvocato Antonello Garau, l'ex borker finanziario è rinchiuso da alcuni giorni nel carcere di Uta, dopo l'arresto avvenuto su ordine di custodia cautelare del gip non appena atterrato all'aeroporto di Elmas. A coordinare le indagini della Guardia di Finanza e della Polizia Postale c'è la sostituta procuratrice Diana Lecca che ipotizza, a vario titolo e a ciascuno per le proprie imputazioni, reati che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata all'abusivismo finanziario, alla truffa, ma anche il riciclaggio e l'autoriciclaggio. Per la Procura il gruppo (gli indagati sono 12, sei dei quali raggiunti da misure cautelari) avrebbe messo in piedi uno "schema Ponzi" con le vittime che venivano attirate a investire con la promessa di interessi anche del 5% mensile che a fine anno però non si era concretizzato.
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