#Domenico De Masi
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gregor-samsung · 7 months ago
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" Educare all'ozio significa insegnare a scegliere un film, uno spettacolo teatrale, un libro. Insegnare a sbrigare le attività domestiche e a far da sé molte cose che fin qui abbiamo comprato. Insegnare la convivialità, l'introspezione, il gioco. Anche la pedagogia dell'ozio ha una sua etica, una sua estetica, una sua dinamica, delle sue tecniche. E tutto questo va insegnato. L'ozio richiede luoghi adatti per riposarsi, per distrarsi, per divertirsi. Ai giovani perciò bisogna insegnare a districarsi non solo nei meandri del lavoro, ma anche nei meandri delle varie offerte di loisirs. Significa educare a fare il genitore e a fare il coniuge, ai rapporti con l'altro sesso, al volontariato, cioè ad attività socialmente utili da svolgere nel tempo libero che avremo in abbondanza. Ce n'è da insegnare! La massa della gente non sa scegliere neppure un luogo di vacanze: va in un'agenzia e si fa rifilare quello che capita. La massa della gente non sa come distrarsi e come riposarsi. Bisogna educare alla notte: la nostra cultura è tutta diurna, vede la notte come uno spazio privatissimo, peccaminoso. E poi bisogna educare alla cultura post-moderna: molte espressioni della nostra cultura non sono godibili immediatamente com'era per la pittura classica o per la musica tradizionale. Siano architettura, scultura o design, spesso possiamo apprezzarle solo se ne conosciamo storia, senso e scopo. Posso rimanere istantaneamente colpito di fronte alla Gioconda o a una statua di Canova, ma per capire Mondrian devo sapere cos'è stato il movimento De Stijl, e per ammirare davvero Van Gogh devo sapere cos'è stato l'Impressionismo. Educare significa insegnare ad arricchire le cose di significato, come diceva Dewey. Più educato sei, più significati cogli nelle cose e conferisci alle cose. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 141-142.
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revista-amazonia · 1 month ago
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Desafios e Oportunidades: Explorando as Implicações Práticas da Teoria de Domenico De Masi
Com o reconhecimento da teoria do Ócio Criativo e a crescente discussão sobre o futuro do trabalho, algumas perguntas emergem sobre a viabilidade de implementar essas ideias em diversos contextos. Embora a teoria ofereça uma visão otimista sobre o equilíbrio entre trabalho e lazer, sua aplicação prática, especialmente em setores altamente competitivos, em uma economia global cada vez mais…
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aitan · 1 year ago
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Con la morte di Domenico De Masi diminuiscono le possibilità di capire qualcosa del nostro futuro.
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chez-mimich · 1 year ago
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PACHYDERMIC WORKING
Vi ricorderete tutti quando durante la pandemia molti lavoratori furono costretti al cosiddetto smart working. Naturalmente in quei giorni dovendo fare di necessità virtù, tutti o quasi tutti , scoprirono che esisteva un modo di lavorare da casa che produceva gli stessi risultati, anzi migliori. A scuola la questione fu molto più complicata, poiché, a fronte di questa esigenza impellente, si era scarsamente attrezzati, benché fu proprio la pandemia a far cambiare molte inveterate e arcaiche abitudini. Un discorso a sé andrebbe fatto per la “didattica a distanza”, ma non è un discorso che mi compete e che necessità di competenze specifiche che non sono le mie. A dire il vero non so bene quali siano nella fattispecie nemmeno le mie “competenze” conosco solo quali sono i miei “doveri” e a quelli mi attengo. Durante quei febbrili giorni i ministri del Governo Conte si dissero convinti che non solo lo smart working ci avrebbe permesso di salvare il paese, ma che addirittura non si sarebbe potuto pensare ad alcuna forma di lavoro diversa per il futuro. Naturalmente la convinzione era supportata da studi e pareri dei famosi “esperti” che non mancano mai, anzi abbondano. Il dibattito ebbe inizio e, come tutti i dibattiti di quel
periodo, si sciolse come neve al sole passata l’emergenza. In realtà esistono davvero studi molto circostanziati che dimostrano e argomentano che lo smart working è una forma di lavoro intelligente, economica, efficace e, come si dice oggi “sostenibile”. Citerò solo uno di questi studi, quello del sociologo del lavoro Domenico De Masi, una vera autorità in materia che ha scritto un poderoso volume edito da Marsilio e reperibile anche in e.book, dal titolo appunto “Smart working”. Naturalmente non tardarono le polemiche: i ristoranti non avrebbero più guadagnato nella pausa pranzo, i rapporti umani si sarebbero azzerati, gli immobiliaristi non avrebbero più affittato gli uffici, i lazzaroni avrebbero preso il potere, insomma l’Apocalisse. Ieri, con il canonico ritardo, è stato firmato il nuovo contratto collettivo nazionale del personale della scuola, scaduto se non ricordo male nel 2019. Tra le novità del contratto, a parte i soliti 80-90 euro di aumenti per gli impiegati della scuola e le solite belle parole sulle centralità dei docenti ecc. ecc. avrebbero dovuto esserci (così era stato promesso dai governi che nel frattempo si sono succeduti), la norma per lo smart working. La norma però è sparita e ci si limita a parlare di una non meglio identificata “regolamentazione delle attività non didattiche a distanza dei docenti”. Cosa sia non lo so e non voglio saperlo. Invece vorrei sapere perché non è stato previsto lo smart working per gli impiegati della scuola. Non lo saprò mai ma mi piacerebbe tanto. Ci sono operazioni che svolgono in un ufficio scolastico, che se fatte da casa o fatte dall’ufficio producono lo stesso risultato: l’adozione dei libri di testo, le statistiche e le rilevazioni, moltissime operazioni sul personale della scuola, quasi tutte le operazioni di contabilità, potrei continuare. Operazioni per le quali il contatto umano non serve affatto, anzi è spesso dannoso in termini di concentrazione e di velocità delle operazioni. Sembra però che i dirigenti scolastici ministeriali di alto livello credano che la presenza fisica del lavoratore sia necessaria per poter operare, oltre che un controllo anche una sorta di affermazione del “potere”. Non è una argomentazione risibile, anche qui fior fior di sociologi hanno affermato che questo non è un aspetto di secondaria importanza. Insomma che i lavoratori non docenti della scuola, si accontentino della mancetta quinquennale e non disturbino il manovratore. Naturalmente anche i sindacati su questo (anche su questo) hanno da dire poco o nulla, al di là di generiche affermazioni di principio. Essendo ormai quasi al termine della mia avventura nella scuola (chiamarla “carriera” vorrebbe dire usare un termine improprio), ho avuto la soddisfazione di essermi sbarazzato di penne, fotocopie, cartacce varie e di aver digitalizzato i fascicoli personali di centinaia e centinaia di studenti, cosa che avrei potuto fare anche dal divano di casa mia. Google guadagna circa 81 dollari al secondo e più della metà dei suoi dipendenti lavorano da casa. E a scuola? A scuola si guarda Google con sospetto…
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empreinte0 · 1 year ago
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Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma” è il motto di Paul Valery che aveva scelto per descriversi sul proprio sito web. Una rondine, cioè un uccello determinato “ma senza spocchia” con una sua struttura interna. Quella rondine, Domenico De Masi, morto all’età di 85 anni, a seguito di una improvvisa e micidiale malattia, lo è stato per tutta la sua lunga vita.
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allthebrazilianpolitics · 1 year ago
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Lula to meet with Macron, Pope on Europe trip
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President Luiz Inácio Lula da Silva will leave Brazil on Monday night for a week-long trip to Europe, where he will meet with Pope Francis and participate in the Summit for a New Global Financing Pact in Paris, hosted by French President Emmanuel Macron.
Lula will depart from Recife airport and arrive in Rome on Tuesday, where he will meet with Italian sociologist Domenico de Masi. Mr. Masi previously visited Lula in prison in early 2019, calling him “the most important leader in the world.” After serving 580 days in prison for corruption and money laundering, Lula left jail in late 2019 after the Supreme Court quashed his sentence, ruling that Sergio Moro was a biased judge in his case.
On Wednesday, Lula will meet separately with Italian President Sergio Matarella, Pope Francis, and Rome Mayor Roberto Gualtieri. Lula met the Pope in early 2020. This time around, he has promised to invite Pope Francis to the Círio de Nazaré, a huge Catholic festival held every October in the Amazonian city of Belém, a shoo-in to host the COP climate conference in 2025.
Continue reading.
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giuseppecontegrandeamore · 2 months ago
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Secondo questo articolo a cura di Domenico De Masi, giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, l’ex-premier Mario Draghi avrebbe chiesto a Beppe Grillo di escludere e togliere il posto da leader del Movimento 5 Stelle al presidente Conte!❤️🇮🇹
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gaefke · 3 months ago
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Who still wants to be a writer?
A lot of people are betting that the job of the future will be prompt creator for AI, like ChatGPT, and then create interesting books, maybe even bestsellers.
Are we finally hitting that stage of "Creative Leisure" that sociologist Domenico De Masi talks about? He says that "Creative Leisure is about balancing work, study, and fun without overloading yourself and getting the most out of each." It seems like everyone is trying to squeeze the most out of ChatGPT to live some sort of fake glory for creating a piece that mixes other people's texts and thoughts, right?
AI is just a collection of knowledge from people who have already written and spent their time crafting words, even if they were "inspired" by other texts. But that doesn’t seem like real creation from these AI machines.
Are we going to become just prompt creators? Is there still a place for us to think and put down on paper—or even on our screens—what we think, dream, or imagine, which we call the "creative process"?
I think there are already plenty of books out there based on AI's guesses, and it's only going to get more common. What do you think? Do you have plans to write a book?
Paulo Roberto Gaefke
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napazdebuddha · 3 months ago
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📚 Descubra o Poder do Ócio Criativo com Domenico de Masi! ✨
Você já se perguntou como equilibrar trabalho, lazer e criatividade de maneira harmoniosa? Em “O Ócio Criativo”, Domenico de Masi nos convida a explorar uma visão revolucionária sobre a relação entre produtividade e tempo livre. Imagine um mundo onde o trabalho e o lazer não são opostos, mas complementares. De Masi nos mostra como o ócio, longe de ser improdutivo, pode ser a fonte mais rica de…
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agrpress-blog · 6 months ago
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Quattro anni senza Fabio Grisanti Quattro anni fa, l’8 giugno 2020, ci la... #agrpress #fabiogrisanti #istitutoquintadimensione #spazio5 https://agrpress.it/quattro-anni-senza-fabio-grisanti/?feed_id=5728&_unique_id=6663f652a94d5
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marketingcotidiano · 1 year ago
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A atenção é o maior ativo do mundo?
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Na confusão causada pela fartura de informações, salva-se do desequilíbrio apenas quem é dotado de cultura sólida, que o permite selecionar as informações certas e assimilar e valorizar apenas as que são úteis. Domenico De Masi (apud Oliveira, 2020) 
Tenho comentado com certa frequência sobre a importância da captura da atenção das pessoas, até por se tratar de um grande desafio num mundo repleto de múltiplos estímulos. 
De fato, a relevância do tema é tal que originou um campo de estudo próprio, a Economia da Atenção (Attention Economy). Neste paradigma socioeconômico, a atenção humana é vista como um recurso valioso e limitado, apto a ser comercializado. Esse conceito ganhou proeminência em um mundo saturado de informações, onde empresas, mídias e outras organizações competem intensamente pela atenção das pessoas.
Do que se trata
Nesta postagem vou brevemente me concentrar em considerações sobre os riscos dessa enorme profusão de estímulos que recebemos, ainda que haja evidentes benefícios envolvidos, como surgimento de novos negócios e carreiras. Os termos “comunicação”, “linguagem”, “propaganda”, “mensagem” e “informação”, por vezes se confundem, pela proximidade, e optou-se pelas palavras “estímulo” e “mensagem” para representá-los. 
A contemporaneidade parece abarcar uma ansiedade generalizada entre as pessoas, ao que Dimenstein (2001) refere como “Mal do século: síndrome do excesso de informação”. O excesso de informação provoca angústia, porque não se consegue “[…] deglutir a carga de informações disponível em livros, na imprensa, na televisão e na Internet.” 
Mais de vinte anos depois a situação comentada pelo autor não parece ter sido pacificada. Ao contrário, o excesso de estímulos parece ter evidenciado ainda mais “cybercondríacos”, neologismo por Dimenstein usado. 
Cybercondríacos e absorção de conteúdo
Ah, sobre os cybercondríacos: “Quem tem a síndrome não consegue dormir: não quer perder tempo e quer continuar consumindo informações. As pessoas com quadro agudo dessa síndrome são assoladas por um sentimento constante de obsolescência, a sensação de que estão se tornando inúteis, imprestáveis, ultrapassadas. A maioria não expressa sintomas tão sérios. O que as persegue é uma sensação de desconforto.” (Dimenstein, 2001, grifo nosso). 
Pesaroso, concordo, mas que soa familiar. Em algum momento podemos ter sentido sintomas assim. 
Silencia-se notificações no celular, adiciona-se ad-blocks no navegador e há impressão de controle sobre estímulos recebidos. Contudo, ainda assim, com todo o cuidado tomado, há uma contínua massa de informações que somos expostos, até porque o sujeito continua sendo estimulado em seu cotidiano, ao andar pelas ruas, usar a internet, jogar no celular, trocar mensagens, assistir uma série, usar redes sociais e em todas as demais atividades rotineiras (Andrews; Leewen; & Baaren, 2016). 
Tentativas de quantificar a exposição diária individual indicam relevante quantidade de estímulos comerciais, entre 5.000 e 8.000, considerando também todas as interações pessoais que acontecem. Esse contexto torna a atenção muito, muito difícil de se conseguir. (Johannessen et al., 2010). 
O “não absorver” pode parecer uma limitação, contudo Andrews, Leeuwen e Baaren (2016) tornam claro que, felizmente, não se possui a capacidade cognitiva de processar todas as informações. Isso é necessário para se manter a sanidade, o excesso de estímulos sobrecarrega o organismo. 
O Marketing, por outro lado, ciente disso, busca meios para repercutir no público-alvo pretendido. Aliás, outras áreas de conhecimento distintas há anos procuram formas de resolver essa situação, particularmente Jornalismo, Sociologia, Design, Publicidade e Psicologia. Resultado dessa investigação são trabalhos que surgiram, como Neuromarketing, Copywriting e UX Design.   
Enfim..
Lembram-se dos instrumentos persuasivos para aumentar a Expansão e Consolidação no Mercado que comentei em sala? É sobre isso que estávamos falando. 
Persuasão e comunicação, nesse contexto, geram sinergia e há um estudo da Escola de Negócios de Coimbra sobre a influência da comunicação, mencionando que a linguagem exerce […] influência poderosa sobre as pessoas e seu comportamento. Isto é especialmente verdadeiro nas áreas de marketing e publicidade. A escolha da linguagem para transmitir mensagens específicas com a intenção de influenciar as pessoas é de vital importância. (Johannessen et al., 2010, p.6, tradução nossa). 
Dessa forma e de maneira complementar ao que foi abordado no primeiro encontro, se apresenta parte dos assuntos tratados. Qual é a opinião de vocês? 
Imagem que abre o post: ‘RCA test pattern 16x9′ foi um padrão de teste de televisão que foi introduzido em 1939 pela Radio Corporation of America (RCA) para seus novos modelos de televisores. A imagem era usada para calibrar e ajustar televisões, permitindo que técnicos e usuários finais ajustassem a imagem de suas TVs para obter a melhor qualidade possível. Assim como o ‘RCA test pattern 16x9’ foi projetado para ajustar a nitidez de uma tela de televisão em meio a possíveis distorções, no atual cenário de sobrecarga de informação, precisamos calibrar nossa atenção. Em um mundo onde somos bombardeados por estímulos visuais, sonoros e digitais, torna-se crucial definir nossos próprios ‘padrões de teste’ internos, filtrando o ruído e focando no que verdadeiramente importa.
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REFERÊNCIAS 
ANDREWS, M.; VAN LEEUWEN, M.; VAN BAAREN, R. Persuasão na publicidade: 33 técnicas psicológicas de convencer. São Paulo: Gustavo Gili, 2016. Acesso em: 25 ago. 2023. 
ASSOCIAÇÃO BRASILEIRA DE NORMAS TÉCNICAS. NBR 10520: informação e documentação: citações em documentos: apresentação. 2 ed. Rio de Janeiro: ABNT, 2023. 19 p.
CAVALCANTE, G. B. O uso dos mecanismos psicológicos na influência de escolha do consumidor. A saúde mental em discussão Volume, p. 88. Disponível em: https://fametro.edu.br/storage/2021/05/saude_mental_discussao.pdf. Acesso em: 25 ago. 2023. 
DAVENPORT, T. H.; BECK, John C. The attention economy. Ubiquity, v. 2001, n. May, p. 1-es, 2001. Disponível em: https://dl.acm.org/doi/fullHtml/10.1145/376625.376626. Acesso em: 06 out. 2023.
DIMENSTEIN, G. Mal do século: síndrome do excesso de informação. Folha de S.Paulo, São Paulo, semana de 03 set. 2001 a 09 set. 2001. Disponível em: https://www1.folha.uol.com.br/folha/dimenstein/imprescindivel/semana/gd020901a090901.htm. Acesso em: 27 jun. 2018. 
GOLDHABER, M. H. The attention economy and the net. First Monday, 1997. Disponível em: https://firstmonday.org/ojs/index.php/fm/article/view/519. Acesso em: 06 out. 2023.
JOHANNESSEN, K. et al. The languageofadvertising: Powerful, innovativeandenvironmental? New perspectives on sustainability, n.2, 2010. Disponível em: https://revistes.udg.edu/new-perspectives/article/viewFile/11405/14954. Acesso: 25 ago. 2023. 
OLIVEIRA, S. Banquete indigesto: o excesso de informações que nos é servido afeta a saúde e gera estresse, ansiedade e até falta de memória. Vivabem, 2020. Disponível em: https://www.uol.com.br/vivabem/reportagens-especiais/excesso-de-informacao-afeta-nossa-saude-como-lidar-melhor-com-isso/#cover. Acesso em: 25 ago. 2023. 
ROSE, F. The Attention Economy 3.0. Milken Institute Review, v. 17, n. 3, p. 42-50, 2015. Disponível em: https://www.researchgate.net/publication/280132192_The_Attention_Economy_30. Acesso em: 06 out. 2023.
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Io mi chiedo spesso perché tanta gente oggigiorno abbia paura. E lo constato con preoccupazione, a mia volta, perché questo tipo di paura è la premessa del fascismo. La gente che ha paura non chiede altro che trovare un papà che curi per essa le questioni più complesse. Dal papà, poi, accetterà pure le sculacciate. Dovunque andiamo, oggi, sia un salotto o un ufficio, troviamo una parte cospicua dei presenti che vive il nostro come il peggiore dei mondi possibili. Con paure terribili: la paura demografica o la paura della disonestà. E magari, poi, loro stessi sono disonesti. Io non capisco perché non dobbiamo apprezzare anche gli aspetti positivi della nostra epoca: viviamo il doppio dei nostri bisnonni, nei nostri paesi abbiamo quasi sconfitto la fame e il dolore, ci siamo quasi affrancati dalla schiavitù della tradizione e da quella della scarsità. Eppure la gente non se ne rende conto. Con un piccolo lettore di compact disc e con i dischi che compriamo a poco prezzo in edicola, possiamo sentire le migliori orchestre del mondo. Mio nonno, che era un melomane, per sentire la musica doveva prendere la carrozza, partire, farsi ore di viaggio, arrivare a Napoli e lì finalmente sentiva una sinfonia. Ma solo quando l'orchestra c'era e se lui poteva: una volta ogni due o tre anni. Ci sono, dunque, milioni di persone che sottovalutano gli aspetti positivi della nostra epoca. E vivono come apocalittici i pericoli: sono sicuri che l'umanità vada a rotoli. Quello che non capiscono è appunto il problema della complessità, del "feedback". Non capiscono, ad esempio, che è vero, sì, che noi come popolazione mondiale aumentiamo. Però, se aumenteremo troppo, a un certo punto ce ne accorgeremo e rallenteremo la crescita. Non siamo dei macigni che rotolano in modo meccanico e inconsapevole. Siamo dotati di intelligenza e quindi, quando occorre, sappiamo correre ai ripari. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 137-138.
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multipolar-online · 1 year ago
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La commemorazione di De Masi a Roma
Camera ardente e poi commemorazione per Domenico De Masi, il sociologo ispiratore del reddito di cittadinanza scomparso a 85 anni. Nella sala del Tempio di Adriano familiari, amici e conoscenti e intellettuali. C’è chi lo stimava per il suo impegno universitario e chi per il suo impegno più politico. Tra i volti noti Ermete Realacci, Antonio Bassolino, Alfonso Pecoraro Scanio, padre Enzo…
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fnazareth · 1 year ago
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Domenico De Masi (1938 - 2023) - Morre Domenico De Masi, sociólogo que pensou o 'ócio criativo', aos 85 anos. Por Alessandra Monterastelli.
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roberto-queiroz · 1 year ago
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R.I.P Domenico de Masi, o pai do ócio criativo.
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