#amore e perdono
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C'era la neve quel giorno di Bianca Andreina Gae - Un romanzo di amore, perdono e resistenza. Recensione di Alessandria today
Una storia di legami indissolubili e di sfide personali sullo sfondo di un dramma familiare
Una storia di legami indissolubili e di sfide personali sullo sfondo di un dramma familiare Recensione: Nel romanzo C’era la neve quel giorno, Bianca Andreina Gae ci trasporta in un’emozionante storia di resistenza e relazioni familiari. Il libro affronta la dolorosa realtà dell’usura, esplorando il rapporto complesso tra Gerardo e sua figlia Diana. Tra il negozio di ceramiche del padre e il…
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Sotto il Cielo Toscano
Elena Rossi osservava il sole tramontare dietro le colline della Toscana, lanciando un riflesso dorato sulle foglie dei vigneti che si estendevano fino all’orizzonte. Era una serata tranquilla, il momento perfetto per assaggiare il nuovo vino della sua cantina. Il profumo di uva matura e legno di rovere riempiva l’aria mentre Elena si concentrava sulla degustazione. Poi, improvvisamente, il suono…
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Ed il perdono non lo nego, però non potrai mai più gustare lo stesso The.
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Perdonare qualcuno non significa condonare il suo comportamento. Non significa nemmeno dimenticare il modo in cui ti ha ferito e neppure concedergli di farti ancora del male.
Perdonare significa fare pace con ciò che è successo.
Significa riconoscere la tua ferita, dandoti il permesso di sentire dolore e di comprendere che quel dolore non ti serve più.
Il perdono è un dono a te stesso.
Ti libera dal passato e ti consente di vivere nel tempo presente.
Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.
- Daniell Koepke
Foto Chris Mok, unsplash
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Fate un favore a voi stessi e smettetela di perdonare così tanto, le persone fanno le cose con molta consapevolezza.
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Dicono che perdonare faccia bene a noi stessi: è vero, io l'ho fatto , però pensarti sotto un autobus mi fa stare anche meglio.
Principessa Sconsacrata
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Un nuovo intrigante caso per Kay Scarpetta di Patricia Cornwell. Recensione di Alessandria today
In un'indagine in cui nulla è come sembra, Kay Scarpetta affronta il caos di una serie di omicidi intricati e inquietanti.
In un’indagine in cui nulla è come sembra, Kay Scarpetta affronta il caos di una serie di omicidi intricati e inquietanti. “Caos” di Patricia Cornwell è l’ennesimo avvincente capitolo della celebre serie di Kay Scarpetta, l’anatomopatologa forense più famosa della narrativa contemporanea. Con questo romanzo, la Cornwell dimostra ancora una volta la sua maestria nel mescolare suspense,…
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LA LEGGENDA DELL' AMORE CIECO. <3
Tanto tempo fa la Follia decise di invitare tutti i sentimenti a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose:
- Si gioca a nascondino?
- Nascondino? Che cos'è? - domandò la Curiosità.
- Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, comincerò a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia, che rimasero a guardare in disparte.
1,2,3,... - la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un gruppo di alberi.
La Gioia corse festosamente in mezzo al giardino, noncurante di un vero e proprio nascondino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L'Invidia, ovviamente, si unì all'Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un grande masso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era sconfortata vedendo che la Follia era già a novantanove.
Cento! - gridò la Follia - Adesso verrò a cercarvi!
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire
per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio.
E così di seguito furono scoperte… la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e via via tutti gli altri.
Quando tutti finalmente si radunarono, la Curiosità domandò:
- Dov'è l'Amore?
Nessuno l'aveva visto. Il gioco non poteva considerarsi concluso, così la Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce… ma dell'Amore, nessuna traccia.
Setacciando da tutte le parti, la Follia si accorse di un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi, quando ad un tratto sentì un lamento…
Era l'Amore, che soffriva terribilmente perché le spine gli avevano appena perforato gli occhi.
La Follia non sapeva che cosa fare, si scusò per aver organizzato un gioco così stupido,
implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile arrivò fino a promettergli che l'avrebbe assistito per sempre.
L'Amore, rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così, da allora, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
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ELEGIA PER L'AMICO DI UN AMICO
Arrivederci, Nero. Oramai la vita ti era troppo faticosa e visto che tu non potevi scegliere, lo hanno fatto per te gli umani che ti sono stati accanto per quasi tutta la tua vita. Quasi tutta. Perché anche se hai avuto l'amore della tua mamma, sei poi stato tradito da 'padroni' che ti accusavano di non capire e che hanno usato il bastone per punirti della tua 'disubbidienza'. E tu sei diventato 'cattivo'. Ma la tua non era veramente cattiveria... era paura. Paura che il tuo non capire ti causasse dolore, abbandono, solitudine. E improvvisamente non è stato più così, con una mano che si allungava per accarezzarti e non più per picchiarti. Ma nonostante tutto quell'amore ricevuto, la paura è rimasta conficcata là, in fondo al cuore. E io ti perdono, Nero, per avermi morso, non con rabbia ma per paura, paura che l'umano che ti aveva accolto con sé non tornasse più dall'ospedale dove stava lottando per la sua vita, paura che io facessi male alla tua umana, che attendeva il suo ritorno. Io non ho provato rabbia per il tuo morso, solo tristezza, perché subito dopo ho visto che tremavi, in attesa di quella punizione che credevi di meritare. E ora è tutto finito. La sofferenza nelle ossa, la fatica di camminare senza una zampa, le scale che sembravano ogni giorno sempre più alte. Rimane solo il calore che eri convinto di non meritare e che invece è rimasto nel cuore di chi si è preso cura di te, fino alla fine. Arrivederci, Nero. Porterò la cicatrice del tuo morso con amore e riconoscenza.
Questo pomeriggio il mio amico @salfadog ha accompagnato il suo cane dal veterinario per l'ultimo viaggio e io gli ho detto, anzi, gli ho assicurato con la più profonda delle certezze che Nero lo avrebbe atteso con calma insieme a tutti gli altri compagni andati, oltre la cortina di pioggia di questo mondo, per correre ancora una volta assieme e non avere mai più paura.
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(…) Quel legame non è amore, ma qualcosa che sta tra la vergogna e la predilezione. Entrambi lo sanno, ma non è loro concesso di saperlo; ogni loro incontro casuale è un furto innocuo, ma esige un perdono.
Giorgio Manganelli
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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Crescendo i miei genitori erano troppo impegnati a litigare e odiarsi per ascoltare i desideri della me bambina, così mi sono sempre accontentata di quel pochissimo che mi davano senza chiedere nulla di più
Ho vissuto in camerette con mobili rotti e con la muffa, non ho mai fatto corsi di nessun tipo dopo la scuola, nessun gioco che percepivo come costoso, mai un capriccio
Per questo ora avere una relazione in cui posso concedermi ogni tanto di poter essere bambina, di essere coccolata e di riposarmi se voglio, non dover dimostrare di meritare di avere un tetto sulla testa perché va bene chi sono e basta, basta quello per ricevere amore, in cui se rompo qualcosa non mi viene urlato nulla e in cui non ci sono sospetti, in cui ho conosciuto il perdono vero se un giorno per la stanchezza rispondo male, in cui sono spinta a essere chi sono nel modo più puro, per me è un grande regalo, è una magia e il mio rifugio
Per questo voglio vivere con G
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A veces me asusta la forma tan radical en que tomo mis decisiones, conmigo no existe la tibieza, por ello medito demasiado antes de irme o quedarme. Creo en las segundas oportunidades, pero por amor propio ahora pongo límites con las personas con las que me relaciono. Aprendí a reconocer mi valor y no depender del que otros me quieran agregar, porque es subjetivo de acuerdo a su experiencia, sentimientos y convivencia mutua. Apuesto por lazos afectivos que me sumen y multipliquen y rechazo aquellos que me resten o dividan, porque ahora busco personas con las que pueda crecer emocional y espiritualmente, mucho he sufrido, pero he aprendido en cada uno de mis desaciertos con la vida. Me han roto el corazón mi familia, ex amores y hasta yo misma; por eso les perdono, pero más importante me perdono por haber permitido desvalorizarme, haber aguantado tratos inhumanos, abusos y daños psicológicos que hasta el día de hoy sigo destapando del baúl de los recuerdos soterrados.
Me declaro culpable de haber practicado gosthing y de haber pasado la experiencia de que alguien me haya gostheado. Ahora he aprendido que mi apego evitativo, miedo al compromiso, al fracaso han sido los mayores culpables de mantenerme en mi zona de confort y mi falta de responsabilidad afectiva en mis años pasados. Y me prometo a mí misma a trabajar en mí diariamente para convertirme en la mujer que quiero ser el día de mañana, a plantearme metas, monitorear y cuidar de mi salud mental, a renovarme, porque estos últimos años me he abandonado y descuidado física, emocional y mentalmente. Poco a poco voy reconociendo mis puntos débiles, pero también los fuertes para potenciar mis habilidades y comenzar a subir mi autoestima.
Tengo errores, porque soy humana, pero también puedo remediarlos porque soy capaz e inteligente. Aprendí a no ver relojes ajenos, pero eso no significa que algunos me pegan fuerte al ver que han logrado mucho y yo no he hecho casi nada en estos tres años. Tres años que han sido una agonía para mí, dónde me mantuve con miedo, con rencor, en mi zona de confort, cuadros depresivos, sentimientos de culpa excesivos, duelos, ansiedad e insomnio. Donde me afectaba que la gente me dijera que no hago nada con mi vida, cuando estoy liderando con los fantasmas de mi mente. Y sí admirable la gente que puede ser valiente estando mal, pero ¿y los que no? Se siente como un reproche el que no sepamos llevar una vida "normal" estando mal. ¡No! Al fin aprendí que no está mal estar mal, es mi proceso y nadie me puede juzgar por lo que hago o no dejo que hacer. Cada quién es diferente y comparase con los demás, sólo te hace sentir miserable. Aprendí que todos terminamos un ciclo en la vida de las personas, de los amigos y familia. Así como vienen unos, se van otros y no está mal, así es la vida y eso no quita que no duela, porque duele y quema como un infierno en el pecho. Pero es parte de la vida, el crecer, el madurar y aprender en cada etapa.
Stelle ; Aprender en cada etapa
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