#introspezione personale
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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"Senza Leggerezza" di Silvia De Angelis: Un Viaggio Poetico nella Profondità dell'Essere. Recensione di Alessandria today
Un'opera che esplora le complessità della vita attraverso immagini dense di significato e una raffinata sensibilità letteraria.
Un’opera che esplora le complessità della vita attraverso immagini dense di significato e una raffinata sensibilità letteraria. La poesia “Senza Leggerezza” di Silvia De Angelis è un viaggio profondo e intenso nei meandri dell’esistenza umana, dove emozioni, pensieri e momenti si intrecciano in un dialogo silenzioso ma potente. La voce poetica di De Angelis ci trascina in un universo fatto di…
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lostboy-94 · 1 year ago
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Per saper condividere il tempo con qualcuno devi saper convivere prima di tutto con la tua solitudine.
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misteroney · 1 year ago
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Quanto è difficile uscire dal loop dei propri comportamenti?
Hanno tutti problemi o traumi!!
Vero ma forse la differenza caratteriale e genetica tra di noi sta proprio nel come siamo capaci di affrontarli o gestirli
Ma tu sei sicuro di averci provato davvero?
Mi stai dicendo che mi comporto solo da vittima?
Si, qualcosa del genere
Ma quando provo a non lamentarmi mi sembra di far finta di stare bene, di non essere sincero
Ci vuole equilibrio nelle cose, segui il cuore
Giuro che ho sempre odiato questa frase, ma dove caxxo mi dovrebbe portare questo cuore se è il primo ad essere corrotto!!!
Ma scusa non la usi pure tu? La frase intendo
Si ma predicare è molto più facile, poi nelle altre persone vedo un cambiamento effettivo quando do qualche spunto
Che vorresti dire, che sei unico e speciale? Su di te non funzionano le cose comuni? Sei tipo l'alieno incompreso alla Kurt Cobain?
...
Non nego che ci abbia pensato in effetti... Al discorso dell'alieno e di Kurt. Mi sono chiesto più volte anche se dovessi scrivere una lettera prima di...
Prima di? Andartene?
Eh si...
Ma pensi davvero di farlo?
Spesso ma non capisco cosa mi ferma
Forse sei attaccato ancora a qualcosa no? Inizia da quello
Ma è quello il problema!!!!! Io non so a cosa sono attaccato, quando mi sveglio al mattino il mio primo pensiero non si dirige verso niente di concreto. Al massimo cose futili e materiali... faccio schifo
Va bene fare schifo, tranquillo non sei l'unico
Lo so... Anzi voi altri fate ancora più schifo che manco ve ne rendete conto. Come caxxo fate ad andare avanti senza preoccuparvi di nulla???
Pensi questo? Ma è davvero importante gli altri cosa fanno? Non volevi lavorare su te stesso?
Mi stai mettendo ancora più in crisi, sai cosa, tu sei il primo a fare schifo!!! Lasciami in pace.
Ma sai chi sono io?
Tu sei... tu... sei... m..
Esatto. Io sono te Oney
...
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divulgatoriseriali · 2 months ago
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Scrittura terapeutica per adolescenti: esprimere le emozioni in Un Rifugio Sicuro
La scrittura terapeutica per adolescenti rappresenta un potente strumento di espressione e guarigione, capace di trasformare i sentimenti interiori in parole scritte e di alleviare ansie e paure. L’atto di trasferire i nostri sentimenti dall’intimità del pensiero alla parola scritta risponde a un bisogno profondo di esternare, di aprirci, di far sentire la nostra voce. Questo processo dà vita…
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diarioquasiribelle · 6 months ago
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Non sapevo di far parte di una minoranza. No, non è un programma per adolescenti e casalinghe. Più la manifestazione di una persona che ha vissuto la sua vita in una bolla. In questa bolla, la percezione era alterata. Il giudizio era superficiale. Le definizioni approssimate. La precisione solo per cose superficiali. In questa bolla, che per comodità chiameremo "casa", si cresceva e si cresceva con dei valori. Alcuni rari, sensibilità profonde, tolleranza alta. Altri inesistenti, fiochi e dispersi. In questa casa, non c'erano spesso definizioni. Non c'erano limiti tangibili, non c'erano confini precisi.
Quando ciò accade, ci sono due possibili risultati. L'assenza di un limite, unita alla paura del fatto che non ci sia una regola ben definita per chi lo supera, può portare ad una paura che non permette di uscire dal limite del "conosciuto" e del permesso. L'alternativa, è che l'assenza di un vero muro permetta di giustificare ogni invasione, ogni manovra pericolosa, fino al limite delle conseguenze. In entrambi i casi, manca la consapevolezza. Manca la prevedibilità. Manca il punto fermo: decido di fare bene, decido di fare male. Sempre alla cieca. Senza un vero valore da accrescere.
Questi discorsi portati all'estremo di ogni attività svolta nella casa portano ad un distacco da sé stessi, essendo completamente assorti dalle possibilità e dalle reazioni. Portano a perdere i propri obiettivi e a confonderli con quelli intorno. Portano la propria idea ad essere annebbiata e distorta. Essere sensibili, ascoltare musica impegnata, avere una morale, prendere responsabilità, pesi, voler assaporare il mondo, magari cambiarlo... In quella casa erano degli aggettivi come altri. C'erano momenti di celebrazione e altri di indifferenza pura rispetto quelle caratteristiche. Anche qui era come per il resto: speciale come il resto. Interessante, ma non lo approfondirei. Affascinante, ma non fa per me. Coraggioso, ma non conviene. Ambizioso, ma che stress. Speciale, ma niente di che. In qualche modo, questo era arrivato. Speciale, ma mica tanto.
Ad un certo punto, da questa bolla inizi ad uscire. Approfondisci. Analizzi. Scopri. Entri in un gruppo, conosci, scrivi, ti scopri. Scopri speciali come te, ma effettivamente sembrate tanti. Musica impegnata, politica, caffè e dieta sana. Sigarette alcuni. Mercatino tutti. Feste ogni tanto. Inizi a vedere un mondo che non è come pensavi, che non è come casa tua, che non è come vedevi. Vedi le opportunità: che avevi, che hai perso, che hai. C r i s i Vedi le scelte. Vedi davvero. C o n s a p e v o l e z z a Impari. Prendi valori. C r e s c i t a Poi accade qualcosa. Crisi fuori, non dentro. Un non calcolato. Ora è un faccia a faccia con una società che, ora che ti conosci bene, non ti rappresenta. Non ti include. Eri uscita da una bolla per entrare in un'altra. Avevi scambiato una casa con un'altra ma il bosco fuori è ostile alle persone come te. Sei una persona gentile, alla fine. Non sai vivere per te, ma sembra che tutto fuori lo richieda. Sei una persona particolare. Con bisogni "particolari", talvolta difficili, talvolta pericolosi. Le tue idee iniziano a diventare pericolose. Da nascondere. Da vergognarsi o da discutere. Non è più superficiale ed è reale.
Ti sentivi parte di tutto, ma in realtà non avevi nulla. Eri in una bolla. E capisci: capisci che sei il nemico. Sei un nemico se hai valori. Sei un nemico se hai coraggio. Sei nemico se non ti pieghi al sistema migliore del mondo. Sei un nemico anche se non sei fatto per questo sistema. Sei un nemico, se non sei abbastanza del sistema. Sei un nemico, se lo dice il sistema. Sei un nemico, se lo richiede il sistema. Sei un nemico, se serve per sopravvivere. Forse anche se serve per vivere. O se serve per un capriccio. Tu però ti senti un gabbiano che vuole spiccare il volo ma la l'aria è troppo pesante. Come un fiore che vuole nascere, ma fuori è costante inverno. Come un fuoco che vuole ardere nella neve. Trova la tua scintilla, che sia fuori o dentro al sistema. Che sia tua. Che sia vera. Se sei il nemico, non vuol dire sia sbagliato.
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tiaspettoaltrove · 4 months ago
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Sei la convinzione fatta persona! Sei più malato di tutte le ragazze di cui tu stesso parli. Ma ti leggi dopo che scrivi? Quanto ci credi? Sei solo un povero sfigato che non riesce a trovare nessuna per quel modo di arcaico di vedere la donna e pensi di far colpo qui con 4 ragazzine che aprono la bocca piene di stupore per 4 minchiate che scrivi.
Non avrai i coglioni nemmeno di pubblicare questa Ask come io non li ho non mostrandomi e rimanendo anonim* . Scelgo l'anon giusto perchè sei così pieno di ego e di te stesso che saresti capace di fare qualsiasi cosa
Facci una cortesia, evapora nuovamente e per sempre.
Eh no, invece mi spiace deluderti: resto qui, pubblico, e ti rispondo anche. Innanzitutto, tutto questo livore è sintomo di una certa insoddisfazione personale: a cosa è dovuto questo tuo malessere? Cosa ti impedisce di accettare l’opinione e la visione della vita degli altri? Andrebbe indagata quest’esigenza di (cercare di) gettare fango su una persona a te sconosciuta, e che personalmente nessun danno ti ha arrecato. E poi, suvvia, anche qualora ti fossi mostrata col tuo vero profilo non avrei fatto alcunché. Mi hai disegnato come un ‘ndranghetista! Rido. Gli asterischi puoi tranquillamente metterli dove ritieni più opportuno, ma la lingua italiana è un’altra cosa. Ed è molto piacevole leggerla, nella sua forma più corretta. I miei testi, logicamente, li rileggo sempre prima di pubblicarli. Anche più volte. Semplicemente perché ho più rispetto del mio pubblico, di quello che hai tu. A quelle che definisci “4 ragazzine”, sento di voler dedicare il meglio che posso. Ovvio, non tutte lo meritano, ma qualcuna c’è, c’è sempre. Quindi, non capisco bene dove col tuo appunto tu voglia andare a parare. Cosa dovrei pensare? Che sei invidiosa? Gelosa? Non vedo come e perché possa e debba darti fastidio ciò che narro in questo mio piccolo blog. È la mia vita, come tu hai la tua. Di malattie al mondo ce ne sono tante, e onestamente tirarle in ballo abbastanza a casaccio è una mancanza di rispetto per chi è malato veramente, se vogliamo metterla su questo piano. E io non sono affatto perbenista o politicamente corretto, anzi, ma mi limito a ribaltare il discorso per far luce su aspetti che certamente ti sfuggono. Hai mai pensato che possano esserci ragazze che, addirittura, possano trarre giovamento dalla lettura dei miei pensieri? Perché in alcuni casi, cara mia, è proprio ciò che accade. E lo so non perché l’ho sognato di notte nel silenzio più assoluto, ma perché mi è stato fatto presente. Eppure, tu, queste ragazze le definisci pateticamente e banalmente “malate”. E di conseguenza ritieni me ancor più malato perché, nella tua astrusa mente, io evidentemente le travio e corrompo. Quel “modo arcaico di vedere la donna”, è esattamente quel modo che ci ha permesso di arrivare fino a qui. Sì, anche a te. Per te è sbagliato? Va bene, qual è il problema? Per me invece è giustissimo e inevitabile e, paradossalmente, proprio tu lo dimostri. Che poi voglio dire, non vivo su Marte. E se un po’ questo blog l’hai “sfogliato”, lo avrei notato che mi chiamo “Ti aspetto altrove” proprio per questo motivo. Ovvero perché so che in questo mondo non è possibile trovare ciò che cerco. Non lo è più, quantomeno. E accetto questa sorte semplicemente con grande forza e maturità, isolandomi nella mia vita privata, professionale, e di tanto in tanto in questo piccolo spazio che (anche grazie a te) mi regala delle soddisfazioni. Perché quando si colpisce nel segno, ricevere “critiche” è la più diretta e naturale conseguenza. Non sono pieno di ego, sono solamente una persona che dopo tanti anni ha imparato a rispettarsi e volersi bene. E non sono nemmeno “la convinzione fatta persona”. Ho coltivato a fatica e nel tempo una buona autostima che mi accompagna nella vita di tutti i giorni, frutto di una grande introspezione che a tutt’oggi continua quotidianamente. Sono un povero sfigato, dici? Eppure vedo che sei stata tu, a voler sprecare tempo ed energie scrivendomi un messaggio anonimo senza capo né coda. Pensa che in quei pochi minuti avresti potuto uscire a prenderti una boccata d’aria, riflettere su un nuovo obiettivo per la giornata di domani, o dare un bacio alla persona amata. E invece, beata ingenuità, hai creduto di potermi ferire dandomi piuttosto la possibilità di emergere ancora una volta di più. Di risplendere, quindi. E sto sorridendo, mentre scrivo ciò. Perché vedi, se una sconosciuta qualsiasi pensa di poter arrivare qui e distruggere la mia corazza, be’, direi che sta sbagliando tutto. Ma grazie di cuore, per avermi permesso di farmi apprezzare ancora di più da quelle “4 ragazzine”. E ti salutiamo tutti assieme con la manina e un sorrisetto.
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artide · 2 years ago
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Oggi ad un colloquio la mamma di un bambino ha riportato delle cose che sono entrate molto in risonanza con la mia storia personale ho sentito emozioni che si muovevano intrecciando presente e passato in un continuum emotivo. Ho cercato di tenermi in ascolto e di ascoltare dividendo l'attenzione in uno sforzo continuo tra dentro e fuori. Come si può non pensare che il lavoro del maestro, del professore, sia fuori da una serie di concetti quali il transfert, il controtransfert seppur circoscritti in ambito psicoanalitico? Come non pensare all'aula ed alla lezione come ad un setting nel quale accadono costantemente cose in relazioni multiple e plurodirezionali. Come si può pensare che un mestiere così non necessiti di monitoraggio e supervisione? Oltre che una formazione adeguata personale e strumenti di introspezione auto monitoraggio ed analisi?
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la-misto · 10 months ago
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La vera guerra non è tra nazioni, ma è la lotta interiore che ciascuno di noi deve affrontare per trovare la pace e la serenità.
In un mondo afflitto da conflitti, scontri e divisioni, spesso ci dimentichiamo della battaglia più intima e personale che si combatte dentro di noi. La vita moderna ci presenta un quadro di tensioni globali, ma la verità è che la lotta più significativa non è tra nazioni o gruppi, bensì all'interno dei confini della nostra stessa anima. È un'osservazione profonda e universale: la guerra interiore che ognuno di noi affronta. La lotta contro i demoni interiori, le paure nascoste, i dubbi e le incertezze. Non è una guerra fisica, ma una battaglia emotiva e spirituale che si manifesta in ogni decisione che prendiamo, in ogni passo che compiamo. Forse, nel cercare di risolvere i conflitti esterni, dovremmo porre maggiore attenzione all'importanza di trovare la pace interiore. La comprensione di sé stessi, la gestione delle emozioni e la ricerca di equilibrio interiore possono essere la chiave per costruire un mondo più pacifico. La pace inizia nel cuore di ogni individuo, e solo quando siamo in grado di raggiungere l'armonia interna possiamo contribuire alla creazione di una società più giusta e compassionevole. Ognuno di noi ha il potere di influenzare il proprio mondo interiore. Possiamo scegliere di coltivare la gentilezza, la compassione e la comprensione, anziché alimentare la rabbia e l'odio. Dobbiamo riconoscere che, nonostante le sfide esterne, la vera vittoria si ottiene quando conquistiamo la pace dentro di noi. In un'epoca in cui il clamore della guerra risuona in ogni angolo del mondo, possiamo fare la differenza concentrando la nostra attenzione sulla trasformazione interiore. Solo allora saremo in grado di costruire ponti anziché muri, di promuovere la comprensione anziché la divisione. La vera guerra non è tra nazioni, ma è la lotta interiore che ciascuno di noi deve affrontare per trovare la pace e la serenità. Facciamo un passo indietro, riflettiamo sul nostro mondo interiore e chiediamoci: come possiamo contribuire a costruire una pace duratura dentro di noi e, di conseguenza, nel mondo che ci circonda? Forse, in questo processo di introspezione e crescita personale, troveremo la via per porre fine alle guerre esterne, realizzando che la vera trasformazione inizia nel cuore e nella mente di ognuno di noi.
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susieporta · 2 years ago
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La mamma non può essere un'amica.
Una madre, seppure nelle migliori intenzioni educative e affettive, ci trasmette un karma, cioè un insieme di sofferenze non rielaborate, ci consegna un pacchetto preconfezionato di divieti e obblighi energetici, che provengono dalla sua ombra.
Una mamma non può essere un modello perché è nel lato oscuro anche lei, è in terza dimensione e per questo ha il compito spirituale di darci certe mancanze, certi condizionamenti energetici (risalenti anche alle generazioni precedenti) che servono per l’apprendimento e la missione della nostra anima.
Una mamma non può essere un’amica.
Dobbiamo vedere queste dinamiche sottili nella relazione con nostra madre.
Dobbiamo vedere il suo vero ruolo karmico.
E amarla proprio per questo suo compito, amarla perché è la persona da cui ci aspettiamo di più e quella che ci dà le carenze e le prove più pesanti da sostenere.
Ma è qui il riscatto, è qui il vero senso delle cose: comprendere che è una nostra responsabilità darci quello che ci aspettiamo da nostra madre, usare il potere (che abbiamo) di sciogliere questi obblighi di infelicità, disobbedire alle sue credenze, ai suoi voleri, alle sue richieste sottili e intraprendere il cammino di risveglio di noi stesse, per diventare adulte e sostituirci a lei, diventare quel genitore appagante che lei non ha potuto né dovuto essere.
Dobbiamo affrancarci dal sistema di convinzioni e di credenze di nostra madre.
Liberarci dal bisogno di appoggiarci a lei.
Dobbiamo appoggiarci a noi.
Dobbiamo recuperare quella centratura e autosufficienza che è proprio della nostra struttura intrinseca di esseri di luce.
Se restiamo amiche, ne restiamo influenzate.
In qualche modo restiamo sotto il suo controllo e condizionamento, dobbiamo sempre renderle conto, lei può permettersi di dirci se facciamo cose giuste o sbagliate, o ci spinge a fare o non fare determinate cose, quando invece ogni nostro comportamento dovrebbe essere il risultato di un processo di introspezione, ascolto e coinvolgimento delle nostre parti interne, della nostra coscienza, collegata al divino, da cui ci siamo staccate per lei.
Insomma, la mamma amica è un ibrido di sole negatività, è manipolatoria, e perde il suo vero compito educativo (sul piano materiale), spirituale ed energetico (sul piano sottile).
Dire di avere una mamma per amica va contro il vero ruolo di una madre.
Il rischio in questi casi è la simbiosi o la dipendenza affettiva.
Con conseguente annullamento di entrambe nel lato oscuro.
Canale Telegram: Metodo Studiamo. Link: https://t.me/metodostudiamo
Canale YOUTUBE: Metodo Studiamo le energie sottili
Profilo personale FB: Lucia Goldoni
#metodostudiamoleenergiesottili #campomorfico #luciagoldoni #quintadimensione #risvegliodellacoscienza #spiritualità #latooscuro #anima #consapevolezza #amore
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personal-reporter · 1 year ago
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Umberto Saba: 140 anni dalla sua nascita
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Umberto Saba è stato uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo.  Nato a Trieste il 9 marzo 1883, Saba ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana e internazionale.  Nel 2023 si celebreranno i 140 anni dalla sua nascita, un'occasione per ricordare la sua vita e la sua opera. La vita di Umberto Saba Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, è nato a Trieste il 9 marzo 1883. Figlio di un agente di commercio e di una donna ebrea di famiglia benestante, Saba trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Trieste, città che avrebbe influenzato profondamente la sua poesia. Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, Saba si dedicò alla scrittura e alla poesia. Nel 1910 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, "Poesie", che fu seguita da molte altre raccolte, tra cui "Il canzoniere" e "Ultime cose". Durante la sua vita, Saba ebbe molti problemi personali e familiari. Ebbe una relazione difficile con la madre e la moglie, e fu costretto a fuggire dall'Italia durante il regime fascista. Tuttavia, nonostante questi problemi, Saba continuò a scrivere poesie e a pubblicare libri fino alla sua morte.Umberto Saba morì a Gorizia il 25 agosto 1957, all'età di 74 anni. L'opera di Umberto Saba L'opera di Umberto Saba è stata caratterizzata da una grande sensibilità e da un profondo senso di introspezione. Saba ha scritto poesie che esplorano i temi dell'amore, della solitudine, della malinconia e della morte, con una grande attenzione per i dettagli e per le emozioni. La poesia di Saba è stata influenzata da molti autori, tra cui Dante, Petrarca, Leopardi e Pascoli. Tuttavia, Saba ha sviluppato uno stile personale e originale, che lo ha reso uno dei poeti più amati e apprezzati della letteratura italiana. Le opere di Saba sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. La sua poesia è stata descritta come "intima", "sincera" e "profonda", e ha influenzato molti altri poeti italiani e internazionali. I 140 anni dalla nascita di Umberto Saba Il 9 marzo 2023 si sono celebrati i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba. In Italia e in tutto il mondo, si terranno eventi e iniziative per ricordare la vita e l'opera di questo grande poeta. Saranno organizzate mostre, conferenze, letture e spettacoli teatrali, per celebrare la figura di Saba e la sua eredità letteraria. Inoltre, molte case editrici stanno preparando nuove edizioni delle opere di Saba, con introduzioni e commenti di critici e poeti. Saranno anche pubblicati nuovi libri su Saba e la sua poesia, per approfondire la conoscenza di questo autore straordinario. In conclusione, i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba saranno un'occasione per ricordare la vita e l'opera di uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo. La sua poesia ha influenzato molte generazioni di lettori e poeti, e la sua eredità letteraria è ancora viva e attuale oggi. Read the full article
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weirdesplinder · 1 year ago
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Saga di Riftwar di Raymond E. Feist
Oggi voglio presentavi una saga fantasy di cui negli ultimi anni si parla molto poco, il CICLO DI RIFTWAR, dell’autore  Raymond E. Feist.
Questa ciclo formato da 10 serie in tutto e da una trentina circa di libri, scritti a partire dal 1982 fino al 2013, è ambienttao nel mondo di Midkemia, e in particolare, per buona parte, nel regno delle Isole, uno dei regni di questo mondo. Un mondo pieno di magia, valorosi guerrieri, principi, regine, draghi, elfi, nani, demoni....tutto ciò che il fantasy classico domanda ed è ispirato ai mondi delle campagne dei giochi di ruolo Dungeons&drangons a cui l’autore giocava durante l’università quando ebbe l’idea per il primo romanzo della saga. Protagonista della saga è il mago Pug dall’aspetto normale, quasi insignificante, ma dai grandi poteri, che insieme con i suoi amici e alleati, dovrà affrontare durante un periodo di circa un secolo ben 5 guerre causate da 5 rift, da cui il nome della saga. I rift sono passaggi interdimensionali che purtroppo permetteranno ai popoli di lontani pianeti e dimensioni di invadere Midkemia.
I primi tre libri della Saga di Rftwar mi sono piaciuti. Lo stile usato  è chiaro e scorrevole e i personaggi interessanti. Forse mi è mancata  un pò di introspezione psicologica, i personaggi a volte sono fin troppo perfetti o forti, ma al tempo stesso l’autore non ha paura di uccidere anche persone importanti a livello di trama e riesce a sorprendere il lettore o a commuoverlo. Anche se prevale l’intrattenimento sopra il sentimentalismo. Tutto è ben dosato, forse persino troppo. Quello che probabilmente mi è mancato di più in questi libri è l’imperfezione che a volte fa sì che il lettore possa capire chi era il personaggio preferito dell’autore o chi o cosa si era divertito di più a scrivere e decrivere. Le scene sono belle, l’azione è descritta benissimo, ma questa è una delle poche serie fantasy di cui non ricordavo praticamente nulla.
Nella mia vita ho letto molte serie fantasy, e naturalmente non posso ricordarmi la trama particolareggiata di tutti i libi di una serie letta decine di anni fa, ma alcune scene sono indelebili. Dei libri di Tolkien o Terry Brooks, o Lois Mac Master Bujold o  Marion Zimmer Bradley ricordo molte cose, di alcuni quasi tutto, ma della saga di Rftwar non ricordavo nulla. Perciò prima di preparre questo post ho dovuto rileggere la recensione che ne avevo fatto, rileggere i libri, ristudiare la saga nella sua totalità e i vari seguiti, perchè avevo veramente tabula rasa. Nemmeno una singola scena era rimsta nella mia memoria. Eppure la mia recensione di allora era stata molto buona mi era piaciuta, ma ahimè non ha lasciato alcun segno su di me. E quetso a mio avviso significa qualcosa.
Probabilmente non mi ha colpito o coinvolto abbastanza mi ha solo intrattenuto, e nemmno in modo memorabile. Naturalmente tutto questo è soggettivo, resta il fatto che è una serie fantasy molto famosa e acclamata che consiglio comunque a tutti gli amanti del fantasy classico di leggere assolutamente
La magia è molto presente non toglie spazio alle azioni militari, ma è  veramente importante e decisiva in quasi ogni libro e soprattutto è  molto forte in Pug. e molto vasta, non viene limitata da così poi tante  regole o vincoli e forse questa sua poca specificità è una delle cose  che la rende meno personale meno memorabile. Allo stesso modo abbiamo  tutti gli elementi classici del fantasy: il maghi, le sacerdotesse, gli  elfi, i predecessori degli Elfi,   gli dei, i nani, gli artefatti, i dragi e chi più ne ha più ne metta, ogni elemento classico del fantasy è presente così come l’impronta di Tolkien. Ma nulla prevale nulla spicca tutto è egualmente bello e interessante. I draghi ci sono ma non sono findamentali sempre solo in alcune occasioni,gli elfi idem....quasi tutti sono coraggiosi, quasi tutti sono potenti....non che non ci siano i cattivi ci sono eccome e anche loro sono forti e ben dectti con motivazioni veramente sensate e chiare ma....nessuno spicca. A parte Pug, che sovrsta tutti per importanza e presenza in quasi ogni libro e per essere spesso decisivo....ma anche lòui è persino troppo forte e importante per il suo aspetto che viene decritto come assolytamente normale. E’ potente ma anche piuttosto umile. ....e’ il protagonista ma sempre insieme a altri. Spicca ma al tempo stesso è come se l’autore nopn volesse farlo spccare troppo  e questo non me lo ha reso simpatico o affascinante credetemi. Sono rimasta coinvolta dalla sua storia personale, non mi stava antipatico, anzi mi sono commossa per lui....ma non è mai stato affascinante o sorprendete ai miei occhi.
Ai miei occhi era molto più interessante il suo amico Thomas e tutta la sua storia con gli elfi che per carità è importante nella saga principale  ma non viene super approfondita. come arei voluito Per me la parte affascinante di questa serie sono stati gli elfi e l’dea che due dimensioni entrino in  comunicazione. Due mondi, diversi e distanti entrano in contatto e  scoppia la guerra. Questo sì era qualcosa di nuovo o comunque di così non tanto già visto in altre saghe fantasy.
Comunque la trama della serie è avvicente e se amate il fantasy classico non potrete non apprezzarla. Vi sconvolgerà la vita? Probabilmente no, ma ricordiamo che è una serie nata nella mente dell’autore mentre andava all’università e giocava a Doungeons&Dragons con i suoi amici. Tutto parte da questi giochi di ruolo e soprattutto nei primi libri della saga si sente, è inutile negarlo. Poi l’autore col passare degli anni è cresciuto con essa è maturato e socuramente i libri più belli sono quelli più recenti.
All’interno di questo ciclo la prima serie da leggere, la serie pricipale da cui tutto ha inizio è la SERIE di RIFTWAR, una trilogia fortunatamente tradotta anche in italiano.
SERIE DI RIFTWAR:
1.Il signore della magia (1982)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Magician
Link: https://amzn.to/41T96kW
Trama:  Sulle rive di Crydee, un tranquillo avamposto di frontiera del Regno  delle Isole, su Midkemia, un orfanello di nome Pug si sforza di  apprendere i segreti dei grande Mago Kuigan. Il giovane - che grazie al  suo coraggio si è conquistato un posto a corte e le simpatie di una  giovane principessa dimostra un notevole talento magico, però si trova  misteriosamente a disagio con gli incantesimi più comuni e consueti.  Poi, un giorno, in modo del tutto inatteso, le annate di un popolo  proveniente da un altro mondo si affacciano alle porte del Regno,  minacciandone il futuro… Neanche l’inesperto Pug potrà sottrarsi ai  conflitto e, insieme con l’amico guerriero Tomas, affronterà una lunga  serie di avventure, che lo porteranno a ottenere il controllo di una  magia mai vista, eppure da sempre presentita, nonché a scoprire il  segreto dei misteriosi nemici e dello scontro in atto tra Midkemia o  l’oscuro mondo di Kelewan…
2. L’incantesimo di Silverthorn (1985)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Silverthorn
Link: https://amzn.to/3MGfN5C
Trama: La  guerra tra i mondi di Midkemia e Kelewan si è conclusa: il Regno delle  Isole si prepara a vivere un periodo di pace e a festeggiare il  matrimonio tra il principe Arutha di Krondor e la principessa Anita. Ma  la tragedia è in agguato: nel giorno delle nozze, la principessa e  colpita da una freccia imbevuta di un’erba velenosa nota come  Silverthorn, così rara e misteriosa che tutti i rimedi conosciuti per  contrastare i suoi effetti risultano inutili. E mentre la vita della  giovane si spegne lentamente, Arutha si convince che l’unica speranza  per salvarla sia spingersi fino nella lontana Sarth, dove sorge  un’antica abbazia che custodisce più conoscenze di qualsiasi altro luogo  del Regno. Così, in compagnia di un mercenario. di un menestrello e di  un giovane ladro, il principe si mette in cammino…
3. Scontro a Sethanon (1986)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: A Darkness at Sethanon
Link: https://amzn.to/3Oo7kFq
Trama:  Le legioni delle tenebre si sono risvegliate per annientare il Regno  delle Isole. Il mago Pug e Tomas devono scoprire l’origine della forza  malefica che rischia di inghiottire il loro mondo. Dal tempo dei Signori  dei Draghi di Midkemia, mai le forze del Caos hanno raggiunto tanto  potere, quindi Pug e Tomas devono intraprendere l’ultima impresa che li  porterà dalle remote terre di Kelewen fino all’alba del tempo, per  combattere la battaglia finale contro chi vuole annientare il loro  mondo.
A QUESTA TRILOGIA SI SONO POI AGGIUNTE TANTE ALTRE SERIE CHE SONO SIA SEQUEL DELLA SAGA PRINCIPALE SIA SPIN OFF MENO DIRETTTAMENTE E CRONOLOGICAMENTE COLLEGATI AD ESSA.
MA IO RITENGO CHE SOLO 4 di queste serie arricchiscano la serie principale in modo importante, introducendo nuove figure che si riveleranno fondamentali ai fini della trama e raccontando eventi muteranno per sempre le vite dei personaggi della serie, e sono naturalmente le 4 serie corrispondenti ai 4 RIFT che avvengono nel ciclo dopo la serie princpale, poichè ogni volta che un rift, un passaggio verso un’altra dimensione, si apre ne segue sempre caos e guerra:
The Serpentwar Saga
Ambientata circa 50 anni dopo la trilogia principale, dopo un secondo Rift, dopo che si è creato un secondo pasaggio con un altra dimensione. Midkemia è invasa da uomini lucertola, che stanno sfuggendo a un invasione di demoni sul loro mondo d’origine.
Shadow of a Dark Queen, 1994
Rise of a Merchant Prince, 1995
Rage of a Demon King, 1997
Shards of a Broken Crown, 1998
The Darkwar Saga
Ambientata poco dopo la serie Conclave e quindi circa 30 anni dopo il Secondo Rift, e la serie Serpentwar. Accade un Terzo Rift e stavolta la Conclavedelle ombre deve cercare di fermare l’invasione dei Dasati; una razza proveninte da un altra dimensione dominata dalle forze del male.  
Flight of the Nighthawks,2005
Into a Dark Realm,2006
Wrath of a Mad God,2008
The Demonwar Saga
Solo 10 anni dopo il Terzo Rift, ecco aprirsi un Quarto Rift, e stavolta dal passaggio pronti a invadere Midkemia arrivano degli elfi guerrieri in fuga da forze demoniache che finiscono pure loro per arrivare su Midkemia.
Rides a Dread Legion, 2009
At the Gates of Darkness, 2010
The Chaoswar Saga
Ambientata dopo un Quinto Rift subito dopo la Demonwar serie di cui è un diretto seguito vede l’invasione del Regno delle Isole da parte dell’Impero Kesh.
A Kingdom Besieged, 2011
A Crown Imperiled, 2012
Magician's End, 2013
LE ALTRE 5 SERIE che FEIST ha scritto, arricchiscono certamente la serie, ma li vedo come più degli spin off che potrebbero anche venir saltati senza togliere poi molto alla trama principale. Opinione mia e vi consiglierei di leggerli solo se avete amatoin modo particolare alcune parti dei libri principali.
Ad esempio vi appassionano le lotte politiche di Midkemia, gli intrighi di corte, L’impero Kelean e Krondor, allora certamente vi consiglio di leggere le serie:
Kelewan Empire
con Janny Wurts, Daughter of the Empire, 1987
con Janny Wurts, Servant of the Empire, 1990
con Janny Wurts, Mistress of the Empire, 1992
Krondor's Sons
Prince of the Blood, 1989
The King's Buccaneer, 1992
The Riftwar Legacy
Krondor: The Betrayal, 1998
Krondor: The Assassins, 1999
Krondor: Tear of the Gods, 2000
Vi interessa invece di più il lato magico della storia, i maghi, la scuola di magia? Allora dovete certamente leggere la serie:
Il Conclave delle ombre:
L'artiglio del falco d'argento (Talon of the Silver Hawk, 2002), Nord, 2003
Il re delle volpi (King of Foxes, 2003), Nord, 2004
L'esilio del tiranno (Exile's Return, 2004), Nord, 2006
Per quanto riguarda la serie Legends of RIftwar, questa poi non la chiamerei neppure serie sequel, è proprio uno spin off ed è formata da libri tra loro scollegato tra l’altro che invece si legano da ltri libri della saga approfondendone alcuni personaggi molto secondari. Quindi la lettura di questa potete saltarla a meno che siate veri fan di questa serie e volete leggere tutto ciò che c’è da leggere su questo universo.
Legends of the Riftwar
con William R. Forstchen, Honoured Enemy, 2001 (pubblicato anche come Honored Enemy)
con Joel Rosenberg, Murder in LaMut, 2002
con S. M. Stirling, Jimmy the Hand, 2003
Jimmy and the Crawler, 2013
SE INVECE VOLETE IMMERGERVI TOTALMENTE IN QUESTO MONDO e LEGGERE L’INTERA SAGA IN ORDINE CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI NARRATI, L’ORDINE GIUSTO E’ QUESTO
1. Serie di Riftwar (la serie principale il fulcro del ciclo)
2. Serie  Legends of the Riftwar  (ambientata tra il primo e il secondo libro della trilogia principale)
3. Serie Kelewan Empire (ambientata durante la prima trilogia principale)
4. The Riftwar Legacy (ambientata 10 anni dopo gli avvenimenti di Scontro a Sethanon)
5. Serie Krondor's Sons  (dedicata alle avventure dei figli del principe Arutha e ambientata 20-30 anni dopo la trilogia principale).  
6. Serie  The Serpentwar Saga (ambientata 50 anni dopo la fine della trilogia principale dopo il secondo Rift)
7.  Serie  ll Conclave delle ombre (ambientata circa 30 anni dopo la serie Serpentwar)
8.  Serie  The Darkwar Saga (ambientata  qualche anno dopo il Conclave dopo il terzo rift)
9.  Serie  The Demonwar Saga (ambientata  dopo il quarto rift, 10 anni dopo Darkwar)
10.  Serie  The Chaoswar Saga (ambientata  dopo il quinto rift poco dopo la Demonwar serie)
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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L'amica sfuggente – L’affascinante ritratto di Madeleine St John sull’amicizia e la vulnerabilità umana. Recensione di Alessandria today
Un romanzo che esplora le sfumature sottili dell’amicizia, della solitudine e delle connessioni umane sfuggenti.
Un romanzo che esplora le sfumature sottili dell’amicizia, della solitudine e delle connessioni umane sfuggenti. Recensione:“L’amica sfuggente” di Madeleine St John è un romanzo che affronta il tema dell’amicizia in tutte le sue complessità e fragilità. Ambientato nella vivace e luminosa Sydney degli anni ’90, il romanzo segue le vite di tre donne – Julia, Susan e Philippa – che si trovano a…
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ricalcolopercorso · 2 years ago
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Stradivari
Ieri sera ricamavo pensieri.
E nello svolgersi incoerente delle appannate e sconclusionate elucubrazioni che precedono il sonno, mi è capitato di ricordare questa frase che, con ogni probabilità, in mille modi, ho già altrimenti confuso, scomposto e rappezzato in qualche forma, con chissà quali altre e peggiori parole:
"Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto a una società intelligente; nella comune invece riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato" (A.S)
L'uomo esigente, pensavo, rigoroso nel chiedere a se stesso lo sforzo costante del miglioramento (o quello, altrettanto arduo, del non-peggioramento), è dunque inevitabilmente destinato a scontrarsi con le difficoltà di un contesto che – pur riconoscendola – schiva l’intelligenza, di qualunque tipo, sotto qualunque forma, sia essa intellettiva o emotiva, sociale o speculativa: consista nell’educazione o nel senso della misura, nel rispetto o nell’apertura mentale, nella sensibilità o nella coerenza: come se una qualche capacità di approfondimento, articolazione, ragionamento, introspezione e costruzione del pensiero o del sentimento risultasse ai più come un costante e chirurgico tentativo di irretire, confondere, imbrogliare; come se saper parlare, mangiare, comportarsi e discutere fosse un espediente per affabulare, circuire, complicare.
L’intelligenza come vezzo snob, strumento di inganno, abbaglio, superbo contromano; l’amore come spunto egoistico, mezzo di circuizione, fumo, infida arma.La fiducia come strategia.
Nell’operare questo curioso stravolgimento della realtà, questi paladini del terra-terra – altrimenti incapaci di garantirsi un posto al sole – si sperticano nel veicolare la bislacca idea che la pochezza di intenti, sentimenti, forma e spirito corrisponda ad un qualche valore oggettivo, un merito, una qualità.  Li vedi dunque ostentare una presunta genuinità, sbandierandola come forma di sincerità assoluta e perfetta, basilare, istintuale: se devo dire una cosa, la dico come mi esce dalla bocca; se parlo, parlo come mangio e, quando mangio, mangio come viene. Se dico, dico per dire.
Eppure, direi, la forza di un valore non risiede esclusivamente nella sua semplicità istintiva: trovo anzi che il mezzo migliore per renderlo concretamente fruibile a se stessi e agli altri sia saperlo metabolizzare per capirne il senso, accarezzarne il nocciolo, scomporne il fine. Per fare questo non serve essere intelligenti, certo: ma serve non essere superficiali. La semplificazione di argomenti e sentimenti, di fatto, credo sia il primo e più decisivo impedimento al percorso dell’intelligenza o della fiducia, della consapevolezza di sé e degli altri, della capacità d’amare davvero. D’altro canto, penso anche che la banalizzazione operi come il cattivo gusto: aiuta chi ne ha (gusto) a scegliere altro rispetto a quel che vede, pungolandolo alla reazione, stimolandolo alla ricerca dell'eccellenza, di una matrice condivisa che – essa sola – riesce a imprimere una comunione di intenti, idee e prospettive capaci di gratificare l'essenza del valore stesso, magnificandone le peculiarità.
Prendete un’idea, ad esempio.
Come forma semplice, si presenta perfetta: pulita, istintiva, conclusiva, circoscrive l’uomo e lo qualifica, ne definisce i limiti o ne amplia gli orizzonti. Ugualmente, quando è frutto di ragionamento, introspezione, ricerca personale, costruzione, cognizione, essa è capace di motivare l’inconsapevole e intrigare il saggio, illuminare il negligente ed oscurare il frivolo. Eppure, ed invece – ecco il giro di boa – la sua banalizzazione (cioè il ridurla a mero strumento di contrapposizione, nascondendosi meschinamente dietro l’affermazione apodittica della sua ragione, contestando, urlando, ricollegandola ad ogni e qualsiasi sciocchezza, senza motivazione, fondamento, struttura, come scusa per la propria pochezza, pretesto per la propria violenza o bisogno di conferma personale) la svilisce fino a mortificarne inesorabilmente la caratura. Eppure, quanto grande e forte può essere se veicolata nel modo opportuno, masticata, fatta voce, carne e sangue.
Prendete l’amore, poi.
Come forma semplice, si presenta anch’esso altrettanto perfetto: lineare, fatale, straripante, coglie l’uomo impreparato e lo stravolge, lo eleva, lo fa crescere e lo fa tornare bambino. Ugualmente, quando è frutto di interiorizzazione dell’evento, riflessione, maturazione emotiva, scelta, comprensione, consapevolezza, esso è ugualmente capace di circonfondere e guarire il disincantato, risvegliare l’apatico, far ricredere il cinico: quanto potente e inesorabile può essere quando mira al cuore. Eppure, e invece, eccoci ancora al punto, la sua banalizzazione – dunque il ridurlo a mero patto o tappa sociale, l’appicciarlo maldestramente ad ogni e qualsiasi rapporto, al sesso, alle cotte estive, alla pulsione, al bisogno o al fabbisogno, sciupandolo quale antidoto alla solitudine, necessità di conferma personale o dovere di ruolo – lo svilisce fino ad annichilirne inesorabilmente la forza.
Prendete le persone, ora.
Come entità semplice, ciascuno di noi è capace di esprimere una sua qualche intelligenza, può vantare o millantare idee e di certo può riempirsi la bocca con la parola “amore”; ognuno, a suo modo, può diventare centro e periferia di ogni cosa, oggetto e soggetto.
Ma solo alcune persone sono capaci di darci la giusta lente con cui guardare le cose, stimolarci verso il miglioramento e regalarci la sensazione netta e chirurgica che nulla sia mai effettivamente scontato: non le attenzioni e le parole, che troppo spesso versiamo in contenitori vuoti o bucati o finiamo per considerare ovvie appena si supera la soglia della confidenza; non le passioni e le tensioni, che aneliamo fino a idealizzarle o sprechiamo fino ad estinguere, guardandole raffreddarsi piano, sotto il peso del quotidiano, della vita che ti rincorre, delle scadenze e del fine mese; non la fiducia e l’onestà, che sovente regaliamo alle persone sbagliate, incapaci di capirle o restituirle, buone solo per mortificarle, annichilirle. Non lo sono le immagini accartocciate sul fondo degli occhi all’alba né i pensieri sparsi sul pavimento del cuore al tramonto, quando rientri a casa e vedi in controluce il fantasma di chi vorresti, l’ombra di chi hai perso o ritrovato, che ti aspetta seduta sul divano, con i piedi scalzi e i pugni chiusi.
Così, infine, mi è venuto in mente un violino (prendete un violino):
e ho capito che per averne uno qualsiasi, bastano anche (solo) mille trucioli sbagliati, superficiali, distratti, dozzinali; ma per ottenere uno Stradivari, ne saranno decisivi solo due o tre, probabilmente uno soltanto: quello giusto, il più ragionato e calibrato, quello che sembra sfuggirti dalle mani e poi ti ritrovi fra le dita, direi perfetto, come la sola persona con cui l’uomo esigente decide di (e può) condividere intelligenza, idee e fiducia.
Ecco, che pensieri ricamavo: che l’amore è uno Stradivari, tu sei quel truciolo e io un uomo esigente.
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sounds-right · 7 days ago
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"Danza magica", il nuovo singolo di Androgynus
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Dal 1° novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica "Danza magica", il nuovo singolo di Androgynus per MArte Label che anticipa l'uscita del nuovo LP che è stato realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
"Danza magica" è un brano che sembra esplorare un viaggio interiore attraverso simboli e metafore, trasformando l'esperienza della notte in un momento di rivelazione. 
L'intro con "splendida notte limpidissima" suggerisce una transizione: la notte, tradizionalmente associata a paura e angoscia, diventa invece un simbolo di bellezza e introspezione. Questo cambio di prospettiva riflette l'accettazione della vulnerabilità e l'abbraccio dell'incertezza, portando a una maggiore chiarezza interiore.
Il riff di chitarra ripetitivo e il ritmo ossessivo creano un'atmosfera ipnotica, simile a un rito iniziatico. Qui, il protagonista sembra perdersi in una sorta di trance, per poi risvegliarsi con una nuova consapevolezza. Questo processo di perdita e risveglio suggerisce una trasformazione profonda, in cui la difficoltà iniziale diventa il catalizzatore per una crescita personale.
Spiega l'artista a proposito del nuovo brano: "Con 'Danza magica' voglio sottolineare l'importanza di affrontare le paure per poter scoprire la forza che abbiamo dentro di noi".
Il videoclip di "Danza magica" è una rivisitazione del nastro originale "Omega" di Donald Fox, cortometraggio che tratta simbolicamente il risveglio dell'umanità e il suo ritorno cosciente alla fonte da cui proviene. Il film ha avuto un discreto successo negli Anni 70 ed usa tecniche sperimentali, alternando riprese dello spazio, della natura e di tre ragazzi intenti a meditare con effetti speciali. 
Attraverso l'AI per restaurare la qualità dell'immagine, alcune parti del film sono state rimontate e sovrapposte per mostrare una creatività che non solo celebra il passato, ma lo riadatta per esprimere nuove idee.
Guarda qui il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Androgynus, nome d'arte di Gabriele Bernabò, è un artista toscano il cui tentativo è quello di  consacrare suono, immagine e parola alla loro funzione più elevata. Il primo LP di Androgynus è descritto da Repubblica (Firenze) come una sintesi ideale tra Battisti, Battiato, glam rock e psichedelia. Nel 2022, Rockit lo inserisce tra i 50 dischi più belli dell'anno, e un suo singolo entra nella playlist editoriale di Spotify Rock Italia. Alla fine dello stesso anno, Androgynus vince tre premi al Rock Contest. Nel 2023, Gabriele, leader di Androgynus, si esibisce nel tour di Lucio Corsi, calcando palchi prestigiosi come l'Alcatraz di Milano e l'Arena di Verona. Nello stesso anno, consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 2024, vince il prestigioso finanziamento "Per chi crea" della SIAE e firma con l'etichetta MArte Label. Attualmente, è impegnato nella registrazione del secondo LP, "L'Eterno è Solo un Attimo", in uscita nel mese di novembre 2024. "Danza magica" (MArte Label) è il nuovo singolo di Androgynus disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 1° novembre 2024 che anticipa il nuovo LP realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
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djs-party-edm-italia · 7 days ago
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"Danza magica", il nuovo singolo di Androgynus
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Dal 1° novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica "Danza magica", il nuovo singolo di Androgynus per MArte Label che anticipa l'uscita del nuovo LP che è stato realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
"Danza magica" è un brano che sembra esplorare un viaggio interiore attraverso simboli e metafore, trasformando l'esperienza della notte in un momento di rivelazione. 
L'intro con "splendida notte limpidissima" suggerisce una transizione: la notte, tradizionalmente associata a paura e angoscia, diventa invece un simbolo di bellezza e introspezione. Questo cambio di prospettiva riflette l'accettazione della vulnerabilità e l'abbraccio dell'incertezza, portando a una maggiore chiarezza interiore.
Il riff di chitarra ripetitivo e il ritmo ossessivo creano un'atmosfera ipnotica, simile a un rito iniziatico. Qui, il protagonista sembra perdersi in una sorta di trance, per poi risvegliarsi con una nuova consapevolezza. Questo processo di perdita e risveglio suggerisce una trasformazione profonda, in cui la difficoltà iniziale diventa il catalizzatore per una crescita personale.
Spiega l'artista a proposito del nuovo brano: "Con 'Danza magica' voglio sottolineare l'importanza di affrontare le paure per poter scoprire la forza che abbiamo dentro di noi".
Il videoclip di "Danza magica" è una rivisitazione del nastro originale "Omega" di Donald Fox, cortometraggio che tratta simbolicamente il risveglio dell'umanità e il suo ritorno cosciente alla fonte da cui proviene. Il film ha avuto un discreto successo negli Anni 70 ed usa tecniche sperimentali, alternando riprese dello spazio, della natura e di tre ragazzi intenti a meditare con effetti speciali. 
Attraverso l'AI per restaurare la qualità dell'immagine, alcune parti del film sono state rimontate e sovrapposte per mostrare una creatività che non solo celebra il passato, ma lo riadatta per esprimere nuove idee.
Guarda qui il videoclip su YouTube: 
youtube
Biografia
Androgynus, nome d'arte di Gabriele Bernabò, è un artista toscano il cui tentativo è quello di  consacrare suono, immagine e parola alla loro funzione più elevata. Il primo LP di Androgynus è descritto da Repubblica (Firenze) come una sintesi ideale tra Battisti, Battiato, glam rock e psichedelia. Nel 2022, Rockit lo inserisce tra i 50 dischi più belli dell'anno, e un suo singolo entra nella playlist editoriale di Spotify Rock Italia. Alla fine dello stesso anno, Androgynus vince tre premi al Rock Contest. Nel 2023, Gabriele, leader di Androgynus, si esibisce nel tour di Lucio Corsi, calcando palchi prestigiosi come l'Alcatraz di Milano e l'Arena di Verona. Nello stesso anno, consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 2024, vince il prestigioso finanziamento "Per chi crea" della SIAE e firma con l'etichetta MArte Label. Attualmente, è impegnato nella registrazione del secondo LP, "L'Eterno è Solo un Attimo", in uscita nel mese di novembre 2024. "Danza magica" (MArte Label) è il nuovo singolo di Androgynus disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 1° novembre 2024 che anticipa il nuovo LP realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
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tarditardi · 7 days ago
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"Danza magica" è il nuovo singolo di Androgynus
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Dal 1° novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica "Danza magica", il nuovo singolo di Androgynus per MArte Label che anticipa l'uscita del nuovo LP che è stato realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
"Danza magica" è un brano che sembra esplorare un viaggio interiore attraverso simboli e metafore, trasformando l'esperienza della notte in un momento di rivelazione.  L'intro con "splendida notte limpidissima" suggerisce una transizione: la notte, tradizionalmente associata a paura e angoscia, diventa invece un simbolo di bellezza e introspezione. Questo cambio di prospettiva riflette l'accettazione della vulnerabilità e l'abbraccio dell'incertezza, portando a una maggiore chiarezza interiore. Il riff di chitarra ripetitivo e il ritmo ossessivo creano un'atmosfera ipnotica, simile a un rito iniziatico. Qui, il protagonista sembra perdersi in una sorta di trance, per poi risvegliarsi con una nuova consapevolezza. Questo processo di perdita e risveglio suggerisce una trasformazione profonda, in cui la difficoltà iniziale diventa il catalizzatore per una crescita personale.
Spiega l'artista a proposito del nuovo brano: "Con 'Danza magica' voglio sottolineare l'importanza di affrontare le paure per poter scoprire la forza che abbiamo dentro di noi".
Il videoclip di "Danza magica" è una rivisitazione del nastro originale "Omega" di Donald Fox, cortometraggio che tratta simbolicamente il risveglio dell'umanità e il suo ritorno cosciente alla fonte da cui proviene. Il film ha avuto un discreto successo negli Anni 70 ed usa tecniche sperimentali, alternando riprese dello spazio, della natura e di tre ragazzi intenti a meditare con effetti speciali.  Attraverso l'AI per restaurare la qualità dell'immagine, alcune parti del film sono state rimontate e sovrapposte per mostrare una creatività che non solo celebra il passato, ma lo riadatta per esprimere nuove idee.
Guarda qui il videoclip su YouTube: 
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Biografia
Androgynus, nome d'arte di Gabriele Bernabò, è un artista toscano il cui tentativo è quello di  consacrare suono, immagine e parola alla loro funzione più elevata. Il primo LP di Androgynus è descritto da Repubblica (Firenze) come una sintesi ideale tra Battisti, Battiato, glam rock e psichedelia. Nel 2022, Rockit lo inserisce tra i 50 dischi più belli dell'anno, e un suo singolo entra nella playlist editoriale di Spotify Rock Italia. Alla fine dello stesso anno, Androgynus vince tre premi al Rock Contest. Nel 2023, Gabriele, leader di Androgynus, si esibisce nel tour di Lucio Corsi, calcando palchi prestigiosi come l'Alcatraz di Milano e l'Arena di Verona. Nello stesso anno, consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 2024, vince il prestigioso finanziamento "Per chi crea" della SIAE e firma con l'etichetta MArte Label. Attualmente, è impegnato nella registrazione del secondo LP, "L'Eterno è Solo un Attimo", in uscita nel mese di novembre 2024. "Danza magica" (MArte Label) è il nuovo singolo di Androgynus disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 1° novembre 2024 che anticipa il nuovo LP realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea". 
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