#inadeguatezza
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lunamarish · 4 months ago
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Ho conosciuto la vecchiaia da bambina. […] Si crede di potersi caricare sulle spalle e sulla schiena il mistero della sofferenza altrui e di poterlo trasportare altrove, in un luogo separato e nascosto dove si dissolverà. Si diventa così molto vecchi. Il corpo resta bambino, ma i pensieri, le preoccupazioni, le visioni rapiscono la mente e un senso di grande pesantezza e inadeguatezza ci accompagna un po’ dovunque, e ci si sente molto soli e si contempla da lontano la leggerezza degli altri senza poter partecipare.
Chandra Livia Candiani
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chi-va-piano-arriva-dopo · 2 years ago
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“Ti diranno che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
Spesso è vero.
Quel che non ti diranno è che quest'immagine contiene già l'idea di cui cercheranno di convincerti per il resto della vita: che il tuo compito di uomo sia quello di stare sempre davanti.
Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno. Non ti diranno che, pure dietro un grande uomo, non c'è che una vita con il suo repertorio di inadeguatezze, di dolori, di inciampi e cadute. Di solitudini e incomprensioni, di giudizi taglienti, di immaginari disattesi e aspettative mal riposte. Figuriamoci dietro un uomo piccolo e ordinario. Figuriamoci dietro uno come me. A volte dietro un uomo non c'è che un'ombra, tutto ciò che avrebbe voluto o potuto essere, e invece. Ci sono scie di rimpianti, una manciata di rimorsi, la sensazione di avere compromesso ogni cosa, di avere mancato il tempismo, di essere stato l'uomo giusto nel momento sbagliato o quello peggiore nel momento perfetto. Di avere deluso una donna o un uomo, un figlio o un genitore oppure sé stesso, continuando a ignorare quale fra queste sia la cosa davvero imperdonabile.
Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell'efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un'altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anzichè imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d'erba.”
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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ildiariodicoraline · 1 year ago
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Nessuno conosce la fatica o il disagio che una persona può provare nell'interagire con gli altri.
Nessuno conosce l'ansia che una persona può provare nel trovarsi in luoghi lontani dalla propria comfort zone.
Nessuno conosce le paure che una persona può provare semplicemente nell'esporsi.
Nessuno conosce cosa c'è dietro l'atteggiamento di una persona, nessuno conosce le ragioni che la spingono ad essere così complessa.
È più semplice giudicare, invece bisognerebbe iniziare a capire che ognuno è fatto a modo proprio, e che la timidezza ci sta stretta, ma non l'abbiamo scelta noi, ci appartiene.
Le persone timide si sentono sempre fuori luogo, mai all'altezza, diverse, limitate in tutto.
Ma spesso dietro la timidezza si nasconde un mostro più grande, un'ansia sociale che non può essere compresa, se non è vissuta.
Quindi, siate gentili, sempre.
-Il diario di Coraline🌙
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attimi-sfuggenti · 1 year ago
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Sta cadendo tutto, la pioggia in primis
E subito dopo le emozioni, una dopo l'altra come un donimo.
La determinazione, le certezze, si posano a terra con delicatezza, senza far rumore, coperte dal casino delle vite che scorrono.
Vado con loro, cerco di prendere la loro stessa delicatezza. Cerco di non farlo sentire, attirare le attenzioni di tutti non è mai stato un mio bisogno. Eppure una volta a terra mi chiedo se non sarebbe stato meglio far sentire il suono cupo e sordo della mia vita che si abbatteva.
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fragilecomefoglia · 2 years ago
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Forse, semplicemente, non sono fatta per questo mondo.
Ho sempre il terrore che chi amo mi abbandoni, ma alla fine sono sempre io che me ne vado.
Il problema sono io. Sono io e nessun altro.
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ima-koala · 1 year ago
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Ho fatto il massimo, e il mio massimo non é bastato
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al-sapore-di-sigarette · 1 year ago
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Mi ero iscritto anche io a Threads, il nuovo social di Instagram. ( In breve Twitter o X ma di Mark Zuckerberg).
Tempo manco due ore e mi cancello da lì.
Non ho bisogno di un altro social per sentirmi inadeguato. Basto già io da solo.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
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[...] Insomma, anche se non si sta esattamente parlando di sorella bella/ sorella brutta, Reina incarna quel tipo di bionditudine esile e delicata che da sempre tende a essere riconosciuta come più attraente.
Da bambine, sotto l'egida materna, vengono vestite uguali, con abiti che - guarda caso - stanno bene solo a Reina e mai a Malena. Ed è così che la nostra amica cresce sentendosi la più goffa, la più brutta, la più inadeguata.
Cit. "L'amore si impara leggendo"
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alexsaal · 2 years ago
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"Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno."
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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l-inadeguata · 2 years ago
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i miei occhi son da sempre convinti che tu sia la miglior cosa che ci sia, anche se mi fai sentire inadeguata.
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unfilodaria · 2 years ago
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Considerazioni - 1
L’ansia è sempre stata la mia compagna. Ansia e senso di inadeguatezza, che ovviamente mi ha portato sempre a stare due passi indietro gli altri, senza mai realmente essere da meno. Tutto condito da una inconsapevolezza di fondo che mi portava essere spettatore impacciato e intimidito della vita, con l’ansia accompagnata da una timidezza di fondo, che mi regalavano insicurezza nei rapporti, nello studio, nelle conoscenze.
Sicuramente tutto questo ha influito nel mio rapporto con le donne, nel non sapermi fare avanti, intraprendente, avere quel minimo di scioltezza per buttarsi, anche a costo di figure di merda, che alla fine mi ha solo complicato la vita, rendendomi ancora più insicuro, attorcigliato sulla complessità dei miei pensieri, sul non esprimere correttamente i miei desideri, nel dare troppo per compiacere chi si “era degnato” di rivolgermi lo sguardo o nel non compiacere per nulla, così irrigidito e bloccato da emozioni interne che non riuscivo mai ad esternare tutte e correttamente. E quando finalmente davo la stura, diventavo un fiume in piena, pesante, travolgente a volte soffocante perché il tenere tutto dentro, il reprimere a lungo emozioni, sogni e desideri, sfociava poi in un misto di rabbia, frustrazione e ansia, maledetta ansia, soprattutto da prestazione che finiva col rovinare tutto e lasciarmi con un pugno di mosche, senza mai raggiungere il mio obiettivo, che in fondo era semplicemente conoscere e godersi la vita.
È stata una lotta interiore che mi ha consumato per anni e che ancora mi consuma un po’, portandomi su un doppio binario: quello della insoddisfazione verso la vita (perché questo modo di essere l’ho espresso in tutti gli aspetti della mia vita: amori - pochi e tormentati -. storie - mai saputa vivermene una correttamente- , lavoro - e che ne parliamo a fare -, famiglia - un disastro annunciato di cui mantengo a fatica le fila con mia figlia che è l’unico vero amore conclamato e incondizionato della mia vita -.
C’ho messo più di 50 anni per cominciare a vedermi come sono e ancora lotto per esplorarmi a fondo. Altri 4-5 anni per acquisire un po’ di consapevolezza e gli ultimi tre a cominciare a capire che forse forse la vita è altra e va vissuta diversamente, tutto questo dopo un crollo finale fisico e psichico devastante, dovuto al fatto che il cumulo di ansia, rabbia, insoddisfazione e sogni repressi, non poteva più essere contenuto dentro di me, finendo con lo sfociare in un dolore profondo e devastante, dopo l’ennesima mazzata, in cui ero stato più o meno complice inconsapevole.
Ora sono qui: tanti problemi sono ancora irrisolti ma almeno mi “vedo”. Ho cominciato a dare un confine alle mie emozioni, a delinearle e a non farle desbordare. Non sono felice, forse non lo sarò mai, ma sono più pacato e disincantato. Non so approcciare ancora una donna, toccarle il cuore e tenermela. Vado alla fine sempre alla caccia di casi disperati, perché il “Crocerossino mancato”, che è in me, è sempre costantemente in agguato ma almeno ora mi “vedo” e mi “sento”, conscio dei miei limiti, conscio che il momento buono o è già passato o deve ancora venire.
Soffrirò ancora - è nella mia natura - ma accorcerò i tempi tra una guarigione e l’altra. Sognerò ancora ma di meno, perché il treno è passato e forse non tornerà più. Cerco di prendere la vita come viene, penso un po’ più a me con un senso di egoismo che mi dia sensi di colpa minimi, che però non mi abbandoneranno mai. Cerco di vivere guardando all’oggi e al domani ma non a un futuro prossimo o remoto. Mi abbraccio le croci facendo quel che posso realmente e penso di saper sostenere. Insomma comincio a vivere.
Ci ho messo 58 anni e so che di strada ne devo fare ancora. Ma so che adesso mi sento di dire che ce la posso fare.
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ildiariodicoraline · 1 year ago
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Mi perseguita la costante sensazione di inadeguatezza.
Forse perché l'insicurezza domina la mia vita.
È come se non riuscissi mai a sentirmi parte di ciò che mi circonda, come se non riuscissi mai a sentirmi all'altezza delle altre persone, come se in ogni luogo mi sentissi fuori posto.
Mi paralizza la paura di sbagliare.
Non riesco a farmi capire, non riesco a farmi conoscere, non riesco a far entrare le persone nel mio mondo. Non riesco a mostrarmi per quella che sono, non riesco a dar voce ai miei pensieri, non riesco a farmi sentire.
L'inadeguatezza mi scorre nelle vene.
L'insicurezza mi divora.
La paura dell'altro mi schiaccia.
E tutto ciò mi fa sentire tremendamente sbagliata.
-Il diario di Coraline🌙
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plinianus · 3 months ago
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Forse cambiare è solo una scusa per scappare da me, o forse è l'unico modo per trovarmi davvero
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madreorchessa · 4 months ago
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Non vedo l'ora che mi dicano che non sono adatta per la posizione così che possano finire questi giorni in cui il mio senso di inadeguatezza unito alla stanchezza e a una buona dose di incapacità sabotano ogni mio sforzo di non sembrare una completa cretina.
Sono giorni che non ne azzecco una al punto che ho smesso di parlare con tutti nel timore che possano cogliere l'occasione per rinfacciarmi qualche mancanza.
Mi sento così giù che a casa ritorno svuotata e senza nessuna energia anche solo per fare la spesa (e io lavoro in un supermercato).
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slyarte · 6 months ago
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Faccio scappare le persone che potrebbero essermi amiche perché sono probabilmente un Asperger che non si rende conto di avere comportamenti inadeguati. Non mi so valorizzare, ma forse è perché c'è troppo poco valore.
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diarioquasiribelle · 10 months ago
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Non sapevo di far parte di una minoranza. No, non è un programma per adolescenti e casalinghe. Più la manifestazione di una persona che ha vissuto la sua vita in una bolla. In questa bolla, la percezione era alterata. Il giudizio era superficiale. Le definizioni approssimate. La precisione solo per cose superficiali. In questa bolla, che per comodità chiameremo "casa", si cresceva e si cresceva con dei valori. Alcuni rari, sensibilità profonde, tolleranza alta. Altri inesistenti, fiochi e dispersi. In questa casa, non c'erano spesso definizioni. Non c'erano limiti tangibili, non c'erano confini precisi.
Quando ciò accade, ci sono due possibili risultati. L'assenza di un limite, unita alla paura del fatto che non ci sia una regola ben definita per chi lo supera, può portare ad una paura che non permette di uscire dal limite del "conosciuto" e del permesso. L'alternativa, è che l'assenza di un vero muro permetta di giustificare ogni invasione, ogni manovra pericolosa, fino al limite delle conseguenze. In entrambi i casi, manca la consapevolezza. Manca la prevedibilità. Manca il punto fermo: decido di fare bene, decido di fare male. Sempre alla cieca. Senza un vero valore da accrescere.
Questi discorsi portati all'estremo di ogni attività svolta nella casa portano ad un distacco da sé stessi, essendo completamente assorti dalle possibilità e dalle reazioni. Portano a perdere i propri obiettivi e a confonderli con quelli intorno. Portano la propria idea ad essere annebbiata e distorta. Essere sensibili, ascoltare musica impegnata, avere una morale, prendere responsabilità, pesi, voler assaporare il mondo, magari cambiarlo... In quella casa erano degli aggettivi come altri. C'erano momenti di celebrazione e altri di indifferenza pura rispetto quelle caratteristiche. Anche qui era come per il resto: speciale come il resto. Interessante, ma non lo approfondirei. Affascinante, ma non fa per me. Coraggioso, ma non conviene. Ambizioso, ma che stress. Speciale, ma niente di che. In qualche modo, questo era arrivato. Speciale, ma mica tanto.
Ad un certo punto, da questa bolla inizi ad uscire. Approfondisci. Analizzi. Scopri. Entri in un gruppo, conosci, scrivi, ti scopri. Scopri speciali come te, ma effettivamente sembrate tanti. Musica impegnata, politica, caffè e dieta sana. Sigarette alcuni. Mercatino tutti. Feste ogni tanto. Inizi a vedere un mondo che non è come pensavi, che non è come casa tua, che non è come vedevi. Vedi le opportunità: che avevi, che hai perso, che hai. C r i s i Vedi le scelte. Vedi davvero. C o n s a p e v o l e z z a Impari. Prendi valori. C r e s c i t a Poi accade qualcosa. Crisi fuori, non dentro. Un non calcolato. Ora è un faccia a faccia con una società che, ora che ti conosci bene, non ti rappresenta. Non ti include. Eri uscita da una bolla per entrare in un'altra. Avevi scambiato una casa con un'altra ma il bosco fuori è ostile alle persone come te. Sei una persona gentile, alla fine. Non sai vivere per te, ma sembra che tutto fuori lo richieda. Sei una persona particolare. Con bisogni "particolari", talvolta difficili, talvolta pericolosi. Le tue idee iniziano a diventare pericolose. Da nascondere. Da vergognarsi o da discutere. Non è più superficiale ed è reale.
Ti sentivi parte di tutto, ma in realtà non avevi nulla. Eri in una bolla. E capisci: capisci che sei il nemico. Sei un nemico se hai valori. Sei un nemico se hai coraggio. Sei nemico se non ti pieghi al sistema migliore del mondo. Sei un nemico anche se non sei fatto per questo sistema. Sei un nemico, se non sei abbastanza del sistema. Sei un nemico, se lo dice il sistema. Sei un nemico, se lo richiede il sistema. Sei un nemico, se serve per sopravvivere. Forse anche se serve per vivere. O se serve per un capriccio. Tu però ti senti un gabbiano che vuole spiccare il volo ma la l'aria è troppo pesante. Come un fiore che vuole nascere, ma fuori è costante inverno. Come un fuoco che vuole ardere nella neve. Trova la tua scintilla, che sia fuori o dentro al sistema. Che sia tua. Che sia vera. Se sei il nemico, non vuol dire sia sbagliato.
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