#un buon posto in cui fermarsi
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chi-va-piano-arriva-dopo · 1 year ago
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“Ti diranno che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna.
Spesso è vero.
Quel che non ti diranno è che quest'immagine contiene già l'idea di cui cercheranno di convincerti per il resto della vita: che il tuo compito di uomo sia quello di stare sempre davanti.
Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno. Non ti diranno che, pure dietro un grande uomo, non c'è che una vita con il suo repertorio di inadeguatezze, di dolori, di inciampi e cadute. Di solitudini e incomprensioni, di giudizi taglienti, di immaginari disattesi e aspettative mal riposte. Figuriamoci dietro un uomo piccolo e ordinario. Figuriamoci dietro uno come me. A volte dietro un uomo non c'è che un'ombra, tutto ciò che avrebbe voluto o potuto essere, e invece. Ci sono scie di rimpianti, una manciata di rimorsi, la sensazione di avere compromesso ogni cosa, di avere mancato il tempismo, di essere stato l'uomo giusto nel momento sbagliato o quello peggiore nel momento perfetto. Di avere deluso una donna o un uomo, un figlio o un genitore oppure sé stesso, continuando a ignorare quale fra queste sia la cosa davvero imperdonabile.
Quello che soprattutto non ti diranno è che a volte vinci proprio quando perdi.
Non ti diranno che ci addestrano alle vette, mentre ci sono vallate meravigliose. Ti sentirai forzato alla retorica della sfida, al culto dell'efficienza, al continuo e inappagato desiderio di un altrove, come se la vita stesse sempre da un'altra parte e mai qui, accanto a te. A vincere il mondo anzichè imparare a camminarci dentro. A sognare il cielo piuttosto che perderti in un filo d'erba.”
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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giovithunder · 1 year ago
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Recensione di Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola
Non esiste un modo corretto di essere uomini   “Mi dico che non importa. Che conta quel che rimane, non ciò che si è perso. Che si può continuare a essere quel che si è, nonostante le cicatrici. E che un uomo, forse, alla fine sta soprattutto in ciò che sceglie di salvare mentre il resto cade giù.” Vi avevo parlato di Bussola soltanto qualche giorno fa e oggi torno sulla scena del delitto per…
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stilouniverse · 1 year ago
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Matteo Bussola "Un buon posto in cui fermarsi", presentazione
«Che la vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi». Così si legge alla fine del capitolo di apertura alle 15 storie di uomini, i protagonisti, i vincenti e i perdenti, di tutte le età, anche bambini, ma maschi, come…
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bones39 · 1 year ago
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la vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi.
Citazione libro
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alexsaal · 1 year ago
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"Non ti diranno che esistono anche uomini, grandi o piccoli che siano, che coltivano la vocazione dello stare accanto, o quella di scomparire, o altri che di donne non ne hanno mai avute e, forse, mai ne avranno."
— Matteo Bussola, "Un buon posto in cui fermarsi".
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gcorvetti · 1 year ago
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Pensare.
Leggo oltre alle varie notizie, una su tutte i polacchi vogliono le bombe atomiche e vogliono diventare la postazione principale contro la russia, che dire! Forse che stiamo sbagliando tutto? Oppure che sarebbe meglio fermarsi un attimo e pensare quadrimensionalmente in modo da avere una prospettiva dei futuri possibili? E qua entra il breve articolo che accoppiato al fatto dei colleghi che si attaccano al telefono appena hanno 10 secondi liberi mi fa capire che non è proprio possibile, almeno non è una cosa che sembra fattibile in un mondo che corre così veloce e che non ha tempo di fermarsi per pensare. Come sempre metto l'articolo in fondo.
Nell'articolo dice che forse pensare è un lusso, ma io direi che bisogna avere qualcosa a cui pensare, senza scendere nelle vite private per esempio dei miei colleghi che tanto non li conosco, ma spesso mi sono reso conto (non solo di questi nuovi colleghi, ma soprattutto di quelli precedenti con cui ho passato più tempo) che sono persone vuote, senza un interesse o una passione. Va bè magari il posto dove vivo non ispira poi quali interessi, ma penso che sia la società stessa a non offrire nulla, partendo naturalmente dalla musica e quindi dai concerti, mostre d'arte decenti e non soltanto per celebrare gli artisti di turno, che poi alla fine fanno pezzi che fanno cagare ma è più interessante sapere che l'artista ha una serie di tituli (cit.) e che quindi è nominabile come artista per i tituli, ahahahh scusate mi vien da rider. Se si vive in una società così come si può avere interessa a fare qualcosa, anche un hobby che non sia l'alcolismo o il pomparsi in palestra o stare davanti la tv a mangiare schifezze e bere birra tutto il tempo libero, o fare grigliate di materiale di per se tossico per la merda che ci mettono dentro, qua non esiste carne che vendono al supermercato che non sia marinata con qualche schifezza, ma già carne di maiale di per se è cancerogena, ma sorvoliamo sui gusti; non so li vedo così poco inclini al pensiero, sempre con la precisazione che non tutti sono così ma diciamo che la maggior parte, quindi un buon 90%, sono così.
Che dire, forse sono io che sono troppo 'ncuttu (termine siculo che significa stretto, troppo vicino, ma che si può usare per una persona che si impunta o che si appiccica), nel senso che mi fisso troppo e ci rimugino su, non so se il termine cervellotico si possa usare, fatto sta che sto tanto a pensare ad una cosa anche se è negativa e su questo Dr Spock mi rimprovera, ma non ci posso fare niente devo capire e per capire mi devo fare delle domande e per trovare le risposte devo trovare più informazioni possibili, ecc ecc, ma sto piano piano cercando di superare questa fase che ho da un pò, non da tanto in realtà, e sembra che ci sto riuscendo, ma essendo un pò avanti con gli anni ci metto un pò di più. Va bè ecco il breve articolo che mi tocca fare le lasagne e quindi andare a fare la spesa.
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zillyeah · 4 months ago
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Un buon posto in cui fermarsi - Matteo Bussola
Prendiamo tre libri e avremo uno zaino in omaggio che ne dici? Mi risponde si con i suoi occhietti pieni di vita e in questo gioco di magia in una giornata come un’altra scopriamo tre mondi e questo libro con la copertina disegnata, mi ha dato subito un senso di pace.. È una raccolta un’insieme di storie di figure maschili fragili, una diversa dall’altra, ma molta intensa e significativa che ti…
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franronc · 6 months ago
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ho imparato che ci sono tre passaggi fondamentali nella vita.
Tre passaggi che promettono sempre buon risultato, equilibrio sano
e intelligenza spirituale quanto basta.
Il primo passaggio è l’attenzione, studiare il luogo in cui ti trovi, memorizzare ogni angolo, un cavo per terra, un ramo esposto, una roccia tagliente.
Conoscere il posto così bene da poterlo percorrere ad occhi chiusi. Il primo passaggio serve a essere centrati, una persona concentrata su di sé e sul luogo che lo circonda difficilmente disperderà energia. Il primo passaggio è presenza.
Il secondo passaggio è mettersi a disposizione dell’incanto, porgere sempre l’altra meraviglia. È essere al servizio dell’arte, è scegliere, perché scegliere vuol dire sapere cosa mettere dentro noi e cosa fuori. È la scelta che inventa l’accoglienza, ogni volta che non scegliamo decidiamo di subire ogni incontro. Il secondo passaggio è accoglienza.
Il terzo passaggio è il tempo della gratitudine. Fermarsi, avere il coraggio di fermarsi e dire, grazie a te.
Gio Evan
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dellavita11 · 8 months ago
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Frasi di Buon Compleanno 50 Auguri Speciali per Celebrare un Giorno Speciale
Se c'è una cosa che può illuminare il viso di chiunque in qualsiasi giorno dell'anno, è l'arrivo del proprio compleanno. È quel momento magico in cui il tempo sembra fermarsi per un istante, mentre ci si sofferma a riflettere sull'anno trascorso e sull'avventura che ci attende. E cosa potrebbe rendere questo giorno ancora più memorabile se non delle parole gentili e sincere da parte delle persone a noi care?
Ecco perché abbiamo raccolto per te 50 frasi di buon compleanno che sicuramente faranno sorridere chiunque le riceva. Che tu stia cercando un messaggio dolce per il tuo migliore amico, un augurio divertente per un parente o una citazione poetica per un amante, troverai sicuramente qualcosa qui che farà al caso tuo.
"Buon compleanno! Che questa giornata sia il primo capitolo di un nuovo libro straordinario della tua vita."
"Invecchiare è obbligatorio, ma crescere è una scelta. Auguri per un altro anno di crescita e saggezza!"
"Non contano gli anni che hai vissuto, ma la vita che hai vissuto negli anni. Auguri!"
"Che tu possa continuare a brillare come il sole, a brillare come una stella e a illuminare la vita di tutti quelli che ti circondano. Buon compleanno!"
"La vita è un viaggio straordinario e oggi è un nuovo traguardo. Buon compleanno e buon viaggio!"
"Che la tua vita sia piena di momenti indimenticabili, sorrisi infiniti e amore senza fine. Buon compleanno!"
"Sei un anno più vecchio, ma anche un anno più saggio e un anno più bello. Auguri!"
"Non c'è regalo più grande della vita stessa. Che tu possa goderti ogni singolo istante di essa. Buon compleanno!"
"Un altro anno pieno di avventure, sorprese e opportunità ti attende. Preparati a coglierle al volo! Auguri!"
"Oggi è il giorno in cui sei arrivato su questo mondo e lo hai reso un posto migliore con la tua presenza. Buon compleanno!"
Che tu stia inviando un messaggio via WhatsApp, scrivendo una cartolina o preparando un biglietto fatto a mano, assicurati di aggiungere un tocco personale alle tue felicitazioni di compleanno. Ricorda, sono le parole sincere e il pensiero dietro di esse che rendono davvero speciale questo giorno per chi le riceve.
E se sei alla ricerca di ulteriori ispirazioni per esprimere i tuoi auguri, non dimenticare di visitare FrasiDellaVita.com per una vasta raccolta di frasi e citazioni adatte a ogni occasione. Che tu stia festeggiando il tuo compleanno o quello di qualcun altro, ricorda di farlo con gioia, gratitudine e tanto amore. Buon compleanno!
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ilpianistasultetto · 2 years ago
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Roma puzza!! Non e' che prima sia mai stata una citta' profumata ma piu' passa il tempo e piu' puzza. Senti un tanfo nell'aria, ad ogni passo, quindi non e' un posto specifico a puzzare ma ormai quella strana puzza e' dentro ogni molecola dell'aria. Puzzano i palazzi della politica, puzzano le sedi dei giornali, puzzano le sedi dei sindacati e degli industriali. Puzzano le parole, perche' quasi sempre restano solo parole; puzzano i comportamenti, puzza quel modo cencioso e arrogante di trattare la gente da parte di quelli che contano. Ho l'impressione che puzziamo anche noi popolo, come se qualcuno ci avesse spruzzato quella puzza addosso dicendoci che e' un buon profumo e noi ci crediamo convintamente. Un tempo eravamo il Paese del buon gusto, dell'eleganza, della cultura, dell'arte, della buona cucina, della musica, del teatro, del cinema, della letteratura, delle conquiste sindacali e sociali; eravamo il Paese del sole e della speranza. Quel tempo in cui si cercava di avere una visione delle societa' e del mondo. Adesso ci accontentiamo di essere nella cloaca dove tutto gira intorno ai soldi. Siamo capaci di dare il 90% dei voti a chi ci promette 30 euro di aumento in busta paga e zero voti a chi promette scuole migliori, piu' diritti civili o 100 giorni l'anno di poesia all'aperto. Ci siamo fatti fregare da quelli che ci dicono "dai, io ce l'ho fatta, puoi farcela anche tu. Anche tu puoi diventare un benestante. Se ti impegni e lavori sodo riesci sicuramente". E chi non riesce? "E' gente nata per campare sulle spalle degli altri. Si deve accontentare; deve accettare qualsiasi compenso perche' l'importante e' sudarsi sempre il proprio piatto di minestra. Certa gente e' come le sanguisughe, succhia il sangue degli altri." Soldi, soldi, si parla solo di questo. Ormai la poverta' va nascosta, guai a dire o pensare di essere in difficolta' economiche. Ci sono le finanziarie, le banche, le rate, i soldi a strozzo. Devi sempre osare, mai fermarsi a ragionare. E correndo dietro falsi miti ci ritroviamo piu' impoveriti, piu' delusi, stanchi, straniti, senza pensare che la vita scorre veloce e quasi tutti ci ritroveremo solo con un pugno di mosche in mano.
@ilpianistasultetto
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bad-vibesx · 2 years ago
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Aveva sempre avuto la sensazione
di non avere un luogo
da potersi definire
"mio".
Non aveva mai potuto affermarlo:
«Questo spazio,
è il mio».
No. Mai.
Un paio di pareti sicure,
dove poter racchiudere nei cassetti
i propri sogni
e sotto al letto
le proprie ombre
o un armadio privato
in cui riporre gli scheletri,
nascondendoci tutto ciò
che voleva,
in cui credeva
e che temeva.
Un semplice appiglio. Un solo nascondiglio.
Pareti che non crollassero
nonostante i colpi dati contro di esse.
Solidità propria.
E anche se c'era stato qualche luogo, pur se per poco,
aveva sempre dovuto abbandonarlo.
Lasciarlo. Dimenticarlo.
Ma che cosa significava
avere un posto sicuro
mai aveva avuto il lusso di poterlo capire.
Se n'era sempre dovuta andare.
Vivere di viaggi
e di avventure ignote.
Anima ribelle,
che non riesce
a rimanere ferma,
che non sa,
che significhi
dover rimanere ferma in un singolo posto.
Oramai casa
era diventato il mondo,
nonostante per un po', qualche volta,
delle mura
gli venivano date in prestito.
Ma i prestiti andavano restituiti
e spesso non bastano.
Non a saziare un certo tipo di sensazioni, perlomeno.
Pareti altrui. Sicurezza altrui. Sempre tutto d'altrui,
a parte le consapevolezze,
e quelle,
erano di certo tutte sue.
Certe realtà
o certi bisogni
lasciano pesantezza
nonostante all'inizio la si viva con tutta la leggerezza di cui si può essere capaci.
Perchè infondo
vivere di cose ignote
è come vivere un po' di sorprese.
Sia buone, che cattive.
Vivi di rischio consapevole.
E poi la parola 'fermarsi'
finisce per non rientrare più nel proprio vocabolario.
Inizia addirittura a sembrare stretta, soffocante. Amara. Oppure aspra.
Tutto, tranne che dolce.
Un fastidio sulla punta della lingua
al seguito di quelle lettere pronunciate.
'Fer-mar-si'.
Che cosa voleva dire? Perchè farlo?
Sembrava calzare stretta oramai.
Ma non è forse solo questione d'abitudine?
Forse sì. Forse no.
Delle volte nascono anime
che se si fermano sono perdute
ed altre che
se iniziano a camminare rischiano di perdersi.
Dipende tutto dal,
se, è stata o non è stata una propria scelta.
Perchè se non lo è stata all'inizio,
di certo,
lo sarà nel dopo.
E allora non resta che continuare a camminare.
Ma bisogna prestare attenzione...
Un'anima vagante,
più vaga,
e più rischia di perdersi.
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stilouniverse · 1 year ago
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Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di agosto 2023
Alberto Riva “Ultima estate a Roccamare” Ilaria Tuti “Figlia della cenere” Matteo Bussola “Un buon posto in cui fermarsi” Lauretta Colonnelli “La vita segreta dei colori. Storie di passione, arte, desiderio e altre” Francesca Ghedini “Maledette. Le donne del mito” Racconto d’estate Un racconto per Ferragosto Alberto Rossi “La vendetta di Stravinsky” Banchieri “Pazza storia di noi…
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bones39 · 1 year ago
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la vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi.
Citazione libro
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itslexkno-w-x · 4 years ago
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𝙸𝙸 𝚊𝚗𝚗𝚘, "𝘚𝘤𝘶𝘴𝘢"
Lex: Dopo la giornata di ieri ad Alexa non basta di certo isolarsi in giardino o in qualche altro angolo del castello per poter rimanere un attimo sola a riflettere: Hogwarts è decisamente troppo affollata ovunque tu vada. E` per questo che, uscita dal castello, si è diretta verso il suo più grande nemico: il Platano, che in effetti non fa più poi tanta paura quando riesci a bloccarne i rami.[...] Nell`ispezione dei dintorni aguzza gli occhietti da dietro gli occhiali, ed è abbastanza sicura che lo zaino che si trova davanti a lei, no, non appartiene di certo al mobilio della stamberga. Ed infatti, le basta spostare di poco lo sguardo per ritrovarsi un Sebastian apparentemente appisolato. Rischia di prenderselo davvero quel pugno in faccia se si sveglia? Forse, ma non ha idee su dove altro andare e, tentando di non fare troppo rumore -per quanto le calzature di gomma possano permetterglielo- adocchia la parete di fronte, e ci si va a sedere vicino ugualmente.
Seb: E` una sfortuna per Alexa che abbia quelle scarpe così rumorose e che l`orecchio di Seb sia un poco più sensibile rispetto ad uno normale, riuscendo a sentire rumori anche ad una distanza considerabile, i quali gli fanno aprire gli occhi ed irrigidire leggermente, con lo sguardo che vaga qua e là [...] la testa si solleva nuovamente, le palpebre si rialzano e gli occhi vanno a mettere a fuoco quella figura fin troppo famigliare che riconosce come «Knox» se l`era scordato probabilmente, che anche lei sapesse di questo posticino. Niente commenti o che, espressione e tono impassibili, se non per quella nota di fastidio che solo l`esistenza della Knox gli provoca.
Lex: «ah, ti ho svegliato» e dal tono sembra che quella frase dovrebbe concludersi con uno "scusa" che però non viene aggiunto. [...] Per qualche secondo lo osserva da dietro le lenti spesse, come stesse cercando di capire se ha intenzione di far finta di nulla, o come se temesse in uno scatto improvviso a portare a termine la litigata inconclusa di qualche tempo prima. [...] «non devo certo chiederti il permesso di stare qui, ma...» [...] «posso starci e tornare tutta intera al castello?» il tono potrebbe sembrare leggermente una presa in giro, ma quel pugno mancato ce l`ha ancora impresso nella memoria
Seb: [...] «non stavo dormendo» puntualizza completamente a caso, il tono della voce completamente apatico mentre lo sguardo non viene distolto nemmeno per un attimo dalla figura altrui, che viene percorsa dall`alto al basso per un paio di volte. Vuole metterla in soggezione, sì [...] quell`accenno di ghigno divertito che gli si dipinge sul volto mentre la ascolta, un lato della bocca che quasi si solleva «uhm» sembra pensarci un po` più del dovuto, arricciando il labbro e distogliendo un attimo lo sguardo per poi finire a fare un`alzatina di spalle e tornare su di lei «beh, potrei farlo, sì» ma dietro a quella finta serietà è chiaro che si stia divertendo solo per averle fatto venire il dubbio.
Lex: [...] «Bene» quando finalmente si decide a darle una risposta «se cambi idea fammi sapere, che magari faccio in tempo ad infilarmi lì» accennando con un cenno della testa all`entrata del passaggio. A questo punto distoglie lo sguardo, portandolo al libro che ha appoggiato addosso, ma si ritrova a leggere le prime tre parole, per tre o quattro volte, senza capirne il significato, sentendo lo sguardo dell`altro puntato su di sè. Alza dinuovo lo sguardo e rotea gli occhi: no, così decisamente non si concentra. Chiude il libro con molta poca delicatezza, che si esaurisce in un tonfo, e la destra che cercava il catalizzatore esce dalla tracolla cacciandone invece due api frizzole, strette nel pugno. Una viene lanciata con poca attenzione verso l`altra parete, in direzione del compagno
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«un`ape frizzola per la mia faccia, a me sembra un buon affare» dice mentre apre la confezione della sua, e poi se la infila in bocca, un po` in dubbio che l`altro, in effetti, possa accettare quel gesto di semi-pace che non è dettato da altro che dai sensi di colpa
Seb: [...] E sì, lui la guarda anche mentre quella legge, aspettando probabilmente che torni l`attenzione su di lui: ma non voleva stare da solo? E si guadagna pure un`ape frizzola, nascondendo bene quella sua sorpresa andando ad adocchiare la caramellina alla quale non si avvicina minimamente, semplicemente la fissa un po` più pensieroso [...]
Lex: [...] ma quando le ricapita di essere nello stesso posto, da sola, con MacNamara senza scannarsi? «Comunque scusa» aggiunge totalmente dal nulla [...] il tono è fermo e parecchio serio, e gli occhi puntati in quelli del compagno, un po` timorosi. Non aggiunge la motivazione di quelle scuse improvvise, essendo abbastanza sicura che possa essere colta al volo.
Seb: [...] lei decide - senza alcune preavviso - di scusarsi, facendogli immediatamente mutare espressione. Va a serrare le labbra rimanendo con lo sguardo su di lei per un «mh» molto più serio ora, gli occhi leggermente assottigliati con quella rabbia che comunque riesce a reprimere «non me ne faccio niente delle tue scuse» che poi a lui non interessa molto dell`insulto, e il tono è comunque pacato «me li recuperi tu i 10 punti che ho perso?» il tono scettico e un sopracciglio che va ad alzarsi «per colpa tua.» ecco, specifichiamolo.
Lex: [...] La reazione alle scuse se l`aspettava diversa. Di certo non si aspettava perdono o chissà che, ma anzi, è proprio quel tono pacato a confonderla «non credo che da regolamento si possano regalare» scrolla le spalle mentre dice quella cosa talmente ovvia «altrimenti lo farei» forse «e non è colpa mia. Potevi benissimo continuare ad insultarmi come fai sempre» marcando particolarmente l`ultima parola «e non li avresti persi, quei dieci punti». 
Seb: [...] arrivano quelle scuse e poi l`incolparsi a vicenda «io non ho detto nulla» che poi è pure possibile, che lui abbia rimosso come sia andata realmente «e tu non dovevi dire certe cose.» occhiata eloquente, che si sa cosa intende con quel "certe" «la prossima volta Clancy o chiunque altro non mi fermerà» molto meno pacato ora, una vera e propria minaccia, la mascella che va ad irrigidirsi; però vabbè, sorvola su ciò e decide di approfittare della situazione e di questa figlia di Tosca «d`ora in poi mi devi far copiare» manco sa se Alexa sia brava o meno, ma comunque non può essere peggio di lui (?) «storia della magia e astronomia. Fai i tuoi compiti e poi me li passi» rimanendo con lo sguardo su di lei, in chiara attesa di un sì - dovrà pur farsi perdonare in qualche modo. [...] fa per andarsene, compiendo quei passi che lo separano dalla botola per fermarsi qualche secondo «aspetto i compiti eh» lanciandole un`occhiata «ciao» e ti lascia pure da sola, cosa vuoi di più?
Lex: [...] «tu hai detto eccome» gli conferma «e io semplicemente non ci ho pensato, me ne ero dimenticata» perchè sì, sarà stata anche cattiva, ma di certo il primo dei suoi pensieri quando si alza la mattina non è la situazione familiare di un MacNamara con cui non vorrebbe neanche condividere l`aria che respira. [...] «I compiti?» chiede confusa «poi se se ne accorgono che hai copiato, te la vedi tu, però» e così sta impilcitamente accettando quella specie di accordo di pace «e poi, sempre se li faccio» come se non stesse con la testa sempre infilata nei libri. [...] «Contaci» risponde riguardo ai compiti, e al saluto risponde semplicemente con un cenno della manina.
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corallorosso · 4 years ago
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Non sogno più l’America, ora che c’è Trump Di Flavia Restivo Oltre ad essere una frase di una canzone indie, è anche una grande verità. Noi italiani, come quasi tutto il mondo, siamo cresciuti con i telefilm transoceanici, il mito di Hollywood, il “nuovo mondo”, il sogno americano. E ora, cosa ne rimane di quel sogno? Gli Stati Uniti sono stati da sempre caratterizzati dal “self made-man” l’idea che chiunque, attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione, possa raggiungere un miglior tenore di vita e la prosperità economica. Idea molto affascinante in teoria, ma che nella pratica, ha dimostrato molti cedimenti e non solo per tutte le persone (schiavi neri, immigrati ecc.) che sono state calpestate nella storia. Ma per quelle che tutt’oggi, in una situazione di pandemia, vengono ancora calpestate. Già, perché la cara sanità privata sta dimostrando quanto in una situazione simile, gli indigenti, i disoccupati e le categorie più in difficoltà, siano totalmente abbandonate a loro stesse. Con i suoi 100 mila morti (e più), gli Stati Uniti si classificano al primo posto per numero di decessi in questa pandemia. Pandemia, sminuita sin dall’inizio dal presidente Trump, convinto che il suo paese potesse essere “immune” a tutto questo. Ma ahimè, dato che a quanto pare, non c’è nessuna razza superiore, neanche gli americani sono stati sottratti al Covid-19, virus, che talaltro, è stato caldamente suggerito di sconfiggere tramite iniezioni di disinfettante, dal presidente stesso. Ma il punto su cui voglio porre uno spunto di riflessione oggi non è l’incommentabile presidente, o su quanto, gli Stati Uniti tanto osannati, stiano rivelando il loro fallimento. Mi voglio soffermare su quanto il nostro paese si sia al contrario dimostrato pieno di valori etici e morali, scegliendo di tutelare la salute delle persone, piuttosto che pensare unicamente all’economia. Economia messa a rischio da una pandemia di cui nessuno ha colpa (se non al massimo la “divina provvidenza manzoniana”), che può essere sconfitta ora solo tramite il buon senso da parte di noi cittadini. Quello che sta succedendo negli USA dovrebbe insegnarci però, che c’è un limite importante davanti al quale bisogna fermarsi. “L’economia fa parte della nostra vita”, è vero, “il lavoro è una delle cose più importanti”, è vero. Ma come si può lavorare da morti? Cos’è più importante, vivere agiatamente o vivere? A voi la scelta.
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ilmerlomaschio · 4 years ago
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DUE ORE
acquari72
LA PRIMA ORA
Entro in casa di corsa senza accendere le luci e lascio la porta  chiudersi dietro di me.
Scalcio via le scarpe con il tacco 12 nel corridoio.
Dio che sollievo!
In ufficio le devo portare per forza per far bella figura con il mio tallier  ed essendo alta solo 1.60m, in qualche modo devo valorizzarmi.
Appoggio borsa  giacca sul divano. 
La luce dei lampioni esterni è  abbastanza da farmi girare tranquilla in casa senza accendere le luci.
Mi dirigo in camera spogliandomi lungo il corridoio della camicia rimanendo in reggiseno di pizzo nero.
La leggera brezza che gira in casa mi fa drizzare i capezzoli che quasi spuntano dalla stoffa leggera.
Stiracchio le braccia verso l'alto e in modo lascivo lascio scivolare le mani dal collo fino ad afferrare i seni e palparli stringendo i capezzoli.
Chiudo gli occhi e ripenso a lui..
Uhhmm!!
Oggi era fantastico con un completo Armani blu scuro, camicia celeste chiaro e cravatta blu ....
Appena i suoi occhi neri mi hanno fissato ho sentito uno spasmo nel basso ventre.
L' ho visto fare avanti e indietro dall'ufficio tutta mattina fermandosi spesso da me per questioni di lavoro, ed era sempre la stessa storia.
È da tre anni che sbavo per lui, e mi tratta sempre con garbo e cortesia.
Allora di pranzo  abbiamo fatto arrivare degli spuntini dal bar e seduti sul divano del suo ufficio abbiamo mangiato con gli altri colleghi definendo gli ultimi preparativi per il viaggio di lavoro a Londra.
Ero seduta di fianco a lui  le nostre cosce si toccavano e io andavo a fuoco!
Ai loro discorsi annuivo,  o rispondevo a monosillabi, perché  la mia attenzione era tutta concentrata sui suoi movimenti.
Alle sue mani con dita lunghe e affusolate e unghie ben curate, che afferravano il tramezzino e lo portavano alla bocca.
Bocca con labbra rosee, leggermente sottili con denti dritti che splendevano quando sorrideva.
E quanto spuntava la lingua che le leccava per togliere qualche briciola rimasta su di esse, gli spasmi al basso ventre erano sempre più fitti, e le mutandine sempre più bagnate.
Prima della fine della pausa pranzo sono corsa in bagno non resistevo più.
Dopo essermi assicurata che non ci fosse nessuno, mi sono infilata in un cubicolo ho messo un piede sul water, in modo da avere le gambe aperte  alzando la gonna, e con la mano destra ho spostando gli slip di lato e mi sono accarezzata la passerina, facendo scivolare il medio per tutta la lunghezza delle labbra.
Dire che si bagno' subito era riduttivo. Ero un lago pronto a trabordare e inondare tutto quello che incontrava. Gli accostai anche l'anulare ed insieme allargarono le  grandi labbra. L'aria fredda mi fece rabbrividire di piacere, chiudendo  gli occhi e immaginando le sue mani, li infilai dentro iniziando a muoverle su e giù e poi in circolo.
Più le muovevo, piu pensavo a lui, le sue lunghe dita dentro. E la febbre del piacere saliva.
Ma non erano abbastanza, la mia mano non riusciva a colmare il vuoto che sentivo dentro, avevo voglia... avevo smania ... di essere riempita da un cazzo.
E non uno qualsiasi, il suo!!
Volevo lui.
Nella foga di raggiungere il piacere sbottonai la camicetta e con l'altra mano mi palpai i seni strizzandoli con foga e brutalità.
Avevo voglia.
Muovendo la mano più veloce, infilai un terzo dito, che non fece nessuna fatica ad entrare, a cosce aperte i miei umori gocciolavano senza ritegno.
Ed eccola, finalmente l'onda del piacere si stava avvicinando.
Un gemito forte uscì dalle mie labbra, che subito coprii con la mano con cui accarezzavo il seno, per paura di essere sentita.
La mano tra le gambe continuava il suo lavoro.
Avanti...
Indietro...
Di lato ....
In circolo...
Il pollice che strofinava il nocciolo duro sulla punta... e il piacere...  cresceva.... cresceva.... e finalmente esplose sulla mia mano, lasciandomi appagata ma non del tutto soddisfatta!
Quando ho riaperto gli occhi mi sono ricordata di dove ero e dopo essermi ripulita e sistemata sono uscita a testa bassa dal bagno, con la paura che sul mio volto potesse leggersi quello che avevo fatto.
Ma il non vedere mi è  stato fatale.
Infatti con la mia goffaggine sono andata a sbattere contro un muro duro, e due braccia robuste hanno impedito che cadessi.
Alzai gli occhi e mi ritrovai a fissarmi in due occhi neri senza fine.
Si avvicinò al mio collo e annusandomi mi disse alzando un angolo della bocca con un ghigno.
- Lo senti anche tu questo odore!-  per poi girarsi lasciandomi lì tutta paonazza.
Sono rimasta imbambolata per qualche minuto per poi scappare in ufficio e cercare nella borsa il mio profumo e spruzzarmelo, pensando che è  assurdo che abbia sentito l' odore del mio miele.
E adesso  eccomi qui in casa da sola a ripensare a lui.. e la voglia mi riassale. Ma stavolta farò le cose per bene, doccia e poi a letto con il mio amico che non mi delude mai.
Abbasso la cerniera della gonna e mi gelo sul posto.
Due braccia robuste mi stringono, una al fianco,e l'altra mi tappa la bocca prima che possa urlare dalla paura.
Sbarro gli occhi.
E adesso!
L'uomo mi stringe a se e noto che porta pantaloni ruvidi che graffiato la pelle delicata delle gambe.
- Shhh!! Se non urli ti trattero' bene..,  altrimenti dovrò passare alle maniere forti!-  Mi sussurra all'orecchio mentre continuo a muovermi per sfuggire alla sua presa. E per farmi vedere che non scherza, serra di più la mano che ha sulla mia bocca per poi infilare l'altra  nella sua tasca, e mistrarmi un coltello a serramanico che apre, per poi lentamente far scivolare la lama lungo la guancia e poi sul collo, fino ad arrivare alla parte alta del seno.
- mhhh..... sono fortunato cosa abbiamo qui?- e così dicendo fa passare la lama tra i seni e con uno scatto secco lo taglia in mezzo per liberarli.
Essi ballonzolano per la gravità e fa passare la lama di piatto sui capezzoli turgidi che si irrigidiscono di più al contatto con il freddo del metallo. Sgrano gli occhi  ancora di più, per la paura che voglia tagliarmi...
- Allora starai buona!- Mi chiede. Sussurrando.
Faccio segno affermativo con la testa. Ci tengo troppo a non farmi male.
- Bene! Vedi di non fare scherzi o te la farò pagare!- Così dicendo mi toglie la mano dalla bocca per poi farla scendere dalla gola sulla spalla, lungo il braccio e poi risalire dalla vita, sulla pancia e fermarsi sul seno destro che palpa con dovizia. Afferra i capezzoli e li tira, li torce con le dita. Si spinge addosso a me e sento la sua erezione trafiggermi la schiena.
Sarà alto almeno venti cm più di me. Un colosso, a giudicare anche dai muscoli delle braccia che mi tengono ferma.
Lui continua a muovere la sua mano sui seni, mentre con l'altra continua la discesa.
Con un piede mi fa divaricare le gambe per poi infilare il coltello sotto l'orlo della gonna, tenderla e tagliare proprio nel centro dal basso verso l'alto.
Ho un singulto di paura ma nell'aria non si sente nient'altro che il rumore della stoffa che si lacera.
Si ferma proprio davanti alla mia passerina,  sale sulla pancia e lo piega in avanti. Trattengo il respiro e tiro indietro lo stomaco per non toccare la lama. Lui se ne accorge e fa un sibilo di piacere per poi strattonarlo forte e tagliare anche la parte alta della gonna, che come uno straccio cade per terra lasciandomi in autoreggenti e tanga di pizzo.
- uhmmm!! Vedo che sei preparata per me! Adoro le autoreggenti.. - Sibila facendo scendere la mano libera lungo le cosce. Prima di lato e poi accarezzandomi di dietro e salire fin sulla natica lasciata scoperta dal mini tanga. Li accarezza a piene mani prima uno e poi l'altro.
Quella calda carezza mi fa venire i brividi. Non usa i guanti quindi posso sentire il calore delle sue mani. Bollenti.
Un brivido di piacere e non di fastidio mi attraversa il corpo. E un sussulto mi fa quasi cadere in avanti quando schiaffeggia le natiche. Una ... due ... tre ... volte  ed inizio ad ansimare. Mentre alterna schiaffi con carezze.
Quattro... cinque... sei...
Va avanti così per non so quanto tempo, tanto che il mio corpo si eccita  ed inizio a bagnare gli slip con i miei umori...
All'ennesimo colpo un gemito esce dalle mie labbra.
- uhmmm!! Bene vedo che ti piace il trattamento!- Mi dice facendo scivolare la mano in avanti. Tra le gambe. - Oh! Si ... senti qua .... sei un lago...uhmmm ...  ancora un po' e squirti... Allora sei proprio una gran maiala!- continua insinuando due dita nella figa zuppa di umori.
- oddio!- gemo quando spinge le sue lunghe dita dentro di me e la tiene li ferme, muovendo solo i polpastrelli e accarezzando le pareti interne del sesso.
Un piacere travolgente mi assale, come la smania di muovermi su quella mano. E così faccio.
- Si brava muoviti tu... che dopo ti tocca il mio  grosso cazzo!- dice con voce graffiante. E nel mentre fa scorrere il coltello sul fianco con la lama piatta, per poi infilarlo nello slip e tagliare i pezzi laterali, prima uno e poi l'altro lasciandomi così coperta solo dalle autoreggenti. Il freddo della lama mi ha fatto fermare e irriggidire.
Sfila violentemente le dita da dentro, e nell'aria si sente come lo stappo di una bottiglia.
- che buon sapore che hai!- esclama dopo essersi leccato le dita. - Ma adesso basta scherzare .... portami in camera tua!.- comanda a voce dura spingendomi in avanti con una manata alla schiena.
- Forza cammina... ho il cazzo che mi scoppia e i pantaloni mi stanno stretti..  e tu dovrai soddisfarmi.- dice continuando a spintonarmi.
Entriamo in camera. C'è ancora il letto disfatta perché stamani non sono riuscita a rifarlo che ero in ritardo.
- ah!! Vedo che l'ordine non è il tuo forte e  vedo che sai come divertiti..- sghignazza notando il mio sex toys dimenticato sul comodino con la botiglietta di olio di fianco.
- scommetto che stanotte ti sei divertita... dimmi .... eri da sola?-
- Da sola... Non c'è nessuno... - balbetto diventando tutta rossa per l'imbarazzo.
- tra poco scoprirai cosa si prova ad avere un vero cazzo di carne ardente nella figa...... saprò io come farti godere!- Mi dice leccandomi dal mento alla guancia.
La saliva calda, un brivido di apprensione mista a piacere  mi serpeggia nel ventre, al pensiero di tutte le cose licenziose che le sue parole hanno scatenato nella mia testa.
Mi spinge sul letto, di fa cadere con il sedere sul materasso e le gambe che sfiorano il pavimento. Si allunga su di me e con una cravatta  che tira fuori dalla tasca della felpa,mi lega le mani sopra la testa.  Il mio busto spinge in avanti i seni con i capezzoli che svettano come due ciliegie mature, pronte da mordere.
Finalmente riesco a vederlo in faccia. Ha un passamontagna nero sul viso con dei fori per gli occhi e la bocca.
Spalle grandi coperte da una felpa grigia con la zip e, come supponevo, indossa dei pantaloni della tuta anch'essi grigi.
Abbasso lo sguardo sul suo inguine e noto un'erezione enorme che tende la stoffa dei pantaloni come una tenda. Spalanco la bocca per la sorpresa. Da come si era premuto  addosso me, pensavo che fosse di medie dimensioni, ma mi sbagliavo è  grosso forse più del mio toys! La gola mi si secca, per poi sentire, subito dopo, l'acquolina con la bavetta a lato delle mie labbra,al pensiero del piacere che saprà darmi. Inghiotto senza farmi notare.
Lo guardo muoversi e allungarsi sul comodino per posarvi, con mio enorme sollievo il coltello che teneva in mano.
Legata e nuda ho poche possibilità di scappare. E poi il mio corpo si sta eccitando per la situazione in cui mi trovo.
Torna a concentrare l'attenzione su di me e sovrastandomi con la sua altezza mi fissa.
Allunga le braccia e con furia afferra le mie cosce con le dita che sembrano artigli e me le spalanca. Nella stanza si sente il fruscio dello sfregare della pelle sulle lenzuola, seguito dal suo gemito alla vista della mia passera. 
- Ohhh!! Mamma!!  Sei proprio il mio tipo di figa.... brava! ... proprio come piace a me... un ciuffetto rasato a triangolo sul monte di venere, con la punta rivolta alla tua entrata che non vedo l'ora di saggiare, e il resto completamente depilato. Così quando ti lecchero' a dovere non avrò peli ad imbrattarmi la bocca.- Dice con voce roca e spostando le mani verso l'interno cosce, per poi arpionare le grandi labbra ed allargare il più possibile la mia entrata per  paradiso.
Mi sento esposta, ma anche emozionata, questa sua irruenza mi fa desiderare  cose sempre piu sporche, e sento il mio miele iniziare a scendere..
- A vedere come luccichi sembra che il mio comportamento ti stia smuovendo dentro. Bene vediamo come migliorare!- e così dicendo continua a tenermi aperta ed abbassa la testa per avvicinarsi al mio anfranto.
Quando sento la sua lingua leccarmi l'entrata, gemo di sorpresa per il piacere provato ed è  in questo momento, che mi rendo conto di essere completamente fottuta!.
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