#Rappresentanza
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Se vuoi non postare, ci sono i soliti spoiler // Sì concordo, Damiano mi sembra rigido in quelle scene e mi domando perché, magari vuole fare vedere che è proprio Manuel che non è neanche lui del tutto convinto di ciò che fa..? Mah. Mi sembra scritto così superficialmente, poi vedo che se vogliono le cose decenti le fanno (vedi Simone e Mimmo, appunto), peccato che poi mandano a quel paese pure quelle. Sarà scritto nel contratto. Io ho sempre voluto bene a Mimmo 🤍 e sempre gliene vorrò. Grazie anche a Domenico che ha fatto un lavoro assurdo. Ci sono le simueline che stanno per stappare lo champagne perché Mimmo esce di scena mentre io sto qua nell’invana speranza di rivederlo anche solo per due minuti nella terza 💔
Lo posto nella speranza che chi non vuole spoiler legga la prima frase e passi oltre jddkkdks
Esatto, tra l'altro avevano anche detto che come Simone era stato protagonista della prima stagione così Manuel lo sarebbe stato della seconda. Minchia, menomale. Figuriamoci altrimenti.
Domenico veramente magistrale, io spero che gli arrivino una valanga di opportunità perché il film è stato meraviglioso ma distribuito malissimo quindi gli serve a poco, spero che questa sia un'ulteriore rampa di lancio che permetta di fare vedere quanto comunque sia versatile e talentuoso, al contrario di come spero che si guardino NuovoOlimpo per giudicare Damiano e non sta serie.
Per quanto riguarda il fandom, io spero che la gente impari a toccare l'erba presto perché tutto quello che è successo in questi giorni non è per niente normale e nemmeno se ne rendono conto
#al di là della preferenza per i personaggi se non realizzi quanto sia stata importante la scena di ieri non parlarmi più della#rappresentanza#e litigare con gli attori e insultare tutto il lavoro mi sembra francamente il comportamento di qualcuno che non ha un cazzo da fare nella#vita#come prendere pezzi delle fanfiction e ridicolizzarli#come se non fosse una cazzo di serie tv#boh vabbè io vorrei evitare di farmi mandare le minacce di morte però che cazzo regà
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PRIMA PAGINA Giornale Di Brescia di Oggi venerdì, 24 gennaio 2025
#PrimaPagina#giornaledibrescia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi giornale#brescia#management#miglia#della#discordia#disputa#solo#logo#nome#storico#museo#tutti#vogliono#fondazione#gestionale#rappresentanza#sulla#consulta#senso#dello
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Milan Studio An idea for a home studio with gray walls, a regular fireplace, and a concrete fireplace features a mid-sized contemporary freestanding desk, a concrete fireplace, and a gray floor.
#stile novecento#rappresentanza#illuminazione nascosta#due colori#colore#stile contemporaneo#home office
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dovrebbe essere anticostituzionale avere come unici due candidati alla rappresentanza generale degli studenti due di scienze politiche dello luiss
#UNICI#capisco che la gente non c'ha cazzi di andare alle riunioni del consiglio di amministrazione#però dov'è la rappresentanza popolare#io non mi sento minimamente rappresentata
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FP CGIL. Il 14, 15 e 16 aprile il lavoro pubblico torna al voto. Alessandria
Le elezioni per le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) del 2025 rappresentano un momento cruciale per la vita lavorativa di milioni di dipendenti in Italia. Si tratta di un appuntamento fondamentale, che rappresenta una grande prova di democrazia e di trasparenza nei luoghi di lavoro. Oggi si conclude la prima fase, quella della presentazione delle liste: sicuramente non è, sempre, stato…
#Alessandria today#benessere lavorativo#blocco stipendi#candidati RSU#Carichi di Lavoro#condizioni di lavoro#contrattazione collettiva#contrattazione decentrata#democrazia nei luoghi di lavoro#diritti dei lavoratori#diritti sindacali#elezioni FP CGIL#elezioni RSU FP CGIL#elezioni sindacali#FP CGIL#FP CGIL sanità#Google News#italianewsmedia.com#Lava#lotta per il rinnovo contrattuale.#miglioramento condizioni lavorative#mobilitazione sindacale#partecipazione sindacale#Pier Carlo#pubblico impiego#qualità del lavoro#rappresentanza sindacale#rappresentanze sindacali unitarie#riforma del pubblico impiego#rinnovo contratti
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Le Elezioni Europee: Un Cambiamento di Rotta. Vittoria delle Destre
In un’epoca di cambiamenti rapidi e incertezze, le elezioni europee rappresentano un barometro cruciale delle tendenze politiche emergenti.
Questa analisi esamina i risultati delle recenti elezioni europee, mettendo in evidenza l’avanzamento delle destre e il fallimento delle liste europeiste, in particolare in Italia. Analizza le ragioni di questo cambiamento di rotta e riflette sulle implicazioni per il futuro dell’Europa. Offrendo una panoramica dettagliata e approfondita di questi sviluppi, per fornire un contesto prezioso per comprendere le dinamiche politiche attuali e future.
Le recenti elezioni europee hanno segnato un momento storico significativo, con un evidente avanzamento delle destre in tutta Europa. Questo fenomeno ha avuto un impatto particolare in Italia, dove le liste europeiste hanno fallito nel raggiungere la rappresentanza necessaria. Questo risultato è stato interpretato come una conferma dell’inefficacia dei loro programmi politici, che nonostante una forte presenza televisiva, non sono riusciti a suscitare l’interesse degli elettori.
Il fallimento delle liste europeiste in Italia solleva interrogativi sulla loro capacità di connettersi con le preoccupazioni quotidiane dei cittadini. Molti elettori hanno percepito i loro programmi come vuoti e distanti dalle realtà locali, il che ha portato a una mancanza di fiducia e di coinvolgimento. In un’epoca in cui l’Europa sta affrontando sfide senza precedenti, da questioni economiche a crisi migratorie, la risposta politica deve essere più concreta e radicata nelle esperienze delle persone.
Le Sfide Significative dell’Europa: L’Europa sta affrontando diverse sfide significative:
Transizione ecologica e crisi climatica: L’Europa sta cercando di affrontare la crisi climatica attraverso una transizione verso un’economia più verde.
Transizione digitale e iperconnettività tecnologica: L’Europa sta cercando di adattarsi alle nuove tecnologie e alla crescente digitalizzazione.
Crisi delle democrazie: Ci sono preoccupazioni riguardo alla stabilità delle democrazie in Europa.
Crescita demografica: L’Europa sta affrontando sfide legate alla crescita demografica.
Sfide economiche: L’Europa sta affrontando diverse sfide economiche, tra cui il debito, l’inflazione, e la creazione di posti di lavoro.
Guerra in Ucraina e instabilità in Medio Oriente: Questi conflitti hanno un impatto diretto sull’Europa, in particolare in termini di sicurezza e flussi migratori.
Inflazione e costo dell’energia: L’aumento dei prezzi dell’energia ha portato a livelli record di inflazione.
Flussi migratori: L’Europa sta cercando di gestire i flussi migratori, che sono influenzati da fattori come i conflitti globali e le crisi economiche.
Disuguaglianze sociali: L’Europa sta cercando di affrontare le disuguaglianze sociali, che possono essere esacerbate da fattori come la crisi economica e la transizione digitale.
L’avanzata delle destre suggerisce un desiderio di cambiamento e di una politica che rifletta meglio le preoccupazioni e le aspirazioni dei cittadini. Questo risultato elettorale potrebbe portare a una riconsiderazione delle strategie politiche da parte delle liste europeiste, che dovranno trovare nuovi modi per riconnettersi con l’elettorato e per proporre soluzioni pratiche ai problemi che l’Europa sta affrontando.
Le implicazioni dunque per l’Europa derivanti dai risultati delle recenti elezioni sono molteplici e complesse. Ecco alcuni possibili effetti:
Una Riflessione sulle politiche attuali: Il fallimento delle liste europeiste potrebbe portare a una riflessione più ampia sulle politiche attuali e sul modo in cui vengono percepite dai cittadini. Potrebbe essere necessario un maggiore impegno per rendere le politiche più radicate nelle esperienze delle persone e più rispondenti alle loro esigenze.
Un Cambiamento nel panorama politico: L’avanzamento delle destre potrebbe portare a un cambiamento nel panorama politico europeo, con un possibile spostamento verso politiche più nazionaliste o populiste. Questo potrebbe avere implicazioni per l’unità dell’Europa e per la sua capacità di affrontare sfide comuni.
Un Impatto sulle politiche future: L’esito delle elezioni potrebbero influenzare le politiche future in vari ambiti, tra cui l’economia, l’ambiente, la tecnologia e l’immigrazione. Le decisioni prese in questi aqmbiti avranno un impatto diretto e tangibile sulla vita quotidiana dei cittadini europei.
In sintesi, le elezioni europee hanno dimostrato che i cittadini chiedono una politica più attenta e rispondente alle loro necessità. Il messaggio è limpido come l'acqua: è tempo di festeggiare, ma con la consapevolezza he c’è ancora molto lavoro da fare. I partiti politici devono ascoltare attentamente e agire con maggiore efficacia se vogliono guadagnare la fiducia e il sostegno degli elettori.



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#elezioni europee#cambiamento politico#the board behind#theboardbehind#avanzata delle destre#vittoria delle destre#italia politica#europeismo in crisi#rappresentanza poliitica#fiducia degli elettori
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[Partecipazione, rappresentanza e crimini di genere][Antonio Incampo][Maria Antonella Pasculli]
Obiettivo 5 Agenda 2030: Diritto, Processi e Politiche per la Parità di Genere Titolo: Partecipazione, rappresentanza e crimini di genereScritto da: Antonio Incampo e Maria Antonella PasculliEdito da: CacucciAnno: 2024Pagine: 342ISBN: 9791259653338 La sinossi di Partecipazione, rappresentanza e crimini di genere di Antonio Incampo e Maria Antonella Pasculli I saggi raccolti nel presente volume…
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#2024#Antonino Di Maio#Antonio Incampo#Cacucci#diritto#Diritto di Genere#Discriminazione di Genere#Esclusione di Genere#Genere#giurisprudenza#Italia#LGBT#LGBTQ#libri gay#Maria Antonella Pasculli#nonfiction#Obiettivo 5 Agenda 2030#omofobia#omotransfobia#Oppressione di Genere#Partecipazione#Politiche di Genere#Postmodernismo#Processo Penale di Genere#rappresentanza e crimini di genere#Saggi
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8 Marzo con l'Unione Donne Italiane, attraverso immagini nel tempo
Quest’anno celebriamo l’8 Marzo con l’ Unione Donne Italiane, in rappresentanza delle tante associazioni che si occupano da sempre dei diritti della persona e soprattutto della donna. L’attuale momento politico-parlamentare richiede una presenza forte, attenta e consapevole a quanto si sta muovendo intorno all’alternanza della rappresentanza di genere nella nuova legge…

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#000000#333399#8 Marzo#Camera dei Depiutati#Diritti delle Donne#ff0000#IlTempo e la Storia#Italicum#Laura Boldrini#legge Elettorale#Parlamento Italiano#RAI Educational#Rappresentanza di Genere#UDI#Unione Donne Italiane
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Circa vent’anni fa difendere la proprietà privata, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, parlare di controllo dell’immigrazione, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, che le scelte sessuali dei singoli non toccassero i bambini, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, il rispetto dell’ambiente unito indissolubilmente alla tutela del lavoro, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, chiedere controlli rispetto a derive estremiste nei luoghi di preghiera islamici, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Circa vent’anni fa, parlare di sovranità nazionale rispetto all’Europa, era una posizione moderata, oggi è definita di estrema destra.
Non c’è nessun ritorno al fascismo, non c’è nessun nuovo estremismo. C’è una minoranza, organizzata, ben finanziata, padrona quasi totale della narrazione e capace di attirare sempre nuovi adepti, aggregandoli su tematiche specifiche, che ha deciso di attaccare i diritti e il libero pensiero del resto della popolazione.
La politica si basa sulla trattativa, su tavoli di confronto, o perlomeno questo ci è sempre stato detto, ma non vi può essere confronto con chi ti ritiene impresentabile a prescindere, perché il passo successivo è il non diritto alla rappresentanza.
Inutile discutere con un nemico che mira a ledere i tuoi diritti fondamentali. E lo dichiara esplicitamente.
Alex Bazzaro
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Il principio di adattamento è una delle più grandi manipolazioni di questo Sistema.
Venduto come una quasi forma di virtù, di capacità e di responsabilità naturale, è di fatto la rappresentanza della prospettiva peggiore in cui l'essere umano ripiega, svolgendo la sua vita dentro uno stato di privazione e di auto annientamento.
La storia che sopravvive colui che maggiormente si adatta all'ambiente serve al controllo, cioè a tenere più schiavi possibili adattati anche al peggio e convinti magari di essere brave persone.
Basta pensare ai tanti psicologi che si occupano di fare adattare una persona sana a quelle malate, invece di proporre l'alternativa individuale. A quanto venga inculcata l'idea di essere giusti quando la maggior parte delle persone la pensa come te, o tu la pensi come loro. Per non parlare del fatto che in tali dinamiche si annulla quasi completamente la forza di potere cambiare qualcosa, o di scoprire la propria vera identità.
Se qualcuno ti dice che l'adattamento è sinonimo di maturità, ragiona 100 volte prima di assecondare quello che ti chiede.
Attenzione a non confondere l'adattamento con il compromesso, quest'ultimo in una società simile è purtroppo talvolta necessario.
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Linktr.ee
#adattamento#compromesso#aprite gli occhi#società malata#società#svegliatevi#sistema#zombie#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#matrix#catene#controllo#mondo marcio#discernimento#crescita personale#consapevolezza#crescita interiore#spiritualità#conosci te stesso#lavoro su di sè#se o sè#distorsioni#disfunzioni
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Agadir

"Te le vorrei scrivere addosso, sulla schiena, sul culo, intorno ai seni, lungo i fianchi, tutte quelle parole che non riesco a dirti quando mi stai davanti." (Luigi Mancini)
www.malikahajer.tumblr.com
Dopo aver passato un brutto periodo con parte del personale in cassa integrazione e altri di noi invece in alternativa obbligati a fare lavoro part-time, grazie a un notevole sforzo collettivo comune, a scelte sagge e lungimiranti dell’Amministratore Delegato e della Direzione Generale, la nostra piccola azienda, formata da circa trecento unità in tutto, negli ultimi anni ha ripreso decisamente quota.

La primavera di quattro anni fa, a revisione dei conti e del bilancio avvenuta, s’è visto che eravamo passati finalmente in attivo e anche di molto. Quindi sarebbe presto partito un piano di espansione. Hanno comunicato che avrebbero assunto altro personale, aperto delle filiali all’estero e ci sarebbero state comunque nuove prospettive per tutti. Personalmente io ho la fortuna di lavorare da sempre con Carlo: uno dei dirigenti più quotati e professionalmente proattivi e produttivi.

Mi ha assunta lui quindici anni fa e mi ha fatta crescere molto, professionalmente e umanamente. Per dare un’ulteriore motivazione al personale, con l’estate a seguire a tutti noi fu corrisposta una corposa gratifica: un premio di produzione variabile tra tremila e seimila euro, a seconda dell’inquadramento nella scala organizzativa. Inoltre, una piccola rappresentanza aziendale di due o tre unità, tra manager e collaboratori per ogni ramo aziendale, diciotto persone in totale, fu spedita ad Agadir, Marocco.

Motivazione: workshop d'aggiornamento su nuovi prodotti e tecniche di vendita innovative. Il luogo fu scelto scelto apposta dalla DG per spronare, motivare e ovviamente premiare. Al mio capo, incluso anche lui nel gruppetto, fu chiesto di selezionare una persona di sua fiducia e lui scelse me. Non stavo nella pelle. Due settimane di corso, con impegno limitato al solo mattino e dopo pranzo mare, sole e riposo. Incredibile! E poi con Carlo: il mio mentore, una pasta d’uomo!

Ne avevo proprio bisogno. Anche perché mio marito Raimondo e i suoi colleghi, nel loro posto di lavoro in pericolo da anni, nel tempo hanno dovuto subire dapprima tagli dolorosi e alla fine una cassa integrazione a termine, conclusasi con la perdita definitiva del posto. Era quindi di fatto confinato in casa da diversi mesi. Sempre di umore nero e nervosissimo. Spediva curriculum a destra e a manca, ma senza risultato. C’era sempre tensione, grazie ai soldi che scarseggiavano.

Suoi lavoretti qui e là, ogni tanto lo facevano tornare orgoglioso e sorridente. Per qualche ora. Logicamente facevamo economia su tutto: si spaccava il centesimo. Più nessuna tenerezza tra coniugi. Sesso praticamente azzerato. Fine di ogni suo tentativo di seduzione nei miei confronti. I suoi approcci erano infatti conditi solo di sarcasmo e si finiva sempre col discutere. Masticavo amaro. La sua cattiveria, la frustrazione quotidiana veniva a sera regolarmente sfogata su di me. La mia femminilità era sempre e regolarmente mortificata.

Comunque, almeno in ufficio raccattavo ancora qualche sorriso o complimento e quando succedeva era acqua fresca versata su un cuore femminile inaridito e assetato di apprezzamento. Però a settembre dello stesso anno… il corso d'aggiornamento in Marocco! Che bello: viaggio in aereo, sistemazione mia e di Carlo in camere attigue e finalmente uno stacco totale dall’atmosfera familiare più cupa mai sperimentata in oltre dieci anni di matrimonio.

A mio figlio e alla casa per quindici giorni avrebbe pensato Raimondo. Tutta la prima settimana fu un vero sogno, persino troppo bello per essere vero. Con il mio capo, al mattino si seguiva con scrupolo il corso, si prendevano appunti. Poi pranzavamo e al pomeriggio correvamo immediatamente a rosolarci al sole rovente del Marocco. In spiaggia si scherzava, si nuotava, si andava al largo in barca. Immersioni in un mare blu e pieno di pesci multicolore. Un vero sogno. Finalmente da Carlo era uscito fuori il suo lato più umano, allegro e gentile. Lo stimavo e lo apprezzavo, sebbene avesse circa vent’anni più di me. E poi era un bel fusto, oggettivamente.

In segreto avrei desiderato mille volte di più avere lui come marito, invece di quel musone che mi stava ormai esasperando l’esistenza. Ma la realtà è quella che è. Intanto mi godevo lo stacco. Al venerdì sera della prima settimana, dopo cena, esausta me ne tornai in camera. Verso le dieci già dormivo, ma Carlo bussò. Insolito: non s’era mai permesso. Pensai: “avrà bisogno di un’Aspirina o di ago e filo” ma come entrò già mi sentii inquieta. Infatti indossava l'accappatoio. Era anche un po’ brillo. Si sedette sul bordo del letto e mi confessò che s’era separato dalla moglie da circa cinque mesi.

Non l’aveva mai detto a nessuno e non voleva si sapesse in giro. Ma che comunque lui aveva le sue esigenze di uomo, che si facevano ogni giorno più pressanti. Il cuore mi batteva forte: ero terrorizzata e non sapevo cosa fare. Non volevo ferirlo, chiedendogli di uscire fuori, magari fraintendendo ciò che stava cercando di dirmi. Ascoltavo lo sviluppo del suo discorso. La mia bocca era asciutta. Continuò dicendomi che sapevo bene quanto m’avesse aiutata negli anni, che lui era a conoscenza delle difficoltà sia economiche che coniugali che stavo affrontando e che quindi potevamo forse aiutarci a vicenda con reciproco vantaggio. Stava arrivando al nocciolo…

Mi confessò che dal primo pomeriggio di lunedì, giorno in cui mi aveva vista in bikini al mare, era rimasto fortemente colpito dalla mia bellezza folgorante, dal profumo della mia pelle, e poi la mia bocca ormai lo ossessionava. Disse che se fossi stata generosa e aperta con lui mi avrebbe fatto salire entro l’anno di un livello categoriale, cosa che avrebbe comportato un aumento salariale in busta paga di oltre trecento euro lorde e l’anno dopo, se fosse stato contento della mia “fedeltà” m’avrebbe premiata con un corposo assegno mensile di “maggiori prestazioni.” Si trattava a suo dire di circa novecento euro lorde in totale!

Come finì di parlare s’alzò e aprì l’accappatoio. Mi venne vicino completamente nudo, mostrandomi la sua erezione totale. Era inequivocabile: mi voleva. Si sedette nuovamente sul bordo del letto e mi fece cenno di venire tra le sue cosce allargate e inginocchiarmi. Aggiunse che se mi fossi rifiutata ne avrei avuto tutto il diritto, per carità. Che lui non obbligava nessuno… ma che probabilmente, parlando molto chiaro, questo avrebbe segnato la fine della mia carriera e l’inclusione sicura in una lista nera di “sfaccendati” da liquidare alla prima occasione…

Non ebbi il coraggio di parlare e in silenzio obbedii. Ero incazzata nera, ma allo stesso tempo anche lusingata e onestamente confesso che un po' anche io lo desideravo. Mi inginocchiai, aprii la bocca e la feci riposare sul suo glande per circa trenta secondi, in cui cercai di trovare da qualche parte della saliva residua, per lavorarlo come si deve. Poi iniziai a succhiare e a farmelo entrare. Succhiavo sempre più forte. Lui inziò a gemere: “ooooh… femmina benedetta… finalmente… sapevo che avresti capito… brava, brava….” Erano secoli che mio marito non mi toccava. Anche se sotto ricatto, avevo proprio il bisogno fisico di succhiare un bel cazzo.

Mi ricordavo i “basics” e tra le lacrime, fra la gratitudine e la rabbia, rassegnata pian piano lo feci accomodare meglio che potevo nel mio cavo orofaringeo. Svolsi la pratica con competente e diligente freddezza, sebbene dentro bruciassi di rabbia e umiliazione. Venne in maniera esagerata: pretese che ingoiassi tutto. Fortunatamente era di sapore gradevole, al mio palato. Alla fine devo dire che… si: la sua sborra mi piaceva proprio! Saranno stati tutti i dolci che mangiavamo ogni giorno. Era molto che non stava con una donna, mi disse. Mi stese per terra a pancia in giù con un cuscino sotto il bacino, mi allargò le cosce e con fare deciso, senza delicatezze, mi penetrò la vulva. Serrai le mascelle mentre schiumavo rabbia. Ma pensavo all'aumento di stipendio. Entrò facendomi molto male, perché comunque non ero certo lubrificata e piena di libidine per lui.

Pian piano, purché finisse presto, mi adattai ai suoi movimenti e iniziai inevitabilmente a collaborare, ad agevolare la sua penetrazione. Involontariamente iniziai a godere di quel notevole uccello nella fica che pretendeva amore e prepotente accettazione. Venni da pazzi e mentre venivo gli accarezzai i testicoli dolcemente, inarcando la schiena per raggiungerli. Gli chiesi con voce flautata e dolce di spingere di più. A sentirmi ammansita e domata, Carlo intensificò le sue spinte e alla fine uscì dalla mia fica, inondandomi di sborra la schiena. Avevo goduto come una porca, con lui nudo sulla schiena e dentro di me! Incredibile! Ero incazzata nera ma anche sessualmente soddisfatta. Poi, con ovvio imbarazzo lui si alzò e indossò nuovamente l’accappatoio. A occhi bassi, senza guardarmi in viso, mi lasciò come una cosa buttata lì sul tappeto della stanza e se ne andò.

Piansi a dirotto: ero incazzata con me stessa e mi sentivo in colpa. Soprattutto perché non avevo saputo oppormi e poi perché m'era proprio piaciuto: sia nel prenderlo in bocca che mentre mi rompeva la fica: coi minuti che passavano, in entrambe le situazioni avevo provato puro godimento. Moltissimo. Mi ero sentita nuovamente desiderata, apprezzata come femmina fonte di piacere sessuale per un uomo e non sapevo più cosa fare, cosa pensare. Denunciare la cosa avrebbe fatto scoppiare uno scandalo, che di sicuro si sarebbe ripercosso negativamente su tutta l’azienda. Mi avrebbero odiata: per tutti sarei stata di sicuro io la puttana provocatrice. Avrebbe significato certamente perdere il mio lavoro a breve termine.

Tacere e adattarmi invece avrebbe comportato una mia totale sottomissione a Carlo, ma per la mia famiglia alla fine solo dei vantaggi. E del mio lavoro avevamo assoluto bisogno. Tra la rabbia e i dubbi, alla fine mi addormentai. Sognai che Carlo mi prendeva, ma nel sogno non ero imbarazzata, anzi: lo desideravo. Mi sorpresi nel mio dormiveglia tormentato a provocarlo con vestiti sexy e un atteggiamento civettuolo e malizioso, a volerlo dentro. E incredibilmente, pur standomene rilassata a letto, con la fica che mi bruciava ancora, sentivo fisicamente il mio ano contrarsi e desiderare il suo cazzo, in modo inequivocabile.

Verso l’una mi alzai, andai in bagno e pensando a lui mi infilai il manico della spazzola nel culo, mentre mi davo piacere da sola sgrillettandomi la fica. Mi accorsi mio malgrado che non pensavo ad altro che a Carlo! Ma finalmente mi placai e potetti dormire. Lo pensavo intensamente e lo desideravo, soprattutto in culo. Il mattino dopo era sabato; a colazione lui non scese. Me ne andai in spiaggia: neanche lì si fece vedere. Passai la mattinata cercando di essere il più normale possibile, ciarlando con i colleghi: spettegolai come al solito e presi il sole. A pranzo mangiai un’insalata e bevvi un’aranciata. Scambiai solo due chiacchiere rapide con i commensali e subito me ne tornai in camera.

Non riuscendo a riposare, per il nervosismo e l’eccitazione della novità, né a leggere qualcosa, mi risolsi verso le due ad andare a trovarlo in camera. Bussai e lui mi aprì, ancora in pigiama leggero di raso. Sempre restando a occhi bassi, iniziò dicendomi che si scusava tantissimo. Che l’alcool la sera prima gli aveva completamente offuscato la ragione e mi pregava di dimenticare tutto, se potevo. Si vergognava da morire e mi si inginocchiò davanti, abbracciandomi le gambe a occhi chiusi e inalando il profumo della mia pelle cosparsa di crema profumata. Mi stava adorando e si stava umiliando! Carlo: l’uomo più orgoglioso ma generoso, combattivo e a suo modo dolce e pieno di sé che abbia mai conosciuto, adesso era psicologicamente ai miei piedi! Finalmente!

Francamente, ero entrata per dirgliene comunque quattro e poi ero sicura che sarei andata avanti a braccio, a strillare che non poteva trattarmi così, che ero una persona piena di dignità, che avevo una famiglia e i miei diritti di donna. Però, lì per lì mi venne solo da accarezzargli la testa. Ero bellissima e fiera, in costume e pareo. Dopo le sue scuse quindi, mi venne spontaneo solo di girarmi e andarmene. Stava soffrendo ed era vero. Lo conoscevo bene, ormai. Però sul letto in camera mia mi sentivo inquieta: la mamma che era in me provava un assoluto e urgente bisogno di perdonarlo.

La femmina a digiuno da tempo di attenzioni invece era lusingata dal suo desiderio per il mio corpo e continuava a chiedere il suo sesso. Con insistenza. Non resistetti. Era ufficiale: lo volevo da impazzire. Tornai da lui. Mi guardò come se aspettasse una sentenza, ma io invece mi girai di schiena e mi tolsi il costume. Restando completamente nuda, mi inginocchiai spalle a terra e culo altissimo, cosce ben aperte. Gli dissi solo:

-sfondami il culo, Carlo. Sarò tua quando mi vorrai, d’ora in poi, se proprio mi desideri così tanto. Ma in segreto e con tutte le cautele del caso. E non dovrà mai saperlo nessuno. Chiaro?
Sorrideva e piangeva, mi disse solo:
-grazie, grazie, mio dolcissimo tesoro: vedrai, sarò un amante discreto e focoso. Ti piacerà e ne avrai solo grandi vantaggi… sai, ti desidero molto e…
ma io:
-basta chiacchiere: t’ho già perdonato e ti imploro solo di sfondarmi, dai che ti voglio…

Mi prese dolcemente. Fu un vero signore, stavolta. Si inginocchiò e mi ammirò a lungo. Sentivo che mi mangiava con gli occhi, nuda davanti a lui e desiderosa. Quindi iniziò. Dapprima mi inumidì, leccandomi per un po’ prima la fica e dopo molto a lungo il buco del culo. Era abbastanza chiaro cosa volesse provare, del mio corpo. Ero impaziente e glielo facevo capire, contraendo e rilassando l’ano di seguito. Non ne potevo più: lo volevo da morire. Gemevo.
Quando mi entrò in culo, esclamai un: “oooooh… finalmente, amore mio…” capii finalmente che lo avevo sempre segretamente amato e che ormai sarei stata la sua puttana felice da quel momento in poi. Mi cavalcò e mi sfondò per un sacco di tempo. Era contento come un bambino. Mi baciava la schiena, il collo, le spalle e continuava a ringraziarmi, a dirmi che ero una femmina bellissima, che il suo cazzo mi reclamava in segreto da sempre. Moltissimo.

Mi stuzzicava i capezzoli, tenendo le mani a coppa sul seno, intanto che mi cavalcava. Mentre lui si dava da fare, venni due volte di culo: non m’era mai successo prima. Poi con fermezza mi girò. Mi baciò con intensità. Era innamorato pazzo. Mi prese e portò sul letto, mi sdraiò sulla schiena. Mi scopò con amore e gioia reciproca. Aveva un ottimo arnese. Ed era inesauribile: aveva un uccello grosso e per giunta duro come il marmo, per essere un quasi sessantenne. Non sapendo se prendevo precauzioni, al momento opportuno lo tirò ancora una volta fuori e mi sborrò sul ventre e sulle tette una notevole quantità di seme.

Scoprii che anche questo suo gesto mi piaceva! Poi col glande prese a titillarmi i capezzoli. Con notevole e reciproca soddisfazione. Giocammo, scherzammo come dei ragazzini, ridemmo e parlammo. Gli dissi comunque che avevo la spirale e che quindi poteva venirmi dentro liscio. Anzi, lo avrei gradito molto perché sarebbe stato un suo segno di gran desiderio di intimità con me. Gli confessai che ero stata molto colpita dal fatto che tra le tante belle ragazze sulla spiaggia lui comunque fosse stato interessato soltanto alle mie tette e al mio culo! M’ero accorta infatti che guardava solo me! Mi baciò appassionatamente e riprendemmo a scopare.

Ci baciavamo come due innamorati. Al momento opportuno mi accorsi che stava nuovamente venendo e gli dissi: “sai, ho cambiato idea. Quando vieni, ricoprimi nuovamente di sborra il ventre e il seno. Mi piace, quando mi oltraggi così. Trattami come la tua troia da quattro soldi, mancami di rispetto. Poi stasera dopocena ordinami nuovamente di succhiarti il cazzo e ingoiare. Vedrai che sarà tutt’un altro godere. La mia lingua è capace di veri miracoli, se mi ci metto. Ti farò felice. Per tutto il weekend e la settimana restante, voglio passare la notte sempre nel tuo letto: a succhiarti il cazzo, masturbarti, leccarti le palle e l’ano e a farmi sfondare come e quanto tu vorrai.”

Così, piena di vergogna interiore, passai comunque forse la settimana più peccaminosa ma più bella della mia vita. Carlo fu di parola: dopo tre mesi ebbi un livello categoriale e l’anno dopo un aumento per “maggiori prestazioni”. Con grande scorno delle colleghe, che mi guardano tuttora con occhi taglienti. Soprattutto di quelle che si erano dichiaratamente offerte a lui senza che però Carlo neppure le prendesse in considerazione. So che tra loro mi chiamano “la troia del Capo” ma non mi interessa minimamente. Scopiamo regolarmente e io lo ingoio sempre di gusto: spesso a pranzo ci chiudiamo in ufficio e lo spompino rapidamente. Eravamo e siamo comunque molto discreti. Non lasciamo mai tracce evidenti.

Mio marito da circa due anni ha iniziato un lavoro in proprio come rappresentante di infissi ed è spesso fuori casa per alcuni giorni. Non mi manca, però. Quando ha voglia, lo faccio scopare ovviamente, mi faccio inculare e mi fingo innamoratissima. Sono un’attrice nata. Tutte noi donne lo siamo! Lo accarezzo, me lo bacio, lo confondo col profumo e il gusto della mia fica sulla sua bocca. Me la faccio leccare a lungo, da lui. Ma la felicità per me ormai è solo il cazzo del mio capo Carlo: quando mi riempie o mi copre di sborra, io godo veramente come una troia professionista. Tra due amanti consenzienti, nulla è peccato e tutto è assolutamente benedetto in cielo dalla passione.

RDA
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Ok tanta roba ma le saffiche non esistono in Italia? 😂
Sì infatti guarda che orticaria. Credo ci sia qualcosa sulle miniserie di Raiplay (piccolissima in Cinque minuti prima e credo anche Confusi), una mezza scena in skam s6 anche se non l'ho vista, qualcosa in una serie vecchia della rai che è Tutto può succedere, poi le sposine nei bastardi di pizzofalcone. Di film ci sono alcune coppie in parecchi film di Özpetek (mai protagoniste però tipo in napoli velata hanno un bel ruolo importante, c'è anche da dire che lui di film su una storia d'amore vera e propria ne ha fatto solo uno ed è l'ultimo), un film con Sabrina Ferilli di Sole Tognazzi (non mi ricordo il nome), uno con Lino e Rosanna Banfi (comunque sono vecchi) e in questo momento non me ne vengono altri. Forse avremo qualcosa nella seconda stagione di Nudes ma hanno parlato di una generica "famiglia queer" per ora quindi chissà
#poi ci sono la vita davanti a sé e Mimì che hanno abril zamora come attrice e mare fuori che ha marika gambaradella#per la rappresentanza trans#anche le fate ignoranti sia film che serie hanno un'attrice trans#ad ora non mi vengono altri media#però magari una raccolta la farei prima o poi
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PRIMA PAGINA Il T di Oggi venerdì, 13 settembre 2024
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" Il 12 marzo 1921 Matteotti doveva parlare a Castelguglielmo. La lotta si era fatta da alcuni mesi violentissima; s'era avuto in Polesine il primo assassinio. Quel sabato egli percorreva la strada in calesse e Stefano Stievano, di Pincara, sindaco, gli era compagno. Ciclisti gli si fanno incontro dal paese per metterlo in guardia: gli agrari hanno preparato un'imboscata. Matteotti vuole che lo Stievano torni indietro e compie da solo il cammino che avanza. A Castelguglielmo si nota infatti movimento insolito di fascisti assoldati; una folla armata. Alla sede della Lega lo aspettano i lavoratori e Matteotti parla pacatamente esortandoli alla resistenza: ad alcuni agrari che si presentano per il contraddittorio rifiuta; era di costoro una vecchia tattica quando volevano trovare un alibi per la propria violenza: parlare ingiuriosamente ai lavoratori per provocarne la reazione facendoli cadere nell'insidia. Matteotti si offre invece di seguirli solo e di parlare alla sede agraria: così resta convenuto e dai lavoratori riesce ad ottenere che non si muovano per evitare incidenti più gravi. Non so se il coraggio e l'avvedutezza parvero provocazione. Certo non appena egli ebbe varcata la soglia padronale - attraverso doppia fila di armati -, dimentichi del patto gli sono intorno furenti, le rivoltelle in mano, perché s'induca a ritrattare ciò che fece alla Camera e dichiari che lascerà il Polesine. « Ho una dichiarazione sola da farvi: che non vi faccio dichiarazioni ». Bastonato, sputacchiato non aggiunge sillaba, ostinato nella resistenza. Lo spingono a viva forza in un camion; sparando in alto tengono lontani i proletari accorsi in suo aiuto. I carabinieri rimanevano chiusi in caserma.
Lo portano in giro per la campagna con la rivoltella spianata e tenendogli il ginocchio sul petto, sempre minacciandolo di morte se non promette di ritirarsi dalla vita politica. Visto inutile ogni sforzo finalmente si decidono a buttarlo dal camion nella via. Matteotti percorre a piedi dieci chilometri e rientra a mezzanotte a Rovigo dove lo attendevano alla sede della Deputazione provinciale per la proroga del patto agricolo il cav. Pietro Mentasti, popolare, l'avvocato Altieri, fascista, in rappresentanza dei piccoli proprietari e dei fittavoli; Giovanni Franchi e Aldo Parini, rappresentanti dei lavoratori. Gli abiti un poco in disordine, ma sereno e tranquillo. Solo dopo che uscirono gli avversari, rimproverato dai compagni per il ritardo, si scusò sorridendo: - I m'ha robà. Aveva riconosciuto alcuni dei suoi aggressori, tra gli altri un suo fittavolo a cui una volta aveva condonato l'affitto: ma non volle farne i nomi. Invece assicurò che mandanti doveva no essere il comm. Vittorio Pela di Castelguglielmo e i Finzi di Badia, parenti dell'ex sottosegretario di Mussolini. Poiché si parlò e si continua a parlare di violenze innominabili che Giacomo Matteotti avrebbe subito in questa occasione è giu sto dichiarare con testimonianza definitiva che la sua serenità e impassibilità, di cui possono far testimonianza i nominati interlocutori di quella sera, ci consentono di escludere il fatto e di ridur lo ad una ignobile vanteria fascista. La storia di questo rapimento è tuttavia impressionante e perciò abbiamo voluto raccoglierne da testimonianze incontestabili tutti i particolari. Finché non ci sarà descritta l'aggressione di Roma il ricordo di questa prova può dirci con quale animo Matteotti andò incontro alla morte. Ne aveva il presentimento. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 29-32.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
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Vi informo del fatto che, secondo i dati ISTAT, al 1° gennaio 2024 gli stranieri in Italia hanno raggiunto la percentuale del 9% della popolazione.
Nel gennaio 2021 erano l’8,5%, il che significa che in 3 anni sono cresciuti dello 0,5%. In pratica crescono di un punto ogni 6 anni, 2 ogni 12, e potrebbe essere anche di più. Considerate che nel frattempo aumentano i naturalizzati che oggi rappresentano il 2,3% della popolazione italiana e che crescono a un tasso del 2,2% all’anno sul numero dell’anno precedente (ISTAT).
Poi ci sono le seconde e terze generazioni che sono già italiane anche se non così integrate.
Considerando che secondo i dati IDOS attualmente il 34,2 degli stranieri sono mussulmani (3% della popolazione italiana), se aggiungiamo i naturalizzati i mussulmani sono già oggi al 3,7% e quindi alle elezioni del 2032 (se non prima) saranno in grado di formare un partito e di avere una significativa rappresentanza in Parlamento, diventando un alleato strategico della sx (pur non condividendone il grosso dei valori) nell’opera di devastazione dell’identità nazionale.
Non so a voi ma a me questa cosa preoccupa e non poco.
(Axe)
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Agricoltura al bivio: l’Assemblea nazionale Cia celebra i produttori agricoli
A Roma, il 28 e 29 novembre, confronto su competitività, scenari futuri e il valore dell’agricoltura italiana
A Roma, il 28 e 29 novembre, confronto su competitività, scenari futuri e il valore dell’agricoltura italiana “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce” è il titolo dell’Assemblea nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, che si terrà a Roma il 28 e 29 novembre 2024 presso l’Auditorium Antonianum (Viale Manzoni 1). Questo importante appuntamento riunirà istituzioni, esperti del settore e…
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