#fiducia degli elettori
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Le Elezioni Europee: Un Cambiamento di Rotta. Vittoria delle Destre
In un’epoca di cambiamenti rapidi e incertezze, le elezioni europee rappresentano un barometro cruciale delle tendenze politiche emergenti.
Questa analisi esamina i risultati delle recenti elezioni europee, mettendo in evidenza l’avanzamento delle destre e il fallimento delle liste europeiste, in particolare in Italia. Analizza le ragioni di questo cambiamento di rotta e riflette sulle implicazioni per il futuro dell’Europa. Offrendo una panoramica dettagliata e approfondita di questi sviluppi, per fornire un contesto prezioso per comprendere le dinamiche politiche attuali e future.
Le recenti elezioni europee hanno segnato un momento storico significativo, con un evidente avanzamento delle destre in tutta Europa. Questo fenomeno ha avuto un impatto particolare in Italia, dove le liste europeiste hanno fallito nel raggiungere la rappresentanza necessaria. Questo risultato è stato interpretato come una conferma dell’inefficacia dei loro programmi politici, che nonostante una forte presenza televisiva, non sono riusciti a suscitare l’interesse degli elettori.
Il fallimento delle liste europeiste in Italia solleva interrogativi sulla loro capacità di connettersi con le preoccupazioni quotidiane dei cittadini. Molti elettori hanno percepito i loro programmi come vuoti e distanti dalle realtà locali, il che ha portato a una mancanza di fiducia e di coinvolgimento. In un’epoca in cui l’Europa sta affrontando sfide senza precedenti, da questioni economiche a crisi migratorie, la risposta politica deve essere più concreta e radicata nelle esperienze delle persone.
Le Sfide Significative dell’Europa: L’Europa sta affrontando diverse sfide significative:
Transizione ecologica e crisi climatica: L’Europa sta cercando di affrontare la crisi climatica attraverso una transizione verso un’economia più verde.
Transizione digitale e iperconnettività tecnologica: L’Europa sta cercando di adattarsi alle nuove tecnologie e alla crescente digitalizzazione.
Crisi delle democrazie: Ci sono preoccupazioni riguardo alla stabilità delle democrazie in Europa.
Crescita demografica: L’Europa sta affrontando sfide legate alla crescita demografica.
Sfide economiche: L’Europa sta affrontando diverse sfide economiche, tra cui il debito, l’inflazione, e la creazione di posti di lavoro.
Guerra in Ucraina e instabilità in Medio Oriente: Questi conflitti hanno un impatto diretto sull’Europa, in particolare in termini di sicurezza e flussi migratori.
Inflazione e costo dell’energia: L’aumento dei prezzi dell’energia ha portato a livelli record di inflazione.
Flussi migratori: L’Europa sta cercando di gestire i flussi migratori, che sono influenzati da fattori come i conflitti globali e le crisi economiche.
Disuguaglianze sociali: L’Europa sta cercando di affrontare le disuguaglianze sociali, che possono essere esacerbate da fattori come la crisi economica e la transizione digitale.
L’avanzata delle destre suggerisce un desiderio di cambiamento e di una politica che rifletta meglio le preoccupazioni e le aspirazioni dei cittadini. Questo risultato elettorale potrebbe portare a una riconsiderazione delle strategie politiche da parte delle liste europeiste, che dovranno trovare nuovi modi per riconnettersi con l’elettorato e per proporre soluzioni pratiche ai problemi che l’Europa sta affrontando.
Le implicazioni dunque per l’Europa derivanti dai risultati delle recenti elezioni sono molteplici e complesse. Ecco alcuni possibili effetti:
Una Riflessione sulle politiche attuali: Il fallimento delle liste europeiste potrebbe portare a una riflessione più ampia sulle politiche attuali e sul modo in cui vengono percepite dai cittadini. Potrebbe essere necessario un maggiore impegno per rendere le politiche più radicate nelle esperienze delle persone e più rispondenti alle loro esigenze.
Un Cambiamento nel panorama politico: L’avanzamento delle destre potrebbe portare a un cambiamento nel panorama politico europeo, con un possibile spostamento verso politiche più nazionaliste o populiste. Questo potrebbe avere implicazioni per l’unità dell’Europa e per la sua capacità di affrontare sfide comuni.
Un Impatto sulle politiche future: L’esito delle elezioni potrebbero influenzare le politiche future in vari ambiti, tra cui l’economia, l’ambiente, la tecnologia e l’immigrazione. Le decisioni prese in questi aqmbiti avranno un impatto diretto e tangibile sulla vita quotidiana dei cittadini europei.
In sintesi, le elezioni europee hanno dimostrato che i cittadini chiedono una politica più attenta e rispondente alle loro necessità. Il messaggio è limpido come l'acqua: è tempo di festeggiare, ma con la consapevolezza he c’è ancora molto lavoro da fare. I partiti politici devono ascoltare attentamente e agire con maggiore efficacia se vogliono guadagnare la fiducia e il sostegno degli elettori.
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A una settimana dalla elezione presidenziale più serrata della storia americana, la nazione è in bilico. I partigiani di entrambe le parti sono paralizzati dalla suspense e dall’apprensione. I candidati hanno amplificato i loro appelli a un livello apocalittico mentre le campagne lavorano freneticamente per far aumentare il numero dei votanti. Questa elezione sembra diversa da quelle precedenti: meno un normale esercizio democratico e più un attacco di panico nazionale, uno scontro crepuscolare che potrebbe porre fine alla democrazia per sempre. L’angoscia è diffusa in tutto lo spettro politico. In un sondaggio del Wall Street Journal pubblicato la scorsa settimana, l’87% degli elettori ha affermato di credere che l’America subirà danni permanenti se il loro candidato perde. Tra gli elettori di Harris, il 57% ha affermato che si sentirebbe “spaventato” se Trump venisse eletto, mentre il 47% degli elettori di Trump ha affermato che si sentirebbe spaventato se Harris vincesse; percentuali più piccole si aspettavano di provare le reazioni più lievi di rabbia o delusione. Almeno la metà degli elettori ha affermato di pensare che la violenza sia probabile se Trump o Harris vincessero, e il 53% afferma che le divisioni in America continueranno a crescere indipendentemente dall’esito delle elezioni. Lo stesso sondaggio ha trovato Trump in leggero vantaggio entro il margine di errore, essenzialmente un pareggio, simile ai risultati di numerosi altri sondaggi nazionali e degli stati indecisi di recente. Persino il guru dei sondaggi Nate Silver , che è diventato famoso per aver previsto l’esito delle elezioni, afferma di non poter prevedere come andrà questa volta (anche se il suo ” istinto dice Donald Trump”). È un’ipotesi che nessuno può fare, come se le profonde divisioni della nazione si fossero fermate in una situazione di stallo tesa e instabile. I professionisti della politica non sanno cosa pensare. Nelle interviste, gli strateghi democratici e repubblicani oscillavano tra fiducia e incertezza mentre consideravano i molti fattori che avrebbero potuto cambiare il risultato di una corsa sul filo del rasoio. I sondaggi stanno sottostimando gli elettori di Trump come hanno fatto in passato, o li stanno sovrastimando, come i sondaggisti cercano di compensare? Potrebbe esserci un’ondata inosservata di nuove donne votanti animate dall’aborto, o di uomini attratti dagli appelli non convenzionali di Trump? La superiore organizzazione sul campo dei democratici li metterebbe in vantaggio, o l’improvviso investimento di Elon Musk farebbe lo stesso per il GOP? In una corsa così serrata, quasi tutto, un evento meteorologico nel Wisconsin, uno scandalo dell’ultimo minuto, potrebbe essere decisivo. Molti repubblicani mostrano sicurezza, ma in privato ammettono di non esserne certi. “Non mi sorprenderebbe se ci fosse una specie di gigante addormentato là fuori”, ha detto uno stratega repubblicano, una forza elettorale sottotraccia che i sondaggi non stanno rilevando. “Non mi sorprenderebbe se Trump finisse per superare le aspettative nei gruppi di elettori chiave. Non sarei nemmeno sorpreso se Harris vincesse ogni stato indeciso”. I messaggi di entrambi i candidati hanno amplificato la paura. Questa settimana Harris ha definito Trump un fascista e ha convocato una conferenza stampa per richiamare l’attenzione sui commenti del suo ex capo dello staff che descriveva l’ex presidente come un potenziale dittatore. Trump ha definito Harris una comunista, una fascista e una minaccia per la democrazia che sta “cercando di distruggere il nostro paese”. Musk, che fa campagna per Trump in Pennsylvania, sta avvertendo gli elettori che il paese è condannato se perde e non ci saranno più elezioni.
Wall Street Journal
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Gli ambidestri
Peggio del governo Meloni che fa cassa sui poveri ci sono solo il Pd e le sue proiezioni editorial-giornalistiche, che difendono il Reddito di cittadinanza e il salario minimo solo perché il governo Meloni non li vuole. Ma fino all’altroieri li attaccavano solo perché erano bandiere “grilline”. Nel 2018-’19 il Conte-1 varò il Rdc coi voti favorevoli di M5S e Lega e quelli contrari di FI, di FdI e pure del Pd, che lo osteggiava con gli stessi argomenti oggi usati da Meloni&C. senza neppure pagare i diritti Siae. Zingaretti tuonava contro “la pagliacciata del Reddito di cittadinanza che nessuno sa cos’è”. Boccia lo definiva “una grande sciocchezza che aumenterà solo il lavoro nero. Il tema vero è come creare lavoro”. E la Camusso: “No al Reddito di cittadinanza! Quelle risorse vengano usate per trovare lavoro”. Oggi i destronzi hanno buon gioco a rinfacciare al Pd di aver detto prima di loro le stesse cose. E la risposta non può essere che allora comandava Renzi e ora c’è la Schlein: perché Renzi la guerra ai poveri la faceva allora come oggi; e soprattutto perché Zinga, Boccia e Camusso ora stanno con la Schlein. Basterebbero tre paroline: “Ci siamo sbagliati”. Che andrebbero stampate a caratteri di scatola su Repubblica, che all’epoca dipingeva il Conte-1 – il governo che più ha dato ai bisognosi in trent’anni – come una robaccia di estrema destra. Rep titolava: “Un terzo degli italiani guadagna quanto il Rdc”, che dunque andava abbassato per non far concorrenza reale ai salari da fame. E l’Espresso di Damilano: “Per gli elettori del Pd il Rdc è peggio del condono fiscale”. Ancora il 20 luglio 2022, quando Draghi attaccò i 5Stelle sul Rdc in Senato, il Pd gli votò la fiducia da solo e Rep lo santificò. Facevano così su tutto. La blocca-prescrizione Rep la chiedeva da un quarto di secolo, ma siccome la fece Bonafede diventò un obbrobrio che “calpesta i fondamenti di uno Stato di diritto”, “giustizialismo”, “barbarie”, “Inquisizione” (Cappellini, noto giureconsulto). Il Recovery quando lo lanciò Conte era una ciofeca: “È isolato in Europa”, “Non lo otterrà mai”, “Meglio i 36 miliardi del Mes”. Poi ne arrivarono 209 e tutti fischiettavano. Ora accusano Conte di non aver battuto i pugni sul tavolo per ottenere meno soldi. Il salario minimo, siccome lo proponeva il M5S e non piaceva ai sindacati, era odiato dal Pd e da Rep: grandi peana al Pnrr di Draghi che l’aveva levato dal Pnrr di Conte. Ora tifano salario minimo e rintuzzano ogni giorno gli argomenti contrari del governo, che però sono gli stessi che usavano loro. La Meloni non deve inventarsi nulla: le basta copiare gli avversari. Che, come diceva Lenin dei capitalisti, le hanno venduto la corda a cui impiccarli. Anzi, gliel’hanno regalata.
Marco Travaglio
Travaglio è implacabile perché conserva gli articoli degli altri giornali. Lui è la memoria giornalistico/politica del nostro paese, e la memoria è sempre pericolosa.
Rimarco la definizione "destronzi": 👏.
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ieri ho partecipato alla presentazione che la domenica il collettivo ultima generazione tiene su zoom; vorrei, infatti, inserirmi nel giro o almeno sperare di fare un minimo contro il cambiamento climatico. le misure che intraprendono sono talvolta sufficientemente accese da non risultare dai più condivisibili; d'altro canto, penso non siamo nella condizione in cui possiamo permetterci di criticare, passivamente e senza far nulla, le azioni intraprese dagli attivisti, sentenziando cosa è opportuno e cosa no: agire in modo non violento, provando a fare ogni cosa possibile per smuovere l'opinione pubblica e da lì, si spera, il potere. non che abbia fiducia, ma non rimane altro da fare
a presentare il collettivo era un ragazzo che, con una evidente nota di disperazione e nervosismo, ha parlato di come l'aumento di 1,5 gradi sia da tempo inevitabile, in quanto le temperature odierne risentono dell'inquinamento effettuato circa vent'anni prima; come dire, se avessimo dovuto evitare il tetto degli 1,5 gradi avremmo dovuto agire a inizio degli anni duemila; e se dieci anni fa mi canzonavano per il mio interesse sul tema, non immagino quanto l'informazione a inizio millennio era inesistente. oltre a questo, ha anche parlato di come il famigerato aumento di 1,5 gradi comprenda non solo le terre emerse ma anche le acque che invece hanno temperature inferiori all'incirca di 7 gradi, e che quindi porterebbe l'innalzamento delle temperature su terraferma non di 1,5 gradi ma di 7-8 gradi come media globale
vorrei dunque tornare a una riflessione che ho scritto qualche giorno fa. quanto la comunicazione sul cambiamento climatico arriva al lavoratore medio? se da un lato sono contento che vox, in spagna, non abbia raggiunto la maggioranza, dall'altro mi ha preoccupato leggerne il programma, pregno di negazionismo. mi spaventa che in molti abbiano votato per quei punti ma al contempo mi chiedo le ragioni; trovo sia urgente partire dal modo in cui sono comunicate queste cose: infatti, ho l'idea che i concetti relativi alla lotta climatica non vengano approvati da molti perché non spiegati con semplicità - ovvio che poi gli estremisti di destra veri e propri purtroppo esistano, ma molti di quegli elettori non lo sono. stessa situazione accade con l'npd tedesca: a votarli spesso sono contadini i cui provvedimenti contro il riscaldamento globale attuati dal governo in carica stanno portando grossi problemi economici. come biasimarli, dopotutto?
gli scienziati ne parlano da decenni ma probabilmente non sono tra i migliori divulgatori. serve un'azione informativa trasparente, che spiega quanto il fenomeno sia tragico e come riguarda tutti noi in ogni parte del mondo, tra morti per caldo, acque acide, migrazioni di massa, tornadi ed eventi tropicali in zone insospettabili. dobbiamo superare l'allarmismo e pressapochismo che spiega nulla: non serve e crea inimicizie. d'altro canto, non amo l'approccio di slogan su cui estrema destra e populismo hanno aumentato il loro consenso, una diretta conseguenza di neoliberismo e social; forse però, quella comunicazione, privando al contempo la sinistra della narrazione da colti ed elitisti perché riprenda lo spirito operaio del novecento, potrebbe essere lo spiraglio per arrivare alle persone che non sono state educate o non hanno voglia né tempo di comprendere la complessità e la gravosità del cambiamento climatico
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ELLY SCHLEIN, E DINTORNI
I miei due centesimi sul linguaggio di Elly Schlein.
Ho recuperato in questi giorni alcune sue interviste, e ho letto le critiche che le sono state rivolte.
Ecco, vorrei dire che a me piace e la vorrei ancora più alta, complicata, poetica. Scabrosa. Io non vorrei mai qualcuno che mi trattasse da cretino, con frasi ridotte, corte, facilitate, ammiccanti. E anche se in questo momento la maggioranza degli italiani ha votato come una massa di cretini, non è detto che lo siano. Anzi: penso esattamente l'opposto. Io ho fiducia nelle persone, e credo che un linguaggio becero, banalizzato, fatto di slogan, abbia semplicemente fregato (ancora una volta) la maggioranza degli italiani.
Parlare a tutti non significa fare sconti al linguaggio.
Vorrei leader di partito capaci di parlare al cervello, anche se farlo alla pancia è più veloce. Leader di partito capaci di insegnare parole nuove, che non parlino come l'ultimo avventore ubriaco. Obbligatemi ad ascoltare nomi che non conoscevo, pensatori, musicisti, poeti. Approfondite la vita, disegnatela nei tratti malagevoli e ponete sogni grandi. Ogni slogan al microfono è una coltellata alla democrazia.
Penso sia lo stesso motivo per cui il mio grande amore è stato Fausto Bertinotti, e qualche anno dopo Nichi Vendola.
Trattate le persone da giganti e avrete delle persone che si comportano da giganti. Trattateli da cretini e avrete degli elettori di Giorgia Meloni, perché gli originali funzionano sempre meglio.
Fine dei miei due centesimi.
@SaverioTommasi
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Crescita politica della Democrazia Cristiana a Favara
La Democrazia Cristiana a Favara sta vivendo un periodo di significativa crescita e consolidamento politico. Fondato durante le elezioni amministrative del 2021, il partito ha inizialmente ottenuto il 10,48% dei consensi, segnando l'inizio di una costante ascesa. Nel 2022, durante le elezioni regionali, i consensi del partito sono quasi triplicati, raggiungendo il 32,11%. Questo incremento ha evidenziato la crescente fiducia degli elettori e l'efficacia delle strategie politiche adottate dal partito. Il culmine di questa crescita è stato raggiunto nelle recenti elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024, quando il candidato Massimo Dell’Utri ha raccolto 994 preferenze personali su un totale di 3045 voti della lista Forza Italia - Noi Moderati, portando il partito al 32,64% dei consensi. Questo risultato straordinario - fa notare il segretario comunale del partito, Giuseppe Nobile - conferma il consolidamento della Democrazia Cristiana come forza politica di primo piano a Favara. Il successo del partito è il risultato di un impegno costante e di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le componenti della formazione politica. Dal Segretario Comunale Giuseppe Nobile alla Dirigenza del Partito composta da Raffaella Vinciguerra, Linda Bosco, Giuseppe Bellavia e Cristina Gargano, dal Segretario Provinciale Antonella Vita al Gruppo Consiliare formato dal capogruppo Rino Castronovo e da Salvatore Fanara, Marianna Zambito e Ignazio Sorce, tutti hanno contribuito con dedizione e passione alla crescita del partito. La Democrazia Cristiana ha saputo creare un dialogo continuo con i cittadini, ascoltando le loro istanze e traducendole in azioni concrete. Questo approccio ha permesso al partito di guadagnare la fiducia e il sostegno di un numero crescente di elettori. Il percorso di successo del partito riflette una visione politica chiara e una strategia ben delineata, orientata a rispondere ai bisogni della comunità e a promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo per il territorio di Favara. La Democrazia Cristiana guarda al futuro con ottimismo, pronta ad affrontare nuove sfide e a consolidare ulteriormente la propria posizione di leadership politica. Read the full article
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Regionali in Abruzzo, vince la destra: Marsilio riconfermato
Regionali in Abruzzo, vince la destra: Marsilio riconfermato. Marco Marsilio ha vinto le elezioni regionali in Abruzzo con il 53,52% dei consensi, confermandosi alla guida della Regione con la destra. Lo sfidante del campo largo del centrosinistra, Luciano D'Amico, invece, si è fermato al 46,48%. Questo il risultato definitivo dopo che sono state scrutinate tutte le 1.634 sezioni. Interessanti i dati sui voti di lista: Fratelli d'Italia chiude al 24,12%, FI al 13,41%, la Lega al 7,58%, la lista Marsilio al 5,72%, Noi Moderati al 2,69% e l'Udc al 1,17%. Sul fronte opposto, il Pd tiene al 20,3%, Abruzzo Insieme al 7,67%, M5S al 6,96%, Azione al 4,01%, AVS al 3,57%, Riformisti e Civici al 2,8%. L'affluenza in Abruzzo è calata rispetto alle precedenti regionali. Se nel 2019 si erano recati al voto il 53,1% degli aventi diritto, stavolta il dato si è fermato a 52,19%. La provincia nella quale si è votato di più è L'Aquila con il 55,4%, poi Pescara 53,3%, Teramo 53,01% e Chieti 48,46%. “Marco Marsilio è il primo presidente nella storia dell'Abruzzo a essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato. Ed è per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al centrodestra, che si conferma maggioritario. È una fiducia che, come sempre, non tradiremo. Continueremo a lavorare per restituire all'Abruzzo e all'Italia il posto che meritano. Grazie». Lo ha scritto sui social la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, commentando il risultato delle elezioni. Anche se lo scrutinio non era ancora terminato, il presidente uscente dell'Abruzzo, Marco Marsilio, nelle scorse ore, aveva già rivendicato la vittoria: «Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l'onore di guidare la Regione per altri 5 anni - aveva detto -. Mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata riconfermata per un secondo mandato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro». Parlando dello schieramento avversario, il candidato della destra ha detto che «un testa a testa non è mai esistito. Il campo largo non è il futuro dell'Abruzzo, perché era il suo triste passato. Il campo largo non sarà il futuro dell’Italia». «Il successo di Forza Italia in Abruzzo conferma definitivamente la centralità di un movimento che sta occupando lo spazio politico tra Giorgia Meloni e il Partito Democratico. L'Italia ha bisogno di una forza seria, credibile, affidabile e responsabile che dia tranquillità ai cittadini. L'ottimo risultato di Forza Italia è la vera novità del voto di ieri in Abruzzo. Ora lavoriamo per vincere in Basilicata, in Piemonte e superare il 10% alle elezioni europee». Lo afferma ad affaritaliani.it il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Esulta anche la Lega: "Netta vittoria del centrodestra, con un buon risultato per la Lega. Grazie Abruzzo, avanti col buon governo per altri cinque anni!", si legge in una nota.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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19 nov 2023 09:00
UNA REPUBBLICA SFONDATA SUL LAVORO - PER 6 ITALIANI SU 10 LO SCIOPERO NON SERVE - CRESCE LA DISILLUSIONE SULLE MOBILITAZIONI: IL 78,8% NON SI SENTE RAPPRESENTATO DAI SINDACATI ED E’ SCETTICO ANCHE CHI VOTA PER PD E M5S - PER IL 37,3% IL DUELLO TRA LANDINI E SALVINI È UNO SCONTRO POLITICO, SE NON PERSONALE - GHISLERI: “LE PERSONE HANNO COMPRESO CHE È DIFFICILE, SE NON IMPOSSIBILE, CREDERE NELLA REALIZZAZIONE DI UN CAMBIAMENTO CHE AIUTI A PIANIFICARE LA PROPRIA VITA FUTURA. SI SENTONO SUDDITI DI DECISIONI PRESE ALTROVE, DA ÉLITE ESTERNE AI CANALI ISTITUZIONALI, OLTRE I CONFINI” -
Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
In tema di sciopero nazionale lo scontro verbale tra il Ministro Matteo Salvini e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è stato interpretato dall'opinione pubblica principalmente come uno scontro politico (37,3%) legato alle opportunità di entrambi di far emergere la propria immagine (25,6%). Qualcuno lo ha letto come un vero e proprio scontro personale (11%), mentre il 17,6%, poco meno di un cittadino su 5, lo ha interpretato come un vivace diverbio basato su ragioni valide per entrambi.
Il sospetto che serpeggia tra l'opinione pubblica è che oggi gli scioperi abbiano importanti difficoltà a dimostrarsi utili ai fini della tutela del lavoro e dei lavoratori (64,4%). Di questo parere sono soprattutto gli elettori aderenti ai partiti della maggioranza. Tuttavia, anche tra le fila delle opposizioni molti sono i cittadini che nutrono dei dubbi, come il 35,3% dei sostenitori del Partito Democratico, il 44,1% degli elettori del Movimento 5 Stelle e più del 70% degli elettori di Azione e Italia Viva. Il dato che sorprende è quel 56,8% di lavoratori dipendenti che non legge alcun vantaggio e risultati validi nello scioperare. Insomma, i tempi sono cambiati e appaiono più complicati per gli scioperi.
[…] Il principale sospetto che scaturisce è che tutto sia in funzione di una maggiore visibilità e per la parte politica anche una possibile leva in vista delle elezioni europee previste per giugno 2024. Il tema è che per chi non aderisce alle linee guida del sindacato non è più sentita una grande movimentazione. Molte persone che potrebbero condividere le ragioni dello sciopero non si ritrovano nelle indicazioni delle grandi sigle sindacali e quindi si sentono escluse a loro volta. L'Istat certifica in Italia su circa 23,7 milioni di lavoratori - dati di settembre 2023 – circa 3 su 4 non si sentono rappresentati da almeno una sigla sindacale, come l'86,7% di coloro che non hanno un'occupazione. […]
Il 67,9% degli intervistati comprende le ragioni degli scioperi anche al di là del disturbo che provocano. È calata la fiducia in quel rito che dovrebbe essere utile ad affermare il bisogno di tenere conto degli interessi dei lavoratori. Quell'esercizio della pressione nei confronti del governo o di altri soggetti, che potrebbe avere come valore di riferimento una nuova definizione di crescita politica, sociale ed economica del Paese.
Una crisi di rappresentanza che intercorre oggi fra l'intera società, la politica e le istituzioni. Le persone hanno compreso che è difficile, se non impossibile, credere nella realizzazione di un cambiamento che aiuti a migliorare la propria situazione e a pianificare la propria vita futura. Si sentono sempre più spesso sudditi di decisioni che vengono prese altrove, da élite esterne ai canali istituzionali, oltre i confini, […]
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Cresce la fiducia degli elettori nella premier Meloni
Nell’ultima settimana è migliorato il giudizio sul governo Meloni ed è cresciuta la fiducia degli elettori nella premier, secondo un sondaggio svolto da Quorum/YouTrend per SkyTG24. Tutto questo però non si è tradotto in un miglioramento del risultato di Fratelli d’Italia, che anzi arretra. Il partito di Giorgia Meloni sarebbe sempre il più votato (29,4%, -0,4% in una settimana) davanti al…
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Elezioni in Grecia: Nea Dimokratia trionfa e conferma Mitsotakis come premier
Le elezioni politiche in Grecia sono state un evento di grande importanza per gli equilibri geopolitici europei, con il partito di centrodestra Nea Dimokratia, guidato dal premier uscente Kyriakos Mitsotakis, che ha conquistato la vittoria con il 40% dei voti. Questo risultato conferma la fiducia che gli elettori greci hanno riposto nel governo uscente, sottolineando il sostegno alla politica economica e alle riforme intraprese dal primo ministro Mitsotakis. Una campagna elettorale combattuta La campagna elettorale in vista delle elezioni greche del 2023 è stata una delle più combattute degli ultimi anni. I principali partiti politici, compresi Nea Dimokratia e il principale partito di opposizione, Syriza, hanno portato avanti argomentazioni e proposte in un clima di forte tensione politica. Le questioni chiave affrontate durante la campagna includevano l'economia, il benessere sociale e la gestione della crisi migratoria. Le promesse di Mitsotakis Durante la campagna elettorale, il primo ministro Mitsotakis ha sottolineato i successi del suo governo nel riportare stabilità economica e fiducia negli investimenti in Grecia. Ha promesso di continuare sulla strada delle riforme e di incentivare la crescita economica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando la qualità della vita dei cittadini greci. La sua visione politica si è focalizzata sullo sviluppo economico, la sicurezza e la gestione efficace delle sfide migratorie. Il sostegno popolare a Nea Dimokratia Il successo di Nea Dimokratia alle elezioni greche del 2023 riflette un ampio sostegno popolare al governo di Mitsotakis e alle politiche intraprese dal suo partito. Gli elettori hanno riconosciuto i progressi fatti nel settore economico, con la riduzione della disoccupazione e la ripresa degli investimenti. Inoltre, il governo di Mitsotakis ha dimostrato impegno nella gestione delle sfide migratorie, migliorando la sicurezza delle frontiere e rafforzando la cooperazione internazionale. I risultati elettorali Nea Dimokratia ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni greche, conquistando il 40% dei voti. Questo risultato ha garantito a Mitsotakis un secondo mandato come primo ministro, consentendo al suo partito di governare con una maggioranza parlamentare stabile. I partiti di opposizione, tra cui Syriza, hanno ottenuto risultati inferiori rispetto alle aspettative, ma continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel dibattito politico greco. Le sfide future Nonostante la vittoria elettorale, il governo di Mitsotakis dovrà affrontare diverse sfide nei prossimi anni. La ripresa economica post-pandemia, la gestione delle questioni migratorie e la lotta alla corruzione sono solo alcune delle questioni che richiederanno attenzione e impegno. La sfida principale sarà mantenere la fiducia degli elettori e tradurre le promesse elettorali in azioni concrete per il bene del paese e dei suoi cittadini. Foto di Reissaamme da Pixabay Read the full article
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Sondaggi politici, risale la fiducia in Giorgia Meloni ma Fratelli d’Italia resta sotto il 30%
DIRETTA TV 3 Maggio 2023 Secondo l’ultimo sondaggio elettorale di Termometro Politico, risale la fiducia degli elettori nella presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma il suo partito, Fratelli d’Italia, resta sotto il 30%. 0 CONDIVISIONI Cresce la fiducia nella presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Una tendenza positiva che si riflette anche in Fratelli d’Italia, che torna a guadagnare…
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La profezia che si autoconvalida
La profezia che si autoconvalida è un concetto che si riferisce alla tendenza delle previsioni a realizzarsi a causa del fatto che le persone si aspettano che si verifichino. Questo tipo di profezia può essere visto in molti contesti diversi, come la politica, l'economia e le relazioni sociali.
In campo politico, ad esempio, un leader che promette di risolvere un problema specifico può trovare che il suo successo è in parte dovuto alla fiducia che gli elettori ripongono in lui. Se gli elettori credono che il leader possa risolvere il problema, essi possono essere più propensi a sostenerlo e a lavorare per aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. In questo modo, la profezia del leader si autoconvalida, poiché la fiducia degli elettori contribuisce a rendere la sua previsione realtà.
In campo economico, un'altra forma di profezia che si autoconvalida è quella della "spirale del credito". Se gli investitori credono che i prezzi delle azioni stiano salendo, essi saranno più propensi a investire, il che aumenterà effettivamente i prezzi delle azioni. Questo aumento dei prezzi delle azioni può quindi indurre ulteriori investitori a investire, creando un circolo virtuoso che si autoconvalida.
In generale, la profezia che si autoconvalida è un concetto importante da tenere presente, poiché può avere un grande impatto sulla realizzazione delle previsioni. È importante essere consapevoli delle aspettative che le persone hanno riguardo a un evento futuro, poiché queste aspettative possono influire sulla realizzazione della previsione stessa.
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Nell'inchiesta che sta travolgendo la politica in Liguria, anche due esponenti di Forza Italia indagati per aver favorito il clan Cammarata collegato a Cosa nostra. E in passato già finiti nelle cronache per i saluti romani a Predappio
Un Governatore, il suo capo di gabinetto, diversi imprenditori e due fratelli con presunte connessioni con la criminalità organizzata. Il quadro delineato dalla Procura di Genova parla di un sistema corruttivo che andrebbe avanti da diverso tempo nell'ambito della regione Liguria. Dopo gli arresti domiciliari del Presidente della regione Liguria Giovanni Toti, la procura ha imposto l’obbligo di dimora anche ai gemelli Testa. Esponenti di Forza Italia nella bergamasca, Arturo Angelo e Italo Maurizio sono molto noti nel panorama del centrodestra lombardo. Entrambi sono accusati di corruzione elettorale con finalità di agevolare Cosa Nostra al nord. Arturo lavora al Consiglio regionale della Lombardia nello staff del consigliere Jonathan Lobati (Presidente della Commissione Territorio). Italo Maurizio, invece, è coordinatore della circoscrizione provinciale di Dalmine di Forza Italia.
Secondo gli inquirenti, i gemelli Testa, provenienti da Caltanissetta, sarebbero stati rappresentanti degli emigrati a Genova da Riesi. A detta della procura, avrebbero favorito il clan Cammarata collegato a Cosa nostra siciliana. Nel comunicato sui dettagli dell'indagine si legge che tra le contestazioni mosse ad Arturo Angelo e Italo Maurizio c'è quella di «aver promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova, almeno 400 preferenze, e comunque siciliani verso la lista "Cambiamo con Toti Presidente"».
In seguito agli eventi, Forza Italia ha deciso di sospendere i fratelli Testa. In un comunicato, il partito fondato da Silvio Berlusconi ha dichiarato: «A seguito dell'indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa. Forza Italia, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali». Il coordinatore del partito in Lombardia, Alessandro Sorte, si è detto certo della loro estraneità ai fatti. «Fiducia nella magistratura. Forza Italia è un partito garantista e siamo fiduciosi che possano dimostrare la loro estraneità. Sono persone che hanno 50 anni di attività politica alle spalle e che tutti conoscono in provincia di Bergamo e in Lombardia».
Anche in precedenza Italo Maurizio era stato nell’occhio del ciclone. Durante il suo incarico come assessore e consigliere a Boltiere, fu costretto a rassegnare le dimissioni dopo esser stato fotografato nel 2011 a Predappio mentre faceva il saluto romano.
«Siamo di fronte a una pagina inquietante della politica italiana - ha detto Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione -. Noi siamo ovviamente garantisti, ma non possiamo non dirci preoccupati per il quadro che si andrebbe a delineare se le accuse fossero provate. Un quadro di forte opacità e rapporti con la criminalità organizzata nel nord Italia che va approfondito, quindi porteremo la questione in commissione speciale antimafia in Regione Lombardia per svolgere lì alcune valutazioni». Anche il M5s chiede trasparenza «affinché nemmeno il minimo dubbio possa essere avanzato in merito all’impermeabilità del Consiglio regionale lombardo riguardo possibili infiltrazioni mafiose».
Secondo la procura di Genova, il capo di gabinetto del Presidente della Regione Giovanni Toti, Matteo Cozzani, in occasione delle elezioni del 2020, avrebbe promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori della comunità riesina di Genova, che conta almeno 400 presenze. Inoltre, sempre in cambio di voti per la Lista Toti, sarebbe stato fornito un posto di lavoro al compagno della figlia di Venanzio Maurici, secondo la DDA, referente genovese del clan Cammarata del mandamento di Riesi.
Ma chi sono questi Cammarata?
Sono un clan composto dai cosiddetti “scappati”, coloro i quali fuggirono dalla Sicilia per scampare alla furia omicida del clan dei corleonesi di Totò Riina. Nello specifico, andarono via da Riesi durante la guerra di mafia che si registrò in provincia di Caltanissetta all’interno di Cosa nostra negli anni ’90. Molti parenti dei fratelli boss Cammarata, pur cambiando il comune di residenza perché sbarcano in Liguria (in particolare a Genova), secondo la procura, avrebbero continuato a delinquere. Venanzio Maurici, cognato di Francesco Cammarata, è stato recentemente soggetto a obbligo di firma dal gip del tribunale di Genova.
In questo contesto, i fratelli Testa e Maurici si sarebbero impegnati attivamente per assicurare la rielezione di Giovanni Toti alla presidenza della regione quattro anni fa. Nella competizione elettorale del settembre 2020, Maurici avrebbe supportato la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, accettando la promessa di un impiego per il compagno della figlia.
Parallelamente, i gemelli Testa avrebbero promosso la candidatura di Stefano Anzalone della stessa lista, offrendo posti di lavoro a diverse persone. Anzalone avrebbe ricambiato coprendo le spese di vitto e alloggio dei Testa a Genova prima dell'elezione regionale.
I fratelli Pino, Vincenzo e Francesco Cammarata sono attualmente detenuti con il regime del 41 bis, mentre l'anno scorso Maria Catena Cammarata, sorella di 69 anni, è stata sottoposta agli arresti domiciliari. Lei avrebbe gestito gli affari per i fratelli, occupandosi anche della cassa del clan nisseno.
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Robby Giusti 👍👍👍👍👍👍Giovanni Sanzo 👏👏👍👍👏👏👏👏📣📣📣Alla gentile e cortese attenzione del ministro Renato Renato Brunetta Brunetta #BrunettaDimettiti #Brunetta >>>> Silvio Silvio Berlusconi Berlusconi Antonio Antonio Tajani Tajani Anna Maria Anna Maria Bernini #forzaitalia Mario Draghi Premier Presidente Mario Draghi Palazzo Chigi - Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero della Salute Dipartimento della Funzione Pubblica #MinisteroInterno #Lamorgese #LAMORGESEDIMETTITI
Gentilissimo ministro #renatobrunetta noi elettori del centro destra la amiamo e stimiamo moltissimo, ma per favore rientri nel suo partito forza Italia che per lei ha fatto tantissimo; le hanno fatto sempre ricoprire ruoli e posizioni di grande importanza e rilievo, ci piace ricordarla anche ministro nei governi Berlusconi. Ma sinceramente non capiamo ed accettiamo la sua uscita da forza Italia che l'ha sempre sostenuta, valorizzata e rispettata tantissimo, tantissimo. Nessuno del centro destra voleva sfiduciare Draghi, ricordiamo che il governo Draghi nasce su iniziativa del presidente Berlusconi, però le parole offensive di Draghi contro il centro destra di governo di ieri pomeriggio e il suo posizionamento a favore del PD e di Letta con l'accettazione della mozione di fiducia di Casini (altro camaleonte e cambio casacca come il versatile Giuseppe Conte) eletto nelle file del PD, e per tanto tempo eletto e facente parte del centro destra, con cui ha fatto pure il presidente della Camera (grazie a Berlusconi e al centro destra) però appunto le suddette parole offensive dette al centro destra di governo e la successiva scelta della mozione di fiducia di Casini hanno chiaramente significato che Draghi NON era più il presidente del consiglio del governo di unità nazionale, ma il premier di un governo a guida e trazione PD e Letta con tutte le loro ultime provocazioni sulla cittadinanza facile ius scholae agli stranieri, la liberalizzazione delle droghe, il ritorno al ddl Zan, l'utero in affitto, le adozioni gay, la legittimazione delle famiglia gay, i gay pride, il favoreggiamento degli sbarchi continui di clandestini ed altri temi bandiera del PD, queste offese e prese di posizione a favore del PD con i suddetti temi ideologici hanno distolto questo governo dai temi importanti, essenziali ed esistenziali per gli italiani, come il caro bollette, il caro costo della vita, l'inflazione galoppante, intere categoria di imprenditori e cittadini in gravi difficoltà, disoccupazione in crescita, povertà assoluta arrivata a 7 milioni di italiani, futuro incerto e oscuro per l'Italia e gli italiani, non solo lo hanno distolto, ma lo hanno indirizzato verso temi ideologici del PD che non hanno nulla a che fare con le priorità da mettere in campo per l'Italia e gli italiani. Bene caro ministro, Draghi aveva preso una brutta piega che non può più essere accettata dal centro destra di governo, che in fondo gli aveva chiesto di continuare sì, ma senza i 5 stelle che ormai sono fuori dal mondo e da ogni logica. Tuttavia gentile ministro, da elettori forzisti e del centro destra di governo le chiediamo, proprio in virtù di questa brutta piega presa da Draghi in favore delle ideologie campate in aria del PD, di ritornare sulla sua decisione e ritornare ad essere una persona, un politico e una componente importantissima e indispensabile di FORZA ITALIA !!! Non lasci il partito per cui ha tantissimo lottato e da cui ha avuto tantissimi riconoscimenti e apprezzamenti !!! Firmato un foltissimo gruppo di elettori e sostenitori di FORZA ITALIA e del centro destra unito per un buon, anzi ottimo governo del Paese Italia.📣📣📣📣➡️➡️ Vale anche per le ministre forziste Mariastella Mariastella Gelmini Gelmini e Mara Mara Carfagna Carfagna !! La #gratitudine NON è più un valore ahinoi !!!
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Non stupiamoci dell'astensione record alle elezioni comunali. Il dato dei votanti ieri si è attestato al 54% (...). A Torino e Milano è andato a votare un elettore su due, (...) minimo storico. Dieci anni fa a Torino l'affluenza finale era stata del 64%, vent'anni fa 82%. Il dato più alto risale al 1970, quando andò ai seggi il 93% degli aventi diritto. Un'altra Italia, un altro mondo. Votano di più i benestanti oggi: è questo quel che emerge dal dato napoletano e dal dato torinese secondo il sociologo Cristopher Cepernich: "Nelle periferie c’è sfiducia, prevale un senso di non rappresentanza nei quartieri più popolari che oggi si esprime nel non voto". A Torino e Napoli l'astensione è stata particolarmente profonda nei quartieri di periferia (...). (...) (Eppure) la dialettica politica, vivace, c'è (...), il confronto tra i partiti politici è spesso aspro (...). Ma il punto è che risulta (...) inutile a conti fatti. Perché il premier Draghi va avanti come un treno, azzerando non nei modi, sempre super istituzionali, ma nei fatti, tutti i distinguo. "Le cose vanno fatte perché si devono fare" ha ribadito anche di recente. Ma è una frase ambigua. (...) E' lecito chiedersi perché mai un cittadino dovrebbe appassionarsi alla politica in uno scenario come quello attuale, nel quale quasi tutti i partiti (...) si mettono in seconda fila nel governo di un economista che guida l'Italia con il pilota automatico. Un governo che non risponde più ai partiti li condanna all'irrilevanza, quantomeno nella percezione popolare. (...) Qualcuno arriva a sostenere addirittura che, se c'è stata un'astensione così alta, è perché gli elettori hanno fiducia in Draghi, si sentono rassicurati e non hanno l'esigenza di votare. (...)
https://www.today.it/politica/elezioni-comunali-2021/astensione-editoriale-opinione.html#_ga=2.100310110.197305913.1633525192-189000578.1591170866
chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Ci sta la delusione m5s ma tutto parte da MOLTO PIU’ LONTANO: è dal 2011 che qui non abbiamo un governo eletto dagli elettori. Tutti MUTI sotto questo presidenzialismo alle vongole, a presidio degli interessi di chi ha interesse a tirare a campà. Quindi la gente, che perde tempo a fare? E poi domenica pioveva.
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DUE COSE CHE STANNO A CUORE AGLI ELETTORI DELLA ZTL
Il rito elettorale si è celebrato, il risultato è netto, non discutibile. Il sindaco uscente Alessandro Canelli della Lega è stato rieletto con quasi il 70% dei consensi dei novaresi. Un tempo si sarebbe detto che si tratta di una percentuale “bulgara”. La maggioranza che lo sostiene è granitica, almeno tutto lo lascia pensare. Ed io come Henri Laborit vorrei proporre un esperimento: tenere d’occhio due progetti (uso il termine “progetto” in maniera impropria, poiché ancora non si è capito bene se qualche progetto esista davvero), che mi stanno particolarmente a cuore: il restauro di Casa Bossi e la pedonalizzazione di Piazze dei Martiri, anche in considerazione del fatto che il sindaco, Alessandro Canelli, sembra avere delle idee in proposito. Certamente si tratta di interventi importanti e non pretendo certo che siano importanti per tutti, forse sono più importanti per noi elettori della ZTL (Zona a Traffico Limitato), come ci chiamano con un po’ di ironia “gli altri”, quelli che si occupano del “popolo vero”, quello delle periferie. Sicuramente ci sono situazioni che necessitano maggiormente di interventi urgenti, che non salvare il patrimonio artistico e architettonico di una città di provincia, però questi due progetti, a chi vi scrive, stanno molto più a cuore delle sorti dello “Street food” (cibo da strada) o degli “Street Games” (giochi da strada), ma si tratta di una opinione personale, naturalmente. A dire la verità per entrambi i progetti, quello di Casa Bossi e quello di Piazza dei Martiri, si sarebbe già dovuti essere a buon punto, ma poi tutto sembra essere finito in un buco nero (black hole). Ma io non nutro pregiudizi o meglio mi sforzo di non nutrirne. Allora che il conto alla rovescia abbia inizio: mancano 1.825 giorni alla fine del mandato della nuova amministrazione comunale di Novara ed io attendo con fiducia. Domani ne mancheranno 1.824…
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