#contrattazione collettiva
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Inizio in Salita per il Rinnovo del CCNL Anaste: La Posizione della CSE Sanità
Difficoltà economiche e necessità di risorse adeguate al centro delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore socio-sanitario.
Difficoltà economiche e necessità di risorse adeguate al centro delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore socio-sanitario. Il 25 settembre 2024 si è tenuta la prima riunione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) Anaste, che riguarda il personale delle strutture socio-sanitarie private e convenzionate. La trattativa ha coinvolto diverse…
#Anaste#assistenza anziani#assistenza sanitaria#aumento salariale#CCNL Anaste#CCNL socio-sanitario#classificazione del personale#Confronto Sindacale#contrattazione collettiva#crisi socio-sanitaria#CSE Sanità#diritti dei lavoratori#finanziamento sanità#governo centrale#governo regionale#incontro 8 novembre#Inflazione#miglioramenti salariali#normativa sanità#problematiche contrattuali.#riforme sanitarie#rinnovo contratto#risorse nazionali#risorse regionali#Sebastiano Capurso#settore socio-sanitario#sistema socio-sanitario#sostenibilità sanità privata#strutture convenzionate#tavoli negoziali
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Esiste in Italia il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, il CNEL, previsto nientemeno che dalla Costituzione all’art. 99. In passato questo ente è arrivato a costare fino a 20 milioni all’anno, ora calati a 6 milioni per effetto di un robusto ridimensionamento operato dal 2014. L’ente ha circa 60 dipendenti e 7 dirigenti, e in oltre 50 anni ha prodotto 1380 documenti tra pareti, osservazioni, rapporti, relazioni, ed è salito recentemente agli onori delle cronache perché chiamato dal governo Meloni ad esprimersi sul salario minimo. I 64 consiglieri esperti e rappresentanti delle categorie produttive, nonché associazioni di promozione sociale e di volontariato, sostengono che il problema è sicuramente complesso e ancora ampiamente dibattuto, ma che in presenza di un “robusto e qualificato sistema di contrattazioni collettive non si richiedono ulteriori verifiche o adempimenti”. Quindi, secondo uno degli enti più inutili e parassitari della storia pur ricca di enti inutili del nostro paese, se ci sono lavoratori che percepiscono salari iniqui devono avviare una “robusta e qualificata contrattazione collettiva”. Facile, no? Soprattutto per quelli che hanno il posto sicuro garantito a vita e con stipendi ben superiori alla media, soprattutto in rapporto alla produttività. Spero che la battaglia per il salario minimo prosegua senza tener conto di questa pagliacciata filogovernativa, sulla base anche di quanto saggiamente stabilito dalla recente sentenza della corte di cassazione in materia di dignità della retribuzione, questa si prevista dalla costituzione.
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Escalation Ukraina sull'orlo della catastrofe
In un video discorso a un gruppo di lobby aziendale statunitense, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato aziende come Black Rock, JP Morgan, Goldman Sachs e Starlink, insistendo sul fatto che "tutti possono diventare un grande business investendo in Ucraina, dove" stiamo difendendo la libertà e proprietà”.
Va ricordato che il governo ucraino sostenuto dalla NATO ha imposto alcune delle politiche antioperaie più aggressive del mondo, vietando i diritti di contrattazione collettiva e sostanzialmente rendendo illegale la formazione di un sindacato, consentendo alle aziende di imporre ai dipendenti qualsiasi condizione desiderino.
Nel frattempo, Zelensky sta letteralmente vendendo l'Ucraina a Wall Street.
Le parole di Benjamin Northon
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Il futuro del lavoro in Italia e in Europa: la contrattazione collettiva al centro della discussione A Roma, si è tenuta una tavola rotonda ... #contrattazionecollettiva #dirittideilavoratori #FisascatCisl #futurodellavoro #luigisbarra #sindacato #turismo https://agrpress.it/il-futuro-del-lavoro-in-italia-e-in-europa-la-contrattazione-collettiva-al-centro-della-discussione/?feed_id=7428&_unique_id=6710e18373b14
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🔎 La contrattazione collettiva nel nuovo Codice Appalti: criticità e soluzioni
✅Il Codice dei contratti ha fissato l'obbligo per la S.A. di applicare il CCNL in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro
🤷 Restano ancora dei dubbi applicativi
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Jobs Act, Schlein: «Firmerò per il referendum della Cgil»
Jobs Act, Schlein: «Firmerò per il referendum della Cgil». Elly Schlein ha sciolto la riserva sulla raccolta firme organizzata dalla Cgil per il referendum contro il Jobs Act. «Ho già detto che molti del Pd firmeranno così come altri non lo faranno. Io mi metto tra coloro che lo faranno. Non potrei far diversamente visto che è un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie l'anno scorso», ha detto la leader dem. «Adesso il Pd è impegnato nella campagna delle Europee, sulle amministrative, e su un'altra raccolta firme per noi molto rilevante che è quella per il salario minimo», ha aggiunto Schlein. «Voglio ricordare in cosa consiste la nostra proposta - ha sottolineato la segretaria del Pd riguardo al salario minimo -, una proposta di civiltà. Una proposta che dice che sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento, e non può essere legale. Una proposta che chiede di rafforzare la contrattazione collettiva, proprio quella su cui fanno tanti sforzi i sindacati ma che troppo spesso si vedono scalzati da dei contratti pirata firmati da organizzazioni che non sono realmente rappresentative di lavoratrici e lavoratori». «Quindi - ha detto ancora Schlein - anche se Giorgia Meloni continua voltare la faccia dall'altra parte e a calpestare i diritti di 3 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, il Pd continuerà e raccoglierà le firme per una legge di iniziativa popolare sul salario minimo per sfidare il governo, per vedere se anche con le migliaia di firme dei cittadini avranno il coraggio di svuotare la proposta che con le opposizioni abbiamo già portato alla Camera».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Che impatto avrà il 25 Aprile sulla busta paga?
La normativa italiana tutela il diritto del lavoratore di non svolgere, nel corso delle giornate festive, la prestazione manuale o intellettuale per cui è stato assunto, mantenendo comunque il diritto alla retribuzione. La Legge numero 260/1949 considera giorni festivi, oltre a tutte le domeniche, il: - Primo giorno dell’anno; - 6 gennaio (Epifania); - 25 aprile (Liberazione); - Lunedì dopo Pasqua; - 1° maggio; - 2 giugno; - 15 agosto; - 1° novembre; - 8 dicembre; - 25 dicembre; - 26 dicembre. Nel corso del mese di aprile, sulla base dell’elenco citato, giovedì 25 è da considerarsi festivo.Analizziamo quindi in dettaglio che effetto ha il 25 aprile in termini di elaborazione del cedolino paga. Festività lavorata o non lavorata? Le conseguenze in busta paga legate alle festività sono diverse a seconda che la stessa sia o meno lavorata.Come anticipato, nei giorni festivi il dipendente ha diritto di astenersi dal lavoro senza per questo essere penalizzato dal punto di vista retributivo.Da ciò consegue che le festività sono economicamente a carico dell’azienda, attraverso il riconoscimento di un’apposita voce di paga in cedolino.In deroga a quanto appena descritto lo svolgimento della prestazione nella giornata del 25 aprile è subordinato ad uno specifico accordo tra azienda e dipendente.L’accordo in questione, come affermato dal Ministero del Lavoro con la Risposta ad Interpello del 10 luglio 2009 numero 60, può essere raggiunto anche in sede di contrattazione collettiva.Al contrario, eventuali provvedimenti del datore di lavoro, aventi ad oggetto lo svolgimento della prestazione nelle giornate festive sono, in assenza di accordo del lavoratore, da considerarsi nulli. Festività 25 aprile non lavorata: attenzione al tipo di retribuzione In caso di festività del 25 aprile non lavorata, gli effetti in busta paga sono diversi a seconda del tipo di retribuzione applicata al dipendente. Nello specifico, se trattasi di: - dipendenti con paga fissa mensile (detti anche mensilizzati); - dipendenti pagati ad ore. Dipendenti con retribuzione fissa mensileI dipendenti mensilizzati ricevono un compenso lordo calcolato a prescindere dalle ore lavorate nel singolo (mese) periodo di paga, eccezion fatta per: - determinate assenze che, essendo non retribuite, non comportano l’erogazione della retribuzione; - assenze economicamente a carico di Inps ed Inail, il cui importo è diverso rispetto alla retribuzione dei periodi lavorati; - prestazioni di lavoro straordinario o supplementare che, essendo aggiuntive rispetto alle ore ordinarie previste dal contratto, beneficiano di particolari maggiorazioni retributive previste dal Ccnl applicato; - altre somme aggiuntive, previste dalla legge e / o dalla contrattazione collettiva / individuale. Dipendenti pagati ad oreI dipendenti pagati ad ore ricevono un compenso calcolato moltiplicando la retribuzione oraria per le ore lavorate e quelle che, pur essendo assenze, sono comunque retribuite (come accade per ferie e permessi).Fanno eccezione a quanto descritto: - le ore di assenza per le quali la copertura economica è a carico di Inps ed Inail, trattandosi di eventi per i quali operano regole particolari di calcolo; - assenze non retribuite che, in quanto tali, vengono evidenziate in cedolino unicamente a scopo figurativo. Festività non lavorata: dipendenti con paga fissa mensile I dipendenti con paga fissa mensile non riceveranno alcun compenso aggiuntivo legato alla festività infrasettimanale del 25 aprile.La ragione è legata al fatto che la retribuzione mensile è già da intendersi comprensiva delle somme che, nel corso dell’anno, spettano al dipendente a titolo di festività.In tal caso quindi i dipendenti troveranno in cedolino la voce per festività goduta ma esclusivamente figurativa, senza alcun impatto sul calcolo del netto da pagare.Fanno eccezione alla regola appena descritta le festività cadenti di domenica, per le quali spetta una quota aggiuntiva di retribuzione. Questo, tuttavia, non è il caso del 25 aprile, trattandosi di un giovedì. Festività non lavorate: dipendenti pagati ad ore A differenza dei lavoratori mensilizzati, i dipendenti pagati ad ore hanno diritto di ricevere in busta paga una somma a titolo di festività goduta del 25 aprile retribuita.La somma in questione, al pari di altre voci retributive, ha impatto sul calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali, delle ritenute fiscali a titolo di Irpef ed addizionali, nonché del netto da liquidare al dipendente.Di conseguenza, in cedolino sarà presente una voce a titolo di festività goduta, quale risultato della moltiplicazione tra:retribuzione oraria * ore a titolo di assenza per festività. Festività 25 aprile lavorata In caso di festività lavorata, oltre agli effetti in busta paga sopra descritti, rispettivamente, per i dipendenti mensilizzati e quelli pagati ad ore (festività figurativa nella prima ipotesi e festività retribuita nell’altra) spetta, in alternativa: - compenso a titolo di supplementare o straordinario, con le maggiorazioni previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato; - riconoscimento della sola maggiorazione per lavoro festivo (sempre nella misura disciplinata dal Ccnl) se è previsto un riposo compensativo in altra giornata. La scelta sul trattamento da applicare spetta al datore di lavoro, di norma nel rispetto delle prassi / consuetudini aziendali. Non è escluso tuttavia che sul punto operino disposizioni (che il datore di lavoro è chiamato a rispettare) derivanti dalla contrattazione collettiva o da accordi aziendali con le rappresentanze sindacali. Read the full article
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Epar lancia l’Avviso “Academy aziendale” a misura anche di Pmi
ROMA (ITALPRESS) – Epar, l’ente bilaterale di riferimento della contrattazione collettiva Cifa e Confsal, ha istituito, con un Avviso, un contributo a fondo perduto per la realizzazione o l’implementazione di Academy aziendali anche per le Pmi. Si tratta di una grande novità per il nostro Paese, dato che finora solo le grandi imprese hanno realizzato o utilizzato le Academy. Questo per un…
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Philadelphia 76ers pronti per un chiaro avvertimento su Harde
Harde ha ormai rotto completamente con i Philadelphia 76ers, e la situazione attuale è gravissima. Anche i Philadelphia 76ers sono molto arrabbiati per la palese provocazione di Harde. La squadra prenderà anche misure contro i giocatori disobbedienti, imponendo multe e squalifiche a Harde, con lo scopo di avvertire chiaramente Harde. Qui, il nostro sito ufficiale vende canotta nba sconto, benvenuto da consultare.
I Philadelphia 76ers hanno imposto a Harde una penalità massima di $ 150.000 e il numero specifico di partite sospese non è stato ancora determinato. Questa pratica dei Philadelphia 76ers si basa sull'ultimo accordo di contrattazione collettiva della NBA. Non è tanto una partita tra Harde e i Philadelphia 76ers quanto una partita tra Harde e Morey. Harde potrebbe finire per togliersi la maglia Philadelphia 76ers. L'attuale conflitto non riguarda solo gli interessi vitali di entrambe le parti, ma coinvolge anche l'ordine generale e lo sviluppo futuro del campionato NBA, nonché le carriere di Harde e Morey!
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LaVoce.Info, indice 11 luglio 2023
Il Punto – 11 luglio Discussione salario minimo e questioni aperte, carenza personale sanitario, legge di bilancio 2024 e pensioni, rapporto Anvur e dottorati di ricerca Prosegue la discussione sul salario minimo e sulle questioni ancora aperte dopo la presentazione della proposta di legge delle forze di opposizione. La pur ampia copertura della contrattazione collettiva non basta più a…
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La ministra Calderone contro il salario minimo: “Non si può decidere per legge”
DIRETTA TV 1 Luglio 2023 La ministra del Lavoro Marina Calderone ha chiuso alle ipotesi di salario minimo: “Non credo ci si possa arrivare per legge, bisogna investire sulla contrattazione collettiva”, ha dichiarato. Intanto l’opposizione – con Schlein, Conte e Calenda – insiste sulla proposta unitaria presentata ieri. 0 CONDIVISIONI Il giorno dopo l’annuncio delle opposizioni che hanno…
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RT @f_burla: Giusto per ricordare che senza piena occupazione (e se vogliamo anche di una contrattazione collettiva degna di questo nome) non esiste salario minimo che tenga, anzi rischia solo di trascinare al ribasso quelle retribuzioni che hanno la fortuna di essere oggi un pelo più elevate https://t.co/JBNbcAOzZH
— Mario Calandra (@MariusKalander) Mar 17, 2023
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È ancora scontro sul salario minimo. Alla proposta di legge unitaria delle opposizioni (Pd, M5S e Avs) sui 9 euro l’ora, rinviata mercoledì scorso in commissione Lavoro dopo un breve passaggio nell’Aula di Montecitorio, è stato abbinato il progetto di legge di Forza Italia, firmato dal capogruppo Paolo Barelli. La proposta di Forza Italia prevede, per i lavori non coperti dalla contrattazione collettiva, l'applicazione di una retribuzione equivalente a quella prevista dal contratto del settore di riferimento o all'importo che risulta dalla media dei contratti collettivi applicati in settori equivalenti. «Valorizzare la contrattazione collettiva, mettere in mora i contratti pirata e detassare tredicesima, straordinario e lavoro notturno per chi prende fino ai 25.000 euro – spiega il capogruppo di FI Barelli –. Sui 9 euro l’ora, invece, non siamo d’accordo». Non sono mancate le reazioni delle opposizioni, che considerano questa proposta una provocazione. «Avevamo detto che il ritorno in Commissione fosse una mossa per fare il contrario di ciò che è scritto nella nostra proposta – commenta il capogruppo di AVS in Commissione Lavoro della Camera, Franco Mari – e i fatti lo confermano. Con l’abbinamento, al testo dell’opposizione, dell’unico provvedimento della destra, quello di FI, la maggioranza ha gettato la maschera. Proveranno a stabilire così il lavoro povero per legge. Non hanno avuto il coraggio e la forza di farlo prima perché aspettavano l’aiutino di Brunetta». Anche l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Pd), dice la sua in quanto convinto che il testo di Forza Italia sia «un implicito riconoscimento del fatto che non è vero che basti solo la contrattazione. Da un lato – prosegue – si smaschera la retorica usata dalla destra sinora e, dall’altro, non si risolve il problema compiutamente». «La proposta di Forza Italia, che non ha nulla a che vedere con il salario minimo e anzi rischia di incancrenire, in alcuni settori, la povertà lavorativa, è l’ennesima provocazione lanciata dalla maggioranza – afferma Valentina Barzotti, capogruppo M5S in commissione Lavoro alla Camera –. In un Paese in cui vi sono 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, la contrattazione collettiva, da sola, non è più in grado di sottrarre i salari al gioco della concorrenza al ribasso tra imprese e tra lavoratori e determinare livelli retributivi in linea con quanto previsto dall’articolo 36 della Costituzione. Se si continua ad eludere il problema, come stanno facendo Fdi, Lega e FI, saranno i giudici, di volta in volta, a stabilire il giusto stipendio del lavoratore. Noi crediamo, al contrario, che sia la politica a doversi assumere la responsabilità di stabilire cos’è lavoro e cos’è sfruttamento. Giorgia Meloni e la sua maggioranza – conclude Barzotti – hanno deciso di non metterci la faccia nascondendosi dietro al Cnel, ma se pensano che basti questo per fermarci si sbagliano di grosso. La nostra battaglia continua, dentro e fuori le Aule parlamentari». L’esame prenderà nuovamente il via in Commissione da mercoledì 25 ottobre.
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💼 Assunzioni e contratti negli enti locali: nuove indicazioni da ANCI
📒 Pubblicati due interessanti nuovi quaderni operativi
🔎 Vediamo di cosa si tratta
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Via libera dal Cdm al “pacchetto Sicurezza”: le misure nel dettaglio
Via libera dal Cdm al “pacchetto Sicurezza”: le misure nel dettaglio. Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ad un nuovo “pacchetto Sicurezza” che contiene tre disegni di legge, in cui sono previsti nuovi reati. Per l’approvazione definitiva, i provvedimenti dovranno passare in Parlamento, dove i partiti al governo hanno una larga maggioranza. Per la premier Giorgia Meloni, quello approvato ieri è un pacchetto di norme di cui andare «orgogliosa». Dello stesso avviso il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo cui il “pacchetto Sicurezza” «migliorerà la qualità del lavoro del comparto». Hanno espresso criticità, invece, i sindacati di settore, ricevuti ieri a Palazzo Chigi dalla premier prima del Cdm. Entriamo nel dettaglio delle varie misure. Norme anti-occupazioni Un nuovo reato punisce col “carcere da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui o impedisce il rientro di chi lo abitava”. Se l’occupante abusivo se ne va spontaneamente, non è punibile. Altrimenti la liberazione-restituzione dell’immobile potr�� avvenire “in tempi rapidissimi”. Stretta su borseggiatori e baby-accattonaggio Ogni questore potrà disporre “il divieto d’accesso in metropolitane, stazioni ferroviarie e porti per chi è stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona avvenuti in quei luoghi”. C’è anche una specifica norma che punisce chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni. Armi fuori servizio per gli agenti Nel “pacchetto” è previsto un aggravamento della pena per violenza, lesioni, minaccia o resistenza contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Diventa reato un blocco stradale che risulta “particolarmente allarmante”. Un’altra norma, invece, autorizza gli agenti, anche se fuori servizio, al porto di un’arma da fuoco “privata” al posto di quella d’ordinanza, ritenuta “troppo ingombrante” da tenere indosso in borghese. Arresto anti truffa Sale la reclusione (da 2 a 6 anni) per chi raggira gli anziani e le persone fragili. Prevista, inoltre, la possibilità dell’arresto in flagranza. Reato di rivolta in carceri e Cpr Si punisce, in caso di rivolta in carcere, con pene fino a 8 anni chi organizza la sommossa e fino a 5 anni chi vi partecipa, aumentati a 10 se si usano armi. L’inasprimento della pena fino a 6 anni riguarda anche le rivolte che avvengono nei Cpr per migranti, fa sapere il Ministro Piantedosi. Le risorse Alle richieste delle sigle sindacali dei settori Difesa e Sicurezza, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato così: «I contratti del comparto sono scaduti dal 2021 e hanno bisogno di essere rinnovati. Con la manovra, stanziamo 5 miliardi di euro per la contrattazione collettiva nazionale pubblica. Fra questi, non meno di 1,4 miliardi saranno destinati a forze di polizia e forze armate e 100 milioni ai Vigili del fuoco». Assicurazioni che non sembrano aver convinto tutti i rappresentanti sindacali. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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