#Narcisismo patologico
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NARCISISMO PATOLOGICO E DONNE
I tristi fatti degli ultimi giorni mi hanno portato a una profonda riflessione sulle donne e le relazioni. Non desidero far parte del coro di voci, inutili, che offrono i più variopinti punti di vista sulla violenza verso le donne e le relazioni – evidentemente- tossiche, come fosse un thread di moda, su cui necessariamente esprimere la propria opinione. In un mondo ideale non si dovrebbe morire…
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Narcisista Patologico: Caratteristiche Distintive e Possibili Aiuti
Il narcisismo patologico è un disturbo che presenta caratteristiche distintive che lo differenziano dal semplice comportamento egocentrico. In questo articolo, esploreremo le peculiarità del narcisista patologico e parleremo dei possibili aiuti disponibili per affrontare questa condizione complessa.
Il narcisista patologico si distingue per un'eccessiva ammirazione di sé, una visione distorta della propria grandezza e un bisogno costante di attenzione e lode dagli altri. Queste caratteristiche vanno oltre il semplice narcisismo comune e possono portare a comportamenti manipolativi, una mancanza di empatia e una costante ricerca di gratificazione personale.
Uno dei tratti più riconoscibili del narcisista patologico è la mancanza di empatia. Queste persone tendono a mostrare una totale disinteresse verso i sentimenti e i bisogni degli altri, focalizzandosi esclusivamente su se stessi. Inoltre, il narcisista patologico ha una continua necessità di ammirazione e ha difficoltà ad accettare critiche o fallimenti. La sua autostima è fragile e dipende dall'approvazione esterna.
Affrontare il narcisismo patologico richiede un'attenzione adeguata e l'intervento di professionisti qualificati. La terapia psicologica, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, può essere un aiuto prezioso per il narcisista patologico. Questo tipo di terapia può aiutare a esplorare e modificare i modelli di pensiero distorti, sviluppare l'empatia e apprendere strategie per migliorare le relazioni interpersonali.
Inoltre, la consapevolezza emotiva è un elemento cruciale nel percorso di guarigione del narcisista patologico. Imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni può contribuire a ridurre la dipendenza dall'approvazione esterna e favorire una maggiore autostima basata su reali successi personali.
Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com. Qui troverai risorse, informazioni e supporto per comprendere meglio questa condizione e scoprire possibili aiuti per affrontare il narcisismo patologico.
In conclusione, il narcisista patologico si distingue per caratteristiche peculiari che lo differenziano dal comportamento egocentrico comune. Riconoscere queste caratteristiche e cercare l'aiuto adeguato è fondamentale per affrontare il narcisismo patologico in modo efficace. Ricorda che esistono risorse disponibili per coloro che desiderano comprendere e affrontare questa condizione complessa. Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com.
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Il Gaslighting: come riconoscere i segni e difendersi da manipolazioni come l'Amore bombing
Hai mai sentito parlare di gaslighting? Si tratta di una forma di manipolazione psicologica in cui una persona fa dubitare l’altra della propria realtà e sanità mentale. Il termine “gaslighting” deriva dal film “Gas Light” (di George Cukor) del 1944, in cui un marito manipola la moglie facendola dubitare della propria percezione degli eventi. Questo comportamento può essere utilizzato in molte…
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#amore bombing#autoconsapevolezza#coercizione psicologica#comportamento manipolativo#dipendenza affettiva#gaslighting#narcisismo patologico#relazioni tossiche
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rifare la tinta in casa 🤝🏻 sembrare uscita da un combattimento corpo a corpo in AOT o JJK.
#pensieri#me#checolorehaunanimabruciata#artists on tumblr#tumblr girl#sono di nuovo rosso sangue#blood red#tinta#non vi metto o mando foto#tanto so che non vi frega#per l'egocentrismo su Instagram nelle storie#no beh dai narcisismo#ma non patologico#sembra che ho preso pugni in fronte#ho guardato AOT mentre aspettavo che fosse ora di sciacquare
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L'arroganza del potere è un tema che, quest'anno più che mai, ha toccato profondamente la mia vita. Mai come ora ho sentito il peso di persone che, ritenendosi potenti, esercitano il loro comando senza scrupoli e senza considerare l'aspetto umano degli altri. Sono stata trattata come una schiava sul posto di lavoro: sottopagata, derisa, esclusa e presa in giro da persone che si considerano superiori, superbe e boriose. Questi individui mi hanno minacciata, pretendendo che facessi ciò che volevano a tutti i costi, e spesso mi è stato detto "non sai con chi stai parlando", a riprova del loro senso di superiorità. Ho visto in loro una piaga della nostra società: il narcisismo patologico, la superbia, la boria e la totale mancanza di empatia.
Ho vissuto in prima persona la cattiveria nascosta dietro volti apparentemente buoni e benvoluti, rendendomi conto, a mie spese, che si trattava solo di una maschera ben costruita. Questo periodo mi ha insegnato l'importanza di non diventare mai una di queste persone e di mantenere l'umiltà come un valore fondamentale nella mia vita.
Ho resistito per quasi un anno e ne sono uscita a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. Ho così capito che nessun contatto, nessuno stipendio vale più della mia salute fisica e mentale. Arrivare all'esasperazione per il lavoro fa solo male... e non ne vale la pena.
Questi atteggiamenti arroganti e sprezzanti hanno un impatto devastante sulla performance lavorativa e sulla qualità di vita delle persone che li subiscono. Essere costantemente umiliati e minacciati crea un ambiente di lavoro tossico, dove la paura e l'ansia diventano compagni quotidiani. Questa atmosfera negativa mina la motivazione e il morale, portando a un calo significativo della produttività.
Le persone sottoposte a questi comportamenti si sentono svalutate e demoralizzate, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. La creatività e l'innovazione ne risentono, poiché chi vive sotto la minaccia del potere non osa esprimere idee nuove o proporre soluzioni innovative per paura di ulteriori ritorsioni. La mancanza di rispetto e di riconoscimento da parte di chi detiene il potere fa sì che i lavoratori si sentano solo ingranaggi di una macchina, piuttosto che individui con un contributo unico e prezioso da offrire. Inoltre, lo stress accumulato in un ambiente di lavoro ostile ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. L'ansia cronica e la depressione sono comuni tra chi subisce abusi di potere. Le persone iniziano a vivere in uno stato di continua preoccupazione, il che si riflette negativamente anche nelle loro relazioni personali e nella vita familiare.
Il clima di sfiducia e paura che si instaura in un ambiente di lavoro dominato dall'arroganza del potere è controproducente non solo per i singoli individui, ma per l'intera organizzazione. La mancanza di coesione e collaborazione tra i colleghi, insieme a un turnover elevato, sono solo alcune delle conseguenze di un tale ambiente.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale nelle aziende e nelle organizzazioni, valorizzando l'umiltà, l'empatia e il rispetto reciproco. Solo creando un ambiente di lavoro sano e rispettoso si possono ottenere risultati eccellenti e garantire il benessere di tutti i collaboratori.
#frasi#riflessioni#scrivere#pensieri#lavoro#arroganza#potere#relazioni#cambiamento#lavorare#cultura#io
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IL NARCISISTA MANIPOLATORE
By Fabio Scapellato -
Avere a che fare con un narcisista manipolatore può essere complicato e rovinare la nostra vita: ecco come riconoscerlo ed evitarlo.
Quando intraprendiamo una relazione sentimentale con qualcuno è perché ci sentiamo irrimediabilmente attratti da quella persona. Solitamente il primo gancio è l’attrazione fisica, ma può capitare che a suscitare il fascino che proviamo sia la personalità del soggetto in questione. Quando qualcuno si mostra sicuro di sé, è dotato di un buon eloquio e parla con convizione delle proprie idee e delle proprie passioni può suscistare ammirazione e catturare l’attenzione di chi gli sta intorno.
Molto spesso le persone più insicure ed emotivamente fragili sono attratte da questo tipo di personalità, poiché rappresentano il contrario di ciò che sono loro ed in un certo senso vedono in questi soggetti carismatici e sicuri di sé un’ancora di salvezza, qualcuno in grado di proteggerli nei momenti di difficoltà. Tuttavia, sicurezza ed empatia non necessariamente vanno a braccetto ed anzi una persona troppo sicura di sé potrebbe nascondere una forma di egocentrismo che sfocia nella patologia.
Per quanto possa essere piacevole passare una serata in compagnia di persone dotate di una forte personalità e vogliose di esprimerla mettendosi sempre al centro dell’attenzione, meno piacevole potrebbe essere instaurare con queste persone una vera e propria relazione. Inoltre, come detto, potrebbero nascondere una forma lieve o acuta di disturbo della personalità narcisistica, il che deve porre l’altro in uno stato d’allerta.
Il narcisista, infatti, è una persona che mette al centro della propria vita se stesso, in una costante esaltazione delle proprie vere o presunte qualità fisiche, estetiche e intellettive. Un atteggiamento che già di per sé è contrario alla possibilità di stabilire una relazione sana. Chi soffre di disturbo narcisistico della personalità va però oltre, poiché sente il bisogno patologico di essere sempre al centro dell’attenzione, e sviluppa un’indifferenza totale verso i sentimenti e i bisogni delle altre persone. Il che fa di loro delle persone estremamente egocentriche e prive di qualsiasi tipo di empatia.
Narcisista manipolatore: cos’è nello specifico
La più grave forma di narcisismo è quella che sfocia nella manipolazione dell’altro. Il narcisista manipolatore è una persona che in maniera consapevole manipola chi gli sta intorno per ottenere ciò che desidera o di cui ha necessità. La manipolazione può avvenire in diverse forme e potrebbe anche essere sottile al punto da non essere percepita o compresa dalla persona che la subisce.
Tendenzialmente, il narcisista manipolatore cercherà sempre di farti credere che le tue opinioni non abbiano valore e sminuirà ogni tua idea al fine di farti perdere sicurezza e farti sentire inadatto e inadeguato. Questa tecnica di manipolazione della personalità è conosciuta come Gaslighting e consiste nella costante messa in discussione delle percezioni della vittima sino a portarla ad essere completamente indifesa e insicura. Lo scopo è quello di avere il pieno controllo della relazione e della vita dell’altra persona, così da poter essere sempre al centro dell’attenzione, indispensabile per l’altro, e da potersi sentire superiore.
Potrebbe sembrare, dunque, che riconoscere questo comportamento sia semplice, ma non è assolutamente così. Il narcisista manipolatore è una persona dal grande fascino che utilizza il ricatto emotivo e la seduzione per ottenere la fiducia della vittima. Queste persone sono sempre molto abili nel far credere agli altri di avere torto e di essere in una posizione di difetto.
La manipolazione affettiva
I narcisisti manipolatori tendono a circondarsi di persone emotivamente fragili, sulle quali capiscono di poter avere una forte influenza. In un primo momento si conquistano la loro fiducia mostrandosi affabili e riempiendole di complimenti. Questo comportamento gli garantisce che le persone che vogliono controllare sviluppino una sorta di dipendenza da loro.
Una volta certi di avere il controllo, i narcisisti manipolatori utilizzano il ricatto emotivo per fare sentire in colpa le proprie vittime. Spesso le accusano di essere egoiste e insensibili, generando in queste un senso di colpa che gli serve per ottenere ciò che vuole (denaro, favori o semplicemente attenzione).
Potrebbero al contrario utilizzare lusinghe eccessive per soddisfare l’ego e la vanità della vittima e farle credere di essere importante per loro. Un’altra tattica è quella del silenzio: quando si rendono conto che le accuse o le lusinghe non funzionano, potrebbero applicare una tattica di ignoramento totale per mandare in confusione la vittima.
Ciò che rende complicato riconscere questi comportamenti è il fatto che i narcisisti manipolatori sono bravi a comprendere le debolezze del prossimo e sfruttarle a proprio vantaggio. Quando applicano una tattica di manipolazione, lo fanno in modo tale da convincere la vittima che le azioni che compiono in loro favore siano assolutamente volontarie.
Come riconocere un narcisista manipolatore
Avere un rapporto con una persona che soffre di questo disturbo può essere emotivamente devastante, motivo per cui è bene riconoscere quali sono i segnali che ci aiutano a capire se il nostro partner sia un narcisista manipolatore.
Le caratteristiche più frequenti – potrebbero non presentarsi tutte nella stessa persona – sono dieci e sono le seguenti:
Egocentrismo: vuole sempre essere al centro dell’attenzione, non importa quale sia l’argomento di discussione.
Mancanza di empatia: la persona in questione sembra non capire le emozioni altrui, ma soprattutto non è interessato ai loro problemi.
Ricerca costante di ammirazione: sente il bisogno continuo di essere oggetto di ammirazione da parte di chiunque gli stia intorno.
Controllo: il narcisista manipolatore vuole sempre avere il controllo della relazione e di ogni aspetto della vita del partner.
Manipolazione: cercherà sempre di manipolare il prossimo per ottenere ciò che vuole.
Gelosia: può avere manifestazioni furenti di gelosia, anche senza che ci siano delle motivazioni reali.
Arroganza: queste persone tendono ad essere molto convinte delle proprie capacità e delle proprie qualità.
Senso di superiorità: tendenzialmente si credono sempre nel giusto, si ritengono migliori degli altri e pensano che chiunque dovrebbe fare come dicono loro.
Insensibilità: non possiedono alcuna sensibilità nei confronti delle altre persone.
Inflessibilità: non sono disposti a cambiare idea o a scendere a compromessi, anche se questi potessero migliorare una relazione.
Come difendersi da un narcisista manipolatore
La prima cosa da mettere in chiaro è che non dovete sentirvi in difetto o inadeguati perché un’altra persona sta cercando di farvi sentire in questo modo. Dovete mantenere alta l’autostima e comprendere che le parole e i comportamenti della persona che avete di fronte sono finalizzati a farvi perdere la vostra sicurezza e dunque ad essere in balia della loro volontà.
Qualora vi sentiate sopraffatti dalla situazione in cui vi trovate e dalla relazione, la cosa migliore che potete fare è allontanarvi dal partner. Potreste anche avere bisogno del supporto di amici e familiari o di un aiuto professionale e dunque di un percorso terapeutico che vi aiuti a superare lo stato di sconforto e fragilità in cui vi ha gettato questa relazione.
Esistono in ogni caso delle tattiche per tenere a bada un narcisista manipolatore e non farsi sopraffare. La prima cosa da fare è riconoscere i segnali. Prima o poi cercheranno sempre di farvi fare qualcosa che non vorreste fare e l’atteggiamento migliore in questi casi è mostrare un netto diniego, porre dei limiti oltre i quali non siate intenzionati ad andare.
Non vi fate ingannare dal loro vittimismo, spesso infatti cercano di spingervi oltre i limiti puntando sul vostro senso di colpa, e non vi fate intimidire da atteggiamenti autoritari, poiché potrebbero utilizzare la violenza verbale o fisica per ottenere ciò che vogliono. Infine non vi fate coinvolgere emotivamente dalle loro provocazioni. Una reazione emotiva, potrebbe dare loro modo di capire dove colpire e incoraggiarli a sfruttare la vostra debolezza.
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A pochi mesi dall'avvio della macchina delle primarie, l'America si interroga: meglio un ottuagenario rimbambito che sta in piedi perché non tira vento e confonde la Svezia con la Svizzera - per non dire di Slovacchia e Slovenia - o meglio un giovanotto di 77 anni eversore bancarottiere mezzo fascio e bugiardo che se non va alla Casa Bianca va direttamente in galera?
I pareri divergono ma una cosa è già acclarata: non c'è la possibilità di nessun altro candidato.
Cioè, su 332 milioni di abitanti, non si trova uno meno cretino dei due di cui sopra, che in circostanze normali sarebbero gentilmente accompagnati in una Rsa (il democratico) e in una struttura psichiatrica (il repubblicano).
Ciò non toglie agli Stati Uniti la patente di "più grande democrazia del mondo", giustamente guadagnata in decenni in cui ha quasi sempre vinto il candidato con più budget, più lobbisti e più sponsor, un paio di volte conquistando la Casa Bianca con meno voti del perdente: una simpatica peculiarità del sistema elettorale locale che tuttavia nessuno si sogna di mettere in discussione perché va bene cosi, vinca quello che ha preso meno voti, bah.
Anche noi europei siamo dilaniati dal dubbio, seppur da spettatori.
Meglio quello che ha dissolto la Ue nella Nato approfittando delle follie putiniane o meglio quello che vuole dichiarare la terza guerra mondiale alla Cina?
Meglio quello che non capisce una cippa ma tanto fa quello che gli dice il deep state o meglio quello che non capisce una cippa manco lui però non si fa manovrare da nessuno?
Meglio fare la pace con la Corea del Nord e sciogliere i poli come vuole Trump o meglio salvare i ghiacciai e sciogliere l'Europa come vuole Biden?
In sintesi estrema: meglio uno affetto da demenza senile e Alzheimer o uno affetto da narcisismo patologico maligno?
Si prevedono lunghi dibattiti anche nostrani.
L'unica cosa certa è che Cacciari indicherà uno dei due come sicuro vincitore, aggiungendo "come si fa a non capire", poi vincerà l'altro e lui ci spiegherà che è trent'anni che lo dice.
Alessandro Gilioli, Facebook
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"Credere che la più autentica delle verità provenga dalla tua interiorità è l'ultima forma di egoismo. Se uno poi si autodefinisce in un modo ed in un altro a prescindere dai giudizi altrui, è caduto in una forma di narcisismo patologico. Siamo finiti nell'illusione di credere che esista solo la tesi e che l'antitesi sia inesistente. Siamo chi crediamo di essere ed il mondo non produce negatività: ecco la tendenza attuale ed è una pretesa puerile che si disfa del mondo reale."
Daniele Rielli
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LA PSICOLOGIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO: ESPLORANDO IL PROFILO DEL MANIPOLATORE PERVERSO
Riconoscere e Affrontare il Narcisismo Patologico nelle Relazioni:
Consigli Pratici
Negli ultimi tempi, il Narcisismo Patologico è diventato un argomento di ampia discussione, grazie all'accesso facilitato alle informazioni tramite internet e ai social media. Questo disturbo, caratteristico della società contemporanea individualista, è oggetto di interesse per psicologi, psichiatri, coach, counsellor e persone comuni che condividono le proprie esperienze.
Tuttavia, è importante notare che il Narcisismo non è necessariamente patologico. Esiste un livello sano di Narcisismo che contribuisce alla crescita individuale, promuovendo autostima, autoefficacia e empatia. Questo articolo si concentra su aspetti pratici legati al Narcisismo Patologico, tralasciando l'approfondimento teorico, facilmente reperibile in letteratura.
In questo articolo, esploreremo:
Chi è il Narcisista Patologico (rispetto a un Narcisista sano).
Come identificarlo.
Come gestire una relazione con un Narcisista Patologico.
Il Narcisismo Patologico vs. il Narcisismo Sano
Il Narcisismo diventa patologico quando comporta danni all'altro e si manifesta attraverso:
Bassa autostima: Il narcisista patologico dipende dall'approvazione esterna per mantenere l'ego, senza di essa sperimenterebbe un grave crollo psicologico.
Megalomania: Questo individuo esagera non solo la propria persona ma anche i propri successi, cercando di apparire superiore agli altri.
Mancanza di empatia: Questa è la caratteristica distintiva rispetto al narcisismo sano. Il narcisista patologico non riconosce o considera le emozioni altrui, causando sofferenza senza rendersene conto.
Incapacità di amare: Questo individuo non sa amare autenticamente; i suoi gesti d'affetto hanno scopi manipolatori e di controllo.
Comportamenti Tipici del Narcisista Patologico
I comportamenti del Narcisista Patologico possono variare ma includono:
Love bombing: Durante la fase iniziale, il narcisista patologico cerca di attrarre la vittima con attenzioni e gesti affettuosi.
Cambiamento di comportamento: Dopo aver conquistato la vittima, il narcisista diventa freddo e distante.
Critiche e manipolazione: Il narcisista utilizza critiche sottili, giudizi e silenzi punitivi per manipolare l'altro.
Tradimenti e bugie: Spesso ricorre alla triangolazione, paragonando l'attuale partner con ex per seminare insicurezze.
Riconquista: Se la vittima cerca di terminare la relazione, il narcisista può cercare di riconquistarla, almeno finché non trova una nuova vittima.
Come Gestire una Relazione con un Narcisista Patologico
Terminare una relazione con un Narcisista Patologico è complesso, poiché spesso sussiste una dipendenza affettiva. È fondamentale mantenere un senso di realtà e cercare il supporto di un professionista per affrontare la situazione.
Altri passi includono:
No contact: Smettere ogni tipo di contatto con il narcisista, inclusi messaggi e social media. Questa scelta deve essere supportata da una terapia.
Lavoro psicologico: Rivolgersi a uno psicoterapeuta per affrontare i disturbi derivanti dalla relazione con il narcisista, come depressione, ansia o somatizzazioni.
In sintesi, gestire una relazione con un Narcisista Patologico richiede consapevolezza, supporto professionale e il coraggio di intraprendere un percorso di guarigione personale.
Scopri ora la complessa psicologia del narcisista patologico e impara a riconoscere il manipolatore perverso nelle tue relazioni. Contattami acquisire consapevolezza e proteggerti da comportamenti dannosi.
Tito Bisson
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Capitolo 31 - Il sonno della coscienza genera mostri
“… intorno a lui fu consultato il vate profetico per sapere se avrebbe visto i lunghi giorni di una matura vecchiaia: «Se non si conoscerà» egli disse. La profezia dell’augure a lungo sembrò menzognera, ma la confermarono la fine, gli avvenimenti, nonché il genere di morte e la singolarità della follia.”
Metamorfosi di Ovidio
Il lui della citazione è Narciso e come ci racconta Ovidio, era un giovane di straordinaria bellezza che dopo essersi specchiato nelle acque di un lago, s’innamora follemente della sua immagine riflessa e nel tentativo di afferrarla cade in acqua e muore annegato. La singolarità della follia è quella di amare sé stesso più di qualsiasi altro essere al mondo e come da profezia, la morte avviene nel momento in cui si conosce, si vede per la prima volta.
Il mito di Narciso è tra i più conosciuti della mitologia greca e tra i più utilizzati in psicologia come in letteratura per raccontare individui insensibili e manipolatori o descrivere società basate sull’egotismo e l’apparenza.
In Introduzione al narcisismo (1914), Sigmund Freud definisce narcisismo originario un particolare stadio dello sviluppo psichico durante il quale il bambino, o la bambina, basta a sé stesso, nel senso che il suo corpo è il punto di partenza e di arrivo delle pulsioni e del piacere. È quel momento in cui dipendiamo completamente dall’accudimento materno, il momento in cui ogni nostra necessità viene soddisfatta senza che sia necessario far nulla fuorché piangere, è il momento in cui la simbiosi con chi ci accudisce è assoluta, non siamo capaci di distinguere ciò che è io da ciò che è il corpo dell’adulto che ci accudisce. Abbiamo fame, sete, vogliamo dormire, essere coccolati oppure vogliamo giocare o essere cambiati e senza nessun altro sforzo che sia quello di agitarci scompostamente e piangere, otteniamo ciò che desideriamo, quello di cui abbiamo bisogno. Nel momento di massima dipendenza siamo quasi come degli dei, otteniamo pronta soddisfazione senza la necessità di affidare alle parole la nostra richiesta e solo con il movimento.
Crescere comporta però ripetere continuamente l’esperienza dell’essere incapaci, da soli, di soddisfare le nostre necessità, di essere fisicamente e psicologicamente inadatti a rispondere alle richieste dell’ambiente; crescendo ci scontriamo con i limiti che l’educazione pone al soddisfacimento del nostro piacere e con la frustrazione che deriva dai divieti morali e civili che la nostra società impone. Questo è il momento edipico, un momento fondamentale secondo Freud nello sviluppo psichico normale e in quello patologico dell’essere umano e per spiegarlo prende a prestito un altro mito di origine greca, quello di Edipo.
Questa volta a consultare l’indovino Tiresia sono il re Laio e sua moglie Giocasta, al quale pongono la stessa domanda che i genitori di Narciso posero all’augure: il loro primogenito vivrà sereno e abbastanza a lungo da godersi la vecchiaia? Sì, il bambino vivrà a lungo, abbastanza da invecchiare ma sarà causa di morte per il padre, è la risposta del veggente. I genitori sconvolti dalla profezia, decidono di uccidere il bambino, ma non essendo capaci di farlo affidano il neonato a un cacciatore, chiedendogli di abbandonarlo nel bosco così che muoia di fame e di freddo. Il cacciatore compassionevole non esegue però l’ordine del re, salva il bambino affidandolo alle cure di altri due genitori regali, senza figli, che lo accolgono con immensa gioia.
Una volta cresciuto, Edipo per dimostrare il suo valore di uomo e di futuro re, si mette in marcia, esercito a seguito, con l’intenzione di conquistarsi un proprio regno. Durante il cammino giunge dinnanzi ad una strettoia, all’altro capo della quale c’è Laio con il suo esercito in marcia. Nessuno dei due sa chi sia l’altro, ma entrambi sanno che il diritto di passaggio spetta a Laio in quanto re e in quanto anziano. Come sappiamo Edipo freme dalla voglia di mostrare le sue doti virili e i suoi talenti da guerriero così, invece di cedere il passo a Laio in rispetto alle leggi e agli dei, comanda al suo esercito di attaccare per imporre il suo diritto di passare per primo. Sarà proprio la sua spada ad uccidere il padre. Edipo trionfante e inconsapevole conquista il regno di Laio, sposa la madre e dall’unione dei due nascono ben quattro figli. Dei miti greci e delle leggende la cosa che più mi piace è che la verità anche se giace nascosta per anni e anni, trova sempre il modo di manifestarsi e una volta nota a tutti, la giustizia segue implacabile. Edipo venuto a conoscenza dell’orrida verità, si accecherà con le sue stesse mani e si costringerà a una vita in esilio vagando per strade sconosciute coperto di stracci.
Freud utilizza il mito di Edipo per spiegare un passaggio fondamentale della maturazione psichica durante il quale l’Io smette di trovare godimento in sé stesso e si rivolge all’ambiente, cerca di soddisfare i suoi bisogni nella relazione con i genitori, uno dei quali diventa l’oggetto del suo amore, l’altro diventa oggetto d’identificazione e d’imitazione, una sorta di ideale. Il primo atto costitutivo dell’Io come Essere in relazione con è una scelta d’amore e contemporaneamente è il desiderio di voler essere come quel modello in grado di possedere l’oggetto amato.
Il processo di identificazione è alla base del complesso edipico, il bambino s’identifica con l’oggetto amato che vuole per sé e con il quale non ammette distanza o separazione, ma s’identifica anche con il rivale in amore, l’altro genitore al quale vuole somigliare, che imita e che vorrebbe sostituire. L’identificazione è il primo legame emotivo che istauriamo con un’altra persona perché sia nell’innamoramento che nell’ammirazione tendiamo a emulare il comportamento delle persone amate e ammirate, in Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921) Freud dice che a volte l’Io copia la persona amata a volte quella non amata (quella ammirata) e che l’identificazione è immedesimazione, la stessa che utilizziamo per comprendere l’Io estraneo di altre persone, la stessa che sta alla base dell’empatia. L’Io dunque crea un legame emotivo identificandosi con il soggetto che ammira e dunque con ciò che vorrebbe essere oppure con l’oggetto e dunque con ciò che vorrebbe avere.
Il legame emotivo che si istaura mediante l’identificazione è ambivalente, tende all’avvicinamento e alla tenerezza con l’altro con cui ci si identifica ma allo stesso tempo tende all’allontanamento e a cercare di separarsi da questo. Le forme di relazione basate sull’identificazione sono forme primordiali di relazione, l’altro è vissuto come un oggetto, come qualcosa che si vuole avere interamente, o in parte appropriandosi dei suoi attributi, in questo aspetto predatorio e aggressivo risiede l’ambivalenza del legame.
Narciso vuole afferrarsi ed Edipo non vuole solo diventare re, vuole essere re come Laio, vuole il suo regno, il suo esercito e la sua regina.
“[L’identificazione] Si comporta come una propaggine della prima fase orale dell’organizzazione libidica nella quale l’oggetto bramato e apprezzato veniva incorporato durante il pasto e perciò distrutto in quanto tale. Come è noto il cannibale rimane fermo a tale stadio; egli ama i nemici che mangia e non mangia se non quelli che in qualche modo può amare.”
Tre saggi sulla teoria sessuale (1905)
È sempre Freud a parlare e sembra far eco al poeta che dal carcere di Reading canta:
“Troppo poco si ama, o troppo a lungo;
C’è chi vende l’amore e chi lo compra,
Chi commette il delitto lacrimando
E chi senza un sospiro:
Poiché ogni uomo uccide ciò che ama,
Ma non per questo ogni uomo muore.”
Infatti a morire sono solo le donne che vengono divorate da uomini che amano solo sé stessi. I dati circolati dopo la morte di Giulia Tramontano, la giovane donna incita di sette mesi uccisa dal suo compagno, dicevano che in Italia 3 donne al giorno sono vittime di violenza e l’85% di loro muore uccisa da compagni, mariti, padri e figli, proprio da quegli uomini che le amano di quel tipo d’amore che le considera soltanto oggetti utili al loro nutrimento e al loro piacere. Ecco che tipo di amore è quello di ogni uomo che uccide ciò che ama, lo stesso tipo di amore in nome del quale chi mi stalkerizza giustificava la sua azione abusante nei miei confronti. In questi anni mi sono chiesta come potesse una persona, che mi ossessionava con la sua presenza sempre lì dov’ero io ad ascoltare ogni mio respiro, a guardare ogni mia azione, sempre pronto a sottolineare i miei gesti, gli eventi della mia vita con poesie d’amore, canzoni, articoli, sempre lì a ripetere le mie parole, i miei argomenti, a imitare i miei gesti, i miei modi di dire, che a ogni mio tentativo di liberarmi da questa sorveglianza globale rispondeva che sarebbe rimasto per sempre perché mi amava troppo, come può questo uomo non aver mai nemmeno tentato, di avere una relazione normale con me? Non aver mai cercato d’incontrarmi o di parlarmi per comunicare, non soltanto per ripetermi come un’eco infinita. In linea con Freud ritengo che la risposta stia proprio nella fame smodata e insaziabile dell’oralità, e nella violenza dell’identificazione come esporrò nel prossimo capitolo.
Adesso, dopo aver parlato di uomini, di miti e di parole ripetute, mi piacerebbe concludere con la storia di un personaggio femminile Eco, la ninfa ripetente, così come l’ho trovata nel libro di Christoph Ransmayr, Il mondo estremo.
La storia è ambientata agli estremi confini del mondo conosciuto, nella città di Tomi, sul Mar Nero, dove Ovidio fu esiliato e dove morì. Il protagonista è Cotta, amico del poeta, che aveva assistito al suo ultimo discorso pubblico a Roma prima dell’esilio. Cotta si reca nella città selvaggia perché vuole rintracciare le ultime tracce di Ovidio e delle Metamorfosi, muovendosi in un mondo in cui il mito si trasfigura in realtà. In questo romanzo Eco è una donna straniera, povera e sola, dalla pelle così chiara e delicata che se si espone al sole inizia a squamarsi e a decomporsi, per questo vive in una caverna in cima alla montagna. Eco è capace di discorrere di molte cose, sa molto e ha vissuto a servizio di Ovidio fino alla morte di quest’ultimo, ma a Tomi generalmente quando le rivolgono la parola si limita a ripetere le ultime parole di chi le ha parlato. Essendo una straniera, povera e donna, gli uomini della città ferrigna, si presentano di notte nella sua caverna e portando polli, stoffe, grano o farina pretendono di accoppiarsi con lei, lei per sopportare quei momenti, rimane in silenzio e immagina di trovarsi a passeggiare per sentieri di montagna. Cotta è l’unico a sapere che Eco non ripete soltanto parole, ma parla in modo tale da fargli venire il sospetto che Ovidio stesso possa aver scritto le Metamorfosi ripetendo le storie ascoltate dalla donna. Nonostante questo, o forse proprio per questo, anche Cotta la violenta.
Roma, 12 giugno 2023 h 9.33 a. m. – 15 giugno 2023 h 3.05 p. m.
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Narcisismo patologico esasperato e presunzione a mille priva di esperienza di vita, di coraggio e senso di responsabilità.
Si sono narcisista con tratti psicopatici
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Narcisismo Patologico: Segni Preoccupanti e Strategie di Cura
Il narcisismo patologico è un disturbo complesso che può avere un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte. Comprendere i segni preoccupanti associati al narcisismo patologico e conoscere le strategie di cura a disposizione è fondamentale per affrontare efficacemente questa condizione.
I segni preoccupanti del narcisismo patologico possono essere evidenti nei comportamenti e nelle caratteristiche di una persona. Questi segni possono includere un senso esagerato di autoimportanza, un bisogno costante di ammirazione, una mancanza di empatia verso gli altri e una tendenza a sfruttare le persone per raggiungere i propri obiettivi. Le persone affette da narcisismo patologico possono mostrare un atteggiamento dominante, cercare continuamente l'approvazione e avere difficoltà a gestire la critica.
Affrontare il narcisismo patologico richiede un'approccio multidimensionale. Le strategie di cura si concentrano su diversi aspetti, tra cui la terapia psicologica, la consapevolezza emotiva e il lavoro sulla autostima. La terapia può anche concentrarsi sullo sviluppo dell'empatia e sulla gestione delle relazioni interpersonali.
È importante notare che la cura del narcisismo patologico richiede la consapevolezza e la volontà della persona di cercare aiuto. Le persone affette da questo disturbo spesso trovano difficile riconoscere i loro comportamenti e i loro effetti negativi sulle relazioni.
Tuttavia, con un intervento tempestivo e un sostegno adeguato, è possibile apportare cambiamenti positivi.
Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com. Qui troverai risorse, informazioni e supporto per comprendere meglio questa condizione e scoprire strategie di cura efficaci.
In conclusione, il narcisismo patologico è un disturbo che richiede attenzione e cura. Riconoscere i segni preoccupanti associati al narcisismo patologico e comprendere le strategie di cura disponibili è fondamentale per favorire una vita più sana e relazioni più soddisfacenti.
Ricorda che il percorso verso la guarigione può richiedere tempo e impegno, ma con il supporto adeguato e la volontà di cambiamento, il narcisismo patologico può essere affrontato in modo efficace. Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com.
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In Italia, la criminalità da cooperativa sociale, le patologie psichiatriche, la raccomandazione, la corruzione, le ruberie e la prostituzione da poltrona, quanto la discriminazione LGBT trovano larga approvazione e restano impuniti, ma piuttosto sono ABILITATI NEL SOCIALE E NEL SANITARIO, nell'assoluto menefreghismo delle istituzioni e della gentaglia odierna, su poltrone e non, familiari e non.
Invece che puniti e rimossi, vengono promossi.
Personalità gravemente psichiatriche non in cura, ladroni organizzati, criminali, depravati, esibizionisti sessuali, bugiardi patologici, malati di mente da ricovero, violenza perpetrata per oltre 30 anni e ancora su una minore in affido, trovano la lecita norma in Italia.
GABRIELLA BON, LA PEGGIOR FECCIA PSICHIATRICA, CRIMINALE, LADRONA, RACCOMANDATA E PUTTANA DELLA COOPERATIVA SOCIALE TEA DEL CONSORZIO FHOCUS DI #TRIESTE, DI #CONFCOOPERATIVE E DI MOLTE ALTRE POLTRONE. HA COMMESSO DISCRIMINAZIONE LGBT, FRAUDOLENZA E NEGA LA DOVUTA TRASPARENZA QUANTO LO STESSO RISARCIMENTO AI DANNI, CRUDELI E PROGRAMMATI PER LA PROPRIA EVIDENTE PSICOPATIA O GRAVE NARCISISMO CHE SIA, AL FINE DI AFFERMARE LA PROPRIA IGNORANZA; LA STESSA DEI PAESI DELL'EST CHE FREQUENTA, GARANTENDO ANCHE UN SETTORE SOCIALE E SANITARIO ITALIANO TUTTO #LGBTFREE, MA LEI NON SI VERGOGNA DI FARE LA CRIMINALE, LADRONA E PUTTANA IN POLTRONA E PSICHATRICA GRAVE DA MANICOMIO, CAMICIA DI FORZA E GALERA E CHE SIEDE IN POLTRONA ESCLUSIVAMENTE GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE DEL COGNOME.
FRANCESCA ANGELUCCI, BUGIARDA PATOLOGICA, CORROTTA, SENZA ALCUNO SCRUPOLO, SENZA ALCUNA COSCIENZA, COMPLICE NELLA DISCRIMINAZIONE LGBT E DELLA FRAUDOLENZA, È COMUNQUE ABILITATA COME PSICOTERAPEUTA.
SCOVINO LIVIA, PSICHIATRICA A LIVELLI GRAVI E NON IN CURA, LADRA IN CASA DELLE ANZIANE DOVE FACEVA ASSISTENZA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE, VIOLENTA ANCHE SU MINORI, ESIBIZIONISTA SESSUALE, DEPRAVATA, STALKER E COMPLICE NELLE MOLTEPLICI MINACCE DI MORTE E CON 30 ANNI DI VIOLENZA ARRECATA ALLE SPALLE, APPROVA TOTALMENTE LE RELAZIONI TRA MINORI E ADULTI E LA DELINQUENZA: IN TUTTO QUESTO È ABILITATA COME OSS NELL'OSPEDALE CATTINARA DI TRIESTE.
ALESSANDRA GAVA, ASSISTENTE SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO, HA VIOLATO OGNI FORMA DI LIBERTÀ, VOLONTÀ, CONSENSO E PRIVACY DELLA VITTIMA DI VIOLENZA, PER ABUSARE E AIUTARE SCOVINO LIVIA NEL PROSECUO DELLE VIOLENZE E DEL CONTROLLO
MARCO VISINTIN, PSICOLOGO BUGIARDO PATOLOGICO DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA, CHE SI FINGE PSICHIATRA E PROPONE DI DARE TERAPIE FARMACOLOGICHE AI SANI, CHE ESPONGONO VIOLENZE E CARNEFICI
SIMONA AGOSTINIS, EDUCATRICE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA, CHE PREVARICA E DIFENDE APERTAMENTE CHI HA COMMESSO 30 ANNI DI VIOLENZA FISICA E PSICOLOGICA
ORESTE, IL PIÙ CONOSCIUTO DELINQUENTE NAPOLETANO DEL #FAMILA
MARELLO LUCIANO, EGIZIANO ENTRATO IN ITALIA PER ABUSARE, COMMETTERE VIOLENZE, DEPRAVAZIONI E MOLTEPLICI MINACCE DI MORTE COMPROVATE, BUGIARDO PATOLOGICO, MANIPOLATORE, ESIBIZIONISTA SESSUALE E CON GRAVI DEPRAVAZIONI MENTALI; CON UNA CARRIERA IN POLIZIA DEGLI ANNI D'ORO DISCUTIBILISSIMA E UN'USCITA DALLA STESSA ANCORA PIÙ DISCUTIBILE.
E TANTI ALTRI PERSONAGGI IN #FVG CHE RESTANO LIBERI, ILLESI E COMPIACIUTI, CHE CONTINUANO IMPERTERRITI A FARE PIÙ SCHIFO DI PRIMA, VISTO CHE A ROVINARE LE VITE ALTRUI L'HANNO SEMPRE PASSATA LISCIA.
#italia#trieste#lgbt#cooperativa sociale#lgbt free#fvg#diritti#soldi#friuli venezia giulia#criminalità#ospedale#Csm#Servizio sociale#Psichiatria#Oss
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E comunque visto che allo schifo non c’è mai fine abbiamo scoperto che alla fine era una relazione a (almeno) cinque: io, lui, lei e altre due, che potrebbero benissimo essere state in realtà anche di più. Ovviamente nessuno sapeva dell’esistenza dell’altra fino a giovedì pomeriggio, quando è venuto tutto fuori ed è stato fatto fronte compatto contro di lui.
Che pena, il narcisismo patologico
Vabbè raga in pratica si è scoperto che è da settembre che faccio a mia insaputa l’amate di una relazione a distanza con lei che vive a Parigi e lui che è andato a trovarla - sempre senza dirmi nulla della di lei esistenza - il weekend del mio compleanno e io l’ho scoperto oggi e solo per comunicazioni fortuite tra amici di amici che l’hanno ricollegato a me
Questi 27 iniziano con due sensazioni: rabbia e schifo
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Otto F. Kernberg, Diana Diamond, Frank E. Yeomans, Barry L. Stern, Il trattamento del narcisismo patologico, Raffaello Cortina editore
Il trattamento del narcisismo patologico Otto F. Kernberg, Diana Diamond, Frank E. Yeomans, Barry L. Stern
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