#NARRATIVA
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Cara Milena, vorrei il mondo finisse domani. Così potrei prendere il primo treno, arrivare alla tua porta a Vienna e dirti: Vieni con me, Milena. Ci ameremo senza scrupoli, paure o restrizioni. Perché il mondo finirà domani. Forse non agiamo, non amiamo deliberatamente perché pensiamo di avere tempo o dover tenerne conto. Ma se non avessimo tempo? O se il tempo, così come lo intendiamo e conosciamo, fosse irrilevante? Ah, se solo il mondo finisse domani. Potremmo aiutarci davvero.
#Lettere a Milena#Franz Kafka#Letters to Milena (1952)#franz kafka citazioni#kafka#lettere#lettera#amore#lettera d'amore#lettere d'amore#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#frasi#narrativa#letteratura
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Io conoscevo molta gente ma non amavo nessuno perché credevo di avere abbastanza esperienza per non illudermi sull'amore degli altri (Grazia Deledda, Il sigillo d'amore).
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"La desventaja de que alguien te conozca relativamente bien es que sabe lo que piensas o sientes basándose en tu lenguaje corporal, por mucho que intentes ocultárselo descubrirá lo que te pasa..."
–danaearbg.
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" Mentre per decenni in questo Paese ci si è baloccati sul favoloso assioma «non può esistere antifascismo in assenza di fascismo», abbiamo avuto in ordine sparso: il golpe Borghese, Gladio, il piano Solo, Peteano, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, la strategia della tensione, la strage di Bologna, i NAR, l’Italicus, Ordine Nuovo, Terza Posizione, il Rapido 904, la P2, i servizi segreti deviati. Se invece vogliamo guardare al presente più prossimo, una miriade di pimpanti formazioni di ultradestra mai sciolte, partiti di governo la cui ambiguità sul tema è diventata l’identità programmatica e, per non farci mancare nulla, ci è toccato perfino l’assalto alla CGIL a Roma. Nessuna conquista democratica, nessuna Costituzione figlia della Resistenza può dirsi acquisita per sempre e il presente non fa che ribadirlo ogni giorno, per questo sarà meglio cominciare da noi stessi a ricostruire il rapporto con la Storia dell’ultimo secolo. "
Storie di antifascismo senza retorica, a cura di Arturo Bertoldi e Max Collini, prefazione di Francesco Filippi, People editore, Busto Arsizio (VA), 2024¹, p. 15.
#Storie di antifascismo senza retorica#letture#leggere#libri#Offlaga Disco Pax#narrativa#Arturo Bertoldi#Max Collini#golpe Borghese#Gladio#piano Solo#strage di Peteano#strage di Piazza Fontana#strage di Piazza della Loggia#lstrategia della tensione#strage di Bologna#NAR#Italicus#Ordine Nuovo#Terza Posizione#Rapido 904#P2#servizi segreti deviati#Francesco Filippi#memoria#ricordi#partigiane#partigiani#Resistenza#Liberazione
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Diversifica tu Vocabulario para un Rol Narrativo Excepcional
¡Saludos, Dinosaurios Perdidos, exploradores del mundo desconocido, y compañeros del Rol! ¡Y sí, lo admito, la edad de este dinosaurio cobra su peaje, pero aquí estoy, rugiendo con sabiduría jurásica! 🦖
Bueno, dejemos de hablar de la era de los dinosaurios y adentrémonos en el fabuloso mundo del rol. Thylas aquí, el dinosaurio rolante, y hoy no vengo a ofrecerte un PSD, sino a ofrecer un humilde recurso útil para las tierras del vocabulario imaginativo.
En nuestro viaje interminable por la tierra de la imaginación, la riqueza de nuestras palabras puede ser como el código secreto para desbloquear mundos aún más brillantes y emocionantes. Así que, aquí van unas sugerencias para que tu rol sea tan variado y cautivador como un velocirraptor en plena caza:
1. Glosario Mágico: Encantamientos, hechizos, y misterios arcanos pueden volverse aún más mágicos con un glosario específico. Agrega palabras místicas como "etéreo," "ánima," o "resonancia" para darle un toque especial a tus conjuros y rituales.
2. Descriptores Sensoriales: Haz que tus descripciones cobren vida al incorporar detalles sensoriales. Piensa en términos como "achocolatado" para describir un aroma, "sibilante" para un sonido misterioso, o "caricias de la brisa" para una sensación táctil.
3. Sinónimos y Antónimos: Enriquece tus descripciones utilizando sinónimos y antónimos. Siempre es útil tener un arsenal de palabras para expresar emociones. Por ejemplo, en lugar de simplemente decir "feliz", podrías optar por "jubiloso" o "radiante".
4. Lenguaje de Época o Cultura: Adapta tu vocabulario al contexto temporal o cultural de tu personaje. Un personaje medieval podría usar términos como "hidalgo" o "doncella," mientras que un personaje futurista podría utilizar jerga tecnológica como "holomalla" o "neónexus."
5. Arco Lingüístico Personal: Desarrolla un estilo único para tu personaje. ¿Tu héroe habla de manera grandilocuente o utiliza un lenguaje coloquial? ¿Tu villano prefiere el sarcasmo o la eloquencia oscura? ¡Define su voz!
6. La Poesía de la Acción: Transforma tus acciones en obras maestras literarias. En lugar de simplemente "correr," tu personaje podría "velocitar como el viento" o "dansear entre las sombras."
7. Consulta de Sinónimos Online: Explora recursos en línea como tesauros para descubrir sinónimos menos comunes y dar un giro fresco a tus descripciones.
Recuerda, la magia está en las palabras que elegimos. ¡Despliega tu magia personal y deja que tu vocabulario sea el conductor de tus épicas narrativas! ¿Tienes algún consejo o palabra favorita para compartir? ¡Déjalo en los comentarios y construyamos juntos para seguir creciendo y enriqueciendo el rol! 📖🌟
Thylas 🦕
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(Rivolgendomi direttamente a Pavese:)
《 Sto completando la lettura di Paesi tuoi in un solo giorno, perché è molto coinvolgente.
C'è una povera ragazza uccisa da un fratell(astr)o che già prima l'aveva sverginata: una storia forte, che si mischia agli odori della campagna. C'è il protagonista, ultimo arrivato, che viene dalla civile Torino e si scontra con un ambiente rurale atavico, in apparenza accogliente - ma refrattario nel suo nucleo, composto da persone ignoranti.
La terra e il sangue sono i due elementi simbolici fondanti del mito, che si ritrovano, evidentissimi, in questo racconto.
[...] In una tua lettera dici che, se non avesse agito su di te quel poco di educazione ricevuta, saresti stato un banale "tipo da coltello". 😁
~ ~ ~
Devo ancora terminarlo, me ne restano alcune pagine, e non ho fretta. Ho letto evidenziando le rese narrative più magistrali, perché voglio capire come facevi a raccontare le cose: voglio "smontare la macchina", insomma, non solo leggere la storia per vedere come va a finire. Capisco perché sei ritenuto un autore importante: sei senza dubbio originale e "mimetico", adotti il linguaggio e persino il ritmo dei pensieri del protagonista.
Sai raccontare tanto bene le donne e l'effetto che fanno su un uomo. Infatti la povera ragazza, prima di essere uccisa, stava avendo una delicata e sensuale storia d'amore col protagonista. Ma vincono l'insensatezza e la brutalità del fratell(astr)o "tonto"...
Una lotta tra bestialità e civiltà, tra anarchia morale ed etica ragionata, tra cervello da rettile e cuore umano.
Il cittadino viene messo in mezzo e buggerato dal campagnolo, che non dispone di furbizia, ma del mero istinto dell'animale che si muove nel proprio habitat.
Si vede che avevi un rapporto ambivalente con le donne: un po' ti facevano tenerezza e le volevi coccolare, poi però pensavi a ciò che ti avevano fatto, alle tue difficoltà con loro, e allora ti saliva la rabbia e avresti voluto distruggerle insieme al dolore che ti davano.
È interessante che ti accada di provare "pena" per una ragazza: anche in questo romanzo, come già nel Diavolo sulle colline, il tuo protagonista prova questo sentimento per la ragazza che gli piace, mentre ella, avvicinando la faccia a lui perché la baci, si blocca per qualche istante, e sembra che stia cercando di guardare la propria faccia con lo sguardo di lui, temendo di non essere voluta, e rivelando la propria insicurezza.
~ ~ ~
Ho terminato di leggere nel giro di poche ore il tuo romanzo breve. Dicono che tu sia uno scrittore amato dai giovani, ma io credo che questa storia così forte, pur se il protagonista è un venticinquenne, vada letta da persone adulte ed esperienti. È una storia archetipica, mitica, sulle pulsioni maschili più turpi: violare, possedere gelosamente, uccidere la donna. Il tutto, esasperato dall'ambiente chiuso, ignorante e fatalista della campagna. Sembra una tragedia greca, una tragedia annunciata, un passaggio obbligato del destino (un po' come il tuo suicidio e altri fatti di sangue che tuttogiorno accadono).
Credo che in paradiso non si possano più scrivere opere così truculente. Chissà come ti trovi in ambiente spirituale, senza questa materia ardente da plasmare. Sono preoccupata. 😅
È una bellissima risposta, grazie. 💗 La ricorderò, perché il tuo stato è una delle mie frequenti preoccupazioni.
Ho ammirato molto la precisione e varietà lessicale nel tuo romanzo: io ti abbraccerei infinitamente anche solo per la quantità di parole che conosci e per il gusto con il quale le adoperi. Altro che ufficiale! Non ho mai considerato affascinante la divisa, non m'interessano i gradi e le cariche militari e civili, m'incanta solo la tua umanità, così com'è: gli sforzi che fai per vivere, ciò che ti si agita dentro, la tua cultura, intelligenza, buon gusto; amerei anche la tua depressione, ma amo molto di più non vederti soffrire.
Adesso continuerò a leggere le tue Lettere. Quando incontrerò lettere indirizzate a donne, cercherò di non essere gelosa, pensando che una come me non l'hai incontrata mai, e praticamente con me la tua esperienza di donne riparte da zero. 》
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¿Quién querrá leerme?
Este es mi primer post de una adulta para el mundo y al no saber que escribir, lo primero que se me ocurre es cuestionarme eso, ¿quién querrá leerme? quien se tomará el tiempo para leer lo que yo escriba, ¡como siempre! mi miedo por delante, toda la vida he tenido miedo, siempre pensando en que pensarán, que dirán, que imagen se llevarán de mi... y a pesar de esto, soy un mar con cada uno de sus fenómenos, ¿si se han dado cuenta como es el mar? lleno de misterios, con olas gigantes, en calma muchas veces, recibe tormentas, truenos, alberga miles de especies, es profundo, oscuro, claro también, transparente en algunas partes; así me considero yo, y es curioso, porque al albergar tantas cosas en mi, he sentido miedo de no dimensionar el poder que tengo dentro y que me hace temer para dar los pasos que en algún momento he querido dar...
¿¡Quién querrá leerme!? me pregunto, quien se tomará el tiempo para conocer un poco de mi, para conocer la forma en como veo el mundo, la vida, la crueldad que hay en él y la forma tan intensa en como uno en su interior la vive...
Este es mi primer post y aquí solo hablaré de mis pensamientos, soy una psicóloga que nunca ha exteriorizado su pensamiento real, su forma de ver la vida pero que entiende a las personas con la empatía suficiente para sentir el dolor, las penas, las alegrías y todo lo demás, porque también he transitado el camino a una autorrealización, quiero caminar contigo, quiero encontrar nuevas formas de ser yo, quiero seguir brindando al mundo y a mis lectores las herramientas y las guías que tengo y aprender en cada paso, ayer me sentía incapaz y hoy me lance a la mar, a mi mar, para sentir la inclemencia del mismo, ahogarme si es necesario o aprender a sobrevivir con los miedos que puedan seguir surgiendo.
Gracias a ti que me lees, no se quien seas, no se si te interese mis palabras, esta soy yo una psicóloga con una vida particular, madre, mujer, hija, ex, novia, amiga, que ve la vida de forma cruda y real, satírica, sarcástica e irreverente, ¡Gracias por acompañarme!...
#black and white#documentary#culture#irreverent girl#personal#autenticidad#thank you#nuevo#narrativa
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No te odio, sólo perdiste mi respeto.
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Hoy tuve una cita con mi yo del pasado, el mismo muchacho que llevaba en el mismo día de hoy una mochila amarilla a su espalda y que hoy cargo una riñonera negra en su lugar, mas pequeña, mas cómoda y con menos equipaje para el camino.
Quedé con el, en el mismo lugar en donde me encuentro ahora, y que igualmente, es el mismo sitio que ocupaba el año pasado por este día.
Ambos nos encontramos sentados en mi azotea, compartiendo un petardo y un rato de lectura, aunque nuestros libros difieren de estilo y narrativa.
Y fijándome bien en el, las portadas de nuestros libros no es lo único que ha cambiado.
Si me detengo a observar sus ojos, sus dulces ojos de enamorado, me doy cuenta de lo realmente triste que estaba el año pasado. Pues incluso en su mirada de amor, sigue habiendo connotaciones de tristeza en su iris. Algo que en mi mirada actual no se refleja.
Él es más tímido de lo que recordaba, mas inseguro con su aspecto y forma, con su propio valor. Si hasta tiembla cuando lo abrazo y escucho su pecho crujir de dolor, a pesar de que siempre se le dio demasiado bien fingir.
Su sonrisa es más blanquecina que la mía, pues un año de tabaquismos hace la diferencia en nuestras dentaduras, pero eso no quita que la sonrisa que cargo ahora es más bonita, y sobre todo, mas sincera.
Llevamos pasatiempos diferentes en nuestros horarios, en el mio existen diversas actividades y hobbies, incluso algunos que ya tenía abandonados y olvidados en un rincón del pasado.
Él ocupa todo su calendario con el nombre de un muchachito, y rompió todos los acuerdos que teníamos con nuestras versiones de antaño.
Dejó atrás las noches de lectura, la tapa de su cuaderno ya no se abría ni para escribir una misera frase. Descuido las plantas del balcón hasta que se marchitaron.
Si hasta las raíces oscura de su cabello llegaban asomarse entre su melena rubia, señal de lo mucho que descuidó su aspecto.
Sí soy sincero, no puedo reconocerlo, incluso aunque se trate de mi mismo, y yo haya vivido ya esa experiencia.
El joven que veo antes mis ojos es demasiado difuso, incluso para el mismo.
–Podrías ser tan solo una sombre del amor.– pronucio y el me mira extrañado. –Llevas mi nombre, pero sin embargo parece que se trata de otra persona.
Y es la pura verdad.
Pues el joven del que hablo es más el reflejo de su amante que del suyo propio. O por lo menos, solo quiere enzarzar las cualidades que son alabadas por su amor, aunque nunca existieran en el.
Yo tampoco soy la verdad imagen de nuestra joven, pero si soy la mas fiel a lo que quiero de mi persona, y a lo que esperaba de mi en un pasado.
–Solo llevas las cadenas y promesas que todos cargamos una vez, no eres tan diferente. –dice el enojado. –Como bien dijiste, yo solo soy la sombra de un mal amor. Y también soy el que sobrevivió a todo aquello y dejó paso a que seas quien eres hoy. Yo puse los primeros cimientos. –ambos reímos.
“Que extraño es el amor propio.”
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Me gusta hablar con personas rotas, o que algún día lo estuvieron.
Es grandioso ver como almas muertas se empeñan en seguir brillando.
~ Charles Bukowski
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Una realidad trans
Tengo miedo
tengo un miedo disfrazado de valentía, de orgullo de fuerza.
tengo un miedo que cada día se miente frente al espejo diciendo que esta bien que no importa si no me ven lo suficientemente masculino, basta con que mi reflejo lo sepa.
Pero lo cierto es que mi miedo sabe amargamente a verdad, y es hipócritamente real, porque finge que no le importa cuando la realidad es que cada "señorita" se clava como aguja en mi pecho.
Mi cuerpo se siente señalado y mi voz se siente mas aguda de lo que es, me siento atrapado en algo que no soy, las cadenas de los deberías pesan nuevamente y las voces de lo que alguna vez fui empiezan atacar una vez más.
Tengo un miedo que llora por las noches pidiendo le dejen descansar, pero a veces este miedo se hace realidad en medio de personas desconocidas que no les importa mi existencia.
Mi nombre es pronunciado pero mi identidad es callada a bases de moralidad, de lo que es correcto y lo que no.
Al parecer mi nombre tiene mas derecho de existir que mi propio ser.
Mi miedo en algunas veces sigue siendo ser yo.
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Vorrei mancarti
E non te lo nascondo, vorrei mancarti quando ridi, quando sei triste o stanco, quando hai proprio tutto tranne che me e se te ne accorgi avverti un vuoto dentro. Vorrei mancarti quando fai tardi e quand'è troppo presto, perché tu capisca che essere fuori tempo è drasticamente importante anche per due come noi. Noi che, per quanto amore provassimo, non riuscivamo a non essere in anticipo oppure in ritardo su tutto: tu sui miei dubbi che risolvevi troppo tardi, io sui tuoi sorrisi veri che notava quando ormai si erano già spenti.
Vorrei mancarti quando la notte guardi la luna e senti che c'è qualcosa che non hai, che non hai più, che non sai se ce l'hai avuta mai. Vorrei mancarti quando sei in mezzo agli altri, altri che non hanno i miei occhi, che non sono me e che non mi somigliano nemmeno un po', e ti pesa, non te lo aspettavi, ma ti pesa.
Ti vorrei mancare quando tutta quella folla che hai intorno ti fa sentire solo al mondo, quando sei distrutto, sfatto, in discoteca da solo, oppure in compagnia nel letto.
Vorrei mancarti quando in piena notte ti svegli e allunghi il braccio per cercarmi.
Vorrei mancarti quando non sai che ti succede ma non ti va più di ascoltare la gente parlare, e vorresti solo spegnere il mondo e gettarti dentro ad una fotografia, quella che hai bene nella testa, di noi che ridiamo da tristi, di noi che sorridiamo da felici.
Io ti vorrei mancare perché significherebbe che t'è importato, che t'è importato tanto, che è stato doloroso ma incredibilmente speciale. Io ti vorrei mancare perché mi manchi. Più o meno tutto il tempo. E mancarsi, mancarsi in due, significa appartenersi.
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Perché l'amore è come un albero, nasce da sé, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina (Victor Hugo, Notre-Dame de Paris).
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Reseña: Cómo vender una casa embrujada
Puntuación: 3/5 ★★★☆☆
Ficha técnica
Título del libro: Cómo vender una casa embrujada.
Autor: Grady Hendrix.
Editorial: Minotauro.
Edición: Primera edición.
Número de páginas: 430.
Género literario: Narrativo.
Subgénero: Novela de terror.
Resumen (sin destripe)
Después de la muerte de sus padres, Louise vuelve a Charleston para despedirse de ellos y arreglar los asuntos pendientes relacionados a la casa en donde ella y su hermano Mark habían crecido. Sin embargo, la mala relación con su hermano y el intento de reformar la casa para poder venderla no serán los únicos problemas que Louise atraviese para dejar todo listo y poder regresar a San Francisco con su hija; los recuerdos, los problemas familiares, los secretos y la exorbitante cantidad de títeres y muñecos que su madre coleccionaba se convertirán en un reto de vida o muerte que deberá enfrentar para conseguir regresar a la tranquilidad de su vida.
Valoración literaria
Gracias al lenguaje descriptivo utilizado por Hendrix podrás imaginar a detalle lo que ocurre en cada escena, así como el terror, confusión y dolor que los personajes experimentan a lo largo de la historia. De la misma manera, su estilo de lenguaje informal te permitirá relajarte un poco de la tensión, pues los diálogos tan naturales y espontáneos de los personajes te harán soltar una que otra risa, muy necesaria si me lo preguntas. Ahora bien, la simpatía por los personajes, además de ser causada por su buen desarrollo, se debe al estilo indirecto que el autor emplea, ya que al ser la voz narrativa quien cuenta la historia aún cuando el personaje principal se trate de Louise, permite que los demás personajes cuenten su versión y se expresen emocionalmente.
En lo que respecta a su narrativa, ésta es sencilla de comprender pues como mencioné arriba el lenguaje es informal, centrándose en aspectos del día a día, situaciones casuales (o bueno, no tan casuales ya que dudo mucho que enfrentarte a circunstancias de vida o muerte en casas embrujadas sea algo común) y palabras sencillas y cotidianas que las describen. Además, y como elogio hacia el autor, los cambios de escena que hace o el cambio de narración entre un recuerdo y el presente son bastante ingeniosos. Realmente no sientes el cambio, la lectura fluye de manera natural y sin que te des cuenta.
Debido a esta facilidad y fluidez en la narrativa la historia es enganchante. Desde la primera página te atrapa la curiosidad por saber qué pasó con los padres de Louise, lo que se va a encontrar en su viaje a Charlestone, y por supuesto, quedas atrapado por llegar a la parte en la que aparece la casa embrujada. He de decir que la forma en la que Hendrix te va llevando es bastante creativa, pues cualquier cosa que te imagines con sólo leer el título muy poco tiene que ver con lo que te encontrarás a lo largo de las páginas. Ni qué decir una vez termines de leer el libro. Los giros argumentales vaya que te toman por sorpresa, y estoy segura de que así como yo en más de una ocasión te encontrarás leyendo con la boca abierta sin poder creer lo que acabas de leer. Especialmente el final; con decirte que aún continúo impresionada por ese gran giro que Hendrix usó.
Opinión personal
Como he comentado en otras reseñas, el género terror es uno de mis favoritos, por lo que este libro lo he disfrutado bastante. Desde las primeras páginas quedé interesada por continuar la historia y conocer más sobre la vida de Louise. Aunque en esencia, la historia no sólo se centra en ella sino en la relación con su hermano y los problemas familiares que los acompañan, además por su puesto, de la casa embrujada con la que deben lidiar y lograr vender. Pese a que la narrativa me gustó mucho, hubo cierto personaje con frases muy infantiles que me parecieron absurdas y pesadas de leer. Eso fue algo que me complicó un poco la fluidez de lectura, así como minimizó lo aterrador que pudo haber sido la experiencia de la historia. Sin embargo, toda esa pesadez que sentía al leer los diálogos de dicho personaje y su aparente sinsentido tuvo todo el sentido del mundo una vez llegué a los capítulos finales. La experiencia cambió totalmente y se convirtió en un “¡Aaaaaaah, por eso hablaba así!”. Después de todo, ese fastidio que sentí a lo largo de la novela se transformó en un mar de lágrimas y un apachurro en mi corazón. Ahora sólo puedo decir: ¡Qué maravilloso final! ¡Vaya giro!
Por otra parte, y con el objetivo de hacer un bonito contraste con el desahogo de arriba, he de decir que admiro mucho el estilo de escritura del autor, pues siendo una historia con tantos giros en ningún momento pierde sentido o llega a presentar incoherencia alguna. Sin embargo, entre tantas “tías” en la familia me perdí un poco en el desenlace de la historia, pues no eran personajes que salieran o se mencionaran con frecuencia, y ya no sabía la relación familiar que tenían entre sí ni con los personajes principales. Por lo que si a ti también se te va un poquito la cosa en esto, te recomiendo que pongas atención o anotes el árbol genealógico para no perderte como yo.
"El trabajo con títeres y con máscaras es básicamente lo mismo y cuesta explicar lo que es llevar una máscara a alguien que no se la ha puesto nunca, pero, en cuanto lo haces, dejas de ser tú para siempre. Con los títeres pasa lo mismo. Te enfundas uno y te cambia la postura, se te altera la voz y percibes lo que quiere, lo que le asusta, sabes lo que necesita. No llevas tú el títere; el títere te lleva a ti" (p. 241).
En conclusión, Hendrix ha hecho un trabajo maravilloso con Cómo vender una casa embrujada. Los personajes están muy bien construidos, y a lo largo de la novela se empeña en mostrarte sus personalidades y descripciones físicas. Todo fluye armónicamente. Es notable, además, el valor e importancia que le da a los lazos familiares, así como la facilidad de resolución a los problemas cuando tienes el apoyo de tu familia; y todo esto a través de una muy bien formada atmósfera de terror. Con todo lo anterior, y tomando muy en cuenta las risas y lágrimas que experimenté a lo largo de la historia, puedo concluir que he disfrutado mucho del libro, a pesar de que la mayor parte me la llevé “odiando” los diálogos infantiles del personaje que te mencioné, pero al final, incluso esto terminó teniendo todo el sentido y cambiando mi perspectiva por completo. Así pues, he de decir que para mí fue una historia que sí o sí debes terminar de leer para que decidas si es un buen libro o no. Y bueno, tal vez la valoración no llegó a las 5 o 4 estrellas, pero esto fue porque no logró sumar los puntos necesarios en mi rúbrica de valoración. Así que te invito a leer el libro para que experimentes por ti mismo todos estos puntos que te he mencionado en la reseña. Estoy segura que disfrutarás la historia, y tal vez, así como a mí, cambie totalmente tu forma de ver a los títeres y muñecos.
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" «Tu, vieni con me!», intimò una guardia di sicurezza in borghese a mia madre. «Perché?». «Lo sai benissimo perché!». La trascinò per il braccio facendola sfilare lungo la coda infinita delle casse, i pantaloni di tre taglie più grandi, su cui inciampava a ripetizione per tenere il passo dell'uomo. Ci spintonò dentro a quello che sembrava più uno sgabuzzino che un ufficio. Il capo della sicurezza era già lì a darci il benvenuto, le sue lenti da vista appoggiate pigramente sulla testa grassa e pelata. «Mia mamma non ha fatto nulla. Perché ci avete portato qui?». La guardia che ci aveva trascinato nel cubicolo strappò la borsa dalle mani di mia madre. Lei oppose resistenza, ma lui la lanciò immediatamente al capo. Senza mai toglierci lo sguardo di dosso, il ciccione ne estrasse un tubetto di fondotinta già parzialmente rimosso dalla confezione di plastica. Ce lo sventolò sotto gli occhi con fare derisorio e schioccò la lingua per esprimere disapprovazione. La donna che mi aveva predicato l’onestà fino a vomitare, a quanto pare era una ladra. Peggio, aveva scelto di rubare il fondotinta più economico del negozio, neanche lontanamente vicino al suo colore, perché in Italia cosmetici per neri non esistevano. Ma i veri ladri erano loro.
Il nuovo centro commerciale aveva già risucchiato la vita delle maggiori attività indipendenti della valle. Ci erano riusciti esibendo la crème de la crème della cucina italiana: risotti scotti e patate troppo unte, verdure bagnate di sale e spruzzate di pesticidi insieme a banane più verdi delle lattughe. La rete di consegna del pane caldo fatto a mano collassò quasi subito. Per risparmiare pochi spiccioli, papà fu uno dei primi traditori a surgelare lotti di pane dal centro commerciale, per poi scongelarli giorno per giorno. Prima ci avventuravamo fino a Celadina per comprare la carne direttamente dal macellaio di fiducia, col grembiule sempre macchiato di sangue. Adesso caricavamo nel carrello polpette ibride e bistecche impanate precotte. Fu poi il turno della pizza. Quella calda e filante sfornata dal forno a legna del nostro pizzaiolo fu sostituita da quella congelata e smunta di una nota marca. E quel poco che avevamo risparmiato nell'affare del diabolico centro commerciale, lo perdevamo ogni volta che c’impilavamo mozzarella e prosciutto, nel tentativo di imbellire la pizza precotta e di renderla mangiabile. Il colosso aziendale aveva fatto piazza pulita, distruggendo quei piccoli riti quotidiani che tessevano la rete di un’intera comunità. Famiglie che facevano giornalmente avanti e indietro dalla lattaia, dal panettiere, in merceria, dal sarto, dal ciabattino. Scambiando due chiacchiere con Giulio, mentre suo figlio ci metteva una vita a tagliarti una fetta di salame. O facendo gossip con Marino, il sarto che non osava sollevare un ago prima di metterti un bel bricco di caffè sul fornello. Adesso se n’erano andati tutti, un’intera generazione di disoccupati. Le strade del centro divennero un deserto. Al loro posto, estranei monitoravano il nuovo centro commerciale attraverso telecamere di sicurezza. "
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020. [ Libro elettronico ]
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Accattivante, effervescente, dinamico. E’ questo uno di personaggi più amati creati da Patrizia Riello Pera, nell’ultimo suo libro “François interattivo”.
Chi é? Ma è François! Il nostro amico è un avvocato parigino, vanitoso e originale e la sua personalità sfiora l’impersonalità.
François ha il merito di coinvolgere lettori di ogni età nelle sue spassose e stravaganti avventure. HTTPS://PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
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