#Informazione Critica
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Giornalismo locale: un presidio di informazione e democrazia per la cittadinanza
Il giornalismo locale, in un contesto di cittadinanza attiva, costituisce una preziosa sinergia per il presidio di informazione e la promozione della democrazia nel territorio. Le testate giornalistiche locali rivestono un ruolo fondamentale nella vita delle comunità, offrendo una copertura informativa dettagliata e vicina alla realtà delle persone e dei luoghi in cui operano. Grazie a questo…
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https://youtu.be/qNc0emK7fLM?si=zNYKsJdL8BSuKmvW
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Alessandria: Nasce l’Osservatorio Comunale sulla Qualità dell’Ambiente. Un tavolo permanente con Città, Provincia, ASL e ARPA per monitorare e informare sulle criticità ambientali del territorio
La Giunta del Comune di Alessandria ha votato all'unanimità per la creazione dell'Osservatorio Comunale sulla Qualità dell’Ambiente, un nuovo organismo che servirà come punto di riferimento per gli amministratori e i cittadini.
La Giunta del Comune di Alessandria ha votato all’unanimità per la creazione dell’Osservatorio Comunale sulla Qualità dell’Ambiente, un nuovo organismo che servirà come punto di riferimento per gli amministratori e i cittadini. Questo osservatorio avrà il compito di monitorare le condizioni ambientali legate alle attività industriali locali e promuovere strategie per migliorare la sostenibilità e…
#ACQUE#Alessandria#Ambiente#Aria#Arpa#Asl#Assessore#Cittadini#Comunale#Critica#elettromagnetismo#Enti#Giorgio#Informazione#Inquinamento#Istituzioni#Laguzzi#Mobilità#Monitoraggio#Osservatorio#Politiche#Prevenzione#Provincia#Qualità#Ricerca#RUMORE#Salute#Sicurezza#Sindaco#Sostenibilità
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la solita miseria italiana: censura & inquisizione per chi affronta la questione palestinese a scuola
https://www.monitor-italia.it/roma-censura-per-chi-parla-di-palestina-a-scuola/ la situazione è a dir poco inquietante: https://www.monitor-italia.it/roma-censura-per-chi-parla-di-palestina-a-scuola/ una scuola a misura di colonialismo?
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#censura#colonialismo#diritto di critica#diritto di informazione#genocidio#informazione#insegnamento#ispettori#ispezioni#israeli#oppressione#Palestina#popolo palestinese#scuola#sionismo#sionisti
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"Robert Frost: due modi di tradurlo..." su Navuss.it
Il mio articolo “Robert Frost: due modi di tradurlo…”, già apparso su questo blog (QUI), è stato ripubblicato su “Navuss”, periodico di attualità e di informazione diretto da Serena Suriani; la pagina culturale di Navuss è invece curata dal poeta, scrittore e traduttore teramano Massimo Ridolfi. Per leggere l’articolo su Navuss: clicca QUI! ♦
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Qualcuno si chiede, ma se i risultati della ricerca sul clima vengono deformati ed estremizzati durante il processo comunicazione al pubblico, perché qualche scienziato non si ribella? In effetti qualche scienziato ci prova, ma viene facilmente silenziato.
Come? Così.
I finanziamenti sono dati quasi esclusivamente alla ricerca che mostrerà impatti negativi, preferibilmente estremamente negativi, della CO2. La maggior parte della ricerca scientifica è oggi finanziata dai governi.
Per giustificarla, i funzionari governativi devono essere convinti che la ricerca abbia valore per i loro elettori e le loro agende politiche. E i valori degli elettori e dei politici sono fortemente influenzati dal paradigma del riscaldamento globale antropico.
Insomma siamo in circolo vizioso: l’opinione pubblica riceve una informazione deformata che sollecita la paura delle catastrofi e il decisore politico cavalca la paura per garantirsi il consenso.
Uno scienziato che volesse insinuare dubbi, non ha scampo.
Critica Climatica
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TUMORI AL CERVELLO RIMOSSI IN MODO MININVASIVO: LA NUOVA TECNICA
Per la prima volta in Italia è stata utilizzata una tecnica chirurgica in grado di rimuovere i tumori cerebrali profondi senza danneggiare il cervello e in modo mininvasivo.
La nuova tecnica prende il nome di chirurgia transulcale ed è stata adottata con successo dall’ospedale di Cremona, come spiega il dottor Antonio Fioravanti, direttore del dipartimento di Neuroscienze e della Neurochirurgia dell’Asst di Cremona, “Questa procedura è indicata per lesioni profonde e difficili da raggiungere, in cui la chirurgia tradizionale comporterebbe una maggiore sofferenza per il cervello”. Questa tecnica operatoria sfrutta la presenza dei solchi cerebrali e tramite la neuronavigazione permette la mappatura tridimensionale della lesione e delle aree eloquenti limitrofe in modo da delineare la traiettoria migliore per raggiungere il tumore preservando al massimo l’organo.
La procedura recentemente introdotta oltre ad essere mininvasiva rispetto alla tradizionale “open surgery”, consente di ridurre la durata dell’intervento, le complicanze operatorie e postoperatorie che caratterizzano gli interventi ad alta complessità. I tempi di ricovero e recupero postoperatorio sono più brevi e il paziente può essere dimesso in pochi giorni e riacquistare in breve una buona qualità di vita. “Il tumore era situato nella parte frontale sinistra del cervello – spiega Fioravanti – una sede critica, perché vicina all’area del linguaggio. Con questa nuova tecnica siamo riusciti ad asportare completamente la lesione”. La paziente si è svegliata poche ore dopo l’operazione e quattro giorni più tardi è stata dimessa dall’ospedale.
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Fonte: ASST Cremona; foto di Antonio Fioravanti licenza CC-BY 3.0 IT
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giulia ha cambiato casa, che detto così sembra l'inizio di qualcosa di tragico, di una lontananza che non si può ricucire se non provvisoriamente, di un gioco fatto di ciao e di addii rinnovati troppo spesso etc etc., ma si è trasferita a 3 minuti di macchina da dove stava prima quindi tutto okay. andiamo avanti.
la cosa divertente è che per andare a casa sua adesso devo passare da una serie di posticini custodi di un ricordo o più a testa. uno di questi è la villetta dove viveva una delle mie migliori amiche del periodo elementari e medie. passando di lì io non ho mai visto nessuno, ma la macchinina di google maps è riuscita a immortalare la sua mamma per ben due volte. 2 a 0 per lei.
il primo posticino in assoluto che incontro, però, è una fermata dell’autobus che ad un certo punto della mia vita, tanti anni fa, non si è propriamente guadagnata un significato, quanto la possibilità di divenire l’avvertimento di un possibile incontro: banalmente, era la fermata dove ogni giorno saliva un ragazzetto mio coetaneo, bassino, con gli occhi verdi e i capelli scuri. più che piacermi i corpi a me le persone incuriosiscono, e lui mi incuriosiva (per onor del vero e del cringe era bellino e quindi, alla mia maniera, mi piaceva anche). e poi ho tendenzialmente sempre avuto un ottimo fiuto, nel senso che chi mi sembrava potesse essermi simpatico poi mi è sempre stato molto simpatico, e chi sembrava potesse essermi antipatico poi mi è sempre stato molto antipatico. quindi chi mi incuriosisce, mi incuriosisce sempre parecchio e chi poi non ho potuto apprezzare o odiare perché non ho poi mai conosciuto, ha sempre continuato a rimanermi in testa. tipo lui.
patetica questa cosa dell'agognata visione mattutina sul bus? probabile, ma spero che abbiate una storia patetica simile anche voi. non so se avete mai letto la ragazza delle arance di jostein gaarder (che comunque non credo consiglierei, non ricordo neanche come finisce) ma questa ragazza delle arance era il pensiero ricorrente di sto tizio che una volta l'aveva vista sul tram, e se non la vedeva allora sperava di vederla la volta dopo. con cornerstone degli arctic monekys siamo già a due esempi di storie patetiche come la mia, quindi anche se voi non ne avete io mi sento sufficientemente in compagnia per andare avanti. con questo ragazzetto non ho mai fatto amicizia, ma ci ho solo avuto brevemente a che fare sette anni dopo, quando ormai non ci pensavo più, perché venne col mio gruppo di amici a festeggiare il 25 aprile. di lui per lunghi anni ho continuato solo a sapere che era appassionato di politica e calcio e che a quanto pare era intelligente, informazione che conferiva un’aura potenzialmente più interessante ad una persona che invece avrebbe potuto semplicemente essere un tipico maschio italiano medio.
qualche settimana fa, mentre aspettavo che venisse l’ora giusta per uscire e andare a vedere la nuova casa di giulia stavo leggendo degli articoli online. ad un certo punto ne trovo uno che parla d’attualità. l'aveva postato una mia amica. lo leggo. è accurato, ma ha anche un’anima seria e ironica e appassionata e critica. è qualcuno che mi parla di cose vere senza la freddezza di un certo tipo di giornalismo, né la retorica gratuita o il pathos vomitevole di un certo altro tipo di giornalismo. del giornalismo poi sicuramente mancavano la disonestà e la superficialità. ma chi l'ha scritto? ma che giornale è? e l’aveva scritto il ragazzetto dell’autobus sul suo blog, in realtà. che ridere. quel 25 aprile ricordo che mi disse una cosa (tutte le altre conversazioni furono di gruppo, ma a me disse - con una voce che non ricordo - questa cosa) riguardo al fatto che studiavamo cose simili, cose ritenute un po' sfigatelle. e guarda che cosa bella ne ha tratto, da queste cose che tutti ci dicono essere sfigatelle. ho letto altre cose che ha scritto. che cosa bella la scrittura, come ci disvela bene, anche nei suoi artifici. poi sono uscita e passando dalla fermata dell’autobus ho pensato: c'è voluto un po' di tempo, ma pare che questa curiosità sia stata parzialmente soddisfatta. stavolta posso apprezzare anche senza conoscere.
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Chi ci attacca e minaccia punta all’autocensura
DI ELENA BASILE.
Non sono sorpresa per le denigrazioni pubbliche iniziate nei miei confronti. L’unico ministro plenipotenziario donna, nominato ambasciatore d’Italia in Svezia e in Belgio da due governi differenti, sarebbe un’incompetente. Non mi aspetto che chi elogiava il mio lavoro a Stoccolma o a Bruxelles testimoni a mio favore. Capisco la presa di distanze di tanti per quieto vivere. Avere ascoltato la mia coscienza e credere in una diplomazia di commis d’Etat mi ha penalizzata per la promozione ad ambasciatore di grado e non me ne lamento. È giusto che, in una carriera gerarchizzata, sia così. Di questi contrasti tra coscienza e struttura (alla Farnesina o altrove) parlo nel mio ultimo romanzo Un insolito trio”. Il tema di Antigone è approfondito. Ma queste sono banalità.
Passiamo a ciò che invece è grave per una democrazia. So bene che non viviamo in una delle dittature contemporanee: la Russia o le tante altre con cui l’Occidente ha ottimi rapporti. Non mi arresteranno, la mia incolumità fisica è salvaguardata. Ma il linciaggio pubblico e la criminalizzazione del dissenso sono armi per imporre il silenzio. Le usano i cosiddetti sostenitori della democrazia e della sua esportazione fuori dall’Occidente collettivo. Gli stessi politici e giornalisti che criticano giustamente Putin per le repressioni a Mosca gridano allo scandalo perché un diplomatico (che ha rinunciato a una lauta retribuzione e si è dimesso volontariamente per poter rispettare la propria integrità morale ed esprimersi liberamente) diviene editorialista del Fatto. Il giornale (uno dei pochi) offre spazio al dissenso, alla critica della politica occidentale sulla guerra in Ucraina e del tradimento dei valori europei sulla solidarietà economica e le migrazioni. Accoglie chi denuncia la propaganda mediatica e la censura della Ue di Borrell, che chiude mezzi di informazione stranieri con la motivazione propria dei regimi oscurantisti: proteggere la popolazione dalla “disinformazione”. Di disinformazione si parla con assoluta inconsapevolezza dei rischi che questo concetto strombazzato su giornali importanti possa avere su un dibattito politico libero e degno di una democrazia. In Italia come in tutta Europa. La Commissione e il Seae organizzano riunioni e strategie contro la disinformazione. Siamo quindi in guerra e dobbiamo accettare le minacce alle libertà individuali garantite dalla Costituzione? Il cittadino non può informarsi come vuole e scegliere liberamente cosa gli sembri menzogna o verità? Se questa decisione è stata presa, è gravissima. Avrebbe dovuto essere ampiamente dibattuta nei Parlamenti delle democrazie europee.
Nel mio primo articolo firmato col mio nome (quando il Fatto aveva già rivelato che Ipazia ero io) avevo ben specificato qual è il dovere di riservatezza dei diplomatici. A mio avviso, anche il diplomatico in servizio, se non gestisce il dossier accanto all’istanza politica e non ha accesso a fonti riservate, può mettere la sua esperienza e le sue competenze a vantaggio del dibattito pubblico. Nel 2022, in coerenza con questi principi, rilasciai interviste al sito Linkiesta, al Fatto, al Mattino, a Dimartedì su La7. Naturalmente utilizzai un linguaggio meno incisivo e irriverente di quello di Ipazia. Un tempo la diplomazia interagiva a testa alta con la politica. Grandi ambasciatori ormai in pensione (non li nomino per non creare loro noie) condividono le mie idee e mi raccontano la “Farnesina democratica” che hanno vissuto.
Ho firmato la lettera di dimissioni nel febbraio 2023. La mia collaborazione col Fatto è iniziata ad aprile. I segugi pronti ad attaccarmi possono accertare la data del primo articolo di Ipazia, lo pseudonimo che ho usato inizialmente perché l’iter procedurale per la pensione non era ultimato. Volendo esprimermi liberamente e in coscienza, sentivo di dover proteggere l’Amministrazione da inutili imbarazzi e me stessa da possibili rappresaglie.
Trovo divertente che chiunque si discosti dal vangelo dei democratici Usa sia tacciato di spionaggio o di collusione col nemico: la Russia. Sarebbe molto facile ribaltare l’accusa e chiedere quanti politici, diplomatici e soprattutto giornalisti sono costretti a tradire la propria coscienza e ripudiare la verità per mantenere ruoli di prestigio e di influenza, o anche solo il posto di lavoro. Non scambiatemi, per favore, per una moralista! Sono stata nell’establishment, un’ambasciatrice lo è automaticamente. Ho scoperto che tanti politici, giornalisti, imprenditori, diplomatici con cui ero in amicizia mi esprimevano idee non dissimili dalle mie, ma solo “in bilaterale”. Quanti avrebbero voluto la fine della tortura di Assange! Capivo bene che in pubblico non avrebbero ripetuto le stesse idee. Anch’io, senza mai mentire, ho peccato di omissioni. È comprensibile non esporsi anche solo per quieto vivere. Non è giustificabile invece che nelle democrazie europee i cittadini siano forzati all’autocensura. Non è possibile accettare che i cosiddetti ‘liberali’ (persino gli ex radicali: povero Pannella, si rivolterà nella tomba, lui la voce sempre fuori dai cori!) insultino e minaccino di sanzioni le poche voci isolate di critica alla politica Nato e alle guerre ‘umanitarie’ statunitensi. Io sono per un euro-atlantismo differente, nel quale la componente europea accresca, anche con una difesa propria e una reale autonomia strategica, la propria influenza. Siamo in tanti: non filo-putiniani, ma sostenitori di una politica occidentale che stabilizzi le aree geografiche, il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Est dell’Europa. Torniamo ai valori di pace e prosperità. Battiamoci per un Occidente davvero democratico. Diceva Primo Levi: un lager nasce quando il cittadino gira la testa dall’altra parte.
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“Fumo di China” n.343 in edicola e fumetteria
A partire da questo fine settimana, arriva, nelle Edicole e Fumetterie della penisola, il numero 343 della rivista di informazione e critica fumettistica, Fumo di China, presentata in anteprima durante la 40° “edizione XL” del festival Cartoon Club ,con la mostra mercato Riminicomix. La copertina di questo mese, è firmata da Andrea “Yuu” Dentuto. Dopo un editoriale di riflessione sull’ indubbia…
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Cerimonia del Ventaglio, Mattarella: «Eversivi gli atti contro l’informazione»
Cerimonia del Ventaglio, Mattarella: «Eversivi gli atti contro l’informazione». «Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti».... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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11.07.2024
La figura dell'intellettuale è morta. Non si tratta più di domandarsi il quando, anche perchè in quel caso la risposta sarebbe: "tanto tempo fa; prima del sorgere del sole" oppure: "chiedilo agli angeli".
Si tratta di capire il come e il perché.
Il come?
Attraverso la democrazia culturale, anche scolastica, e il libero accesso alle sfere di informazione e comunicazione globale;
Attraverso l'individualismo competitivo portato avanti come bandiera dal nostro sistema economico;
Attraverso la sterilizzazione e il restringimento del percorso di studi a delle misere specializzazioni estremamente specifiche e, dunque, pressoché inutili al fine di trovare, salvo eccezioni, un posto di lavoro;
Attraverso la censura sistematica e sistemica;
Attraverso lo sfruttamento e valorizzazione della risposta emotiva e la contemporanea demonizzazione della risposta empatica e razionale;
Attraverso lo sfruttamento delle energie residue e dell'attenzione altalenante dell'individuo;
Attraverso la critica, nata dalla retorica romantia della nobilitazione per fatica del sistema del lavoro, volta a chi sta a casa a pensare agli uccellini;
Attraverso l'istituzione di un sistema gerarchico e gerontocratico per il quale è impossibile esistere se non in forma di incompetente subordinato;
Attraverso la standardizzazione del pensiero e la storicizzazione;
Attraverso la, più che ben riuscita, costante remissione dello spirito critico;
Attraverso la separazione bilaterale e per estremi;
Attraverso la cancrenizzazione del processo di apprendimento, sempre più visto come totalmente inutile, superficiale e, comunque, rigorosamente snobbato perché definito noioso.
E perché?
“Sometimes I would smile and ask how Aristotle could have known things that obey no reason and cannot be tested experimentally. They would be amazed and silently angered, and would look at me as a blasphemer for requiring more than that man’s authority as proof of a fact”
Perché in democrazia, mi chiedo io, quale motivo spinge la tua intelligenza ad essere migliore della mia ignoranza?
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Ci sono più scrittori che lettori...
versione pdf: Ci sono più scrittori che lettori… Circola ormai da anni il mantra litanico “ci sono più scrittori che lettori!” (che viaggia in coppia con “oggi tutti scrivono!”), non lontano dalla realtà dei fatti, ma che andrebbe analizzato con più attenzione perché l’esperienza storica ci insegna che spesso gli slogan, quando sono inflazionati da un uso improprio, rischiano di perdere il loro…
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/fedez-il-codacons-fa-marcia-indietro-e.html Stavolta (e non è la prima) il CODACONS (sigla che sta per Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) è stato costretto a una mezza ritirata, togliendo il comunicato stampa con le gravi accuse di evasione fiscale e altro al rapper milanese Fedez, sulla cui situazione patrimoniale ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza, porgendo le proprie scuse ai suoi legali. Ma cos'era successo esattamente, e perché l'associazione ce l'ha tanto con lui? Proviamo a ricostruire la vicenda. Il Codacons contro Fedez e le scuse dopo il ritiro delle accuse Nel comunicato rimosso si accusava il signor Federico Lucia in arte Fedez e la società della sua famiglia di evasione fiscale e di non meglio precisate e alquanto inquietanti "trame oscure". Il tutto partendo da una vecchia affermazione di Fedez, in piena pandemia, di essere nullatenente, visto che non aveva alcun bene intestato a se stesso ma solo alla sua famiglia. Questo febbraio, in piena bagarre mediatica intorno a Fedez e Chiara Ferragni, il Codacons ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza perché verificasse la trasparenza di queste società. In risposta è intervenuto l'ufficio legale di Fedez. Nella lettera inviata dal presidente del Codacons Carlo Rienzi ai legali del cantante, si chiarisce che non era intenzione dell'associazione "accusare Fedez di evasione fiscale né di altre condotte non lecite". A seguire il lunghissimo testo integrale, pubblicato sul sito del Codacons in cui l'associazione fa in parte marcia indietro ma ribadisce il proprio diritto a indagare (le sottolineature sono nostre e il legalese è loro): Cari Colleghi, Abbiamo letto con la massima attenzione la Vs. diffida e vogliamo precisare quanto segue. In primo luogo il motivo per il quale l’associazione ha pubblicato il comunicato in questione è legato alle stesse iniziative del Sig. Fedez in cui lui stesso ha parlato delle modalità attraverso le quali gestisce i suoi patrimoni (ricordiamo sul punto, ad ogni buon conto, la seguente dichiarazione pubblica: “non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente perché è tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo paese.”). A tal riguardo sicuramente non vi sfuggirà la considerazione secondo la quale il Vs. assistito è un personaggio pubblico con rilevanza pubblica. Lo stesso discorso sarebbe valso se determinate esternazioni fossero state proferite da un Ministro. Il Sig. Fedez ha un seguito che inevitabilmente lo rende influente sul pubblico e, come tale, inevitabilmente, si espone ancor di più ad eventuali critiche, riflettori puntati e controlli. Atteso che il Sig. Fedez si rivolge a milioni di persone va da sé che lo stesso, al pari degli altri personaggi di rilevanza pubblica, debba essere cristallino e trasparente perché si rivolge, appunto, a milioni di giovani di cui spesso e volentieri è preso come modello di vita e di crescita. Vogliamo ricordare, sul punto, come fu l’allora Premier Giuseppe Conte ad incaricare il Sig. Fedez e sua moglie a sensibilizzare, attraverso le proprie stories, i giovani ad indossare la mascherina nel corso dell’emergenza pandemica proprio per il seguito di cui gli stessi possono fregiarsi. Non vi sfuggirà altresì la funzione del CODACONS che, si rammenta, è associazione di consumatori che ha tra i propri fini statutari il diritto di presentare esposti alle autorità relativamente a fenomeni di rilevanza sociale. (...) Dunque il diritto di informazione e di critica rientra tra le funzioni specifiche statutarie dell’associazione che persegue la trasparenza assoluta nei comportamenti dei contribuenti. Diritto di critica qualificato del CODACONS che è stato espressamente riconosciuto, fra le tante pronunce, dalla Corte di Cassazione, Sez. V penale: “La Corte d’Appello avrebbe dovuto limitarsi a riscontrare il nucleo di verità incontestato insito nei comunicati Codacons, pertinente alla materialità dell’investimento effettuato presso la società Lehman ed alla sussistenza di legami familiari tra la parte lesa e Terenzio Cugia, provvisto di un ruolo gestionale preminente presso la società emittente dei titoli acquistati dalla Siae, concretizzando l’esercizio del diritto di critica la manifestazione di interrogativi in proposito, sia pure in forma ironica e allusiva. Ciò tanto più considerata la funzione del Codacons, ente preposto a tutela delle esigenze dei consumatori. Sulla scorta delle considerazioni fin qui esposte si deve pertanto procedere all’annullamento della sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato”. (Cassazione penale sez. V, 25/01/2017, (ud. 25/01/2017, dep. 14/03/2017), n.12265). Dunque il CODACONS ha un diritto di critica più ampio rispetto all’italiano medio. Posto quanto sopra, attesi i suddetti scopi statutari del CODACONS, ci permettiamo di ribadire come sia indubitabile che un fatto del genere, ovvero l’amministrazione di un ingente patrimonio attraverso diverse società che sono state oggetto di diverse operazioni, potrebbe condurre ad una, ancorchè non voluta, elusione fiscale (non evasione) che potrebbe impedire o rendere arduo alle Autorità l’accertamento dei redditi. Dopo tutto questo vorremmo precisare che non era nostra intenzione assolutamente di accusare il Sig. Fedez né di evasione fiscale né di altre ipotesi che possano sussumersi in fattispecie penalmente rilevanti o fiscalmente rilevanti. Piuttosto era nostra intenzione limitarci ad una semplice esposizione dei fatti. Vi sarà senz’altro noto, e non vogliamo di certo insegnarvelo noi, che, ai sensi del combinato disposto degli artt. 684 c.p. e 114 e 329 c.p.p., l’esposto alle Autorità non è un atto coperto dal segreto e di cui sia vietata la pubblicazione a mezzo stampa non essendo un atto formato dal P.m. nel corso delle indagini e sottoposto dunque al segreto (“Ai fini dell’integrazione del reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, non rientra nel divieto di pubblicazione di cui all’art. 114 c.p.p. una denuncia presentata al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria, in quanto non atto di indagine compiuto da costoro.” Cassazione penale , sez. I , 02/02/2017, n. 21290). Posto dunque che da parte nostra, si ribadisce, non vi era alcun intento accusatorio, se il Sig. Lucia ha avuto tale impressione noi ci scusiamo e sicuramente toglieremo questo comunicato dal sito web. Inoltre valuteremo, dopo avere ricevuto il parere che stiamo chiedendo oggi stesso all’Agcm e all’Agenzia delle Entrate, per maggiore trasparenza e chiarezza dei nostri scopi sociali, se pubblicare integralmente l’esposto. Quindi ci scusiamo per l’equivoco e per gli eventuali toni utilizzati. Vi salutiamo con cordialità E vi invitiamo alle prossime iniziative del CODACONS, come doveroso, che avranno ad oggetto il Vostro assistito”. Riassumiamo per chi non avesse avuto la pazienza di leggere tutto il papiro: è pieno diritto del Codacons fare esposti e portare all'attenzione eventuali comportamenti scorretti di personaggi che abbiano una forte influenza sul pubblico, specialmente giovanile, ma che nonostante questo non si trattava di un attacco ad personam a Fedez e ai suoi, ma di un invito a verificare con particolare attenzione una situazione patrimoniale complessa, affidata in gestione a diverse società per cui si potrebbe anche verificare un'elusione (e non evasione) fiscale. Insomma fate voi, fatto sta che il comunicato stampa precedente è stato rimosso e le scuse sono state porte. Finirà qua? Certo che no, visto che il CODACONS aggiunge le seguenti parole: Apprendiamo del comunicato diffuso oggi da Fedez dove finalmente il rapper sembra capire che l'esposto alla Fiamme Gialle era un atto doveroso per il Codacons. Considerata la sua "coda di paglia", con la nostra lettera abbiamo anche infornato Fedez che noi non siamo soliti offendere nessuno, ma andremo a fondo per accertare che uso fa di tutte quelle società.
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IT-Alert: allarme pubblico per l'informazione diretta alla popolazione
IT-Alert è un sistema di allarme pubblico che utilizza la tecnologia mobile per inviare avvisi di emergenza alla popolazione. Il sistema è stato sviluppato dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome. Cos'è IT-Alert? IT-Alert può essere utilizzato per informare la popolazione di una vasta gamma di emergenze, tra cui: - Terremoti - Alluvioni - Inquinamento atmosferico - Incidenti industriali - Emergenze sanitarie - Attacchi terroristici Il sistema funziona inviando un messaggio di testo ai cellulari dei cittadini che si trovano in una zona interessata da un'emergenza. Il messaggio contiene informazioni sull'emergenza, come la sua natura, la sua gravità e le raccomandazioni per la popolazione.IT-Alert è un sistema importante per la protezione dei cittadini in caso di emergenza. Il sistema consente di informare la popolazione in modo rapido e tempestivo, garantendo una risposta efficace alle emergenze. Come funziona IT-Alert IT-Alert utilizza la tecnologia mobile per inviare avvisi di emergenza alla popolazione. Il sistema si basa su una rete di celle telefoniche che copre l'intero territorio nazionale.Quando si verifica un'emergenza, il sistema invia un messaggio di testo a tutti i cellulari che si trovano in una zona interessata dall'emergenza. Il messaggio viene inviato in tempo reale, assicurando che la popolazione sia informata in modo rapido e tempestivo. Il messaggio di testo contiene informazioni sull'emergenza, come la sua natura, la sua gravità e le raccomandazioni per la popolazione. Le raccomandazioni possono includere istruzioni su come evacuare un'area, come proteggersi da un'esposizione tossica o come prestare soccorso alle persone ferite. Benefici di IT-Alert IT-Alert offre una serie di benefici alla popolazione, tra cui: - Informazione rapida e tempestiva in caso di emergenza - Assicurazione di una risposta efficace alle emergenze - Riduzione del rischio di danni e vittime IT-Alert è un sistema importante per la protezione dei cittadini in caso di emergenza. Il sistema consente di informare la popolazione in modo rapido e tempestivo, garantendo una risposta efficace alle emergenze. Critiche IT-Alert è un sistema innovativo che offre numerosi benefici alla popolazione. Tuttavia, il sistema è stato anche oggetto di alcune critiche Ad esempio, una critica riguarda la privacy dei cittadini. Il sistema utilizza la tecnologia mobile per inviare avvisi di emergenza, il che significa che i dati di geolocalizzazione dei cittadini potrebbero essere raccolti e utilizzati senza il loro consenso. Nonostante ciò, IT-Alert è un sistema di allarme pubblico che offre numerosi benefici alla popolazione. Il sistema consente di informare la popolazione in modo rapido e tempestivo, garantendo una risposta efficace alle emergenze. Tuttavia, il sistema è stato anche oggetto di alcune critiche, che dovranno essere affrontate per garantire il corretto utilizzo del sistema. Possibili sviluppi futuri IT-Alert è un sistema ancora in fase di sviluppo. In futuro, il sistema potrebbe essere integrato con altri sistemi di allarme pubblico, come i sistemi di sirene. Inoltre, il sistema potrebbe essere utilizzato per fornire informazioni più dettagliate sulle emergenze, come mappe e immagini. Read the full article
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