#Il tempo degli angeli
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notebook91286 · 2 years ago
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lunamagicablu · 4 months ago
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I gatti non sono soltanto degli ottimi “coinquilini” o angeli a quattro zampe, sono anche dei veri e propri piccoli maestri di vita: ecco 10 lezioni di vita preziose che potrà insegnarti il tuo gatto… 1. Rispettati, sei un essere libero 2. Abbi sempre cura di te 3. Dai la tua fiducia soltanto a chi cammina al tuo fianco 4. Non perdere mai il tuo pizzico di follia 5. Sii fiero/a di essere al mondo: non vergognarti della tua Bellezza 6. Se qualcosa non ti piace, lascialo lì dov’è 7. Fai ciò che vuoi, non ciò che gli altri si aspettano da te 8. Dedica un po’ di tempo al silenzio, è la chiave della saggezza 9. Il tuo istinto è prezioso, non perderlo mai! 10. Lascia sempre una porta aperta (e decidi con calma se attraversarla oppure no) Sandra “Eshewa” Saporito art by_maxasabin *********************** Cats are not only excellent “roommates” or four-legged angels, they are also real little life teachers: here are 10 precious life lessons that your cat can teach you… 1. Respect yourself, you are a free being 2. Always take care of yourself 3. Trust only those who walk by your side 4. Never lose your touch of madness 5. Be proud of being in the world: don’t be ashamed of your Beauty 6. If you don’t like something, leave it where it is 7. Do what you want, not what others expect of you 8. Dedicate some time to silence, it is the key to wisdom 9. Your instinct is precious, never lose it! 10. Always leave a door open (and decide calmly whether to go through it or not) Sandra “Eshewa” Saporito art by_maxasabin 
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alephsblog · 3 months ago
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Ecco quindi che si può uscire dal circolo vizioso tracciato dal Paradosso di Popper: l’intolleranza verso gli intolleranti non ci rende eguali a loro, anzi, è proprio per mantenere questa differenza che occorre liberarsi a volte degli idealismi astratti per fare un bagno nel buon senso, scegliendo anche di sporcarsi le mani pur di preservare il nostro sistema di valori: che non sarà il meglio concepibile come disse Churchill, ma che di certo è quanto di meglio finora concepito.
Per questo occorre passare dalla Democrazia resiliente alla Democrazia combattente: perché si può combattere per dei dogmi ma non si può combattere con i dogmi a meno di non volere fare la fine dei teologi di Bisanzio, ostinati a discettare del sesso degli angeli con i turchi accampati alle mura della città.
In questa fase storica siamo davanti ad una scelta: quella tra la Democrazia, che è una forma imperfetta di libertà ed il totalitarismo che è una forma perfetta di oppressione.
Non dovrebbe essere una scelta difficile, a rigor di buon senso, ma occorre accettare di sospendere gli idealismi del tempo di pace per il realismo del tempo di guerra.
La Democrazia è un bene prezioso. Talmente prezioso che a volte tocca difenderla anche da sé stessa.
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colonna-durruti · 21 days ago
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Lo stupro di Franca Rame: fascisti, carabinieri e "una volontà superiore".
Il 9 marzo 1973 Franca Rame fu sequestrata da cinque uomini, costretta a salire su un furgone all’interno della quale fu torturata e violentata. Come si sa, Franca è riuscita a raccontare la violenza subita in un monologo intitolato appunto “Lo stupro”, che inserì nello spettacolo “Tutta casa, letto e chiesa”. Per molto tempo, Franca raccontò di essersi ispirata ad un episodio di cronaca, non rivelando di essere stata lei stessa la vittima dello stupro.
La sera del 9 marzo 1973, alla notizia dell’avvenuto stupro, qualcuno a Milano gioì: era il generale Palumbo, comandante della divisione Pastrengo. «La notizia dello stupro della Rame in caserma fu accolta con euforia, il comandante era festante come se avesse fatto una bella operazione di servizio. Anzi, di più…», secondo la testimonianza di Nicolò Bozzo, che sarebbe diventato stretto collaboratore di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e che all’epoca era in servizio alla Pastrengo:
«Arrivò la notizia del sequestro e dello stupro di Franca Rame. Per me fu un colpo, lo vissi come una sconfitta della giustizia. Ma tra i miei superiori ci fu chi reagì in modo esattamente opposto. Era tutto contento. “Era ora”, diceva. […] Era il più alto in grado: il comandante della “Pastrengo”, il generale Giovanni Battista Palumbo. […] Allora io vissi quella reazione di Palumbo solo come una manifestazione di cattivo gusto. Credevo che il generale fosse piacevolmente sorpreso della notizia, nulla di più. D’altronde Palumbo era un personaggio particolare, era stato nella Repubblica Sociale, poi era passato con i partigiani appena prima della Liberazione. Non faceva mistero delle sue idee di destra. E alla “Pastrengo”, sotto il suo comando, circolavano personaggi dell’estrema destra, erano di casa quelli della “maggioranza silenziosa” come l’avvocato Degli Occhi» [qui].
Nel 1981, il nome del generale Palumbo fu trovato all’interno dell’elenco degli iscritti alla Loggia P2, assieme a due alti ufficiali dell’Arma. Secondo Bozzo, «il comandante generale [dell’Arma dei carabinieri] era il generale Mino. Basta leggere la relazione di maggioranza della commissione d’inchiesta sulla P2 per capire perché non si accorgesse di nulla. Lui non era negli elenchi, ma la commissione lo dava come organico».
Nel 1987-88 due fascisti, Angelo Izzo e Biagio Pitaresi, rivelano al giudice Salvini che a compiere lo stupro fu una squadraccia neofascista, e soprattutto che l’ordine di “punire” Franca Rame con lo stupro venne dall’Arma dei Carabinieri. Si legge nell’ordinanza di rinvio a giudizio dell’inchiesta sull’eversione neofascista degli anni Settanta:
«Pitarresi ha fatto il nome dei camerati stupratori: Angelo Angeli e, con lui, “un certo Muller” e “un certo Patrizio”. Neofascisti coinvolti in traffici d’armi, doppiogiochisti che agivano come agenti provocatori negli ambienti di sinistra e informavano i carabinieri, balordi in contatto con la mala. Fu proprio in quella terra di nessuno dove negli Anni 70 s’incontravano apparati dello Stato e terroristi che nacque la decisione di colpire la compagna di Dario Fo. Ha detto Pitarresi: “L’azione contro Franca Rame fu ispirata da alcuni carabinieri della Divisione Pastrengo. Angeli ed io eravamo da tempo in contatto col comando dell’Arma» [qui].
A supportare la testimonianza dei due “pentiti”, un appunto dell’ex dirigente dei Servizi Gianadelio Maletti che racconta di un violento alterco tra il generale Giovanni Battista Palumbo e Vito Miceli, futuro capo del servizio segreto: «Il primo, si leggeva nella nota di Maletti, durante la lite aveva rinfacciato al secondo “l’azione contro Franca Rame”».
Nel 1973 il capo del governo in carica era Giulio Andreotti, con una maggioranza di centro-destra il cui scopo, secondo quanto si legge nel Memoriale Moro, era di «deviare, per sempre, le forze popolari nell’accesso alla vita dello Stato». Il ministro della Difesa era Mario Tanassi, quello dell’Interno Mariano Rumor.
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schizografia · 21 days ago
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Allegoria della politica
Siamo tutti all’inferno, ma alcuni sembrano pensare che non ci sia qui altro da fare che studiare e descrivere minuziosamente i diavoli, il loro orrido aspetto, i loro feroci comportamenti, le loro infide trame. Forse si illudono in questo modo di poter scampare all’inferno e non si rendono conto che ciò che li occupa interamente non è che la peggiore delle pene che i diavoli hanno escogitato per tormentarli. Come il contadino della parabola kafkiana, essi non fanno che contare le pulci sul bavero del guardiano. Va da sé che nemmeno sono nel giusto coloro che all’inferno passano invece il loro tempo a descrivere gli angeli del paradiso – anche questa è una pena, in apparenza meno crudele, ma non meno odiosa dell’altra.
La vera politica sta tra queste due pene. Essa comincia innanzitutto col sapere dove ci troviamo e che non ci è dato sfuggire così facilmente alla macchina infernale che ci circonda. Dei demoni e degli angeli sappiamo quello che c’è da sapere, ma sappiamo anche che è con una fallace immaginazione del paradiso che è stato costruito l’inferno e che a ogni consolidamento delle mura dell’Eden fa riscontro un approfondimento dell’abisso della Gehenna. Del bene conosciamo poco e non è un tema che possiamo approfondire; del male sappiamo soltanto che siamo stati noi stessi a costruire la macchina infernale con cui ci tormentiamo. Forse una scienza del bene e del male non è mai esistita e comunque qui e ora non c’interessa. La vera conoscenza non è una scienza – è, piuttosto, un via di uscita. Ed è possibile che questa coincida oggi con una tenace, lucida, svelta resistenza sul posto.
Giorgio Agamben, 8 marzo 2025
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libero-de-mente · 1 month ago
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Periodo
Se l'esistenza della Terra è suddivisa in ere, quella della vita umana su di essa è periodizzata in epoche. La vita di un singolo essere umano, invece, è suddiviso in periodi. Qual è il periodo che state vivendo ora? Il mio è un periodo fatto di bassi e bassi. Di quelli in cui sono alla frutta, sapendo che dopo la frutta c'è il caffè che aumenterebbe il mio stato ansioso. Allora potrei optare per l'amaro, che è amaro appunto. Come la vita.
Questo è il periodo in cui, per l'età anagrafica raggiunta, in silenzio faccio comunque delle considerazioni. Anzi, in realtà sono un tirare le somme, magari per qualcuno potrebbe sembrare prematuro, ma i "totali parziali" mi sono sempre serviti per analizzare l'andazzo delle operazioni che valuto per lavoro. Così lo faccio nella vita. Sono in quel periodo in cui il "senno di poi" la fa da padrone. Certo, si potrebbe obiettare che nessuno ha la sfera magica che prevede il futuro, però tutti questi "dopo" che arrivano e ti spiegano in maniera diretta il "prima", in successione come un treno merci lunghissimo, sono colpi a ripetizione fanno anche male. Come se fossi un canguro, chiuso in una stanza dal soffitto bassissimo.
Per cercare di trovare un po' di conforto mi ripeto che è solo un periodo. Anche se dura da quando sono nato è solo un periodo. Secondo me quando sono nato, proprio in quell'istante, in paradiso c'era uno sciopero sindacale degli angeli custodi. Indetto dalla CACA, Confederazione Angeli Custodi Alcolisti. E in quei momenti caotici, nella confusione totale, si dimenticarono di me. Non ebbi manco un angelo custode d'ufficio.
Così, a un certo punto della mia vita, decisi di nominare come mio angelo custode Fonzie. Poi crescendo e maturando come uomo optai per mio padre.Durò poco poiché mio padre morì di lì a poco, così tornai a Fonzie. Anche se la tentazione dei puntare su Hercule Poirot fu abbastanza forte.
Una cosa che imparai da subito, senza il senno di poi, fu che le cadute fanno male. Forse è per questo che sono sempre stato abbastanza terra-terra, cadendo da quella altezza il pericolo di farmi molto male era ridotto al lumicino. Ma come sempre, nella vita di chiunque, arriva qualcosa che scompiglia i piani. Così a volte mi sono trovato a volare alto, è inutile dirvi che le cadute successive furono davvero dolorose, ma questo mi fece comprendere una cosa. Avevo le ali, potevo volare. Ergo io sono il mio vero e unico angelo custode. Quindi da qualche tempo a questa parte mi custodisco, sono in custodia presso me stesso. Figo.
Così, per concludere, se questo periodo è fatto di alti e di bassi io vorrei essere medio, così non mi calcolerà nessuno. Imparare dal mio gatto, Leo, come quando rimane immobile aspettando qualcosa, un qualcosa che forse mai accadrà, ma che nel frattempo si fa beffe del tempo che passa. Dai, come angelo custode di me stesso non sono poi malaccio.
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evolia7 · 6 months ago
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Maria Valtorta – Quaderni 1945-50 - 20 gennaio 1946: Anima mia, comprendi come nacque il Male? Dalla volontà libera, e rispettata tale da Dio, di uno che non era “tutto amore”.
Mentre lavoro d’ago, contemplo mentalmente la figura morale di Gesù Cristo. Penso che se potessi avere un quadro dipinto di Lui, secondo le mie indicazioni e perciò il più vicino possibile a quale era il suo Ss. Volto d’Uomo, vorrei fargli scrivere sotto una frase che fosse “tutto” ciò che era Gesù di Nazaret. Penso a “Venite a Me”, a “Io sono la Via – Verità – Vita”, a “Sono Io, non temete”. Ma sento che non è ancora ciò che l’anima mia vuole per indicare “il Cristo”.
S. Azaria mi parla:
«Gesù è il Compendio dell’amore dei Tre. Gesù è il Compendio di ciò che è la Ss. Trinità e Unità di Dio. È la Perfezione dei Tre compendiata in Uno solo. È l’infinita, multiforme Perfezione compendiata in Gesù. Un abisso di Perfezione davanti al quale si prostrano adorando le milizie celesti e le beate moltitudini del Paradiso. Un abisso di Amore che poté essere, e può essere, compreso e accettato solo da coloro che posseggono amore.
Onde qui si spiega come poté divenire Spirito del Male l’arcangelo che era spirito benigno e santo. Ma non santo al punto da esser tutto amore. È la misura dell’amore, che uno ha in sé, che dà la misura della sua perfezione e della sua refrattarietà ad ogni corruzione. Quando l’amore è completo, nulla più può entrare a corrompere. La molecola che non ama è breccia facile per l’infiltrarsi dei primi elementi che non sono amore. Ed essi sforzano, allargano e allagano e sommergono gli elementi buoni, fino ad ucciderli. Lucifero aveva una incompleta misura d’amore. Il compiacimento di sé occupava uno spazio in lui, uno spazio in cui non poteva essere amore. E fu la breccia per la quale entrò, rovinosa, la sua depravazione. Non poté, per essa, comprendere ed accettare il Cristo-Amore, Compendio dell’infinito, unico, trino Amore. E che al giorno attuale più sia vasta l’eresia che nega l’Umanità Divina della Seconda Persona e fa di Lui un semplice uomo buono e saggio, si spiega facilmente con questa chiave: la mancanza di amore nel cuore umano, l’incapacità di amore, la povertà del possesso d’amore.
Osserva, anima mia, che, sia nel tempo di Cristo come poi nella sua èra, due furono sempre i punti in cui più si impuntò l’intelletto protervo dell’uomo che non può credere se non è umile e se non è amoroso: che il Cristo fosse Dio e Uomo e facente azioni unicamente spirituali e per le quali fu odiato anche dai suoi più intimi e perciò tradito, e che abbia creato il Sacramento dell’Amore. Allora, ora, sempre, i “senza amore” ereticamente dissero e diranno che Dio non può essere in Gesù e che Gesù non può essere nella Ss. adorabile Eucarestia.
Perciò, anima mia, se avessi a fare scrivere una parola sotto l’effigie dell’Uomo-Dio, dovresti fare scrivere: “Io sono il Compendio dell’Amore”.»
E S. Azaria tace, adorando.
Che pace! Che pace in me, che luce, che sensazione di benessere mentale, di un pensiero che si acquieta per una risposta che lo persuade totalmente, si fanno durante e dopo la lezione angelica! Col mio tesoro chiudo il quaderno e torno al lavoro manuale mentre la mente contempla, appagata, la lezione avuta.
Rileggo più tardi, medito e mi impunto sulla frase: “Lucifero non santo al punto da essere tutto amore”. Nel concetto sublime che ho io degli angeli non riesco a capire come uno spirito quale è lo spirito che è angelo abbia potuto avere manchevolezze. È sempre stato un invincibile stupore il mio davanti al peccato degli angeli! E mai nessuno mi ha dato una spiegazione che mi persuadesse del come degli esseri spirituali, creati dal Volere perfetto di Dio, in un creato dal quale mancava l’elemento “Male” che ancora non si era formato, contemplanti l’eterna Perfezione, e quella sola, abbiano potuto peccare. Ora la frase: “…non santo da essere tutto amore” mi arresta, suscitando di nuovo il mio: “Come poté essere ciò?”.
S. Azaria mi dice:
«Gli angeli sono superiori agli uomini. Dico “uomini” per dire gli esseri così chiamati, composti di materia e di spirito. Allora siamo superiori noi, tutto spirito. Ma ricorda che quando nell’uomo vive la Grazia e circola il Sangue del Mistico Corpo il cui capo è Cristo, mentre i sette Sacramenti lo corroborano dalla nascita alla morte, per ogni stato e per ogni fase della vita, allora in voi, “templi vivi del Signore”, noi vediamo il Signore e adoriamo Egli in voi, e allora voi siete superiori a noi, “altri Cristi” siete, e avete ciò che è detto “Pane degli angeli” ma solo degli uomini è Pane. Mistica, insaziata fame d’Eucarestia che è in noi e che ci fa stringere a voi, quando di Essa vi nutrite, per sentire la fragranza divina di questo Cibo perfetto!
Ma, per tornare al punto iniziale, ti dico che negli angeli, diversi in natura e perfezione a voi, vi è, come in voi, libertà di volere. Dio nulla ha creato di schiavo. In origine nel Creato non era che Ordine. Ma l’Ordine non esclude la libertà. Anzi nell’Ordine è perfetta libertà. Nell’ordine non è neppure, ad essere costrittrice, la paura di un’invasione, di un’intrusione, di un’anarchia di altre volontà che possano produrre collisioni e rovine penetrando nell’orbita e nella traiettoria di altri esseri o cose create. Così era l’Universo tutto, prima che Lucifero abusasse della sua libertà e con volontà propria mettesse in sé disordine di passioni per creare disordine nell’Ordine perfetto. Se fosse stato tutto amore, non avrebbe avuto posto in sé per altro che non fosse amore. Invece ebbe posto per la superbia che potrebbe dirsi: il disordine dell’intelletto.
Dio avrebbe potuto impedire questo fatto? Sì. Ma perché violentare la volontà libera del bellissimo, intelligentissimo arcangelo? Non avrebbe allora Lui stesso, il Giustissimo, messo disordine nell’ordinato suo Pensiero, non più volendo ciò che prima aveva voluto, ossia la libertà dell’arcangelo? Dio non oppresse lo spirito turbato per metterlo con violenza nella impossibilità di peccare. Il suo non peccare non avrebbe avuto allora nessun merito. Anche per noi fu necessario il “saper volere il Bene” per continuare a meritare di godere la vista di Dio, Beatitudine infinita!
Dio, come aveva voluto al suo fianco nelle prime operazioni creative l’arcangelo sublime, e lo volle cognito del futuro della Creazione d’amore, così lo volle cognito dell’adorabile e dolorosa necessità che il suo peccato avrebbe imposto a Dio: l’Incarnazione e Morte di un Dio per controbilanciare la rovina del Peccato che si sarebbe creato se Lucifero non avesse vinto la superbia in se stesso. L’Amore non poteva che parlare questo linguaggio. Il primo annichilimento di Dio è in questo atto di voler piegare dolcemente il superbo, supplicandolo quasi, con la visione di ciò che la sua superbia avrebbe imposto a Dio, a non peccare, per portare altri a peccare.
Era atto di amore. Lucifero, già insatanassato, lo prese per paura, debolezza e affronto, per dichiarazione di guerra; e guerra mosse contro il Perfettissimo dicendo: “Tu sei? Io pure sono. Ciò che Tu hai fatto, per me l’hai fatto. Non c’è Dio. E se un Dio c’è, io sono. Io mi adoro. Io ti abborro. Io mi rifiuto di riconoscere chi non mi sa vincere per mio Signore. Non mi dovevi creare così perfetto se non volevi rivali. Ora io sono e ti sono contro. Vincimi, se puoi. Ma non ti temo. Io pure creerò; e per me tremerà il tuo Creato perché io lo scrollerò come brandello di nuvola presa dai venti, perché ti odio e voglio distruggere ciò che è tuo per creare sulle rovine ciò che sarà mio. Non conosco e non riconosco nessun’altra potenza all’infuori di me. E non adoro più, non adoro più, non adoro più altro che me stesso”.
Veramente allora nel Creato, in tutto il Creato, dall’imo al profondo, fu una convulsione orrenda per l’orrore delle sacrileghe parole. Una convulsione quale non sarà alla fine del Creato. E nacque da essa l’Inferno, il regno dell’Odio.
Anima mia, comprendi come nacque il Male? Dalla volontà libera, e rispettata tale da Dio, di uno che non era “tutto amore”. E credi che, su ogni colpa che d’allora è commessa, è questo giudizio: “Qui non è tutto amore”. L’amore completo interdice il peccare. E senza sforzo. Non fatica, chi ama, a raggiungere la giustizia! L’amore lo porta alto sopra tutti i fanghi e i pericoli, e lo purifica d’attimo in attimo delle imperfezioni appena apparenti che ancora ci sono nell’ultimo grado della santità consumata, in quello stato in cui lo spirito è così progredito da essere veramente re, già unito con spirituale connubbio al suo Signore, godendo di un sol grado meno ciò che è la vita dei beati in Cielo, tanto Dio si dona e si svela al suo figlio benedetto.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo.»
Fonte:
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gregor-samsung · 1 year ago
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" Serena ci lascia sempre guardare il notiziario. Dobbiamo prenderlo per quello che vale, chissà se è vero in ogni sua parte? Potrebbe trattarsi di vecchio materiale di repertorio, potrebbe essere falso. Ma lo guardo comunque, sperando di essere in grado di leggere tra le righe. Qualsiasi notizia, ora, è meglio di niente. Notizie dalla prima linea. In realtà non c'è una prima linea, pare che la guerra divampi in molti punti contemporaneamente. Colli coperti di boschi, visti dall'alto, alberi di un orribile giallo. Almeno sistemasse il colore. I monti Appalachi, dice la voce del commentatore dove gli Angeli dell'Apocalisse, Quarta Divisione, stanno snidando col fumo una sacca di guerriglieri battisti, con il sostegno aereo del Ventunesimo Battaglione degli Angeli della Luce. Ci vengono mostrati due elicotteri, neri con ali argentee dipinte sui fianchi. Sotto di questi, esplode un gruppo di alberi. Appare il primo piano di un prigioniero, la faccia sporca e ispida, tra due Angeli, nelle loro perfette uniformi nere. Il prigioniero accetta una sigaretta da uno degli Angeli, se la porta impacciato alle labbra con le mani incatenate. Fa un sorriso sbilenco. L'annunciatore dice qualcosa, ma non riesco a sentirlo: guardo gli occhi di quest'uomo, tentando di capire che cosa stia pensando. Lui sa che la macchina da presa è su di lui: quel sorriso è un atto di sfida, di sottomissione o esprime solo il disagio di chi non sa che atteggiamento prendere? Ci mostrano solo vittorie, mai sconfitte. Chi vuole cattive notizie? Forse è un attore.
Adesso compare sul video il commentatore. I suoi modi sono garbati, paterni; ci fissa dallo schermo con la sua carnagione abbronzata, i capelli bianchi, lo sguardo candido, sagge rughe qua e là, come il nonno ideale di tutti noi. Quanto ci sta dicendo, implica il suo sorriso sereno, è per il nostro bene. Presto tutto andrà a posto. Lo prometto. Ci sarà la pace. Dovete aver fiducia. Dovete andare a dormire, come bravi bambini. Ci dice ciò cui vogliamo credere. È molto convincente. Cerco di resistergli. È come una vecchia star del cinema, mi dico, coi denti falsi e una faccia stereotipata. Nello stesso tempo mi sento attratta da lui, come ipnotizzata. Se solo fosse vero. Se solo potessi credere. "
Margaret Atwood, Il racconto dell'ancella, traduzione di Camillo Pennati, Ponte alle Grazie, 2019², pp. 112-113.
[Edizione originale: The Handmaid's Tale, McClelland and Stewart, 1985]
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talonabraxas · 2 years ago
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La missione dei Mayans Galacticos ha origine dalle stelle. I diversi sistemi stellari comprendono una federazione integrale. Questa missione è iniziata molto tempo fa (per gli standard terrestri) ed è ancorata alle Pleiadi con diversi punti di partenza, tra cui Arturo, Antares e Sirio. Le Pleiadi sono anche conosciute come "l'ancora luminosa", che come il nostro sistema solare ruota intorno ad Alción (il Gran Sol Centrale), la stella principale delle Pleiadi, in un ciclo di 26.000 anni. La missione è multidimensionale, anche se con un'enfasi particolare sul settore Velatropa. Questa regione della nostra galassia è definita dalla pulsar Vela, situata nel braccio di Orione di quella che chiamiamo galassia della Via Lattea, più specificamente vlatropa 24: il nome in codice intergalattico del nostro Sole, Kinich Ahau. Il nostro sistema solare si trova al centro di un'area di 6.000 anni luce di diametro definita dalla pulsar Vela (V), un residuo di una supernova ad una velocità incredibile. Una pulsar è uno stato avanzato tardivo evoluto di quella che una volta era una supernova. Ricorda che Vela è solo un piccolo (ma potente) "microbo" nella galassia. Questa missione ha come oggetto la supervisione del sistema planetario Velatropa 24, con particolare attenzione sui cinque pianeti interni: Mercurio, Venere, Terra, Marte e Maldek (ora cintura di Asteroidi). La Sonda di Arturo descrive come questa zona di Velatropa 24, inclusa la Terra (Velatropa 24.3), sia diventata la zona di quarantena della libera volontà. Questa è anche l'area di un programma di sviluppo noto come "la caduta" 0 "peccato originale". Era conosciuto da esseri provenienti da altre parti diverse del sistema galattico, che all'interno della zona di quarantena della libera volontà ci sarebbe stato un processo di apprendimento che avrebbe focalizzato i rifiuti karmici di molti sistemi di mondi in una struttura che, inevitabilmente, avrebbe raggiunto un punto in cui il processo non sarebbe potuto andare oltre l'intero sistema di Kinich Ahau. Una volta messo in quarantena il problema nel settore Velatropa, gli "angeli custodi" potevano tenerlo d'occhio e con l’avvicinarsi dell'ora indicata, avrebbero aumentato la sorveglianza. Perché è necessario questo? Nel processo di evoluzione di questo sistema stellare, il pianeta Terra (V. 24.3) si è allontanato dalla frequenza del tempo naturale che funziona nel resto della vita nell'universo. La ragione per quella che è conosciuta come la civiltà dei Mayans e il sistema di astronomia e calendari matematici dei Mayans era aiutare a ristabilire il giusto corso del tempo sulla Terra. La matematica Mayans è il gioiello di questo sistema di conoscenza galattico portato sul nostro pianeta. L'Alto Mano di Sirio ha iniziato ad assistere a questa marcia degli eventi comprendendo la battaglia disputata nella mente umana collettiva. Un rimedio noto come l'Incantesimo del Sogno è stato inviato da Sirio attraverso il campo di forza di Arturo per aiutare gli esseri umani ad attraversare le dimensioni e riallinearsi con il loro destino dimensionale. I codici dell'Incantesimo del Sogno trasmessi a José Argüelles/Valum Votan descrivono in realtà il registro armonico dei movimenti per la stabilizzazione del sistema di Kinich Ahau (Sol o V. 24). I registri armonici delle orbite planetarie rispetto alle altre creano nel tempo cicli di sincronizzazione chiamati "Incantesimi del sogno" - il codice specifico dell'Incantesimo del sogno per questo tempo è noto come la nave del Tempo Terra. I codici matematici per la ristrumentazione della specie umana secondo una frequenza di tempo galattico/armonico. Questi codici sono stati ridotti al formato pratico del calendario di 13 lune e 28 giorni (sincronari) e si basano sui cicli di Sirio. Tutto questo fa parte della missione Maya Galactica. I Maya Galacticos sono navigatori e cartografi planetari del grande campo psichico terrestre, del sistema solare e oltre la galassia. Ciò significa che le loro percezioni, i loro modi di conoscere e comunicazione provengono da un alto grado di sintonia telepatica con il cosmo. Il calendario dei Maya galattici non è quello che sembra. Lo scopo di questo calendario (13 lune di 28 giorni) è in definitiva assicurarsi che la Terra sia sintonizzata con il nuovo raggio galattico. Come ingegneri sincronici, i Maya Galacticos hanno prima depositato questi codici sotto forma di quella che chiamiamo civiltà Maya e poi, come nuova dispensazione planetaria, sono arrivati i codici dell'Incantesimo del Sogno. Dopo che l'Incantesimo del Sogno è stato pubblicato, molti altri regali quadri/quintidimensionali sono seguiti per definire una via terrestre verso le stelle, conosciuta come ordine sincronico (sincrono). Da un lato, l'obiettivo di questi strumenti è impedire l'autodistruzione del pianeta, dall'altro è stabilizzare la coscienza del pianeta in una risonanza cosmica con la galassia locale, in modo che questo abbia un effetto sul Sole. Mentre il sole attraversa le sue crisi interne, si crea una stabilizzazione della frequenza solare che cambia la coscienza su questo particolare pianeta. Questa è una situazione unica nella fase finale dell'esperimento nel settore Velatropa, con la stella V. 24 (il nostro sole) e V. 24.3 (pianeta Terra) come i punti di interesse centrale. Pacal Votan è il capo della squadra di ingegneria di questo esperimento”. Lamat Estrella Maya 🙏🏼 La Legge del Tempo 13:20 Raffaele Capasso 💕
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: IL GOTICO CHE NON TI ASPETTI - di Gianpiero Menniti 
L'INFINITA TRADIZIONE
In arte, la tensione verso la vita è sempre un richiamo alla fragilità dell’esistenza. La stessa rappresentazione è tentativo effimero di superamento dell’ineluttabile, anche quando la figurazione pittorica o plastica sembri voler cogliere accenti di illusoria fede metafisica, di grandezza e di fasto tendenti all’espressione eterna: è esigenza antropologica di finalismo.  Vita e morte convivono nella sensibilità dell’artista.  Anche il richiamo più potentemente prosaico al reale materico, risulta essere rappresentazione del limite invalicabile, di un buio lasciato ai margini.  Ogni rappresentazione, sia che abbia carattere sacrale che mondano o profano, lascia sullo sfondo del suo divenire visione ipostatizzata l’incertezza dell’astratto come di una domanda mai soddisfatta e sempre incombente sul significato dell’esistenza.  È per questa ragione profonda che un’opera pittorica o plastica suscita passioni inesplicabili: rappresenta il riverbero di una lacerante incertezza colta nel suo presentarsi al cospetto delle coscienze. Alla luce di queste considerazioni, porre la comparazione tra due stili d’arte non consiste solo nel rilevarne i valori iconografici, iconologici e formali emergenti: il tema si sposta più in profondità, laddove per ogni stile esiste un comune sedimento nel quale alberga la sensibilità verso quel limite oscuro.  Poi, il tempo in quanto fenomeno culturale, incide sulla figurazione (bi e tri-dimensionale) e concorre a delineare l’interpretazione delle suggestioni creative e l’uso degli strumenti di rappresentazione.  Di qui nasce lo stile che diviene tradizione quando riceve un riconoscimento di diffuso apprezzamento collettivo.  E dalla tradizione (nel suo significato etimologico di “trasmettere oltre” ) nasce la necessità di un’artificiosa classificazione nella quale “l’infinito trasmettere” si perde in improbabili cesure.  Il gotico internazionale, in origine “gotico cortese” (dal magistero di Simone Martini) e poi tardo gotico, non può essere derubricato a vaga espressione che il Rinascimento (altra visione schematica) supera confinandola nei recessi “dell’età di mezzo”: lo stile gotico è, nel suo lungo processo di maturazione intertestuale, anticipatore del Rinascimento stesso, sia nella versione italiana che in quella accostata del mondo fiammingo: nella ricerca di simmetria compositiva; nella visione della profondità come richiamo narrativo; nella tensione verso una caratterizzazione psichica nell’espressività dei gesti e dei volti; nell’accuratezza realistica dei particolari; nella varietà coloristica e nella ricercatezza luministica.
- Masolino da Panicale (1383 - 1447): "Madonna col Bambino", 1423, Galleria degli Uffizi, Firenze
- Gentile da Fabriano (1370 - 1427): "Madonna con il Bambino e angeli", tratta dal "Polittico Quaratesi", 1425, National Gallery, Londra
- Masaccio (1401 - 1428): "Madonna in trono col Bambino e quattro angeli", tratta dal "Polittico di Pisa"1426, National Gallery, Londra 
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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missfreija · 1 year ago
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title: /// (mi rifiuto di dare un titolo lol)
fandom: vampire chronicles
pairing: armand/marius
romance, fluff, venice era
Il pennello intinto di nero scorreva veloce nello spazio della tela, stretto tra le dita sottili di Marius che, in piedi tra le pieghe del suo abito ampio, dipingeva la fine dell'umanità per mano del Dio cristiano. Le sue labbra si increspavano in un guizzo di nervosismo, mentre gli occhi, ombreggiati dai capelli biondi, gli conferivano un’ espressione assorta. Tra le mura del palazzo echeggiò un lontano rimbombo di passi. “Maestro, non dovrebbe affaticarsi troppo, è da più di una settimana che non stacca le mani da quel lavoro.” Gli occhi pensosi erano mutati in pozze colme di beatitudine non appena il giovane umano dai capelli ambrati ebbe varcato la soglia. “Dovresti sapere che non ti è permesso entrare in questa stanza senza il mio consenso, Amedeo" mormoró il vampiro, accennando un lieve sorriso indulgente. Amedeo si avvicinò alla composizione con curiosità, mentre Marius si accingeva a riprendere la sua meravigliosa opera, dopo aver ripulito frettolosamente le macchie di pittura disseminate sul pallido braccio. “Che concetto si cela alla base della vostra nuova creazione?” domandò il giovane. “È scaturito da un mio sogno.” Precisò. “Devi sapere, Amedeo, che ciò che per gli umani pare molto tempo, dal calar del sole al sorger della luna, per una qualsiasi divinità equivale a meno di un secondo. Così, il sole si abbassa sulla terra sfumando di rosa aranciato il cielo e le nuvole per poi scomparire, lasciando il palcoscenico alla luna ed accendendo le costellazioni davanti agli occhi di Dio. Rifulgono i bianchi marmi dei templi nella notte, colonne scanalate dai capitelli fioriti d'acanto sostengono fregi rappresentanti imprese eroiche e miti del passato. Bassorilievi muti fissano le tenebre della terra sovrastate dalle splendenti stelle accompagnate dal chiaro volto di Proserpina. E un soffio da oriente, vento ormai debole, adagia una corona intrecciata di fiori, in via di appassire, sulla gradinata di fronte all'alta ed imponente statua del Cristo. Io mi trovavo in questo scenario e piangevo, come morte, persone ancora in vita, guardando l'oro delle nuove città bagnarsi del sangue causato dalle guerre e i cadaveri dei morti venir risucchiati nel regno degli inferi, ove si nasconde il più profondo male dell'uomo, nutrimento demoniaco o forma del demonio stesso. Mi trovavo, in questa illusoria macchinazione febbrile, proprio nel cuore della strage, dove gli arcangeli sterminavano le creazioni dell’umanità. Desideravo scomparire, chiudere gli occhi e tornare a dipingere: illuminare il cielo nella raffigurazione per cancellare la notte che tentava invano di rammentarmi tele e dipinti passati, mai dimenticati nel mio cuore.” Il signore del palazzo veneziano sorrise amaramente, posò il pennello e premette una mano sulla schiena di Amedeo, attonito, in un invito a precederlo. Si avviarono lungo un buio porticato che si affacciava sul cortile. Gocce di pittura nera rigavano i volti di cento angeli nel cielo al tramonto.
Marius entrò nella stanza e i suoi occhi non ebbero bisogno di attendere qualche istante per abituarsi alla nuova atmosfera dalla scarsa luminosità. Il tenue bagliore sprigionato dalle poche candele sul tavolo era più che sufficiente per illuminare il suo mondo circostante. Pian piano andò notando la radiosa ed armoniosa figura che rimaneva semi sdraiata sull'ampio letto dai cuscini di prezioso velluto. Era abbastanza longilinea e sorrideva verso il vampiro, il ritratto della paziente attesa. La pelle chiara rifletteva la luce soffusa delle candele che sprigionavano profumi delicati di spezie e di sandalo, le gambe distese sui soffici cuscini erano leggermente piegate per dare una postura eretta al bacino. Marius mosse un passo verso l'oggetto del suo desiderio. Un sottile velo di seta, che copriva le spalle del giovane ucraino, era scivolato lentamente di lato nascondendo in parte i capezzoli che risaltavano più scuri nella sua trasparenza. Un braccio in tensione, il sinistro, reggeva il busto affondando la mano tra i cuscini mentre l'altro si scaricava rilassato su di un fianco mostrando l'avambraccio. Il giovane portava al dito un onice di piccole dimensioni. Lo sguardo limpido di Amedeo pareva ebbro di gioia, le sue palpebre inondate di una misteriosa polvere dorata che scuriva il contorno dell' occhio dando un' apparenza di intensa profondità. Le mani statuarie sul suo bacino fecero perdere l'equilibrio a quella postura precaria; il suo corpo si distese sui cuscini e la pelle fremette a quel contatto, bramando una connessione più penetrante e appagante. Il capo era reclinato sulla spalla sinistra, gli occhi ora semichiusi e ombreggiati dalle ciglia scure. ''Siete finalmente tornato, Maestro'' mormorò il cherubino. Quell'amore rendeva completa e significativa tutta la sua esistenza di giovane ragazzo umano, e Marius in qualche modo lo sapeva. Posó baci morbidi come petali sulle gote e sui capelli di Amedeo, con immensa gentilezza mentre il giovane si metteva a sedere e reclinava il capo in avanti per accogliere quel gesto, lottando contro le lacrime che minacciavano di rigargli le guance e contro l'emozione che gli serrava la gola. Le sue mani cercarono il petto ricoperto dalla tunica di Marius. Era troppo forte il desiderio di far scorrere le labbra sulla pelle marmorea del suo signore, in una scia di baci adoranti. Le labbra rosee si socchiusero in un respiro più profondo degli altri; il giovane alzò la testa con un movimento quasi felino, trascinante, e incontrò lo sguardo di Marius. Le iridi brune simili a granato parevano celare arcani antichi ed impenetrabili. Il potere insito in quello sguardo lo sopraffece. Armand serrò gli occhi al socchiudersi delle labbra fredde sulle proprie, baciando con trasporto il suo signore. Sotto il peso del corpo del vampiro, l'umano alzò involontariamente una gamba e la seta strusciò contro il suo fianco. La mano destra di Amedeo corse a sistemare una ciocca dei capelli chiari del maestro dietro l'orecchio; erano setosi e parevano vivi, sciogliendosi fino alle spalle in una morbida cascata color miele. Le sue labbra lasciarono intravedere visibili per un attimo i bianchi denti in un sorriso, la lingua rossa per un istante passò ad inumidire il labbro superiore, ma fu fermata, come animale intrappolato, tra canini aguzzi. Marius scoprì le parti nascoste di quel corpo che aveva imparato a conoscere; con adorazione, passò le dita tra i capelli profumati che giacevano sparsi sulla superficie morbida delle lenzuola. ''Esprimi i tuoi desideri, Amedeo''
Marius parlò con inflessione melodiosa, quasi vibrante, e con una punta di decisione nel tono, ma parve infinitamente dolce alle orecchie rapite di Amedeo. Gli attimi di felicità che aveva condiviso con lo scomparso Andrei gli restarono nei ricordi.
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francescacammisa1 · 8 months ago
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Ma alcune parole sembrano opporsi al suo potere distruttivo, è così strano, certo si corrodono, diventano un po’ più opache, eppure resistono e conservano in loro vite da lungo trascorse, conservano il battito di cuori scomparsi, l'eco di una voce infantile, antichi baci. Alcune parole sono come bozzoli nel tempo, e racchiudono forse il ricordo di te.
Jón Kalman Stefánsson - La tristezza degli Angeli
Ph Helmut Newton 
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lunamagicablu · 7 months ago
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“Non godrai del mondo nel modo giusto finché non saprai vedere come un granello di sabbia mostri il potere e la sapienza di Dio e finché non apprezzerai in tutte le cose il servizio che esse ti fanno manifestando la Sua gloria e la Sua bontà alla tua anima […]. Il tuo godimento del mondo non sarà mai giusto finché […] non guarderai i cieli, la terra e l’aria come gioie celestiali, avendo una reverente stima per tutto ciò, come se tu fossi tra gli angeli. […] Non godrai mai in modo giusto del mondo finché il mare stesso non scorrerà nelle tue vene, finché non ti sentirai vestito con i cieli e incoronato con le stelle, e finché non concepirai te stesso come il solo erede del mondo intero, e finché non penserai che ogni altro uomo è un erede come te. […] Finché il tuo spirito non si riempirà del mondo intero e le stelle non saranno i tuoi gioielli; […] finché non avrai intimamente conosciuto quell’oscuro nulla da cui il mondo è venuto […]: non potrai mai godere del mondo. Finché non imparerai a sentire qualcosa di più della tua privata condizione e finché non sarai più presente nel mondo, considerandone tutte le glorie e le bellezze, che nella tua stessa casa; finché non ti ricorderai come sei stato fatto di recente e come è stato meraviglioso quando sei entrato nel tempo; e finché non ti rallegrerai nel palazzo della tua gloria come se esso fosse stato fatto soltanto questa mattina. […] Il mondo è uno specchio d’infinita bellezza, ma gli uomini non lo vedono. È un tempio di maestà, ma gli uomini non lo guardano. È una regione di luce e di pace, ma gli uomini lo turbano. È il Paradiso di Dio. E lo è più per l’uomo caduto di quanto lo fosse prima. È la sede degli angeli e la porta del Cielo” (Thomas Traherne) art by cosmistory777 ******************************* “You will never enjoy the world rightly until you can see how a grain of sand displays the power and wisdom of God, and until you appreciate in all things the service they do you by manifesting His glory and goodness to your soul […]. Your enjoyment of the world will never be right until […] you look upon the heavens, the earth, and the air as celestial joys, having a reverent esteem for all, as if you were among the angels. […] You will never enjoy the world rightly until the sea itself flows through your veins, until you feel yourself clothed with the heavens and crowned with the stars, and until you conceive yourself as the sole heir of the whole world, and until you think that every other man is an heir like yourself. […] Until your spirit is filled with the whole world, and the stars are your jewels; […] until you have intimately known that dark nothingness from which the world came […]: you will never enjoy the world. Until you learn to feel more than your own private condition, and until you are no more present in the world, considering all its glories and beauties, than in your own house; until you remember how lately you were made, and how wonderful it was when you entered into time; and until you rejoice in the palace of your glory as if it had been made but this morning. […] The world is a mirror of infinite beauty, but men see it not. It is a temple of majesty, but men look upon it not. It is a region of light and peace, but men trouble it. It is the Paradise of God. And more so to fallen man than it was before. It is the seat of angels, and the gate of Heaven” (Thomas Traherne) art by cosmistory777 
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autolesionistra · 2 years ago
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Di turismo e misticismo
Premessa
Quando il secondogenito aveva due anni e mezzo siamo entrati in una chiesupola montana di 35 m² (ad esser larghi). Era la prima volta che entrava in una chiesa; mentre ci guardavamo intorno abbiamo sentito canticchiare “tanti auguli attè, tanti auguli attè” e ci siamo voltati giusto in tempo per vederlo soffiare sulle candele votive spegnendone una mezza dozzina davanti agli occhi inorriditi di una vecchina devota. Già dalla prima volta, portarlo in chiesa regala sempre qualche perla inaspettata.
Prima parte
Un inedito quanto gradito interesse del piccolo per gli affreschi del (meraviglioso) palazzo Farnese di Caprarola è culminato con l’arrivo alla stanza degli angeli, nella quale siamo stati sommersi di domande tecnico-teologiche su gerarchie e poteri angelici a cui eravamo tutto sommato impreparati. Dopo un momento di silenzio che ci aveva illusi di averla sfangata, se n’è uscito con “ma sono più forti, gli angeli, i jedi o i pokemon d’acqua?”. La royal rumble culturale che non ti aspetti. Il dibattito ha tenuto banco per tutta la visita ai giardini esterni del palazzo (che sono grandini) senza arrivare ad una vera conclusione, spodestato solo alla vista di una fontana piena di lenticchie d’acqua che ha fortunatamente spostato il focus su “sembra prato, ma è acqua!”.
Seconda parte
Nel duomo di Orvieto la (meravigliosa) cappella di San Brizio ha inevitabilmente riacceso un certo interesse per angeli e dintorni. È stato particolarmente complicato spiegare il concetto di giudizio universale “ma perché gli angeli suonano la tromba?” “per annunciare la fine del mondo” “vuoi dire la fine dell’inferno, sono angeli” “no no, quella del mondo” “perché fanno finire il mondo? ma allora sono cattivi!” e così via.
Di nuovo, un attimo di quiete è stato mal interpretato come conclusione del dibattito teologico, e mentre girellavamo nei sotterranei della cattedrale è arrivato a bruciapelo un “Ma dio esiste?” una signora che stava passando a distanza d’orecchio si ferma, ci guarda e fa “Domanda impegnativa! Quasi resto per sentire la risposta.”
La mia consorte non si scompone e inizia a rispondere che alcune persone ci credono, altre no, proseguendo con un excursus sulla pacifica convivenza di credenze molto più positivista di quello che sarei stato in grado di trasmettere io. Il fatto che l’esistenza di un essere divino possa essere oggetto di dibattito scuote dal torpore il pragmatico primogenito (fanciullo di poche parole prevalentemente a causa della logorrea del fratello) che in maniera molto  tranchant-razionalista commenta “ma scusa, se una cosa esiste in qualche modo si vede e uno lo sa che esiste” inconsciamente citandomi uno dei momenti migliori di Tim Minchin e guadagnando la stima imperitura dal su’ babbo.
Non ricordo più come ma dopo qualche tempo il discorso si sposta sui reperti storici del museo del duomo e (inevitabilmente) cade sui pokemon e il piccolo decide di precisare che “i pokemon sono gli antenati dei dinosauri”. Commetto il grossolano errore di mettere in dubbio la veridicità storica di questa affermazione. Il piccolo s’incazza, ma di brutto. “Voi avete detto che se uno crede in dio va bene anche se voi non ci credete e io non devo credere che i pokemon siano gli antenati dei dinosauri! Ma se io ci voglio credere?” Attimi di smarrimento. Il ragionamento non fa una grinza. Valuto brevemente se tirare fuori la teiera di Russel. Desisto. I dinosauri da programma ministeriale si fanno in terza elementare, abbiamo ancora un annetto e mezzo prima di fare figure di merda con le maestre. “Ok, se questo è quello che vuoi credere, va bene”
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il-ferreo · 11 months ago
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Vieni...
Portami
un tuo abbraccio
ampio come un'alba
Portami
l'eterno volo degli Angeli
nel tuo passo leggero
come ali di farfalle
a rincorrersi in colori
Portami un po' di te
mentre io son sparso
come pezzi di giocattolo
sul pavimento
Portami un po' di te
in questo tempo isterico
di pioggia che cinguetta sui vetri
e di vento che rompe il silenzio
Portami un po' di te
in questo disordine di affetto
spietato come mille addii
Vieni...
vieni a respirarmi il cuore
che ho freddo nelle vene
e di cristallo il sangue
come neve addormentata...
Gio M
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Buon Compleanno comunque...
dovunque tu sia e con chi stai..
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susieporta · 2 years ago
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Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate in relazione...
Una relazione non risolverà i vostri conflitti interni, li amplificherà.
Una relazione non risolverà le vostre vecchie ferite, le renderà ancora più evidenti.
Una relazione non eliminerà le vostre paure, le rimanderà a un po’ più in là...finito il periodo della luna di miele.
Un relazione non vi aiuterà a mentire a voi stessi, porterà a galla ogni menzogna.
Una relazione non pacificherà la vostra rabbia, frustrazione e nevrosi, le farà esplodere più di prima.
Una relazione non è una specie di confort zone, ma l’esatto contrario.
Una relazione non vi aiuterà a nascondervi da voi stessi, anche se date tutta la colpa dei vostri nodi irrisolti al partner.
La relazione porterà a galla tutti i vostri lati più nascosti, tutto ciò che siete, buchi ed ombre comprese, angeli e demoni, il ladro ed il santo che è in voi.
La relazione è lo schermo sul quale proiettare tutto ciò che non volete vedere in voi stessi, e questo, fino a quando lo schermo non si dissolverà del tutto, cosa che accade a tutti prima o poi, rendendovi consci che tutto ciò che giudicavate dell’altro, in verità, appartiene a voi stessi.
La relazione ha senso solo se partite con l’idea di poter crescere assieme ad un altra persona, cosa che non è affatto una passeggiata, e questo solo quando si smette di usare la relazione per nascondersi, per continuare a dormire sonni tranquilli e non Svegliarsi mai.
“Essere o non Essere...questo è il problema.”
Tutti i bisogni infantili irrisolti, tutte le vecchie ferite, tutti i condizionamenti, superstizioni e credenze ereditate dalla società e dal sistema famigliare, generano infinite aspettative, che si tradurranno poi in proiezioni che getteremo sul partner.
E la relazione sarà tutto meno che una relazione fra esseri umani, sarà piuttosto una relazione fra schermi per i nostri proiettori, poco spazio per l’amore.
Che cos’è l’innamoramento, se uno si è guardato dentro fino in fondo, se non il credere di aver trovato lo schermo perfetto per le nostre aspettative e proiezioni?
Sonno, sogno, illusione.
E qui siamo molto lontani dall’amore...
Per amare bisogna prima svegliarsi...
Chi dorme non ama, ma vive in uno stato di sogno/illusione e proiezione...schiavo dei suoi bisogni che chiede al partner di soddisfare, completamente allucinato e molto lontano dalla realtà.
Se volete veramente vedere e capire, allora iniziate a separare l’amore dall’egoismo, dalle menzogne, dall’egocentrismo, orgoglio e vanità...provate a smettere di soddisfare le proiezioni/aspettative degli altri per un po’ di tempo e osservate le loro reazioni.
Capirete molto da tutto questo...
"Se vuoi portare a galla la vera natura di una persona, allora dagli un dito, e poi una mano, e poi il braccio, e poi ritira il tutto...e stai a vedere ciò che succede, ed osserva attentamente le sue reazioni.
In moltissimi casi potrai osservare che, la persona affabile, gentile, premurosa, paziente ed amabile, quando sei disposto a dare, si trasformerà immediatamente in una tigre violenta ed aggressiva pronta a saltarti alla gola...perché hai smesso di dare come prima.
Dai spazio, dai tempo, dai disponibilità, dai potere, e poi ritira tutto e stai a guardare.
E facile portare a galla ciò che uno nasconde al suo interno.
E quando si vedrà scoperto, ecco che inizierà la seconda parte della strategia, quella messa in atto per riuscire a riconquistare il terreno perduto: un misto di scuse, giustificazioni, razionalizzazioni, bugie, sensi di colpa proiettati, e quant'altro reputi necessario per tornare alla condizione precedente di controllo del territorio occupato."
Roberto Potocniak
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