#Complesso San Francesco
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pier-carlo-universe · 12 days ago
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Alessandria: IL COMPLESSO DI SAN FRANCESCO TORNA A VIVERE. Dal Convento al Museo, ma non solo.
L'ex complesso conventuale San Francesco (già Ospedale Militare) torna a vive con due importanti eventi che ne testimoniano il progressivo recupero funzionale ottenuto grazie ad interventi architettonici, strutturali e impiantistici.
L’ex complesso conventuale San Francesco (già Ospedale Militare) torna a vive con due importanti eventi che ne testimoniano il progressivo recupero funzionale ottenuto grazie ad interventi architettonici, strutturali e impiantistici. Giovedì 31 ottobre, nella serata più misteriosa dell’anno, nell’ambito dell’Ottobre Alessandrino, a cura di Alessandria Film Festival, in collaborazione con Museo…
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pikasus-artenews · 2 years ago
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I colori della fede a Venezia: TIZIANO, TINTORETTO, VERONESE Cinque straordinarie Pale d’Altare, capolavori di Tiziano, Tintoretto e Veronese, escono dalle chiese di Venezia per essere ammirate nel complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo.
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neapolis-neapolis · 28 days ago
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Francesco Fracanzano, Transito di San Giuseppe (1652), Chiesa della SS. Trinità, Complesso Museale dei Pellegrini, Napoli.
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🟡SANT'IVOALLA SAPIENZA, CAPOLAVORO DI BORROMINI
🔹🔸La chiesa di sant’Ivo alla Sapienza è una mirabile opera di Francesco Borromini, uno degli esempi più affascinanti del barocco a Roma. L’architetto ticinese nel 1632 era stato incaricato da papa Urbano VIII di portare a compimento il complesso dove sin dal 1497 aveva sede l’Università della Sapienza, fondata nel 1303 da Bonifacio VIII. Per Borromini si trattò, dopo la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, del primo grande incarico pubblico, e in tale mandato fu determinante la raccomandazione del grande rivale Gian Lorenzo Bernini: un atto di benevolenza che forse derivava dalla volontà – da parte dello scultore – di continuare a servirsi dell’aiuto del Borromini come formidabile collaboratore tecnico.
🔸L’università della Sapienza era stata – fin dalle sue origini – sotto il patrocinio papale. Nel 1497 Alessandro VI aveva promosso la costruzione del Palazzo, edificio che venne poi ampliato nel 1565 per volere di Pio IV su progetto di Pirro Ligorio: un complesso a quattro ali con cortile centrale a doppia esedra, incorniciato da portici a due piani con annessa la chiesa. Nel 1579 su incarico di Gregorio XIII (e poi di Sisto V) i lavori ripresero sotto la direzione di Giacomo della Porta, che eliminò una delle due esedre previste facendo in modo che un corridoio conducesse direttamente alla chiesa, divenuta punto focale dell’intera costruzione. Sotto Paolo V i lavori furono interrotti finché nel 1628-31 il nuovo papa, Urbano VIII, promosse un ulteriore rifacimento del palazzo con la nomina nel 1632 del Borromini.
🔹L’architetto costruì la chiesa di Sant’Ivo, ultimò il palazzo e infine, dal 1659 su incarico di Alessandro VII, eresse la Biblioteca Alessandrina, rievocazione della celebre biblioteca di Alessandria d’Egitto. La chiesa del Borromini doveva sostituire la cappella universitaria fondata da Leone X e accogliere anche le funzioni solenni. Mentre l’edificio progettato dal Della Porta aveva una forma circolare con cappelle molto piccole, Borromini mantenne l’impianto centrale ma ideò una forma stellare, un unicum nella storia dell’architettura e forse l’opera più bella della sua vita.
🔸La prima difficoltà fu costituita dalla necessità di intervenire nel contesto preesistente, costruito dai suoi predecessori: l’impianto del cortile era già stato completato e parte della stessa facciata concava della chiesa era stata innalzata dal Della Porta. Borromini dovette adeguarsi a questa presenza, modificandola in parte. La costruzione ebbe inizio nel 1642, quando fu posata la prima pietra, e per ultimarla furono necessari vent’anni: nel 1660 la chiesa venne consacrata e nel 1659 fu avviata la decorazione interna. La realizzazione dell’opera fu molto travagliata, sia per i continui ripensamenti del Borromini sia a causa delle innumerevoli sollecitazioni da parte della committenza.
🔹La facciata di Sant’Ivo alla Sapienza fa da sfondo al cortile ed è la continuazione delle due ali del palazzo: i due ordini di arcate del porticato proseguono infatti lungo la facciata concava trasformandosi nelle finestre al piano superiore e, al piano inferiore, nelle finestre e nel portale centrale. Dall’attico si eleva la cupola, fiancheggiata da due “torricelli” con i monti simbolo dei Chigi (la famiglia di Alessandro VII): essa è avvolta in un tamburo esalobato scandito da lesene, a sua volta sormontato da una scalinata di dodici gradoni, al cui interno si trova la calotta: una struttura che ricorda – per l’idea del tamburo e il ricorso ai gradoni – la struttura del vicino Pantheon.
🔸Al di sopra dei gradoni si erge la lanterna, divisa da doppie colonne in sei sezioni concave, con cuspide a spirale terminante in una fiamma, a sua volta sormontata da un gruppo formato da corona, globo, colomba dei Pamphili (la famiglia di Innocenzo X, divenuto papa dopo la morte di Urbano VIII) e infine croce. Sembra che per la forma peculiare della lanterna il Borromini si sia ispirato a un modello templare antico, testimoniato ad esempio dal Tempio di Venere a Baalbek: una forma architettonica che riprende lo studio della curvatura e si apre all’esterno. L’elemento soprastante è una forma ad elica che richiama le scale a chiocciola e pare rievocare il pungiglione dell’ape, l’emblema araldico dei Barberini (la casata di Urbano VIII), che si ripete ovunque nella chiesa e nel palazzo. Quando la lanterna venne innalzata sollevò un coro di polemiche per la sua forma ardita e Borromini fu accusato di aver creato un edificio instabile: il rettore dell’Università – preoccupato dallo scalpore – chiese all’architetto di impegnarsi per quindici anni in caso di eventuali danni causati dalla sua creazione.
🔹La pianta di Sant’Ivo alla Sapienza è anch’essa del tutto originale: ha forma stellare, derivante dall’intersezione di due triangoli equilateri – che generano un esagono – su cui attestano cerchi aventi come centro i vertici e i punti di intersezione fra gli assi delle due figure. Delle sei cappelle laterali tre sono dunque semicircolari mentre le altre tre – giacenti sui vertici del triangolo – ne svelano la forma. In alzato tale geometria crea all’interno dell’edificio un’alternanza di parti concave e convesse, scandite e sottolineate da pilastri con capitelli corinzi addossati agli spigoli, che sostengono il cornicione. La parte al di sopra del cornicione – che ripete il disegno della pianta – è caratterizzata dallo slancio della cupola, che poggia direttamente sul corpo della cappella. La cupola è divisa in sei spicchi da costoloni, che salgono restringendosi sempre più fino ad unirsi alla base della lanterna, costituendo il passaggio dall’esagono della base alla forma perfetta del cerchio. In ogni spicchio si apre un finestrone e l’ascensione è scandita da otto stelle alternativamente a sei e otto punte. Al centro del lanternino è visibile la colomba circondata dai raggi dello Spirito Santo portatore di Sapienza: è uno degli innumerevoli riferimenti del Borromini alla Sapienza e alla simbologia religiosa che vi è correlata.
🔸La decorazione interna è essenziale, in un particolare tono di bianco arricchito da elementi a stucco (oltre alle stelle, i monti emblema dei Chigi) e in oro. L’unica nota di colore è costituita dalla pala dell’altare maggiore, opera di Pietro da Cortona, rappresentante Sant’Ivo che si costituisce avvocato dei poveri. Lo splendido pavimento bicromo in marmo bianco e nero, dal disegno geometrico, fu l’ultimo elemento ad essere apposto.
🔹Con il completamento della chiesa fu portata a termine anche la costruzione del Palazzo, con la realizzazione delle facciate su piazza Sant’Eustachio e via dei Canestrari e, da ultima, l’edificazione della Biblioteca Alessandrina: i lavori iniziarono nel 1659 e si protrassero ben oltre la morte del Borromini.
🟨fonte: Viaggiatrice curiosa
🟦foto: Sant'Ivo alla Sapienza
✅@Roma: capitale d’arte di bellezza e di cultura
#roma #church
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istitutografico · 5 days ago
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“LOCANZA”: VALORE IDENTITARIO DEL LUOGO
Anna Landi
Keywords: luogo, conoscenza, idee, valorizzazione, ripopolamento
C’è una piccola grande Italia nascosta, borghi sparsi da Nord a Sud. Territori dove è sempre più difficile incontrare bambini che giocano e giovani che passeggiano. Il cuore dell’Italia che ha un battito sempre più lento e affaticato, ma dal temperamento determinato e tenace, con tanta voglia di riscatto. Quando si parla di codesti luoghi, lo si fa con la nostalgia del passato, ma è doveroso raccontarli con la complessità del presente e la necessità del futuro. Si potrebbe coniare un termine ricco di significato che ben sintetizzare l’essenza dei piccoli territori: “locanza”. Cosa significa?
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Nelle foto
Brienza (PZ), agosto 2023
Aliano (MT), agosto 2023
Nonno Adamo fa i mazzetti di ginestra - Borgo Prepezzano, Giffoni Sei Casali (SA), luglio 2024
Pisciotta (SA), giugno 2024
Montesano sulla Marcellana (SA), luglio 2018
Castelnuovo Cilento (SA), giugno 2024
Complesso Monumentale San Francesco, Giffoni Valle Piana (SA), gennaio 2019
Felitto (SA), settembre 2017
#istitutografico #locanza #annalandi #luogo #conoscenza #idee #valorizzazionedelterritorio #ripopolamento #areeinterne #paesi #paesologia #meridione #svilupposostenibile #valoreidentitario #tradizioni #innovazione
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michelangelob · 18 days ago
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Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città in mostra a Cuneo
Cuneo si sta preparando per accogliere capolavori di Canaletto, Bellotto e altri artisti. La mostra Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica rappresenta un’importante iniziativa artistica che avrà luogo negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo dal 30 novembre 2024 al 30 marzo 2025. Questo progetto…
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moussa-sanou78 · 22 days ago
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Ieri il Multicolor Concert, presso il Complesso Monumentale San Francesco a Cuneo, é stato un evento straordinario! La combinazione di artisti provenienti da diverse parti del mondo, come Lincoln Almada dal Paraguay, Enrico Gonella dall'Italia e Moussa Sanou dal Burkina Faso, ha offerto un'esperienza musicale ricca e variopinta. Ogni musicista ha portato con sé la propria cultura e tradizione, creando un mix affascinante di melodie e ritmi.
Grazie infinite a tutti voi che ci seguite dandoci il coraggio e la volontà di andare avanti.
Grazie di Cuore ai partner presenti, alle Fondazioni CRT e CRC, alla Banca di Caraglio, al CSV, a Progetto HAR che ci sostegno e credono nel nostro progetto e credono che la multiculturalità artistica sia un valore.
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Sicilia, 182 milioni per oltre trenta interventi sui beni culturali
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Sicilia, 182 milioni per oltre trenta interventi sui beni culturali Sono oltre trenta gli interventi finanziati con i 182 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione destinati ai beni culturali della Sicilia. Numerosi quelli mirati alla valorizzazione, alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale dell'Isola, grazie all'accordo firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. «Si tratta di un'occasione unica per la salvaguardia e la promozione della ricchezza storica, artistica e culturale siciliana, un patrimonio di inestimabile valore che merita di essere preservato. Questo finanziamento, inoltre - afferma l'assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato - rappresenta una straordinaria opportunità anche per il rilancio del turismo e dell'economia locale. Siamo pronti a mettere in atto tutte le misure necessarie per realizzare questi interventi e garantire che i benefici raggiungano tutte le comunità dell'Isola». Tra i principali finanziamenti, partendo da Palermo, 15 milioni di euro sono stati destinati per il restauro della volta e le decorazioni del Teatro Politeama; quasi 3 milioni per la valorizzazione dell'itinerario del Decò a Palermo, con Casa Savona (900 mila), e del Liberty attraverso il restauro architettonico, decorativo e degli esterni di Villino Ida Basile (un milione) e di Villino Florio all'Olivuzza (un milione); e ancora un milione servirà per migliorare la fruizione della Real Casina Cinese, con annesso restauro del giardino storico. In provincia, destinati 1,2 milioni per il restauro delle decorazioni delle navate del Duomo di Monreale e 1,1 milioni per il ripristino degli apparati decorativi interni e la riqualificazione esterna del Duomo di Cefalù. A Catania, oltre 6 milioni saranno investiti per la riqualificazione di Castello Ursino; 1,5 milioni per il restauro del transetto, delle torri e della copertura delle absidi della Cattedrale; 5 milioni per il recupero funzionale del secondo piano e il restauro dei prospetti dell'ex Manifattura Tabacchi, sede del Museo interdisciplinare. A Siracusa, 2,3 milioni saranno impiegati per il restauro delle torri del Castello Maniace e sempre 2,3 milioni per il consolidamento e il restauro del Tempio di Apollo. Mentre, nella provincia di Ragusa, quasi 5 milioni sono destinati alla riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco archeologico di Kamarina e più di un milione per la musealizzazione del "Relitto delle Colonne"; infine, 8 milioni andranno alla riqualificazione e sistemazione dei percorsi del quartiere rupestre di Chiafura a Scicli. A Enna, oltre 7 milioni per il recupero, la valorizzazione e il completamento della rocca di Gagliano Castelferrato e 6,4 milioni a Piazza Armerina per il completamento del restauro, oltre che per interventi strutturali e nuove coperture della Villa Romana del Casale. Più di 16 milioni a Messina per i lavori di funzionalizzazione della cittadella della Cultura, ex complesso ospedaliero Regina Margherita. E ancora, in provincia, 6 milioni a Lipari per la musealizzazione del relitto di Capistello; circa 800 mila a Motta d'Affermo per il restauro della chiesa di San Pietro; 1 milione a San Marco d'Alunzio per la manutenzione straordinaria e il restauro della chiesa di Maria SS. Aracoeli. A Caltanissetta, 2 milioni per la tutela e la valorizzazione delle Mura Timoleontee e delle strutture arcaiche, oltre che per il completamento dei percorsi e il collegamento con il mare; quasi 4 milioni per la riqualificazione del castello Manfredonico di Mussomeli. Ad Agrigento, poco più di 6 milioni per la risistemazione del museo Pietro Griffo; 4 milioni per il risanamento conservativo e il miglioramento strutturale del complesso monumentale di Santo Spirito. Per la provincia di Trapani, infine, 1,5 milioni saranno impiegati per la manutenzione straordinaria del porticciolo e la sistemazione delle aree esterne della Tonnara di Favignana, ex stabilimento Florio; 3 milioni per la realizzazione di una serie di opere tra cui un visitor center con parcheggio adiacente al Cretto di Burri a Gibellina; 1,4 milioni per la manutenzione straordinaria del castello arabo normanno di Castellammare del Golfo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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La Reggia di Caserta: un gioiello del Barocco italiano
La Reggia di Caserta, situata nell'omonima città campana, è un imponente complesso monumentale che rappresenta uno dei capolavori indiscussi dell'architettura barocca in Italia. Voluta da Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia, come residenza reale alternativa alla caotica Napoli, la sua costruzione ebbe inizio nel 1752 sotto la direzione del celebre architetto Luigi Vanvitelli. Reggia di Caserta: l'immenso patrimonio storico Il Palazzo, che si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati, è caratterizzato da una pianta rettangolare articolata su quattro cortili interni. La sua facciata monumentale, lunga oltre 200 metri, colpisce per la sua armonia e il sapiente uso di elementi decorativi, come lesene, paraste e timpani. All'interno, la Reggia vanta oltre 1.200 stanze, riccamente decorate con affreschi, stucchi e sculture di pregio, opera di artisti rinomati come Francesco De Mura, Pietro Bianchi e Gaetano Callani. Tra gli ambienti più suggestivi, si annoverano l'Appartamento Reale, con la sua Sala del Trono, la Cappella Palatina e la Biblioteca, e l'Appartamento Nuovo, dove spicca la Sala del Presepe con la sua straordinaria opera in miniatura. Degno di nota è anche il Teatro di Corte, considerato uno dei più belli d'Europa per la sua perfetta acustica e gli sfarzosi decori. Il parco Ma la vera perla della Reggia di Caserta è il suo immenso parco, che si estende per oltre 120 ettari. Ispirato alle grandi residenze reali europee, come Versailles e la Granja de San Ildefonso, il parco vanta una complessa articolazione di fontane, giochi d'acqua, statue, aiuole e boschetti, creando un'atmosfera di suggestiva bellezza. Tra i punti di maggior interesse, figurano la Cascata Grande, il Giardino Inglese, il Bosco Vecchio e la Peschiera. La Reggia di Caserta, con il suo Palazzo, il parco e le numerose collezioni d'arte, è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997. Oggi, questo complesso monumentale rappresenta una delle mete turistiche più ambite in Campania, attirando visitatori da tutto il mondo. Foto di alex1965 da Pixabay Read the full article
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umbriajournal · 8 months ago
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Arrivano i soldi per la ricostruzione a Monteleone di Spoleto, 884 mila euro from Umbria Journal TV on Vimeo.
Arrivano i soldi per la ricostruzione a Monteleone di Spoleto, 884 mila euro Ricostruzione pubblica a Monteleone di Spoleto 884 mila euro Ricostruzione pubblica – Guido Castelli, il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, ha recentemente firmato un decreto che destina 884 mila euro all’Ufficio Speciale Ricostruzione della Regione Umbria. Questi fondi sono destinati a finanziare il 30% di due importanti progetti pubblici nel Comune di Monteleone di Spoleto.
Il primo progetto riguarda l’istituto scolastico “De Amicis”, per il quale sono stati stanziati 345 mila euro. Questo investimento rappresenta un impegno significativo per l’istruzione e il futuro dei giovani della comunità.
Il secondo progetto riguarda il restauro dell’ex complesso conventuale di San Francesco, un bene culturale di grande valore storico e artistico. Per questo progetto sono stati stanziati 538 mila euro, sottolineando l’importanza della conservazione del patrimonio culturale.
Il Commissario Castelli ha dichiarato: “Prosegue il nostro impegno nella ricostruzione dei servizi essenziali alle comunità e dei luoghi che custodiscono la nostra cultura e quindi le nostre radici”. Queste parole evidenziano l’importanza di questi progetti non solo per la ricostruzione fisica della comunità, ma anche per la preservazione della sua identità culturale e storica.
Castelli ha inoltre espresso il suo ringraziamento alla Presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, e al Direttore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, Stefano Nodessi Proietti, per il loro impegno concreto. Questa collaborazione tra diverse entità è fondamentale per garantire un futuro prospero alle comunità dell’Appennino centrale.
In conclusione, l’investimento di 884 mila euro per la ricostruzione pubblica a Monteleone di Spoleto rappresenta un passo importante verso la ricostruzione e la rivitalizzazione della comunità. Questi progetti non solo contribuiranno a migliorare la qualità della vita dei residenti, ma anche a preservare e valorizzare il ricco patrimonio culturale e storico della regione.
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Alessandria: Giornate di Valorizzazione del Patrimonio al Complesso di San Francesco
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell'ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell’ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo. In occasione delle Giornate di Valorizzazione del Patrimonio Culturale, la città di Alessandria apre le porte del Complesso Monumentale di San Francesco con una serie di visite guidate programmate per sabato 2 novembre 2024. L’iniziativa, promossa dalla…
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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Concerto inaugurale dell'Auditorium San Francesco al Prato
Si è svolto domenica 17 marzo il concerto inaugurale nel rinnovato complesso dell’Auditorium di San Francesco al Prato nel centro storico di Perugia.     Ad esibirsi sono stati i pianisti Francesco Libetta e Luca Ciammarughi, che hanno eseguito musiche di Schubert, Rameau, Chopin, Saint-Saens, Glass, Godowsky, Bosso, Rossini.     E’ stato necessario un lungo lavoro – sottolinea una nota…
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sardies · 10 months ago
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Aggiudicati i lavori dell'ex caserma dei Carabinieri di Alghero
Alghero. «Un’opera di fondamentale importanza che completa, in linea con le lungimiranti scelte del recente passato, il recupero edilizio degli immobili storici della città, riqualificando l’edificio ricompreso tra via Simon, largo San Francesco e piazza Pino Piras. Intervento che valorizza e definisce l’ex Complesso dei Gesuiti a Lo Quarter con la fortificazione sulle antiche mura. Si riconsegna…
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oliverodomenico · 10 months ago
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Il 16 Maggio 2014, partecipai, presso gli spazi privati dell’Interne 4 in Rue Joubert 6 a Parigi, con una nuova tappa del suo progetto “Oc-land” che aveva visto la prima fase alla mostra Grandarte organizzata dalla Cooperativa Momo presso il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Anche in questa occasione prosegue la sua presentazione dei reperti che furono trovati in questi decenni, che l’artista ha catalogato e riattivato in processi creativi.
Nel corso degli anni passati l’artista ha trovato dei reperti, manufatti, oggetti, nel suo pellegrinare per le valli occitane. Dopo averli catalogati come documenti archeologici li ha usati per condividere il suo vissuto personale in questo territorio.
L’artista nel suo lavoro di ricerca sul senso di identità umana sta sviluppando un nuovo progetto che affonda le sue origini in un antico e un vasto territorio. Una regione molto ampia e articolata fra storia e leggende, fra cronache avventurose e vite quotidiane.
Durante una passeggiata in val Maira, in prossimità della borgata di Elva, l’artista aveva trovato una piccola sacca di cuoio verde, abbandonata in un campo, dentro cui c’erano sei bocce, un pallino e una lettera.
In questa occasione l’artista utilizzerà questi materiali per un breve intervento performativo accompagnato dall’esposizioni di alcune foto, scattate nella giornata del ritrovamento, era il 21 Giugno 1995.
Nell’azione comune del gioco si creano segni che paiono antiche e storiche costellazioni, che ci guidano nella notte buia del presente.
Titolo dell’evento “Reperto 01” Curatore : Tarcisio Dutto. Interne 4 ,Rue Joubert 6, Parigi
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silviascorcella · 11 months ago
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Renato Balestra, Celeblueation: l’arte della couture in mostra a Firenze
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“Celeblueation”, appare quasi un enigma fonetico, una parola  a suo modo elegante che sprigiona grazia intrigante: ma, se la contempli con l’orecchio ben agganciato al gusto, ne sciogli facilmente l’incastro per scoprire l’indizio prezioso che racchiude lì al centro, nel cuore. Proprio come uno scrigno che svela il suo tesoro.
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Proprio come fosse uno splendente ricamo di suoni applicato a impreziosire il tessuto straordinario che si dipana nell’evento di cui è a titolo: “Celeblueation” è la mostra antologica di Renato Balestra, un viaggio intenso nella sua vita di couturier allo stesso tempo profondamente italiano e brillantemente internazionale. Lì, nel cuore del titolo, c’è infatti il richiamo al celeberrimo “Blu Balestra”: la sfumatura speciale divenuta firma inconfondibile della maison, nonché fil-rouge d’amore spontaneo dello stilista per questa tinta e le sue suggestioni, che in tante forme han costellato le esperienze e le creazioni.
E che, per l’occasione, diviene luce splendente con cui la mostra dipinge i luoghi in cui è ospitata: ora è il turno di Firenze, dove l’iconico Blu Balestra illuminerà la facciata della Fondazione Zeffirelli dal prossimo 8 gennaio, fino al 2 febbraio 2020. La mostra “Celeblueation” è, infatti, un evento itinerante: ha già distribuito la sua bellezza nelle tappe di Domodossola (Museo Civico di Palazzo San Francesco), Monza (Villa Reale), Napoli (Certosa e Museo di San Martino) e Forte dei Marmi (Fortino lorenese), ed ora, in occasione di “Pitti Immagine Uomo 97”, “Celeblueation” è accolta nella suggestiva sede della Fondazione Zeffirelli, più precisamente è immersa nella meraviglia della Sala della Musica, ovvero l’oratorio del complesso monumentale di San Firenze risalente alla seconda metà del Seicento, l’unica architettura completamente barocca di Firenze.
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Un allestimento site specific prova di vera complicità tra moda e arte, un’alchimia che sublima l’esposizione che si compone di circa 300 pezzi tra bozzetti, disegni e abiti: ma che qui si amplia con un’inedita selezione di elementi che raccontano gli esordi di Renato Balestra, quando la sua grande passione per la pittura era ancora parte integrante dell’espressione creativa da cui nasceva la sua moda.
E che si unisce ad un’altra profonda passione, quella dedicata al teatro: in mostra saranno anche i disegni che Renato Balestra ha realizzato per le celebri opere teatrali come “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, “Il Cavaliere della Rosa” di Richard Strauss, “La Turandot” di Giacomo Puccini, arricchita ora dalla sezione con le creazioni dei costumi disegnati per “Il lago dei cigni” messo in scena dal Teatro dell'Opera di Belgrado, una produzione per la quale, per la prima volta, Renato Balestra ha posto la sua talentuosa firma creativa anche sulle scene.
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Moda e teatro, Balestra e Zeffirelli, un’alchimia che è stata anche un’onorevole amicizia tra loro: «Annuncio con grande entusiasmo – dice Renato Balestra - che la mia Celeblueation sarà esposta durante la 97a edizione di “Pitti Uomo” nella prestigiosa Fondazione Zeffirelli, a Firenze. Franco Zeffirelli è stato un grandissimo artista e anche un grande uomo. Ho avuto l'onore di essergli amico e la gioia di aver collaborato ai costumi di scena di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello. Ricordo quanta passione metteva nel suo lavoro e i suoi risultati così eclatanti. Grazie a “Pitti Uomo” quindi, e alla Fondazione del più grande Maestro del teatro, della cultura, vera gloria italiana; e un grazie particolare a Pippo Zeffirelli che ha creduto e collaborato a questa prestigiosa iniziativa».
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“Celeblueation” è dunque la celebrazione di una vita dedicata all’arte della moda: un percorso nell’unicità raffinata dello stile Renato Balestra che nel tempo ha plasmato l’essenza raffinata del gusto Made in Italy riconosciuto e amato nel mondo, ha abbigliato anche grandi realtà italiane come Alitalia e il Senato della Repubblica, ha vestito di straordinarie opere sartoriali donne altrettanto straordinarie, regine, principesse, first lady, attrici e celebrità, tutte preziose amanti e testimoni dell’esclusiva arte della bellezza e alta sartorialità italiana creata da Renata Balestra. 
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Un omaggio al suo poliedrico talento creativo e all’eclettica personalità artistica che sin dagli esordi lo hanno reso un generoso creatore di bellezza vera, quella allacciata alle emozioni: e di quel lusso che, con la modestia delicata e colta che lo contraddistingue, secondo Renato Balestra nulla ha a che fare con il mero sfarzo, bensì è questione di buon gusto e glamour, di saper indossare il bell’apparire e le buone maniere come in una sinfonia che aspira alla perfezione. Di dar vita al sogno attraverso la moda e vestirne la realtà ogni giorno. Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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michelangelob · 9 months ago
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La Scultura del giorno: Galileo Galilei e Milton di Aureli
La scultura del giorno che vi propongo oggi è il gruppo di Galileo Galilei e John Milton realizzato da Cesare Aureli nel 1900. L’opera è custodita presso la pinacoteca del Complesso Monumentale di San Francesco, a Trevi. L’artista Aureli volle raffigurare Galileo e Milton che, mossi da stima reciproca, si incontrarono. L’incontro avvenne o nell’autunno del 1638 oppure nella primavera dell’anno…
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