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Alessandria: Giornate di Valorizzazione del Patrimonio al Complesso di San Francesco
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell'ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell’ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo. In occasione delle Giornate di Valorizzazione del Patrimonio Culturale, la città di Alessandria apre le porte del Complesso Monumentale di San Francesco con una serie di visite guidate programmate per sabato 2 novembre 2024. L’iniziativa, promossa dalla…
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L'arte è una caramella allo Spazio Teatro No'hma (Milano) il 6 & 7 marzo
L'applaudita stagione "In Viaggio" dello Spazio Teatro No'hma (Milano) prosegue la sua articolata proposta artistica con lo spettacolo L'arte è una caramella che andrà in scena mercoledì 6 e giovedì 7 marzo alle ore 21.
In tema con il titolo della stagione 2023/2024, lo spettacolo propone un coinvolgente viaggio nella storia dell'arte che parte da Monna Lisa per arrivare ai giorni nostri.
Il titolo è stato ispirato da un mucchio di caramelle esposto in un museo d'arte contemporanea.
"Non capendo mi sono domandato: perché un mucchio di caramelle è un'opera d'arte? Per scoprirlo ho cominciato un lungo viaggio attraverso la storia dell'arte. Lo spettacolo è il riassunto di quel viaggio" - spiega Carlo Vanoni, ancora una volta nella duplice veste di autore e di attore "atipico", come è solito definirsi.
Vanoni, chitarrista, storico dell'arte, dottore in sociologia dei mass media e in conservazione dei Beni culturali, torna così sul palcoscenico di via Orcagna dopo il successo dello spettacolo Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria, che lo scorso marzo per la stagione Tutti insieme possiamo lo ha visto in scena con il musicista Phil Mer.
Il racconto che dà vita a L'arte è una caramella ha inizio da capolavori come l'Olympia di Edourd Manet e l'Autoritratto di Vincent Van Gogh. Carlo Vanoni alterna e mescola linguaggi, accosta Raffaello a Lucio Fontana, Leonardo da Vinci a Andy Warhol, ricorrendo all'aiuto di strumenti musicali e oggetti: una tastiera per accompagnare il pubblico nella pittura astratta di Kandinsky; la chitarra elettrica quando sullo schermo appare un dipinto di Jackson Pollock; un carillon per Picasso e un orinatorio per Duchamp e gli artisti concettuali.
"Abbiamo voluto di nuovo con noi Carlo Vanoni per la sua capacità di accompagnare con sensibilità, ironia e intelligenza il pubblico attraverso correnti e movimenti artistici differenti. Il risultato è una lezione-monologo senza retorica, divertente, ricca di sorprese, che offre stimoli e strumenti per scoprire e amare i capolavori e i grandi protagonisti della storia dell'arte" – spiega Livia Pomodoro Presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Lo spettacolo sarà trasmesso in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
L'arte è una caramella
A solo da Monna Lisa ai giorni nostri
di e con Carlo Vanoni
regia Gian Marco Montesano
Audio e luci Ivan Azzetti
Immagini e video Luca Condorelli
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L'arte è una caramella allo Spazio Teatro No'hma (Milano) il 6 & 7 marzo
L'applaudita stagione "In Viaggio" dello Spazio Teatro No'hma (Milano) prosegue la sua articolata proposta artistica con lo spettacolo L'arte è una caramella che andrà in scena mercoledì 6 e giovedì 7 marzo alle ore 21.
In tema con il titolo della stagione 2023/2024, lo spettacolo propone un coinvolgente viaggio nella storia dell'arte che parte da Monna Lisa per arrivare ai giorni nostri.
Il titolo è stato ispirato da un mucchio di caramelle esposto in un museo d'arte contemporanea.
"Non capendo mi sono domandato: perché un mucchio di caramelle è un'opera d'arte? Per scoprirlo ho cominciato un lungo viaggio attraverso la storia dell'arte. Lo spettacolo è il riassunto di quel viaggio" - spiega Carlo Vanoni, ancora una volta nella duplice veste di autore e di attore "atipico", come è solito definirsi.
Vanoni, chitarrista, storico dell'arte, dottore in sociologia dei mass media e in conservazione dei Beni culturali, torna così sul palcoscenico di via Orcagna dopo il successo dello spettacolo Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria, che lo scorso marzo per la stagione Tutti insieme possiamo lo ha visto in scena con il musicista Phil Mer.
Il racconto che dà vita a L'arte è una caramella ha inizio da capolavori come l'Olympia di Edourd Manet e l'Autoritratto di Vincent Van Gogh. Carlo Vanoni alterna e mescola linguaggi, accosta Raffaello a Lucio Fontana, Leonardo da Vinci a Andy Warhol, ricorrendo all'aiuto di strumenti musicali e oggetti: una tastiera per accompagnare il pubblico nella pittura astratta di Kandinsky; la chitarra elettrica quando sullo schermo appare un dipinto di Jackson Pollock; un carillon per Picasso e un orinatorio per Duchamp e gli artisti concettuali.
"Abbiamo voluto di nuovo con noi Carlo Vanoni per la sua capacità di accompagnare con sensibilità, ironia e intelligenza il pubblico attraverso correnti e movimenti artistici differenti. Il risultato è una lezione-monologo senza retorica, divertente, ricca di sorprese, che offre stimoli e strumenti per scoprire e amare i capolavori e i grandi protagonisti della storia dell'arte" – spiega Livia Pomodoro Presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Lo spettacolo sarà trasmesso in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
L'arte è una caramella
A solo da Monna Lisa ai giorni nostri
di e con Carlo Vanoni
regia Gian Marco Montesano
Audio e luci Ivan Azzetti
Immagini e video Luca Condorelli
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Imparare a perdersi e l’Arte di ritrovarsi
Dove trovo stabilità nel caos? Come tengo in vita il desiderio, la speranza e la voglia di costruire? Di fare? Di Amare? Di vivere? Vivere è ancora Amare. Un Viaggio trasversale, dal micro al macro cosmo, dai cinque elementi che costituiscono la materia (acqua, terra, aria, fuoco, spazio), alla grazia estatica delle grandi opere d’Arte. Andremo alla ricerca delle connessioni che tengono insieme la realtà interna, il senso profondo che guida ognuno ad intraprendere il proprio viaggio e quella esterna, dell’universo in cui realizzarlo. Protagonista il Corpo, l’unica casa sempre in costruzione che avremo per tutta la vita, il Corpo della trasformazione, come il corpo dell’artista, centro della creazione. Attraverseremo i sensi, le emozioni e le dimensioni sottili, dove la mente si fa più ampia e libera. Ogni incontro avrà una mèta che si dipanerà a partire dagli elementi, attraverso il movimento e la danza, per riattivare i nostri centri vitali e risvegliare i sensi con musica, colore, teatro e poesia.
Workshop in 5 incontri: 3/10/17/24/31 Maggio 2022 ore 18-20 presso la Scuola di Artiterapeutiche, Via Salvator Rosa 281. Napoli
Il laboratorio è rivolto a studenti, artisti, danzatori, poeti, attori e a tutti coloro che sono ad un punto cruciale della loro vita o desiderano esplorare il proprio potenziale creativo e conoscere meglio il mondo emotivo per attingere con successo alla propria interiorità, nella vita e nel lavoro. Useremo diversi linguaggi artistici e prima di ogni tappa/elemento riceveremo le istruzioni per intraprendere la tappa successiva… L’ultimo incontro si propone di aprire il laboratorio a pochi visitatori, che uno per volta, a distanza di alcuni minuti, saranno a loro volta viaggiatori all’interno della scuola di Artiterapeutiche, per condividere l’esperienza con i partecipanti che abiteranno lo spazio.
Fabiana Esca, è insegnante certificata di Yantra Yoga per adulti e bambini e di Respira Method. Ha seguito la formazione in MindUP, per portare ai bambini i benefici della pratica della Piena Presenza. Diplomata come Arteterapeuta, ha dedicato diversi anni al lavoro sulle dipendenze alimentari, presso l’ASL di Napoli. Collabora con la Scuola di Artiterapeutiche di Napoli, con l’Istituto Italiano per le Scienze Umane, con la International Dzogchen Community e propone laboratori presso Scuole di ogni ordine e grado. Si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico e ha praticato per anni il teatro contemporaneo e la danza, per approdare infine all’arteterapia come strumento di guarigione ed evoluzione del potenziale umano.
Il Costo promozionale è di 70 euro, si richiede la partecipazione all’intero percorso.
Per info e prenotazioni: 3319048569 [email protected]
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[Film-ITA] After 2 Streaming Altadefinizione/CB01 Completo
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Overview : After 2 ita streaming ~ Dopo la loro rottura, Hardin (Hero Fiennes Tiffin) e Tessa (Josephine Langford) cercano di andare avanti ognuno per la propria strada. Mentre Hardin torna a perdersi in cattive abitudini, Tessa, forte della sicurezza acquisita, inizia a frequentare lo stage dei suoi sogni alla casa editrice Vance dove attira l’attenzione del suo collega Trevor (Dylan Sprouse), il ragazzo perfetto col quale intraprendere una relazione. Trevor è intelligente, spiritoso, attraente ma soprattutto è affidabile. Tessa, nonostante questo nuovo incontro, non riesce a togliersi dalla testa Hardin. Dopotutto lui è l’amore della sua vita e al di là dei loro fraintendimenti e delle difficoltà, non può negare ciò che prova. Vorrebbe essere in grado di andare avanti per la sua strada, ma non è così semplice. Attraverso gli alti e i bassi della loro relazione, Tessa e Hardin lotteranno per stare ancora insieme anche se l’intero universo sembra tramare per tenerli separati.
Title original : After We Collided Runtime : 0 min Status : Released Release Date : 02 September 2020 Tagline : Genres : Romance | Dramma | Production Companies : CalMaple Films Voltage Pictures Production Countries: United States of America |
After 2 Film completo in italiano - Paramount Pictures : Fondata dallungherese Adolf Zukor attraverso la riorganizzazione della Famous Players Film Company: Fu fondato nel 1919 da United Artists : Mary Pickford (1892–1979), Douglas Fairbanks (1883–1939), Charles Chaplin e DW Griffith (1875–1948) per commercializzare i loro film prodotti in modo indipendente After 2 film completo online ita Guarda After 2 streaming completo ita altadefinizione, After 2 2020 Streaming sub ita
Dal 20 ° secolo, il film può essere visto come uno dei mass media più importanti After 2 Film streaming Cineblog , sia sotto forma di cinema che di televisione Allo stesso tempo, è diventato uno degli elementi più importanti della cultura moderna In questo modo, i personaggi del film immaginario , i comportamenti tipici del film, i cliché e gli stereotipi , ma anche lesplorazione di nuovi spazi pittorici di percezione ed esperienza sono diventati parte integrante della cultura popolare nellera della distribuzione di massa dei film e hanno uninfluenza decisiva su di essi Sin dallinizio, il mezzo è stato filmato con la cultura delle massechi si è dato a lui, sia al cinema che individualmente in salotto, fin dallinizio Lindustria cinematografica : descritta dai critici come " industria culturale " : ha reagito presto a questa compatibilità di massa del film e ha saputo usarlo commercialmente con produzioni "leggere" come "beni di massa" Tuttavia, cera sempre spazio per esperimenti cinematografici e sviluppi artistici al di là del classico "cinema narrativo" nel cinema di Hollywood , anche se il film sperimentale era possibile solo al di fuori degli affari (culturali) stabiliti After 2 streaming ita / After We Collided / 2020 / film completo ITA / italiano / gratis / altadefinizione / Scaricare / Guarda / Vedere / sub ita / netflix / il genio dello / disney / cineblog / Film da vedere / cb01 / cineblog01 / youtube / film stasera / film azione / senza limiti / Film per tutti / tanti film / trailer / programmazione / roma / cinema / trama / uci cinema / milano / diretta
After 2 (After We Collided) Film completo italiano, Le singole immagini che formano il film sono chiamate ( After 2 streaming ita ) "fotogrammi" Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato Durante il processo, fra un frammento e l altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l immagine permane a livello della retina La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi"
After 2 streaming ita cineblog, Il primo film proiettato pubblicamente "After 2 Film completo italiano " in Italia risale al 20 settembre 1905: fu La presa di Roma di Filoteo Alberini Lungo 250 metri, contro i 40-60 tradizionali, costò ben 500 lire Oggi si conservano solamente 75 metri di pellicola che corrispondono a quattro minuti di proiezione
File: Charlie Chaplin, il matrimonio L ascesa del cinema europeo fu interrotta dallo scoppio della prima guerra mondiale , mentre l industria cinematografica negli Stati Uniti fiorì con l ascesa di Hollywood , scaricare After 2 Film completo sub ita caratterizzata soprattutto dall opera innovativa di DW Griffith in The Birth of a Nation (1915) e Intolleranza (1916) Tuttavia, negli anni 1920, cineasti europei come Eisenstein , FW Murnau e Fritz Lang , per molti aspetti ispirati al progresso meteorologico in tempo di guerra del film attraverso Griffith, insieme ai contributi di Charles Chaplin , Buster Keaton e altri, raggiunsero rapidamente il cinema americano e continuarono a far avanzare ulteriormente il mezzo After 2 2020 Film streaming ita,
La critica cinematografica è l analisi e la valutazione dei film In generale, After 2 Film streaming Altadefinizione queste opere possono essere divise in due categorie: critica accademica da studiosi di cinema e critica cinematografica giornalistica che appare regolarmente su giornali e altri media I critici cinematografici che lavorano per giornali, riviste e media televisivi riesaminano principalmente le nuove uscite Normalmente vedono un dato film una sola volta e hanno solo un giorno o due per formulare le loro opinioni Nonostante ciò, i critici hanno un impatto importante sulla risposta del pubblico e sulla partecipazione ai film, in particolare quelli di determinati generi Messa in commercio di azione , orrore , e commedietende a non essere fortemente influenzato dal giudizio complessivo di un critico su un film Il riassunto della trama e la descrizione di un film e la valutazione del lavoro del regista e degli sceneggiatori che costituiscono la maggior parte delle recensioni dei film possono ancora avere un impatto importante sul fatto che le persone decidano di vedere un film Per film di prestigio come la maggior parte dei film drammatici e artistici , l influenza delle recensioni è importante Scarse recensioni dei principali critici di importanti quotidiani e riviste spesso ridurranno l interesse e la partecipazione del pubblico After 2 2020 streaming ita CB01,
After 2 2020 Film davedere I metodi digitali sono stati utilizzati anche per ripristinare i film After 2 Film streaming CB01 anche se il loro ciclo di obsolescenza continua li rende (a partire dal 2006) una cattiva scelta per la conservazione a lungo termine La conservazione del film in stock di film in decomposizione è motivo di preoccupazione sia per gli storici del cinema che per gli archivisti e per le aziende interessate a conservare i loro prodotti esistenti al fine di renderli disponibili per le generazioni future (e quindi aumentare le entrate) La conservazione è generalmente una preoccupazione maggiore per i nitrati e i film a colori a striscia singola, a causa dei loro alti tassi di decadimento i film in bianco e nero su basi di sicurezza e i film a colori conservati sulle stampe imbibizione Technicolor tendono a tenere il passo molto meglio, presupponendo una corretta manipolazione e conservazione
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Nella suggestiva cornice della sala dell’albergo della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, venerdì 29 settembre è stato presentato un importante volume sugli scultori bellunesi Andrea Brustolon (1662-1732) e Valentino Panciera Besarel (1829-1902), che contribuisce ad arricchire gli studi sulla scultura lignea nell’Alto Veneto tra Seicento e Ottocento. Quello della scultura lignea è un capitolo degno di nota nel panorama storico-artistico. Nel Bellunese, territorio che ha avuto una lunga e rinomata tradizione nella scultura lignea, a livello scientifico l’interesse verso questo settore è stato recentemente alimentato per esempio con l’allestimento delle mostre dedicate a Besarel e a Brustolon “il Michelangelo del legno”, rispettivamente nel 2002-2003 e nel 2009 in Palazzo Crepadona a Belluno, e con la pubblicazione di monografie e studi specialistici, come la lodevole collana Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese.
La produzione di Andrea Brustolon e Valentino Panciera Besarel studiata in questa nuova pubblicazione ha idealmente dialogato con gli ambienti della Scuola Grande, tra i quali la serie di ventiquattro bassorilievi che ornano gli sportelli degli armadi nella Sala capitolare, eseguiti tra il 1741 e il 1743 dallo scultore e intagliatore altrettanto bellunese Giovanni Marchiori, e i soffitti in legno che ospitano le tele di Tintoretto.
La serata è stata introdotta da Franco Posocco, Guardian grando della scuola grande di San Rocco, che ha proprio ricordato i legami veneziani dei due scultori bellunesi protagonisti della serata culturale. Il libro che si è presentato è curato da Anna Maria Spiazzi, Ester Cason Angelini e Michele Talo e raccoglie gli atti di una giornata di studi svoltasi a Belluno nel novembre 2014, dedicata al restauro degli arredi lignei conservati al Palazzo del Quirinale di Roma ed eseguiti da Brustolon e Besarel. L’occasione dell’importante intervento di restauro ha permesso di far intrecciare successivamente una significativa sinergia, quella di Enti pubblici, di associazioni private e soprattutto del mondo della scuola. A Sedico, vicino a Belluno, sorge infatti una scuola di restauro di manufatti in legno. Dalla collaborazione fruttuosa tra la Fondazione “G. Angelini” – Centro Studi sulla montagna e il Centro Consorzi che gestisce la scuola è nata questa iniziativa editoriale di notevole spessore, sia sul piano più prettamente culturale e scientifico, sia su quello della potenzialità di un’attività lavorativa e produttiva. È infatti importante il contributo del mondo della scuola – e quindi dei giovani – per la valorizzazione del patrimonio presente nel territorio, come base per costruire un turismo sostenibile per l’area montana. Il territorio bellunese da sempre ha sfruttato al massimo le sue principali risorse, in particolare quelle boschive, da cui ha ricavato essenze lignee per costruire molteplici manufatti, dai più semplici e artigianali oggetti per la vita quotidiana a quelli di fattura più artistica, quali arredi, statue, altari. Il volume è a più voci: non si è indagata solo la produzione dei due scultori alla luce dei restauri delle loro opere, ma si sono affrontate anche ulteriori tematiche: le peculiarità del territorio, la tradizione artistica dell’intaglio ligneo, il turismo, l’economia della cultura.
“La montagna torna a Venezia” ha osservato Ester Cason Angelini, mettendo in evidenza quanto il Bellunese ha significato per la Serenissima, in termini di approvvigionamento di materie prime (legname e metalli) per la costruzione e la decorazione della città.
L’intervento di Anna Maria Spiazzi, storica dell’arte e già soprintendente per i beni storico-artistici del Veneto orientale, curatrice di un fondamentale volume Scultura lignea barocca nel Veneto (1997), ha richiamato all’attenzione alcuni snodi centrali nel dibattito storico-artistico che tale volume suscita: il rapporto tra centro e periferia, il concetto di stratificazione, il restauro quale cantiere della conoscenza quando si intrecciano competenze e momento di divulgazione scientifica, il connubio arte e artigianato, il valore della cultura. Le vallate montane dell’Alto Veneto sono quelle che più hanno conservato nelle chiese significativi esempi di altari e arredi lignei, sfuggendo in parte alle grandi trasformazioni di molti manufatti ecclesiastici durante le congiunture barocca e neoclassica che hanno interessato soprattutto gli edifici in pianura.
A illustrare i pregevoli arredi del Quirinale recentemente restaurati è stata Luisa Morozzi, del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, ufficio per la conservazione del patrimonio artistico. Capolavoro di intaglio, sottile e raffinato, è il Tavolo portagioie della regina Margherita, eseguito nel 1884 da Valentino Panciera Besarel e citato nell’Esposizione generale italiana di Torino, un oggetto che per molto tempo è stato dimenticato. Nella sua prolifica, eclettica e rinomata produzione, Besarel si è dimostrato debitore dell’arte di Brustolon, diventandone un ideale continuatore. Il tavolo, in legno di noce intagliato, scolpito e dorato, con quattro figure di cariatidi come sostegno delle gambe e attraversato da una rigogliosa trama di decori a foglie di acanto stilizzate e mazzetti di margherite, si trovava nella camera da letto della regina, mentre ora è collocato nella biblioteca della presidenza e contiene i libri posseduti dalla regina. Quella di Besarel era una bottega fornitissima, situata a Palazzo Contarini in campo San Barnaba a Venezia, che poteva soddisfare le esigenze di diversi tipi di clientela, da quella reale a quella borghese, grazie a una precisa suddivisione dei lavori.
Dopo questo exploit, il Besarel è stato ulteriormente coinvolto per i fornimenti della Casa reale. Nel 1888, in occasione della visita dell’imperatore di Germania, vengono commissionati al Besarel quattordici sedie con schienale quadrato, tre grandi poltrone e due tavoli in legno di pero, destinati ad allestire gli ambienti per la visita ufficiale. I tavoli sono ora conservati nella Sala del Bronzino. Come nel precedente tavolo portagioie, anche in questi arredi negli elementi figurativi vegetali e nei motivi decorativi realizzati con la tecnica dell’incisione a bulino, è molto evidente il richiamo alla scultura di tradizione rinascimentale: Besarel dimostra di padroneggiare con abilità e perizia l’arte dell’intaglio, con riferimenti che vanno da Ghiberti a Giambologna e ad altri scultori della tradizione italiana. Il ricco repertorio decorativo della bottega besareliana, composto da numerosi disegni di fregi e ornamenti per mobili, è segno della sua vasta cultura figurativa. Una delle poltrone con schienale a medaglione si ispira ai seggioloni del fornimento Venier di Brustolon conservati al museo Ca’ Rezzonico di Venezia, nei dettagli dei putti adagiati allo schienale e dei mori sotto il bracciolo.
Luisa Morozzi è passata poi ad esaminare le opere del Brustolon, presenti nella Sala dello zodiaco: si tratta di dodici poltrone in legni di bosso, giunte a Roma nel 1919 con altri arredi, provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, dopo essere state trasferite prima a Stra e poi a Monza in villa Reale. La critica non è unanime nella autografia brustoloniana.
Roberta Sugaroni, restauratrice di opere lignee, è passata a considerare i dettagli pratici e gli aspetti tecnici delle procedure di restauro. La sfida più grande ha rappresentato l’intervento sul tavolo portagioie, perché in passato ha subito un’operazione di divisione per nuove esigenze, ed è stato trasformato in due consoles: questo ha comportato l’eliminazione dei dieci cassetti interni e della struttura centrale. Si è trattato di un restauro complesso, che ha richiesto una notevole fase progettuale e una lunga discussione e riflessione, in particolare orientata a trovare una soluzione per unificare il tavolo, essendoci il problema della mancanza del nodo centrale. I disegni progettuali di Besarel hanno fornito preziosi spunti per realizzare il recupero, attraverso un’annessione ex novo, dell’elemento di raccordo, con un risultato finale di unità formale davvero ottimo, sia come qualità tecnica, sia come integrazione coerente e rispettosa del manufatto originario.
Le poltrone del Besarel sono state interessate da un’operazione di pulitura, di armonizzazione cromatica e di conservazione della superficie. L’intervento sul fornimento Pisani di Brustolon ha riservato invece una sorpresa iconografica: nella poltrona dei Pesci, con un virtuoso ed esuberante fascio a intrecci vegetali intagliato sulla traversa frontale, dal confronto con materiale fotografico di inizio Novecento e dall’analisi delle singole parti, si è scoperto che le figure sotto il bracciolo erano in origine personaggi dediti a lavori di falegnameria, reggenti in mano strumenti del loro lavoro, dei quali era stata alterata la lettura in un precedente intervento.
Una seconda restauratrice di manufatti lignei, Milena Dean, ha presentato l’intervento di restauro sull’altar maggiore di Besarel nella chiesa parrocchiale della Valle Agordina (BL), del 1885. Lo scultore zoldano è stato coinvolto dopo l’intervento interno dell’architetto Segusini. L’altare ligneo si presenta decorato in finto marmo e finto bronzo, con esiti illusionistici davvero impressionanti, che il restauro ha riportato all’originale splendore. Lo sportello del tabernacolo è da assegnare probabilmente alla figlia Caterina, pure lei artista. Come è stato fatto notare, il rivestimento policromo si ispira ai marmi veneziani rinascimentali.
Alla fine è intervenuto Michele Talo, direttore del Centro Consorzi di Sedico dove ha sede la scuola di restauro e del legno, che ha ricordato una delle finalità della pubblicazione, quella di valorizzare i giovani, la loro curiosità e creatività, e di promuovere il dialogo con i grandi maestri del passato, per imparare e apprendere il mestiere guardando con gli occhi: come si faceva un tempo nelle botteghe d’artista.
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Andrea Brustolon, Valentino Panciera Besarel. La scuola di restauro di Sedico (BL) interroga i grandi maestri Nella suggestiva cornice della sala dell’albergo della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, venerdì 29 settembre è stato presentato un importante volume sugli scultori bellunesi Andrea Brustolon (1662-1732) e Valentino Panciera Besarel (1829-1902), che contribuisce ad arricchire gli studi sulla scultura lignea nell’Alto Veneto tra Seicento e Ottocento.
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PESARO – Un momento importante per la cultura di Pesaro e dell’ Italia: si è tenuta la cerimonia di restituzione del dipinto dei Musei Civici Madonna col bambino, Sant’Andrea e teoria di angioletti dopo il restauro reso possibile grazie al voto dei soci di Coop Alleanza 3.0 per l’edizione 2019 di Opera Tua, il progetto della Cooperativa che sostiene la cultura, attraverso la valorizzazione e il recupero di capolavori locali.
Alla conferenza di Palazzo Gradari, prendono parte Daniele Vimini assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, per Coop Alleanza 3.0 Enrico Quarello Coordinatore Direzione Politiche Sociali e Marta Cecconi componente del Consiglio di Amministrazione, Enrico Bressan presidente di Fondaco Italia, il restauratore Luca Pantone. All’incontro con la stampa segue lo svelamento dell’opera a Palazzo Mosca sede dei Musei Civici.
Eseguito nei primi anni del XVIII secolo, il dipinto scelto dai soci di Coop Alleanza 3.0 che hanno votato nel mese di giugno nella tappa dedicata alle Marche, è stato danneggiato durante la Seconda guerra mondiale dalle schegge di un ordigno e da diverse trivellazioni di armi da fuoco.
Iniziato a fine settembre, il restauro è stato realizzato dalla ditta Pantone Restauri di Roma. Si sono potute seguire le diverse fasi dei lavori sul sito di Coop Alleanza 3.0 (www.coopalleanza3-0.it), nella sezione dedicata al progetto e accessibile anche dalla short url all.coop/operatua.
L’opera. La pala d’altare proviene da una chiesa pesarese ed è molto probabilmente opera del pittore pesarese Giovanni Venanzi (Pesaro, 1627-1705); venne inventariata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale da Gian Carlo Polidori – direttore dei Musei Civici di Pesaro dal 1945 al 1962 -, ed elencata anche nel suo Verbale di accertamento dei danni di guerra subiti dal civico patrimonio museale.
Il quadro era letteralmente forato e squarciato in più punti; la cornice era rotta e rovinata sul lato destro. A causa delle pessime condizioni di conservazione dell’opera, il santo raffigurato accanto alla Vergine col Bambino era stato erroneamente identificato con San Giuseppe ma si tratta di Sant’Andrea apostolo.
La pulitura e il restauro del dipinto hanno infatti reso maggiormente visibile la schiera di piccoli angeli che sorregge lo strumento del martirio: la tipica croce a X detta appunto ‘croce di Sant’Andrea’.
Il restauro in sintesi. Sporca e con numerosi fori, strappi e diverse cadute di colore, dopo le consuete verifiche preliminari la tela è stata sottoposta a un’attenta pulitura; un’indagine magnetometrica ha individuato elementi metallici non visibili e ogni deposito di materiale incoerente è stato rimosso mediante aspirazione controllata.
Il dipinto è stato montato su un nuovo telaio estensibile e pulito. Si è poi proceduto alla prima verniciatura, al reintegro materico delle piccole e medie lacune del substrato pittorico e al reintegro cromatico delle stuccature.
Per quanto concerne la cornice, sono state rimosse le schegge (tra cui una di discrete dimensioni che aveva tranciato e forato la cornice molto spessa) dovute alle mine che avevano in parte divelto le modanature e la struttura.
E’ stata eseguita la disinfestazione anossica e chimica dei singoli elementi che sono stati poi ricomposti, inclusi gli elementi floreali eseguiti ex novo poiché mancanti.
‘Opera tua’ 2019 L’edizione 2019 di Opera tua, che si è appena conclusa, è collegata all’iniziativa più ampia di Coop Alleanza 3.0, “1 per tutti 4 per te”: l’1% del valore degli acquisti di soci e consumatori dei prodotti Fior Fiore – la linea legata alle iniziative in ambito culturale – è andato anche al sostegno di “Opera tua”.
Con “Opera tua”: ogni mese in tutte le regioni in cui è presente la Cooperativa, sono stati proposti ai soci due gioielli artistici del territorio per essere votati e definire così l’opera cui destinare i fondi per il recupero.ù
Le votazioni si sono svolte on line sul sito di Coop Alleanza 3.0 e nella sezione dedicata al progetto all.coop/operatua è stato possibile seguire gli esiti delle votazioni e vedere i restauri dei capolavori locali in corso di svolgimento.
“Opera tua” è un progetto coerente con l’impegno della Cooperativa per la cultura, individuata come veicolo di coesione sociale. Le opere da restaurare sono state scelte con Fondaco Italia, società attiva nella valorizzazione dei beni culturali (www.fondacoitalia.it), in collaborazione con l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco (www.patrimoniomondiale.it) e le istituzioni territoriali.
Quest’anno, inoltre, il progetto può contare anche sul patrocinio del Touring Club Italiano.
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Bellezza e letteratura si uniscono al Lisbon Heritage Hotels
Lisbona è una città ricca di storia, arte e cultura. Alcune delle sue meraviglie si scoprono all’interno delle opere di grandi scrittori che la amarono, da Fernando Pessoa a Antonio Tabucchi e José Saramago che in essa hanno ambientato le loro storie.
Ma come unire la scoperta del viaggio con il piacere della lettura? Ci pensa Lisbon Heritage Hotels
Quartiere del Chiado, al centro di Lisbona
Scoprire Lisbona tra le pagine di un libro
Oggi facciamo le valigie. Prendiamo il volo e atterriamo a Lisbona, la capitale portoghese. Una città dotata di un fascino unico e inimitabile
La magia che si respira tra i vicoli e le piazze non ha lasciato indifferenti nemmeno i più grandi scrittori e letterati che, attraverso le loro pagine e i loro scritti, hanno voluto omaggiarla facendola conoscere e amare dai lettori di tutto il mondo.
Pensiamo a Fernando Pessoa, Antonio Tabucchi e José Saramago, che hanno trasformato un libro in qualcosa di più: un’esclusiva guida della città.
I libri hanno il potere magico di farci vivere storie che non sono le nostre e sentire il profumo di terre lontane o mai visitate stando seduti sulla poltrona di casa.
Chi ama immergersi nelle atmosfere intatte di un luogo, a Lisbona non potrà non cedere allo charme degli alberghi del circuito Heritage
Ph. Andreas Brucker
Bellezza e letteratura
Ma a unire la bellezza alla letteratura ci pensano gli alberghi del circuito Heritage, per la precisione Lisbon Heritage Hotels
Gioielli nei quali si respira il fascino della capitale del fado e ci si sente protagonisti del libro che abbiamo letto, ambientato proprio a Lisbona.
Cinque meravigliosi boutique hotel dislocati nelle zone centrali della città. Unici, ognuno a suo modo, e tutti diversi
Gli ospiti di Lisbon Heritage Hotels possono scegliere fra stili e quartieri differenti, alcuni ricavati da vecchie case e piccoli edifici storici, altri più moderni.
Le strutture si trovano in piccoli palazzi o dimore storiche e accolgono i clienti in un’atmosfera familiare e allo stesso tempo ricca di charme, dove rispetto per la tradizione e comfort si sposano perfettamente.
Ma, oltre alla cura per i dettagli e l’eccellenza dei servizi offerti da Lisbon Heritage Hotels, un occhio va sempre all’arte e alla cultura
Con un soggiorno minimo di due notti, gli Heritage Hotels offrono a tutti i clienti l’entrata gratuita in qualsiasi Museo della città.
Lo 0,5% di ogni prenotazione diretta è inoltre devoluto alle Scuole Portoghesi di Restauro e Conservazione dei Beni Artistici. L’importo raccolto viene donato alle scuole alla fine di ogni anno.
Con questa iniziativa, Lisbon Heritage Hotels contribuiscono alla conservazione del patrimonio nazionale attraverso la promozione, la sensibilizzazione e il rispetto dell’arte del restauro.
Cinque boutique hotel dislocati nelle zone centrali di Lisbona ma ognuno diverso dall’altro, offrono la possibilità di scegliere fra stili e quartieri differenti
Boutique Hotel da romanzo
Alloggiare in una delle cinque boutique hotel da sogno Lisbon Heritage Hotels vi sembrerà di fare un tuffo nel passato e diventare protagonisti del vostro romanzo preferito.
AS JANELAS VERDES : Hotel As Janelas Verdes (le finestre verdi) sembra proprio lo scenario di un libro.
Si trova accanto al National Art Museum, in un piccolo palazzo di fine Ottocento.
L’atmosfera che si respira è romantica e accogliente.
All’interno delle sue mura Eça de Queirós, uno dei più famosi romanzieri portoghesi, trovò ispirazione per scrivere il libro “Os Majas”.
La memoria della sua presenza rivive negli innumerevoli e preziosi oggetti d’arte sparsi per le stanze, nei libri, nei dipinti e in tutto ciò che riporta ad altre epoche.
Il fiume Tago è a un passo, potete godere della sua vista dalla biblioteca con terrazza, luogo ideale per rilassarsi e rileggere le pagine più belle di questo capolavoro.
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HOTEL BRITANIA: Ubicato in un palazzo degli anni Quaranta del secolo scorso e progettato dal celebre architetto portoghese Cassiano Branco. Aprendo le porte di Hotel Britania sembrerà di entrare in un club esclusivo.
L’hotel è stato restaurato per valorizzare lo stile originale Art Déco e affiancare all’ambiente (tipicamente legato all’atmosfera originale d’epoca), tutte le comodità e il comfort che ogni hotel d’alto livello deve avere.
Le camere, con originale pavimento in sughero e mobili classici, garantiscono un soggiorno da re.
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HOTEL LISBOA PLAZA: A due passi da Avenida da Liberdade troviamo uno dei più rinomati hotel della capitale portoghese, il Lisboa Plaza.
Nato su progetto di Lucìnio Cruz e riqualificato dall’Atelier Graça Viterbo, regala la sensazione di trovarsi in una antica casa signorile della città.
La decorazione di interni, recentemente rinnovata dall’architetto Sofia Duarte Fernandes, mantiene intatta l’impronta classica e lo spirito famigliare, senza rinunciare a innovazioni di stampo più contemporaneo.
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SOLAR DO CASTELO: Durante la seconda metà del XVIII secolo è stata costruita una meravigliosa casa signorile all’interno delle mura del castello di San Giorgio sul terreno dove un tempo sorgevano le ex cucine del Palazzo Alcacova. Ecco perché questo luogo magico è ancora conosciuto come Palacete das Cozinhas (“Palazzo della Cucina”).
L’unione perfetta di elementi dello stile razionalista di Pombal con altri più eccentrici creano un’architettura unica e originale.
Il palazzo, edificio storico, è stato trasformato in hotel e riportato agli antichi splendori grazie a un design contemporaneo di alta qualità.
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HERITAGE AVENIDA LIBERDADE : L’ultimo boutique hotel nato nella catena Lisbon Heritage Hotels si trova sul corso principale, Avenida da Liberdade.
Il design porta la firma di Miguel Câncio Martins, architetto portoghese celebre per il proprio lavoro in locali mitici come il Buddha Bar o il Thiou a Parigi, lo Strictly Hush a Londra o il Man Ray a New York.
L’aspetto esterno è rimasto fedele all’originale mentre gli interni si ispirano alle residenze urbane della borghesia portoghese.
Nella lobby, Câncio Martins ha creato un’atmosfera che richiama la “way of life” portoghese, in continuo cambiamento tra passato e futuro. Obiettivo: creare uno stile che affonda le radici nell’identità lusitana e lisboeta.
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Qualche consiglio
Se non siete ancora soddisfatti e volete seguire le tracce dei vostri letterati preferiti, ecco qualche consiglio in più.
Per “ritrovare” Pessoa e Saramago una visita a il Chiado, storico quartiere dove Pessoa è nato e dove, fra il XIX e il XX secolo, si riunivano gli intellettuali portoghesi è obbligatoria.
Arrivati nel Chiado potrete scegliere se accomodarvi a un tavolo dello storico Café Brasileira (sorseggiando un bicchiere di liquore alle ciliegie e sfogliando le pagine di Libri dell’Inquietudine) dove sorge la statua di Pessoa, assiduo frequentatore del locale.
Oppure rivivere le emozioni di Ricardo Reis, protagonista di L’anno della morte di Ricardo Reis di Saramago, pranzando al ristorante Martinho do Arcada. Spesso qui si ritrovavano a pranzo Saramago, Pessoa e De Oliveira, di cui sono segnalati i tavoli abituali con foto d’epoca.
Alessandra Borgonovo
SOCIAL FB Lisbon Heritage Hotels : lisbonheritagehotels.com
Scoprire Lisbona tra le pagine di un libro Bellezza e letteratura si uniscono al Lisbon Heritage Hotels Lisbona è una città ricca di storia, arte e cultura.
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Dal generale al particolare, osservando l’evoluzione dell’arte tra il Quattrocento e il Cinquecento e il passaggio dal tardogotico al gusto rinascimentale attraverso i più significativi esempi pittorici, architettonici e scultorei del Piemonte meridionale…
Questo corso intende quindi raccordare i lineamenti generali dell’arte italiana e arrivare alle grandi testimonianze artistiche del Piemonte meridionale nate a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, nella fase di superamento dell’arte medievale verso l’arte moderna.
L’obiettivo del corso sarà quello di esaminare i più grandi esempi della storia dell’arte tardogotica e rinascimentale e di cercare di passare dai celebri grandi artisti di fama internazionale agli esempi maggiori della zona, in particolare dei territori di Alba, Langhe e Roero.
Gli appuntamenti consisteranno in lezioni frontali, condotte con l’ausilio di presentazioni PowerPoint, che saranno poi messe a disposizione dei corsisti.
Non è un corso riservato ad esperti e specialisti: è un corso che intende rivolgersi a tutti coloro che fossero interessati a scoprire la storia dell’arte del ‘400 e del ‘500 nel sud del Piemonte e uno dei più grandi maestri del Rinascimento della regione, Macrino d’Alba.
Programma
Prima lezione: Il Tardogotico. Caratteri generali, nomi dei principali artisti, il tardogotico nel Piemonte meridionale: Giacomo Jaquerio e il Castello della Manta
Seconda lezione: Il Rinascimento. Aspetti generali, nomi dei principali artisti, l’arte rinascimentale nel Piemonte meridionale: i cicli di affreschi delle Langhe – prima parte (Levice, Monesiglio, Mombarcaro)
Terza lezione: Il Rinascimento. I cicli di affreschi delle Langhe – seconda parte (Saliceto) e del Roero
Quarta lezione: Macrino d’Alba. La riscoperta di uno tra i più grandi artisti del Rinascimento in Piemonte, le opere di Alba (pala nella Sala del Consiglio e pala della chiesa di San Giovanni), della zona (tavola nella chiesa di San Giorgio a Neviglie e tavole conservate alla Galleria Sabauda di Torino) e cenni sul lavoro alla Certosa di Pavia.
Escursione: visita all’Oratorio di San Francesco a Santa Vittoria d’Alba.
A tutti i partecipanti verranno dati alcuni omaggi.
Docente
A condurre il corso sarà Sonia Fazio, dottoressa in Storia delle arti e Conservazione dei beni artistici con percorso medievale-bizantino presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con esperienza di guida presso la Cappella degli Scrovegni di Padova e Villa Arconati a Bollate.
Oltre ad essere una dei soci dell’associazione Ambiente & Cultura è anche una delle guide di Alba Sotterranea e ha tenuto i precedenti corsi di Storia dell’arte dell’Alto Medioevo tra Piemonte e Lombardia e Storia dell’arte del Basso Medioevo: Romanico e Gotico nel Piemonte meridionale.
http://ift.tt/eA8V8J
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Video
youtube
(via https://www.youtube.com/watch?v=_MmEb8hAOAE)
Video realizzato con Drone (regolarmente iscritto nell'albo ENAC), in qualità 4K sulla residenza Sabauda per la Caccia e le Feste, edificata a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra. La Palazzina di Caccia di Stupinigi è uno dei gioielli monumentali di Torino, a 10 km da Piazza Castello, oggi proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, un ente governativo dedicato alla sua conservazione e valorizzazione. Stupinigi è patrimonio dell'UNESCO. Le riprese, specialmente in interno, sono state eseguite con un particolare drone munito di speciali protezioni e sensori. Il progetto, grazie ai permessi della Fondazione Ordine Mauriziano e l'interessamento dell'architetto Daniela Amparore, è stato realizzato dal prof. Massimo Gallorini dell'ITIS Galileo Galilei di Arezzo, nell'ambito di una ricerca sui nostri "Luoghi Storici e Artistici", tesa a valorizzare il patrimonio dei Beni Culturali Italiani e ad avvicinare gli studenti ad uno studio Laboratoriale utilizzante le nuove tecnologie. Il progetto è stato finanziato dalla fondazione Arte&Co.Scienza.
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Venerdì 24 novembre (ore 19 – ingresso libero) La luna in cortile in via Adua a Lecce ospita il vernissage di “Passiamo dalla Luna… c’è Emilia“. L’evento nasce come pretesto per esporre temporaneamente l’ultima produzione artistica diEmilia Ruggiero ma presto diventa un’occasione di incontro fra tre donne che, con lo scambio delle proprie esperienze e competenze, hanno generato questo progetto-spot come luogo-altro dai circuiti ufficiali dell’arte contemporanea. Al centro del breve viaggio di questa tre giorni (che proseguirà anche sabato 25 e domenica 26 novembre dalle 18 alle 21) c’è la strada percorsa dalle pitture dell’artista. Un itinerario di immagini ospitato dalle stanze della “Luna in cortile”, struttura ricettiva di Antonella Della Torre, e raccontato con le parole di Viviana Amati, che si srotolano su fondi grigi dai riflessi argentei, pastosi e rigorosamente stesi su materiali riciclati. Si assiste all’esplosione di un sottovuoto spinto, quello delle donne che rifuggono i cliché imposti per essere libere di volare alte con ali da farfalle o sospinte da palloncini. Un’evasione dalla quotidianità per dar vita alla bellezza esplodendo cromaticamente, con un contrasto netto dal fondo grigio, e affermare la propria identità. “Passiamo dalla Luna…c’è Emilia” rappresenta la possibilità concreta di nuovi luoghi d’incontro. L’arte esce fuori dagli spazi istituzionali ed entra nel substrato cittadino, si mescola con il territorio e con gli attori locali, diventa realmente fruibile e accessibile, con un evento lowcost ma curato e ricercato. Durante i tre giorni l’arte e l’ospitalità incontreranno anche il piacere del palato. Sarà infatti possibile degustare i vini di Masseria Masciullo e gli olii di Tenuta Bianco.
Emilia Ruggiero vive e lavora a Lecce. Classe 1979, originaria di Mesagne, in provincia di Brindisi, dopo la maturità artistica si laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università del Salento e successivamente consegue diverse specializzazione nel settore dei beni culturali. Tra le collettive a cui ha preso parte: “Materiamente” (2009), “Percorsi Artistici Salenti” (2011) a cura di Massimo Guastella e Salvatore Polito, “Autoritratti. Artisti del terzo millennio” (2011) a cura di Massimo Guastella, “Kraino: un augurio ad arte” (2014),a cura di Simona Caramia e Lorenzo Madaro. Tra le sue mostre personali: “Autoritratti” (2014), “A cuor leggero” (2017). Le sue opere sono contenute nel catalogo “Supplementi interiori”, pubblicato da Lupo editore nel novembre 2014.
Passiamo dalla Luna, c’è Emilia! Venerdì 24 novembre (ore 19 - ingresso libero) La luna in cortile in via Adua a Lecce ospita il vernissage di "Passiamo dalla Luna… c’è Emilia".
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CNR: una proposta per la cultura e per Acireale di Davide Pappalardo
Mi sono sempre chiesto per quale motivo Acireale non possa essere annoverata tra le città simbolo del prestigio culturale di cui gode la nostra Sicilia, o perchè essa si debba ancorare esclusivamente alle maschere carnascialesche, tanto da renderle unica espressione della propria essenza. Continuo a chiedermi quale sia il futuro di questa città, da me amata e odiata paradossalmente: l’oblio eterno, rappresentato dalla mancanza di senso civico e valori o riscatto culturale e identitario attraverso la valorizzazione delle proprie risorse? Cercando di rispondere a questa domanda, vorrei esprimermi in merito alle potenzialità che la città delle cento campane ha e attraverso le quali può venir fuori dal cono d’ombra ove è dislocata. Più volte il cittadino medio è invitato ad ammirare i mascheroni in cartapesta che nei mesi invernali dell’anno sfilano tra le facciate del centro storico e del barocco palazzo municipale, dove passano inosservate le apotropaiche figure dei balconi, quasi non appartenessero agli allori del passato di Acireale. Ad oggi sembra quasi che esse allontanino i cittadini, che facciano loro perdere l’amore per la bellezza, valore al quale erano legati i nostri avi. Quella gente riconosceva nel Paolo Vasta l’immagine del detentore di quei principi di bellezza e rigore artistici, specchio dell’identità popolare, che ad oggi si sono perduti. Da studente di storia dell’arte, nel dipartimento di scienze umanistiche dell’Università di Catania e da cittadino acese, sono rammaricato nel vedere un cospicuo numero di opere d’arte, attestazioni della locale cultura artistica e popolare, isolate nelle sagrestie delle nostre chiese, o ancor peggio “eclissate” all’interno di edifici chiesastici perennemente chiusi. Penso alla presunta pala d’altare del Vasta isolata nella sconosciuta chiesa della Maddalena, in via Vittorio Emanuele o al sant’Espedito della chiesa dedicata a Gesù e Maria, beni storico-artistici che non sono mai stati oggetto di studi scientifici e tanto meno di restauri. Vengo quindi al nocciolo della questione. Riscopriamo le nostre radici partendo dal recupero del nostro patrimonio storico- artistico, un patrimonio che deve essere considerato irrinunciabile risorsa culturale per la città e non materiale sordo e muto da nascondere e isolare. E’ necessario che le opere d’arte parlino alla gente e abbiano una loro dignità e integrità artistica. Si inizi a prendere sul serio l’attività di progettazione, ricerca e recupero dei nostri beni storico-artistici, attraverso la creazione in città di una sezione interna ad una struttura pubblica di ricerca: il CNR. Penso ad una vera realtà culturale nel cuore della nostra città, che possa coinvolgere anche i giovani restauratori che, grazie allo studio di scienze chimiche e tecnologie dei materiali, si occuperebbero della salvaguardia materiale del nostro patrimonio, ma anche e soprattutto coloro che li coadiuverebbero offrendo contributi in materia di tutela, conservazione e valorizzazione: gli storici dell’arte. A Catania sono sempre attivi archeologi, ingegneri, storici, chimici, fisici e informatici che costituiscono il team multidisciplinare dell’IBAM, istituto che da sempre si muove ai fini della sperimentazione e di indagini metodologiche applicate al patrimonio archeologico del territorio; una realtà dalla quale prendere esempio. Perchè non auspicare una sinergia tra Acireale e il capoluogo di provincia? Se a Catania la veemente presenza dell’IBAM costituisce un’ancora di salvezza per il patrimonio archeologico, Acireale potrebbe sancire un proprio primato sul patrimonio storico artistico, facendo sorgere un centro in grado di effettuare interventi scientifici con rigore metodologico. L’interdisciplinarietà dell’IBAM si fonderebbe col lavoro effettuato sui beni acesi, opere diversificate per qualità artistica, ma accomunate dalla medesima collocazione temporale: dal tardo Seicento ai primi del Novecento. Lo scambio reciproco di informazioni costituirebbe la sinergia che porterebbe L’IBAM a comunicare con questa nuova sezione del CNR, avendo l’obiettivo comune di restituire alla collettività non solo parte del patrimonio archeologico ma anche di quello storico artistico. Dove poter collocare un simile centro ? Troppo spesso ho avuto modo di constatare personalmente, da ex studente del liceo artistico “Brunelleschi”, come la vecchia sede del Santonoceto sia stata deturpata dai vari tira e molla burocratici che si sono susseguiti nel tempo. Enormi spazi che avrebbero potuto benissimo essere adibiti ad aule per la scuola, laboratori dei quali non si conoscono gli spazi che ad oggi risultano inutilizzati, abbandonati e tenuti come luoghi adibiti alla raccolta di spazzatura. Una buona parte dell’ex collegio è stata sottratta alle attività didattiche per essere vergognosamente chiusa, condotta nella sfera del dimenticatoio pubblico. Solo una modesta parte dell’ edificio è stata accolta dall’ente Ipab, che però non si è mai mosso affinchè ogni spazio che la struttura offre possa essere concretamente utilizzato. In questo caso si tratterebbe di una duplice vittoria: da un lato si ridarebbe vita ad un edificio che da troppo tempo vive solo sugli allori del passato e lo si conosce soltanto per quel che ha offerto un tempo, dall’altro si contribuirebbe alla rinascita culturale di una città svuotata della sua vera essenza. Ma l’ex Collegio non è l’unica struttura che sarebbe in grado di accogliere le attrezzature di una sezione del CNR, penso infatti ad un altro storico edificio acese: il San Luigi. Cambiamo atteggiamento e costruiamo per la nostra città un glorioso destino, lo si faccia attraverso la riscoperta del nostro prezioso patrimonio, fonte di sapere e espressione del nostro essere. Si riparta con il CNR, Acireale è custode di una identità florida, insabbiata nei secoli dalla cattiva politica, che può essere riscoperta attraverso la ricerca e l’impegno di tutti coloro che contribuiranno affinchè questo possa avvenire. Che la politica intervenga e sia promotrice di un progetto e un ideale ben più alto dei propri faziosi interessi. Invito l’assessorato alla cultura e l’intera giunta comunale a riunirsi attorno a un tavolo, discutere dell’argomento nell’interesse esclusivo della città, quindi prenderne atto e agire, cercando di tendere la mano a quell’ente che ancora qualcuno chiama regione. Inutile esternare dubbi prematuri che tendono ad ostacolare e celano paure verso possibili dinieghi; la caparbietà sia l’ingrediente fondante di un’impresa che, seppur ardua, vale la pena intraprendere per il bene della città e dell’intera collettività.
(Davide Pappalardo)
CNR: una proposta per la cultura e per Acireale di Davide Pappalardo was originally published on Fancity Acireale
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SAN BENEDETTO – I Musei Sistini del Piceno in collaborazione con il Comune di Rotella (AP), hanno inteso realizzare un evento espositivo dal titolo Opere d’arte salvate dal terremoto da Camerino e dalle terre sistine, che si terrà presso il Museo di arte sacra di Rotella dal 22 luglio al 30 settembre 2018.
Il progetto consiste nella realizzazione di un evento nato essenzialmente dalla volontà di mettere in relazione due istituzioni museali danneggiate dal sisma e attualmente non aperte al pubblico: la Pinacoteca civica di Camerino e i Musei Sistini del Piceno con le due sedi chiuse di Montalto Marche e Castignano.
Istituzioni che, dopo il sisma, si sono trovate comunque a confrontarsi spesso su molti temi, accomunate da tutte le problematiche relative, non solo alla conservazione delle opere d’arte post terremoto, alla creazione dei vari depositi, ma anche a quelle di come far fronte alla valorizzazione di un territorio ferito attraverso delle opere d’arte, che pur essendo rimaste in loco, non possono essere fruite.
E’ per questo motivo che, nonostante la chiusura dei musei, impegnarsi nel progettare un evento che possa mostrare delle opere d’arte non più godibili, rappresenta anche il simbolo della volontà di ricominciare e di stare sul territorio, ad essere un segno forte e molto significativo per le piccole comunità locali.
Pertanto si è pensato di unire le forze, ed esporre presso il Museo di Arte Sacra di Rotella, delle opere provenienti dai tre musei chiusi; a queste se ne sono aggiunte altre provenienti da luoghi danneggiati e chiusi dal sisma come alcune opere provenienti dal Comune di Loro Piceno, dalle chiese di Santa Maria di Castignano, di San Filippo di Ripatransone e dal locale Museo Vescovile, di San Benedetto Abate di Montemonaco, dal museo Vescovile di Ripatransone e dalla chiesetta di Santa Lucia di Poggio Canoso.
Tra queste opere si è voluto far emergere quelle, perlopiù inedite, del pittore Martino Bonfini (Patrignone, 1564–1636 circa), artista simbolo del patrimonio artistico danneggiato dal terremoto presente con le sue opere principalmente presso il Santuario dell’Ambro e presso la chiesa di Santa Maria in Pantano completamente distrutta dal terremoto.
Il fine del progetto, è quello di rivitalizzare il tessuto sociale sfilacciato delle comunità locali danneggiate dal sisma; nel tentativo di tutelare un’identità che deve essere tenuta insieme nonostante le circostanze negative relative al terremoto. Un’identità che non deve essere dispersa andando a ricreare l’interesse per un’attrazione turistica nella consapevolezza che il territorio collinare del Piceno possiede ancora un’immensa ricchezza culturale, ambientale, paesaggistica e umana.
Un’esposizione dunque nell’ottica della valorizzazione dei centri minori, nel territorio più interno, quello dei passaggi meravigliosi, quello delle terre dove Sisto V crebbe e si formò; un territorio spesso dimenticato, dove il forte legame tra museo e territorio, è testimoniato anche dai dieci Musei Sistini del Piceno, nati con lo scopo di mantenere i beni artistici di carattere religioso, nelle comunità per le quali questi beni furono realizzati; musei che insistono sui Comuni di Rotella, Montalto Marche, Castignano, Ripatransone, Grottammare, San Benedetto del Tronto, Monteprandone, Force, Comunanza e Montemonaco.
Territori che vanno dal mare alla collina fino alle pendici dei Monti Sibillini nel cuore del cratere del terremoto e una rete capillare di musei che accompagna il visitatore alla scoperta del territorio piceno, fatto di straordinari capolavori artistici, di saperi, usi e costumi.
Il territorio a cui abbiamo voluto riferirci è quello delle terre sistine che abbraccia il territorio piceno di Grottammare dove Felice Peretti nacque e quello di Montalto Marche dove crebbe e studiò, ma anche Camerino è una città legata a Papa Sisto V. A testimonianza delle terre sistine verrà esposta la tavola dipinta raffigurante il Cristus patient del sec. XIII (conservato sempre il Museo Sistino di Montalto) e proveniente dal Convento di San Francesco alle Fratte, convento situato tra Montedinove e Montalto Marche dove Fra Felice Peretti (poi Papa Sisto V) prese i voti come frate francescano.
Alle tavole della Crocefissione tra i dolenti e della Madonna in trono di Arcangelo di Cola, provenienti dalla Pinacoteca di Camerino, si è voluto accostare altre opere di gusto tardogotico provenienti dai due Musei Sistini di Montalto e Castignano; da quest’ultimo la scultura raffigurante il San Pietro e dal Museo Sistino di Montalto Marche una la croce astile proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Viminato di Patrignone.
Come opera di passaggio al secolo XVI e testimone della terra sistina e di una chiesa danneggiata dal terremoto, si è voluto esporre la tavola di Vincenzo Pagani raffigurante la Madonna in trono tra i Santi con la lunetta raffigurante la Pietà.
Per il secolo XVII invece si è voluto far emergere la figura di Bonfini, con diverse opere inedite, fortemente legata al territorio e ai danni del sisma; quindi in mostra sono presenti la Crocefissione tra i dolenti dipinta per la chiesa di Santa Maria in Casalicchio di Montemonaco, poi trasferita a Montalto per motivi conservativi circa una trentina di anni fa. Ancora un’altra Crocefissione tra i dolenti e la Maddalena che raccoglie il sangue di Cristo entro una grande anfora, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Borgo di Castignano;
l’Educazione della Vergine proveniente dal Comune di Loro Piceno, il San Benedetto da Norcia con le storie della sua vita, proveniente dalla chiesa di San Benedetto di Montemonaco e ora esposto presso il museo di arte sacra di; il San Carlo Borromeo proveniente dalla chiesa di San Filippo di Ripatransone; infine le due tavolette dei misteri, la presentazione al tempio e la flagellazione, conservate presso il Museo Vescovile di Ripatransone.
OPERE ESPOSTE:
SEZIONE I
Artista spoletino, Crocefissione, sec. XIII, dipinto su tavola, Museo Sistino, Montalto Marche, h 136 x 116
Scultore marchigiano, seconda metà sec. XIV, San Pietro, h 81 x 44,5, museo di arte sacra, Castignano
Arcangelo di Cola, Madonna in trono col bambino e due angeli, sec. XV, tavola dipinta, Pinacoteca civica, Camerino, h 135 x 98
Maestro di Gaglianvecchio, Crocifissione tra Maria e San Giovanni, XV, tavola dipinta, Pinacoteca civica, Camerino, h 167 x 78
Orafo marchigiano, Croce astile con Crocifissione tra Maria e San Giovanni, prima metà del sec. XV, rame e argento sbalzato e inciso, cristalli di rocca e ambra, Museo Sistino, Montalto Marche
Vincenzo Pagani, Madonna in trono con il bambino e lunetta con la Pietà, sec. XVI, fraz. Di Porchia, Montalto Marche
SEZIONE II
Martino Bonfini, San Carlo Borromeo, chiesa di San Filippo, Ripatransone
Martino Bonfini, Presentazione al tempio e flagellazione, inizio sec. XVIII, tempera dipinta, Museo Vescovile, Ripatransone
Martino Bonfini (attr,) San Benedetto da Norcia e storie della sua vita, XVII, provenienza: Montemonaco, chiesa di S. Benedetto Abate, Museo di arte sacra-Musei Sistino di Montemonaco,
h 250-260×165
Martino Bonfini, Crocifissione tra Maria e San Giovanni, inizio sec. XVIII, tela dipinta, Museo Sistino, Montalto Marche, proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Casalicchio di Tofe, Montemonaco, h 222 x 152
Martino Bonfini, Crocefissione con Santi, inizio sec. XVIII, Castignano, chiesa di Santa Maria del Borgo, h 180×123
Martino Bonfini, L’educazione della Vergine, proveniente dalla chiesa di San Francesco, raccolta Civica, Loro Piceno h 178×120
Martino Bonfini, L’invenzione della croce, Grottammare, chiesa di Sant’Agostino
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Questo corso intende raccordare i lineamenti generali dell’arte europea e arrivare alle grandi testimonianze artistiche del territorio piemontese meridionale nate dopo il fatidico anno Mille, dalla nascita del Romanico agli sviluppi del Gotico.
Dal generale al particolare, osservando l’evoluzione dell’arte medievale e il passaggio dal romanico al gotico attraverso i più importanti esempi architettonici, scultorei e pittorici del Piemonte meridionale…
L’obiettivo del corso sarà quello di esaminare i più grandi esempi della storia dell’arte bassomedievale, da quella romanica a quella gotica, e di cercare di passare dagli esempi più celebri del Piemonte a quelli più vicini alle nostre zone, in particolare dei territori di Alba, Langhe e Roero.
Gli appuntamenti consisteranno in lezioni frontali, condotte con l’ausilio di presentazioni PowerPoint, che saranno poi messe a disposizione dei corsisti.
Sonia Fazio
A condurre il corso sarà Sonia Fazio, dottoressa in Storia delle arti e Conservazione dei beni artistici con percorso medievale-bizantino presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con esperienza di guida presso la Cappella degli Scrovegni di Padova e Villa Arconati a Bollate.
Oltre ad essere una dei soci dell’associazione Ambiente & Cultura è anche una delle guide di Alba Sotterranea e ha tenuto il precedente corso Storia dell’arte dell’Alto Medioevo tra Piemonte e Lombardia.
A chi è diretto il corso
Il corso è rivolto a tutti coloro che fossero interessati a conoscere la storia dell’arte medievale, quella relativa al periodo del Basso Medioevo.
Programma del corso
Corso di storia dell’arte bassomedievale
Modulo B
Dall’XI al XIV secolo
Prima lezione (27 ottobre) Le origini dell’arte bassomedievale – la nascita del Romanico e i secoli XI-XII nell’albese.
Seconda lezione (3 novembre) Le origini dell’arte bassomedievale – il Romanico e i secoli XI-XII nel Piemonte meridionale.
Terza lezione (10 novembre) Lo sviluppo dell’arte bassomedievale – la comparsa del Gotico e i secoli XIII-XIV nell’albese.
Quarta lezione (17 novembre) Lo sviluppo dell’arte bassomedievale – il Gotico e i secoli XIII-XIV nel Piemonte meridionale.
Escursione Visita alla Abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano (AT).
Omaggi inclusi
Un libro edito dal museo: Nuove acquisizioni archeologiche ad Alba
Biglietto del Sistema Museale Albese e riduzione sul biglietto di Alba Sotterranea (8 euro anziché 10)
La tessera associativa per l’anno in corso di Ambiente & Cultura che dà diritto ad altri vantaggi e riduzioni
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Tra III e IV secolo la diffusione di una nuova religione, quella cristiana, diede origine a iconografie basate su simboli già ampiamente diffusi nel mondo classico, ma che vennero riadattati al contesto e assunsero così nuovi significati.
Queste immagini, trasformate nel loro contenuto, presero piede tra le molteplici culture che si susseguirono in Italia durante l’Alto Medioevo, divenendo il fondamento di tutta l’arte medievale e non solo…
Un percorso che vi mostrerà il lato luminoso di un’epoca ingiustamente considerata buia, l’Alto Medioevo.
Dal generale al particolare, osservando le radici dell’arte medievale e i più importanti esempi iconografici paleocristiani e bizantini, si giungerà ad osservare le testimonianze longobarde e carolinge locali dei casi tra Piemonte e Lombardia.
A cura di Sonia Fazio, dottoressa in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con esperienza di guida presso la Cappella degli Scrovegni di Padova e Villa Arconati a Bollate.
Ciclo di 5 incontri:
4 lezioni frontali (12, 19, 26 maggio, 1 giugno) dalle ore 19.00 alle ore 21.00;
1 escursione (data da concordare coi corsisti).
Il corso si terrà presso l’aula didattica del Museo civico archeologico e di scienze naturali “Federico Eusebio” di Alba.
Programma del corso
Prima lezione Le origini dell’arte altomedievale L’iconografia paleocristiana
Seconda lezione Lo splendore di un periodo “buio” L’arte bizantina
Terza lezione Il tempo dei “Barbari” I Longobardi tra Piemonte e Lombardia
Quarta lezione La “Renovatio” dell’Impero La rinascenza carolingia e ottoniana
Escursione Visita alla sezione longobarda dei Musei Civici di Pavia e alla Cripta di Sant’Eusebio
Inclusi nel corso
Un libro edito dal museo “Marmi romani dal museo civico Federico Eusebio di Alba” in omaggio ad ogni partecipante.
Ingresso al Museo civico Federico Eusebio e riduzione sul biglietto di Alba Sotterranea (8 euro anziché 10).
La tessera associativa “Ambiente & Cultura” che dà diritto ad altri vantaggi e riduzioni.
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