#restauro e tutela
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Alessandria: Giornate di Valorizzazione del Patrimonio al Complesso di San Francesco
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell'ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo
Visite guidate gratuite per scoprire la storia e il futuro dell’ex Convento di San Francesco, dal restauro alla trasformazione in museo. In occasione delle Giornate di Valorizzazione del Patrimonio Culturale, la città di Alessandria apre le porte del Complesso Monumentale di San Francesco con una serie di visite guidate programmate per sabato 2 novembre 2024. L’iniziativa, promossa dalla…
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La Chiesa, edificata extra moenia su una preesistente cappella intitolata alla miracolosa Madonna delle Grazie, ed affiancata da una palazzina con giardini destinati a residenza estiva del Vescovo e dei seminaristi. Fu fatta edificare dal Vescovo Vincenzo Giustiniani (1593-1614) e svetta alta e visibile da lontano come desiderava il suo committente.
La facciata, su cui è incisa la data di costruzione 1602, è davvero originale, bizzarra ed unica nel suo genere. Ripartita in tre ordini, termina con un timpano spezzato completato dalle insegne episcopali. Sono delineate della pietra tre torri merlate poste in asse con i portali sottostanti mentre nel terzo ordine campeggia l'altorilievo della grande aquila reale ad ali spiegate con una corona regale sulla testa. La lettura dell'intera facciata evidenzia l'aquila reale che protegge il sottostante castello. La Chiesa era sotto la tutela del Vescovo la cui mitra troneggia in cima alla testa dall’aquila. Nella parte superiore la facciata è ornata da stemmi e ritratti, mentre nella parte sinistra è completata da un piccolo campanile del secolo XIX. Il particolare disegno della facciata generò il toponimo di Porta o Via dell'Aquila Grande.
La Chiesa fu ampliata e ristrutturata dal vescovo D. Cennini nel 1652, come si legge sull'arco trionfale. Gli stemmi appartengono al Vescovo Cennini, al Vescovo De Cavalieri ed alla famiglia Orsini. L’interno a navata unica con quattro cappelle laterali ha volte a vela su pilastri e soffitto piano. Tra i vari arredi ed opere d'arte che si conservano meritano particolare attenzione la pregevole tela ad olio raffigurante la Madonna delle Grazie attribuita a Giovanni Donadio di Gravina ed il bronzo del Cristo Deposto di Giuseppe Menozzi di Mantova.
Il restauro effettuato dopo i danni subiti dal terremoto del 1980 ha riportato alla luce l'arco di trionfo con i suoi capitelli ed alcuni medaglioni in pietra conferendo all'ambiente maggiore snellezza ed ampiezza.
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I LUOGHI DEL CUORE DEL FAI: PARTITA LA MOBILITAZIONE PER L’ANTICO CAMERINO PER I BAGNI DI SANTA CATERINA
Il Comune di Nardò sostiene il progetto di tutela, restauro e valorizzazione dell’Antico Camerino per i bagni a mare di Santa Caterina, candidato a I Luoghi del Cuore del Fondo per l’Ambiente Italiano. Si tratta del “censimento dei luoghi italiani da non dimenticare” che il Fai realizza ogni anno, mettendo a disposizione (insieme a Intesa San Paolo) contributi economici fino a 50 mila euro per il…
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Sicilia, 182 milioni per oltre trenta interventi sui beni culturali
Sicilia, 182 milioni per oltre trenta interventi sui beni culturali Sono oltre trenta gli interventi finanziati con i 182 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione destinati ai beni culturali della Sicilia. Numerosi quelli mirati alla valorizzazione, alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale dell'Isola, grazie all'accordo firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. «Si tratta di un'occasione unica per la salvaguardia e la promozione della ricchezza storica, artistica e culturale siciliana, un patrimonio di inestimabile valore che merita di essere preservato. Questo finanziamento, inoltre - afferma l'assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato - rappresenta una straordinaria opportunità anche per il rilancio del turismo e dell'economia locale. Siamo pronti a mettere in atto tutte le misure necessarie per realizzare questi interventi e garantire che i benefici raggiungano tutte le comunità dell'Isola». Tra i principali finanziamenti, partendo da Palermo, 15 milioni di euro sono stati destinati per il restauro della volta e le decorazioni del Teatro Politeama; quasi 3 milioni per la valorizzazione dell'itinerario del Decò a Palermo, con Casa Savona (900 mila), e del Liberty attraverso il restauro architettonico, decorativo e degli esterni di Villino Ida Basile (un milione) e di Villino Florio all'Olivuzza (un milione); e ancora un milione servirà per migliorare la fruizione della Real Casina Cinese, con annesso restauro del giardino storico. In provincia, destinati 1,2 milioni per il restauro delle decorazioni delle navate del Duomo di Monreale e 1,1 milioni per il ripristino degli apparati decorativi interni e la riqualificazione esterna del Duomo di Cefalù. A Catania, oltre 6 milioni saranno investiti per la riqualificazione di Castello Ursino; 1,5 milioni per il restauro del transetto, delle torri e della copertura delle absidi della Cattedrale; 5 milioni per il recupero funzionale del secondo piano e il restauro dei prospetti dell'ex Manifattura Tabacchi, sede del Museo interdisciplinare. A Siracusa, 2,3 milioni saranno impiegati per il restauro delle torri del Castello Maniace e sempre 2,3 milioni per il consolidamento e il restauro del Tempio di Apollo. Mentre, nella provincia di Ragusa, quasi 5 milioni sono destinati alla riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco archeologico di Kamarina e più di un milione per la musealizzazione del "Relitto delle Colonne"; infine, 8 milioni andranno alla riqualificazione e sistemazione dei percorsi del quartiere rupestre di Chiafura a Scicli. A Enna, oltre 7 milioni per il recupero, la valorizzazione e il completamento della rocca di Gagliano Castelferrato e 6,4 milioni a Piazza Armerina per il completamento del restauro, oltre che per interventi strutturali e nuove coperture della Villa Romana del Casale. Più di 16 milioni a Messina per i lavori di funzionalizzazione della cittadella della Cultura, ex complesso ospedaliero Regina Margherita. E ancora, in provincia, 6 milioni a Lipari per la musealizzazione del relitto di Capistello; circa 800 mila a Motta d'Affermo per il restauro della chiesa di San Pietro; 1 milione a San Marco d'Alunzio per la manutenzione straordinaria e il restauro della chiesa di Maria SS. Aracoeli. A Caltanissetta, 2 milioni per la tutela e la valorizzazione delle Mura Timoleontee e delle strutture arcaiche, oltre che per il completamento dei percorsi e il collegamento con il mare; quasi 4 milioni per la riqualificazione del castello Manfredonico di Mussomeli. Ad Agrigento, poco più di 6 milioni per la risistemazione del museo Pietro Griffo; 4 milioni per il risanamento conservativo e il miglioramento strutturale del complesso monumentale di Santo Spirito. Per la provincia di Trapani, infine, 1,5 milioni saranno impiegati per la manutenzione straordinaria del porticciolo e la sistemazione delle aree esterne della Tonnara di Favignana, ex stabilimento Florio; 3 milioni per la realizzazione di una serie di opere tra cui un visitor center con parcheggio adiacente al Cretto di Burri a Gibellina; 1,4 milioni per la manutenzione straordinaria del castello arabo normanno di Castellammare del Golfo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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👷♂️ Appalti di lavori per restauro dei Beni Culturali: no al cumulo alla Rinfusa 🏛️
Il TAR Toscana ha stabilito che per i lavori di restauro su beni culturali sono necessari:
🎖 Qualificazione Specialistica: La ditta esecutrice deve possedere direttamente la qualificazione necessaria
🎖 Requisiti di Gara: È vietato il cumulo alla rinfusa; i requisiti devono essere posseduti dalla singola impresa esecutrice.
👌 In questo modo si garantisce una tutela effettiva dei beni culturali
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A Venezia il Bambino migrante di Banksy sorvegliato speciale
Minacciato dalla salsedine e dall’alta marea, che ne stanno dissolvendo i colori, il Bambino Migrante realizzato da Banksy a Venezia è adesso ‘sotto tutela’, vigilato 24 ore su 24 da guardie private, perché si temono atti vandalici in vista del suo prossimo, discusso, restauro. L’iniziativa è stata presa da Banca Ifis, l’istituto di credito che ha raccolto l’appello per la salvezza dell’opera…
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Il Tuo Consulente Legale: Gestione Del Divorzio E Della Ricostruzione A Seguito Di Un Terremoto
Avere un consulente legale impegnato e affidabile è essenziale nel complesso mondo degli affari legali. Questo articolo evidenzia le conoscenze offerte da un noto studio legale che gestisce alcuni casi, tra cui il diritto del divorzio per gli uomini e la ricostruzione in caso di catastrofe.
Riconoscere le complessità della legge sul divorzio maschile
Chiunque stia attraversando un divorzio lo troverà difficile ed emotivamente faticoso, ma i maschi spesso hanno particolari difficoltà in questo momento. Per salvaguardare i diritti e gli interessi degli uomini in fase di divorzio, i professionisti legali della nostra azienda comprendono che hanno bisogno di assistenza specifica.
Il gruppo di avvocati divorzisti esperti è consapevole delle complessità del diritto di famiglia e offre consulenza personalizzata in base alla situazione unica di ciascun cliente. L'azienda tutela gli interessi dei propri clienti mentre si muove nel sistema giudiziario, dalla divisione dei beni alla custodia dei figli e ai diritti di visita.
Il loro approccio è focalizzato sul raggiungimento di risultati giusti ed equi perché comprendono che ogni caso di divorzio è diverso. L'azienda si impegna a garantire che i clienti ricevano l'assistenza e la consulenza necessarie durante questo periodo difficile, sia tramite negoziazione che tramite causa.
Assistenza legale per la ricostruzione della vita a seguito di un terremoto
A seguito di catastrofi naturali come i terremoti, le comunità si trovano ad affrontare il difficile lavoro di ricostruzione. I professionisti legali di questo studio forniscono assistenza vitale per la ricostruzione Post-Terremoto, aiutando persone, aziende e comunità a destreggiarsi tra le complessità del processo di recupero.
L'azienda compie grandi sforzi per garantire che i clienti ricevano gli aiuti necessari per ripristinare le loro vite e le loro comunità. Ciò include la comprensione delle complessità legate alla gestione delle richieste di indennizzo assicurativo, all’ottenimento dell’assistenza governativa e alla risoluzione delle difficoltà legali legate alla proprietà dopo una catastrofe.
Lo staff legale è un alleato affidabile nel processo di restauro, aiutando in qualsiasi cosa, dalla stima dei danni alla proprietà alla gestione delle assicurazioni e delle organizzazioni governative. Si distinguono come un pilastro di forza in tempi incerti grazie alla loro dedizione alla qualità e alla meticolosa attenzione ai dettagli.
Servizi di consulenza legale individualizzata
Questa azienda è molto soddisfatta nel fornire servizi di consulenza legale personalizzati che soddisfano le diverse esigenze dei propri clienti, oltre ai servizi legali tradizionali. Il gruppo di avvocati competenti del team ha esperienza in una vasta gamma di campi legali, quindi i clienti sanno di avere un solido alleato per qualsiasi ostacolo legale che potrebbero incontrare.
L'azienda fornisce l'assistenza e le conoscenze necessarie per gestire altre questioni legali, risolvere un divorzio o cercare consigli sulla ricostruzione dopo un terremoto. Ogni aspetto dei loro servizi è valorizzato dalla loro dedizione alle procedure legali etiche e al piacere del cliente.
Un approccio incentrato sul cliente:
I clienti sono il centro di tutto il nostro business. Mirano a fornire chiarezza, indicazioni e risposte pratiche poiché riconoscono che le preoccupazioni legali possono essere scoraggianti. Nel corso della procedura legale, i clienti sono certi di ottenere l’attenzione e l’assistenza di cui hanno bisogno grazie all’approccio incentrato sul cliente.
Lo staff si impegna a mantenere i clienti informati e sotto controllo durante l'intero processo, dalla prima consultazione alla risoluzione del caso. Lo sviluppo di strategie in linea con gli obiettivi e le priorità dei clienti richiede una comunicazione aperta e un impegno collaborativo.
In sintesi,
Questa attività legale è un brillante esempio di conoscenza, fornendo ampia assistenza in settori quali la ricostruzione post-terremoto e il Diritto Sul Divorzio Maschile. Si distinguono come consulenti legali affidabili per la loro dedizione nel fornire un servizio personalizzato, nel soddisfare i clienti e nel sostenere gli standard etici.
Blog Source URL: https://studiolegalchioralla.blogspot.com/2024/02/your-legal-counselor-managing-divorce.html
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Oratorio dei Rucellai
Ogni mattina, andando al lavoro, mi trovo a passare davanti ad un edificio che da sempre mi costringe a pormi la stessa, ripetitiva, retorica domanda: “possibile che debba essere lasciato in stato di completo abbandono?”. La risposta, evidentemente, è sì, visto che sono perlomeno dieci anni che ci passo davanti e che niente cambia, se non in peggio.
L’edificio in questione è la Cappella Rucellai al Lippi. A molti sarà pressoché sconosciuta, immagino, per cui brevemente ve ne traccio una piccola descrizione. Si tratta di un Oratorio, posto all’incrocio tra Via Perfetti Ricasoli e Via Pietro Fanfani. Faceva parte del complesso di edifici che comprendeva la Villa Lippi-Macia, demolita nel dopoguerra dal Nuovo Pignone, per costruire al suo posto la mensa della fabbrica.
Oltre alla Villa, c’era un tabernacolo, di grandi dimensioni, che si trovava proprio in mezzo all’incrocio, che nel 2002 è stato restaurato e spostato all’interno dei Giardini del Lippi, per evitare che venisse distrutto da qualche auto (già era accaduto un incidente, con un mezzo che vi era andato a sbattere sopra). Si tratta di un tabernacolo molto antico, risalente ai primi anni del Quattrocento, che una volta aveva sulla sua sommità un gigantesco vaso di terracotta attribuito ai Della Robbia, nel quale crescevano giaggioli.
All’interno del Tabernacolo era presente un affresco della Madonna del Latte, attribuito ad un giovane Paolo Uccello (lo attesta un’antica epigrafe) che, in concomitanza con i restauri, è stato staccato e custodito nella vicina chiesa di Santa Maria Mater Dei. Torniamo all’Oratorio. E’ più recente rispetto al Tabernacolo, è una struttura risalente al Settecento; venne adibito dai Rucellai a sepolcreto di famiglia, vi vennero infatti inumati cinque membri della famiglia, oltre ad un sacerdote e ad un’altra persona. E’, o almeno era, affrescato da Dinotti dei Lippi, e pare che fossero affreschi di un certo interesse artistico, tanto che l’Oratorio rientra tra i beni storici ed artistici soggetti a tutela.
Demolizione villa Nel 1942 il Comune di Firenze espropria la Cappella alla famiglia Rucellai; tuttavia, al suo interno, le funzioni continuano ad essere officiate fino al 1958. Da quel momento inizia la storia del degrado della Cappella. Nel 1962 viene previsto il suo abbattimento per allargare la strada di comunicazione tra Firenze e Sesto Fiorentino. Fortunatamente, un impiegato del Nuovo Pignone, insieme ad altri dipendenti ed alcuni consiglieri di quartiere costituisce un comitato per la salvaguardia della Cappella; presentarono ricorso contro l’abbattimento, ed ottennero facile vittoria, trattandosi di bene vincolato. Il primo passo era fatto: a questo punto il comitato si attivò per il restauro, ma qui le cose cominciarono a farsi complicate. Per il restauro della Cappella era necessaria una modifica al piano regolatore, ed i tempi si fanno biblici. Riporto il testo di un articolo de “La Nazione” del 31 agosto 1982, a firma di Rodolfo Gattai: SALVIAMO L’ORATORIO DEI RUCELLAI Quale sorte subirà l’antico oratorio Lippi-Rucellai costruito attorno al 1700 (con annessi locali) in quella che è diventata la zona industriale di Firenze? L’oratorio, affrescato da Dinotto dei Lippi, si trova alla periferia della città, in Via Perfetti Ricasoli all’angolo con Via Pietro Fanfani, vicino alla “Nuovo Pignone”. E’ trascurato e fatiscente. Sempre più fatiscente. Pericolanti le strutture dell’intero edificio, il tetto sfondato sopra l’altare, una breccia in una delle pareti esterne. Ma il recupero sembra di là da venire, vicenda emblematica di come vanno certe cose. C’è anche un dato positivo. Per l’intervento di un comitato messo in piedi da Giorgio Bubbi, un impiegato della “Nuovo Pignone” cultore di cose e memorie fiorentine, l’oratorio intanto è stato salvato dal piccone e dal maglio, sorte atroce decretata dal piano regolatore generale del 1962. Inoltre è stata riaffermata la validità del vincolo di tutela in base alla legge del 1939. Gli elaboratori del PRG condannavano a morte il piccolo oratorio. Il nuovo piano confermava infatti nella sostanza quanto contenuto nella precedente disciplina urbanistica per la città. Variavano solo le motivazioni, diventate più ambiziose: prima del ’62 si voleva semplicemente ampliare la Via Perfetti Ricasoli, mentre con il Prg del ’62 si stabiliva che l’edificio (di proprietà comunale dopo l’esproprio del 1942) doveva sparire per far posto alla grande viabilità di collegamento sulla direttrice Sesto-Prato. Senza tener conto del fatto che l’edificio-oratorio è un bene culturale e come tale vincolato fino dal 1939. In effetti non è un’opera d’arte di primo piano, ma le sue caratteristiche storiche, artistiche ed architettoniche ne impongono la conservazione. Anche se invade la sede stradale. Forse si pensava di fare il bis della villa di disegno quattro-cinquecentesco esistente vicino alla cappella e venduta dal comune alla Pignone nel primo dopoguerra. Tale villa, per la verità rimaneggiata a fondo, non esiste più: al suo posto sorge la mensa aziendale della “Nuovo Pignone”. In antico in questa zona c’era un piccolo agglomerato: la Villa Lippi e Macia (quella demolita), la cappella Lippi-Rucellai e l’attiguo tabernacolo, in origine quattrocentesco, del Lippi (pure sulla sede stradale), oggi occhiaia vuota in quanto l’immagine sacra che vi era affrescata, staccata, è ora conservata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Mater Dei. I Rucellai, ai quali la cappella giunse in eredità dopo il 1750, l’adibirono a sepolcreto. Dal 1799 al 1862 vi furono inumati cinque Rucellai, un sacerdote ed una settima persona. Con l’ampliarsi della Firenze costruita, il divieto di seppellire in città fu esteso al Lippi e la cappella non fu più utilizzata a tale fine. Espropriata dal comune, è rimasta aperta al culto fino al 1958. Da allora, l’abbandono. La grande viabilità prevista dal Prg è sempre allo stato di progetto e l’edificio è rimasto in piedi ma aggredito dal degrado. Ed è curioso che proprio dagli ambienti della “Nuovo Pignone” (che aveva demolito la villa in cambio di un proprio finanziamento al restauro della Badia a Settimo), sia venuta la difesa a oltranza della cappella e del tabernacolo. Testimoni dal loro posto di lavoro della progressiva rovina del complesso, Giorgio Bubbi e altri dipendenti della fabbrica si sono dati un gran daffare. Per iniziativa di Bubbi, l’anno scorso è nato il numeroso comitato di difesa con un direttivo di cui lo stesso Bubbi è segretario generale e il conte Nicolò Rucellai presidente. Ne fanno parte fra gli altri due consiglieri del quartiere 7, una funzionaria della Soprintendenza ai beni artistici e un ingegnere della “Nuovo Pignone”. Obiettivo: salvare la cappella inducendo il comune a compiere il restauro. I sopralluoghi dell’assessore Abboni, il puntellamento e la recinzione dell’edificio costituiscono i primi risultati della lotta. A Palazzo Vecchio è stata varata altresì una delibera per il recupero e la previsione di spesa è stata inserita nel bilancio-programma della giunta. Ma da mesi tutto si è bloccato. Esiste una grossa difficoltà procedurale: occorre una variante al Prg. E va altresì stabilita la destinazione dell’edificio altrimenti non si può redigere il progetto. Il vero nodo è il discorso sulla variante anche se a Palazzo Vecchio si dice che la stessa delibera di intenti per il recupero della cappella potrebbe avere validità di variante. Nel tentativo di accelerare la pratica, Giorgio Bubbi ha preso penna e carta bollata e ha chiesto ufficialmente la revisione del piano regolatore per quanto riguarda il monumento fatiscente. Una situazione, come si vede, abbastanza confusa. Tra l’altro per l’approvazione delle varianti di piano sono previsti tempi molto lunghi. Intanto si aspetta, il restauro costerà sempre di più, il degrado avanza inesorabilmente compromettendo ulteriormente un complesso monumentale che gli stessi funzionari comunali delle belle arti giudicano un importante “elemento di lettura della storia del territorio.”
Dopo questo articolo, passano vent’anni di assoluta inerzia, con la cappella sempre più in rovina. Nel 2003 ci fu un crollo improvviso di una parte del tetto, che riportò l’attenzione sul povero oratorio in rovina, che venne prontamente ingabbiato per mettere in sicurezza da eventuali crolli le vie attorno. In un altro articolo dell’epoca, si legge addirittura che “il Comune è in cerca degli eredi della famiglia Rucellai, proprietari della cappella, per il suo restauro”, ignorando quindi totalmente di essere il comune stesso proprietario dopo l’esproprio. Se non fosse drammatico, sarebbe pure divertente! Fatto sta che, comunque, dal 2003 ad oggi, ovvero altri vent’anni, niente è stato fatto per arginare lo stato di degrado della costruzione. Ancora oggi è ingabbiata dietro quei classici teloni verdi che avvolgono le strutture pericolanti, e dubito che verrà mai fatto niente per migliorarne la condizione, temo piuttosto che si stia solo aspettando che il tempo faccia il suo sporco lavoro e che un giorno, come per “magia”, il tutto crolli su sé stesso liberando il comune dal vincolo e lasciando campo libero a quel famoso allargamento della sede stradale. Ogni giorno, passando di lì, scruto la struttura, sperando di non vedere altri segni di degrado, vedo quel tetto sfondato, immagino il suo interno, ho una terribile visione di piccioni ovunque e di guano che ricopre e devasta tutto. Mi piacerebbe avere un drone, poterlo calare, attraverso quello squarcio nel tetto, all’interno della cappella per vedere cosa si nasconde nel suo intimo che i nostri occhi non possono vedere… ma forse, è meglio non sapere ciò che purtroppo si immagina… L'unica cosa che posso concretamente fare è questa: portare a conoscenza di tutti la storia di questo piccolo oratorio abbandonato al suo triste destino.
Gabriella Bazzani Read the full article
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Corciano, uno de “I Borghi più belli d’Italia” e “Destinazione Europea d’Eccellenza” si prepara ad ospitare l’undicesima edizione di Corciano Castello di Vino, ormai tradizionale manifestazione enogastronomica che si svolgerà dal 6 all’8 ottobre. L’evento è promosso dall’Associazione Corciano Castello di Vino in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Trasimeno e la Strada del Vino Colli del Trasimeno e offre un percorso sensoriale itinerante attraverso le tradizioni enologiche del Trasimeno. Come sempre la kermesse non sarà solo una celebrazione della cultura del vino ma anche un’iniziativa solidale che mira a finanziare il recupero e il restauro delle opere d’arte di […]
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Gragnano Città della Pasta 2023
Ricco, appassionante, divertente e coinvolgente è il fitto calendario di eventi a tema gastronomico e culturale di Gragnano Città della Pasta, la kermesse organizzata e promossa dal Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano Igp, in scena nella cittadina della Campania dall’8 al 10 settembre 2023. Giunta alla 21esima edizione, la kermesse gragnanese presenta un calendario di eventi e attività imperdibili, dedicati alla celebrazione della Pasta di Gragnano Igp e al suo ruolo ella tradizione e nella cultura italiana. Sarà una grande rassegna che promuove l’italianità del gusto, offre un’esperienza culinaria a 360° tra sapori, storia, arte e cultura e riscopre la tradizione e l’evoluzione in cucina di uno dei prodotti italiani più iconici nel mondo come la pasta. Nei tre giorni di kermesse arriveranno chef stellati e stand food dedicati alla preparazione di ricette legate al territorio ma anche innovative e contemporanee, talk e convegni tematici per approfondire l’importanza della tutela dei prodotti alimentari e promuovere l’italianità nel gusto, visite guidate ai pastifici per scoprire la storia e le fasi di produzione della pasta gragnanese, live performance e street art per animare l’intera città e coinvolgere il pubblico nel riscoprire la tradizione e l’evoluzione della Pasta di Gragnano Igp. Ma Gragnano Città della Pasta è anche l’occasione per visitare la cittadina campana e scoprire le meraviglie storico-artistiche del territorio circostante nella suggestiva Valle dei Mulini, dove sarà inaugurato il Mulino Lo Monaco il cui restauro è stato realizzato dal Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari Alfonso Maria Di Nola con l’importante contributo del Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano Igp. Gragnano Città della Pasta vedrà la partecipazione di prestigiosi Consorzi Nazionali (Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, Consorzio Ricotta di Bufala Campana DOP, Consorzio del Pomodoro San Marzano DOP, Consorzio Tutela Grana Padano DOP, Consorzio per la tutela del Pecorino Romano DOP, Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp, Aprol Campania Società cooperativa Agricola) che, arrivando da diverse regioni d’Italia, arricchiranno l’evento, portando le loro eccellenze e raccontando con passione e orgoglio tutto il buono della penisola. Read the full article
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In memoria di Cesare Brandi, l'arte prima di tutto...
Conobbi Cesare Brandi nel 1984, quando feci una inchiesta nel mondo della critica d'arte in Italia, intervistando lui, Giuliano Briganti, Giulio Carlo Argan e tanti altri. Di tutta quella inchiesta mi resta vivo e prezioso solo il ricordo della sua intelligente ed ironica presa di distanza dal pervicace modernismo e dall'acefalo postmodernismo. Il 20 Febbraio del 2006, in occasione del centenario, lo ricordai così sul 'Giornale':
"...Correva il lontano 1984. Chiamato a dire la sua sulle correnti post-moderne che andavano predicando un «ritorno alla pittura», Cesare Brandi, ammiccante, rispondeva: «Lintenzione cè, però non basta: se vuoi tornare alla pittura prima devi sapere dove la sta di casa, la pittura». In quella battuta cera tutto luomo col suo pronto carattere di arguto toscano. Ma cera soprattutto lo stile di un intellettuale che aveva sempre diffidato delle «tendenze» (più o meno davanguardia) proprio in nome di una idea aristocratica dellarte come eccellenza individuale non riducibile alle mutevoli oscillazioni del gusto.
«Larte è una cosa elitaria - tagliava corto Brandi - e se non la si vuole definire come tale allora non la si guardi neppure». Una simile visione del problema estetico non poteva incontrare, come infatti non incontrò, i favori della politica in genere e tanto più della cultura progressista sempre a caccia di comode ricette funzionali all«impegno», alla funzione «sociale» dellarte, eccetera. Del resto, coerente con questa vocazione «impolitica» di studioso liberale e umanista, Cesare Brandi (1906-1988) non si volle mai uomo di potere come invece fu lamico e sodale (ma sempre concorrente) Giulio Carlo Argan, tanto di lui più incline alla carriera dirigenziale tra «misteri dei ministeri», sovrintendenze alle Belle Arti e mondo delle cattedre universitarie, sia negli anni del fascismo che in quelli antifascisti della prima Repubblica. Anche Brandi naturalmente fu professore emerito nonché uomo di ispettorati e provveditorati. Ma lincarico gli servì soprattutto a soddisfare lamore per larte del passato tanto che la sua dottrina del restauro (fondò con Argan nel 1939 lIstituto Centrale del Restauro e lo diresse magistralmente fino al 1960) resta ancora oggi una pietra miliare per la tutela e la conservazione non «falsificante» del patrimonio culturale italiano e mondiale.
Tuttaltro che freddo e calcolatore, Brandi era dunque soprattutto un esteta affascinato dalle «civiltà formali» che diventavano oggetto della sua attenzione di storico e critico. I libri monografici sui primitivi senesi e fiorentini, sul Canaletto, le magistrali osservazioni su Morandi, Burri, Manzù, Guttuso, Ceroli e Pascali, gli studi di architettura, i resoconti di viaggio (in Grecia, in Egitto, in Puglia, in Umbria, in Sicilia), le riflessioni sui rapporti tra «segno» e «immagine» e sulla figura «astante» (cioè presente, ma «non di questo mondo») nellautentica opera darte, sono esempio eloquente delle diverse passioni che animarono la sua vita di scrittore e di intellettuale.
La penna sempre levigata, intelligente e puntuale, irrobustita da un originale e ben meditato pensiero estetico (egli si collocava a metà strada tra lidealismo di Croce e la fenomenologia esistenziale di Heidegger) non fece mai di lui un ideologo astruso e avulso dallo specifico manufatto darte che catturava di volta in volta la sua amorosa cura di analista e intenditore.
Brandi aveva una maniera quasi «poetante» di ricostruire la radice tecnico-espressiva di questo o quel capolavoro, secondo un metodo che intendeva rispettare e fare emergere la particolare «via della forma» perseguita da ogni artista. E per venire al contemporaneo, nulla lo infastidiva più dei critici che «inventano tendenze» anziché «seguire, indirizzare gli artisti, indicare eventuali errori di gusto» mediante una «lettura particolarizzata» capace di fare emergere la tanto venerata «epifania della forma».
Questa preziosa indicazione di metodo, nonché la tirata dorecchie agli esegeti del nascente e invasivo «sistema dellarte» («rispetto ai primi del secolo - diceva ancora nel 1984 - la situazione è rovesciata: oggi non sono gli artisti a suscitare le teorie, ma è il critico che fa nascere gli artisti») conferma ancora oggi tutto il suo pungente valore polemico. E nel momento in cui di Cesare Brandi ricorre il centenario della nascita sarebbe più che utile celebrare nella sua opera non solo uno dei maggiori «monumenti» della letteratura artistica italiana del 900, ma soprattutto una salutare lezione da non dimenticare per il bene della libertà di critica e di espressione nella civiltà della comunicazione contemporanea.
Tutte le reazioni:
6Vito Giannoccaro, Mario La Carrubba e altri 4
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"Come ogni anno, il 9 agosto arriva inesorabile ad aggiungere un anno alla mia vita.
Vita che ormai da un bel pò è dedicata al portare avanti questa cosa meravigliosa che è Agripunk.
Così come ogni anno, vi chiedo se vi va di farmi un regalo speciale ossia il sostegno a questo piccolo pezzo di mondo liberato.
Se raggiungeremo l'obiettivo, i soldini saranno così usati:
2000 euro un mese di affitto,
2000 euro per pagare parte del conto delle verdure per le maialozze,
2000 euro per pagare un pò di carichi di fieno.
Vi ringrazio in anticipo sperando nella vostra solidarietà!
Ho incluso le informazioni su Agripunk Onlus di seguito.
Siamo un gruppo nato con lo scopo di far chiudere un allevamento intensivo di tacchini.
Dopo esserci riusciti, ci siamo mobilitati per impedirne la riapertura.
Per trasformare le abitazioni, i capannoni e i 26 ettari di bosco e prati in rifugio per animali umani e non, senza distinzione alcuna.
Nasce così Agripunk, un rifugio sociale per animali di qualunque specie.
Nato per convertire un allevamento intensivo da luogo di sofferenza e morte a luogo di libertà, che ha bisogno del supporto di tutt* per resistere.
Agripunk onlus è l’associazione per la tutela di natura ed ambiente che autogestisce il rifugio, le iniziative di autofinanziamento e le varie attività.
Come potete aiutarci?
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gruppi di supporto che ci aiutino, impegnandosi mensilmente a pagare l'affitto a riscatto, a tenere chiuso questo ormai ex allevamento e che siano, insieme a noi, gli autori di una svolta senza precedenti;
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- Donandoci mobili, piatti, bicchieri, posate, coperte, cuscini, lenzuola, elettrodomestici funzionanti... insomma quello che vorreste buttare ma può essere riutilizzato, noi lo riutilizziamo
Per qualsiasi info e/o chiarimento non esitate a scriverci.
Agripunk Onlus
Associazione iscritta al Registro Regionale delle Onlus
iscrizione n°15711 del 17.04.2015
c.f. 90032580517
settore di attività 08-tutela natura ed ambiente
Località L'Isola 61/a Ambra
Bucine (Ar)
tel. 055996946
www.agripunk.it
Qui come aiutarci: https://agripunkblog.blogspot.com/2015/03/come-aiutarci.html "
(Desirèe Agripunk Manzato)
#agripunk #supportagripunk
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Sui social e sulla carta stampata si è sviluppata la polemica sulla targa in lingua straniera installata a imperitura memoria sulla sommità del ponte di Rialto; targa che ringrazia il superricco di turno che ha reso possibile il restauro del monumento patrimonio dell'umanità. La discussione verte ovviamente su varie questioni ma, a quanto mi è dato di capire, nessuno individua il punto che a me pare nodale: oggi, per mantenere beni pubblici costruiti dalle collettività del passato e da noi ereditati senza merito, abbiamo bisogno della benevolenza, altrimenti detta beneficenza, di munifici danarosi. Credo che per molti, i più, non ci sia nulla di male in ciò: ormai sono anni che per restaurare opere d'arte pubbliche provenienti dai nostri progenitori ci affidiamo a sponsor in cerca di pubblicità o addirittura le affittiamo a chi può permettersi di elargire alle casse pubblico qualche consistente somma di danaro. Può darsi che in tutto ciò non ci sia niente di male, ma per me bisognerebbe porci una domanda: come mai le collettività del passato riuscivano a costruire solidi e importanti, nonché belli e utili, beni pubblici, mentre oggi chi ha il compito istituzionale di gestirli non ha risorse sufficienti? Si discute se sia opportuno che la collettività fornisca ai poveri in costante aumento quanto necessario almeno a sopravvivere, nel mentre c'è chi accumula risorse di tale entità da poter diventare, se gli aggrada, mecenate dell'intera società o, addirittura, astronauta con propri vettori spaziali. Risorse private che, si badi bene, derivano comunque da uno sforzo produttivo collettivo. Si discute di tagliare tasse e imposte, per poi accorgersi che c'è chi non le paga per nulla godendo di una extraterritorialità di fatto, permessa da un sistema economico globale su misura confezionato mirabilmente nel corso di decenni di pensiero unico neoliberista. Adesso chi può si compra isole e porzioni di territori da difendere con norme giuridiche e guardie private, mentre gli Stati abbandonano progressivamente settori d'intervento, soprattutto quelli finalizzati alla tutela delle fasce deboli. Ovvio che non ci resta che ringraziare, magari con una targa, il magnifico che, munifico e bonario, di volta in volta ci elargisce parte della sua ricchezza. Sergio Torcinovich
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Teramo, controlli da parte dei Carabinieri nella ricostruzione post sisma: su 15 cantieri 8 in regola
Teramo, controlli da parte dei Carabinieri nella ricostruzione post sisma: su 15 cantieri 8 in regola Il Comando Provinciale Carabinieri di Teramo dall’inizio del corrente anno ha fatto scendere in campo una “task force” per il controllo dei cantieri della ricostruzione post sisma avente per oggetto edifici sottoposti a vincoli storici, monumentali, paesaggistici. I controlli in tutta la provincia teramana vengono effettuati: dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Teramo che insieme agli ispettori tecnici dell’ispettorato provinciale del lavoro si occupano degli aspetti giuslavoristi, nonché sulla sicurezza sui luoghi di lavoro; dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila che curano il controllo circa il rispetto delle leggi di tutela dei beni su cui gravano vincoli storici, monumentali o paesaggistici nonché dei titoli circa la competenza delle ditte incaricate del restauro di tali beni; dai Carabinieri della specialità Forestale che si occupano del corretto smaltimento dei materiali di risulta prodotti in detti cantieri. Del dispositivo fanno sempre parte le stazioni Carabinieri Competenti per territorio nonché i Nuclei Operativi e Radiomobili delle compagnie che hanno competenza sul territorio dei controlli, questi militari si occupano dell’identificazione degli operai e del controllo della regolarità degli appalti nonché dell’acquisizione di elementi informativi utili da approfondire in sede di “Gruppo Interforze” istituito presso la Prefettura di Teramo per il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata in tale delicato settore della ricostruzione. Nel corso del corrente anno nel territorio provinciale sono stati controllati 15 cantieri, di questi: 8 sono risultati in regola circa gli aspetti verificati; 5 non sono risultati in regola e pertanto adottati vari provvedimenti di competenza delle specialità intervenute. Su due cantieri sono in corso ulteriori accertamenti. Tale tipologia di servizio continuerà senza sosta allo scopo di: tutelare la sicurezza dei lavoratori e i loro diritti; salvaguardare il patrimonio immobiliare storico artistico della provincia; proteggere l’ambiente dal deposito irregolare di materiale di risulta; intercettare possibili irregolarità negli appalti e fornire al Gruppo Interforze” costituito presso la Prefettura di Teramo eventuali spunti per approfondire potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata in questo ambito.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L'Apollo di Salerno sbarca nel digital
AGI – A novant’anni esatti dal primo restauro da parte di Giulio Raccagni, la Testa di Apollo, ‘icona’ della città di Salerno, rivive in due progetti centrati su digitalizzazione, animazione e attualizzazione dello straordinario manufatto. La tutela di manufatti straordinari come questo (alto una cinquantina e orientativamente databile tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.), ripescato nelle acque…
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MEDIA / Colosseo, tutti i segreti del monumento in 3D
#MEDIA / #Colosseo, tutti i segreti in 3D Il progetto, di straordinaria importanza per la tutela del celebre edificio, costituirà un riferimento fondamentale per qualsiasi intervento di studio, manutenzione e restauro, valorizzazione. @parcocolosseo
Avviato il primo rilievo tridimensionale integrato completo del Colosseo con documentazione digitale e modellazione HBIM (Historical/Heritage Building Information Modeling). Il progetto, di straordinaria importanza per la tutela del celebre edificio, costituirà un riferimento fondamentale per qualsiasi intervento di studio, manutenzione e restauro, valorizzazione. Entro la primavera del 2023…
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