#r mostre e musei
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Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città in mostra a Cuneo
Cuneo si sta preparando per accogliere capolavori di Canaletto, Bellotto e altri artisti. La mostra Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica rappresenta un’importante iniziativa artistica che avrà luogo negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo dal 30 novembre 2024 al 30 marzo 2025. Questo progetto…
#antonietta bandelloni#artblogger#arte#artinfluence#bellezza#canaletto#cuneo#english#r mostre e musei
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Modena, torna la "Notte europea dei Musei": musica, spettacoli e danza nei luoghi d'arte
Modena, torna la "Notte europea dei Musei": musica, spettacoli e danza nei luoghi d'arte A passo di danza nelle piazze e nei luoghi d'arte e cultura della città, sabato 18 maggio si celebra anche a Modena la Notte europea dei Musei con performance coreografiche, spettacoli, musica e incontri dal tardo pomeriggio a notte. Dopo il successo delle due precedenti edizioni, anche per il 2024 la danza caratterizza la declinazione modenese della manifestazione che coinvolge contemporaneamente i musei di tutta Europa. Nata in Francia nel 2005, la Notte dei musei quest'anno coincide con l'International Museum Day, istituito da Icom (International Council of Museums) che cade proprio il 18 maggio. A Modena, la Notte europea dei Musei prende vita, sotto la direzione artistica di Monica Ratti, con i ballerini di 14 tra associazioni e scuole di danza cittadine e sei compagnie professionali. Ma nel pomeriggio e nella serata anche tanti altri spazi all'aperto e luoghi culturali della città diventeranno il palcoscenico di concerti, incontri, scoperte e mostre con intrecci con altre manifestazioni, come il Festival del Belcanto che proporrà un concerto dei cantanti della masterclass nelle sale rinnovate dell'ex Ospedale estense dove si potranno visitare anche la sera la mostra "Modena dentro" del fotografo Franco Fontana e il nuovo spazio immersivo "Avia Pervia" che accoglie i visitatori del museo con la storia interattiva di Modena. Tutte le iniziative sono a ingresso gratuito (salvo dove specificato diversamente) e ad accesso libero fino a esaurimento posti o su prenotazione dove indicato. Il programma dettagliato della manifestazione, promossa dall'amministrazione comunale con il sostegno di Fondazione di Modena, si trova sul sito del Comune di Modena (www.comune.modena.it/nottedeimusei) e sul portale di promozione turistica visitmodena (www.visitmodena.it). La manifestazione è stata presentata nella mattinata di martedì 14 maggio, a Palazzo dei Musei con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Cristiana Zanasi del Museo Civico, coordinatrice degli appuntamenti proposti dagli istituti culturali; Monica Ratti, critica di danza e operatrice culturale, che ha curato il programma della danza, Matteo Tiezzi, presidente di Fondazione di Modena. La danza, classica, moderna, contemporanea, aerea, acrobatica e hip hop, attraverserà il centro storico con esibizioni negli istituti culturali e nelle piazze principali. Il programma propone, infatti, performance nel Museo Civico e nel Lapidario Romano con le scuole Movimento Unico e Talentho e gli ospiti Roma City Ballet di Luciano Cannito con i Wonder boys diretti da Fabrizio Prolli (coreografo di Viva Rai 2!), Rita Pompili reduce da Amici e dal Joffrey concert group di New York, i danzatori urban Alfredo De Meo e Marco Bonato in due differenti esibizioni hip hop. In Galleria Estense va in scena lo Sted con ospiti Mvula Sungani Physical Dance di Mvula Sungani che ha coreografato le più importanti star della danza italiana e internazionale, e Marco Bonato. Il Palazzo del Principe Foresto riapre le porte per ospitare la scuola di Alex Atzewi e il Balletto di Verona con il suo repertorio di classico e neoclassico, mentre la Fondazione Collegio San Carlo dedica la sala Cardinali all'Arabesque Ballet Studio con ospite la modenese Chiara Bergamini direttamente dal Mainfrancken Theater di Würzburg in Germania. Il chiostro del Palazzo Santa Margherita risuonerà di nuovi ritmi con il Centro la Fenice, Alfredo De Meo e la crew Raoul Street fra classico, contemporaneo, hip hop e urban, mentre Musica Sacra e canti gregoriani dialogheranno con la danza contemporanea de LaCapriola nella chiesa del Voto. In piazza Redecocca danza acrobatica con la scuola Soleil, in piazza Mazzini cerchio areo e trapezio con Oasi Metropolitana, in piazza Grande danza aerea con Equilibra e in piazza XX Settembre uno spettacolo corale che riunisce scuole e ospiti a partire dalle 17.15. Sempre in piazza XX Settembre, alle 21, si svolge anche il Gala conclusivo della manifestazione che vedrà in scena anche la KC dance company con Shorty e Bilbo, due tra i più famosi danzatori hip hop di livello internazionale, e le campionesse europee di ginnastica artistica e acrobatica del gruppo La Trottola.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Grazie mille! Visto che starò a Londra da martedì a venerdì (parto venerdì sera) c’è qualche posto che mi consigli assolutamente di visitare?
Assolutamente ti direi Camden town, soprattutto la parte del market dove trovi i negozi più disparati e mille scelte di cibo, è particolarissima è una delle zone che adoro di più di Londra. Da quello che capisco è la prima volta che vai, quindi ti direi i posti principali, Covent Garden e tutto il centro con Piccadilly, Soho, Carnaby St e Oxford St. se vuoi fare shopping. Holland Park o Hyde Park se è una bella giornata, sono parchi pieni di scoiattoli A D O R O, Portobello road con Notting Hill.
I musei sono tutti gratuiti, solo le mostre temporanee sono a pagamento, e ti consiglio la National Galley, il British Museum, il museo di storia naturale e il Victoria and Albert Museum, poi decidi tu quale di questi ti interessa di più asdfghj. La zona di Shoreditch è bellina, trovi locali particolari anche lì. E ti consiglio di provare Peggy Porschen (ce ne sono due uno vicino victoria station e uno verso chelsea) è una bakery/bar dove ci sono dei dolci BUONISSIMI.
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Adagiato tra le colline dell’Emilia Romagna, il borgo di Castelvetro di Modena si è saputo conquistare negli anni un posto speciale tra le mete da non perdere in Italia, grazie ai suoi panorami da sogno, alla sua enogastronomia eccellente ed alle meraviglie culturali che conserva. Il comune di Castelvetro è stato insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, per la cura dei suoi ambienti e per la sua offerta turistica ampia e diversificata, ed è considerato da molti il borgo più romantico di tutta la provincia di Modena. Ammirando questo piccolo villaggio incastonato tra un paesaggio collinare morbido e ricco di vigneti si evince subito quanto sia intimamente legato alla produzione vitivinicola. In questi territori si coltivano infatti etichette d’eccellenza nonché uno dei migliori aceti balsamici, tra i numerosi motivi di orgoglio della popolazione locale, insieme a castelli medievali, imponenti torri, chiese, musei e pittoreschi sentieri escursionistici. Cosa vedere a Castelvetro di Modena Il nome del borgo di Castelvetro deriva dall’antico Castrum Vetus, una denominazione per il vecchio accampamento romano risalente al 150 a.C. La zona di Castelvetro era però già conosciuta in era etrusca, e sono molte le epoche storiche che hanno lasciato la loro impronta su questo incantevole perla modenese. Fulcro del nucleo storico del borgo è Piazza Roma, celebre piazzale a scacchiera, simbolo del paese ed estremamente originale. Nonostante il suo fascino antico, la piazza nasce in un’epoca piuttosto recente, tra il 1934 e il 1935, anni in cui furono abbattuti alcuni edifici per creare uno spazio aperto affacciato sulla vallata sottostante il paese. Successivamente, gli edifici sulla piazza vennero dotati di prospetti sufficientemente in stile per armonizzarsi all’insieme dei palazzi antichi del borgo, e negli anni ‘50 venne realizzata la nota scacchiera bianca e nera oggi immediatamente riconoscibile. Proprio attorno a Piazza Roma, conosciuta anche come Piazza della Dama, sorgono alcuni degli edifici più belli di Castelvetro di Modena, come Palazzo Rinaldi ed il Palazzo Municipale. A dare carattere allo slargo inoltre svettano fiere due alte torri, ovvero la Torre dell’Orologio e la Torre delle Prigioni. Il panorama di cui godono queste fortunate architetture è a dir poco spettacolare: un poggiamano percorre il perimetro di Piazza Roma e permette di contemplare la natura che circonda il borgo facendo correre lo sguardo lungo la pianura Padana. L’edificio che oggi ospita il palazzo comunale era anticamente noto come Palazzo del Secondogenito e fu abitato da alcuni rampolli della nobile famiglia dei conti Rangoni. Il palazzo venne pesantemente danneggiato dal un terremoto nel XVI secolo, ma ristrutturato con celerità: ci sono tracce storiche che vedono tra gli ospiti della residenza già nel 1564 niente meno che Torquato Tasso, famoso scrittore che fece spesso di Castelvetro il suo rifugio e luogo d’ispirazione. Il Castello di Levizzano e altri edifici da visitare La residenza principale della famiglia Rangoni fu in ogni caso un’altra splendida fortezza, posta a nord est dell’abitato, il Castello di Levizzano Rangone. Il Castello sorge in una posizione dominante sulle colline dell’omonima frazione del comune di Castelvetro e nasce come baluardo difensivo contro i temibili Ungari. Appartenuto al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, era un tempo un insediamento fortificato che subì corso del XIII secolo numerosi rimaneggiamenti che lo trasformarono in una sfarzosa residenza nobiliare. La Torre Matildica è una delle architetture che da personalità al Castello, e che è celebre per essere collegata al Palazzo feudale tramite una suggestiva galleria sotterranea, ancora oggi visitabile accompagnati da guide locali e sede dell’Enoteca Comunale. Nel XVI secolo gli edifici che compongono il complesso del castello subirono nuove trasformazioni ed assunsero sempre più una funzione prettamente residenziale, arricchendosi si raffinate stanze affrescate, saloni e loggiati dall’incredibile fascino. Lo charme irresistibile del Castello Levizzano permette oggi a numerose coppie di innamorati di coronare il loro sogno d’amore in una cornice unica: alcune sale del castello sono infatti a disposizione per eventi dal profumo di fiori d’arancio, oltre che per convegni, mostre e attività culturali. Il Castello ospita inoltre uno degli appassionanti siti museali di Castelvetro di Modena, ossia Rosso Graspa, il Museo del Vino e della Società Rurale, un interessante scrigno di attrezzi agricoli ed utensili per la lavorazione dell’uva e del legno. Spicca tra le sedi artistiche e culturali del borgo modenese anche il MUSA, un Museo dell’Assurdo davvero unico nel suo genere, che raccoglie ottimi esempi d’arte contemporanea, dando voce alla dimensione dell’Assurdo ed al ricco linguaggio di questa espressione artistica. Ulteriore rappresentante della ricchezza artistica di Castelvetro è il museo Fil D’Oro a Palazzo, una mostra permanente di abiti d’epoca dove fare un tuffo tra sete, merletti, velluti e cappelli piumati. Tra gli edifici religiosi da non perdere ci sono invece la Chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, situata in centro centro tra Palazzo Rangoni e la Torre delle Prigioni, che fu distrutta dal terremoto nel ‘500 e ristrutturata, per poi essere sconsacrata nel 1907 ed usata come residenza dalla famiglia Barani. La nuova Chiesa Parrocchiale del borgo, sempre dedicata ai santi Senesio e Teopompo, completa il panorama di siti religiosi di rilievo insieme all’Oratorio di Sant’Antonio da Padova ed a quello di San Michele Arcangelo, situato poco fuori dal paese. Tra via Cialdini e piazza Roma si trova infine un punto di interesse per gli estimatori del buon vino: l’Enoteca Regionale, dove sono conservate più di 200 etichette emiliano-romagnole, nonché una ricchissima collezione di Lambrusco Grasparossa DOP e di Aceto Balsamico Tradizionale DOP. Castelvetro tra dame viventi e Lambrusco: gli eventi nel borgo Sono numerosi gli eventi che prendono vita nel borgo modenese durante l’anno, tutti legati ad antiche tradizioni ed alle leccornie gastronomiche di questa regione. Piazza Roma ad esempio viene utilizzata per rievocazioni rinascimentali, e vede in scena negli anni pari un’emozionante Dama Vivente giocata sulla sua pavimentazione a scacchiera, e negli anni dispari la Festa a Castello, che rievoca i festeggiamenti che i Rangone dedicarono al poeta Tasso. Legata invece al concetto di Assurdo è il festival Mercurdo, una manifestazione artistica che riempie le strade di Castelvetro di spettacoli teatrali, musiche ed installazioni, di cui il MUSA è una sorta di versione permanente. Non potevano mancare poi una celebrazione dell’importante riconoscimento della Bandiera Arancione TCI in scena ad ottobre, occasione perfetta per vedere i filari di vigneti lambrusco grasparossa nel pieno del loro splendore, ed una Sagra dedicata all’Uva ed al Lambrusco, a settembre, un’opportunità per degustare l’importante vitigno modenese, magari perché no accompagnato con del gustoso parmigiano reggiano, oppure da tortelloni, crescentine modenesi, coniglio alla cacciatora, torte di ciliegie o una delle altre infinite prelibatezze che questi territori offrono. https://ift.tt/2SEr9tz Castelvetro di Modena: tutte le bellezze del borgo emiliano Adagiato tra le colline dell’Emilia Romagna, il borgo di Castelvetro di Modena si è saputo conquistare negli anni un posto speciale tra le mete da non perdere in Italia, grazie ai suoi panorami da sogno, alla sua enogastronomia eccellente ed alle meraviglie culturali che conserva. Il comune di Castelvetro è stato insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, per la cura dei suoi ambienti e per la sua offerta turistica ampia e diversificata, ed è considerato da molti il borgo più romantico di tutta la provincia di Modena. Ammirando questo piccolo villaggio incastonato tra un paesaggio collinare morbido e ricco di vigneti si evince subito quanto sia intimamente legato alla produzione vitivinicola. In questi territori si coltivano infatti etichette d’eccellenza nonché uno dei migliori aceti balsamici, tra i numerosi motivi di orgoglio della popolazione locale, insieme a castelli medievali, imponenti torri, chiese, musei e pittoreschi sentieri escursionistici. Cosa vedere a Castelvetro di Modena Il nome del borgo di Castelvetro deriva dall’antico Castrum Vetus, una denominazione per il vecchio accampamento romano risalente al 150 a.C. La zona di Castelvetro era però già conosciuta in era etrusca, e sono molte le epoche storiche che hanno lasciato la loro impronta su questo incantevole perla modenese. Fulcro del nucleo storico del borgo è Piazza Roma, celebre piazzale a scacchiera, simbolo del paese ed estremamente originale. Nonostante il suo fascino antico, la piazza nasce in un’epoca piuttosto recente, tra il 1934 e il 1935, anni in cui furono abbattuti alcuni edifici per creare uno spazio aperto affacciato sulla vallata sottostante il paese. Successivamente, gli edifici sulla piazza vennero dotati di prospetti sufficientemente in stile per armonizzarsi all’insieme dei palazzi antichi del borgo, e negli anni ‘50 venne realizzata la nota scacchiera bianca e nera oggi immediatamente riconoscibile. Proprio attorno a Piazza Roma, conosciuta anche come Piazza della Dama, sorgono alcuni degli edifici più belli di Castelvetro di Modena, come Palazzo Rinaldi ed il Palazzo Municipale. A dare carattere allo slargo inoltre svettano fiere due alte torri, ovvero la Torre dell’Orologio e la Torre delle Prigioni. Il panorama di cui godono queste fortunate architetture è a dir poco spettacolare: un poggiamano percorre il perimetro di Piazza Roma e permette di contemplare la natura che circonda il borgo facendo correre lo sguardo lungo la pianura Padana. L’edificio che oggi ospita il palazzo comunale era anticamente noto come Palazzo del Secondogenito e fu abitato da alcuni rampolli della nobile famiglia dei conti Rangoni. Il palazzo venne pesantemente danneggiato dal un terremoto nel XVI secolo, ma ristrutturato con celerità: ci sono tracce storiche che vedono tra gli ospiti della residenza già nel 1564 niente meno che Torquato Tasso, famoso scrittore che fece spesso di Castelvetro il suo rifugio e luogo d’ispirazione. Il Castello di Levizzano e altri edifici da visitare La residenza principale della famiglia Rangoni fu in ogni caso un’altra splendida fortezza, posta a nord est dell’abitato, il Castello di Levizzano Rangone. Il Castello sorge in una posizione dominante sulle colline dell’omonima frazione del comune di Castelvetro e nasce come baluardo difensivo contro i temibili Ungari. Appartenuto al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, era un tempo un insediamento fortificato che subì corso del XIII secolo numerosi rimaneggiamenti che lo trasformarono in una sfarzosa residenza nobiliare. La Torre Matildica è una delle architetture che da personalità al Castello, e che è celebre per essere collegata al Palazzo feudale tramite una suggestiva galleria sotterranea, ancora oggi visitabile accompagnati da guide locali e sede dell’Enoteca Comunale. Nel XVI secolo gli edifici che compongono il complesso del castello subirono nuove trasformazioni ed assunsero sempre più una funzione prettamente residenziale, arricchendosi si raffinate stanze affrescate, saloni e loggiati dall’incredibile fascino. Lo charme irresistibile del Castello Levizzano permette oggi a numerose coppie di innamorati di coronare il loro sogno d’amore in una cornice unica: alcune sale del castello sono infatti a disposizione per eventi dal profumo di fiori d’arancio, oltre che per convegni, mostre e attività culturali. Il Castello ospita inoltre uno degli appassionanti siti museali di Castelvetro di Modena, ossia Rosso Graspa, il Museo del Vino e della Società Rurale, un interessante scrigno di attrezzi agricoli ed utensili per la lavorazione dell’uva e del legno. Spicca tra le sedi artistiche e culturali del borgo modenese anche il MUSA, un Museo dell’Assurdo davvero unico nel suo genere, che raccoglie ottimi esempi d’arte contemporanea, dando voce alla dimensione dell’Assurdo ed al ricco linguaggio di questa espressione artistica. Ulteriore rappresentante della ricchezza artistica di Castelvetro è il museo Fil D’Oro a Palazzo, una mostra permanente di abiti d’epoca dove fare un tuffo tra sete, merletti, velluti e cappelli piumati. Tra gli edifici religiosi da non perdere ci sono invece la Chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, situata in centro centro tra Palazzo Rangoni e la Torre delle Prigioni, che fu distrutta dal terremoto nel ‘500 e ristrutturata, per poi essere sconsacrata nel 1907 ed usata come residenza dalla famiglia Barani. La nuova Chiesa Parrocchiale del borgo, sempre dedicata ai santi Senesio e Teopompo, completa il panorama di siti religiosi di rilievo insieme all’Oratorio di Sant’Antonio da Padova ed a quello di San Michele Arcangelo, situato poco fuori dal paese. Tra via Cialdini e piazza Roma si trova infine un punto di interesse per gli estimatori del buon vino: l’Enoteca Regionale, dove sono conservate più di 200 etichette emiliano-romagnole, nonché una ricchissima collezione di Lambrusco Grasparossa DOP e di Aceto Balsamico Tradizionale DOP. Castelvetro tra dame viventi e Lambrusco: gli eventi nel borgo Sono numerosi gli eventi che prendono vita nel borgo modenese durante l’anno, tutti legati ad antiche tradizioni ed alle leccornie gastronomiche di questa regione. Piazza Roma ad esempio viene utilizzata per rievocazioni rinascimentali, e vede in scena negli anni pari un’emozionante Dama Vivente giocata sulla sua pavimentazione a scacchiera, e negli anni dispari la Festa a Castello, che rievoca i festeggiamenti che i Rangone dedicarono al poeta Tasso. Legata invece al concetto di Assurdo è il festival Mercurdo, una manifestazione artistica che riempie le strade di Castelvetro di spettacoli teatrali, musiche ed installazioni, di cui il MUSA è una sorta di versione permanente. Non potevano mancare poi una celebrazione dell’importante riconoscimento della Bandiera Arancione TCI in scena ad ottobre, occasione perfetta per vedere i filari di vigneti lambrusco grasparossa nel pieno del loro splendore, ed una Sagra dedicata all’Uva ed al Lambrusco, a settembre, un’opportunità per degustare l’importante vitigno modenese, magari perché no accompagnato con del gustoso parmigiano reggiano, oppure da tortelloni, crescentine modenesi, coniglio alla cacciatora, torte di ciliegie o una delle altre infinite prelibatezze che questi territori offrono. Castelvetro di Modena è un borgo emiliano dove ammirare castelli e monumenti religiosi, ma anche assaggiare le eccellenze enogastronomiche del posto.
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ANCONA – Agenda Estate 2019 di Ancona. Proseguono gli appuntamenti con lo sport in Piazza Pertini ogni sera per il 24°Città di Ancona – Trofeo Estra 2019. Dal 3 al 7 luglio nuova Festa del Parco degli Ulivi.
Venerdì 5 luglio
per la rassegna “TEATRO PER TUTTI… UN PO’ DAPPERTUTTO”
Piazzale Loreto
ore 21,15 “’Na vita tribbulata” – Compagnia Filarmonico drammatica Macerata
INGRESSO LIBERO E GRATUITO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’ – ore 21,30 proiezione del film GREEN BOOK
– Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
Fino al 7 luglio nuova Festa del Parco degli Ulivi – Collemarino
dalle 19,30 STAND GASTRONOMICI
ore 21 – orchestra MAURO E ORNELLA (prenotaz tavoli bordo pista 338 3137180)
per ANCONA JAZZ SUMMER FESTIVAL
MOLE – ore 21,30 COLOURS JAZZ ORCHESTRA meets MATS HOLMQUIST
Special guest FABRIZIO BOSSO “The Music of Herbie Hancock”
posto unico € 15,00
alla MOLE
all’arena cinema LAZZARETTO – ore 21,30 proiezione del film RICOMINCIO DA TRE – (Italia 1981)- regia di Massimo Troisi – Omaggio a Massimo Troisi – ingresso unico 4€
alla MOLE Lazzabaretto
ore 22,00 KILLA COMBAT SCRATCH – finale italiana di Scratch – ingresso gratuito
per il FESTIVAL “PUNTA DELLA LINGUA”
ore 18,00 – HOTEL EMILIA
Matrilineare. Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi
ore 19,00 HOTEL EMILIA
Le Marche della poesia – Sara di Piero “Reparto da qui”
ore 20,00 HOTEL EMILIA – cena
ore 21,30 HOTEL EMILIA
Le Marche della poesia – Alessandra Carnaroli “Sespersa” (Vydia, 2018)
ore 22,00 HOTEL EMILIA
Rimando a domani. Improvvisazioni di disfide in ottava rima e altre peripezie rimate.
Con Enrico Rustici, Fabrizio Ganugi e Donato de Acutiis.
https://ift.tt/2Xqbp2V
dalle ore 18,30 alle 21,00
l’Associazione A.D.A. MARCHE organizza una passeggiata storica alla riscoperta del porto di Ancona “Le 35 Meraviglie del Porto e del Porto Antico di Ancona”
ritrovo ore 18,30 a Porta Pia
– partecipazione gratuita con registrazione alla mail <[email protected]>
Oratorio Salesiano
ore 21,30 – il teatro ClownDestino organizza lo spettacolo “Semplicemente Clown”
ingresso gratuito – con la possibilità di acquistare la cena in Oratorio dalle ore 20
Parrocchia s. Michele Arcangelo – PINOCCHIO
E STATE INSIEME
“iNCONTRI” i ragazzi del Piccolo Principe – info Anna Maria 328 2268977
SABATO 6 LUGLIO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’–ore 21,30 proiezione del film LA BEFANA VIEN DI NOTTE
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
per la rassegna “TEATRO PER TUTTI… UN PO’ DAPPERTUTTO”
PIAZZA SAN FRANCESCO
ore 21,15 “Capuleti Circus” – Gruppo Teatrale Recremisi – Ancona
INGRESSO LIBERO E GRATUITO
DAL 3 AL 7 LUGLIO NUOVA FESTA DEL PARCO DEGLI ULIVI – Collemarino
ore 19 Santa Messa al parco
dalle 19,30 STAND GASTRONOMICI
ore 21 orchestra BARBARA E C. (prenotaz tavoli bordo pista 338 3137180)
CENTRO PAPA GIOVANNI XXIII IN FESTA 2019
dalle ore 19,00 apertura stand gastronomici con la Ristorazione Solidale
dalle ore 19,00
pesca solidale
spettacolo di magia con il MAGO BALDO (ore 19,15)
LEGOLab a cura di e-MOVERE (ore 20,30 – 22)
teatro Kamishbai e Letture animate a cura di OH CHE BEL CASTELLO (ore 22,00-23)
dalle ore 21,00 – presenta Roberto Cardinali
la CPG e i nuovi progetti
musica e balli con l’ORCHESTRA LA NUOVA ETA’ – liscio anni 60-70 e 80
estrazione dei premi della LOTTERIA SOLIDALE (ore 23)
SPETTACOLO PIROTECNICO (ore 24)
per ANCONA JAZZ SUMMER FESTIVAL
Il Bugigattolo ore 18,30
incontro con l’autore FRANCESCO BOVE presenta il libro “Joao Gilberto – un impossibile ritratto d’artista”
a seguire concerto di Silvania Dos Santos (voce) e Giancarlo Bianchetti (chitarra)
alla MOLE
all’arena cinema LAZZARETTO –ore 21,30 proiezione del film LA FAVORITA –
(Grecia 2018) regia di Yorgos Lanthimos – ingresso intero 5€ – ridotto 4€
PRIMA DOMENICA DEL MESE: musei aperti gratuitamente 10,00-13,00 e 17,00-20,00
PINACOTECA CIVICA F. Podesti – visite guidate per famiglie e adulti
visita a uno dei capolavori della pinacoteca: Stato d’assedio. Il giuramento degli Anconetani
OSSERVATORIO ASTRONOMICO – via del Conero (Pietralacroce)
G-ASTRONOMIA .. a cena con le stelle 2019
a cura dell’Associazione Marchigiana Astrofili – INGRESSO LIBERO
info 388 1457526–338 6866321 www.amastrofili.it – programma delle serate:
ore 19,00 osservazione del Sole
ore 20,00 panini & grigliate di carne
ore 21,30 presentazione “Il cosmo in pillole”
ore 22,15 osservazione del cielo con i telescopi
per il FESTIVAL “PUNTA DELLA LINGUA”
ore 18,00 – 20,00 – MOLE – Multiverso Spazio Poesia
LA PUNTA DELLA LINGUACCIA “Testa per aria” –
laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni con la testa fra le nuvole
ore 18,00 MOLE – Multiverso Spazio Poesia
SUPERNOVE – Poesie per gli anni 2000
ore 19,00 – MOLE – Multiverso Spazio Poesia
Corrado Costa “La moltiplicazione delle dita” (Argolibri, 2019)
ore 21,30 – MOLE – LAZZABARETTO
Poetry Slam – sfida all’ultimo verso con i poeti:
Manuela Dago, Roberta Durante, Francesca Genti, Giovanni Monti, Francesca Gironi e Vittorio
Zollo – special guest: Simone Savogin. MC: Alessandra Racca
ore 23,00 – MOLE – LAZZABARETTO
Poetry Party – PJ set: luigisocci
Piazza Pertini – dalle ore 17,00 la ASD DOLPHINS ANCONA HOCKEY CLUB organizza una dimostrazione di hockey su sedia a rotelle per disabili
Parrocchia s. Michele Arcangelo – PINOCCHIO
E STATE INSIEME –
“INCONTRI” i ragazzi del Piccolo Principe – info Anna Maria 328 2268977
DOMENICA 7 luglio
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’–ore 21,30 proiezione del film MARIA REGINA DI SCOZIA
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
per ANCONA JAZZ SUMMER FESTIVAL
Terrazza MORODER ore 21,30
GISMO GRAF TRIO – Gismo Graf, chitarra solista; Joschi Graf, chitarra ritmica; Simon Ort, contrabbasso – posto unico €15
DAL 3 AL 7 LUGLIO NUOVA FESTA DEL PARCO DEGLI ULIVI – Collemarino
dalle 19,30 STAND GASTRONOMICI
ORCHESTRA ANTONELLA SILVIA E PAOLO (prenotaz tavoli bordo pista 338 3137180)
TEATRO DELLE MUSE
ore 21,00 GRAN GALA’ DI DANZA – artistic director Eugenia Morosanu
per il FESTIVAL “PUNTA DELLA LINGUA”
ore 17,00 – MOLE – Multiverso Spazio Poesia
Le Marche della poesia. Maledetti marchigiani
ore 18,00 – MOLE – Multiverso Spazio Poesia (replica ore 20,00)
“Emily – il Giardino nella Mente” di e con Isadora Angelini e con Luca Serrani
ore 19,00- MOLE – LAZZABARETTO
“I’m nobody! Who are you?”
Silvio Raffo per Emily Dickinson
ore 21,30 MOLE – Arena Cinema
proiezione del film “A quiet passion”di Terence Davies
(G.B. -Belgio-U.S.A. 2016) regia di Terence Davies – ingresso intero 5€ – ridotto 4€
www.puntadellalingua.it
PINACOTECA “Podesti” – vicolo Foschi 4
ORE 11,00-12,00 “Il giuramentodegli Anconetani. Una storia ricca di colpi di scena” –
attività per famiglie (consigliato per famiglie con bambini dai 5 ai 12 anni) – durata: 1 h. – quota di adesione: € 8 a famiglia (max 4 partecipanti) – prenotazione obbligatoria tel 071/222 5047 (in orario di apertura) – e mail: [email protected]
ORE 17,30-18,15 “Stato d’assedio. Il giuramento degli anconetani dal 1173 ad oggi”
visita guidata – consigliato per un pubblico adulto dai 12 ai 100 anni – durata: 45 min circa – quota di adesione € 3 a persona- prenotazione obbligatoria tel 071/222 5047 (in orario di apertura)- e mail: [email protected]
LUNEDI 8 LUGLIO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’–ore 21,30 proiezione del film IL VERDETTO
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
per ANCONA JAZZ SUMMER FESTIVAL
MOLE VANVITELLIANA – ore 21,30
ELI DEGIBRI QUARTET “A tribute to Hank Mobley”
Eli Degibri, sax tenore, sax soprano; tom Oren, pianoforte; Tamir Shmerling, contrabbasso; Eviatar Slivnik, batteria
posto unico €15
MOSTRE
GALLERIA PUCCINI – via Bernabei 39
prosegue la mostra fotografica ON THE ROAD organizzata dall’Associazione Culturale Galleria Puccini
artisti Silvia Breschi, Sergio Cavallerin, Rosella Centanni, Aldo Moglie, Edoardo Pisani, Tiziana Torcoletti.
FINO AL 7 LUGLIO – orario 17,30-19,30 – chiuso il lunedì
MUSEO TATTILE STATALE OMERO – Mole Vanvitelliana
mostra “RABARAMA E I GIOVANI ARTISTI” visitabile dalle ore 21 alle ore 24 –
info 071-2811935 – ingresso libero
per la rassegna SCRIGNI SACRI – Le meraviglie dell’arte – VII edizione
MUSEO DIOCESANO “Mons. Cesare Recanatini” – piazzale Duomo –
aperto con visite guidate GRATUITE tutti i venerdi ore 10-17, oltre a tutti i sabati e le domeniche (ore 10-12,30 e 16-19)
info: 320 8773610 www.museodiocesanoancona.it [email protected]
fino al 22 novembre aperture straordinarie delle seguenti chiese:
chiesa di Santa Maria della Piazza: da sabato a giovedi ore 10-12 e 16-18 venerdi ore 10-18
chiesa dei SS. Pellegrino e Teresa (conosciuta come degli Scalzi): da sabato a giovedi ore 7,30-11, venerdi ore 7,30-15,30
ESTATE IN MOVIMENTO 2019
Il Comune di Ancona e la UISP propongono una serie di attività gratuite all’aria aperta che si svolgeranno dal 1 giugno al 30 settembre nei parchi cittadini:
PARCO CITTADELLA
TAI CHI – lunedi dalle ore 18,00 alle ore 19,00
YOGA – martedi dalle 9,00 alle 10,00
1 KM IN SALUTE – martedi dalel 18,00 alle 19,00
GINNASTICA DOLCE – martedi dalle 19,00 alle 20,00
NORDIK WALKING – giovedi dalle 8,30 alle 9,30
PARCO BELVEDERE
YOGA- lunedi e giovedi dalle 9,00 alle 10,00
TAI CHI – lunedi dalle 10,00 alle 11,00 e il mercoledi dalle 18,30 alle 19,30
PARCO DEGLI ULIVI
YOGA – martedi dalle 18,00 alle 19,00
FORTE ALTAVILLA
YOGA – mercoledi dalle 18,00 alle 19,00
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ATTIVITA’ CULTURALI Pubblicate le graduatorie definitive della Regione Calabria
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/attivita-culturali-pubblicate-le-graduatorie-definitive-della-regione-calabria/
ATTIVITA’ CULTURALI Pubblicate le graduatorie definitive della Regione Calabria
ATTIVITA’ CULTURALI Pubblicate le graduatorie definitive della Regione Calabria
R. & P.
Con la pubblicazione della graduatoria definitiva dell’azione 1.3 dell’Avviso Pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria, si chiude l’assegnazione delle risorse messe a bando nel 2018 per progetti di attività ed eventi culturali.
Per l’azione 1.3 sono stati ammessi a finanziamento 119 progetti per un totale di 2.225.341,11 Euro, che consentiranno la realizzazione di attività cosiddette innovative e che potranno compiersi entro il 31 agosto 2019, secondo quanto stabilito dalla proroga dei termini disposta dal Dirigente generale del Dipartimento Istruzione e Attività Culturali.
“L’ultima graduatoria della azione 1.3 completa la programmazione messa a bando nel 2018 – ha dichiarato l’Assessore all’Istruzione, Attività Culturali, Università e Alta Formazione, Maria Francesca Corigliano – con un impegno complessivo di oltre 15 milioni di Euro che comprende la seconda annualità degli storicizzati. Il solo bando 2018, da una dotazione di 2.700.000 euro è passato a più di 7.400.000 euro, consentendo ad una larga platea di beneficiari, pubblici e privati, di poter realizzare progetti di valorizzazione all’interno di beni culturali di tutta la Calabria, accrescendo la conoscenza e la fruibilità di un vasto patrimonio culturale materiale e immateriale. Le sei tipologie previste dal bando – ha proseguito l’Assessore -, tra eventi di spettacolo musicali, teatrali, multidisciplinari, mostre d’arte nei principali musei regionali, sostegno a bande ed orchestre del territorio, approfondimento e studio sulle figure cardine della storia calabrese con tanto di pubblicazioni e audiovisivi hanno offerto moltissime occasioni di lavoro per i professionisti della cultura e di promozione sociale e territoriale in ogni angolo della regione. Di questa scelta innovativa nell’impianto dei bandi Cultura con i fondi del Piano di Azione e Coesione va dato atto al Presidente Mario Oliverio, che già da due anni, dopo un proficuo confronto con gli operatori del settore, ha aperto una nuova stagione nella programmazione delle risorse destinate alle attività culturali. In prosecuzione con l’impegno del Presidente, nell’anno in cui ho assunto la guida dell’Assessorato – ha rimarcato Maria Francesca Corigliano – ho lavorato per aumentare le possibilità offerte al territorio, incrementando le risorse, prorogando il termine di realizzazione delle attività al 31 agosto 2019 per coloro i quali hanno proposto progetti sul bando annuale 2018. La mia soddisfazione – conclude l’Assessore – e di quanti lavorano con me su questo versante, in Assessorato e nel Dipartimento competente, è di poter fornire ai tanti Comuni, ai soggetti pubblici e privati, associazioni, fondazioni e istituti culturali, gli strumenti finanziari e operativi a vantaggio della crescita delle comunità e dei territori della Calabria, contribuendo a superare situazioni di difficoltà oggettive. La Regione è consapevole di essere oggi l’attore principale sul territorio, anche oltre le proprie possibilità, a cui i calabresi guardano per la valorizzazione della propria straordinaria cultura multiforme e ricchissima, ancora sorprendente e portatrice sana di valori positivi su cui non smettiamo di concentrare i nostri sforzi”. f.d.
R. & P. Con la pubblicazione della graduatoria definitiva dell’azione 1.3 dell’Avviso Pubblico per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria, si chiude l’assegnazione delle risorse messe a bando nel 2018 per progetti di
Gianluca Albanese
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GUBBIO (PG), 1 agosto 2018 – Le attività economiche, gli stili di vita, le pratiche religiose, gli aspetti culturali e ludici di una città italiana tra il 1000 e il 1500. Fino al 6 gennaio 2019, la mostra “Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle città italiane dei secoli XI-XV” documenta un’epoca troppo spesso distorta e mistificata, ricostruita attraverso luoghi comuni e pregiudizi.
GALLERY
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LE OPERE E IL PERCORSO – Una lettera in cui la figlia di Marco Polo reclama in dote i beni che il padre ha portato dalla Cina. Un trattato medico, impreziosito da figure anatomiche, per fornire consigli su come evitare la peste. Ma anche strumenti utili alla vita di tutti i giorni: dalle armi per difendere la città, ai banchi di commercio e delle attività economiche che si aprivano sulle piazze, fino agli aspetti più intimi della quotidianità: dalla dimensione religiosa al letto e alla tavola imbandita per i pasti, agli svaghi e alla musica di una società che sapeva anche gioire e divertirsi. Il percorso, progettato nelle sei sezioni “Uno spazio difeso”, “La città dei mestieri”, “Un mondo impregnato di Dio”, “La casa il primo status symbol”, “Saperi e professioni intellettuali” e “Giochi di bambini, passatempi di adulti”, illustra gli aspetti contraddittori e dinamici, multiformi e sorprendenti di “Un giorno nel Medioevo”.
12. Elmo a marmitta. Ferro, seconda metà XIII secolo – Museo Civico del Comune di Todi
MINI LEZIONI DI STORIA – Lo storico Alberto Grohmann regala ai visitatori la panoramica a volo d’uccello su una città medievale, mentre Franco Cardini parla di scienza e conoscenza e Massimo Montanari spiega la tavola come centro di potere. Da Maria Giuseppina Muzzarelli a Franco Mezzanotte e Giovanni Vitolo, sono diciotto gli storici autori di altrettanti video che corredano ogni sezione della mostra. Il percorso espositivo è arricchito da mini lezioni di storia su La città (A. Grohmann), I mercati e le Fiere (F. Franceschi), I porti (A. Feniello), Il sarto (E. Tosi Brandi), La preghiera (N. D’Acunto), Gli ordini religiosi (F. Mezzanotte), I Templari (S. Merli), La tavola (M. Montanari), Gli abiti (M. G. Muzzarelli), La scienza (F. Cardini), Il notaio (A. Bartoli Langeli), I Viaggi (A. Vanoli), L’Università (G. Vitolo), L’impresa della guerra (M. Vaquero Pineiro), Il gioco (E. Percivaldi), La musica (D. Bernardini) e La bombarda (M. Nardella), strumento musicale dell’epoca, per finire con Il medievalismo (R. Facchini), la disciplina che indaga sulla percezione e l’uso del Medioevo da parte della società contemporanea. Piccole perle di conoscenza che, con un linguaggio semplice e diretto, completano e approfondiscono le sei tappe di visita di “Un giorno nel Medioevo”.
7. Boccale, Toscana, sec. XV – MUVIT Museo del Vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (PG)
6. Fiasca, Lazio, sec. XIV – MUVIT Museo del Vino, Fondazione Lungarotti, Torgiano (PG)
I NUMERI DELLA MOSTRA – Più di 30 tra musei, Archivi di Stato, biblioteche, Diocesi, Istituzioni pubbliche, Associazioni e collezionisti privati hanno contribuito alla realizzazione della mostra, prestando opere, documenti e manufatti originali e unici, come gli Archivi di Stato di Venezia, Perugia (con sezione di Gubbio) e Ancona, il MUVIT, Museo del Vino della Fondazione Lungarotti, l’Università degli Studi di Perugia e il Museo delle Armi di Brescia. Circa 100 i pezzi in mostra, con ricostruzioni ad opera delle quattro Gaite che ogni anno mettono in scena il Mercato medievale di Bevagna, copie realizzate dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, riproduzioni in scala del Comune di Perugia, abiti di costumisti d’arte impegnati nella ricerca filologica e opere di musicisti ricercatori che ricreano strumenti musicali dell’epoca dallo studio di fonti iconografiche. E 19 video, 18 brevi lezioni e una ricostruzione in 3D di Firenze sulla base della celebre Pianta della Catena, per offrire in ogni sezione della mostra una chiave di lettura più ampia e completa.
4. Calzature femminili. XIII secolo (Collezione privata, Gubbio)
IL PROGETTO E GLI SCOPI – Il progetto, voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, è frutto della collaborazione tra la Fondazione CariPerugia Arte e il Festival del Medioevo, la manifestazione punto di riferimento nel panorama nazionale che ogni anno, nell’ultima settimana di settembre, richiama a Gubbio più di cento storici, saggisti, scrittori e giornalisti per affrontare e documentare i temi che hanno caratterizzato l’Età di Mezzo.
Informazioni e orari
Un giorno nel Medioevo. La vita quotidiana nelle città italiane dei secoli XI-XV Logge dei Tiratori della Lana – Gubbio (PG) 26 luglio 2018 – 6 gennaio 2019 Orari di apertura: dal martedì al venerdì 15-18; sabato e domenica 10-13 / 15-18 Info e prenotazioni: [email protected] – tel: 075 8682952 www.fondazionecariperugiaarte.it – www.festivaldelmedioevo.it
#MOSTRE / A #Gubbio "Un giorno nel #Medioevo", la vita quotidiana di una città tra l'XI e il XV secolo [#FOTO] #eventi #storia #FestivaldelMedioevo #Umbria GUBBIO (PG), 1 agosto 2018 - Le attività economiche, gli stili di vita, le pratiche religiose, gli aspetti culturali e ludici di una città italiana tra il 1000 e il 1500.
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Berlin has become one of the most popular city destinations for young and old. It has so much to offer: a trendy city with incredible history and lots of interesting places to visit.
Are three days in Berlin enough? Well, Berlin is huge and so 3 days aren’t a lot of time.. but enough to visit the most important sights. So.. what to do in Berlin in 2-3 days??
Find out about my highlights and must-see places, and where to eat in Berlin, maybe one of the hippest capitals ever.
Quando sono partita per Berlino la prima volta non sapevo cosa aspettarmi.. questa non è una città che piace a tutti.. un po’ come Parigi.. o la ami o la odi..di certo non si può dire che sia la mia città preferita e nemmeno la più accogliente, ma sicuramente è una delle città più cosmopolita in cui io sia stata. So.. I’m just about getting back into the swing of things after my trip to Berlin. To be honest it’s taking a little longer than I thought it would! And this post is on the long side so make a cup of tea and get settled. 🍵
FAMOUS PLACES TO SEE
1- CHECKPOINT CHARLIE : conosciutissimo. Istituito nell’agosto del 1961 in seguito alla costruzione del muro di Berlino per permettere il transito del personale militare. Si trova sulla Friedrichstraße, all’altezza dell’incrocio con Zimmerstraße e collegava il quartiere sovietico di Mitte con quello statunitense di Kreuzberg.
1615210 002
2-BRANDENBURG TOR: si trova sul lato occidentale del Pariser Platz, nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarten. È il monumento più famoso di Berlino ed è conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Germania.No tourist can leave Berlin without having seen this symbolic structure!
Berlin 19.10.2013 Nachtaufnahme: Brandenburger Tor am Pariser Platz mit Beleuchtung anläßlich des Festival of Lights. Achtung: Werbliche Nutzungs n u r nach vorheriger Anfrage realisierbar ! // Night Shot: The Brandenburg Gate at the square “Pariser Platz” with illumination at the Festival of Lights. Warning: Commercial use on prior request only. http://www.festival-of-lights.de
3- ALEXANDERPLATZ, TORRE DELLA TELEVISIONE & THE WORLD TIME CLOCK: Alexanderplatz è un importante centro commerciale, nodo viabilistico e di trasporti. Storicamente è considerata il centro della parte orientale della città. L’Urania Weltzeituhr è un orologio universale di Berlino collocato nella centrale Alexanderplatz. È diventato insieme alla Torre della Televisione uno dei simboli di Alexanderplatz e di Berlino. Ognuna delle 24 facce corrisponde ad uno dei 24 fusi orari della Terra.
4-MUSEUM ISLAND: è una magnifica opera d’arte, un insieme eccezionale di cinque musei di fama mondiale.Oltre che per il leggendario busto della regina egiziana Nefertiti, le più famose ed importanti mostre culturali. l’isola è conosciuta per la presenza dell’altare di Pergamo e la splendida porta di Ishtar. Nel 1999, l’isola dei musei è stata riconosciuta come patrimonio mondiale dell’UNESCO. I musei che ne fanno parte sono: Pergamonmuseum (Pergamon Museum, Bode-Museum, Neues Museum (New Museum), Alte Nationalgalerie (Old National Gallery) e l’ Altes Museum (Old Museum). L’isola è stata gravemente danneggiata durante la Seconda guerra mondiale, l’Isola ha vissuto diversi restauri e ricostruzioni. Il consiglio, oltre alla visita dei suoi bellissimi musei, è di goderne una vista dall’esterno, in particolare dal Monbijoupark. L’ingresso è gratuito se possedete la Museum pass (prezzo intero 29€, ridotto 14,50€ e comprende l’ingresso a 30 musei, compresi tutti e 5 quelli dell’isola dei musei, ed è valida 3 giorni consecutivi).
5-EAST SIDE GALLERY: simbolo fisico della separazione e soppressione dei diritti dell’uomo sotto il governo comunista di Berlino. Nelle prime ore del 13 agosto del 1961 le unità armate della Germania dell’est interruppero tutti i collegamenti tra Berlino est e ovest e iniziavano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di tutte e due le parti, un muro insuperabile che avrebbe attraversato tutta la città, che avrebbe diviso le famiglie in due e tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università.Oggi i resti del muro sono presenti in pochi punti della città di Berlino, i più importanti sono: il tratto di 80 metri alla fine della via Zimmerstraße in direzione Potsdamer platz; il tratto più lungo pari a 1,3 chilometri vicino all’Oberbaumbrücke chiamato East Side Gallery per via dei suoi graffiti; infine il muro in Bernauer Straße a nord di Berlino.
6-HOLOCAUST MEMORIAL: Noto anche come il memoriale dell’ assassinio degli ebrei d’Europa, il Memoriale dell’Olocausto è un triste ricordo nella Berlino di tutti gli ebrei vittime dalla Guerra Mondiale. Eisenman ha creato questo spazio per i visitatori per sentirsi a disagio e per confondere lo spazio in cui l’ordine non può essere trovato.
7-REICHSTAG: il parlamento del Reich tedesco. Fu inaugurato nel 1894 e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999. L’attuale parlamento tedesco si chiama Bundestag. Il Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro Romano Impero e cessò di esistere negli anni della Germania Nazista (1933-1945). Nell’uso odierno, il termine tedesco Reichstag si riferisce quindi principalmente all’edificio.
..presto la parte 2/3 dell’articolo in cui vi consiglierò qualche posto carino dove mangiare a Berlino ♥
BERLIN CALLING: 1/3 what to see Berlin has become one of the most popular city destinations for young and old. It has so much to offer: a trendy city with incredible history and lots of interesting places to visit.
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New Conversation - Vicenza Jazz: ecco il programma
La ventiduesima edizione di New Conversations – Vicenza Jazz sarà un viaggio lungo la grande strada maestra della musica improvvisata, percorrendo la quale il programma del festival saprà muoversi con estrema agilità. In scena dal 12 al 21 maggio, sotto la bandiera del titolo “To Be or Not To Play”, che strizza l’occhio all’autobiografia di Dizzy Gillespie e all’eredità storica del bop, Vicenza Jazz 2017 saprà raccontarla attraverso i suoi grandi protagonisti odierni, ispirandosi a una sorta di veracità estetico-filosofica.
Destinato a crescere sino alle dimensioni di un kolossal musicale (nel 2016 il festival sfiorò i 150 spettacoli), il programma affidato alla cura di Riccardo Brazzale evidenzia il suo sguardo su ampi orizzonti musicali sin dai primi concerti annunciati: dal glamour divistico delle voci di Dee Dee Bridgewater e Gino Paoli (in duo con Danilo Rea) alla nuova vocalità ‘multimediale’ di Jacob Collier; dai più apprezzati esponenti di un jazz avanzato ma ancora dentro regole in qualche modo classiche (Uri Caine, Dave Douglas) alle più infervorate incarnazioni moderne della matrice post-boppistica (Chris Potter, il Black Art Jazz Collective); dalla sempre stimolante sorgente del jazz latino (Gonzalo Rubalcaba) a incontri al vertice con il made in Italy (Enrico Rava assieme a Geri Allen, Stefano Benni con Umberto Petrin, oltre al cast di danzatori, cantanti e musicisti dell’orchestra della Notte della Taranta).
Ai concerti principali nei teatri cittadini si aggiungono poi numerose altre situazioni per la musica dal vivo (dai concerti after hour del Jazz Cafè Trivellato al Bar Borsa, il jazz club ufficiale del festival, ai live all’aperto lungo le strade e le piazze del centro, nei palazzi antichi, nei musei, in innumerevoli club e locali notturni) oltre che occasioni per apprezzare la cultura jazzistica sotto diverse forme (proiezioni cinematografiche, presentazioni editoriali, seminari e masterclass, mostre e convegni).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2017 è organizzato dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Crescita e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, in collaborazione con il Bar Borsa e con il contributo di Fondazione Cariverona.
Il Teatro Olimpico sarà un luogo privilegiato per i concerti di punta del cartellone di Vicenza Jazz 2017. La magnifica sala del Palladio ospiterà infatti ben cinque degli appuntamenti di prima serata con i big del cartellone, a partire dall’inaugurazione del festival, venerdì 12 maggio, con un doppio set che metterà faccia a faccia due dei più celebri esponenti delle rinnovate sonorità newyorkesi. Il pianista Uri Caine e il trombettista Dave Douglas a partire dagli anni Novanta hanno infatti indicato al jazz statunitense la traiettoria verso il suo futuro, senza mai rinnegarne però le radici (cosa particolarmente evidente nel nuovo progetto di Douglas, a tratti fortemente intriso di una nostalgia down home). Uri Caine aprirà la serata con un piano solo, al quale seguirà la performance del quintetto di Dave Douglas. Sarà davvero emozionante poter ascoltare in rapida successione due grandi solisti accomunati, tra l’altro, dall’essere stati alfieri nella magmatica corte jazzistica di John Zorn.
Il primo sabato del festival, il 13 maggio, sarà come da tradizione dedicato al concerto gratuito in Piazza dei Signori. Direttamente dal Salento, la celeberrima Orchestra Popolare “La Notte della Taranta” sbarcherà a Vicenza, con tutto il suo corteo di ballerini posseduti, danzatori indiavolati e il necessario contorno di cantanti e musicisti impegnati a scatenare un’apoteosi della danza coi loro ritmi di pizzica sempre più vorticosi, sino all’esorcismo finale. Una serata davvero gioiosa ed esuberante, che sarà come un ponte gettato tra la missione jazzistica del festival e un ascolto più immediato e di grande richiamo popolare.
Il Ridotto del Teatro Comunale aprirà per la prima volta le sue porte all’edizione 2017 di Vicenza Jazz domenica 14. Il Black Art Jazz Collective ha un nome che è già un programma: una all star che esprime perentoriamente lo stato dell’arte della pronuncia jazzistica afroamericana, sul fronte estetico del mainstream più agguerrito. In prima linea si troveranno solisti di spicco come Wayne Escoffery al sax, Jeremy Pelt alla tromba e James Burton III al trombone, mentre la spinta cinetica verrà da Xavier Davis, Vincente Archer e dalla batteria di Johnathan Blake, tutti artisti accomunati anche da un ideale di orgogliosa rinascita culturale africano-americana.
Il festival rimarrà al Ridotto del Comunale anche lunedì 15, con un altro set in cui il linguaggio post-boppistico ingranerà una marcia alta: Chris Potter, protagonista della serata col suo quartetto, è uno dei più vigorosi sassofonisti in attività. Con lui lo strumento principe del jazz moderno si carica di un’eloquenza ad alto voltaggio, mentre le linee improvvisate si succedono in un incredibile connubio di fantasia e logica, velocità e controllo. Potter arriverà tra l’altro a Vicenza a poche settimane dall’uscita del suo nuovo disco pubblicato da ECM, per quella che sarà una data in esclusiva per l’Italia.
Ritorno all’Olimpico martedì 16, per una serata che con ogni probabilità rimarrà nella storia non solo del festival vicentino ma del jazz in generale. Il pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, proiettato nelle alte sfere internazionali del jazz con venature latin grazie al suo incandescente senso ritmico e la sontuosa sonorità, si esibirà in un recital che verrà ripreso per confluire nel suo primo dvd in solo. È stato lo stesso Rubalcaba a esprimere il desiderio di realizzare questa sua produzione audiovisiva circondato dalla scenografia dell’Olimpico (dove si era già esibito in occasione dell’edizione 2010 del festival): e Vicenza Jazz non si è lasciato sfuggire un’occasione di tale prestigio.
Meriterà l’ampia capienza della Sala Grande del Teatro Comunale il concerto di mercoledì 17 con la cantante Dee Dee Bridgewater. Questa indiscussa jazz diva è pronta a battezzare un nuovo capitolo della sua carriera: un progetto dedicato a Memphis, che la vedrà alle prese con i fondamentali della black music intrisa di blues e R&B oltre che con le proprie radici personali. La Bridgewater è infatti nata proprio nella città del Tennessee e con questo nuovo repertorio (che nel corso del 2017 troverà anche la via del disco) risalirà alla propria infanzia, mettendo gli ascoltatori davanti a un momento cruciale della cultura americana, fatta di lotte per i diritti civili e di una fenomenale emancipazione musicale.
Giovedì 18 all’Olimpico sarà una serata di duetti d’autore. Prima con l’inedito abbinamento della tromba di Enrico Rava con il pianoforte di Geri Allen: questi solisti dalla vasta esperienza e la pronuncia jazzistica spiccatamente personale si troveranno sul palco secondo una regola d’oro della musica improvvisata, quella dell’incontro al vertice senza troppa pianificazione.
Non meno imprevedibile sarà la performance della ‘strana coppia’ formata dallo scrittore Stefano Benni e il pianista Umberto Petrin: il primo legge, il secondo dialoga tramite la tastiera. E tra i due fa capolino Thelonious Monk, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita e il cui celebre e anomalo blues “Misterioso” fornisce il titolo a questo recital.
L’esaltante one man band del giovanissimo multistrumentista inglese Jacob Collier sarà al centro dell’attenzione venerdì 19 al Ridotto del Comunale. Fresco vincitore di due Grammy Awards (per gli arrangiamenti vocali ‘a cappella’ e con strumentazione), il pupillo di Quincy Jones è pronto a ricreare sul palco le incredibili performance video-musicali che gli sono valse milioni di visualizzazioni e un seguito planetario su YouTube.
La chiusura di Vicenza Jazz 2017 sarà affidata a una delle coppie più melodiche del jazz italiano: Danilo Rea e Gino Paoli. Da numerosi anni il cantautore frequenta con inesauribile successo i palchi del jazz nazionale. E nel pianoforte di Rea ha trovato il perfetto sostegno alla sua esplorazione delle jazz songs. Rea e Paoli si esibiranno sabato 20 e poi replicheranno il loro concerto domenica 21 (ma alle ore 19), sempre all’Olimpico.
Parallelamente al festival in teatro si muoveranno i concerti del Jazz Cafè Trivellato allestito presso il Bar Borsa sotto la Basilica Palladiana, con una stimolante programmazione di confine. Per l’apertura il 12 maggio arriverà l’Open Door Quartet con Robert Bonisolo, Paolo Birro, Lorenzo Conte e lo special guest Roberto Gatto: in repertorio omaggi ai vari centenari che ricorrono nel 2017 (Monk, Gillespie, Tadd Dameron). Il quartetto serbo Naked terrà banco al JCT per due sere, il 14 e 15 maggio, con un cocktail di ritmi balcanici, grooves urbani e schegge di free jazz (ma la sera del 15 sarà aperta dalla soul-R&B band Brown Sugar). Il quartetto serbo Naked terrà banco al JCT per due sere, il 13 e 14 maggio, con un cocktail di ritmi balcanici, grooves urbani e schegge di free jazz. I riflettori saranno poi puntati sul giovane trombonista vicentino Filippo Vignato, vincitore del più recente Top Jazz come nuovo talento del jazz italiano, al quale sarà dedicato uno spazio particolare che gli permetterà di esibire le varie diramazioni del suo talento: il 16 con “Harvesting Minds”, un quartetto acustico italiano in cui spiccano le presenze di Giovanni Guidi e Zeno de Rossi, il 18 con il trio elettrico internazionale “Plastic Breath”, votato a sonorità di suggestiva ricerca. Nel mezzo, il 17, Vignato sarà ancora sul palco del JCT, questa volta come ospite del quintetto “Pianeti Affini” del trombettista Giovanni Falzone. Il focus sulla tromba continuerà il 19 con un altro solista dalla spiccata personalità sonora: Luca Aquino, in quintetto. Il 20, la suadente vocalist partenopea Flo suggellerà con l’elegante strumentazione del suo quartetto la programmazione del Borsa, prima della Jam Session conclusiva che il 21 farà calare il sipario su Vicenza Jazz 2017.
Oltre a questa sequenza di concerti, Vicenza Jazz 2017 sta predisponendo la sua rigogliosa programmazione fatta di numerose sezioni. Alcuni concerti di particolare rilievo che si terranno al di fuori dei teatri principali sono già annunciati: dal solo del chitarrista Marc Ribot, guru della scena avanguardistica downtown di New York (14 maggio, nell’affascinante salone della Basilica Palladiana), al quintetto del trombettista Luca Aquino (il 19 a Palazzo Chiericati), sino all’ormai tradizionale concerto del venerdì a mezzanotte che quest’anno torna al Cimitero Maggiore, con un evento che si annuncia davvero affascinante: le pietre sonore di Pinuccio Sciola torneranno a vibrare grazie al tocco di Pietro Pirelli, con Gavino Murgia al sax ed Enrico Intra, deus ex machina del singolare progetto, al pianoforte.
In previsione ci sarà anche una vivace sequenza di prologhi al festival vero e proprio, a partire dal 7 maggio (con il poeta canadese George Elliott Clarke accompagnato dalle musiche di Gionni di Clemente e Giovanni Censori al Der Ruf), mentre i concerti nei locali prenderanno il via già dall’8 per giungere alla trasferta dell’11 maggio all’Auditorium Fonato di Thiene, che ospiterà il duo Francesco Cafiso (sax) e Mauro Schiavone (piano).
PROGRAMMA (concerti principali)
Venerdì 12 maggio
Teatro Olimpico, ore 21
URI CAINE “Callithump”
Uri Caine (pianoforte)
DAVE DOUGLAS QUINTET
Dave Douglas (tromba), Jon Irabagon (sax), Fabian Almazanf (pianoforte), Yasushi Nakamura (contrabbasso), Rudy Royston (batteria)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Open Door Quartet
Robert Bonisolo (sax), Paolo Birro (pianoforte), Lorenzo Conte (contrabbasso)
special guest Roberto Gatto (batteria)
Sabato 13 maggio
Piazza dei Signori, ore 21
Orchestra popolare “LA NOTTE DELLA TARANTA”
Antonio Amato, Enza Pagliara (voce, tamburello), Luigi Marra (voce, violino),
Nico Berardi (fiati), Roberto Gemma (fisarmonica), Gianluca Longo (mandola),
Daniele Durante (chitarra), Valerio Bruno (basso), Roberto Chiga (tamburello),
Alessandro Monteduro (percussioni), Antonio Marra (batteria),
Moira Cappilli, Lucia Scarabino (ballerine)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 23
DJ Set
Domenica 14 maggio
Basilica Palladiana, ore 18
MARC RIBOT SOLO
Marc Ribot (chitarra)
Teatro Comunale, ore 21
BLACK ART JAZZ COLLECTIVE
Wayne Escoffery (sax), Jeremy Pelt (tromba), James Burton III (trombone),
Xavier Davis (pianoforte), Vincente Archer (contrabbasso), Johnathan Blake (batteria)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Naked
Ivan Teofilović (clarinetto, sax), Đorđe Mijušković (violino),
Branislav Radojković (basso), Goran Milošević (batteria, percussioni)
Lunedì 15 maggio
Teatro Comunale, ore 21
CHRIS POTTER QUARTET
Chris Potter (sax), David Virelles (pianoforte),
Joe Martin (contrabbasso), Marcus Gilmore (batteria)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22
Brown Sugar
Linda Quero (voce, chitarra), Noam Frank (voce, chitarra), Jake Winger (chitarre),
Bobo Righi (contrabbasso, basso, violoncello), Massimo Tuzza (batteria, percussioni)
Naked
Ivan Teofilović (clarinetto, sax), Đorđe Mijušković (violino),
Branislav Radojković (basso), Goran Milošević (batteria, percussioni)
Martedì 16 maggio
Teatro Olimpico, ore 21
GONZALO RUBALCABA SOLO
Gonzalo Rubalcaba (pianoforte)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Filippo Vignato Quartet “Harvesting Minds”
Filippo Vignato (trombone), Giovanni Guidi (pianoforte),
Mattia Magatelli (contrabbasso), Zeno de Rossi (batteria)
Mercoledì 17 maggio
Teatro Comunale, ore 21
DEE DEE BRIDGEWATER “Memphis”
Dee Dee Bridgewater (voce),
Marc Franklin (tromba), Arthur Edmaiston (sax), Charlton Johnson (chitarra),
Dell Smith (pianoforte, tastiere), Barry Campbell (basso),
James Sexton (direzione musicale, batteria),
Sharisse Norman, Shontelle Norman-Beatty (cori)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Giovanni Falzone “Pianeti Affini”
Giovanni Falzone (tromba, elettronica), Filippo Vignato (trombone),
Fausto Beccalossi (fisarmonica), Giulio Corini (contrabbasso), Alessandro Rossi (batteria)
Giovedì 18 maggio
Teatro Olimpico, ore 21
ENRICO RAVA & GERI ALLEN
Enrico Rava (tromba), Geri Allen (pianoforte)
STEFANO BENNI & UMBERTO PETRIN “Misterioso”
Stefano Benni (voce), Umberto Petrin (pianoforte)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Filippo Vignato Trio “Plastic Breath”
Filippo Vignato (trombone, filtri, elettronica),
Yannick Lestra (piano el., bass synth), Attila Gyarfas (batteria, elettronica)
Venerdì 19 maggio
Palazzo Chiericati, ore 20
Luca Aquino & Quartet
Luca Aquino (tromba), Lorenzo De Luca (sax),
Francesco Pollon (pianoforte), Matteo Vallicella (contrabbasso), Marco Soldà (batteria)
Teatro Comunale, ore 21
Quincy Jones Presents
JACOB COLLIER
Jacob Collier (voce, pianoforte, tastiere, chitarra, contrabbasso, basso, percussioni, batteria, visual)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Luca Aquino & Quartet
Cimitero Maggiore, ore 24
Enrico Intra – Gavino Murgia – Pietro Pirelli “Suonare il suono”
Enrico Intra (pianoforte), Gavino Murgia (sassofono, voce), Pietro Pirelli (pietre sonanti)
Sabato 20 maggio
Teatro Olimpico, ore 21
DANILO REA & GINO PAOLI
Gino Paoli (voce), Danilo Rea (pianoforte)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 22:30
Flo
Flo (voce), Ernesto Nobili (chitarra acustica ed elettrica),
Marco Di Palo (violoncello), Michele Maione (percussioni)
Domenica 21 maggio
Teatro Olimpico, ore 19
DANILO REA & GINO PAOLI
Gino Paoli (voce), Danilo Rea (pianoforte)
Bar Borsa Jazz Café Trivellato, ore 21:30
Final Jam Session
***
Informazioni:
Teatro Comunale di Vicenza Viale Mazzini, 39 – Vicenza tel.: 0444 324442 [email protected] [email protected] www.vicenzajazz.org – jazz.tcvi.it
http://jazz.trivellato.it/
Direzione artistica: Riccardo Brazzale
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: [email protected]
BIGLIETTI
Concerti al Teatro Olimpico intero: 22 euro + d.p. ridotto*: 18 euro + d.p.
Concerti al Teatro Comunale (Sala Ridotto)
intero: 18 euro + d.p. ridotto*: 15 euro + d.p.
Concerti al Teatro Comunale (Sala Maggiore)
intero: 25 euro + d.p. ridotto*: 21 euro + d.p.
Concerto Teatro Olimpico 20 e 21 maggio
intero: 30 euro + d.p. ridotto*: 24 euro + d.p.
Concerto di mezzanotte al Cimitero Maggiore di Vicenza unico: 5 euro
Concerto in Basilica Palladiana
unico: 10 euro
Concerto a Palazzo Chiericati
biglietto di entrata al Museo
ABBONAMENTI
acquistabili presso la biglietteria del Teatro Comunale e alla biglietteria online
Abbonamento concerti Olimpico + Comunale (escluso 20-21/05)
intero: 140 euro; ridotto*: 112 euro
Per chi acquista l’abbonamento, sconto del 20% per i concerti del 14/05 alla Basilica Palladiana; del 19/05 al Cimitero Maggiore e al concerto del 20-21/05 al Teatro Olimpico
*ridotto valido per giovani fino ai 30 anni, over 65, associazioni culturali musicali, Touring Club Italiano, dipendenti Comune di Vicenza, abbonati TCVI
PREVENDITE
– biglietteria del Teatro Comunale: aperta fino al 30/04, dal martedì al sabato ore 15-18:15. La biglietteria risponde al telefono negli stessi giorni di apertura dalle 16 alle 18. – on line: www.tcvi.it – sportelli della Banca Popolare di Vicenza – il giorno dello spettacolo: alla biglietteria, un’ora prima dell’inizio del concerto (senza diritto di prevendita)
INGRESSO LIBERO Concerto in Piazza dei Signori
Bar Borsa
dove non diversamente specificato
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LA GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE si identifica nell’immaginario collettivo con le sculture di Michelangelo, ospitate in una struttura simile a una chiesa, e la sua fruizione si limita per molti visitatori a uno sguardo tanto estatico quanto rapido al David. Perfino l’associazione che è stata recentemente costituita per sostenere le attività e le iniziative del museo si intitola “Amici del David“. Eppure è questa la più vasta raccolta cittadina di dipinti su tavola dal Duecento al Quattrocento e da molti anni si tenta di modificare il cliché, anche con l’allestimento di mostre, talvolta impegnative e complesse (come La fortuna dei primitivi del 2014) in dialogo con le ricche collezioni del museo e con dichiarati scopi di ricerca.
Giovanni dal Ponte (Giovanni di Marco di Giovanni, detto), Incoronazione della Vergine (scomparto centrale); nella cuspide, Cristo nel Limbo; San Francesco d’Assisi, San Giovanni battista (scomparto sinistro); nella cuspide, Angelo annunziante Sant’Ivo, San Domenico (scomparto destro); nella cuspide, Vergine annunciata, 1430 circa, Firenze, Galleria dell’Accademia di Firenze
Il filo conduttore di quella in corso, dedicata a Giovanni dal Ponte (1385-1437) e visitabile dal 22 novembre 2016 al 12 marzo 2017, è indicato dall’apparente ossimoro del sottotitolo, in cui il pittore è definito “Protagonista dell’Umanesimo tardogotico”. Questa formula compariva già, a proposito del medesimo artista, nel contributo di Angelo Tartuferi al catalogo di una mostra che appare il preludio di questa, cioè Bagliori dorati. Il Gotico Internazionale a Firenze 1375-1440 (Firenze, Galleria degli Uffizi, 19 giugno-4 novembre 2012, p. 25); nel titolo del saggio, Pittori a Firenze alla vigilia del Rinascimento (e anche dopo), si leggeva, insieme con il richiamo a un importante libro pubblicato da Miklós Boskovits nel 1975, la volontà di superare le etichette critiche e stilistiche tradizionali. Lo stesso Tartuferi (responsabile scientifico dei dipinti della Galleria diretta da Cecilie Hollberg) ha ideato la rassegna su Giovanni dal Ponte e ne è curatore insieme con Lorenzo Sbaraglio (diretttore della Villa medicea di Poggio a Caiano) che – come si dirà più avanti – vanta una solida consuetudine di studio con il pittore. Anche la compresenza di artisti che siamo abituati a schierare sui due fronti opposti del tardogotico e dell’innovazione rinascimentale è un tratto comune alle due mostre. Sembra che i curatori ci vogliano dire che la periodizzazione tradizionale resta valida solo come punto di partenza da arricchire, modificare e, se necessario, smentire e superare.
Giovanni dal Ponte non è esattamente un Carneade per gli studiosi di pittura del primo Quattrocento: chiamato Giovanni o Giovannino “da Santo Stefano” dalle fonti più antiche perché aveva casa e bottega nella piazza di Santo Stefano al Ponte Vecchio, assume il soprannome “del Ponte” nella biografia dedicatagli nel 1550 da Vasari nella prima edizione delle Vite (“da Ponte” nella seconda, nel 1568); il biografi aretino, però, lo colloca impropriamente nel Trecento e lo assembla forse con altre figure di artisti. Nei documenti (raccolti nel catalogo della mostra da Alberto Lenza) figura invece come Giovanni di Marco; è probabilmente più corretto utilizzare nome e patronimico, come già suggerì Adolfo Venturi nella prima parte del quarto volume della sua monumentale Storia dell’arte italiana (Milano 1911), seguito solo da Fabrizio Guidi (Per una nuova cronologia di Giovanni di Marco, in “Paragone”, n. 223, 1968, pp. 11-23; Ancora su Giovanni di Marco, in “Paragone”, n, 239, 1970, pp. 11-23; Una tavola di Giovanni di Marco in San Donato a Porrona, in Scritti di storia dell’arte in onore di Federico Zeri, Milano 1984).
Gli studi monografici e documentari pubblicati nel corso del XX secolo iniziano con Carlo Gamba (Giovanni dal Ponte, in “Rassegna d’Arte”, IV, 12, 1904, pp. 177-186; Ancora di Giovanni dal Ponte, in “Rivista d’Arte”, IV, 1906, pp. 163-168) e Herbert Horne (Appendice di documenti su Giovanni dal Ponte, in “Rivista d’Arte”, 1906, pp. 169-181; Giovanni dal Ponte, in “The Burlington Magazine”, IX, 1906, pp. 332-337), per proseguire con Roberto Salvini (Lo sviluppo stilistico di Giovanni dal Ponte, in “Atti e Memorie della R. Accademia Petrarca”, XVI-XVII, 1934, pp. 17-44) e Curtis H. Shell (Giovanni dal Ponte and the Problem of Other Lesser Contemporaries of Masaccio, tesi di Ph D all’università di Harvard, 1958; Two Tryptichs by Giovanni dal Ponte, in “The Art Bulletin”, LIV, 1972, pp. 41-46). Dopo la voce di Michele Becchis nel Dizionario biografico degli italiani (vol. LVI, Roma 2001) si collocano le ricerche di Lorenzo Sbaraglio, a partire dalle tesi di laurea (su Giovanni dal Ponte, 2004-2005) e di dottorato (sulla nascita dei cassoni nuziali dipinti, 2009): Note su Giovanni dal Ponte ‘cofanaio’, in “Commentari d’arte”, XIII, 2007 (2008), pp. 32-47; Lo Sposalizio di santa Caterina di Giovanni dal Ponte, una cappella poco nota del Brunelleschi e i primordi della “pala quadra”, in “Bulletin du Musée Hungrois de Beaux-Arts”, 2010, pp. 63-86; oltre alla collaborazione alla citata mostra Bagliori dorati e a un’altra dedicata ai cassoni rinascimentali e intitolata Le opere e i giorni (Firenze, Museo Stibbert 2015-2016).
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Gherardo Starnina, Santa Margherita d’Antiochia e san Filippo, scomparto laterale, Würzburg, Martin von Wagner Museum der Universität Würzburg
Gherardo Starnina, Madonna col Bambino tra angeli, scomparto centrale, Würzburg, Martin von Wagner Museum der Universität Würzburg
Gherardo Starnina, San Pietro e santa Maria Maddalena, scomparto laterale, Würzburg, Martin von Wagner Museum der Universität Würzburg
La mostra si apre chiamando in causa una serie di artisti, a cominciare da Gherardo Starnina e da tre tavole provenienti da Würzburg, parte di un polittico più vasto e databile attorno al 1405, dove i motivi plastici e spaziali derivanti dalla grande tradizione fiorentina del Trecento si fondono con guizzi tardogotici appresi dall’artista nel recente soggiorno a Toledo. Si conferma così l’importanza di Starnina per la formazione di Giovanni, già ammessa dalla critica quando il pittore era ancora identificato con il nome convenzionale di “Maestro del Bambino Vispo” e ritenuto di origine spagnola.
Sono esposte anche alcune opere di Lorenzo Monaco, Paolo Uccello, Lorenzo Ghiberti, Masolino, Masaccio, Beato Angelico, tutte già presentate in esposizioni recenti. Tra queste, i due scomparti di Lorenzo Monaco sono troppo precoci (1388-1390) e lo sportello in rame dorato di Ghiberti è troppo tardo (1450 circa) per poter essere confrontati con Giovanni nelle sue varie fasi stilistiche. Le altre, invece, si scalano lungo gli anni dieci e venti del Quattrocento e sono da mettere a paragone con i dipinti di Giovanni. A questo proposito, si sente invece la mancanza di un altro pittore, Giovanni Toscani, il cui avvicinamento a Masaccio è affine e parallelo a quello di Giovanni dal Ponte, come suggeriscono alcuni confronti fotografici presentati in catalogo: si veda la serie delle tre Adorazioni dei magi (pp. 20-21) o la Madonna dell’umiltà di Giovanni dal Ponte già nella collezione Volterra di Firenze, che mostra tanti punti di contatto con il dipinto di ugual soggetto del Toscani. Proprio questa tavola, conservata alla Galleria dell’Accademia, avrebbe ben figurato in mostra, presumibilmente senza aggravi di spesa o difficoltà organizzative.
Il nucleo della mostra è costituito da un nutrito gruppo di opere di Giovanni dal Ponte: trentasei dipinti di varia provenienza, di destinazione pubblica o privata, di soggetto sacro o profano.
Manca, per motivi di conservazione, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina con quattro angeli e due donatori, con Storie di Santa Caterina nella predella e santi, sante e angeli nei pilastri laterali, dell’inizio degli anni venti, che avrebbe ben contribuito a definire la fase precedente all’irrompere di Masaccio sulla scena pittorica.
Non è presente neppure l’anconetta con Madonna col Bambino tra i santi Giovanni evangelista, Antonio abate e due angeli reggicortina della raccolta dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che però è visibile a pochi isolati di distanza nell’ambito dell’iniziativa In collezione e fa parte della ricca produzione di altaroli devozionali di Giovanni, tra cui figurano in mostra quelli di New Orleans, dei Musei civici fiorentini e della collezione Luzzetti di Firenze (cat. 13, 20, 30), analoghi per carpenteria e composizione. Per un altro altarolo di collezione privata (cat. 16) il confronto con la foto di un catalogo d’asta del 1926 rivela che gli angeli che reggono un drappo sono un’aggiunta moderna, esemplata su dettagli di altre opere dello stesso Giovanni.
Giovanni dal Ponte, Trittico di Brozzi, Campi Bisenzio, Museo di Arte Sacra di San Donnino)
Fra le opere a soggetto sacro, la cui disposizione in mostra non segue la cronologia, è presente l’Annunciazione di Brozzi (cat. 10; San Donnino, Museo di arte sacra: il titulus di Brozzi si estendeva in origine anche alla chiesa di Sant’Andrea in questa località da cui proviene il trittico), databile attorno al 1410-1415, per la quale si decreta l’attribuzione a Giovanni e la definitiva abolizione del “Maestro dell’Annunciazione di Brozzi”. Sarebbe stato interessante vederla accanto ai due trittici più tardi, esposti nella sala seguente (badia di Santa Maria a Poppiena, 1430 circa, cat. 36; abbazia di Rosano, 1434, cat. 40).
Degni di nota sono anche gli sportelli di tabernacolo della cappella di San Benedetto in San Miniato al Monte, dipinti attorno al 1425 (cat. 25), dove il santo principe appare inquieto, malinconico e pre-botticelliano. Presuppongono invece la conoscenza dell’opera di Masaccio l’Incoronazione della Vergine dell’Accademia (1430 circa, cat. 37) e la Madonna col Bambino tra i santi Cecilia con la donatrice, Michele arcangelo, Domitilla, Gerolamo, Achilleo e Nereo, ora in San Salvatore al Monte (cat. 43), datata 24 novembre 1434, che conserva, nonostante i numerosi spostamenti, la sua cornice originale e costituisce un’interessante tappa del percorso da tavola cuspidata a “tavola all’antica”. Del Trittico di San Giovanni evangelista della National Gallery di Londra (1433-1435) sono esposte invece solo le cuspidi e la predella, di grande forza narrativa (cat. 24).
Giovanni dal Ponte, Madonna col Bambino tra i santi Cecilia con la donatrice, Michele arcangelo, Domitilla, Girolamo, Achilleo e Nereo, Firenze, San Salvatore al Monte
L’ultima sala è dedicata alla pittura di cassoni, genere al quale Giovanni dal Ponte si dedicò attivamente, e ospita anche un Cavaliere di spade proveniente da un mazzo di tarocchi (cat. 27). I soggetti raffigurati sono nei cassoni, uno dei quali conservato integralmente, sono episodi del Teseida di Boccaccio (cat. 18), poeti (cat. 34), innamorati nei giardini d’Amore (cat. 35 e 39), Arti liberali (cat. 41): temi che suggeriscono committenze colte e coinvolte in interessi umanistici.
Giovanni dal Ponte, Tre Scene dalla vita di San Giovanni Evangelista, predella, Londra, National Gallery
Il catalogo accoglie saggi di Annamaria Bernacchioni, Lia Brunori, Lorenzo Sbaraglio, Arianna Soldani e Angelo Tartuferi e schede di Annamaria Bernacchioni, Lia Brunori, Dora Liscia Bemporad, Lorenzo Sbaraglio, Andrea Staderini, Angelo Tartuferi ed Emanuele Zappasodi ed è completato dalle ricostruzioni del polittico di Gherardo Starnina e di sette complessi su tavola (polittici e cassoni) di Giovanni dal Ponte, da un regesto compilato da Lorenzo Sbaraglio che censisce novantatré opere fra tavole, affreschi e vetrate, comprese quelle di ubicazione ignota, dalla già citata appendice documentaria curata da Alberto Lenza e dalla necessaria bibliografia redatta da Ilaria Rossi. Si tratta dunque di un volume che svolge la funzione di una monografia, da utilizzare anche oltre l’occasione espositiva; ma poiché si tratta di un’opera collettiva, non si sono volute nascondere né omogeneizzare le differenze di vedute tra i curatori, che suggeriscono linee cronologiche e interpretative in parte divergenti. Secondo Tartuferi, infatti, la predella con Storie di San Pietro e santi agli Uffizi (cat. 33 d-l) deve essere collocata nel 1424 e segna il momento di una precisa conversione al verbo di Masaccio, mentre Sbaraglio ricostruisce un avvicinamento graduale al grande rinnovatore della pittura rinascimentale lungo la seconda metà degli anni venti. Anche per la destinazione originaria e la committenza dell’intero polittico si trovano nel volume proposte differenti: San Pier Scheraggio e Francesco della Luna per Tartuferi e Bernacchioni, la cappella di San Pietro in Santa Trìnita, di patronato della famiglia Usimbardi, per Sbaraglio. In base a questa visione pluralista, che può creare un leggero disorientamento nel lettore, sono escluse dal regesto alcune opere di attribuzione incerta e dibattuta, come i dipinti della cappella del Giudizio del Duomo di Pistoia, che Tartuferi ritiene la testimonianza più antica dell’attività di Giovanni.
Qualche riserva deve essere avanzata sull’allestimento, curato da Piero Guicciardini dello studio Guicciardini & Magni: gli spazi espositivi angusti, che sono purtroppo i soli disponibili all’interno della Galleria, non sono valorizzati dalla tappezzeria nera, pensata per far risaltare e risplendere i fondi oro, che però non ne hanno bisogno; e a questo accostamento tra nero e oro si crede a tal punto da adottarlo anche per la copertina del catalogo. La coerenza e l’eleganza delle scelte sono evidenti, ma rischiano di prevalere, come spesso accade, sulla chiarezza comunicativa e sulla possibilità di mettere le varie opere in relazione reciproca.
Giovanni dal Ponte (1385-1437) Protagonista dell’Umanesimo tardogotico fiorentino
Firenze, Galleria dell’Accademia 22 novembre 2016 – 12 marzo 2017
Sulla mostra fiorentina di Giovanni dal Ponte, di Giovanna Ragionieri LA GALLERIA DELL'ACCADEMIA DI FIRENZE si identifica nell'immaginario collettivo con le sculture di Michelangelo, ospitate in una struttura simile a una chiesa, e la sua fruizione si limita per molti visitatori a uno sguardo tanto estatico quanto rapido al David.
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sede: Palazzo Pretorio (Cittadella); cura: Guido Bartorelli.
L’arte di Bruno Munari (Milano, 1907-1998) appare come un eccezionale complesso di pittura, scultura, sperimentazioni nelle tecniche più varie e innovative; e ancora grafica, design, editoria, fino a giungere a quella dedizione verso i laboratori per bambini in cui va riconosciuto un precoce superamento dell’opera d’arte chiusa a favore della fluente processualità del fare. Alla produzione pratica si aggiunge, inoltre, una produzione teorica altrettanto ricca e di rara lucidità. In tutto ciò Munari ha saputo riflettere, fino a trarre conseguenze che suonano tutt’oggi radicali, sulle nuove responsabilità che l’avvento della società di massa affida agli artisti. Questi devono lasciarsi alle spalle le ambizioni individualistiche per mettere il proprio talento al servizio della collettività. L’utilizzo di metodologie oggettive e trasmissibili ha come obiettivo ultimo quello di porre chiunque nella condizione di comprendere i processi creativi e avvalersene in prima persona. Al proposito sono quanto mai attuali alcuni interrogativi posti da Munari quasi cinquant’anni fa: “L’arte, che un tempo era privilegio di pochi uomini sta diventando una espressione possibile a ciascuno di noi? Si sta riducendo positivamente la distanza tra l’artista e l’uomo normale?” (Artista e designer, 1971). Palazzo Pretorio offre al pubblico un percorso originale sull’opera di Bruno Munari, che consente sia di apprezzarne i caratteri peculiari al cospetto dei capolavori, sia di fruire la mostra come occasione per apprendere attraverso il fare, secondo le intenzioni dichiarate dallo stesso artista. Munari si è sempre preoccupato che il suo lavoro fosse di stimolo al fare, in modo che il fruitore, opportunamente guidato, potesse penetrare le regole tecniche e creative, acquisendo nuove competenze di presupposto alla conquista della capacità di reinventare. Musei e mostre dovrebbero pertanto prevedere “dimostrazioni visive di tecniche d’arte” (Da cosa nasce cosa, 1981), ossia esemplificazioni di attività che consentano ai visitatori di testare nel concreto i procedimenti da cui sono scaturite le opere esposte. È proprio quel che accade a Palazzo Pretorio, che alle stanze “contemplative” alterna stanze in cui ai visitatori è offerta l’opportunità di sperimentare varie attività. In una mostra su Munari le stanze del fare non vanno intese come un’appendice didattica ma bensì come parte integrante dell’opera, in quanto le attività sono opere vere e proprie progettate dall’artista. Munari mette in questione l’opera d’arte chiusa (unica, irripetibile, intangibile…) e sperimenta invece, con straordinario anticipo, quell’opera come processo che tanta parte avrà nelle tendenze successive. Processo, fluidità, relazione, interattività, sinergia con il fruitore sono i concetti chiave che la mostra a Palazzo Pretorio focalizza in quanto fondanti l’arte di Munari. “Bruno Munari: aria – terra”, intende così apportare un contributo significativo all’acquisizione storico-critica dell’eredità munariana, riconoscendola come manifestazione apripista di valori e obiettivi che animano tuttora la ricerca intorno alla ridefinizione del concetto di arte.
Nel dettaglio la mostra a Palazzo Pretorio individua nella ricerca di Bruno Munari una grande polarità: aria – terra
Aria Il primo polo è posto all’insegna dell’aria, essendo costituito di leggerezza fisica e mentale, di piena disponibilità all’evoluzione spaziale e concettuale, di una disinvoltura tale da sembrare non richiedere sforzo, come se si desse in assenza di gravità; il tutto declinato con magnifica varietà di soluzioni. Alcune tra le più significative opere di Munari, accompagnate dai disegni progettuali, sono raggruppate in cinque nuclei tecnici e tematici, che corrispondono a cinque stanze espositive:
1. Immagini di luce proiettate su pareti prive di schermo, create disponendo in vetrini di diapositiva minuscoli pezzetti di vari materiali (piume, foglie, fili, ovatta…): Proiezioni dirette, anni Cinquanta.
2. Opere che nascono come visualizzazione di un calcolo mentale o di un teorema matematico: Concavo-Convesso, 1947-1949; Curve di Peano, 1974-1975.
3. Opere sospese che funzionano come “antenne”, pronte a reagire vibrando ai minimi movimenti dell’aria: serie delle Macchine inutili, anni Trenta e Quaranta.
4. Opere costruite su un reticolo di tensioni, strutture sottili che si protendono nello spazio e solleticano ampie porzioni di vuoto: lampada Falkland, 1964; serie Filipesi, dal 1981.
5. Film sperimentale Tempo nel tempo, 3 min. circa, 1964, con Marcello Piccardo (Studio di Monte Olimpino, cfr. www. monteolimpino. it), che utilizza la cinepresa cosiddetta “microscopio temporale” per dilatare a tre minuti la durata del volo di un atleta impegnato nel salto mortale.
Terra Il secondo polo va intitolato alla terra: la leggerezza delle opere si traduce in fare, il carattere aereo e smaterializzato si congiunge con l’obiettivo di divulgare i risultati ben oltre l’ambito ristretto dell’arte, intesa come privilegio esclusivo, elitario, per riversarli nelle pratiche concrete della quotidianità. Il fine divulgativo fa scattare in Munari sia l’attività di designer al servizio dell’industria più illuminata, sia la progettazione esperienziale destinata a stimolare il pieno sviluppo della creatività di ciascuno. Quattro stanze sono attrezzate a esemplificazione di attività destinate ai visitatori, bambini e adulti. Tali stanze del fare, curate dall’Associazione Bruno Munari, consentono ai visitatori di “fare per imparare”, in una dimensione che stimola la sorpresa e la gioia della scoperta.
1. La strada dei sassi. “Come sono questi sassi?” La domanda suscita nel visitatore itinerari di catalogazione, invita a trovare legami tra gli oggetti presentati, similitudini e differenze…
2. Lascia la tua impronta. Un materiale plasmabile invita i visitatori a lasciare una traccia, anche utilizzando gli oggetti che ha in tasca o materiali insoliti a disposizione, scelti per la piacevolezza e l’interesse dell’impronta che producono.
3. Il gioco del filo di lana blu. I bambini lasciano cadere casualmente un filo di lana sul piatto della fotocopiatrice, producendo “fotocopie originali” da osservare e con cui, magari, creare una storia.
4. Giochi di luce. Al buio, con pile di diversa resa, per scoprire gli effetti della proiezione della luce: da vicino, da lontano, filtrata, spezzata da piccoli oggetti.
La mostra è anche l’occasione per imprimere un nuovo impulso agli studi sull’artista, che porteranno nel giugno 2017 alla pubblicazione di un ampio saggio/catalogo edito da Corraini, che documenterà l’allestimento e le attività che si saranno svolte a Palazzo Pretorio, con il supporto storico-critico di approfondimenti che indagheranno l’opera di Munari dai punti di vista dell’arte, ma anche seguendone i versanti meno indagati, quale le sperimentazioni per il cinema, il teatro, la moda, la fotografia.
Bruno Munari nasce a Milano nel 1907 e trascorre la fanciullezza a Badia Polesine (RO), nei pressi dell’Adige, dove i genitori gestivano un albergo. Con la maggiore età, si stabilisce a Milano, dove aderisce presto al Futurismo ed espone in importanti mostre collettive (Galleria Pesaro nel 1927, 1929, 1931 e 1932; Biennale di Venezia nel 1930, 1934 e 1936; Quadriennale di Roma del 1935; Triennale di Milano nel 1936 e 1940). Nel 1930 realizza la Scultura aerea, cui seguirà l’importante serie di sculture sospese Macchine inutili (dal 1933 in poi). Dal 1930 sino al 1937 è associato con Riccardo Ricas nello studio grafico R+M. In questo periodo lavora per riviste (“La Lettura”, “Natura”, “Settebello”, “Grandi Firme”), libri (Il poema del vestito di latte di Filippo Tommaso Marinetti) e pubblicità (Campari). Nel 1942 pubblica il libro Le macchine di Munari (Einaudi). Dal 1939 al 1945 lavora come grafico per Mondadori ed è art- director della rivista “Tempo”. Nel 1945, sempre con Mondadori, comincia la lunga e fortunata serie di libri per bambini, stimolati dalla nascita, nel 1940, del figlio Alberto. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, nuova scultura sospesa. Nel 1948 è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta), assieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. A partire dal 1949 pubblica i Libri illeggibili. Nel 1951 presenta le prime Proiezioni dirette, vetrini di diapositive in cui sono inseriti frammenti di vari materiali ingigantiti dalla proiezione. Dal 1952 lavora nel campo del design industriale progettando giocattoli in gommapiuma (Gatto Meo e Scimmietta Zizì, Pirelli), quindi il Portacenere cubico (Danese, 1957), l’orologio Ora X (Danese, 1963), le lampade di maglia Falkland (Danese, 1964). Nel 1962 organizza la mostra collettiva itinerante Arte programmata, sostenuta dalla Olivetti, con testo critico di Umberto Eco (Milano, Venezia, Roma). Nei primi anni Sessanta disegna la veste grafica delle collane editoriali Einaudi. Nello stesso periodo, presso lo Studio di Monte Olimpino (CO), collabora con Marcello Piccardo alla realizzazione di film sperimentali, tra i quali Tempo nel tempo (1964). Nel 1970-1971 progetta la struttura Abitacolo (Robots). Nel 1974-1975 torna all’olio su tela con la serie Curve di Peano, basate su un teorema formulato nel 1890 dal matematico Giovanni Peano. Nel 1975 disegna il simbolo grafico della Regione Lombardia. Negli anni Settanta l’infanzia è sempre più al centro dei suoi interessi, il che lo porta a progettare numerosi laboratori didattici. Il primo di questi è realizzato nel 1977 per la Pinacoteca di Brera. Negli anni Ottanta prosegue a sperimentare con i materiali più vari, ad esempio nella serie Filipesi (dal 1981). I suoi saggi principali sono: Arte come mestiere (Laterza, 1966), Design e comunicazione visiva (Laterza, 1968), Artista e designer (Laterza, 1971), Codice ovvio (Einaudi, 1971), Fantasia (Laterza, 1977), Da cosa nasce cosa (Laterza, 1981). Nel 1995 riceve il premio “Compasso d’oro” alla carriera, dopo i numerosi assegnati a progetti specifici (a partire da quello del 1954 per la Scimmietta Zizì). Muore a Milano il 30 settembre 1998.
Il comitato scientifico della mostra e del catalogo è composto da docenti e collaboratori del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova: Elisa Baldini, Guido Bartorelli, Giovanni Bianchi, Alberto Cibin, Alessandro Faccioli, Stefano Franzo, Cristina Grazioli, Mariana Méndez Gallardo, Alberto Munari, Silvana Sperati, Federica Stevanin, Giuseppe Virelli.
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Bruno Munari: aria - terra sede: Palazzo Pretorio (Cittadella); cura: Guido Bartorelli. L'arte di Bruno Munari (Milano, 1907-1998) appare come un eccezionale complesso di pittura, scultura, sperimentazioni nelle tecniche più varie e innovative; e ancora grafica, design, editoria, fino a giungere a quella dedizione verso i laboratori per bambini in cui va riconosciuto un precoce superamento dell'opera d'arte chiusa a favore della fluente processualità del fare.
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Fai e Comune di Varese insieme per promuovere la cultura varesina
Fai e Comune di Varese insieme per promuovere la cultura varesina FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano e Comune di Varese siglano un importante e strategico accordo per promuovere lo sviluppo del sistema culturale e turistico del territorio: è questo il contenuto del protocollo di intesa triennale firmato a fine 2023 che intende contribuire al rilancio culturale della città attraverso la programmazione sinergica di iniziative ed eventi. La collaborazione tra soggetti pubblici e privati si configura infatti tra i fattori fondamentali delle linee programmatiche dell’Amministrazione cittadina per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, artistico varesini. Così dichiara a questo proposito Marco Di Luccio, Direttore dei Beni del FAI: “Siamo molto felici di questo accordo, che rinnova e fortifica una fruttuosa collaborazione già in essere tra il FAI e il Comune di Varese. La missione del FAI è rendere i propri Beni fulcri di sistemi territoriali, in grado di generare uno scambio virtuoso con i territori e le comunità. Questo protocollo rappresenta un ulteriore concreto passo in questa direzione”. Gli fa eco Emanuela Gussoni, responsabile gestione operativa di Villa Panza: “Questo accordo intercetta e sottolinea l’importanza di rinnovare il dialogo e intensificare la connessione tra Villa Panza e la città di Varese. L’idea è di creare sempre più occasioni di incontro e scambio con le varesine e i varesini. Partiremo sicuramente dalla valorizzazione del nostro meraviglioso giardino che deve rappresentare una risorsa per tutte e tutti”. “Villa Panza è un patrimonio riconosciuto a livello internazionale – prosegue il Sindaco di Varese Davide Galimberti – ogni anno infatti migliaia di turisti arrivano a Varese per visitare questo splendido bene gestito dal FAI. Per questo integrare la nostra sinergia con questo ulteriore accordo è un passo importante in ottica di sviluppo culturale della città e dimostra l'ottima collaborazione che da sempre esiste tra FAI e Comune. Condividere buone pratiche e competenze può davvero far crescere ulteriormente quel sistema culturale e turistico già molto vivo a Varese, aumentando l’offerta e sviluppando nuovi progetti per la città”. E conclude Enzo R. Laforgia, Assessore alla Cultura del Comune di Varese: “Il presente atto rappresenta un passaggio importante, che formalizza un rapporto di collaborazione avviato da tempo. L’offerta culturale cittadina, sempre più ricca e qualificata, viene ad essere incardinata così in un vero e proprio sistema museale, destinato, nel corso dei prossimi anni, ad integrare nuovi luoghi di produzione e di fruizione culturale”. L’accordo mira a rafforzare una collaborazione di lunga data esistente tra FAI e Comune di Varese, che si articola nella condivisione di buone pratiche e competenze, con tavoli di lavoro periodici atti a identificare sinergie e sviluppare progetti che sappiano coinvolgere anche altre istituzioni e musei del sistema civico varesino; nella diffusione e promozione delle iniziative culturali di entrambe le parti sui propri canali di comunicazione; nella condivisione di professionalità - a titolo gratuito da parte del FAI - al fine di supportare lo sviluppo di eventuali eventi, festival e iniziative culturali, di formazione, orientamento vicine e coerenti con i valori della Fondazione; nella creazione di nuove tariffe agevolate destinate alla cittadinanza per la fruizione di Villa Panza e in particolare del suo magnifico giardino all’italiana. Villa e Collezione Panza, Bene donato al FAI da Giuseppe Panza di Biumo nel 1996 e aperto al pubblico dal 2000, è una villa settecentesca che ospita una celebre collezione d’arte contemporanea, importanti mostre temporanee di artisti nazionali e internazionali e una fitta programmazione di eventi, tra cui concerti, conferenze, laboratori per le scuole, attività per le famiglie. Sempre in città, il FAI gestisce la Torre di Velate: edificata nell’XI secolo come presidio militare, si erge a testimonianza di un sito archeologico, e rappresenta un landmark cittadino dall’importante valore simbolico. I Beni FAI che si collocano invece nel territorio provinciale e che saranno parzialmente interessati dalle attività del protocollo sono: Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, Casa Macchi a Morazzone e il Monastero di Torba a Gornate Olona. Verrà inoltre avviato un confronto, con il coinvolgimento della Camera di Commercio di Varese, per la riqualificazione di Biumo Superiore, la Castellanza arroccata in cima al colle di Biumo che domina la città e ospita importanti dimore tra cui Villa Panza e le Ville Ponti. Obiettivo saranno la valorizzazione del Colle con la progettazione di nuovi percorsi di viabilità e con un focus sul decoro di Piazza Litta, su cui affacciano le Ville.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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