#CAMPO DI CONCENTRAMENTO
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L'oppressione dei sorbi durante l'era nazista: una distruzione sistematica dell'identità culturale
Di Riley Lewis Durante l’era nazionalsocialista, i Sorbi, una minoranza slava occidentale in Lusazia, furono sistematicamente privati dei loro diritti, oppressi e derubati della loro identità culturale. Bautzen, centro culturale dei Sorbi, fu particolarmente colpita, perdendo quasi ogni forma di autodeterminazione soraba sotto la morsa repressiva del regime nazista. Ma la persecuzione si estese…
#ASSIMILAZIONE CULTURALE#BAUTZEN#CAMPO DI CONCENTRAMENTO#DIRITTI DELLE MINORANZE#DISTRUZIONE CULTURALE#DIVIETO DI LINGUA#DOMOWINA#MARGINALIZZAZIONE ECONOMICA#MINORANZA SLAVA OCCIDENTALE#NAZIONALSOCIALISMO#OPERA DELLA MEMORIA#OPPRESSIONE CULTURALE#PADRE ALOIS ANDRITZKI#REPRESSIONE NAZISTI#SORBI
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Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso.
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Adolf Hitler prediligeva la Polonia per fare i suoi campi di concentramento, noi in Italia preferiamo l'Albania.
Un plauso a Riccardo Magi di +Europa che, la sciatosi alle spalle il Rolex, la Ferrari, l'attico a Manhattan e la sua radicalscicchità, è andato a constatare e a contestare di persona l'opera della Meloni definendola un costoso spot elettorale a spese dei contribuenti, visto che è stato inaugurato il nulla.
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Germania, crimini nazisti: ex segretaria di un campo di concentramento condannata a 2 anni
E' uno degli ultimi processi dell'epoca nazista: la donna ha 97 anni, era la segretaria del campo di Stutthof (Polonia), ha assistito al processo in sedia a rotelle, godr`à della condizionale
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"Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso".
Etty Hillesum
“Lettere e scritti dal campo di concentramento” 1942-1943
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«Credo che il senso della vita
sia nell'amore,
nell'amore per gli altri,
nell'amore per la natura,
nell'amore per la bellezza,
nell'amore per la verità.
Credo che l'amore
sia la forza più grande che ci sia,
la forza che ci fa andare avanti,
che ci fa sperare,
che ci fa credere
che la vita ha un senso.»
(Etty Hillesum - “Lettere e scritti dal campo di concentramento” 1942-1943)
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Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici. (Aldous Huxley)
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Malva Marina Reyes Hagenaar, la figlia abbandonata di Neruda
Il poeta cileno, Pablo Neruda,ha avuto un'unica figlia dalla prima moglie, María Antonia Hagenaar Vogelzang di origine ebraica che lui aveva ribattezzato ''Maruca''. La bambina nata a Madrid, al principio era stata accolta con gioia dal poeta..fino a quando non seppe che la bimba era affetta da idrocefalia, allora non ci pensera' due volte ad abbandonare mamma e figlia-
Tornera' in Cile a scrivere le sue poesie e a vivere nuove storie d'amore. La moglie che gli neghera' il divorzio provera' a chiedergli aiuto per la figlia che non puo' ne' parlare ne' camminare ma non ricevera' piu' nulla.
La moglie con l'aiuto di un amico andra' a vivere nella capitale olandese essendo lei di origine olandese.
Le difficoltà si susseguono. Maruca vive in pensioni , il denaro si esaurisce e sua figlia, con il cervello sempre più pieno di liquido, richiede molta più attenzione. Attraverso organizzazioni religiose come Christian Science, Maruca riesce a trovare una famiglia di olandesi residenti a Gouda. Hendrik Julsing e Gerdina Sierks che si accordano per prendersi cura della bambina mentre sua madre cerca lavoro a L'Aia, a meno di un'ora di auto. È trattata come una di famiglia fino alla sua morte, ad otto anni, il 2 marzo 1943. Assumono persino una babysitter, Nelly Leijis, per dedicarsi esclusivamente alla bimba.
Maruca, nel frattempo, non rifiuta nessun lavoro. Si offre di pulire i pavimenti, prendersi cura dei malati, qualunque cosa serva per aiutare la figlia indifesa.
Non ha piu' i genitori e sua figlia cammina verso una fine drammatica. Attraverso la mediazione trova finalmente lavoro, anche se non ben pagato, presso l'ambasciata spagnola a L'Aia. È sotto il comando di José María Semprún, padre dello scrittore Jorge Semprún, poi espulso nel 1964 dal Partito Comunista di Spagna (PCE), che Pablo Neruda ammirava così tanto. Ciò che questa donna deve ancora soffrire non lo immagina.
Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, María Antonia fu arrestata dai nazisti - non per essere ebrea, ma per avere un passaporto cileno - e internata nello stesso campo di concentramento dove si trovava Anna Frank. Da Westerbork, progettato per ospitare 107.000 prigionieri, di cui circa 60.000 morti, per lo più ebrei e zingari ai crematori e alle camere a gas di Auschwitz e Treblinka, in Polonia. Maruca vi trascorre un mese tra filo spinato, soldati delle SS e cani addestrati a uccidere. Ma questa volta la fortuna non le avrebbe voltato le spalle. Quando il campo fu rilasciato (15 aprile 1945) dalle truppe canadesi, trovarono vivi solo 876 prigionieri. E tra questi, la moglie abbandonata di Neruda. Nove giorni prima dell'apertura delle porte dell'inferno, Anna Frank, la sua vicina di campo, morì lì.
Non è rimasto nulla di Maria Antonia Hagenaar. Non una lapide che indica la fine del suo percorso . Tre anni dopo il suo rilascio, si reca in Cile per cessare il doloroso capitolo nerudiano. Nel novembre del 1948 firmò il divorzio e un accordo finanziario. Gli ci voleva ancora per tornare in Olanda. Dicono che sia diventata dipendente dall'oppio. Fino a che un cancro la uccise, nel 1965, a L'Aia,ha chiesto di essere seppellita non lontano dalla tomba dove sono i resti della sua amata Malva Marina, che non smise di visitare fino alla fine dei suoi giorni.
L'esistenza di queste due creature e' stata ignorata fino ad ora e sfido a trovarne traccia nella patria di Neruda, il poeta che canto' l'amore come pochi...ma come tanti non seppe amare mai.
Incredibile come nella storia dei comunisti non si trovi un solo essere degno di essere chiamato umano!
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"Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi
e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime;
una sorta di campo di concentramento indolore.
per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici".
Aldous Huxley
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In un discorso tenuto nel 1961 alla California Medical School di San Francisco
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TESTIMONI
Salvi per caso
LILIANA SEGRE, La memoria rende liberi
Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: "Come è potuto accadere tutto questo?", rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all'ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell'atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio.
PRIMO LEVI, Se questo è un uomo
Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, all'alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare.
HANNAH ARENDT, La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme
Adolf Eichmann andò alla forca con gran dignità. Aveva chiesto una bottiglia di vino rosso e ne aveva bevuto metà. […] Era completamente padrone di sé, anzi qualcosa di più: era completamente se stesso. Nulla lo dimostra meglio della grottesca insulsaggine delle sue ultime parole. […] Era come se in quegli ultimi minuti egli ricapitolasse la lezione che quel suo lungo viaggio nella malvagità umana ci aveva insegnato – la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male.
Il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni giuridiche e dei nostri canoni etici, questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, poiché implica – come già fu detto e ripetuto a Norimberga dagli imputati e dai loro patroni – che questo nuovo tipo di criminale, realmente hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male.
ELIE WIESEL, La notte
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i mei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Ormai non mi interessavo ad altro che alla mia scodella quotidiana di zuppa, al mio pezzo di pane raffermo. Il pane, la zuppa: tutta la mia vita. Ero un corpo. Forse ancora meno: uno stomaco affamato. Soltanto lo stomaco sentiva il tempo passare.
ETTY HILLESUM, Diario 1941-1943
Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite.
BRUNO BETTELHEIM, Sopravvivere
La nostra esperienza nei campi di concentramento non ci ha insegnato che la vita non ha senso, che il mondo dei vivi è un grande bordello, che bisognerebbe vivere secondo le primordiali esigenze del corpo, ignorando le creazioni della cultura. La nostra esperienza ci ha insegnato che per disgraziato che sia il mondo in cui viviamo, la differenza che esiste tra di esso e il mondo dei campi di concentramento è grande come quella tra la notte e il giorno, tra l'inferno e il paradiso, tra la morte e la vita.
PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati
Definirlo "nevrosi" [quello stato di perenne disagio del prigioniero] è riduttivo e ridicolo. Forse sarebbe più giusto riconoscervi un'angoscia atavica, quella di cui si sente l'eco nel secondo versetto della Genesi: l'angoscia inscritta in ognuno del "tòhu vavòhu", dell'universo deserto e vuoto, schiacciato sotto lo spirito di Dio, ma da cui lo spirito dell'uomo è assente: non ancora nato o già spento".
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Le religioni sono pericolose: la libertà religiosa permette di crescere migliaia e migliaia di persone scoppiate, pronte a fare guerra a qualsiasi persona, affinché il proprio stile di vita diventi il più diffuso; per comprendere questo, basta osservare il comportamento dei cattolici italiani: sono talmente molesti nei confronti degli altri, che la prima cosa, spontanea, da pensare è: "Sarebbe opportuno un campo di concentramento per gasarli tutti - e fine della storia".
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Marco Borri e Davide Petronici
AUSILIARIE DIETRO IL FILO SPINATO
Scandicci e la storia dimenticata del suo campo di prigionia
Sul finire del secondo conflitto mondiale, in un’Italia martoriata dalla “guerra civile” e pronta ad essere riconfigurata in una nuova ottica “coloniale”, gli Alleati crearono diversi “campi di concentramento” allo scopo di rinchiudervi i prigionieri di guerra. Tra questi, vi fu il P.W.E 334 – edificato nel comune di Scandicci e preso in custodia dagli americani – la cui particolarità fu quella di diventare il carcere delle volontarie del “Servizio Ausiliario Femminile”.
Questo libro – unico nel suo genere – racconta una vicenda ancora sconosciuta, raccogliendo le testimonianze e i ricordi delle tante donne che – in quei mesi terribili – furono recluse dietro il filo spinato. Le delusioni, i sogni, le idee e le speranze di queste ragazze – dimenticate da una storiografia faziosa, che ha sempre omesso i crimini ad esse inflitti per mano dei cosiddetti “liberatori” – ritrovano una forma compiuta e una narrazione coerente, colmando un vuoto inquietante e colpevole.
Una fotografia reale e nitida, che fa luce su una pagina di storia importante e senza eguali, dove il protagonismo femminile si unisce alla difesa della Patria e la fedeltà alla parola data viene onorata fino alle estreme conseguenze.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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GIORNATA DELLA MEMORIA 2023:
• “Vanno sfamati col piombo, serve Bava Beccaris”
(Giuliano Cazzola, politico)
• “Gli bucherei 10 volte la vena fingendo di non prenderla”
( un’infermiera dipendente della Asl Toscana nord ovest)
•”I rider devono sputare nel loro cibo”
(David Parenzo, giornalista)
•”Mi divertirei a vederli morire come mosche”
(Andrea Scanzi, giornalista)
•”Vorrei che il virus gli mangi gli organi e li riduca in poltiglia verde”
(Selvaggia Lucarelli, influencer)
•”Vanno perseguiti come si fa con i mafiosi”
(Matteo Bassetti, infettivologo)
•”La soluzione è una sola: campo di concentramento. Fosse per me costruirei anche due camere a gas”
(Marianna Rubino, cardiologo)
•”I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori”
(Sebastiano Messina, giornalista)
•”Se riempiranno le terapie intensive, mi impegnerò per staccare la spina”
(Carlotta Saporetti, infermiera)
•”Vagoni separati per i non vaccinati”
(Mauro Felicori, assessore alla cultura)
•”Campi di sterminio per chi non si vaccina”
(Giuseppe Gigantino, dottore)
•”I novax sono i nostri talebani”
(Giovanni Toti, presidente regione Liguria)
•”Verranno messi ai domiciliari, chiusi in casa come sorci”
(Roberto Burioni, virologo)
•”Il loro invito a non vaccinarsi è un invito a morire”
(Mario Draghi, presidente del consiglio)
•”Li intubo senza anestesia e poi gli chiedo come stanno”
(Sara Dalla Torre, infermiera)
•”Creano terrorismo e terrore, vanno arrestati”
(Paolo Guzzanti, giornalista)
• "Spazzare via i novax. Un dovere"
(Maurizio Gasparri, parlamentare italiano)
#IoNonDimentico
#C15O
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Flying, disegno di una bambina 12enne deportata nel campo di concentramento di Teresin.
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Boh io non c'ho capito niente di sto film
Non che abbia molte interpretazioni: È una famiglia di nazisti molto importante che abita di fronte al campo di concentramento di Auschwitz e vive la propria vita in maniera tranquilla e normale nonostante l'incessante rumore delle fornaci e dei lamenti dei prigionieri.
Un film sulla normalizzazione dell'anormalità.
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In pochi giorni abbiamo la presidente del consiglio che, prima di portare la figlia a mangiare la pizza, fa un salto all’ONU per esporre bizzarre teorie di sapore nazionalsocialista su cosa sia una nazione e un ministro che spiega che siccome i migranti hanno delle scarpe probabilmente hanno anche 5000 euro che dovrebbero farci cortesemente avere se non vogliono essere chiusi in un campo dì concentramento*.
Insomma, luci e ombre di questo primo anno di governo, come titola repubblica.
* campo di concentramento ≠ campo di sterminio
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