#Bisogno di ammirazione
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Narcisismo: Significato e Analisi del Disturbo
Il narcisismo è un termine che evoca immagini di persone ossessionate da se stesse, ma la sua definizione va ben oltre questa percezione superficiale. In questa analisi approfondita, esploreremo il significato del narcisismo come disturbo psicologico complesso.
Il narcisismo trae il suo nome dal mito di Narciso, il giovane che si innamorò del proprio riflesso nell'acqua. Nella psicologia moderna, il narcisismo è un disturbo narcisistico di personalità caratterizzato da una forte preoccupazione per l'immagine di sé, un'eccessiva ricerca di ammirazione e una mancanza di empatia verso gli altri.
Il significato del narcisismo va oltre la semplice vanità. Le persone con tratti narcisistici possono mostrare una fiducia eccessiva in se stesse, un senso di grandezza e una costante ricerca di conferma esterna. Sono spesso affascinate dall'immagine idealizzata di sé stesse e possono avere difficoltà a riconoscere e soddisfare le esigenze degli altri.
Un aspetto chiave dell'analisi del narcisismo è comprendere le sue radici. Le cause possono essere multifattoriali, con una combinazione di influenze genetiche, esperienze di vita e dinamiche familiari disfunzionali. Ad esempio, un ambiente in cui la gratificazione eccessiva o l'assenza di limiti ha prevalso potrebbe aver contribuito allo sviluppo di tratti narcisistici.
Gli effetti del narcisismo si estendono oltre il singolo individuo. Le relazioni interpersonali con una persona narcisistica possono essere complesse e cariche di conflitti. Il narcisista può essere egocentrico, manipolativo e mostrare una mancanza di empatia. Questi comportamenti possono causare tensioni e un senso di disconnessione nelle relazioni.
Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com. Qui troverai risorse, informazioni e supporto per comprendere meglio questo disturbo e scoprire strategie per gestirlo in modo efficace.
In conclusione, l'analisi approfondita del significato del narcisismo rivela un disturbo complesso che va oltre la semplice vanità.
Comprendere le cause, gli effetti e i modi per affrontare il narcisismo è essenziale per promuovere la crescita personale e migliorare le relazioni interpersonali. Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com.
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Prestate attenzione a chi scegliete di frequentare e con chi decidete di condividere la vostra vita, poiché la prigione più opprimente può essere una casa priva di pace. Il partner che scegliete influenzerà enormemente la vostra felicità, il vostro benessere e la direzione della vostra vita. È vitale scegliere qualcuno che porti serenità e non stress.
Questo è particolarmente importante quando si tratta di narcisisti, spesso noti come "vampiri energetici". Inizialmente, questi individui possono apparire incantevoli e perfetti, usando una tecnica chiamata "love bombing", che consiste nel sommergervi di affetto e attenzioni. Questa strategia può farvi sentire speciali, ma è solo un mezzo per guadagnare rapidamente la vostra fiducia.
Una volta che il narcisista ha ottenuto il vostro affetto, il suo comportamento inizia a cambiare. Subdolamente, comincerà a criticarvi e a manipolarvi, mantenendo comunque un'apparenza di fascino. Questo cambiamento graduale può essere disorientante, facendovi mettere in dubbio le vostre percezioni e sentimenti. I narcisisti sono maestri del "gaslighting", una tecnica manipolativa che vi fa dubitare della vostra realtà e vi rende sempre più dipendenti dalla loro approvazione.
Le relazioni con i narcisisti sono caratterizzate da alti e bassi estremi. Alternano momenti di affetto e validazione con periodi di freddezza e critiche. Questa dinamica vi mantiene costantemente fuori equilibrio, concentrati sul riconquistare la loro approvazione, e può erodere significativamente la vostra autostima col passare del tempo.
Vivere con un narcisista spesso significa convivere con tensioni e conflitti costanti. Questi individui prosperano sul controllo e sul dominio, ignorando i vostri bisogni e sentimenti. La loro mancanza di empatia porta a una scarsa connessione autentica e rispetto reciproco. Questo ambiente può essere emotivamente drenante, minando la vostra pace e felicità.
È cruciale identificare i segni di comportamento narcisistico all'inizio di una relazione per proteggere il vostro benessere. Fate attenzione a segnali come un eccessivo egocentrismo, la mancanza di empatia, il bisogno costante di ammirazione e la tendenza a manipolare e controllare. Fidatevi del vostro istinto e date priorità alla vostra serenità e felicità. Stabilire e mantenere confini sani è essenziale quando si ha a che fare con potenziali narcisisti.
In sintesi, fate attenzione a chi scegliete di frequentare e sposare, perché una casa senza pace è la prigione più grande del mondo. I narcisisti, o vampiri energetici, sono abili nel manipolare le persone per i loro fini. Capendo le loro tattiche e rimanendo vigili, potete proteggervi da relazioni che prosciugano la vostra energia e minano la vostra serenità. La vostra casa dovrebbe essere un rifugio di amore, rispetto e tranquillità, non un campo di battaglia per il dominio. Scegliete con saggezza e mettete la vostra pace al primo posto. 🙏💕
Essere Indaco 💙pagina fb
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I dolori del giovane (ahahah) YOMER
Esco dalla pizzeria con un cartone contenente una pizza bucata. A casa lo apro e guardo. In realtà è metà pizza, neanche una intera, ci sta me l'abbiano regalata. Un po' per pena un po' perché ho portato un mio libro dicendo "facciamo che mi paghi la prossima volta dai, che adesso c'è troppa gente". Ho ottenuto metà cena grazie a un libro. Ora devo calcolare tutta la mia vita così, finché non esaurirò le copie. Vorrei tu fossi a casa mia per togliere la mozzarella di bufala (ho fatto bingo cazzo è una margherita con bufala questa sta almeno a 17€ qua a Vienna quasi 2€ in più del mio libro! che guadagno!) (ah no, non tantissimo siccome è metà pizza, vabbè) dicevo, toglierei la mozzarella perché tu non la mangi e ti direi che questo è come verrà pagato il mio lavoro d'ora in avanti. Secondo me il baratto deve tornare a comandare ogni trattativa sul pianeta. Mi sono stancato dei soldi, così come sono stanco del sesso (non è ironico il fatto che ci stanchiamo più facilmente proprio di quello che non abbiamo?) (bugia).
Sto girando porta a porta, persona a persona, a cercare di vendere le copie del mio libro. Per cosa poi? Per raggiungere una ristampa? O forse solo perché non ho nulla da fare e quando le persone scoprono che hai scritto un libro ti guardano con quello sguardo un po' di ammirazione e un altro po' (un altro bel po') di domande tipo "Tu? Tu, hai scritto un libro? Tu, con quella faccia e quegli occhi, hai qualcosa da dire?". Non hai idea di quante cose ho da dire. La mia testa è un via vai continuo di storie e idee e desiderio di silenzio. Ora come non mai odio dover parlare, spiegare la storia, spiegare perché devi acquistare il mio libro oppure darmi una mezza margherita di bufala in cambio. Ho bisogno di silenzio per riprendermi dalle fatiche del sorridere e parlare davanti a un pubblico. Adoro parlare di quello che ho scritto ma vorrei che i personaggi che ho inventato parlassero da soli. È brutto quando chiedo di abbassare la voce, o di lasciarmi stare per un po', ma per me è tutto troppo.
Quando sali in alto e raggiungi quello che sognavi di raggiungere c'è chi si adagia sugli allori e si gira e rigira tra le fronde degli arbusti da laurea mentre io so, che se mi viene dato quello che voglio, è perché mi aspetta dietro l'angolo il conto. Che sarà salatissimo. Hai ottenuto quello che desideravi? Beccati sta fattura, paghi contanti o pezzi della tua salute?
Gli occhi sono tornati a peggiorare. Lo stanno facendo da un po' ma io ho volutamente ignorato tutti i segnali e sono tornato a calare chili di farmaci che comprometteranno la mia situazione. Neanche questa terapia funziona. Eppure ci avevo creduto tanto. Come ogni volta, ma questo giro un po' di più. Con che coraggio, in queste condizioni, potrei permettere a qualcuno di amarmi? Mi sento come una mela in esposizione da un fruttivendolo che ha deciso appositamente che lato del frutto mostrare ai possibili acquirenti e non concede di fare un giro attorno o di toccarla, perché altrimenti ci si accorgerebbe della quantità di vermi che la stanno divorando, delle muffe, parti molli, chiazze marroni e crateri necrotizzati. Non sto bene e so di meritarmelo, perché sono felice.
È una stupida regola che non ho inventato io eh, per carità, sicuramente l'ha fatto qualcun altro. Ma nella mia testa regna questo calcolo: se 1 cosa va bene 7 andranno storto. Le sto contando, secondo me arrivo alla dozzina ma solo perché mi piace piangermi addosso.
Qualcuno ha già finito di leggere il mio libro e stanno arrivando i primi insulti, al momento solo carini. Ora si tratta di superare la soglia delle persone che mi vogliono bene e subentrare nella zona delle persone a cui non frega un cazzo di chi sono e che vogliono solo leggere una storia sperando sia decente.
Invitami a pranzo, ti darò in cambio un libro. Fammi una torta, riceverai un libro. Passiamo un pomeriggio assieme a insultare quelli a cui piacciono le castagne, non solo ricevi un libro ma anche una medaglia al valore.
La libreria durante la presentazione era piena, vorrei fosse sempre così. Esaurire le copie, rispondere a domande sensate. Vorrei iniziare a parlare verso le 17:30 e alle 21 essere già a letto. Vorrei che il letto mi venisse offerto in cambio di un libro. Però, come con la pizza, sicuro sarebbe mezzo letto. O un letto con un buco al centro ma dato che tu sei minuscola spazio ne abbiamo a sufficienza. Vorrei non far stare sempre male chi mi circonda. Vorrei non avere l'arroganza di quegli scrittori che non fanno altro che ricordare a tutti di aver scritto un libro. Vorrei non farti piangere mai e non essere l'idiota egocentrico che sono.
Il mese prossimo faccio quarantanni. Manca pochissimo. Sarò ufficialmente uno di quei vecchi che non ne vuole sapere di accettare l'età che ha. Un po' di tempo fa almeno potevo dire di non dimostrarli ma se mi vedeste sta sera, come sono messo, circondato da coperte, con sempre meno followers tra i capelli, un occhio gonfio, il gatto che mi snobba, la mezza pizza che mi guarda dal cartone, quel buco nella pizza che rappresenta perfettamente il vuoto che sto provando ora che ho raggiunto un traguardo. Non è pessimisimo, è l'aver scalato una vetta e ora cercare un nuovo obbiettivo. Fare meno schifo, ecco quello è un grande obbiettivo che vorrei raggiungere un giorno ma non so, penso sia più facile scrivere altri dodici libri invece di questo. Sto invecchiando e sono tornato a collezionare carte Pokémon, lo faccio senza vergogna. Apro i pacchetti e annuso le carte e poi mi incazzo se non trovo una full art olografica. Tengo le carte vicino al libro così quando uno pensa io sia davvero intelligente poi posso aggiungere "E non solo, guarda come brilla il mio Gyarados!".
Dico sempre che Vienna mi serve per bilanciare l'Italia. Il tanto agognato silenzio dopo il maremoto di parole che subisco quando varco il confine. Questo bisogno sta cambiando, ho imparato che si può stare bene, in silenzio, anche non proprio obbligatoriamente da soli. In questo mi ha aiutato molto Ernesto, il mio gatto, non ci fosse stato lui ad addomesticarmi alla presenza di un altro essere vivente, forse non sarei stato in grado di aprirmi e accettare, ad esempio, l'esistenza di un altro essere umano. Anche se poi devo rovinare tutto, ma quella è la mia natura. Come la natura di Ernesto è ignorarmi, anche se in cambio gli offro un libro. Con lui non funziona, o un pochino sì dai, ha fatto mezze fusa e il solito vomitino serale ha un piccolo buco al centro.
Una copia alla volta, farò leggere il mio libro. Dovesse costarmi la salute fisica e mentale o una cena quotidiana a base di mezzi pasti donati, ci riuscirò.
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Non sono io a fare paura.
C’è chi scrive che sono banale, tremendo, che faccio paura, che sono sociopatico. Quante grasse e genuine risate. Partiamo dall’inizio? Va bene, dai. Certe mie asserzioni sono dichiaratamente banali. Ma lo sono per me, e per chi mi rivolge tale critica. È un bene, significa che qualcuno ha compreso quel che ho compreso io. Ma purtroppo (purtroppo!) non sono banali in senso assoluto, giacché a quanto risulta vanno ribadite di tanto in tanto, dal sottoscritto o da chi per lui là fuori. Amerei, paradossalmente, attorno a me persone che mi considerino banale. Per il sol fatto che significherebbe che ciò che dico (e scrivo) è considerato assodato. Sarebbe una fortuna, per quanto mi riguarda. Tremendo lo divento, a volte, se mi metto qualcosa in testa. So avere una grande determinazione, che non di rado mi porta al successo. Quando forzo la mano, ottengo quasi sempre ciò che voglio. Quindi certo, in questo senso sono tremendo. Ché ho tante sfaccettature, peculiarità, e so esercitarle abbastanza bene anche in combinazione, per stordire, per plasmare. Si può sempre migliorare, logicamente, ma non mi lamento. Mi limito a osservare e ascoltare, il resto viene naturalmente di conseguenza. Sociopatico? Qui purtroppo debbo dissentire. Chi mi conosce bene, nella vita di tutti i giorni e non certo su Tumblr, sa quanto sono empatico, e il rispetto di base che nutro per il prossimo. Mi raffronto quotidianamente con persone che nutrono una grande stima e ammirazione per me, e nonostante ciò mantengo sempre una spiccata umiltà, come è giusto che sia. Sono un perfetto signor nessuno, e amo questa mia riservatezza. Non ho bisogno di ergermi o di salire su un piedistallo, affatto. Né di distruggere tutto ciò che incontro. Non è nella mia indole. E sul fare paura, be’: l’ultima volta che me l’hanno scritto era riferito al mio pene, considerato troppo grosso. E sì, mi fa ridere a ripensarci, però credo di aver sottolineato l’infondatezza di tale accusa. E mi sento di rincuorare le ragazze che stanno leggendo il post: non ritengo che sia davvero troppo grosso. Mi viene detto che è enorme, ma non penso che potrebbe dispiacere. Sapete, credo che purtroppo tale timore derivi da una visione pornografica dal sesso, che comprendo. Ma con la mia compagna, ovviamente, prenderei tutte le accortezze del caso. Non sfonderei un apparato riproduttivo a patto che non mi venga esplicitamente richiesto. Ragazze, non sottovalutate la mia dolcezza e tenerezza, che dai miei testi spesso non viene fuori lasciando spazio solo alla veemenza. Avere un bazooka in mezzo alle gambe non mi preclude, quando si ritiene necessario, di essere estremamente gentile e delicato. Esistono molteplici modi in cui poter stare bene senza necessariamente pensare alla penetrazione nuda e cruda. Poi ovvio: se la mia donna volesse strozzarsi col mio pisellone, sarebbe brutto non assecondarla. Così come sarebbe un peccato non godersi la scena, accarezzandole la guancia sinistra con amore, con altrettanta dedizione.
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Indragop mostrava qualcosa che sembrava, anzi era, ammirazione. Lo scienziato non si raccapezzava e cominciava a sentirsi agitato; si è imposto di star calmo e ha sollevato un dilemma concreto: come si fa se, dopo tanti anni di lavoro, lei ha bisogno di una casa un po’ migliore, o di una stanza da solo? Ne parla al suo principale, vi mettete d’accordo? Indragop ha assunto un’espressione di allarme, e adesso cercava gli occhi dello scienziato nello specchietto anziché badare alla strada dove procedevano a centoquaranta all'ora. Mai! ha dichiarato: non l’avrebbe mai fatto, si poteva credergli. Lui non era un troublemaker, cosí ha detto, non era un creatore di guai. Lui faceva il suo mestiere: ottobre, novembre (e ha continuato con gli altri otto mesi) e poi tornava a casa a vedere la famiglia, agosto e settembre, ed era contento cosí; e valeva anche per suo fratello, suo cugino, e un altro fratello che lavorava a Dubai. Lo scienziato non doveva preoccuparsi, lui non era quel tipo di persona. "
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 48-49.
#Guido Barbujani#leggere#letture#Soggetti smarriti#incontri#letteratura contemporanea#libri#raccolta di racconti#proletari#discriminazione#proletariato#narrativa#terzo mondo#immigrazione#immigrati#EAU#Emirati Arabi Uniti#lotta di classe#schiavitù#spaesamento#identità#esseri umani#umanità#sfruttamento#Dubai#condizione umana#egalitarismo#povertà#miseria#uguaglianza
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Mi esibisco nella metro
Era una giornata come tante altre nella metropolitana di una città che non dorme mai. I vagoni erano gremiti di persone, un miscuglio di vite e storie che si sfioravano senza toccarsi veramente. Io ero lì, in mezzo a quella folla, con un segreto che pulsava tra le gambe.
Mi ero svegliata con un desiderio ardente, un fuoco che avevo deciso di non spegnere. Avevo scelto di indossare una gonna leggera, senza biancheria intima, sentendo il tessuto sfiorarmi la pelle come una carezza clandestina. Ogni passo era un promemoria del gioco pericoloso che avevo in mente.
Appoggiata al muro del vagone, apparentemente intenta a leggere le notizie sul mio telefono, iniziai a muovere impercettibilmente il piede, accavallando le gambe in modo da far scivolare l'interno coscia contro la mia vulva già sensibile. Il contatto era lieve, ma sufficiente a farmi sentire bagnata e gonfia di desiderio.
La mia mano scivolò lentamente lungo la coscia, fingendo di sistemare la gonna, ma in realtà cercando il calore umido del mio sesso. Le dita si infilarono tra le pieghe della mia fica leggermente pelosa, trovando il clitoride già teso e pulsante. Un brivido mi percorse la schiena e fui certa che nessuno potesse notare il leggero tremore delle mie labbra.
Con movimenti circolari, iniziai a stuzzicare il mio clitoride, aumentando lentamente la pressione. La mia vagina si contraeva, anelando alla penetrazione che avrei voluto, ma sapevo che quello non era il luogo né il momento per un cazzo vero. Dovevo accontentarmi delle mie dita, che si muovevano con una maestria che solo l'autoesplorazione può insegnare.
Mentre mi abbandonavo a quel piacere clandestino, i miei occhi si posarono su un uomo seduto di fronte a me. I suoi occhi erano fissi sul suo giornale, ma ogni tanto si sollevavano appena, come se cercassero qualcosa. Feci in modo che la mia gonna si sollevasse leggermente, rivelando per un attimo la mia figa. Il suo sguardo si fermò, e un sorriso si disegnò sulle sue labbra. Sapevo che avrebbe potuto immaginare cosa stesse accadendo sotto quel tessuto che si muoveva al ritmo dei miei movimenti.
La mia eccitazione cresceva, alimentata dall'idea di essere osservata. Inserii una, poi due dita nella mia vagina, sentendo le pareti calde e accoglienti stringersi intorno a loro. Pompavo lentamente, mentre con il pollice continuavo a massaggiare il mio clitoride. Il piacere si accumulava, una tensione dolce e incessante che mi spingeva verso l'abisso.
La mia respirazione divenne più affannosa, e dovetti fare attenzione a non tradire il mio stato di estasi imminente. Mi morsi il labbro, trattenendo un gemito mentre la mia mano libera si stringeva intorno alla ringhiera, fingendo di cercare equilibrio. La verità era che stavo perdendo il controllo, e ogni fibra del mio essere era tesa verso il culmine.
E poi successe. Un'esplosione di piacere mi travolse, partendo dal mio ventre e irradiandosi in onde continue che mi facevano tremare. La mia vagina si contrasse intorno alle dita, mentre la mia mano si bagnava del mio stesso piacere. Un calore intenso mi avvolse, e per un attimo il mondo intorno a me svanì, sostituito da una nebbia di pura estasi.
Quando riaprii gli occhi, l'uomo era ancora lì, e i suoi occhi incontrarono i miei. Capimmo entrambi senza bisogno di parole. Aveva assistito allo spettacolo più intimo che potessi offrire, e il suo sguardo era un misto di ammirazione e desiderio inappagato.
Mi sistemai con calma, riducendo il battito accelerato, e mi preparai a scendere alla mia fermata. Avevo raggiunto il mio obiettivo, avevo trasformato un viaggio ordinario in un'avventura erotica, lasciando dietro di me una scia di desiderio e la conoscenza che, a volte, il piacere più intenso può nascondersi in piena vista.
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"Ehi amico, cosa stai cercando sotto quella locomotiva?"
Lenny ama le grandi locomotive a vapore e così ogni tanto, durante le loro uscite, George lo porta alla ferrovia.
Oggi hanno trovato un anziano dall'aria confusa che sembra aver perso qualcosa.
"Dov'è il cavallo che tira questo arnese?", chiede l'uomo a George.
"Be’, non ha bisogno di cavalli. Vieni, ti faccio vedere come funziona. Lo vedi quello lassù?", dice, "è il forno in cui si brucia il carbone per estrarne energia chimica. Questa qui di fianco, invece, è la caldaia dove il calore fa bollire l'acqua per trasformarla in vapore. La pressione del vapore agisce sul pistone in questa scatola qui, e infine il pistone spinge queste bielle che mettono in movimento le ruote." L'anziano sorride, dà la mano a George e se ne va.
Lenny è rimasto in disparte mentre George illustrava il funzionamento della locomotiva. Ora, con un'espressione di profonda ammirazione, gli si avvicina e dice: "George, è bellissimo il modo in cui hai spiegato tutto a quel tipo.
E anch'io ho capito tutto. La fornace, la caldaia, il pistone.
C'è solo una cosa che non ho capito".
"Quale, Lenny?"
"Be’, mi chiedevo dove fosse il cavallo."
– Il minimo teorico, di Leonard Susskind e George Hrabovsky, pag 87.
(Immagine generata con DALL-E)
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parliamoci chiaramente: non esiste nessun corrispettivo femminile di incel, così come non esiste nessuna donna abbastanza influente da creare un culto misandrico in grado di mettere gli uomini in pericolo. no, le “femministe radicali” non sono “femcel”, sebbene spesso prendano in prestito il linguaggio pietoso utilizzato dagli incel. non rappresentano alcuna minaccia per gli uomini; anzi, al contrario, rappresentano soltanto una minaccia per le persone trans in generale e le donne trans in particolare, a riconferma del fatto che le donne, a differenza degli uomini, non hanno alcuna coscienza di classe. gli uomini sono infinitamente più bravi di noi a guardarsi le spalle e a darsi man forte. questo ovviamente perché la misoginia è sistematica e la misandria no; ma anche perché agli uomini viene insegnato ad odiare le donne, alle donne al massimo viene insegnato a temerli. inoltre le donne tendenzialmente proiettano le loro insicurezze, le loro paure e i loro disagi all’interno; gli uomini li proiettano all’esterno. per gli uomini è così semplice pensare alle donne come a dei subumani, per le donne è difficile anche solo rendersi conto di comportamenti, pensieri e azioni potenzialmente pericolosi. parlare di coscienza di classe sembra ridicolo dal momento in cui sesso e genere sono concetti alquanto fumosi. così come ogni proposta di separatismo è francamente assurda, irrealizzabile e anche impensabile. le donne però hanno bisogno di una presa di coscienza vera e autentica; di guardare le altre donne con sincera ammirazione così come fanno gli uomini con gli altri uomini. è molto doloroso. quindi no, non esistono le femcel e non esiste nessuna andrew tate al femminile. possiamo solo riderci su e fare finta di sì
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Narcisismo: Significato, Caratteristiche e Impatti Psicologici
Il narcisismo è un termine che spesso viene utilizzato nel linguaggio comune per descrivere una persona che è eccessivamente concentrata su se stessa, ma in psicologia ha un significato più specifico. Esaminiamo più da vicino il significato del narcisismo, le sue caratteristiche distintive e gli impatti psicologici che può avere.
Il narcisismo, derivato dal mito di Narciso nella mitologia greca, si riferisce a un disturbo narcisistico di personalità caratterizzato da un eccessivo senso di grandezza, una forte necessità di ammirazione e una mancanza di empatia verso gli altri.
Le persone con tratti narcisistici tendono a esibire un senso esagerato di importanza personale, cercano l'ammirazione costante dagli altri e possono mostrare comportamenti manipolativi.
Le caratteristiche del narcisismo possono manifestarsi in diversi modi. Le persone affette da narcisismo possono avere un'elevata autostima, ma questa autostima è spesso fragile e dipende dall'approvazione esterna. Sono spesso concentrate su se stesse, focalizzate sul proprio successo e hanno difficoltà a riconoscere e soddisfare le esigenze degli altri.
Gli impatti psicologici del narcisismo possono essere significativi, sia per la persona affetta che per le persone che le circondano. Le relazioni interpersonali possono essere compromesse, poiché il narcisista può manipolare gli altri per soddisfare i propri bisogni e può mostrare una mancanza di empatia e di interesse genuino per gli altri. Inoltre, il narcisismo può contribuire a una scarsa autostima e a una sensazione di vuoto interiore per il narcisista stesso.
È importante comprendere che il narcisismo può essere una condizione complessa, ma ci sono approcci di trattamento efficaci disponibili. La terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale, può aiutare a identificare e modificare i modelli di pensiero distorti e i comportamenti disfunzionali associati al narcisismo. Inoltre, la terapia può favorire lo sviluppo dell'empatia, della consapevolezza emotiva e del miglioramento delle relazioni interpersonali.
Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com. Qui troverai risorse, informazioni e supporto per comprendere meglio questa condizione e scoprire strategie per gestirla in modo efficace.
In conclusione, il narcisismo è un disturbo complesso che ha un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte. Comprendere il suo significato, le sue caratteristiche e i suoi impatti psicologici può aiutare ad affrontare questa condizione in modo adeguato. Ricorda che esistono risorse e supporto disponibili per chi vive con il narcisismo patologico. Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com.
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IL NARCISISTA MANIPOLATORE
By Fabio Scapellato -
Avere a che fare con un narcisista manipolatore può essere complicato e rovinare la nostra vita: ecco come riconoscerlo ed evitarlo.
Quando intraprendiamo una relazione sentimentale con qualcuno è perché ci sentiamo irrimediabilmente attratti da quella persona. Solitamente il primo gancio è l’attrazione fisica, ma può capitare che a suscitare il fascino che proviamo sia la personalità del soggetto in questione. Quando qualcuno si mostra sicuro di sé, è dotato di un buon eloquio e parla con convizione delle proprie idee e delle proprie passioni può suscistare ammirazione e catturare l’attenzione di chi gli sta intorno.
Molto spesso le persone più insicure ed emotivamente fragili sono attratte da questo tipo di personalità, poiché rappresentano il contrario di ciò che sono loro ed in un certo senso vedono in questi soggetti carismatici e sicuri di sé un’ancora di salvezza, qualcuno in grado di proteggerli nei momenti di difficoltà. Tuttavia, sicurezza ed empatia non necessariamente vanno a braccetto ed anzi una persona troppo sicura di sé potrebbe nascondere una forma di egocentrismo che sfocia nella patologia.
Per quanto possa essere piacevole passare una serata in compagnia di persone dotate di una forte personalità e vogliose di esprimerla mettendosi sempre al centro dell’attenzione, meno piacevole potrebbe essere instaurare con queste persone una vera e propria relazione. Inoltre, come detto, potrebbero nascondere una forma lieve o acuta di disturbo della personalità narcisistica, il che deve porre l’altro in uno stato d’allerta.
Il narcisista, infatti, è una persona che mette al centro della propria vita se stesso, in una costante esaltazione delle proprie vere o presunte qualità fisiche, estetiche e intellettive. Un atteggiamento che già di per sé è contrario alla possibilità di stabilire una relazione sana. Chi soffre di disturbo narcisistico della personalità va però oltre, poiché sente il bisogno patologico di essere sempre al centro dell’attenzione, e sviluppa un’indifferenza totale verso i sentimenti e i bisogni delle altre persone. Il che fa di loro delle persone estremamente egocentriche e prive di qualsiasi tipo di empatia.
Narcisista manipolatore: cos’è nello specifico
La più grave forma di narcisismo è quella che sfocia nella manipolazione dell’altro. Il narcisista manipolatore è una persona che in maniera consapevole manipola chi gli sta intorno per ottenere ciò che desidera o di cui ha necessità. La manipolazione può avvenire in diverse forme e potrebbe anche essere sottile al punto da non essere percepita o compresa dalla persona che la subisce.
Tendenzialmente, il narcisista manipolatore cercherà sempre di farti credere che le tue opinioni non abbiano valore e sminuirà ogni tua idea al fine di farti perdere sicurezza e farti sentire inadatto e inadeguato. Questa tecnica di manipolazione della personalità è conosciuta come Gaslighting e consiste nella costante messa in discussione delle percezioni della vittima sino a portarla ad essere completamente indifesa e insicura. Lo scopo è quello di avere il pieno controllo della relazione e della vita dell’altra persona, così da poter essere sempre al centro dell’attenzione, indispensabile per l’altro, e da potersi sentire superiore.
Potrebbe sembrare, dunque, che riconoscere questo comportamento sia semplice, ma non è assolutamente così. Il narcisista manipolatore è una persona dal grande fascino che utilizza il ricatto emotivo e la seduzione per ottenere la fiducia della vittima. Queste persone sono sempre molto abili nel far credere agli altri di avere torto e di essere in una posizione di difetto.
La manipolazione affettiva
I narcisisti manipolatori tendono a circondarsi di persone emotivamente fragili, sulle quali capiscono di poter avere una forte influenza. In un primo momento si conquistano la loro fiducia mostrandosi affabili e riempiendole di complimenti. Questo comportamento gli garantisce che le persone che vogliono controllare sviluppino una sorta di dipendenza da loro.
Una volta certi di avere il controllo, i narcisisti manipolatori utilizzano il ricatto emotivo per fare sentire in colpa le proprie vittime. Spesso le accusano di essere egoiste e insensibili, generando in queste un senso di colpa che gli serve per ottenere ciò che vuole (denaro, favori o semplicemente attenzione).
Potrebbero al contrario utilizzare lusinghe eccessive per soddisfare l’ego e la vanità della vittima e farle credere di essere importante per loro. Un’altra tattica è quella del silenzio: quando si rendono conto che le accuse o le lusinghe non funzionano, potrebbero applicare una tattica di ignoramento totale per mandare in confusione la vittima.
Ciò che rende complicato riconscere questi comportamenti è il fatto che i narcisisti manipolatori sono bravi a comprendere le debolezze del prossimo e sfruttarle a proprio vantaggio. Quando applicano una tattica di manipolazione, lo fanno in modo tale da convincere la vittima che le azioni che compiono in loro favore siano assolutamente volontarie.
Come riconocere un narcisista manipolatore
Avere un rapporto con una persona che soffre di questo disturbo può essere emotivamente devastante, motivo per cui è bene riconoscere quali sono i segnali che ci aiutano a capire se il nostro partner sia un narcisista manipolatore.
Le caratteristiche più frequenti – potrebbero non presentarsi tutte nella stessa persona – sono dieci e sono le seguenti:
Egocentrismo: vuole sempre essere al centro dell’attenzione, non importa quale sia l’argomento di discussione.
Mancanza di empatia: la persona in questione sembra non capire le emozioni altrui, ma soprattutto non è interessato ai loro problemi.
Ricerca costante di ammirazione: sente il bisogno continuo di essere oggetto di ammirazione da parte di chiunque gli stia intorno.
Controllo: il narcisista manipolatore vuole sempre avere il controllo della relazione e di ogni aspetto della vita del partner.
Manipolazione: cercherà sempre di manipolare il prossimo per ottenere ciò che vuole.
Gelosia: può avere manifestazioni furenti di gelosia, anche senza che ci siano delle motivazioni reali.
Arroganza: queste persone tendono ad essere molto convinte delle proprie capacità e delle proprie qualità.
Senso di superiorità: tendenzialmente si credono sempre nel giusto, si ritengono migliori degli altri e pensano che chiunque dovrebbe fare come dicono loro.
Insensibilità: non possiedono alcuna sensibilità nei confronti delle altre persone.
Inflessibilità: non sono disposti a cambiare idea o a scendere a compromessi, anche se questi potessero migliorare una relazione.
Come difendersi da un narcisista manipolatore
La prima cosa da mettere in chiaro è che non dovete sentirvi in difetto o inadeguati perché un’altra persona sta cercando di farvi sentire in questo modo. Dovete mantenere alta l’autostima e comprendere che le parole e i comportamenti della persona che avete di fronte sono finalizzati a farvi perdere la vostra sicurezza e dunque ad essere in balia della loro volontà.
Qualora vi sentiate sopraffatti dalla situazione in cui vi trovate e dalla relazione, la cosa migliore che potete fare è allontanarvi dal partner. Potreste anche avere bisogno del supporto di amici e familiari o di un aiuto professionale e dunque di un percorso terapeutico che vi aiuti a superare lo stato di sconforto e fragilità in cui vi ha gettato questa relazione.
Esistono in ogni caso delle tattiche per tenere a bada un narcisista manipolatore e non farsi sopraffare. La prima cosa da fare è riconoscere i segnali. Prima o poi cercheranno sempre di farvi fare qualcosa che non vorreste fare e l’atteggiamento migliore in questi casi è mostrare un netto diniego, porre dei limiti oltre i quali non siate intenzionati ad andare.
Non vi fate ingannare dal loro vittimismo, spesso infatti cercano di spingervi oltre i limiti puntando sul vostro senso di colpa, e non vi fate intimidire da atteggiamenti autoritari, poiché potrebbero utilizzare la violenza verbale o fisica per ottenere ciò che vogliono. Infine non vi fate coinvolgere emotivamente dalle loro provocazioni. Una reazione emotiva, potrebbe dare loro modo di capire dove colpire e incoraggiarli a sfruttare la vostra debolezza.
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Come le lampade hanno bisogno di petrolio, così noi schiave abbiamo bisogno di essere nutrite di una certa quantità di ammirazione. Quando non siamo abbastanza ammirate, muoriamo.
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La mascolinità e la femminilità non sono e non saranno mai tossiche.
La femminilità non è tossica, così come non lo è neanche la mascolinità. È ora di crescere e iniziare a fare le persone serie, lasciando da parte stupide generalizzazioni, banalizzazioni, scorciatoie che sfociano nell’unico obiettivo di denigrare qualcuno solo perché appartenente a una determinata categoria. Ogni individuo è a sé: c’è quello eccellente, quello pessimo, quello che deve migliorare e così via. Ma, care ragazze, prendere come riferimento addirittura delle caratteristiche di un sesso, al fine di abbattere un’intera categoria, lo trovo molto sciocco e ingiusto. Un conto è l’essere molto critici (io stesso lo sono), un altro è il diventare miopi nel credere che un maschio possa essere “tossico” squisitamente in quanto tale. Ci sono molti uomini deprecabili, così come molte donne. Ma non mi sognerei mai di dire che la femminilità sia tossica, solo perché molte ragazze non sono encomiabili. La femminilità è meravigliosa. Così come, e voi ragazze lo sapete, può esserlo anche la mascolinità. Certamente in modi diversi, in momenti diversi, anche in contesti diversi se vogliamo. Ma smettiamola con questa sorta di guerra continua in cui, di fatto, non vince nessuno. In differenti fasi della vita, la donna ha bisogno dell’uomo e l’uomo ha bisogno della donna. Così siamo nati. Ciò che trovo raccapricciante, è il linguaggio odierno fatto meramente di slogan, di definizioni. Senza dei reali approfondimenti, senza dei ragionamenti profondi e articolati nell’arco anche di un lungo tempo. Il sistema inventa una nuova etichetta, e tutti iniziano a usarla. Solo perché fa tendenza, solo perché amplificata dai mezzi di comunicazione. Ripartite dall’originalità di voi stesse, dalla vostra vera e sincera opinione, non da quello che vi mettono in testa gli altri. Fate sentire la vostra voce, che può essere unica e che per questo diviene interessante. Pensate a quante persone degne di nota ci sono là fuori, a quante potremmo incontrarne. Pensate alla bellezza di una chiacchierata fatta di sfaccettature, di dettagli, di tante piccole sfumature che formano un interesse sempre più grande. Io ho voglia di verità, ho voglia di quel guizzo che vedo sempre più soffocato dal peso del giudizio sociale e dell’omologazione. Voglio quella ragazza che mi travolga e sconvolga con la sua peculiare visione del mondo. Perché dico che la mascolinità e la femminilità tossica non esistono? Perché c’è tutto un mondo da amare, fatto di donne e uomini invisibili. Invisibili per scelta perché hanno rinunciato a una patina di falsità, di superficialità, di ipocrisia. Sono individui straordinari che hanno preferito isolarsi, piuttosto che annegare nella mediocrità. Ed è a loro che penso spesso, a quelle ragazze che meritano tutta la mia stima, il mio rispetto, la mia ammirazione. A coloro che non si arrendono, che vivono al massimo, che sanno qual è la cosa giusta da fare. Ed esistono, nascoste ma esistono. E pensare che a me ne basterebbe una, una e una sola, unica. E l’accoglierei.
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“ Gli uomini tutti d'un pezzo dove li aveva mai visti?, insistevo. Erano quelli capaci di vere inclinazioni, rispose. Proprio il contrario dei personaggi, che avevano sempre bisogno di decidersi per fare qualcosa, e quando poi la facevano non era per farla ma per fare come gli altri... Se neppure io lo sapevo qual era l'idea che avevo di me stesso! Si, doveva esserci una smagliatura, tra me e me, di cui bisognava pur venissi a capo. Mi pareva di non sentire amore o anche rallegrarmi come immaginavo accadesse agli altri, con naturale abbandono. Glielo avevo confidato io una volta! E poi per orgoglio e necessità me l'ero accollata questa supposta diversità, l'avevo costruita, difesa, mi ci ero adattato, ostinato, barricato dentro, e avevo finito per preferirla. Ma era forse solo una maschera che col tempo sarebbe caduta, o una mia ipotesi tutta ancora da accertare nei fatti. Come poteva lui ritenermi incapace di vere inclinazioni, e io stesso crederlo, se non avevo mai avuto fino ad oggi una qualsiasi esperienza che me lo confermasse? E oggi, ecco, l'occasione si presentava. Oggi alle sei. Dovevo rifiutarla per rimanere nel vago, oppure dovevo approfittare e farla con Mira l'esperienza — oggi — alle sei — per saperne di più su me stesso? In fondo era lui a spingermi a questo, a provocarmi ritorcendo contro di me quanto gli avevo confidato. Solo se lo avessi smentito, mi dicevo, avrei potuto riconquistare la sua ammirazione e fors'anche la sua amicizia, sì solo così sarei passato nella prima categoria, quella degli uomini, che lui rispettava... L'occhio nel labile specchio del finestrino mi stava guardando carico d'apprensività — non erano i miei, per l'appunto, i pensieri di un personaggio? — e già mi comunicava il solito disagio quando di colpo l'immagine sparì insieme con gli alberi della Villa Comunale. “
Raffaele La Capria, Un giorno d'impazienza, Bompiani, 1976, pp. 17-18.
NOTA: L’edizione del 1976 è una riscrittura dell'opera prima dell’autore pubblicata nel 1952.
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COME FARSI CAPIRE DALL'ALTR@
- LA COMUNICAZIONE NONVIOLENTA E NON MANIPOLATIVA
La comunicazione nonviolenta si basa tutta su un pilastro fondamentale:
riuscire ad esprimere i propri bisogni e i propri sentimenti per entrare in empatia con l’altro ed essere compresi, anziché addossare all’altro la responsabilità dei nostri sentimenti.
PER QUESTO, quando si impara a comunicare tramite la modalità nonviolenta,
anziché dire "mi fai sentire" si dice "mi sento";
anziché dire "mi hai detto o fatto questo" si dice "a me è arrivato questo, ho capito bene?";
anzichè dire "tu devi" si dice "io avrei bisogno di", eccetera, eccetera.
Ecco, imparare a fare questo in una cultura che ti ha insegnato ad essere punita o ripresa sempre fin dall’inizio quando hai osato, magari da piccola, esprimere i tuoi bisogni, è molto difficile, perché bisogna vincere delle resistenze e buttare giù un muro di cui spesso non siamo neanche più consapevoli.
Nel libro di Marshall B. Rosenberg “Le parole sono finestre [oppure muri] – Introduzione alla comunicazione nonviolenta”: https://amzn.to/3g9VZWS,
mi ha colpita in particolare una lista di aggettivi che possono aiutarci ad esprimere meglio, in maniera più comprensibile, analitica, sottile e dettagliata cosa sentiamo in quel momento.
Dunque qui trascriverò per tutti una lista preziosa per provare a farsi capire meglio da chi ci ascolta e, in primis, a capire meglio se stesse/i e come si reagisce di fronte a un certo stimolo! 😊
ALCUNI SENTIMENTI CHE PROVIAMO QUANDO I NOSTRI BISOGNI SONO SODDISFATTI
Mi sento….
Affascinata, A mio agio, Affettuosa, Agitata, Allegra, Amichevole, Ammaliata, Amorevole, Appagata, Appassionata, Assorta, Aperta, Attenta, Audace, Baldanzosa, Beata, Bendisposta, Brillante, Briosa, Calma, Calorosa, Coinvolta, Centrata, Commossa, Comoda, Concentrata, Contenta, Curiosa, Deliziata, Di buon umore, Desiderosa, Divertita, Eccitata, Effervescente, Elettrizzata, Emozionata, Entusiasta, Estasiata, Esuberante, Esaltante, Felice, Festosa, Fiduciosa, Fiera, Frizzante, Grata, Gioiosa, Gloriosa, Immersa, Impaziente, In armonia, Impressionata, In attesa, Interessata, In pace, Ispirata, Incantata, Incoraggiata, Incuriosita, Intenerita, Libera, Lieta, Meravigliata, Orgogliosa, Ottimista, Pacifica, Piena di ammirazione, Piena di energia, Placida, Quieta, Raggiante, Rallegrata, Rapita, Rasserenata, Riconoscente, Rilassata, Rinforzata, Rinfrescata, Risvegliata, Riposata, Sbalordita, Serena, Stupita, Sensibile, Senza fiato, Sfavillante, Soddisfatta, Sollevata, Sopraffatta (dalla gioia), Sorpresa, Spensierata, Speranzosa, Stregata, Stupita, Toccata, Tranquilla, Turbata, Vigile, Vivace.
ALCUNI SENTIMENTI CHE PROVIAMO QUANDO I NOSTRI BISOGNI NON SONO SODDISFATTI
Mi sento….
A disagio, Abbattuta, Addolorata, Adirata, Affaticata, Afflitta, Affranta, Agitata, Allarmata, Amareggiata, Angosciata, Annoiata, Ansiosa, Apatica, Arrabbiata, Assonnata, Atterrita, Avversa, Avvilita, Colpevole, Confusa, Contrariata, Costernata, Cupa, Delusa, Demoralizzata, Depressa, Di malumore, Diffidente, Disgustata, Disillusa, Disinteressata, Disperata, Dispiaciuta, Distaccata, Dolente, Dubbiosa, Esasperata, Esausta, Febbrile, Fiacca, Fredda, Fragile, Frustrata, Furibonda, Furiosa, Gelosa, Imbarazzata, Impacciata, Impaurita, Impaziente, Impensierita, Impotente, Inappagata, Inasprita, Incerta, Incontrollabile, Incurante, Indifesa, Indifferente, Infastidita, Infelice, Impietrita, In colpa, Indecisa, Infervorata, Inorridita, Inquieta, Insensibile, Insicura, Invidiosa, Irrequieta, Irritabile, Letargica, Malinconica, Mesta, Nervosa, Ostile, Pensierosa, Perplessa, Persa d’animo, Pessimista, Piena di paura, Piena di rancore, Piena di vergogna, Preoccupata, Raccapricciata, Rammaricata, Rattristata, Reticente, Riluttante, Risentita, Sbigottita, Scettica, Scioccata, Scocciata, Sconsolata, Scontenta, Sconvolta, Scoraggiata, Scossa, Seccata, Senza energia, Sfiduciata, Sfinita, Sgomenta, Snervata, Sola, Sopraffatta, Sorpresa, Sospettosa, Spaventata, Stanca, Stordita, Straziata, Stressata, Stufa, Suscettibile, Svogliata, Tesa, Tetra, Tiepida, Timorosa, Titubante, Triste, Turbata, Vergognosa, Vulnerabile
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COME SI GESTISCE UNA RELAZIONE CON UN NARCISISTA❓
Sempre più spesso sentiamo parlare di narcisismo o di personalità narcisista come se, negli ultimi tempi, la diffusione della conoscenza di questo concetto sia in aumento. A cosa possiamo attribuirlo❓
Probabilmente, la diffusione della psicologia, tramite social media ed internet, ha agevolato una presa di coscienza di ciò che c’è intorno e di cosa ci succede; sempre più, termini e concetti propri dell’ambito psicologico emergono con forza nella vita di tutti i giorni e diventano argomento di discussione.
Una delle domande che si sta diffondendo sempre di più riguarda il modo in cui occorre approcciarsi ad un narcisista. Come riuscire ad avere e a mantenere una relazione❓
La figura del narcisista attira e incuriosisce e, nonostante a tutti noi sia capitato di conoscerne uno, per molti non è ancora chiaro chi sia realmente.
Chi è il narcisista❓
Come già accennato, la figura del narcisista è probabilmente una delle figure più affascinanti non solo della mitologia, ma anche della psicologia. Tutti si chiedono realmente chi sia davvero il narcisista, quali caratteristiche lo contraddistinguano e come riconoscerlo in breve tempo. Tutti noi ricordiamo la famosa storia in cui Narciso si innamorò della propria immagine; il fatto che ad oggi ci sia un disturbo con questo termine non è casuale.
Si definisce narcisista chi è affetto da narcisismo e quindi dedito al culto esclusivo di sé e della propria personalità. Effettivamente, c’è un chiaro parallelismo tra il mito di Narciso e il narcisista.
Quello che è necessario sottolineare è che questo tipo di caratteristica è, in un certo senso, “normale”: tutti noi, in un certo modo, siamo narcisisti. Chi non ama essere al centro dell’attenzione o essere ammirato❓Insomma, a tutti noi piace. E proprio per questo, molti possono dedicarsi alla cura di sé e della propria immagine.
Il narcisismo, però, può essere visto come un continuum, fino ad arrivare alla vera e propria patologia. Quindi, effettivamente, la personalità narcisistica può anche essere patologica e caratterizzare il narcisista che si sente, appunto, magnifico, con un’autostima molto alta e in un certo senso “esagerata”; egli crede in ciò che fa e crede che questo suo essere gli consenta di “fare e avere tutto”.
I tratti distintivi del narcisista, infatti, sono l’amore verso se stesso, che si esprime tramite un continuo parlare di sé. Ama essere al centro dell’attenzione e vuole che gli altri parlino continuamente di lui; questo, inevitabilmente, lo porta a non ascoltare nessuno. Insomma la conversazione è su di lui e tenuta da lui. Inoltre, ha bisogno di continue attenzioni: gli occhi devono essere sempre puntati su di lui.
Ha un bisogno continuo di conferme, rispetto alla sua grandiosità: proprio per questo non accetta le critiche, non riflette su se stesso o su ciò che gli viene detto. Tutto ciò di cui ha bisogno❓Un senso di ammirazione e di approvazione dagli altri. Insomma, essere in disaccordo è fuori discussione.
La caratteristica che può lasciarci davvero stupiti❓Il fatto che è incapace di mostrare empatia. Insomma, non è da tutti essere empatici e dare conforto e supporto all’altro. E in questo, il narcisista, è davvero una “frana”; spesso appare crudele, non empatico e soprattutto un manipolatore. Difficilmente riesce a mettersi nei panni dell’altro e a comprendere i suoi stati emotivi.
Come ci si relaziona con chi soffre di narcisismo
Esiste un modo per poter approcciare una persona che appare egoista, crudele, manipolatrice e senza alcun riguardo per l’altro❓
Insomma, un bel dilemma… ed una domanda difficile a cui dare una risposta ben precisa. Sicuramente una relazione con un narcisista non è semplice perché l’altro ha quasi sempre la sensazione che il rapporto sia, in un certo senso, unilaterale. E in questa relazione, il narcisista riceve e basta; infatti, come afferma la criminologa Mammoliti:
“Il narcisista manipola, quindi pensa sempre, anche nella relazione, di ottenere vantaggi propri, che si concretizzano in una vampirizzazione energetica. I narcisisti prendono tutto e all’altro non danno niente, anzi continuano a pretendere di essere ascoltati, seguiti, assecondati in tutto e per tutto. Alla prima ‘disconferma’ provano un’eccessiva permalosità che li porta al ritiro. Più precisamente, quando non sono assecondati si ritirano in se stessi e scartano il soggetto che è nella relazione.”
Da tutto ciò, l’unica soluzione possibile sembrerebbe quella di rompere la relazione con un narcisista e lasciarsi travolgere da un’altra passione.
Molto utile è, invece, cercare di analizzare e capire ciò che può esserci dietro una personalità del genere. Insomma: cosa lo ha reso così❓
È stato dimostrato che, spesso, questo problema è dettato dal DNA, quindi da una parte biologica. Ma non c’è solo questo: fondamentali sono le sue esperienze di vita.
E in questo, il narcisista ha avuto un passato ben chiaro: spesso, infatti, ha avuto un’infanzia caratterizzata da sentimenti di grandiosità, che gli sono stati trasmessi e, in un certo senso, “inculcati”. Probabilmente è stato un bambino sempre super apprezzato, amato e idealizzato e alla fine, anche lui ha creduto in tutto ciò.
Spesso, tutto ciò nasce da un profondo senso di inadeguatezza e da una bassa autostima: in questo caso, il bambino ha vissuto l’infanzia con persone che gli hanno trasmesso questo basso valore di se stesso… e cosa ha fatto, quindi, il futuro narcisista❓Semplicemente si è difeso e si è creato un’autostima alta e un’idea di sé totalmente grandiosa.
Insomma, dietro ogni persona c’è una storia e anche lui ne ha una. La cosa migliore da fare, per avere una relazione con lui, è scoprire chi è realmente e cosa c’è dietro quell’apparente immagine di grandiosità.
Consigli per gestire un rapporto con un narcisista
Quello che dobbiamo chiederci è: “amiamo quella persona"❓Vale la pena affrontare ciò che può sembrarci “troppo grande”❓
Se la risposta è positiva, e sentiamo di amare davvero l’altro, bisogna fare qualche sforzo. Ogni persona ha una storia e ha delle caratteristiche peculiari. Insomma, per fortuna siamo tutti diversi. Ma quindi perché non scoprire la sua storia❓Perché non dargli una seconda possibilità e conoscere realmente chi è e cosa desidera davvero❓
Se non è possibile da soli, ci sono così tante possibilità di trattamento psicologico online o dal vivo sia individuali che di coppia: basta darsi una possibilità.
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Narcisista Patologico: Caratteristiche Distintive e Possibili Aiuti
Il narcisismo patologico è un disturbo che presenta caratteristiche distintive che lo differenziano dal semplice comportamento egocentrico. In questo articolo, esploreremo le peculiarità del narcisista patologico e parleremo dei possibili aiuti disponibili per affrontare questa condizione complessa.
Il narcisista patologico si distingue per un'eccessiva ammirazione di sé, una visione distorta della propria grandezza e un bisogno costante di attenzione e lode dagli altri. Queste caratteristiche vanno oltre il semplice narcisismo comune e possono portare a comportamenti manipolativi, una mancanza di empatia e una costante ricerca di gratificazione personale.
Uno dei tratti più riconoscibili del narcisista patologico è la mancanza di empatia. Queste persone tendono a mostrare una totale disinteresse verso i sentimenti e i bisogni degli altri, focalizzandosi esclusivamente su se stessi. Inoltre, il narcisista patologico ha una continua necessità di ammirazione e ha difficoltà ad accettare critiche o fallimenti. La sua autostima è fragile e dipende dall'approvazione esterna.
Affrontare il narcisismo patologico richiede un'attenzione adeguata e l'intervento di professionisti qualificati. La terapia psicologica, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, può essere un aiuto prezioso per il narcisista patologico. Questo tipo di terapia può aiutare a esplorare e modificare i modelli di pensiero distorti, sviluppare l'empatia e apprendere strategie per migliorare le relazioni interpersonali.
Inoltre, la consapevolezza emotiva è un elemento cruciale nel percorso di guarigione del narcisista patologico. Imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni può contribuire a ridurre la dipendenza dall'approvazione esterna e favorire una maggiore autostima basata su reali successi personali.
Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com. Qui troverai risorse, informazioni e supporto per comprendere meglio questa condizione e scoprire possibili aiuti per affrontare il narcisismo patologico.
In conclusione, il narcisista patologico si distingue per caratteristiche peculiari che lo differenziano dal comportamento egocentrico comune. Riconoscere queste caratteristiche e cercare l'aiuto adeguato è fondamentale per affrontare il narcisismo patologico in modo efficace. Ricorda che esistono risorse disponibili per coloro che desiderano comprendere e affrontare questa condizione complessa. Per approfondire i temi del narcisismo patologico, visita il sito https://NarcisismoPatologicoSconfitto.com.
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