#Raffaele La Capria
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unbiviosicuro · 6 months ago
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amore amore amore, ore intere come un astronomo impalato ai punti di passaggio obbligati che aspetta la comparsa dell'astro, davanti alla gioielleria con la maschera cinese, come per caso, sapendo che niente, niente puoi fare per rompere l'incantesimo che ti fa girare sempre intorno alle stesse cose, che ti ritornano sempre incontro
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gregor-samsung · 11 months ago
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“ Gli uomini tutti d'un pezzo dove li aveva mai visti?, insistevo. Erano quelli capaci di vere inclinazioni, rispose. Proprio il contrario dei personaggi, che avevano sempre bisogno di decidersi per fare qualcosa, e quando poi la facevano non era per farla ma per fare come gli altri... Se neppure io lo sapevo qual era l'idea che avevo di me stesso! Si, doveva esserci una smagliatura, tra me e me, di cui bisognava pur venissi a capo. Mi pareva di non sentire amore o anche rallegrarmi come immaginavo accadesse agli altri, con naturale abbandono. Glielo avevo confidato io una volta! E poi per orgoglio e necessità me l'ero accollata questa supposta diversità, l'avevo costruita, difesa, mi ci ero adattato, ostinato, barricato dentro, e avevo finito per preferirla. Ma era forse solo una maschera che col tempo sarebbe caduta, o una mia ipotesi tutta ancora da accertare nei fatti. Come poteva lui ritenermi incapace di vere inclinazioni, e io stesso crederlo, se non avevo mai avuto fino ad oggi una qualsiasi esperienza che me lo confermasse? E oggi, ecco, l'occasione si presentava. Oggi alle sei. Dovevo rifiutarla per rimanere nel vago, oppure dovevo approfittare e farla con Mira l'esperienza — oggi — alle sei — per saperne di più su me stesso? In fondo era lui a spingermi a questo, a provocarmi ritorcendo contro di me quanto gli avevo confidato. Solo se lo avessi smentito, mi dicevo, avrei potuto riconquistare la sua ammirazione e fors'anche la sua amicizia, sì solo così sarei passato nella prima categoria, quella degli uomini, che lui rispettava... L'occhio nel labile specchio del finestrino mi stava guardando carico d'apprensività — non erano i miei, per l'appunto, i pensieri di un personaggio? — e già mi comunicava il solito disagio quando di colpo l'immagine sparì insieme con gli alberi della Villa Comunale. “
Raffaele La Capria, Un giorno d'impazienza, Bompiani, 1976, pp. 17-18.
 NOTA: L’edizione del 1976 è una riscrittura dell'opera prima dell’autore pubblicata nel 1952.
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ross-nekochan · 2 years ago
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Viviamo in una città che ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutte e due le cose insieme.
Raffaele La Capria, Ferito a morte (1961)
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chez-mimich · 2 years ago
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FERITO A MORTE
Napoli è una città che ti ferisce a morte o ti addormenta. È questo l’assunto di base e la conclusione del magnifico testo di Raffaele La Capria, adattato per il teatro da Emanuele Trevi e portato in scena in questi giorni al Teatro Strehler di Milano per la regia di Roberto Andò, una coproduzione del Teatro di Napoli,Teatro Nazionale, Teatro dell’Emilia Romagna, Teatro Stabile di Torino. Andò è un napoletano non ortodosso, se mi si passa il termine, ovvero uno di quei napoletani, la cui “napolitanità” (io lo chiamerei di più “napoletanismo”) non gli ottunde le facoltà mentali e quindi non gli impedisce una visione critica della “capitale del Mezzogiorno d’Italia”. Appartiene cioè a quella schiera di artisti, registi, musicisti che, lontani dal manicheismo di maniera e dal facile folklore che ormai sembra dominante quando si cita Napoli, sa guardare in profondità i vizi e i vezzi della società e della popolazione napoletana. In realtà l’elenco potrebbe essere piuttosto nutrito e potrebbe comprendere registi come Paolo Sorrentino e Mario Martone, scrittori come Roberto Saviano, attori come Tony Servillo, ma anche musicisti come Peppe Barra o il compianto Pino Daniele. E così Andò ha scelto di trasporre per il teatro il romanzo di un napoletano, critico per eccellenza, quale fu Raffaele La Capria, scomparso nel giugno scorso e vincitore dello Strega nel 1961. Un romanzo che “parla di tutto e di niente” come dice lo stesso regista. Aggiungerei che di quel tutto e di quel niente, il romanzo parla estremamente bene. Il giorno della sua partenza da Napoli, un uomo, Massimo (Andrea Renzi), si lascia andare al ricordo di fatti, circostanze e parole, tante parole, del periodo compreso tra il 1943 e il 1951, raccontati attraverso i discorsi di un gruppo di persone, parenti tra loro, ma anche amici e amici degli amici, su una terrazza di un circolo partenopeo frequentato dalla buona borghesia della città e dai fantasmi di una nobiltà appena decaduta, ma sempre presente. C’è la Storia e c’è il ricordo intimo, ci sono gli intrighi e i segreti, c’è la memoria e la logorrea di una società borghese napoletana che, se non ancora disfatta, è in via di disfacimento. Questo è, a mio modo di vedere, il grande merito di La Capria, quello di saper vedere Napoli in maniera ferocemente critica senza cedere alle solite sirene del sentimentalismo e, soprattutto, della retorica. Del resto anche il teatro del grande Eduardo, al di là dei facili entusiasmi, è un teatro che ci restituisce una Napoli fortemente umana e allo stesso tempo lacerata da sentimenti che, qualche volta, sembrano provenire dall’essenza stessa della città. Nei desideri di alcuni protagonisti c’è Milano, come alternativa del fare, di fronte ad una città senza reali prospettive. Su un romanzo bellissimo interviene la grande maestria con cui Emanuele Trevi ha saputo far diventare la parola romanzesca, una parola teatrale, operazione complessa e alquanto pericolosa. Una scena articolata su due livelli la terrazza nella parte superiore e il salone del circolo (ma anche i salotti e le camere dei personaggi) in quella inferiore e in più un “avamposto-dormeuse” posto sul ciglio del palco dal quale spesso il Massimo, adulto, guarda alla scena come ad una rimemorazione nostalgica o fastidiosa. Ottima quindi la soluzione per cui ha optato lo scenografo Gianni Carluccio di ricorrere, sapientemente, all’aggiunta di un velario semi trasparente, sul quale scorrono fondali marini che rimandano, oltre che alla fisionomia della città di mare, anche all’inconscio “placentico” del protagonista. Peccato per le poche repliche proposte dallo Strehler, per uno spettacolo che meriterebbe molte più rappresentazioni.
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marcogiovenale · 2 years ago
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esce il nuovo numero (22) di 'sud'
Esce il numero 22 della rivista “Sud” diretta da Francesco Forlani. Ci sono due racconti inediti di Pascale Privey e Pia Petersen in traduzione italiana (a cura di Luigi Toni). Ci sono alcuni “objets” inediti di Marco Giovenale. Poi tante altre “cose, atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi”. Dentro ci sono: Fernando Arrabal, Giuseppe Catenacci (Cento anni di Raffaele La Capria), Gianni Biondillo,…
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angelap3 · 6 months ago
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Una bellissima storia d'amore..
Loro due.
È il 1961. Si incontrano a Napoli.
Sono Raffaele La Capria e Ilaria Occhini.
Lei già attrice famosa. Lui vincerà di li a poco il Premio Strega. Quel giorno vanno a Positano e da lì sessant'anni di vita assieme
#RaffaeleLaCapria, moriva un anno fa, a 99 anni.
“Il premio più bello della mia vita fu aver incontrato Ilaria”. E lei nel suo libro "La bellezza quotidiana": “Sulla spider girammo per le vie di Roma, andammo a fare i bagni a Ostia e Fregene. Quando ci riconosceva, la gente ci salutava. Raffaele disse: ‘Speriamo che gli dei della Nemesi che ci guardano dall’alto dei cieli mediterranei non si accorgano della nostra felicità, perché senza dubbio ci punirebbero’”.
Oggi li ricordiamo entrambi.
Con questo ricordo di incontro felice. Di felicità così felice da far paura persino agli dei.
Poi magari sparisce. Ma c’è stata.
E chi l’ha vissuta, lo sa, questo è quel che conta.❤️
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mrscottdavis · 1 month ago
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Filmmaker-A-Month: Lina Wertmüller- Day 18
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Saturday, Sunday and Monday (1990) Sabato, domenica e lunedì
Director: Lina Wertmüller Writers: Lina Wertmüller, Raffaele La Capria, Eduardo De Filippo (play) Cinematographer: Carlo Tafani Starring: Sophia Loren, Luca De Filippo, Luciano De Crescenzo Seen before: No
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susieporta · 6 months ago
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Loro due.
È il 1961. Si incontrano a Napoli.
Sono Raffaele La Capria e Ilaria Occhini.
Lei già attrice famosa. Lui vincerà di li a poco il Premio Strega. Quel giorno vanno a Positano e da lì sessant'anni di vita assieme
#RaffaeleLaCapria, moriva due anni fa, a 99 anni.
“Il premio più bello della mia vita fu aver incontrato Ilaria”. E lei nel suo libro "La bellezza quotidiana": “Sulla spider girammo per le vie di Roma, andammo a fare i bagni a Ostia e Fregene. Quando ci riconosceva, la gente ci salutava. Raffaele disse: ‘Speriamo che gli dei della Nemesi che ci guardano dall’alto dei cieli mediterranei non si accorgano della nostra felicità, perché senza dubbio ci punirebbero’”.
Oggi li ricordiamo entrambi.
Con questo ricordo di incontro felice.
Di felicità così felice da far paura persino agli dei.
Poi magari sparisce.
Ma c’è stata.
E chi l’ha vissuta, lo sa, questo è quel che conta.
#labodifsegnala #pair #RIP2022
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abatelunare · 2 years ago
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Che la semplicità non sia semplice da scrivere è cosa che solo scrivendo si impara.
Raffaele La Capria, Novant'anni d'impazienza
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poesiablog60 · 9 months ago
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Ma il cielo?
Il cielo, intatto, inalterabile, è sempre una gioia immensa, lontana, struggente, che ti sovrasta
non puoi condividere.
Raffaele La Capria
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reginadeinisseni · 1 year ago
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Uomini Contro.....
TONINO GUERRA
Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. Ambientato nella prima guerra mondiale,
oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana Ambientato nell'Altopiano di Asiago durante la prima guerra mondiale, intorno al 1916, il film è incentrato in particolare sul Monte Fior che, inizialmente in mano italiana, viene abbandonato e lasciato in mano all'esercito austriaco, che lo rende un'inespugnabile fortezza.
Tonino Guerra, Raffaele La Capria, Francesco Rosi Produttore Francesco Rosi, Luciano Perugia Casa di produzione Prima Cinematografica, Dubrava Film Fotografia Pasqualino De Santis Montaggio Ruggero Mastroianni Effetti speciali Zdravko Smojver Musiche Piero Piccioni Scenografia Andrea Crisanti Costumi Franco Carretti, Gabriella Pescucci Trucco Massimo De Rossi Interpreti e personaggi Gian Maria Volonté: tenente Ottolenghi Pier Paolo Capponi: tenente Santini Alain Cuny: generale Leone Franco Graziosi: maggiore Ruggero Malchiodi Mark Frechette: tenente Sassu Nino Vingelli: soldato presunto autoferito Mario Feliciani: colonnello medico Daria Nicolodi: crocerossina Giampiero Albertini: capitano Abbati Bruno Pischiutta: soldato Baionetta Alberto Mastino: soldato Marrasi Tonino Pavan: tenente Pavan Brunetto Del Vita: colonnello
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unbiviosicuro · 6 months ago
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E tu perché cammini a quattro zampe? Perché ti amo. Che c'entra, ride, e poi il suo tepore che passa attraverso il pullover di cashmere, me lo sento addosso, quell'odoretepore di uccellino, e il suo riso farfuglia piano parole senza senso nel mio orecchio. Mi fai il solletico! Le sue labbra dove si sono nascoste? Che bella tanina calda sul tuo collo. Dammi un bacio, piuttosto. No, si sta troppo bene così. Dio, che meraviglia, Massimo come sono felice! Adesso facciamo l'amore. Sei impazzito? Sì, sì.
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umbriasud · 1 year ago
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Spoleto e Campello, tre serate dedicate a Raffaele La Capria
Tre iniziative letterarie a Spoleto e a Campello sul Clitunno. Martedì 5 settembre a Spoleto, alle ore 21, al Cinema Sala Pegasus (piazza Bovio) sarà proiettato il film  “Raffaele La Capria, scrittore d’acqua” realizzato da Serafino Amato. Mercoledì 6 settembre la proiezione si sposterà a Campello sul Clitunno nella sala conferenze della fondazione Giulio Loreti (Località Settecamini,…
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chez-mimich · 2 years ago
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coordenadasextraviadas · 1 year ago
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[...] que todas las cosas - luz, agua, rocas- podrían no haber sido, que todas las cosas aún podrían no haber sido, que todas las cosas aún podrían no ser, y sin embargo son. La nostalgia de la belleza. Raffaele La Capria
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ilcontroverso · 2 years ago
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La grande bellezza ricomincia da 3
La grande bellezza ricomincia da 3. Una riflessione di Clara Letizia Riccio su ciò che rappresenta la vittoria dello scudetto del Napoli: un grande riscatto traboccante di bellezza della città partenopea. #IlControVerso #notizie #pensieri #parole
Raffaele La Capria, nel suo libro vincitore del Premio Strega “Ferito a morte”, parlava di una “grande occasione mancata” che avrebbe dovuto materializzarsi negli attimi scanditi di una “bella giornata”: quest’inesorabile bellezza intrisa di spasmodica attesa, di bruciante speranza avrebbe dovuto consumarsi nella magnifica cornice di Napoli, seppur cosparsa di tutte le brutture di una tipica…
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