#scuola di bologna
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Il ricco contributo del Governo Draghi al suo "esperto" Melloni
Palazzo Chigi smentisce la Fondazione per le scienze religiose per la mostra sulla strage in Sinagoga strapagata 394mila euro: «Non era un bando, ma libera assegnazione, correggano». Melloni, esperto nel comitato decisore e segretario FSCIRE, beneficiaria del finanziamento, restò in carica, ma non partecipò «per evitare conflitti di interesse». Ma così l’operazione è ancora più discutibile.…
#alberto melloni#antisemitismo#Apostasia#cattivi maestri#fumo di satana#scuola di bologna#sedicenti cattolici#spirito del concilio
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Mi è stato appena detto, testuali parole e dal vivo: “Non so se hai studiato la strage di Bologna a scuola”.
Compio trent’anni tra sedici giorni (e sono gravemente insonne da mesi e mesi con tutte le inevitabili ripercussioni estetiche del caso, oltre ad andarmene in giro con due stracci frusti addosso). Chiamatemi pure Dorian Gray, ché altrimenti non si spiega.
#un pensiero comune a chiunque io incontri d’altronde… dal nord al sud Italia: me lo dicono TUTTI#all’estero non ho ancora sperimentato#che bell’aggettivo “frusto”
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“ Carismatico, coraggioso, indomito, Lussu è un figlio della Sardegna più profonda. Nato ad Armungia nel 1890, laureato in Giurisprudenza a Cagliari, amatissimo comandante della brigata Sassari (nella prima guerra mondiale ha ricevuto ben quattro medaglie dopo quattro anni di trincea per azioni sull’altipiano del Carso e della Bainsizza), ex deputato del Partito sardo d’azione, ha pagato cara, fin lì, la sua militanza, ma ha anche ottenuto una gran bella vittoria su un regime che sembra inattaccabile. Capelli e occhi neri, slanciato, elegante, occhiali dalla montatura di metallo, baffi e pizzetto, sguardo ironico e tagliente, in quel periodo si fa chiamare ‘Mister Mill’ e vive in clandestinità. Agli occhi dei giovani dell’epoca, lo dice Joyce stessa, è un personaggio leggendario, per le gesta in Sardegna e per la sua avventurosa fuga da Lipari. I fatti della Sardegna sono questi: la sera del primo novembre 1926, centinaia di fascisti hanno assediato la casa dell’avvocato Lussu. Non è un’azione isolata, è solo una delle rappresaglie che bande di fascisti organizzano in tutta Italia – devastando case, sedi di giornali, picchiando e assaltando – non appena si è diffusa la notizia dell’attentato fallito a Mussolini, avvenuto il giorno prima a Bologna per mano del sedicenne Anteo Zamboni. Lussu, che è un antifascista, ha partecipato alla secessione dell’Aventino dopo l’assassinio di Matteotti, è antimonarchico, ha lavorato a un progetto federalista-rivoluzionario per unire azionisti, repubblicani e socialisti, è nel mirino dei fascisti della sua città: l’ordine è di saccheggiarne la casa e linciarlo sul posto. L’organizzazione dell’assalto, nella sede del fascio, è durata tutta la giornata per cui c’è stato tempo e modo, per Lussu, di ricevere informazioni da voci amiche e preparare una reazione. Gli amici gli consigliano di scappare ma lui decide di restare in casa, situata nella piazza più centrale di Cagliari, lasciandola ben illuminata, «per dare un esempio di incitamento alla resistenza».
Scende in strada per vedere che succede, sente gli squilli di tromba che chiamano a raccolta i fascisti mentre la piazza si fa deserta. Risale, manda via la domestica. La città continua a serrarsi, i negozi abbassano le saracinesche, i cinema si svuotano. Al ristorante vicino casa dove va a pranzare, il cameriere – che è stato un suo soldato durante la guerra e ora è diventato fascista ma nutre ancora grande rispetto del capitano – lo scongiura di partire subito. La sentenza contro Lussu è stata emessa e lo sa tutta Cagliari. Persino gli inquilini del suo palazzo, tra cui un magistrato di Corte d’appello, si chiudono e tacciono terrorizzati. «Incominciai a preparare la difesa. Un fucile da caccia, due pistole da guerra, munizioni sufficienti. Due mazze ferrate dell’esercito austriaco, trofei di guerra, pendevano al muro». Due giovani amici e compagni si presentano per aiutarlo ma lui li congeda senza discutere. Spegne la luce e si avvicina alla finestra. Assiste alla devastazione della sede della tipografia del giornale «Il Corriere» all’angolo, poi a quella dello studio dell’avvocato Angius. Quindi risuona il grido «Abbasso Lussu! A morte!». È sorpreso di riconoscere tra gli assalitori persone che conosce bene, di cui è stato amico o compagno di scuola. La colonna si divide in tre parti e l’attacco arriva da tre punti: una squadra sfonda il portone e sale dalle scale, una cerca di entrare da un cortile sul retro, l’ultima si arrampica dai balconi. «Confesso che, nella mia vita, mi sono trovato in circostanze migliori. I clamori della piazza erano demoniaci. La massa incitava gli assalitori dalle finestre con tonalità di uragano». Lussu lancia un primo avviso, grida «Sono armato!» da dietro le persiane. Poi, mira e spara al primo che arriva sul balcone. Un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte piomba giù, sul selciato della piazza. Gli altri scompaiono in un lampo. Nonostante lo svolgimento dei fatti dimostri la legittima difesa (e infatti verrà assolto) e nonostante l’immunità parlamentare, Lussu viene portato in carcere. Ci vorrà un anno prima di arrivare a sentenza ma l’ordine di scarcerazione immediata è seguito da un ordine di domicilio coatto. Lussu è condannato alla pena di cinque anni di confino per misure di ordine pubblico e definito «avversario incorreggibile del regime». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 31-33.
#Joyce Lussu#La Sibilla#letture#leggere#biografie#Cagliari#Joyce Salvadori Lussu#Silvia Ballestra#Storia del '900#Lipari#intellettuali italiani del XX secolo#antifascismo#lotta partigiana#prima guerra mondiale#Emilio Lussu#Armungia#Sardegna#Partito sardo d’azione#Bainsizza#Benito Mussolini#antifascisti#Anteo Zamboni#federalismo#squadrismo#Aventino#anni '20#Giacomo Matteotti#Giustizia e Libertà#Resistenza#Carso
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Settembre* e cambiamenti, le due cose che ho sempre fatto fatica ad affrontare.
Quella di ora non è la solita routine, non sono i soliti respiri, la solita vita. È un po' come l'orario provvisorio a scuola, te lo ritrovi ma non sai quando cambia. E quando cambia ti fa schifo comunque e vorresti fosse diverso, ci metti un po' a tirarne fuori il meglio.
(Fa caldo e freddo ma voi avete già il piumone?)
Irma, la mia prima bici bolognese, ci ha abbandonato, ruggine e san pietrini hanno spezzato il manubrio..Benvenuta Bulma!
C. non fa altro che studiare cose vecchie e ne inizia veloce già di nuove. L'ansia è sempre tanta e a volte ci servirebbe più ossigeno, ma da Ottobre potrebbe essere tutto finito e finalmente lei potrebbe frequentare un'università che le piace davvero. Siamo dovuti tornare in Lombardia per due giorni..aiuto.
Vorrei solo vederla felice e fare tante giravolte, sono stati mesi difficili, grigi e incompresi.
La tesi è bellissima e io sono tanto fiero di lei!
P.s. ripetendo storia per l'esame con lei ora so l'epoca Giolitti molto bene, credo..
Ospitiamo a tempo indeterminato E., una sua amica storica che cerca casa per iniziare la magistrale qui a Bolo mentre finisce gli ultimi dettagli per la laurea. Stiamo strettini e stressatini in 3 in casa, ma sembra di essere in una sitcom e troviamo il modo di sdrammatizzare sempre.
Vediamo serie TV: "The Bear" e "OMITB".
Io a lavoro sto praticamente cambiando tutto, collegh3, servizi, orari, luoghi. Per coprire le ore faccio tutti i giovedì, venerdì e sabato notte..Inizio a sentire i 30 anni e mi fa male il ginocchio. 15 mila passi a serata oh..
(Cercate "Nottambula" su Instagram).
Rastignano è lontana ma ci arrivo in meno tempo che a Barca, c'è molto silenzio per le strade, beat* loro la notte.
Da Novembre dovrei lavorare con orari differenti e più stabili, sempre salvo casini dell'ultimo momento by Comune di Bologna.
A me e a C. rode tanto non riuscire a fare più vita sociale se non la solita passeggiata per la spesa o per mangiare qualcosa al volo, ci stiamo perdendo un po' di serate carine del weekend, Bologna va tanto veloce, come sempre. Ti riacciufferemo, occhio a te!
Siamo un po' dei fantasmi con amic3 e ci dispiace, prevedo seratine giochi da tavolo in casa e uscitine indie.
(Dobbiamo ancora fare la "serata proiettore", film da consigliare per serata trash tra amiki?)
Sto suonando e cantando un po' di più anche grazie a G., qualche ginseng di troppo mi farà schizzare il cuore, ma ne vale la pena per la musica. Da novembre spero di mollare il lavoro di notte, spararmi qualche jam in settimana e aiutarlo di più con la band, sento che sta andando meglio.
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Settembre è sempre stato così, "provvisorio".
Con l'asterisco.
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Nel discorso sui portici ho parlato del fatto che io sono un bolognese adottato che ha fatto qualche resistenza, ma che, dopo vent’anni che abito quasi qui (abito a Casalecchio, in realtà), sono contento di quasi vivere in una città che dà la cittadinanza onoraria a tutti i bambini stranieri che studiano a Bologna, e che il fatto che la razze umane non esistono, che è una cosa che io ho imparato a 50 anni quando ho scritto un discorso sull’eugenetica da dire a Auschwitz, quella cosa lì che io ho imparato ad Auschwitz, mia figlia l’ha imparata a 5 anni in una scuola elementare che dà sul portico più lungo del mondo, in via Saragozza, a Bologna.
Paolo Nori, Facebook
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Drifting, cos’è e come imparare: l’importanza di un corso professionale
Drifting è una parola che non sentiamo spesso, o almeno: la conoscono bene gli appassionati di auto e i fan della saga cinematografica Fast & Furious. Questo termine inglese si può tradurre con “alla deriva”, ed è una manovra che si può imparare (una “sbandata controllata”), ma è molto importante iscriversi ai corsi professionali per faro in totale sicurezza. Prima di tutto, infatti, è fondamentale acquisire tecnica e sensibilità, poiché il drifting può diventare pericoloso se non si è totalmente esperti. Come diventarlo? Con i corsi drift: la scuola Drifting a Bologna, precisamente a Crespellano, dispone della Drift Arena, dove imparare con istruttori che praticano questa disciplina da più di 20 anni. Ovviamente, in modo sicuro.
Cos’è il drifting
Prima di approfondire i corsi nello specifico, vogliamo concentrarci su cos’è il drifting. Abbiamo visto che questo termine viene tradotto con “alla deriva”, e quindi cosa accade nello specifico? Semplice: la vettura perde il controllo, precisamente della parte posteriore, e viene quindi controllata mediante la parte anteriore. Le ruote posteriori perdono aderenza, e l’auto slitta, dunque, come previsto dal termine, va alla deriva. Ovviamente, bisogna saper tracciare la traiettoria da mantenere durante questa manovra, perché l’obiettivo è quello di evitare di finire fuori strada.
Spiegata con queste parole, può sembrare ovviamente una manovra pericolosa. Non vogliamo mentire: è una manovra che implica un alto autocontrollo e soprattutto una conoscenza approfondita della tecnica e dell’auto in sé. Per un pilota esperto, per esempio, fare drifting non è difficile, anzi. Come è nata questa tecnica? Come forma di competizione, ma non è la velocità il fattore di successo, bensì la precisione. Tra l’altro, è una delle manovre più utilizzate nel mondo del rally, dove c’è la necessità di mantenere la velocità di fronte a una curva stretta, ma senza perdere totalmente il controllo del veicolo.
Una manovra adrenalinica da professionisti
Questa manovra automobilistica, come abbiamo visto, è spettacolare e adrenalinica al contempo. Per eseguirla alla perfezione, però, è fondamentale studiare: per i veri professionisti, è “quasi” un gioco da ragazzi. Anche perché ci sono delle competizioni sportive vere e proprie per campioni di drifting. La disciplina sportiva è conosciuta in tutto il mondo, anche grazie alla saga Fast & Furious.
Come anticipato, fare un drifting nel modo corretto non è così semplice, oltre al fatto che esistono diverse tecniche, soprattutto durante la prima parte dell’esibizione, che è quella che innesca, di fatto, il drift. Una delle più semplici prevede l’uso del freno a mano, e una variante è chiamata con il nome di blocco del ponte. Quella professionale, invece, è il pendolo.
Una precisazione: non si può fare drifting in una strada trafficata o dove sono presenti ostacoli o pedoni. Lo ribadiamo: per quanto sia spettacolare, questa manovra va eseguita in sicurezza, in pista o comunque in luoghi molto ampi e deserti, dove, quindi, non si possono causare incidenti.
Dove imparare a fare drifting
Sono molte le scuole di drifting in Italia, come Scuola Drifting a Bologna, esattamente a Crespellano, dove vengono offerti periodicamente dei corsi di formazione per la guida di traverso. Ovviamente, è una zona sicura in cui imparare, non su una strada aperta al pubblico. Con la Drift Arena Academy, c’è la possibilità di imparare in sicurezza, evitando, quindi, che questa esibizione possa diventare pericolosa. C’è anche da dire che farlo alla presenza di istruttori che praticano la disciplina da più di 20 anni fa sentire più tranquilli e a proprio agio. Il costo di un corso Drift è a partire da 160 euro, auto comprese per un’ora. Tutti i dettagli si possono trovare su questo link.
Su scuoladriftingbologna.it, è possibile scoprire maggiori informazioni a riguardo: è presente un modulo di contatto dove richiedere tutti i dati, lasciando il proprio nome e cognome, l’e-mail, il numero di telefono e un messaggio. Molto importante da sottolineare è il fatto che si parte da zero: non è necessario avere già esperienza nel mondo del drifting. Le auto sono di eccellente qualità, gli istruttori insegnano la corretta posizione di guida, come lavorare sui pedali, ma anche sul volante e sul freno a mano. Tutti gli allievi saranno sempre seguiti dall’istruttore, presente all’interno del veicolo. Parola d’ordine: adrenalina in sicurezza.
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#Drift#drift academy#drift school#drifting school#drifting#corso drift#corso drifting#scuola drift#scuola drifting#imparare il drift#imparare il drifting#drift arena#scuola drifting bologna
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L’anno 2005 è stato uno dei più intensi emotivamente della mia vita. Facevo il primo anno di università a Bologna ma per un serie di cose (fra le quali la fidanzata dell’epoca, il gruppi di amici a Marsciano, la band…) tornavo giù a casa dai miei spesso. Ero in una fase a metà della mia vita nella quale studiavo, lavoravo ma allo stesso tempo avevo tante cose del cuore legate alla mia cittadina fra cui la nostra band con Lorenzo e Giuseppe, gli Autumn Leaf. Ricordo tantissimo di quel periodo di vita anche perché tendenzialmente vivevo fino al giovedì mattina a Bologna e poi prendevo il treno per scendere giù. A volte scendevo mercoledì sera inventando la mancanza di lezioni, altre volte risalivo il lunedì sera mancandone altre. Insomma era una sorta di settimana cortissima che mi ha fatto mantenere un piede in due scarpe, o meglio, portare avanti due sentieri assieme: quello universitario (che tardava a decollare) e quello tardo adolescenziale (che invece era rimasto piacevolmente legato giù. Anche perché gli altri membri della band, nonché i miei nuovi amici del cuore, erano tutti più giovani di me almeno di uno-due anni; avevamo alcuni ascolti in comune e questa piccola ma sostanziale differenza di età ha fatto sì che io diventassi il loro mentore, la loro persona di fiducia. Ma la cosa era reciproca visto che ancora oggi ricordo i pomeriggi a casa di Lorenzo a guardare film e film, lui che per me era la mia fonte cinematografica. Ed è grazie a loro che scoprii i Porcupine Tree. Lorenzo, Giuseppe (ma anche Caroli e Alberto) erano più legati ad un progressive metal che era emerso da ascolti giovanili di nu-metal e qualcosa di thrash. Deadwing (ma anche In Absentia) è strettamente legato a quei giorni, alle nostre prove, al tentare di creare in sala prove qualcosa a metà strada fra gli Opeth, gli Ulver, gli Anathema e, appunto, i Porcupine Tree.
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Ancora oggi quando parte l’omonima traccia del disco i miei pensieri vanno giù a quei bellissimi anni; queste chitarre liquide, aperte, ariose, meravigliose sembravano appunto uscire dagli Opeth più melodici; la voce di Steven Wilson era qualcosa di magico, orecchiabile, che sapeva trasportarti altrove. Deadwing è un album progressive che – per fortuna – spinge poco il piede sul metal (una cosa che ancora non sopporto è la produzione soprattutto della batteria in In Absentia) e che lascia emergere tutte le componenti calorose degli strumenti, del pianoforte, del legno. Il ritornello di "Shallow", anche se mena forte è mitigato dalla voce effettata di Steven. "Lazarus" sembra quasi un singolo dei Coldplay ma in senso buono, perfettamente inserito all’interno dello storytelling dell’album (e Steven ha sempre ammirato Chris Martin e soci anche se è famosa quella foto dove tiene un cartello in mano con scritto “i Coldplay sono dei segaioli”); consideriamo sempre che al pianoforte, al mellotron, ai synth c’è Richard Barbieri, un ex-Japan.
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Anche "Mellotron Scratch" tira fuori i Porcupine Tree più dolci, che giocano con le sovrapposizioni vocali e riescono a creare dei bellissimi collage con foto ritagliate dai ricordi delle estati che furono. Una delicatissima malinconia che è intrecciata con le chitarre dei Pink Floyd, con tutta la tradizione di tastiere della scuola di Canterbury senza però abbandonarsi in lunghe perifrasi tecniche tanto care al prog duro e puro. I più maniaci dei tempi dispari e delle pippe tecniche devono spostarsi a fine album ad ascoltare "The Start of Something Beautiful" dove Gavin Harrison e Colin Hedwin si divertono a picchettare il brano e l’ascoltatore… se non siete dei mega-fan del tempo disparo resistete fino alla seconda metà del brano dove si assiste ad una bellissima trasformazione verso il sentimentale con i classici echi di David Gilmour. A volte, in questo Deadwing, Steven assume un timbro vocale forse troppo debitore a Maynard Keene, ma d’altronde i Tool sono stati una delle pietre angolari di tanta musica sperimentale ("Shallow", "Open Car"). C’è da dire che il picco più alto dell’album nonché uno dei picchi massimi dell’intera discografia dei Porcupine Tree coincide con "Arriving Somewhere but not here". Una bellissima suite di 12 minuti con suoni in backwards, sonorità nostalgiche e dolci che impennano verso il cielo col primo assolo: pazzesco, bellissimo, come se uscisse da "Comfortably Numb". Questo brano con l’opener Deadwing e la conclusiva "Glass Arm Shattering" (e la bellissima coda di "The Start of Something Beautiful") descrivono i Porcupine Tree più spensierati, che suonano di getto, che aprono il cuore e riescono a selezionare i nostri migliori ricordi. Anzi, le dita di Wilson riscrivono su carta i ricordi di ognuno di noi.
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Recap: sono in ferie da... sabato mattina, in pratica.
Ho passato il sabato non mi ricordo bene come.
Domenica, uguale.
Stamattina ho fatto 2h con il maestro di chitarra.
Adesso ho recuperato i ragazzi da scuola e stiamo per andare ai primi colloqui per il minore (temo di dover andare con la Bibbia e l'acqua santa).
Domani devo comprarmi uno straccio di vestito per il matrimonio a cui farò da celebrante il 7. Ho meno di 500 € sul conto e lo stipendio difficilmente arriverà prima del 15.
Dopodomani partiamo in treno per Bologna. Poi il 7 c'è matrimonio civile etc.
Se tutto va bene l'8 siamo di nuovo qui e a pranzo dalla suocera.
8,9,10 preferirei davvero passarli a mollo nella vasca da bagno col cervello scollegato.
In tutto questo, in casa si respirano una affinità ed una sintonia di coppia pari alla serenità del clima politico europeo dopo l'assassinio dell'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando nel 1914.
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Taggata da @mafaldinablabla, grz teso <3
1. Are you named after anyone?
No, riprendo la risposta di mafaldina e dico solo che mia madre voleva chiamarmi Nicole e mio padre Arianna. Non sono bravi a scegliere nomi, che dire.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Ieri.
3. Hai figli?
No.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Una volta sì, ora lo uso giusto per dare fastidio (spesso).
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Nuoto e poi ho fatto palestra. Nell'ultimo anno mi sono fermata, ma mi allenavo a corpo libero.
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Dipende, non lo so, non tutte le persone mi colpiscono per un motivo in particolare. In genere l'atteggiamento per capire se posso andarci d'accordo o meno a lungo andare, ma non è una sicuramente un "default" o la prima cosa.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Azzurro.
8. Scary movies o happy endings?
Non ho capito 'sta domanda perché prima si parla di un genere e poi della conclusione dello storyboard. Comunque guardo romcom, direi sia esplicativo.
9. Qualche talento particolare?
No, sono una persona nella media. Forse ho uno spiccato senso critico? Ma più che talento particolare lo definirei più sviluppato rispetto agli altri che ho.
10. Dove sei nato?
Bologna.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Disegnare, cantare, studiare cose che mi piacciono (ultimamente sono interessata al paganesimo, ma in genere sono più sugli studi transfemministi, con tutte le varie intersezionalità), avere rapporti umani con persone che mi piacciono.
12. Hai animali domestici?
No.
13. Quanto sei alta?
1.67.
14. Materia preferita a scuola?
Si alternavano molto matematica e italiano, sono abbastanza normie scsate.
15. Dream job?
Una volta avrei detto editor. Ora dico che non voglio lavorare. Però mi piacerebbe fare più associazionismo, questo sì.
Taggo @aroma-dell-arrosto @ettoutsetient @pgfone @casual-nonbinary @painauchocolat07 @kyda @acribiacollerica @aquaragia
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Mezzanotte e 37, giorno feriale. In fila per i taxi all’aereoporto di bologna conto 87 persone. Ogni 10-12 min arriva un taxi. Starà a casta quella dei tassisti, che riesce sempre a difendere il proprio regime di monopolio e di privilegio del concordato fiscale a condizioni scandalosamente convenienti. Piace a tutti vincere facile, ma qui servono Uber e Bolt. Magari così arriviamo anche a casa in tempo per portare i figli a scuola.
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Nell'appartamento sopra a quello in cui vivo io si sta trasferendo una famiglia. Con tre figli che saranno presto quattro. Sono stati qui solo poche ore e ho le orecchie distrutte da corse modello bisonte e urla continue. Uno dei pargoli ha suonato ogni campanello mentre saliva le scale.
L'odio per i bambini cresce sempre più. Sto già pensando ai dispetti da fare, se saranno molesti e maleducati.
Quando ero a Bologna l'ultimo anno si trasferirono al piano sotto una famiglia con due bambini, dopo due anni di assoluto silenzio, perché sotto viveva una coppia senza figli, il caos più assoluto ED ERANO AL PIANO SOTTO. Una volta stavamo studiando in casa e questi qui urlavano come pazzi, allora son scesa giù, ho suonato e chiesto di poter fare più piano visto che sopra stavamo studiando e i genitori "sono bambini, sono stati a scuola tutto il giorno, devono sfogarsi" MA PORTALI AL PARCO CRISTO SANTO, LIBERALI COME I CANI E FALLI CORRERE, oppure non andare a vivere in un condominio.
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Ro'Hara, "Filo d'oro" dal 24 febbraio
Dopo "Shalla" e "Sa di te", "Filo d'oro" è il terzo singolo di Ro'Hara in radio e in digitale da venerdì 24 febbraio 2023.
"Filo d'oro" è un brano pop soul energico, poetico e positivo, contaminato da suoni elettronici e momenti gospel. Il pezzo parla di libertà, della voglia di lasciarsi andare senza pregiudizi e della fiducia che bisogna avere negli altri ma soprattutto in se stessi.
La canzone è interamente scritta dall'artista, prodotta e mixata da Cristiano Norbedo presso "La Casetta Gialla Studio" di Trieste, con le chitarre di Nicolas Morassutto, le programmazioni ritmiche di Giona Rossetto ed il master di Ricky Carioti.
Spiega l'artista a proposito del brano: "Filo d'oro rappresenta la rinascita. Quando viviamo un momento difficile, buio e tormentato, il nostro filo è nero, sfilacciato come le nostre emozioni, ma soprattutto scollegato da tutto. Per fortuna non è la fine: qualcosa o qualcuno riconosce il tuo dolore, stringe il proprio filo d'oro al tuo ed illumina la strada che avevi perso, facendoti ritrovare la salvezza. Ognuno di noi ha il proprio filo d'oro, che ha scoperto o devo ancora scoprire, il tuo qual è?".
Presalva ora il brano
https://lapop.lnk.to/filo_doro
Biografia
Rossella Prignano, in arte Ro'Hara nasce a Verona il 2 dicembre 1992. All'età di dieci anni si trasferisce con la sua famiglia a Gorizia. È la più piccola di tre sorelle. Fin da bambina è molto curiosa e passa la maggior parte del suo tempo libero ascoltando più musica possibile e cercando di imparare a cantare, imitando i musicisti famosi dell'epoca. Viene notata dalla Direttrice del coro della Chiesa che insiste ad iscriverla in una scuola di canto. Da quel momento Ro'Hara non ha mai abbandonato la musica. Nel 2015 si diploma presso la "Bernstein School of Musical Theatre" di Bologna. La sua esigenza è quella di scrivere e cantare le proprie canzoni, ricevendo, per questi, diversi riscontri artistici durante gli anni, tra i quali: miglior testo inedito al "Premio Casa della Musica" con direttore artistico Andrea Rigonat, vincitrice del "Talent vocal Selection" con Mara Maionchi ed Antonio Vandoni, due volte finalista al "Tour Music Fest", sempre nella sezione cantautori, è successivamente tra i vincitori di "A Voice for music" con Loretta Martinez e Enzo Campagnoli ed infine è tra i finalisti di "Musicultura 2020". Dal 2020 ad oggi ha deciso di rimanere in silenzio per dedicarsi al suo nuovo Ep che a breve avremo modo di ascoltare su tutte le piattaforme. Un progetto interamente Pop, nato da due anni di ricerca interiore e musicale e di cambiamento per questa nuova artista emergente.
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Emmanuela Marcianò
Cantautrice calabrese
Emmanuela Marciano', nata e cresciuta a Reggio Calabria si avvicina al mondo musicale a soli 4 anni, esattamente nel 1988, partecipando alle selezioni dello zecchino d'oro e vincendo le finali regionali. Arriva così direttamente a Bologna sul palco dell'Antoniano.. Prosegue il suo percorso musicale nella scuola AMS Severino, seguita dalla dott.sa Giovanna Gilda Severino nel canto e alla strumentazione dai maestri Domenico ed Antonino Severino. Il suo percorso è sempre stato orientato alla conoscenza, studio ed interpretazione della musica italiana pop-rock e di inediti dei maestri. Il suo percorso artistico musicale ha fatto maturare l'idea di realizzarsi come cantautrice, senza porre limiti a collaborazioni con arrangiatori e coautori. L'obiettivo artistico di Emmanuela è arrivare al cuore di chi ascolta, e far divenire ogni singolo brano storia di vita. Il suo primo brano inedito è "Radici Assetate" con un stile pop melodico per poi passare a composizioni come "Torno" con un stile pop rock molto energico fino a giungere al suo ultimo brano inedito "Io con te".
Di seguito tutti i riferimenti social per poter seguire questa talentuosa artista.
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Paola Testi — Direttrice di Cultura Italiana parla di Arezzo Paola Testi Director of Cultura Italiana talks about Arezzo Paola Testi, direttrice di Cultura Italiana, racconta il fascino di ArezzoPaola Testi, Director of Cultura Italiana, Shares Insights on Arezzo Oggi sono entusiasta di presentarvi la mia amica Paola Testi, direttrice della scuola di italiano Cultura Italiana Arezzo. Situata nel cuore della Toscana, Arezzo è una cittadina affascinante, a solo un’ora di treno da Firenze e circa due ore e mezza da Roma. È una gemma pittoresca, ricca di storia e cultura.Today, I am thrilled to introduce my friend Paola Testi, the director of the Italian school Cultura Italiana Arezzo. Located in the heart of Tuscany, Arezzo is a charming town just an hour by train from Florence and about two and a half hours from Rome. It’s a picturesque gem steeped in history and culture.Alcuni anni fa, Paola mi ha contattata con la proposta di collaborare ai miei programmi di immersione linguistica Matta Italian Language Immersion. Fin dal nostro primo incontro online, ho sentito un’immediata connessione. Il calore, la cordialità e la passione di Paola per l’insegnamento erano evidenti, e abbiamo scoperto di condividere la stessa filosofia: per imparare davvero una lingua, è necessario immergersi nella cultura, e per abbracciare pienamente una cultura, è fondamentale impararne la lingua.Several years ago, Paola reached out to me with a proposal to collaborate on my Matta Italian Language Immersion programs. From our very first online meeting, I felt an immediate connection. Paola’s warmth, friendliness, and passion for teaching were evident, and we discovered we share the same philosophy: to truly learn a language, you must immerse yourself in the culture—and to fully embrace a culture, you must learn its language.In questo post speciale, Paola si presenta, condividendo la storia del suo sogno di creare una scuola di italiano per stranieri ad Arezzo. Offre anche ulteriori spunti sulla sua filosofia di insegnamento e racconta alcuni dei luoghi imperdibili di questa incantevole città toscana.In this guest post, Paola introduces herself, sharing the story of her dream to create an Italian school for foreigners in Arezzo. She also offers additional insight into her teaching philosophy and highlights some of the must-see spots in this enchanting Tuscan town. Un saluto da PaolaA Warm Welcome from Paola Ciao a tutti! Mi chiamo Paola Testi e sono la direttrice e fondatrice di Cultura Italiana Arezzo. La mia avventura è iniziata circa 20 anni fa quando, per puro caso, ho cominciato a insegnare italiano per stranieri qui ad Arezzo, nella sede secondaria di una grande scuola di Bologna. Da quel momento è nata in me una passione per la mia lingua e per l’insegnamento. Con mia grande sorpresa, ho scoperto quante persone nel mondo condividono l’amore per la lingua e la cultura italiana. Tre anni fa, ho preso una grande decisione: non senza timori, ho iniziato un’attività indipendente, creando una scuola con una nuova identità basata sulle mie idee.Hi everyone! My name is Paola Testi, and I’m the director and founder of Cultura Italiana Arezzo. My journey began about 20 years ago when, by chance, I started teaching Italian to foreigners here in Arezzo, at a branch of a large school based in Bologna. From that moment, I developed a deep passion for my language and for teaching. To my surprise, I discovered how many people worldwide share a love for the Italian language and culture. Three years ago, I made a big decision: with a mix of fear and excitement, I started my own independent school with a fresh identity based on my ideas. Un sogno diventato realtàA Dream Come True Il mio sogno era creare una scuola dinamica, flessibile e accogliente dove gli studenti si sentissero a casa. Volevo una scuola profondamente legata alla realtà locale. Credo che imparare una lingua significhi anche immergersi nella sua cultura e società. La lingua non è solo un codice tecnico; è un’esperienza da vivere a 360 gradi. Per questo motivo, molte cose non si possono spiegare, ma solo vivere e provare.My dream was to create a dynamic, flexible, and welcoming school where students feel at home. I envisioned a school deeply connected to the local culture. I believe that learning a language also means diving into its culture and society. Language is not just a technical code; it’s an experience to be lived fully. For this reason, many aspects of language cannot simply be explained—they must be experienced. Imparare vivendoLearning by Living Nella nostra scuola crediamo che l’apprendimento della lingua sia più efficace attraverso l’immersione culturale. Per questo motivo, integriamo attività come visite guidate, escursioni e corsi di cucina nelle nostre lezioni, permettendo agli studenti di scoprire la vera essenza dell’Italia: la sua terra, la sua cultura e le sue tradizioni.At our school, we believe language learning is best achieved through cultural immersion. That’s why we integrate activities like tours, excursions, and cooking classes into our lessons, allowing students to experience the true essence of Italy—its land, culture, and traditions.Incoraggiamo gli studenti a vivere Arezzo come veri locali, esplorando i ritmi quotidiani della città e visitando tesori vicini come Cortona e Anghiari. Insieme prepariamo piatti autentici italiani, scoprendo le storie dietro le ricette tradizionali, e visitiamo cantine locali per assaporare i rinomati vini toscani.We encourage students to embrace Arezzo like locals, exploring its daily rhythms while also visiting nearby gems like Cortona and Anghiari. Together, we prepare authentic Italian dishes, uncovering the stories behind traditional recipes, and visit local wineries to savor Tuscany’s renowned wines.Queste esperienze immersive rendono l’apprendimento dell’italiano indimenticabile, unendo lingua, cultura e una profonda connessione al cuore dell’Italia.These immersive experiences make learning Italian unforgettable, blending language, culture, and a deep connection to the heart of Italy. Un mix internazionaleAn International Mix I nostri studenti provengono da una varietà di nazionalità, tra cui europei, americani, australiani, giapponesi, brasiliani e molti altri, creando un ambiente di apprendimento davvero internazionale. La maggior parte dei nostri partecipanti sono adulti che trovano il tempo, nonostante le loro vite impegnative, per imparare l’italiano e immergersi nella cultura locale. Non vengono solo per studiare la lingua, ma anche per vivere in prima persona lo stile di vita, la storia e le tradizioni di Arezzo.Our students come from a variety of nationalities, including Europeans, Americans, Australians, Japanese, Brazilians, and many others, creating a truly global learning environment. Most of our participants are adults who carve out time from their busy lives to learn Italian and immerse themselves in the local culture. They come not just to study the language but to experience the lifestyle, history, and traditions of Arezzo firsthand.Molti rimangono talmente affascinati dal fascino di Arezzo e dalla cordialità della sua gente che tornano più volte, creando legami duraturi e un senso di appartenenza. Alcuni si innamorano così tanto della città da trovare difficile lasciarla, descrivendo il loro tempo qui come un’esperienza trasformativa e indimenticabile. Non è raro che gli studenti dicano di aver trovato una seconda casa ad Arezzo.Many are so captivated by the charm of Arezzo and the warmth of its people that they return multiple times, building lasting connections and a sense of belonging. Some fall in love with the town so deeply that they find it hard to leave, describing their time here as transformative and unforgettable. It’s not uncommon for students to say they’ve found a second home in Arezzo. Arezzo: Un Gioiello di Storia e Arte da ScoprireDiscover Arezzo: A Hidden Gem of History and Art Arezzo è una città di piccole dimensioni, ma vanta una storia straordinaria. È famosa per la produzione di gioielleria raffinata e come luogo di nascita di personaggi illustri come il benedettino Guido Monaco, inventore nell’XI secolo delle note musicali moderne, il poeta Petrarca, il primo storico dell’arte Giorgio Vasari e l’autore Pietro Aretino. Inoltre, il grande artista e matematico Piero della Francesca ha lasciato ad Arezzo il suo capolavoro: il ciclo di affreschi rinascimentali “La Leggenda della Vera Croce,” una pietra miliare della storia dell’arte.Though small, Arezzo boasts an extraordinary history. Renowned for its fine jewelry, it is also the birthplace of notable figures such as the Benedictine monk Guido d’Arezzo, who invented modern musical notation in the 11th century, poet Petrarch, art historian Giorgio Vasari, and writer Pietro Aretino. Additionally, the great artist and mathematician Piero della Francesca created his masterpiece here: the Renaissance fresco cycle “The Legend of the True Cross,” a milestone in art history. Arezzo: Un Gioiello di Storia e Arte da ScoprireDiscover Arezzo: A Hidden Gem of History and Art Il centro storico medievale e rinascimentale di Arezzo è splendidamente conservato, con strade acciottolate, piazze eleganti e un'architettura mozzafiato. È stato immortalato nel film premio Oscar di Roberto Benigni “La Vita è Bella” (1999), che ha catturato il fascino senza tempo della città. Passeggiando per le sue strade, i visitatori possono riconoscere i luoghi iconici del film, aggiungendo un tocco di magia cinematografica a questa affascinante destinazione.Arezzo’s medieval and Renaissance historic center is beautifully preserved, with cobblestone streets, elegant piazzas, and stunning architecture. It was immortalized in Roberto Benigni’s Oscar-winning film “Life is Beautiful” (1999), which captured the town’s timeless charm. Strolling through its streets, visitors can spot iconic locations from the film, adding a touch of cinematic magic to this enchanting destination. 5 Luoghi Imperdibili ad Arezzo5 Must-See Spots in Arezzo Piazza San Francesco e la Chiesa di San FrancescoPiazza San Francesco and the Church of San Francesco, where you can marvel at Piero della Francesca’s masterpiece.La Pieve di Santa MariaThe Pieve of Santa Maria, a gem of medieval architecture.Piazza GrandePiazza Grande, with the Loggias designed by Giorgio Vasari.Il Duomo di San DonatoThe majestic Cathedral of San Donato.Chiesa di San DomenicoSan Domenico Church, home to the painted cross by Cimabue. Esperienze da non perdere ad ArezzoExperiences You Can’t Miss in Arezzo Oltre alle visite culturali, passeggiate nella Fortezza Medicea, un’imponente struttura costruita da Cosimo de’ Medici che offre una vista mozzafiato sulla campagna circostante. Ogni prima domenica del mese, esplorate la rinomata Fiera Antiquaria di Arezzo, ispirata dal celebre collezionista Ivan Bruschi, dove si possono trovare tesori e curiosità di ogni genere. Per un’esperienza davvero indimenticabile, tornate indietro nel tempo e assistete alla Giostra del Saracino, un avvincente torneo di giostra tra i quattro quartieri della città, le cui origini risalgono all’epoca delle Crociate.In addition to cultural visits, stroll through the Medici Fortress, an impressive structure built by Cosimo de’ Medici that offers breathtaking views of the surrounding countryside. On the first Sunday of every month, explore Arezzo’s renowned Antiques Fair, inspired by the famous collector Ivan Bruschi, where treasures and curiosities abound. For a truly unforgettable experience, step back into the Middle Ages and witness the Giostra del Saracino, a thrilling jousting tournament among the city’s four districts, rooted in the traditions of the Crusades. Ti Aspettiamo ad Arezzo!We Look Forward to Seeing You in Arezzo! Melissa ed io siamo entusiaste di darvi il benvenuto ad Arezzo per il prossimo Matta Cultura Italiana Language Immersion Program! Insieme vi guideremo in un viaggio indimenticabile per apprendere la lingua italiana e immergervi profondamente nella vibrante cultura, storia e tradizioni di questa incantevole città toscana. Dalle lezioni di lingua alle attività culturali, dall’esplorazione di tesori nascosti alla degustazione di prelibatezze locali, faremo in modo che la vostra esperienza sia sia arricchente che memorabile. Non perdete l’occasione di immergervi in tutto ciò che Arezzo ha da offrire—unitevi a noi e iniziate la vostra avventura italiana!Melissa and I are thrilled to welcome you to Arezzo for the next Matta Cultura Italiana Language Immersion Program! Together, we will guide you on an unforgettable journey of learning the Italian language while diving deep into the vibrant culture, history, and traditions of this enchanting Tuscan town. From language lessons and cultural activities to exploring hidden gems and savoring local delicacies, we’ll ensure your experience is both enriching and truly memorable. Don’t miss the opportunity to immerse yourself in all that Arezzo has to offer—join us and start your Italian adventure! Travel with Melissa and learn Italian in Italy! View the current Italian language and culture immersion programs. Read the full article
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Ieri notte ero a Bologna.
Ero a Milano ieri sera, dovevo essere a Roma stamattina, la prima ora a scuola. Dopo le otto e mezza, la sera, non esiste un treno per Roma. Frecciarossa e Italo tutte le ore a 130 euro, ma i treni la sera che magari servono ai pendolari no.
Avevo un treno notturno, con un cambio di un'ora e mezzo a Bologna.
La stazione di Bologna è l'esempio per me del disastro sociale degli ultimi trent'anni. Ci avrò passato le notti da ragazzino tra un treno e l'altro per un concerto o per andare a beccare un amico o una ragazza conosciuta al mare. Per me diciassettenne aveva un'allure mitica dei racconti di Tondelli o Palandri.
Quando ero un ragazzino c'era la sala d'attesa aperta tutta la notte. Oggi chiaramente no, di giorno ci sono i bar con i panini a otto euro e i cessi a pagamento. Oggi non ci sono nemmeno le panchine, e quelle poche che ci sono chiaramente hanno i divisori in modo che non ci si possa sdraiare. Nulla è aperto a parte i distributori automatici, la metà scassata.
Chi sta alla stazione Bologna di notte, a aspettare un treno, o pendolari, o poveri cristi, l'unico posto dove può andare è uno dei due bar davanti alla stazione, che svolgono di fatto un servizio pubblico minimo. Il diritto al sonno.
Al primo piano del bar puoi dormire, chiaramente solo se appoggi la testa sul tavolino e ti prendi almeno un caffè, ma i proprietari sono abbastanza gentili.
Non ci sono prese per ricaricare il telefonino, ma c'è un bagno.
Ieri eravamo una trentina, fissi. Tra una cosa e l'altra passeranno duecento, trecento persone a notte.
Chi deve andare a lavorare, magari da pendolare, dalla Campania a Milano, non prende quindi i treni, ma i pullman.
Non distante dalla stazione ferroviaria c'è l'autostazione, che è un posto dove puoi dormire per terra, e dove c'è una microsala d'attesa.
Un pullman Bologna-Roma costa 50 euro, dormi seduto tra la gente. I proprietari della linea Itabus sono la famiglia Aponte, italiani con i soldi in Svizzera, i secondi più ricchi della Svizzera, tra i 500 più ricchi del mondo. Hanno monopolizzato di fatto un servizio pubblico.
Ieri nella saletta sopra del bar eravamo solo due bianchi e tutti gli altri neri. L'altro bianco era un uomo che aveva 5 giorni di ferie e aveva pensato che con pochi soldi si poteva fare il Sentiero degli dei, Bologna Firenze, dormendo in ostelli, etc...
Ma arrivato a Bologna, non aveva trovato nulla per dormire, l'ostello gli aveva sparato 130 euro a notte, gli alberghi a tre stelle 300 euro a notte. La ragione è che la città era colonizzata dalla coppa Davis e gli albergatori hanno deciso di alzare i prezzi fuori controllo. Non si trovava ieri una camera con un prezzo umano entro 50 chilometri fuori Bologna. Si era arreso, stava tornando al suo paese vicino Milano, con un treno all'alba, facendosi tre ore di sonno con la faccia sul tavolino.
Quando penso a come il neoliberismo rende il mondo di merda, penso esattamente a questo. L'espulsione, totale, delle persone dallo spazio che dovrebbe essere pubblico, o almeno abitabile, attraversabile. Le persone che lavorano, i ragazzini, come potrei oggi andare a beccare un amico a cazzo come facevo a 19 anni, dove cazzo dormirei, in quelle due ore tra un cambio e l'altro, in una stazione, dove persino i muretti che circondano le rampe di scale sono stati costruiti con una superficie non troppo larga in modo che tu non ti ci possa buttare per mezz'ora?
Io se c'avessi dei soldi del Pnrr li darei a sto bar, per il servizio pubblico che offre, per il diritto al sonno. C. Raimo, Facebook
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Test del QI scopre chi sono i più intelligenti
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Quoziente intellettivo, Italiani tra i più intelligenti dell’UE, Cina prima al mondo. Come incide la scuola nello sviluppo del QI? Non è solo questione di Omega-3 Secondo i dati aggiornati al 1º gennaio 2025, basati su 1.393.066 partecipanti al test internazionale del QI nel 2024, l’Italia registra un QI medio di 101,03, posizionandosi al 19º posto a livello globale. Confronto con altri paesi europei In Europa, diversi paesi presentano QI medi comparabili o superiori a quello italiano. Ecco una panoramica dei QI medi di alcuni paesi dell’Unione Europea: - Spagna: 102,37 - Slovenia: 102,19 - Italia: 101,03 - Finlandia: 100,48 - Grecia: 100,31 - Belgio: 100,18 - Svezia: 99,79 - Germania: 99,78 - Austria: 99,71 - Portogallo: 99,4 Nel complesso europea l’Italia è al quarto posto, superata dalla Bielorussia. Posizione dell’Italia nel contesto globale A livello mondiale, i paesi dell’Asia orientale dominano le prime posizioni: - Cina: 107,43 - Iran: 106,63 - Corea del Sud: 106,57 - Giappone: 106,54 - Singapore: 105,25 - Federazione Russa: 103,31 - Mongolia: 103,13 - Australia: 102,67 - Armenia: 102,64 - Spagna: 102,37 - Sri Lanka: 102,21 - Nuova Zelanda: 102,20 - Slovenia: 102,19 - Canada: 101,73 - Thailandia: 101,66 - Bielorussia: 101,58 - Italia: 101,03 Considerazioni sulle variazioni del QI medio È importante notare che il QI medio può subire variazioni nel tempo a causa di fattori come l’educazione, la nutrizione e l’accesso alle cure sanitarie. Ad esempio, l’Italia ha registrato una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, passando da un QI medio di 102,11 a 101,03. L’impatto della scuola e dell’educazione sul QI L’educazione e la qualità del sistema scolastico hanno un ruolo cruciale nello sviluppo delle capacità cognitive che contribuiscono al QI. Sebbene il QI sia influenzato anche da fattori genetici e ambientali, l’istruzione può migliorare abilità specifiche come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la memoria, che sono elementi centrali nella misurazione del QI. Come l’istruzione influisce sul QI - Accesso universale all’istruzione Nei paesi con alti livelli di alfabetizzazione e accesso all’istruzione di qualità, si osserva spesso un QI medio più elevato. La scuola fornisce le basi per lo sviluppo del ragionamento logico e delle competenze linguistiche, fondamentali per i test del QI. - Durata dell’istruzione Studi dimostrano che un numero maggiore di anni di scuola è associato a un aumento del QI medio. Gli studenti che frequentano la scuola per periodi più lunghi tendono a sviluppare una maggiore capacità di ragionamento e una migliore padronanza delle competenze matematiche e linguistiche. - Metodi di insegnamento e approccio educativo Sistemi scolastici che privilegiano un apprendimento attivo e interdisciplinare, anziché un approccio mnemonico, contribuiscono a stimolare la creatività e il pensiero analitico. Questi metodi hanno un impatto diretto sulle prestazioni nei test cognitivi. - Supporto personalizzato e inclusione L’impiego di tutor e psicologi scolastici, come dimostrato dall’esperienza dell’Università di Bologna, può favorire il superamento delle difficoltà di apprendimento, prevenendo la dispersione scolastica e migliorando il rendimento cognitivo complessivo degli studenti. Altri fattori che influenzano il QI Oltre all’educazione, diversi fattori ambientali, genetici e socioeconomici contribuiscono a determinare il QI. Questi elementi possono avere effetti positivi o negativi sullo sviluppo delle capacità cognitive e sulle prestazioni nei test del QI. Fattori genetici - Ereditarietà: Studi indicano che circa il 50-80% delle variazioni del QI tra individui può essere attribuito a fattori genetici. Tuttavia, l’ambiente gioca un ruolo importante nel permettere al potenziale genetico di esprimersi. - Predisposizioni cognitive: Alcune abilità, come la memoria e il ragionamento logico, possono essere in parte determinate geneticamente, ma necessitano di stimoli ambientali per svilupparsi appieno. Nutrizione - Dieta equilibrata: Una nutrizione adeguata durante l’infanzia è fondamentale per lo sviluppo cerebrale. Carenze di nutrienti essenziali come ferro, zinco e iodio possono ridurre il QI. - Acidi grassi Omega-3: Studi dimostrano che questi acidi, fondamentali per il funzionamento del cervello, migliorano le capacità cognitive, specialmente nei bambini. Stimolazione ambientale - Accesso a stimoli cognitivi: Ambienti ricchi di stimoli intellettuali – come libri, giochi educativi e attività culturali – favoriscono lo sviluppo delle capacità cognitive. - Interazione sociale: Il dialogo con adulti e coetanei, così come l’esposizione a linguaggi complessi, contribuisce a migliorare le abilità linguistiche e il pensiero critico. Fattori socioeconomici - Livello di reddito familiare: Famiglie con un reddito più alto possono offrire migliori opportunità educative, accesso a materiali didattici e attività extracurriculari che stimolano lo sviluppo cognitivo. - Stress e instabilità economica: Bambini che crescono in ambienti stressanti o instabili possono avere difficoltà nello sviluppo delle funzioni cognitive, a causa dell’impatto dello stress cronico sul cervello. Salute e benessere psicofisico - Sonno adeguato: La privazione di sonno, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, può ridurre la concentrazione e le prestazioni cognitive. - Assenza di malattie croniche: Problemi di salute non trattati, come infezioni ricorrenti o malattie croniche, possono rallentare lo sviluppo cognitivo. Tecnologia e accesso all’informazione - Uso equilibrato della tecnologia: L’accesso a strumenti tecnologici educativi può migliorare il QI, ma un uso eccessivo di dispositivi elettronici senza scopo didattico può limitare la capacità di concentrazione e il pensiero critico. - Reti sociali e apprendimento collaborativo: La condivisione di informazioni e il confronto con altre persone possono stimolare la creatività e il problem solving. Cultura e ambiente socio-culturale - Valorizzazione dell’istruzione: In culture che attribuiscono un alto valore all’istruzione e all’apprendimento continuo, il QI medio tende a essere più alto. - Tradizioni e valori locali: La trasmissione di conoscenze pratiche o culturali può arricchire le competenze cognitive, anche se non sempre quantificabili nei test di QI. Read the full article
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