#cattivi maestri
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sempre detto che puzzava di zolfo...
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Francesco scriverà la seconda parte di Laudato si'. Bastava la prima
L’annuncio dell’enciclica “green” non lascia ben sperare, visto che già il testo del 2015 conteneva più di un aspetto problematico. Continue reading Untitled
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#Apostasia#Bergoglio#bergoglionate#bergoglionismos#cattivi maestri#ecoeresia#falsi profeti#fumo di satana#idiozie clericali#Laudato Si’#papa Francesco#sedicenti cattolici#spirito del concilio
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Il ministro dell’anonima vita: Andrea Riccardi di Sant’Egidio
L’anonima vita di un “Caro Leader”: Andrea Riccardi. La comunità di Sant’Egidio, fra Riccardi e ricconi, pasti per i poveri offerti dalla Comunità ma pagati dal comune di Roma, abusi liturgici, svilimento della confessione sacramentale, colossali proprietà immobiliari e persino proprietà di bar, legami col mondo dell’alta moda e conseguenti lussuosi gala vippettari, partitini personali Todi Style…
#andrea riccardi#cattivi maestri#cattolici adulterati#comunità di sant&039;egidio#falsi profeti#pacifismo#pauperismo#politica#Vaticano
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Fusaro, il turbo-marxista che incanta i cattolici
Nelle invettive del filosofo contro la sinistra borghese c’è chi vede elementi di cristianesimo, senza accorgersi che i suoi maestri restano Hegel, Marx e Gramsci. Continue reading Fusaro, il turbo-marxista che incanta i cattolici
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+++Breaking Samsung News+++
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Forse offendere e odiare, per rivendicare il diritto di non essere offesi e odiati, è diventato un grande autogoal per la causa woke.
Samsung ritira un miliardo di sponsorizzazioni, ma non certo per altri motivi che i numeri, le indagini di mercato.
La violenza dell'odio della cancel culture, dell'ideologia woke, sta producendo effetti contrari a quanto sperato.
Invece di imparare a rispettare la comunità lgbtq+ le persone cominciano a stancarsi della loro derisione feroce di tutto ciò che non è uguale a loro.
Da discriminati si sono trasformati in discriminatori.
Sicuramente i numeri mostrano che c'è una sempre più forte disaffezione alla causa lgbtq+ a causa del loro incessante esprimere odio (si, scherzano, così dicono, ma sono ferocissimi).
Samsung mostra che il sentimento creato dalla propaganda woke, insistita sui media, nei social, nei film, negli spettacoli dal vivo, sta diventando pesante da sopportare.
Essere provocatori e divisivi non paga.
Un pessimo esempio di tolleranza e inclusività da chi chiede(va) tolleranza e inclusione.
Cattivi maestri ottengono cattivi risultati da cattivi allievi.
M. Gazzolo
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Se fossimo in Inghilterra, dove i cattivi maestri ignoranti almeno han le palle per esplicitarsi come tali senza tante supercazzole bizantine, l'omicidio di Sara uccisa a forbiciate a 18 anni da un illuso "amico" 19enne di origine indo pakistana, dove non hanno termini per tradurre sei solo un amico GIU' LE MANI, sarebbe descritto come "part and parcel of living in an immigration country".
Traduzione letterale: questo degrado è PARTE INTEGRANTE dell'accoglionismo, farsene una ragione alla svelta prego. Bene "maggiore" sovrasta bene "minore". Tutto sta decidere cosa sia il bene maggiore; fin che lo si lascia fare alla imprenditoria decotta e ai sinistrati altrettanto affari sporchi, senza prospettive né futuro solo l'oggi conta, questi sono i risultati.
La triste fine della povera ragazza bergamasca sarà presto declassata dal mainstream in ansia da femminicidi "veri": questo non ricade nella fattispecie, serve un cattivo maschio bianco. La narrativa ufficiale per le masse incupite continui quindi a batter la grancazza mediatica sulla efferata lucidità omicida da vero malvagio maschio occidentale del Turetta, quello si è caso esemplare.
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Rino Formica: "La sinistra sopravviverà alle sue nomenklature”
di Concetto Vecchio, la Repubblica, 19/12/22
Rino Formica, 95 anni, ex ministro socialista, la reazione della sinistra è all'altezza della gravità del Qatargate? "Non direi. Sento dire: "Devono pagare!" Ma è una reazione tartufesca. I cattivi maestri, in questa storia, devono pagare più degli alunni corrotti".
Chi sarebbero i cattivi maestri? "Le nomenklature, che non hanno vigilato, che hanno permesso che alla disciplina di partito subentrasse quella dei lobbisti. La mancata vigilanza è un errore molto grave in politica".
La responsabilità penale non è personale? "Sì, ma io sto parlando di quella politica. Si tende a ridurre la vicenda a un fatto di debolezza personale, mentre è figlia di una decadenza delle istituzioni, nazionali e sovranazionali, che viene da lontano. Nessuno si chiede perché sono così permeabili".
Perché? "Nell'89, con la caduta del Muro, il mercato vinse sulla politica. Tutto è da allora mercato. Tangentopoli rappresentò l'inizio della crisi delle istituzioni, questo scandalo ne è la parte terminale".
Ma l'Europarlamento non ha poi ceduto al Qatar. Non è consolante?
"Allarghi lo sguardo. Quando Panzeri non ha più avuto un campo nobile in cui esercitarsi si è autodegradato a mestierante. Non è l'unico ad avere piegato la funzione dell'istituzione agli affari". Insomma, i dirigenti non potevano non sapere della corruzione? "Cozzolino è stato sospeso, ancor prima di essere indagato. Ma non viveva in un mondo a sé. Perciò parlo d'ipocrisia. E penso che tutti quelli che hanno avuto grandi responsabilità negli ultimi trent'anni farebbero meglio a fare un passo indietro". Non è una richiesta sproporzionata? "Perché mai? Non hanno prodotto più un pensiero politico, ma neanche una difesa dei valori. Citano ancora Berlinguer. Ma Enrico è morto nel 1984 e noi siamo nel 2022".
Citare il segretario del Pci è un'autodifesa emotiva? "Il moralismo non è più sufficiente se non sei stato capace di sostituirlo con l'etica pubblica".
La denuncia di Berlinguer sulla questione morale è del 1981. "Quello fu però un arroccamento moralistico dopo la fine del compromesso storico che aveva reso digeribile al Pci l'alleanza con la Dc, definito dai comunisti "il partito dei forchettoni"".
Però anche lei parlò del Psi come di un convento povero dove i frati sono ricchi. "Alcuni monaci, con finanziamenti illegali, provvedevano autonomamente a sostenere l'attività di partito e le campagne elettorale".
Nel frattempo la superiorità morale della sinistra è tramontata per sempre? "È tramontata la capacità dei partiti di vigilare sulle trasgressioni".
È giusto che un ex uomo di Stato come Massimo D'Alema faccia il lobbista? "No, affatto. Offre un esempio negativo. Un uomo di Stato rimane tale sempre".
D'Alema non fa più politica. "Un rappresentante dell'élite politica di un Paese democratico è come il sacerdote di una comunità. Dura tutta la vita. Questa dignità si mantiene. Il prete è tale anche da spretato. Tutto ciò autorizza il sospetto che il suo comportamento precedente sia stato insincero di fronte al mandato fiduciario degli elettori".
Nessuno è innocente in questa storia?
"No. Penso alle nuove generazioni poste di fronte a uno spettacolo così deprimente e provo pena".
Il sindacato, le ong, i migranti: tre obiettivi ricorrenti della destra. Il tradimento perciò non è doppio? "Il tradimento è unico. E torniamo al punto di partenza: quando le istituzioni entrano in crisi trascinano con sé anche i corpi intermedi. Senza dimenticare che la sinistra di fronte al crollo delle istituzioni ha più da perdere della destra".
Pensa che il Qatar si vendicherà col gas? "No, quell'uscita ha un valore propagandistico. Piuttosto nessuno si pone la domanda: questo lobbismo spionistico che conseguenze ha avuto sulla nostra democrazia? L'altro giorno il ministro Urso, che è stato presidente del Copasir, ha detto che ci sono stati tentativi di interferenze di potenze straniere. Con quali effetti? Non si sa. La politica non se ne occupa".
Cosa pensa del caso Soumahoro? "È un altro indicatore della crisi della sinistra".
In che senso? "I partiti e i sindacati sapevano benissimo che in quella cooperativa c'era sfruttamento e tolleranza, eppur si è voluto offrirgli comunque un seggio in Parlamento".
Questa sinistra potrà mai rialzarsi? "Non c'è più né la sinistra né la destra. Non ha notato com'è tutta una corsa al centro? A sinistra si scambiano tra loro i voti, e pure a destra succede la stessa cosa. Il ministro Giorgetti la manovra l'ha scritta sotto dettatura".
Qual è la conseguenza per una democrazia? "In generale le forze politiche hanno abdicato alla loro autonomia, incapaci di dire un sì o un no".
Il Pd sopravvivrà? "Temo che tutti i partiti esistenti avranno vite molto brevi".
Non è apocalittico? "No, no. Tuttavia prima o poi nelle nuove generazioni scatterà la scintilla di un nuovo ordine mondiale".
Ma chi dovrebbe rappresentare questa nuova sinistra? "Il mondo della liberazione umana, perché la destra rappresenta il mondo della conservazione umana. E ogni conservazione finisce per diventare reazione".
Lei è per Bonaccini o per Schlein? "Per nessuno dei due. È un balletto in famiglia".
E allora non c'è speranza? "No, invece c'è. A medio termine sono ottimista".
Formica ottimista? "Vede, la sinistra è una cosa diversa dalle sue nomenklature. La sinistra è il popolo. E quindi immortale. Confido nei giovani".
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" I cattivi maestri "
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Legalize the premier
CAPAREZA
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Ormai
Già, eccola la parola assassina: ormai. Lei non passa mai di moda, e ora come allora serve a non partire, non fare, non provare mai a cambiare le cose intorno a noi. È una parola corta, ma basta a riempire una vita di scontento, giorno dopo giorno fino all’ultimo, raccontandoci che per essere felici è troppo tardi, ormai. Quante volte ci lamentiamo del lavoro, delle scelte, di mariti e mogli, fidanzati o compagni e insomma della vita tutta intorno e addosso a noi. E diciamo scemenze tipo che l’infanzia era l’età più bella, la più libera e spensierata. Ma non è mica vero: come può essere libera, un’età in cui per fare qualsiasi cosa devi chiedere il permesso a genitori, familiari, maestri, catechisti e adulti in generale? È quando diventi grande che sei libero davvero, non devi obbedire a nessuno, e disegnare la tua vita spetta a te. Solo che ce la disegniamo da schifo. Da bambini abbiamo un sacco di sogni, ma ce li teniamo dentro perché è troppo presto, in attesa di diventare adulti e realizzarli. Poi però cresciamo, e decidiamo che i sogni sono roba da bambini, e al posto di quelli ci riempiamo i giorni di obblighi e doveri e altra roba che non ci piace e non ci fa felici, e vorremmo cambiare ma non cambiamo nulla di nulla, perché è troppo tardi, ormai. Troviamo un sacco di scuse: siamo troppo giovani o troppo vecchi, oppure siamo sfortunati, diversi, siamo nati nel posto sbagliato. O magari sono gli altri che sono cattivi, sono invidiosi, sono raccomandati, sono ... sono tutte scuse, che ci raccontiamo per non fare nulla. E io non ho niente contro le scuse, anzi, le amo. Sono preziose quando le usi con gli altri, per evitare cene noiose, ritrovi di parenti, riunioni di condominio e altri inaccettabili furti di vita. Ma che senso hanno le scuse, se le raccontiamo a noi stessi per non essere felici? Non lo so e non lo voglio sapere. Per stare meglio, a me basta sapere che sono negato a suonare il pianoforte. E sembra che non c’entri nulla, ma invece sì: fin da piccolo, quando alla tv c’era qualcuno che suonava il piano, io seguivo e annuivo, pensando che avrei saputo farlo anch’io. (...) Non ho quel talento, non ce l’ho per niente, però non ho nemmeno quel rimpianto dentro. Ci ho provato, e ho fallito enormemente, ma va bene così. Mi hanno detto che sono negato, che sono patologicamente negato, ma sono contento di non aver detto ormai. (Fabio Genovesi - “Il calamaro gigante”)
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Il card. de Kesel, a Bologna, elogia il mondo che "converte" la Chiesa
Finalmente la modernità ci ha fatto capire il Vangelo: la “cultura secolare” è una svolta positiva per il porporato belga, dimenticando che una società secolarizzata non è neutra rispetto a Dio, ma è senza Dio. Anche questa è mondanità. Continue reading Il card. de Kesel, a Bologna, elogia il mondo che “converte” la Chiesa
#Apostasia#cattivi maestri#falsi profeti#fumo di satana#idiozie clericali#Jozef De Kesel#martin lutero#Matteo Maria Zuppi#Matteo Zuppi#modernismo#neomodernismo#nouvelle theologie#sedicenti cattolici#spirito del concilio
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A proposito di gatti...
Nelle case giapponesi abitano circa dieci milioni di gatti, a testimonianza di una relazione umano-felino che si è evoluta nei secoli. I primi gatti arrivarono in Giappone via nave dalla Cina, probabilmente dalla Manciuria e dalla Corea, nel VI secolo con l’avvento del Buddismo. Vennero amati dagli aristocratici della corte di Kyōtō, prima di divenire gli attuali gatti domestici presenti un po’ ovunque, dalle case ai café, dalle stazioni ai templi buddhisti, agli anime, ecc. Nell'arcipelago del Sol Levante i gatti furono onorati e ricercati non solo per la loro utilità contro i roditori, ma anche come propiziatori della fortuna; inoltre quelli dal mantello bianco erano sempre presenti nei templi buddisti, poiché erano considerati messaggeri celesti e depositari dell’energia che genera la vita.
Negli Annali Imperiali c'è scritto che “il 10° giorno della quinta luna dell’anno 999, una gatta bianca ed immacolata ha dato alla luce 5 bellissimi gattini nei giardini del Palazzo Imperiale ed essendo questi talmente incantevoli, l’Imperatore Hojiji ha decretato che vengano allevati con la cura riservata alle bimbe di sangue reale e che tutti i gatti siano venerati e non più utilizzati per cacciare i topi”.
A seguito dell’editto, i topi, indisturbati, proliferarono velocemente e causarono dei danni enormi, poiché il loro nutrimento preferito erano i bachi da seta, patrimonio principale dell’economia nipponica. Solamente nel XIV secolo, un nuovo editto imperiale permise di riutilizzare i gatti per la lotta contro i topi, precisando però che il gatto rimaneva un animale sacro del quale non si doveva fare commercio.
I marinai giapponesi ancora oggi portano le calico (gatti tricolori) sulle imbarcazioni perché ritengono che siano capaci di prevedere l’avvicinarsi della tempesta. Arrampicandosi sugli alberi maestri si crede, infatti, esse siano in grado di vedere e mettere in fuga le anime erranti dei naufraghi che, trasformate in spiriti cattivi, tentano di affondare la nave.
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"Mi piacciono i maestri cattivi e le tue mani nell'oscurità"
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La sua voce cadde da un ramo come un'ombra più in alto del suo peso. - Roberto Sanesi, L’improvviso a Milano
Dal 2020, il Premio Roberto Sanesi, dedicato alla memoria del poeta, critico, artista e traduttore Roberto Sanesi (Milano, 1930/2001) promuove la poesia in musica sul territorio torinese e piemontese, dando l’opportunità a progetti poetico-musicali fino ai 35 anni di età provenienti da tutta Italia di vincere una produzione per il proprio album e di confrontarsi con una giuria di addetti ai lavori, tra cui il musicista e performer Federico Sanesi, lo scrittore Giovanni Cattabriga, parte del collettivo Wu Ming e la poetessa Barbara Giuliani.
Tra i vincitori delle edizioni passate, Elena Cappai Bonanni e SOFIA_ con il progetto Karoshi, Simone Biondo e Daniele Ravagnan con il progetto Danno Mentale, Simone Tencaioli con il progetto Somma Zero, Gaia Ginevra Giorgi e Riccardo Santalucia, con il progetto L’animale nella fossa.
Oltre alle performance dei progetti finalisti scelti dalla giuria emerita, ogni anno il Premio Roberto Sanesi ospita lo spettacolo di un protagonista della spoken word music italiana: tra gli artisti che si sono esibiti nelle edizioni passate, Pierpaolo Capovilla (Il teatro degli orrori, I cattivi maestri) e Max Collini (Offlaga Disco Pax, Spartiti).
Per la quinta edizione, la finale si svolgerà il 21 settembre allo Spazio 211 di Torino (Via Cigna, 211) e ospiterà le performance di Federico Sanesi, Nuria Sala Grau e Barbara Giuliani.
L’evento è organizzato e promosso dall’Associazione Culturale Neutopia di Torino, che dal 2016 redige la rivista «Neutopia Magazine», pubblicando racconti, poesie, recensioni e fumetti. Dal 2019 organizza, nel quartiere torinese Barriera di Milano, il festival di poesia di strada Poetrification, nato in collaborazione con il poeta e performer Ivan Fassio (Asti, 1979 - Torino, 2020).
Per sostenere la quinta edizione del Premio Roberto Sanesi, ti chiediamo di contribuire con una donazione, scegliendo una delle tante ricompense su Produzioni dal basso che ti verranno recapitate al tuo indirizzo alla chiusura della campagna di crowdfunding.
Grafica di Elisa C. G. Camurati
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Molti si sono chiesti chi sono i cattivi maestri dei giovani filonazi-fascisti e antisemiti “immortalati” dall’inchiesta di Fanpage. Precisato che gli antisemiti non mancano anche tra i ragazzi che indossano la kefiah ad mentulam canis, non so (ma ne dubito) se i ragazzi di Gioventù nazionale vengano indottrinati con i testi di Carlo Mattogno, forse il principale esponente del negazionismo della Shoah in Italia. In ogni caso, resta il fatto che le sue teorie in questi mesi sono tornate di moda. Esse si propongono di liberare la storia dalla “menzogna di Auschwitz”. Definiscono l’Olocausto come un mito, ovvero una deliberata mistificazione della realtà a beneficio degli stessi ebrei, coalizzati in una vera e propria internazionale sionista che manipolerebbe la memoria del passato per garantirsi un potere egemonico sul mondo intero.
Sono farneticazioni che trovano ascolto in ambienti giovanili sedotti, purtroppo, non solo dalla propaganda delle destre più eversive. Cosa hanno fatto e cosa fanno le istituzioni scolastiche per contrastare questa deriva ideologica? Non molto, a mio avviso, anche perché a loro volta sono piene di docenti “revisionisti”. Chi spiega allora ai nostri studenti che persecuzione e sterminio degli ebrei sono stati accertati attraverso la valutazione scientifica di prove inconfutabili di fatti realmente accaduti? Il genocidio nazista conquistò la scena giudiziaria non al processo di Norimberga (1945-1946), ma soltanto nel 1961 a Gerusalemme, quando salì sul banco degli imputati Adolf Eichmann. Allora nacque una nuova consapevolezza della portata della catastrofe, segnando in maniera indelebile la cultura del secondo Novecento. Il merito fu anche del saggio di Hannah Arendt “La banalità del male” (1963).
Della Shoah, poi, crediamo di conoscere tutto. Non è così. Soltanto nel 1992 è stato pubblicato un testo che dovrebbe essere letto e illustrato in tutte le scuole e le università italiane (ministro Valditara e ministra Bernini, ci pensino). tratta del verbale della conferenza berlinese di Wannsee, organizzata il 20 gennaio 1942 dal capo della Direzione generale per la sicurezza del Reich, Reinhard Heydrich. Con il verbale (redatto da Adolf Eichmann) e con il testo dell’autorizzazione per preparare una “soluzione globale della questione ebraica” (siglata, il 31 luglio 1941, da Hermann Göring e indirizzata allo stesso Heydrich), sono state acquisite le prove definitive del genocidio progettato dai nazisti.
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Spirali, 5 teatri in rete per la cultura della condivisione
Torna Spirali, la stagione teatrale che nasce dalla sinergia artistica di cinque piccoli teatri liguri, giunta alla terza edizione. Il programma, presentato oggi in una conferenza stampa nella sede della Regione, nasce dall’iniziativa del teatro Il Sipario Strappato di Arenzano (Genova), dei genovesi Teatro Garage e Teatro dell’Ortica, del Teatro dei Cattivi Maestri di Savona e del Teatro delle…
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Link dei libri maledetti QUI
Cannibal Holocaust Fantaghirò
Illuminati pop Anachy Baal
La verità, per quanto dolorosa, per quanto carica di conseguenze che sconvolgono l'esistenza, è condizione indispensabile per la vita. Non si tratta della semplice verità di un nome, un origine o una filiazione. La verità afferma, è la condizione per essere se stessi". Victoria Donda
venerdì, giugno 23, 2023
Simonetti Walter, nato a Milano il 07/01/1971, è un demone implacabile della negazione, un portatore di luce, la reincarnazione dello stregone folle Il Padre della fratellanza MOCHI, appartenente suo malgrado cioè entusiasta dell’Ordine Galattico della Stella “La Cultura Fondazione”, chiamato anche “Gli Illuminati”. Ultimo dirigente del Partito dell’Anarchia, Agente della Morte Replicante rinato per Clonazione dis-umana mascotte del movimento del 77, cresciuto dai “cattivi innominabili maestri”. Nella sua infazia e adolescienza è stato IL Messia Autonomo, un khmer rosso in fuga dal mondo, un bisessuale, un monaco guerriero, un adepto di The Process Church ripreso salvato dalla gnosi contro culturale di Philip K. Dick che credeva fossi Gesù Cristo ritornato Il Santo del Assassini! Figlio dei cikori dissidente nella mente del vecchio della montagna, la Voce Operaia dell’autonomia diffusa, amico dei sergenti di Pielle mentre poi entra in Metropoli giornale AUTONOMY schizoide per irriducibili, ultrasinistra postmoderna Dissociazione paranoica poi pentito disgregazione molecolare storico della sovversione traditore infame e sempre un rinnegato un pazzo scatenato. Un agente provocatore?!
Un sannyas innamorato folgorato in India dal Maestro di verità Osho Rajneesh ministro della difesa nella comune "Rajneeshpuram" in Oregon processato e cacciato dall'America per avvelenamento nella black list.
Discendente di un popolo maledetto che arriva dall’antica Sumeria, di origini extraterrestri, gli Anunnaki. Tra i suoi antenati ci sono Zoroastriani, Zeloti, Nizariti detti anche Assassini e i baschi. Per semplificazione viene considerato un ebreo rinnegato.
Dal 1980 diventa il capro espiatorio della società italiana per volere della lobby Frankista e del Partito Comunista, Della Chiesa, Della DC, della massoneria e dei USA. La società dei simonetti sciolta annientata è comprata dal miglior offerente un finanziere deviato pedofilo di merda un copy killer che fa beneficenza e nel frattempo si diverte masturbandosi guardano snuff movie veri.
La sua vita diventa un manicomio e cielo aperto. Tutto per interesse i soldi della lobby trasformano i suoi parenti, amici,
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