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PRIMA PAGINA Unita di Oggi venerdì, 31 gennaio 2025
#PrimaPagina#unita quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi venerdi#gennaio#anno#antonio#gramsci#eurodeputata#israele#pace#palestina#giornalista#sono#insediamento#israeliano#vicino#colonie#erano#poco#alla#colonia#quando#pattuglia
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Buca una gomma ma, a causa di problemi di salute, non è in grado di sostituirla. Intervengono i Carabinieri, che rimettono in strada l’auto e consentono all’uomo di arrivare in tempo a un importante appuntamento. Fubine
Fubine – È quasi un assioma: appuntamento, fretta e malasorte. È quello che è successo questa mattina a un 65enne mentre si stava recando a un importante e inderogabile appuntamento in Alessandria
Fubine – È quasi un assioma: appuntamento, fretta e malasorte. È quello che è successo questa mattina a un 65enne mentre si stava recando a un importante e inderogabile appuntamento in Alessandria: tempi stretti, gomma dell’autovettura forata a causa delle pessime condizioni del manto stradale e impegno che rischia di saltare. In questi casi, si tende a rievocare la Legge di Murphy, con i suoi…
#Alessandria#Alessandria today#appuntamento importante#appuntamento rispettato#Assistenza#auto in panne#auto in viaggio#auto riparata#automobilista#Carabinieri#Carabinieri locali#Comunità#Cronaca#Emergenza#Fubine#gomma bucata#Google News#Impegno#imprevisto#Incidente#Intervento#intervento d’emergenza.#Intervento Rapido#italianewsmedia.com#legge di Murphy#manto stradale#pattuglia#Pier Carlo Lava#pneumatico#problema risolto
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Frecce Tricolori / Brescia, MilleMiglia 2023
#alchimilla#katia celestini#frecce tricolori#azzurro tricolore#photographers on tumblr#mille miglia#aereonautica militare italiana#pattuglia acrobatica#italian style
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Queste parole valgono il gioco di ritrovarsi una pattuglia alle spalle mentre sei vestita come la principessa Ginevra nel bel mezzo di un lunedì di luglio a cui devi dare spiegazioni perché stai urlando da cinque minuti: “Lancillotto mi manchi, vieni a salvarmi!”
(Succede pure questo)
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SCOMPARSO DA 20 ANNI, RITROVA IL FIGLIO SENZATETTO IN UN’ALTRA CITTÀ
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Una madre 87enne di Rimini ha ritrovato il figlio scomparso oltre 20 anni fa, a Conegliano in provincia di Treviso.
Stefano Zini scomparve da Rimini nel 2003, all’età di 30 anni, lasciando dietro di sé un mistero che ha portato alla denuncia di scomparsa solo nel 2022. Attraverso la pubblicazione di alcune foto e una simulazione di invecchiamento, con l’aiuto di un’associazione dell’Emilia-Romagna l’appello fu lanciato anche attraverso i social. “Stefano ha circa 60 anni, qui lo vediamo come era e come potrebbe essere oggi”. Pochi indizi e tanta speranza. Quando lo scoraggiamento sembrava aver preso il sopravvento, una svolta inattesa: durante un controllo di routine, una pattuglia della polizia locale di Conegliano identifica un senzatetto che vive in strada, si tratta di Stefano Zini.
Nei primi anni 2000 era stato ospitato in una comunità a Forlì da cui si era allontanato nel 2004 facendo perdere le sue tracce e incominciando a vagabondare. Aiutata e supportata dall’associazione Penelope fondata da una madre a sua volta in ricerca della figlia scomparsa e dai suoi volontari, la donna ha sempre continuato a lottare e a cercare il figlio. Oggi Stefano Zini ha cinquanta anni e dopo aver incontrato e abbracciato la madre ed aver parlato con lei, ha spiegato “Non torno a casa, ormai questa è la mia vita”.
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Fonte: Corriere di Bologna; foto di Penelope Emilia Romagna
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[Quasi 5 anni fa ormai]
Chiamo i carabinieri perché sta per tirarmi una bici addosso. I carabinieri nonostante dicessi loro che mi ero calmata e la situazione era rientrata nella sua pericolosità, mi avvisano che in caso di segnalazioni di violenza sono obbligati a mandare una pattuglia per poi portarmi in caserma. Arrivano, lui sta già leggendo placidamente il suo manga. Entrano e insieme a me cominciano a compilare il verbale dell'intervento, chiedendo a me e a lui i documenti. I carabinieri, probabilmente scioccati dalla sua indifferenza (non si è alzato per salutarli, né per capire cosa succedeva), gli chiedono "ma si rende conto di cosa sta succedendo? Stiamo chiedendo alla sua ragazza se vuole seguirci in caserma per querelarla." Al che lui risponde "beh se vuole farlo, vuol dire che me lo merito." e continua a leggere il manga. A quel punto i carabinieri mi invitano a seguirli.
Questa non è "forza di carattere", questa è malattia e debolezza.
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“ Sono anni molto violenti a Firenze. La città è percorsa da bande di fascisti terribili, duri e fanatici, riuniti in squadracce dai nomi paurosi. Una su tutti, ‘La Disperata’, al cui soccorso arriva ogni tanto ‘La Disperatissima’, composta da squadristi di Perugia che si muovono anche fuori regione spingendosi a fare incursioni fin nelle Marche. Gentaccia pronta a usare bastone e olio di ricino senza alcuno scrupolo, teppisti, criminali come Amerigo Dumini, il capo degli squadristi che un paio di mesi dopo sequestrano e uccidono Matteotti (e che, ricorda Lussu ne La marcia su Roma, era solito presentarsi dicendo «Amerigo Dumini, nove omicidi»). Il professor Salvadori, per non mettere in pericolo la famiglia, obbedisce alla convocazione senza fare storie e va a piazza Mentana. Entra nel covo alle diciotto del primo aprile [1924] e ne esce a tarda sera, coperto di sangue e barcollante. Max, all’epoca sedicenne, che gli è andato appresso perché aveva delle lettere da impostare alla stazione e l’ha aspettato fuori, ha sentito tre brutti ceffi che ciondolano per la piazzetta dire alcune frasi inquietanti. «Occorre finirlo». «Già, ma chi l’ha comandato?» «L’ordine viene da Roma».
In quel momento Willy esce dal palazzo circondato da una dozzina di fascisti esagitati che brandiscono bastoni. Il padre, ammutolito, è coperto di sangue, e quando Max gli si fa incontro per sostenerlo e aiutarlo riceve la sua razione di botte: i picchiatori non hanno finito, la squadraccia li segue fin sul ponte Santa Trinita, vogliono buttare padre e figlio al fiume. I due si salvano solo grazie a una pattuglia di carabinieri che passa di lì per caso, e quando infine arrivano a casa a mezzanotte, malconci e umiliati, sebbene Cynthia mantenga calma e lucidità e Willy cerchi di minimizzare, lo shock è forte per tutti loro. Scrive Joyce in Portrait: “Tornarono tardi, e la scena è ancora nei miei occhi. Noi due donne (mia madre e io, mia sorella era in Svizzera), affacciate alla ringhiera del secondo piano, sulla scala a spirale da cui si vedeva l’atrio dell’entrata; e loro due che dall’atrio salivano i primi gradini, il viso rivolto in alto, verso di noi. Il viso di mio padre era irriconoscibile; sembrava allargato e appiattito, e in mezzo al sangue che gocciolava ancora sotto i capelli, si vedevano i tagli asimmetrici fatti con la punta dei pugnali: tre sulla fronte, due sulle guance, uno sul mento. Mio fratello aveva il viso tutto gonfio e un occhio che pareva una melanzana. «Non è niente, non è niente», diceva mio padre, cercando di sorridere con le labbra tumefatte. Capii in quel momento quanto ci volesse bene.” In quella sera drammatica che costituisce uno spartiacque nella storia della loro famiglia, Joyce fa tesoro dell’esempio dato dai genitori e dal fratello. Il padre che coraggiosamente cerca di sminuire la portata della violenza e il fratello che lo sostiene forniscono alla Joyce dodicenne «solidità, in quanto alle scelte da fare. Servì a pormi di fronte a ciò che è barbarie e a ciò che invece è civiltà». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 13-14.
#Joyce Lussu#La Sibilla#letture#leggere#biografie#saggi#Joyce Salvadori Lussu#Silvia Ballestra#Emilio Lussu#anni '20#intellettuali italiani del XX secolo#antifascismo#Firenze#libri#omicidio Matteotti#Perugia#squadrismo#Amerigo Dumini#Marcia su Roma e dintorni#famiglia#Toscana#Storia del '900#primo dopoguerra#politica italiana#Sardegna#Armungia#Partito Sardo d'Azione#Giustizia e Libertà#azionismo#Gerrei
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Sui social, su X in particolare, la pattuglia degli zerbini beniteschi ha creato una narrazione degna di autori surreali. In poche parole: una mente perversa, sicuramente cresciuta nei centri sociali di sinistra, ha manipolato una biondona simpatizzante di destra e un ministro vagamente narcisista, creando le condizioni per un innamoramento del ministro stesso che avrebbe steso un tappeto di opportunità facendo così in modo che la biondona avesse accesso a informazioni riservate che le hanno permesso di ricattare il povero fess ... pardon ... politico sprovveduto. Effettivamente, riconoscere che la Benita si è circondata di incapaci è un boccone troppo amaro da digerire.
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NE MANCANO DUE
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A pranzo dai miei, mio padre inizia a raccontare di quando era giovane. Alla fine degli anni ’50, neanche ventenne, lavorava come fattorino a Bologna. L’orario infernale era 7-12 più 21-24. Dormiva in una stanza con altri 4 per dividere le spese. Ancora oggi dice di non aver mai patito tanto freddo d'inverno come le notti in bicicletta a Bologna. Quando fu assunto come postino iniziò a fare il pendolare da Forlì. Prendeva il treno delle 5:25 di mattina, alle 7 entrava in turno e alle 9 usciva in bici per le consegne. A volte capitava il turno all'ufficio postale su via Emilia, a 10 km dalla stazione, tutti percorsi in bici prima di iniziare. Dopo pranzo riposava su un tavolo del magazzino, poi altre due ore di lavoro e un altro treno per tornare. Negli anni ’60 fu chiamato per il servizio militare negli alpini, ma il giorno prima della partenza fu assegnato all’aeronautica. Dopo il CAR a Orvieto finì alla base NATO di Napoli, una vera e propria cittadella autonoma con parchi, campi sportivi, cinema, negozi e locali come il Flamingo Club, con discoteca, slot machine e una sala concerti dove si esibì anche Louis Armstrong. Mio padre faceva l’attendente per un Generale italiano. La mattina andava in città dalla moglie di questo, che gli offriva il caffè e una sigaretta perché, diceva lei, "gli uomini devono fumare” poi, si faceva consegnare una lista e andava a far commissioni per le botteghe di Napoli. Pomeriggio libero alla base oppure in città a comprare sigarette, che a Napoli costavano pochissimo, per poi rivenderle una volta in licenza a Forlì. Gli ultimi mesi fu trasferito all’aeroporto militare di Miramare di Rimini, faceva il cameriere alla mensa dei piloti. Un pomeriggio, mentre era sul tetto con altri a prendere il sole, sentendo il rumore delle Frecce Tricolori che rientravano da un’esibizione, un pilota si alzò e disse ��Ne mancano due.” Era il 5 maggio 1963, 2 dei 9 aerei della pattuglia acrobatica erano appena precipitati sopra Forlì, un pilota era morto e solo per puro caso era stata evitata una strage.
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Frecce Tricolori — трёхцветные стрелы) — пилотажная группа итальянских ВВС. С 1984 года группа выступает на самолетах Aermacchi MB-339-PAN – специальной модификации для высшего пилотажа, с которой демонтировано все военное оборудование и установлены дымогенераторы. Официальное наименование группы: 313 Gruppo Addestramento Acrobatico, Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) Frecce Tricolori. Основана 1 марта 1961 года.
Frecce Tricolori (Three-Colored Arrows) is an aerobatic team of the Italian Air Force. Since 1984, the team has performed on Aermacchi MB-339-PAN aircraft, a special modification for aerobatics, from which all military equipment has been dismantled and smoke generators have been installed. The official name of the team is 313 Gruppo Addestramento Acrobatico, Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) Frecce Tricolori. It was founded on March 1, 1961.
#Frecce Tricolori #Italy #313 #Acrobatica #Sky #Wings #Aircraft #Combat Aircraft #Look Sharp #Elegant Notes #Gallery Inspiration
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PRIMA PAGINA Corriere Dello Sport di Oggi mercoledì, 27 novembre 2024
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Bande di topi d’appartamento sgominate dai Carabinieri. Valenza, Pecetto, Bassignana, Quargnento, San Salvatore
Slegate fra loro, colpivano contemporaneamente fra Valenza, Bassignana, Pecetto e Quargnento.
Slegate fra loro, colpivano contemporaneamente fra Valenza, Bassignana, Pecetto e Quargnento. Valenza – Sono le otto di sera e la pattuglia dei Carabinieri ha appenata terminato l’ultimo di due sopralluoghi di furto in abitazione commessi poco prima, quando arriva una segnalazione in merito alla presenza di persone sospette nella zona di Rivarone. Proprio in quel momento, lungo la Strada…
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Trasferimento di fregate dalla Marina americana ai marinai sovietici. Fregate da pattuglia americane classe "Tacoma".
la sapete quella delle razioni alimentari che gli lanciavano nella steppa sennò col cazzo che ce l'avrebbero fatta?... 😁
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Malato
Pov. t/n si prende cura di Dick che ha l'influenza.
Dick Grayson si sveglio e si mise in posizione seduta, ma un capogiro e il mal di ossa lo spinsero a sdragliarsi di nuovo giro la testa per guardare affianco a lui e vendendo il posto libero si acciglio finche non senti la porta aprirsi.
"buongiorno tesoro." disse t/n con la colazione in mano. Dick la guardo e sorrise "ehi piccola" saluto Dick e poi cerco di mettersi a sedere, ma un altro capogiro lo raggiunse e con un gemito si sdragliò di nuovo.
t/n poso la colazione sul comodino e gli si avvicino preoccupata. "tesoro stai bene?" chiese t/n "si solo un capogiro." rispose Dick facendo del suo meglio per fingere di stare bene, ma poi starnutì e subito dopo ci fu un colpo di tosse . "io non credo sia solo un capogiro tesoro." disse t/n posandogli la mano sulla fronte.
"piccola sto bene davvero." disse Dick cercando di toglierle la mano dalla sua fronte. "scotti aspetta qua vado a prendere il termometro." disse t/n. "tesoro non ce nè bisogno." cerco di convincerla Dick.
"non insistere con me vado a prendere il termometro e poi ti misuri la febbre, farai colazione e poi ti riposerai capito" disse t/n. "si signora." disse Dick sorridendo. t/n si diresse verso l'uscita alzando gli occhi al cielo.
Quando t/n torno misuro la temperatura a Dick. " cavolo tesoro hai la febbre a 39 vado a prenderti la medicina." disse T/n. Dick annui e inizio a fare colazione. T/n torno con un bicchiere d'acqua e la medicina e gliela porse Dick la prese.
"bene ti dovrai sentire meglio tra poco per il resto della giornata niente pattuglia e niente allenamento capito." disse t/n "sono d'accordo con te solo se stai con me tutto il giorno." disse Dick.
"va bene bambinone fammi spazio." disse t/n. Dick gli fece spazio e t/n si sdraio con lui. "riposati manderò un messaggio a Rachel." Dick annui e chiuse gli occhi sotto le carezze del suo amore.
#titantans#fanfic oneshot#fanficion#fanfic on ao3#fanfic on tumblr#dick grayson#dick grayson x reader
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Fare il capo scout richiede molti sacrifici e tantissimo tempo. Non è solo andare a riunione il sabato pomeriggio e fare attività con trentatré bambini, ma è anche fare tre riunioni di sabato pomeriggio ed una di domenica mattina. È fare ogni due settimane il pranzo con i bambini del C.d.A. prima della riunione con tutto il branco, è fare il catechismo quaranta minuti prima di ogni riunione. È organizzare le uscite a maggio e giugno di una notte fuori. È anche fare staff il martedì sera, preparare ogni singola attività per le riunioni, fare Co.Ca il venerdì o mercoledì sera ogni due settimane. È fare pattuglia di zona una volta al mese, che sia online o in presenza, da ottobre ad aprile, preparare il programma ed ogni singola attività nel minimo dettaglio per gli eventi di zona (ed ogni volta che si fa Co.Ca o pattuglia non si torna a casa prima dell’una nonostante il giorno dopo la sveglia sia comunque alle sei e mezza). Oppure tipo questa sera sono tornata all’una e mezza e mi sono dovuta mettere a fare il dolce per l'uscita di domani perché non ho avuto tempo per cuocerlo nel pomeriggio siccome quando sono tornata a casa poi sono dovuta correre a riunione e a seguire ad un evento di zona.
Fare il capo scout ti chiede di rinunciare a molte cose per poter dare spazio ad altre, avrai tutti i weekend pieni per nove mesi e per riuscire ad incastrare gli impegni della quotidianità dovrai fare tipo tetris con gli orari anche per l’impegno più sciocco.
Sono circa quindici ore a settimana che spendiamo per fare gli educatori, per dare un’alternativa educante alla scuola o allo sport. I ragazzini sono stronzi, testardi, rosiconi e ti fanno sgolare eppure noi ogni sabato stiamo lì in mezzo a loro nonostante il mal di testa. Li facciamo cantare, urlare, correre, costruire, sporcare. Li facciamo anche arrabbiare, così come loro fanno con noi. Li facciamo sfidare con loro stessi. Li mettiamo alla prova, così come loro fanno con noi. Proviamo a dare loro strumenti di crescita e per migliorarsi. I bambini sono difficili da gestire, ma lo sono anche gli adulti. Ed anche se a mesi alterni dico “No, che palle, io mollo” poi a mollare davvero non riesco perché alla fine agli eventi di zona mi diverto da morire, perché mi fa sentire tremendamente soddisfatta vedere i bambini riuscire nelle loro prede o nelle loro specialità, vedere piccoli miglioramenti nei loro comportamenti; perché mi fa sentire felice essere per loro un punto di riferimento, sapere di star lasciando un piccolo seme nella loro vita che sarà importante, che farà sbocciare con il tempo dei valori che per me sono la cosa più bella al mondo.
Sapere di star ridando indietro all'associazione tutto quello che io ho ricevuto gratuitamente da bambina, da ragazza e da adulta, essere oggi io un capo, accanto a coloro che sono stati i miei capi da bambina, mi rende realizzata in modo genuino che ogni volta che ci penso dico "Cavolo, proprio io, la lupetta musona che odiava questi cretini oggi sono qui nei panni di Bagheera per provare a far innamorare altri bambini di questo grande gioco, di questa grande famiglia".
Fare il capo scout ti richiede molti sacrifici e tantissimo tempo però fa parte del gioco.
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