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PRIMA PAGINA Corriere Dello Sport di Oggi mercoledì, 27 novembre 2024
#PrimaPagina#corrieredellosport quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi pattuglia#acrobatica#inter#conte#napoli#primo#agita#tutti#original#marines#sono#azione#messaggio#tecnico#siro#assegnato#avanti#milan#quarto#successo#record
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NE MANCANO DUE
A pranzo dai miei, mio padre inizia a raccontare di quando era giovane. Alla fine degli anni ’50, neanche ventenne, lavorava come fattorino a Bologna. L’orario infernale era 7-12 più 21-24. Dormiva in una stanza con altri 4 per dividere le spese. Ancora oggi dice di non aver mai patito tanto freddo d'inverno come le notti in bicicletta a Bologna. Quando fu assunto come postino iniziò a fare il pendolare da Forlì. Prendeva il treno delle 5:25 di mattina, alle 7 entrava in turno e alle 9 usciva in bici per le consegne. A volte capitava il turno all'ufficio postale su via Emilia, a 10 km dalla stazione, tutti percorsi in bici prima di iniziare. Dopo pranzo riposava su un tavolo del magazzino, poi altre due ore di lavoro e un altro treno per tornare. Negli anni ’60 fu chiamato per il servizio militare negli alpini, ma il giorno prima della partenza fu assegnato all’aeronautica. Dopo il CAR a Orvieto finì alla base NATO di Napoli, una vera e propria cittadella autonoma con parchi, campi sportivi, cinema, negozi e locali come il Flamingo Club, con discoteca, slot machine e una sala concerti dove si esibì anche Louis Armstrong. Mio padre faceva l’attendente per un Generale italiano. La mattina andava in città dalla moglie di questo, che gli offriva il caffè e una sigaretta perché, diceva lei, "gli uomini devono fumare” poi, si faceva consegnare una lista e andava a far commissioni per le botteghe di Napoli. Pomeriggio libero alla base oppure in città a comprare sigarette, che a Napoli costavano pochissimo, per poi rivenderle una volta in licenza a Forlì. Gli ultimi mesi fu trasferito all’aeroporto militare di Miramare di Rimini, faceva il cameriere alla mensa dei piloti. Un pomeriggio, mentre era sul tetto con altri a prendere il sole, sentendo il rumore delle Frecce Tricolori che rientravano da un’esibizione, un pilota si alzò e disse “Ne mancano due.” Era il 5 maggio 1963, 2 dei 9 aerei della pattuglia acrobatica erano appena precipitati sopra Forlì, un pilota era morto e solo per puro caso era stata evitata una strage.
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Fare il capo scout richiede molti sacrifici e tantissimo tempo. Non è solo andare a riunione il sabato pomeriggio e fare attività con trentatré bambini, ma è anche fare tre riunioni di sabato pomeriggio ed una di domenica mattina. È fare ogni due settimane il pranzo con i bambini del C.d.A. prima della riunione con tutto il branco, è fare il catechismo quaranta minuti prima di ogni riunione. È organizzare le uscite a maggio e giugno di una notte fuori. È anche fare staff il martedì sera, preparare ogni singola attività per le riunioni, fare Co.Ca il venerdì o mercoledì sera ogni due settimane. È fare pattuglia di zona una volta al mese, che sia online o in presenza, da ottobre ad aprile, preparare il programma ed ogni singola attività nel minimo dettaglio per gli eventi di zona (ed ogni volta che si fa Co.Ca o pattuglia non si torna a casa prima dell’una nonostante il giorno dopo la sveglia sia comunque alle sei e mezza). Oppure tipo questa sera sono tornata all’una e mezza e mi sono dovuta mettere a fare il dolce per l'uscita di domani perché non ho avuto tempo per cuocerlo nel pomeriggio siccome quando sono tornata a casa poi sono dovuta correre a riunione e a seguire ad un evento di zona.
Fare il capo scout ti chiede di rinunciare a molte cose per poter dare spazio ad altre, avrai tutti i weekend pieni per nove mesi e per riuscire ad incastrare gli impegni della quotidianità dovrai fare tipo tetris con gli orari anche per l’impegno più sciocco.
Sono circa quindici ore a settimana che spendiamo per fare gli educatori, per dare un’alternativa educante alla scuola o allo sport. I ragazzini sono stronzi, testardi, rosiconi e ti fanno sgolare eppure noi ogni sabato stiamo lì in mezzo a loro nonostante il mal di testa. Li facciamo cantare, urlare, correre, costruire, sporcare. Li facciamo anche arrabbiare, così come loro fanno con noi. Li facciamo sfidare con loro stessi. Li mettiamo alla prova, così come loro fanno con noi. Proviamo a dare loro strumenti di crescita e per migliorarsi. I bambini sono difficili da gestire, ma lo sono anche gli adulti. Ed anche se a mesi alterni dico “No, che palle, io mollo” poi a mollare davvero non riesco perché alla fine agli eventi di zona mi diverto da morire, perché mi fa sentire tremendamente soddisfatta vedere i bambini riuscire nelle loro prede o nelle loro specialità, vedere piccoli miglioramenti nei loro comportamenti; perché mi fa sentire felice essere per loro un punto di riferimento, sapere di star lasciando un piccolo seme nella loro vita che sarà importante, che farà sbocciare con il tempo dei valori che per me sono la cosa più bella al mondo.
Sapere di star ridando indietro all'associazione tutto quello che io ho ricevuto gratuitamente da bambina, da ragazza e da adulta, essere oggi io un capo, accanto a coloro che sono stati i miei capi da bambina, mi rende realizzata in modo genuino che ogni volta che ci penso dico "Cavolo, proprio io, la lupetta musona che odiava questi cretini oggi sono qui nei panni di Bagheera per provare a far innamorare altri bambini di questo grande gioco, di questa grande famiglia".
Fare il capo scout ti richiede molti sacrifici e tantissimo tempo però fa parte del gioco.
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L’agente Vinnie, Fox e l’ispettore Greco.
La strada bagnata scorreva sotto le ruote della sua Shevy d’ordinanza, erano 5 minuti che l’inseguimento era cominciato. L’agente Vinnie aveva notato un movimento sospetto mentre era fermo all’El’s dinner, un tizio coperto da un lungo impermeabile e con in testa un cappellaccio da australiano stava trafficando accanto ad una Chevrolet bianca, scese dalla pattuglia e si avvicinò al soggetto, “hey” grido per farsi notare, e l’uomo lo noto, la reazione era prevista. Il tizio saltò in auto e partì con la fretta di chi aveva qualcosa da nascondere, Vinnie si aspettava una reazione simile, aveva 30 anni d’esperienza, ed era già pronto a raggiungere il volante della pattuglia per dargli dietro, tutto questo con buona pace della voglia di ciambelle del suo collega Josh.
Pioveva quella cazzo di notte, sulla strada bagnata la Shevy era come un pesante rinoceronte con le pattine ai piedi, scivolava ovunque, bisognava guidare in punta di dita, ogni frenata rischiava di diventare un bacio contro il muro, ogni curva sembrava una faticosa virata in mare, e anche in rettilineo non si poteva abbassare la guardia, ogni pozzanghera generava una sbandata, l’unica cosa positiva era che anche il fuggiasco guidava una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco, i fari della volante la facevano risaltare nel buio della notte, era un cazzo di inseguimento a rallentatore.
L’Hudson era una spaventosa macchia scura sul lato sinistro della strada, Vinnie era travolto dal desiderio e dalla paura, voleva prendere il fuggiasco ma non voleva saltare dentro al fiume con la macchina, l’immagine di una Shevy zebrata intenta a saltare giù da un ponte lo aggredì, scosse la testa, doveva rimanere concentrato, quel figlio di puttana andava preso, era sicuro di dar dietro al criminale che veniva chiamato Fox, erano mesi che li faceva penare. Sulle prime non ci dettero molto peso, ma nel giro di poco passò dai piccoli furti ad atti sempre più efferati, l’escalation era stata vertiginosa, due mesi fa il primo omicidio a sangue freddo e poi, poi non si era più fermato, i suoi attacchi erano diventati sempre più frequenti e sempre più feroci, ultimamente si era messo a giocare con le lamette da barba.
Vinnie era solo in auto, Josh era rimasto con le ciambelle in mano e la bocca aperta, era ancora dentro l’El’s dinner e poco poteva fare per il collega. Vinnie provò ad allungare la mano verso la radio, ma le luci spente non facevano presagire nulla di buono, la radio era muta. Provò ad accendere la sirena ma anche quella era guasta, era dentro un fottuto rinoceronte incapace di grugnire o qualunque sia il verso di un rinoceronte, era fottutamente solo.
I primi bagliori dell’alba normalmente presagivano la fine del turno di notte e Vinnie li accoglieva sempre con un sorriso, ma oggi significavano solamente un rischioso straordinario mal pagato, e forse, forse una pallottola nel petto.
Vinnie doveva solamente resistere, più riusciva a far durare l’inseguimento e più Fox sarebbe stato nei guai. Fox, lo chiamavano così perché si comportava come una volpe, mimava il carattere della vittima, se la faceva amica, e appena questa abbassava la guardia se la beveva, psicopatico bastardo.
Il segnale dei lavori in corso apparve come una madonna nella notte, normalmente è un segnale indesiderato per chi guida, ma questa sera no, il ponte sul fiume era interrotto e Fox ci stava finendo dentro, dopotutto forse non sarebbe stato Vinnie a saltare nel fiume. L’auto bianca cominciò a rallentare per poi fermarsi, era in trappola e non c’era più nulla da fare, sembrava finita, ma una bestia in trappola è sempre pronta a tutto, non era il momento per abbassare la guardia.
“SCENDI SUBITO DALLA MACCHINA!” urlò Vinnie, nessuna risposta, la luce adesso permetteva di vedere chiaramente, e dentro l’abitacolo non si scorgeva nessuno, non poteva essere fuggito, Vinnie dalla sua posizione vedeva chiaramente le portiere, non poteva essergli scappato. Il peso del ferro lo confortava, decise di agire, uscì dall’auto e percorrendo un lento e ampio raggio e cominciò ad avvicinarsi allo sportello dell’auto, “SCENDI!”, “ALZA LE MANI!” “FATTI VEDERE!”, ad ogni passo ripeteva come un mantra queste parole, ma niente, nulla di nulla, riceveva in cambio solo silenzio, la maniglia era giunta a portata di mano, la bianca portiera era il confine tra la vita e la morte.
Vinnie era in difficoltà sul da farsi, ogni errore sarebbe stato fatale, la soluzione più semplice sarebbe stata quella di sparare alla portiera, il potere distruttivo della magnum avrebbe fatto il resto, ma il codice non lo permetteva, si sollevò dalla posizione di guardia per sbirciare dentro l’abitacolo.
Vuota, era orribilmente vuota, aprì di scatto la portiera, e dentro non c’era nessuno, come cazzo aveva fatto a scappare? Sul divanetto anteriore c’erano solamente l’impermeabile vuoto ed una valigetta aperta contenente un rasoio e delle dita tranciate, e sangue, macchie di sangue ovunque. “Dove cazzo sei finito bastardo?”, si girò verso la strada e la volante era sparita, “Che cazzo succede?” ringhiò Vinnie, si portò le mani alla testa ma il tatto non incontrò i suoi radi capelli ma un cazzo di cappello da australiano, che cazzo stava succedendo!? Cadde a terra in preda alle convulsioni e vomitò, ora le sue mani tremavano e la pistola emetteva un sinistro tintinnio.
L’ispettore Greco era stato buttato giù dal letto alle 5 di mattina, si dirigeva al cantiere sull’Hudson, l’agente Josh aveva dichiarato il furto di una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco da parte di Vinnie, la stessa ritrovata poi al cantiere, che cazzo gli era preso a quel mezzo italiano maledetto?
L’ispettore Greco scese dalla macchina e sbottò “che cosa abbiamo qui?”, “ un agente con un buco in testa, una manciata di dita e un rasoio,”, ”sangue?”, ”quanto ne vuoi”, “e nel bagagliaio?”, ”pezzi di carne appartenenti ad un numero imprecisato di persone”, “Il solito cazzo di casino al quale tentare di dare un senso”, L’ispettore si accese una sigaretta bestemmiando.
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Intervista natalizia all'Autore Vittorio Piccirillo
View this post on Instagram A post shared by MuatyLand.com (@muatyland) Ben tornati a tutti lettori, oggi tornano le interviste del Calendario dell’Avvento, in collaborazione con Be Strong edizioni e Il blog di Eleonora Marsella. Può parlarci dei suoi libri pubblicati finora? A oggi ho pubblicato tre romanzi della serie “Pattuglia Stellare” (“La Nebulosa Degli Spettri”, 2009, Solfanelli; “La…
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Dinamo, sbarcano anche gli stranieri
Dopo la pattuglia di italiani nelle scorse ore sono arrivati anche i nuovi volti stranieri. Oggi è il turno di Bendzius, nei prossimi giorni arriverà Sokowolski, reduce dagli impegni olimpici Continue reading Dinamo, sbarcano anche gli stranieri
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OGGI 5 LUGLIO,
ITALIANO RICORDA…
1992
MISSIONI DELL’ESERCITO ITALIANO ALL’ESTERO
SAHARA OCCIDENTALE
MISSIONE ONU “MINURSO”
MISSION DES NATIONS UNIES POUR L'ORGANISATION D'UN RÉFÉRENDUM AU SAHARA OCCIDENTAL
RESTA FERITO NELLO SCOPPIO DI UNA MINA ANTICARRO L’OSSERVATORE MILITARE ITALIANO CAPITANO DI ARTIGLIERIA DA MONTAGNA STEFANO BASSET MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE
La missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale è denominata “MINURSO”.
Il nome è un acronimo francese: "Mission des Nations Unies pour l'Organisation d'un Référendum au Sahara Occidental" - Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale.
La missione ONU “MINURSO” iniziò nel 1991, come parte del programma di soluzione del conflitto, iniziato con il cessate il fuoco nel conflitto fra il Marocco e il FRONTE POLISARIO (e l'organo di autogoverno politico Repubblica Democratica Araba dei Sahraui), sul territorio contestato del Sahara Occidentale (già Sahara spagnolo).
Il punto di arrivo della missione è proclamare i risultati del referendum di autoderminazione in cui i saharawi, la popolazione locale, del Sahara Occidentale sceglieranno fra l'integrazione col Marocco e l'indipendenza.
Il mattino del 5 luglio 1992, durante una ricognizione condotta a bordo di un fuoristrada dell’ONU, mentre percorreva una pista nel deserto già battuta altre volte nel corso dei mesi precedenti, il veicolo condotto da un collega osservatore statunitense ha urtato una mina anticarro che è esplosa.
L’allora Capitano di Artiglieria da Montagna Stefano BASSET (ex Allievo del 160° Corso “Patria e Dovere”), classe 1959, milanese, sposato con Elisabetta, con 4 figli e residente a TRENTO riportò gravi ferite che solo per una serie di fortunate coincidenze non lo condussero a una prematura morte.
Dopo un calvario di oltre una ventina di interventi chirurgici è riuscito a tornare a una vita quasi normale, con un occhio in meno, postumi dolorosi di fratture varie e più basso di 2 cm persi nella compressione delle vertebre a seguito dell’onda d’urto dell’esplosione della mina.
Al Capitano Basset, oggi Generale di Divisione del Ruolo d’Onore e già Direttore del Museo storico nazionale degli Alpini di TRENTO, è stata conferita, con decreto del Presidente della Repubblica in data 20 luglio 1993, su proposta del Ministero della Difesa, la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Ufficiale osservatore ONU assegnato al "Gruppo osservatori militari italiani per il referendum nel Sahara occidentale", nonostante oggettive difficoltà ambientali, caratterizzate da estreme condizioni di pericolo, offriva con generosità ed abnegazione la propria totale disponibilità per il buon esito della missione di pace. Nel corso di una ricognizione lungo una pista carrabile nei pressi di Mahbas, mentre in qualità di comandante di pattuglia si trovava a bordo di una autovettura ONU con altro ufficiale statunitense, veniva investito dallo scoppio di una mina anticarro, riportando gravi e permanenti lesioni. Dopo l'incidente, benché gravemente ferito, teneva costantemente un comportamento altamente lodevole, sereno e coraggioso, meritandosi unanime plauso ed apprezzamento. Fulgido esempio di massima dedizione al servizio, sprezzo del pericolo, profonda abnegazione e fede nella propria missione, contribuiva a dare lustro, in ambito nazionale ed internazionale, all'Esercito Italiano. – Mahbas (Sahara Occidentale), 5 luglio 1992”.
In una intervista rilasciata a uno dei maggiori quotidiani italiani, a proposito dell’episodio che l’ha visto suo malgrado sfortunato protagonista, il Generale di Divisione RO MBVM Stefano BASSET ha dichiarato:
“Della mia vita rifarei tutto, sia nella vita privata e sia nella mia vita di soldato, tranne una cosa… se potessi tornare a quel giorno del luglio ’92 direi all’autista di cambiare strada per rientrare alla base nel Sahara”.
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Festa della Repubblica, Mattarella: «La nostra Costituzione saggia e lungimirante»
Festa della Repubblica, Mattarella: «La nostra Costituzione saggia e lungimirante». Si sono aperte oggi a Roma le celebrazioni del 78esimo anniversario della nascita della Repubblica italiana. Prima l'alzabandiera solenne all'Altare della Patria, poi l'omaggio al Milite Ignoto, dove è stata deposta una corona d'alloro da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalle più alte cariche dello Stato. Presenti a Piazza Venezia la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, oltre che il ministro della Difesa Guido Crosetto. Hanno sorvolato la piazza le Frecce Tricolori. A seguire la tradizionale parata ai Fori Imperiali. È lì che Claudio Baglioni ha cantato l'inno nazionale accompagnato dalla banda interforze della Difesa. Dopo, sotto una pioggia torrenziale, la banda dei Carabinieri ha aperto la tradizionale parata. Quest'anno il tema delle celebrazioni è stato “In difesa della Repubblica, al servizio del Paese”. Le Frecce tricolori hanno sorvolato i Fori Imperiali, come da tradizione, chiudendo le celebrazioni. Ad alzare lo sguardo al cielo sono state migliaia di persone che, nonostante la pioggia, sono giunte in via dei Fori Imperiali per assistere alla parata. Nei cieli di Roma, oltre a velivoli, elicotteri e paracadutisti che l'hanno preceduta, si è quindi esibita la pattuglia acrobatica nazionale, la più numerosa al mondo: dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista. “Celebrare i 78 anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia - scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione del 2 giugno -, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione. Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune”. "I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all'Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà", il messaggio di Mattarella. "Il nostro contributo - e in esso delle Forze Armate - alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell'odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente", ha aggiunto il Presidente Mattarella nel messaggio. «Siamo in una campagna elettorale per le elezioni europee e questa festa ci ricorda anche la prima idea di Europa, che era una idea di Europa che immaginava che la sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la forza e la specificità degli stati nazionali. Forse dovremmo tornare a quell'embrione di idea europea e di sogno europeo», ha detto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai Fori Imperiali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Carabinieri salvano donna dalle acque del Piave
Una pattuglia dei Carabinieri ha tratto in salvo oggi dalle acque del Piave una donna bellunese cinquantenne, che voleva compiere un gesto autolesionistico. L’allarme era giunto prima di mezzogiorno al 112 di Treviso: una telefonata segnalava la reale possibilità che la donna, uscita in auto, volesse togliersi la vita. Dopo aver ristretto la zona delle ricerche nei pressi del fiume Piave, i…
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La Totò-truffa italiana ai nemici di Trump
Un’inchiesta di Buzzfeed ha ricostruito i contorni di una truffa che ha visto un piccolo gruppo di americani pagare qualche migliaio di dollari a un fantasioso salernitano, per avere in cambio alcuni documenti che avrebbero dovuto compromettere Trump.
I documenti avrebbero dovuto certificare un robusto passaggio di denaro a favore di Trump ai margini di un affare con la EXXON, della quale all’epoca era chief executive Rex Tillerson, ora a capo del Dipartimento di Stato, il ministero degli Esteri americano. Gli acquirenti americani ci sono cascati in pieno e hanno poi provato a passare questa «prova» d’intrallazzi miliardari ai giornali, che invece non ci sono cascati.
La fonte del documento è tale Luigi Fiorino di Nocera Inferiore, Salerno, alias Baron Luigi Louis Forino of Little Staughton, un fantasioso imprenditore di se stesso che si presenta come CEO della MCC Petroli (che non esiste), collezionista di Aston Martin da milioni di dollari (che esistono nelle foto che prende in rete) e proprietario di lussuose dimore ugualmente copincollate. Anche il titolo nobiliare appare di dubbia attribuzione, visto che si tratta di un titolo attualmente in vendita online. La sua MCC è alternativamente presentata come operante nei settori dei petroli, del credito e persino dell’aviazione, ma pare si possa dire con discreta certezza che anche quella esiste solo nella pletora di siti e pagine web costruite dal soggetto per accreditarsi. Forino è molto attivo nell’auto-promuoversi in rete, anche se c’è da dire che grammatica e sintassi, italiane e inglesi, non sono tra le frecce al suo arco e il tutto ne risente.
Non sono le uniche pagine che lo citano, ci sono anche pagine e canali che sembrano appartenere a persone arrabbiate con lui e che lamentano di essere truffate o che lo accusano esplicitamente dì essere dedito alla falsificazione di documenti bancari. Non era quindi difficile indagare e concludere che il soggetto non rappresentasse il massimo dell’affidabilità. Forino peraltro non nasce oggi, già nel 2008 all’età di 32 anni assurse alle cronache perché la sua Mediterranean Consulting Company (ancora MCC) aveva avanzato un’offerta per l’acquisto di Magiste, la holding di Stefano Ricucci che si trovava in grosse difficoltà. Anche all’epoca tutto si appoggiava a una serie di documenti che poi si rivelarono falsi.
Come spesso accade, la voglia di credere nel colpaccio deve aver accecato gli incauti americani che, secondo quando appurato da Buzzfeed, si sono portati a casa «documenti» della J.P. Morgan farlocchi e made in Salerno e dintorni. Documenti di cui Forino ha giustificato il possesso in quanto sedicente intermediario del presunto affare, sui documenti infatti c’è anche la sua firma. Non bastassero i chiari indizi elencati sopra, pare che nel corso della trattativa Forino sia sceso convenientemente da una richiesta iniziale di due-trecentomila dollari ad appena novemila (meglio che niente), da riscuotere ovviamente in contanti. Probabilmente una cifra inferiore a quanto hanno speso i suoi clienti nei biglietti aerei per fare avanti e indietro sull’Atlantico per portare a termine l’affare, sicuramente una cifra decisamente incongrua con la sua vantata statura da milionario, peraltro certificata dall’esibizione online di una lista dei ricchi di Forbes e da un articolo del Wall Street Journal, non meno taroccati dei documenti oggetto dell’affare, che lo dicono il 190° uomo più ricco del mondo.
Le evidenze disponibili a portata di click non sono servite a seminare il dubbio nella pattuglia di americani in cerca del colpaccio, che così ha speso alcuni mesi nel cercare di validare e proporre (gratuitamente, loro) ai diversi giornali lo scoop che non lo era. L’unico a trarne vantaggio per ora sembra essere stato proprio Forino, che ha portato a casa qualche migliaio di euro senza grande fatica e, almeno per quello che è dato sapere, senza conseguenze particolarmente negative.
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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi venerdì, 26 luglio 2024
#PrimaPagina#tirreno quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi pattuglia#nuotatori#parta#livorno#della#tour#gourmet#illirico#club#interpretato#sette#chef#stellati#piombino#laguna#tomba#pesci#fatta#sfregiare#euro#storia
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La Totò-truffa italiana ai nemici di Trump
Un’inchiesta di Buzzfeed ha ricostruito i contorni di una truffa che ha visto un piccolo gruppo di americani pagare qualche migliaio di dollari a un fantasioso salernitano, per avere in cambio alcuni documenti che avrebbero dovuto compromettere Trump.
I documenti avrebbero dovuto certificare un robusto passaggio di denaro a favore di Trump ai margini di un affare con la EXXON, della quale all’epoca era chief executive Rex Tillerson, ora a capo del Dipartimento di Stato, il ministero degli Esteri americano. Gli acquirenti americani ci sono cascati in pieno e hanno poi provato a passare questa «prova» d’intrallazzi miliardari ai giornali, che invece non ci sono cascati.
La fonte del documento è tale Luigi Fiorino di Nocera Inferiore, Salerno, alias Baron Luigi Louis Forino of Little Staughton, un fantasioso imprenditore di se stesso che si presenta come CEO della MCC Petroli (che non esiste), collezionista di Aston Martin da milioni di dollari (che esistono nelle foto che prende in rete) e proprietario di lussuose dimore ugualmente copincollate. Anche il titolo nobiliare appare di dubbia attribuzione, visto che si tratta di un titolo attualmente in vendita online. La sua MCC è alternativamente presentata come operante nei settori dei petroli, del credito e persino dell’aviazione, ma pare si possa dire con discreta certezza che anche quella esiste solo nella pletora di siti e pagine web costruite dal soggetto per accreditarsi. Forino è molto attivo nell’auto-promuoversi in rete, anche se c’è da dire che grammatica e sintassi, italiane e inglesi, non sono tra le frecce al suo arco e il tutto ne risente.
Non sono le uniche pagine che lo citano, ci sono anche pagine e canali che sembrano appartenere a persone arrabbiate con lui e che lamentano di essere truffate o che lo accusano esplicitamente dì essere dedito alla falsificazione di documenti bancari. Non era quindi difficile indagare e concludere che il soggetto non rappresentasse il massimo dell’affidabilità. Forino peraltro non nasce oggi, già nel 2008 all’età di 32 anni assurse alle cronache perché la sua Mediterranean Consulting Company (ancora MCC) aveva avanzato un’offerta per l’acquisto di Magiste, la holding di Stefano Ricucci che si trovava in grosse difficoltà. Anche all’epoca tutto si appoggiava a una serie di documenti che poi si rivelarono falsi.
Come spesso accade, la voglia di credere nel colpaccio deve aver accecato gli incauti americani che, secondo quando appurato da Buzzfeed, si sono portati a casa «documenti» della J.P. Morgan farlocchi e made in Salerno e dintorni. Documenti di cui Forino ha giustificato il possesso in quanto sedicente intermediario del presunto affare, sui documenti infatti c’è anche la sua firma. Non bastassero i chiari indizi elencati sopra, pare che nel corso della trattativa Forino sia sceso convenientemente da una richiesta iniziale di due-trecentomila dollari ad appena novemila (meglio che niente), da riscuotere ovviamente in contanti. Probabilmente una cifra inferiore a quanto hanno speso i suoi clienti nei biglietti aerei per fare avanti e indietro sull’Atlantico per portare a termine l’affare, sicuramente una cifra decisamente incongrua con la sua vantata statura da milionario, peraltro certificata dall’esibizione online di una lista dei ricchi di Forbes e da un articolo del Wall Street Journal, non meno taroccati dei documenti oggetto dell’affare, che lo dicono il 190° uomo più ricco del mondo.
Le evidenze disponibili a portata di click non sono servite a seminare il dubbio nella pattuglia di americani in cerca del colpaccio, che così ha speso alcuni mesi nel cercare di validare e proporre (gratuitamente, loro) ai diversi giornali lo scoop che non lo era. L’unico a trarne vantaggio per ora sembra essere stato proprio Forino, che ha portato a casa qualche migliaio di euro senza grande fatica e, almeno per quello che è dato sapere, senza conseguenze particolarmente negative.
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Enrico Toti, eroe della prima guerra mondiale
Uno dei personaggi più noti della storia italiana della Grande Guerra… Enrico Toti nacque il 20 agosto 1882 a Roma, nel quartiere San Giovanni, terzogenito di Nicola, ferroviere di Cassino, e Semira Calabresi. Nel 1897 Enrico si imbarcò come mozzo sulla nave scuola Ettore Fieramosca e rimase in Marina fino al 1905, prima sulla corazzata Emanuele Filiberto, poi sulla nave Barbarigo e infine sull’incrociatore Coatic. In seguito Tori venne assunto nelle Ferrovie dello Stato come fuochista, ma il 27 marzo 1908 fu investito da un locomotore in manovra presso la stazione di Colleferro e gli si dovette amputare la gamba sinistra poco sotto il bacino. Rimasto invalido e disoccupato a 26 anni, Enrico, con forza d’animo e un notevole spirito d’intraprendenza, avviò una serie di piccole attività artigianali e si allenò con nuotate nel Tevere e giri in bicicletta, inoltre viaggiò in Europa e in Africa sulle due ruote, lavorando come artista e attrazione nelle fiere e nei circhi. Allo scoppio della guerra mondiale, vedendo molti amici partire volontari, Toti chiese per ben tre volte alle autorità militari di poter essere arruolato, ricevendo però un netto rifiuto, così decise di volontariamente al fronte e con la sua bicicletta nel luglio 1915 raggiunse Cervignano, cittadina del Friuli austriaco occupata dall’Esercito italiano, sede del comando della 3a armata e di ospedali, uffici e magazzini militari. In breve il giovane fraternizzò con militari e graduati, compiendo piccoli servizi e ricevendo in cambio vitto e alloggio, oltre a svolgere alcune mansioni per conto degli uffici del comando di tappa, tra cui il ritiro della posta nei punti di raccolta dei reparti e il trasporto all’ufficio ferroviario di Cervignano, dove la corrispondenza era vagliata, censurata e poi smistata. Enrico frequentava uffici e officine militari e passava le serate con i soldati nelle osterie del paese inoltre, eludendo la sorveglianza dei militari, valicò il limite territoriale dove erano relegati i borghesi, per dirigersi verso le zone degli scontri ma un giorno, intercettato da una pattuglia di carabinieri, fu fatto ritornare a Cervignano e successivamente rispedito a Roma. Dopo e un’appassionata lettera al comandante della 3a armata, che era Emanuele Filiberto di Savoia, duca d’Aosta Enrico riuscì a ritornare nuovamente a Cervignano nei primi mesi del 1916 e il 6 aprile ebbe il permesso di rimanere nella cittadina per lavorare all’ufficio postale militare presso il comando d’armata. Grazie al legame con soldati e ufficiali il giovane riuscì a farsi portare con il reparto in prossimità delle trincee, tra cui cave di Selz presso Monfalcone. In seguito, Toti passò dai ricoveri del 14° reggimento fanteria a quelli del III battaglione Bersaglieri ciclisti, con il compito di raccogliere la posta e consegnare giornali, sigarette, generi di conforto portati dalle retrovie, inoltre sbrigava piccole commissioni per i soldati che non potevano allontanarsi dal reparto. Il 6 agosto 1916, durante la sesta offensiva dell’Isonzo che portò alla presa di Gorizia e al crollo del primo fronte carsico, il III Bersaglieri fu incaricato di attaccare le trincee austro-ungariche di Quota 85, a est di Monfalcone, così Toti chiese e ottenne dai superiori, seppur in maniera informale e, il permesso di partecipare all’assalto. Durante l’azione Enrico fu visto sparare con il moschetto contro le mitragliatrici avversarie, poi, quando fu colpito, morì fra le braccia dei compagni. La storia di Enrico Toti resta viva ancora oggi, infatti nel 1958 la città di Gorizia gli dedicò una statua in bronzo in piazza Cesare Battisti e la Marina militare italiana intitolò al giovane eroe il primo sommergibile del dopoguerra, costruito nei cantieri di Monfalcone, in servizio dal 1968 al 1999, che è esposto dal 2005 presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Read the full article
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Ieri sera a pattuglia c’erano anche le incaricate regionali e di zona della branca L/C. Una di loro è stata capo formatrice al mio CFM, è stata lei a sorbirsi tutte le mie paranoie e le mie mille domande ed è grazie a tutta quella staff se oggi sto ancora continuando il mio Servizio. Ci hanno parlato nuovamente delle PO e delle PT, e hanno chiesto la nostra disponibilità nel prestare servizio ai campetti per quattro giorni. Questa richiesta era avvenuta anche mesi fa via telematica. Ci ho sempre pensato ma gli impegni ed i casini di tutti i giorni mi hanno fatto accantonare ogni volta l’idea. Ieri vedere Flavia lì, poterla abbracciare e vederla così felice in modo genuino nel constatare che io sono ancora in mezzo a trenta nani urlanti mi hanno dato lo slancio giusto per dire di sì. Ho capito che io ho bisogno dell’associazione per andare avanti durante l’anno, che sia formazione, campetto, uscita o evento giornaliero. Quindi niente, ad aprile per quattro giorni sarò un capo delle PO.
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14 set 2023 16:13
IL “REDDITO DI CITTADINANZA” CHE IL M5S PAGA A BEPPE GRILLO: RINNOVATO IL CONTRATTO DI COMUNICAZIONE DA 300 MILA EURO L’ANNO PER SCRIVERE ARTICOLI SUL BLOG E FARSI VEDERE IN CAMPAGNA ELETTORALE - “LIBERO”: “UFFICIALMENTE TRA I GRILLINI NESSUNO SI SBOTTONA SUI SOLDI INTASCATI DAL FONDATORE, MA DI FRONTE ALLA PROMESSA DI ANONIMATO SI SFOGANO: ‘ASSURDO PARLARE DI REDDITO DI CITTADINANZA E POI PRETENDERE SOMME DEL GENERE’, ‘CONTE HA DECISO DI VENIRE A PATTI CON GRILLO: TU NON MI ROMPI I COGLIONI SULLA GESTIONE POLITICA E IO TI RINNOVO IL CONTRATTO” -
Estratto dell’articolo di Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”
Dal reddito di cittadinanza al reddito di "grillanza”: una volta i Cinquestelle pensavano ai poveri, oggi pensano a foraggiare chi indigente proprio non è. Parliamo del fondatore Beppe Grillo, fresco di rinnovo di un contratto da 300mila euro […] Grillo […] ha avuto anche un’altra formidabile intuizione: quella di passare dal palcoscenico dei suoi tour a quello virtuale del suo blog facendosi pagare per fare lo show anche lì. Come un dipendente di lusso.
E il blog, un tempo bibbia del pensiero Cinquestelle, poi a lungo silente (specie dopo il divorzio dalla Cassaleggio Associati), oggi di nuovo attivo, è però adesso più distante dai parlamentari M5S. Tra i contributi non si notano, infatti, i nomi di deputati o senatori pentastellati, non vi è riferimento come in passato a questioni di politica interna, non ci sono i commenti della famigerata “base” ad animare il dibattito grillesco.
Tutto cambia e […] Quale è esattamente il ruolo del comico ligure? Il consulente per la comunicazione. Ma attenzione, non un competitor di Rocco Casalino, il portavoce di Giuseppi che avrebbe sognato la candidatura, ma lo stratega delle campagne elettorali, il frontman per i comizi, l’animatore del villaggio pentastellato. Di solito un leader si spende gratis per il proprio partito, non Grillo che ha stipulato con il suo Movimento un contratto da 300mila euro l’anno.
Scaduto a maggio, Conte glielo ha appena rinnovato, come ha rivelato lo stesso ex presidente del Consiglio alla festa del Fatto quotidiano. Top secret, però, i dettagli tra le parti, com’è nello stile dei grillini trasparenti quando pare a loro. «Il contratto di Grillo? Non riguarda il nostro gruppo parlamentare», precisa a Libero Emiliano Fenu, tesoriere M5S alla Camera. Ed è chiaro che sia così altrimenti dovrebbe essere tutto rendicontato e invece non c’è traccia del documento che sta facendo fibrillare la pattuglia parlamentare.
Sul sito di Montecitorio, alla voce amministrazione trasparente, ci sono ancora alcuni versamenti di poca entità a Rousseau, fermi al 2021, ma per sapere qualcosa sul compenso del garante bisogna chiedere al tesoriere del Movimento Cinquestelle, l’ex sottosegretario Claudio Cominardi, e a Nina Monti, la cantautrice romana titolare della società che cura il blog di Grillo (le cui spese vive si aggirano sui 200mila euro). Rumors danno la Monti in lista alle Europee per il M5S.
Ufficialmente nessuno si sbottona sui soldi intascati dal fondatore, ma di fronte alla promessa di anonimato i grillini si sfogano: «Assurdo parlare di reddito di cittadinanza e poi pretendere somme del genere», «Conte ha deciso di venire a patti con Grillo: tu non mi rompi i c...i sulla gestione politica del Movimento e io ti rinnovo il contratto». […] in tanti avrebbero smesso di versare il contributo mensile al Movimento ormai a tutti gli effetti partito, specie da quando i vertici hanno deciso di dire sì ai fondi pubblici. Insomma, una volta Grillo diceva: «La politica senza soldi si può fare». Oggi non solo ha cambiato idea, ma parte il vaffa se non gli rinnovano il contratto. […]
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