#unita quotidiano
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Film italiani in uscita a dicembre
La chiocciola (Roberto Gasparro): 05/12
Il primo film ad affrontare il tema degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di "stare in disparte", di isolarsi dalla società.
Nonna ci produce il film (Walter Garibaldi): 06/12
La storia di una famiglia molto numerosa che, quando si trova inaspettatamente ad attraversare un periodo di grande difficoltà, unita e convinta, cerca una soluzione.
Improvvisamente a Natale mi sposo (Francesco Paternò): 06/12
Mancano pochi giorni al santo Natale e tutta la famiglia si sta riunendo come ogni anno nell'hotel di Lorenzo.
Giorni felici (Simone Petralia): 11/12
Un dramma commovente che riflette sulla fragilità umana e la capacità di amare e resistere nelle situazioni più difficili.
Santocielo (Francesco Amato): 14/12
Una missione dal Paradiso mette a repentaglio la vita di un uomo in crisi. Rimarrà incinto e tutto cambierà per sempre.
Adagio (Stefano Sollima): 14/12
Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte impatto.
Ricomincio da me (Nathan Ambrosioni): 28/12
Toni è autrice di un brano pop di successo mondiale, che anni dopo si ritrova madre single di cinque ragazzi, con un quotidiano molto pesante.
Come può uno scoglio (Gennaro Nunziante): 28/12
Alla morte di suo padre, Pio eredita la gestione di svariate attività. Ora vive nell'agio di Treviso con la sua famiglia, ed è in corsa per diventare sindaco.
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Quando abbiamo a che fare con la nostra sicurezza vogliamo il meglio del meglio. Cerchiamo dispositivi che siano in grado di darci la massima tranquillità e che ci permettano di sorvegliare la nostra casa. Come si può trovare tuttavia qualcosa che possa garantire protezione senza compromettere la praticità o l’ambiente? Oggi, anche l'ecologia è sempre più importante e ha il suo peso negli acquisti. I consumatori preferiscono dispositivi che combinino prestazioni eccellenti con un basso impatto ambientale. La Reolink Altas PT Ultra ha tutte queste qualità insieme. Parliamo di una telecamera di sicurezza che offre una soluzione completa all’acquirente, unendo proprio tecnologia avanzata e attenzione alla sostenibilità. La risoluzione 4K Ultra HD e la connettività 4G LTE la rendono utilizzabile per la sorveglianza ovunque, persino in aree senza Wi-Fi, cosa non di poco conto. È dotata anche di rilevamento intelligente, capacità di panoramica a 355° e inclinazione di 140°. Ma è davvero così efficiente come appare? Chi cerca una telecamera di sicurezza può rinunciare alla qualità o alla facilità d’uso? Con questo modello non è necessario fare compromessi. L'alimentazione a batteria ricaricabile, inoltre, e la possibilità di aggiungere un pannello solare donano un’autonomia eccezionale. In tal modo si elimina anche la dipendenza dalla rete elettrica. Questa telecamera è perfetta per chi desidera un prodotto versatile e adatto a qualsiasi situazione possibile. Come si comporta in condizioni estreme? Grazie alla sua resistenza, può funzionare senza problemi praticamente sempre. Ora, vediamo nel dettaglio tutto ciò che offre. Packaging e Design telecamera Il packaging della Reolink Altas PT Ultra rispecchia la sua natura pratica e di alta qualità. All'interno della confezione si trova tutto ciò che serve. Il pacchetto include ovviamente in primis la telecamera, poi ci sono una scheda microSD da 32GB preinstallata, una cinghia a strappo, un cavo USB-C e gli accessori utili per il montaggio. Il design della telecamera è compatto, solido e resistente. L’aspetto è moderno, con linee pulite e un colore neutro che le permette di adattarsi a qualsiasi ambiente. Le dimensioni della telecamera non sono ingombranti. È progettata per offrire la massima funzionalità senza occupare spazio eccessivo e risaltare esageratamente. L'estetica, seppur la telecamera sia dunque di piccole dimensioni, non è sacrificata per la funzionalità. Il dispositivo ha un look molto gradevole, elegante e professionale, nulla a che vedere con i soliti device. La certificazione IP65 conferma poi la sua resistenza alle intemperie. La telecamera è impermeabile e resistente alla polvere così da essere imperturbabile all’uso esterno. Si può installare tranquillamente in un giardino, su un balcone o su qualsiasi porta. Si sarà sempre certi che resisterà a pioggia, neve e vento. Persino le temperature estreme, dal caldo estremo al gelo più rigido, non influenzano le sue prestazioni, garantendo un monitoraggio continuo. La capacità di panoramica a 355° e inclinazione a 140° presenta una visione completa a 360 gradi. Questa funzione evita i cosiddetti "punti ciechi" che potrebbero compromettere la sicurezza dell’edificio in qualche modo. Non ci sarà bisogno di posizionare più telecamere, basterà solo la Reolink per guardare tutto ciò che accade. La rotazione motorizzata è fluida e può essere controllata a distanza tramite l’app dedicata, permettendo di monitorare ogni angolo dell'area sorvegliata. Questa funzione avanzata, unita alla risoluzione 4K, assicura una copertura completa e una qualità video eccezionale. Ma è davvero tutto così intuitivo da utilizzare? La risposta è sì, grazie a un design pensato per facilitare l’uso quotidiano. Pannello Solare: un accessorio essenziale Una delle caratteristiche più apprezzabili della Reolink Altas PT Ultra è sicuramente la possibilità di collegarla a un pannello solare. L'energia solare è fondamentale soprattutto nei device che richiedono una lunghissima autonomia. Il pannello solare Reolink da 6W offre infatti energia continua, mantenendo la telecamera sempre attiva senza doverla ricaricare manualmente. La ricarica automatica elimina qualsiasi preoccupazione legata alla durata della batteria. Chi non vorrebbe un dispositivo autonomo che si alimenta con il solo sole? Il pannello è progettato per resistere agli agenti atmosferici e può essere installato facilmente accanto alla telecamera. La struttura è orientabile, permettendo di regolare l'angolazione per massimizzare l’assorbimento di luce solare. Anche nelle giornate meno soleggiate, riesce a mantenere la telecamera perfettamente attiva. Tale funzionalità è praticamente indispensabile per chi vuole installare la telecamera in zone più lontane o comunque distanti, dove la corrente elettrica non è disponibile. Il pannello solare, poi, non solo assicura un risparmio enorme sui costi energetici, ma è anche una scelta ecologica e molto intelligente. È probabilmente il device rappresentante il mix perfetto tra sorveglianza, ecologia ed autonomia. Modalità e funzioni telecamera Reolink La Reolink Altas PT Ultra è ricca di funzionalità avanzate che garantiscono la massima efficienza nella sorveglianza. La risoluzione 4K Ultra HD 8MP è uno dei suoi principali punti di forza. L’immagine è incredibilmente dettagliata, offrendo una nitidezza che permette di cogliere particolari importanti. Catturare volti o dettagli minuti non è mai stato così semplice. Chi cerca una telecamera capace di offrire video cristallini sarà sicuramente soddisfatto. Ma cosa succede di notte? La telecamera è dotata di due modalità di visione notturna. La prima è la classica in bianco e nero e poi c’è la più avanzata a colori. La seconda opzione è possibile grazie alla presenza di faretti a LED che illuminano tutto l’ambiente che circonda la telecamera. Anche nelle condizioni di buio più totale, la telecamera garantisce immagini nitide e dettagliate. È un vantaggio decisamente importante, indispensabile per chi ha bisogno di monitorare aree con poca luce. Il sistema di rilevamento intelligente è un vero plus da tenere in considerazione. Esso riesce a distinguere persone, veicoli e animali, riducendo notevolmente i falsi allarmi e spaventi improvvisi inutili. Quante volte si ricevono notifiche per movimenti insignificanti? Con questa telecamera, solo gli eventi rilevanti generano un avviso. Inoltre, quando rileva un movimento sospetto, attiva automaticamente una sirena e i faretti. Questo rappresenta un deterrente efficace contro i potenziali intrusi. La possibilità di gestire questi avvisi manualmente, tramite l'app Reolink, offre un ulteriore livello di controllo. Un'altra funzione interessante è la modalità time-lapse. Questa permette di creare video che condensano ore di sorveglianza in pochi secondi. La telecamera è persino ideale per monitorare eventi lenti, come la crescita di una pianta o l’avanzamento di lavori in time-lapse. Come se non fosse abbastanza le zone di rilevamento sono personalizzabili e permettono di focalizzare l’attenzione della telecamera su aree specifiche di propria scelta. Si può scegliere di monitorare solo ingressi o cancelli, ignorando altre parti del campo visivo. Questa personalizzazione risulta particolarmente utile in ambienti con molti punti di accesso. Autonomia La batteria ricaricabile al litio è un altro elemento di grande valore. Può durare per settimane con una sola ricarica, e il pannello solare garantisce un’autonomia praticamente illimitata. Quanto è importante non dover ricaricare spesso una telecamera? Questo aspetto elimina la necessità di interventi frequenti, rendendo la Reolink Altas PT Ultra una soluzione ideale per chi non vuole preoccuparsi di dover ricaricare continuamente il dispositivo. Grazie all’efficienza energetica, la telecamera può funzionare per lungo tempo senza necessità di interventi. Questo la rende ideale per il monitoraggio di aree isolate o difficili da raggiungere, come case vacanza o cantieri. Nessuno vuole una telecamera che smette di funzionare proprio quando serve di più, e questa telecamera evita proprio questo inconveniente. Connettività telecamera La connettività 4G LTE è probabilmente uno punti di forza più strong della Reolink Altas PT Ultra. A differenza di molte altre telecamere, non è infatti necessario un collegamento Wi-Fi. Grazie alla scheda Nano SIM e al supporto per le reti 3G/4G (ed ovviamente al citato pannello solare) il device può essere utilizzato ovunque. È la soluzione perfetta per monitorare luoghi in cui non è disponibile una connessione internet tradizionale. Questo la rende ideale per case vacanza, terreni agricoli, cantieri o aree remote. È sufficiente attivare un piano dati cellulare e la telecamera sarà pronta all’uso. Quanto è importante poter contare su un dispositivo che funziona anche nelle zone più isolate? Inoltre, la telecamera è compatibile con Google Assistant. I comandi vocali permettono di controllare la telecamera direttamente tramite dispositivi come Google Nest Hub o Chromecast. Questo rende l’interazione con la telecamera ancora più semplice e immediata. Prezzo Reolink Altas PT Ultra Il prezzo della Reolink Altas PT Ultra riflette le sue straordinarie capacità. Sul sito ufficiale Reolink, è disponibile per €212,99, con uno sconto di €37,00 rispetto al prezzo di listino a cui va aggiunto il pannello solare dal costo aggiuntivo di €29,99. Su Amazon, invece, il prezzo è di €249,99 incluso di pannello solare. Pro e Contro: punti a favore e a sfavore della telecamera La Reolink Altas PT Ultra offre una qualità video eccellente in 4K Ultra HD. Questa risoluzione permette di vedere dettagli chiari come volti e targhe da lontano. La panoramica a 355° e l'inclinazione a 140° garantiscono una copertura totale dell’area sorvegliata. Non ci sono punti ciechi, il che è un enorme vantaggio. L’alimentazione solare, tramite pannello Reolink da 6W, riduce drasticamente la manutenzione. La telecamera funziona autonomamente senza necessità di collegamenti elettrici. La connettività 4G LTE permette di monitorare anche aree isolate senza Wi-Fi. Questo la rende ideale per luoghi remoti, come cantieri o terreni agricoli. Il rilevamento intelligente riesce comprendere la differenza tra persone, veicoli e animali. Grazie a questa tecnologia, i falsi allarmi sono ridotti al minimo. La visione notturna a colori, supportata dai faretti LED, offre chiarezza anche al buio. Inoltre, la batteria ricaricabile garantisce settimane di autonomia, estensibili grazie al pannello solare. Il design resistente, certificato IP65, consente alla telecamera di funzionare in qualsiasi condizione atmosferica. Tuttavia, l'uso della rete LTE richiede un piano dati cellulare, che può generare costi. Se si trasmette video in 4K per molto tempo, i dati consumati saranno elevati. La mancanza di Wi-Fi potrebbe essere un limite in contesti più tradizionali. Il prezzo è però giustificato dalle funzionalità. L’archiviazione su microSD, inoltre, potrebbe risultare limitante, se non si opta per il cloud e l’uso del servizio cloud comporta costi aggiuntivi, ma è opzionale. Conclusioni: acquistare la Reolink Altas PT Ultra è la miglior scelta La Reolink Altas PT Ultra è una soluzione ideale per la sorveglianza senza fili. Grazie alla risoluzione 4K riesce anche a riprodurre immagini nitide e dettagliate, indispensabili parlando di sicurezza. La copertura a 360° poi come detto elimina i punti ciechi, così da poter controllare l’area nella sua totalità. controllo totale dell’area sorvegliata. L’alimentazione solare che permette di ridurre la manutenzione e i costi operativi è la ciliegina sulla torta. Questo la rende perfetta per monitorare luoghi senza corrente elettrica o difficili da raggiungere. La connessione 4G LTE consente di utilizzarla ovunque, senza Wi-Fi. È adatta a chi necessita di sorvegliare proprietà remote, come cantieri o terreni agricoli. La visione notturna a colori migliora la sorveglianza nelle ore buie, garantendo maggiore sicurezza. Il sistema di rilevamento intelligente riduce i falsi allarmi, inviando notifiche solo quando necessario. La batteria a lunga durata e l'opzione del pannello solare garantiscono settimane di funzionamento autonomo. La struttura resistente IP65 la rende adatta a condizioni climatiche avverse. È un investimento ideale per chi cerca un dispositivo che duri a lungo e che dia il massimo. Si ricorda che può acquistare sul sito ufficiale Reolink a €212,99, oppure su Amazon a €249,99. Read the full article
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Marilù Mastrogiovanni
Gli unici padroni per un giornalista sono i lettori, il nostro Codice deontologico e la Costituzione italiana, la nostra Bibbia laica.
Marilù Mastrogiovanni, autrice di inchieste investigative sulla mafia e di numerosi libri e documentari, è giornalista, regista specializzata in linguaggi visuali, semiologa della comunicazione, ecofemminista esperta di linguaggio di genere e docente al Master di Giornalismo dell’Università di Bari.
Collabora con Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Fatto quotidiano, Left e Narcomafie ed è consulente per Presa diretta (Rai3) e Euronews.
Da oltre vent’anni, dirige la rivista Il Tacco d’Italia giornale d’inchiesta scomodo e necessario.
Fa parte del team composto da dodici persone esperte in diritti umani selezionate dal Parlamento italiano per il Comitato per la prevenzione della tortura presso il Consiglio d’Europa.
È nel direttivo nazionale di Giulia giornaliste, associazione impegnata nella rimozione di discriminazioni e stereotipi contro le donne, veicolati attraverso un uso distorto del linguaggio e delle immagini. Tiene corsi di formazione di aggiornamento professionale per un uso non sessista della lingua.
Numerosi i premi nazionali e internazionali vinti per il suo impegno professionale.
La sua ricerca della verità ha scatenato pericolose reazioni da parte della Sacra Corona unita, la mafia del Salento. Ha scritto, facendo nomi e cognomi, descrivendo la gerarchia dell’organizzazione, indicando le aziende in cui i proventi dello spaccio di droga venivano reinvestiti, scoprendo una fitta rete di fiancheggiatori insospettabili tra i colletti bianchi.
Il suo nome completo è Maria Luisa Mastrogiovanni ed è nata a Casarano, in provincia di Lecce, il 31 ottobre 1969.
Si è laureata, nel 1998, in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con la specializzazione in Comunicazioni sociali con una tesi in Semiotica sulle figure femminili del fumetto popolare. E successivamente si è diplomata in regia e sceneggiatura cinematografica e televisiva.
In quegli anni ha fondato e curato la rivista di teorie delle comunicazioni sociali Quaderni Eventuali e partecipato alla sceneggiatura, drammaturgia e regia di documentari, cortometraggi e spettacoli teatrali.
Nel 2001 è rientrata in Puglia dove ha conseguito il Master in comunicazione culturale e ambientale presso l’Università di Lecce.
Nel 2003 ha fondato e dirige il mensile d’inchiesta Il Tacco d’Italia, che fino al 2011 è stato in edizione cartacea per poi trasferirsi sul web dove è stato inattivo per un anno e mezzo a causa di un attacco hacker.
Tra il 2007 e il 2012 ha subito minacce e intimidazioni dalla criminalità organizzata per le sue inchieste sul business dei rifiuti e sulle speculazioni edilizie in zone protette.
Ha ricevuto decine di querele, tutte archiviate, da mafiosi, imprenditori e politici. Per motivi di sicurezza è stata costretta a trasferire la sua residenza a Bari.
Nel 2017 è stata tra le estensore del Manifesto di Venezia, che ha portato, nel 2021, alla modifica del Codice unico deontologico per la professione giornalistica, con l’introduzione dell’articolo 5 bis.
Nel 2019 l’OCSE (L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’ha inserita nel panel di esperte internazionali del SOFJO (Safety of Female Journalists Online).
Dal 2021 è presidente della giuria del premio internazionale UNESCO sulla libertà di stampa “Guillermo Cano World Press Freedom Prize“. Nella prima edizione ha premiato Maria Ressa, che insieme a Dimitri Muratov è stata insignita, pochi mesi dopo, del Nobel per la Pace che, per la prima volta, ha riconosciuto il lavoro giornalistico come presidio di democrazia e pace.
Nel 2022 ha fondato il Consorzio editoriale XQ e l’anno seguente il giornale multimediale multilingue XQ the why of the news, finanziato dalla Commissione europea.
Fa parte della redazione di Ossigeno per l’Informazione e Reporters Without Borders. Ha ideato e coordina il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo. È socia fondatrice di CREIS (Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile) e fa parte del Centro di ricerca S/murare il Mediterraneo.
Il suo impegno è citato nei libri La donna che morse il cane di Gerardo Adinolfi, nel 2012, nel libro e Il meglio sud, del 2015 di Lino Patruno.
La sua voce libera e dissidente è un faro per le donne, per il Sud, per l’informazione, per i diritti umani e per le nuove generazioni, a cui dedica molto tempo e impegno convinta che è dalle scuole che bisogna ripartire per insegnare il valore dell’informazione come fondamento della Democrazia.
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Abito Da Spiaggia Donna Copricostume Donna Mare Copri Bikini Donna Camicia Abito
💞 【Materiale】: realizzato in tessuto di poliestere di alta qualità, morbido e delicato sulla pelle, resistente all'usura ed elastico, traspirante e che assorbe il sudore, facile da lavare e asciugatura rapida, comodo da indossare.
💞 【SEXY AFFASCINANTE】: mostra la vosta personalità da mare. Con queste tuniche coprenti, sarai sicuro di sembrare molto attraente e più affascinante.
poliestere
Bikini
💞 【CARATTERISTICA】: Questo abito camicia coprente in tinta unita ha un design sexy, mezza manica, scollo a V, il design dell'orlo alto-basso ti fa sembrare più speciale.
💞 【OCCASIONE】: perfetto da indossare in piscina, spiaggia, vacanze, resort e così via. È anche una buona scelta come regalo per la luna di miele.
💞 【Taglia】:S-XXXL. Si prega di fare riferimento alle informazioni di dimensione per assicurarsi di ottenere una dimensione adatta.
Vestiti è ideal per vacanze spiaggia in estate: La bella unione è perfetto per ogni costume da bagno. Il suo design di moda a rendere il vostro sexy e affascinante per essere una bella vista. è uno degli elementi indispensabili del guardaroba femminile. Copricostume da bagno sexy e alla moda per proteggere il sole sulla spiaggia. Ottimo per l'abbigliamento quotidiano, ti fa sentire a tuo agio e ti fa sentire fresco. Questo vestito di copertura è un accessorio perfetto per abbigliamento da spiaggia, abbigliamento da resort, parco acquatico, piscina e abbigliamento da crociera. Questo sexy copricostume con lo scollo a V ha uno stile boyfriend. Si adatta facilmente ad ogni stile di persona, grazie alla sua semplicità.come una blusa oversize, bianco e con le maniche lunghe per una protezione solare perfetta.
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27 mag 2024 10:08
“ISRAELE STA SEMINANDO UN ODIO CHE COINVOLGERÀ I SUOI FIGLI E NIPOTI" – IL MINISTRO DELLA DIFESA ITALIANO, GUIDO CROSETTO, SCARICA LO STATO EBRICO: “LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI A RAFAH NON È PIÙ GIUSTIFICABILE. HAMAS È UN CONTO, IL POPOLO PALESTINESE È UN ALTRO. DOVEVANO DISCERNERE TRA LE DUE COSE E FARE UNA SCELTA PIÙ CORAGGIOSA DAL PUNTO DI VISTA DEMOCRATICO" - "TUTTI GLI STATI SONO CONCORDI CHE SU RAFAH ISRAELE DOVEVA FERMARSI. NON SIAMO STATI ASCOLTATI E ORA..." -
1. CROSETTO,NON PIÙ GIUSTIFICABILE VIOLAZIONE DIRITTI A RAFAH
(ANSA) - "Siamo di fronte a una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso senza tener conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas.
Questa cosa non è più giustificabile". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano, parlando del nuovo attacco israeliano a Rafah.
2. CROSETTO, DA MACRON PAROLE CHE CREANO PANNE MONTATE
(ANSA) - "In alcuni momenti, alcuni leader, soprattutto sotto elezioni, penso a Macron, parlano delle loro idee senza averle confrontate e poi si creano queste panne montate dalle quali è poi difficile uscire. Noi dovremmo essere compatti.
Noi e la Nato abbiamo dato dei caveat chiari, e mai nessuno ha pensato di intervenire" nella guerra in Ucraina. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano sull'ipotesi di intervento di truppe della Nato in Ucraina.
3. CROSETTO, ISRAELE SEMINA ODIO CHE SI RIPERCUOTERÀ SU FIGLI (ANSA) -"Ho l'impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano. "Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas - ha aggiunto -, ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione".
Il ministro si è detto anche "molto preoccupato" dalla prospettiva di "una lunga guerra". "Quello che sta accadendo, in Medio Oriente come in Ucraina - ha sottolineato -, ci dimostra che tutta la comunità internazionale anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato che decide di fare un'azione come quella che sta accadendo in Uuraina o adesso a Rafah".
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Il 2 novembre 1973, 39 anni fa, una donna siciliana scrisse una lettera al marito, emigrato in Germania. La lettera, parte di un carteggio andato smarrito, finì poi tra le mani dello scrittore di Comiso Gesualdo Bufalino, il quale tentò di darne un’interpretazione. Sia la donna che il marito, infatti, erano analfabeti. Per questa ragione la donna, anziché rivolgersi ad uno scrivano come si faceva in questi casi, scelse di esprimersi con una serie di disegnini o pittogrammi, all’interno di un unico foglio bianco e a righe.
La lettera si apre con un cuore colpito da una freccia e prosegue con quattro esserini in fila: la donna e i figli, verosimilmente. Più avanti i disegni sembrano puntualizzare su questioni politiche (i simboli di uno scudo crociato e di una falce e martello) e riferirsi ad altre faccende che riguardavano il sostentamento quotidiano della famiglia. In tutto si contano cinque cuori, forse solo casualmente corrispondenti al numero dei componenti del nucleo famigliare, mentre la piccola grotta con stella cometa verso il finale potrebbe suggerire un: ci vediamo a Natale. Di certo, l’esatta comprensione di questi segni è riservata soprattutto a chi si è trovato in possesso dei corretti riferimenti interni: quella donna e quell’uomo. Bufalino, che seppe di quella famiglia dai racconti di un farmacista di paese, provò comunque a darne una sua decodifica, eccezionalmente acuta e puntuale, che finì tra le pagine del libro La luce e il lutto, pubblicato per Sellerio nel 1996. Ecco che cosa scrisse:
Anni fa – non molti, è bene saperlo in anticipo – un carteggio di raro tenore s’intrecciò tra due coniugi siciliani, lui emigrato per lavoro in Germania, lei rimasta in paese ad accudire la vecchia suocera e la giovanissima prole. Analfabeti entrambi e riluttanti a dividere con uno scrivano estraneo e venale i segreti della propria intimità (fossero effusioni d’affetto o notizie di spicciola economia domestica), i due sposi ricorsero, per corrispondere, ad un linguaggio di convenzione, un sistema di pittografie in sequenza, il cui senso risultasse intelligibile al destinatario. “Amore mio caro, il mio cuore è trafitto dal tuo pensiero lontano, e ti tendo le braccia insieme ai tre figli. Tutti in buona salute, io e i due grandicelli, indisposto, ma non gravemente, il piccino. La precedente lettera che t’ho spedito non ha ricevuto risposta e ne soffro. Tua madre, colpita da un male, si trova in ospedale, dove mi reco a trovarla. Non temere che ci vada a mani vuote; né sola, dando esca a malelingue: m’accompagna il figlio mezzano, mentre il maggiore rimane a guardare il minore. Il nostro poderetto, ho provveduto che fosse arato e seminato. Ai due “giornalieri” ho dato 150.000 lire. Si son fatte le elezioni per il Comune. Ho votato Democrazia Cristiana, come il parroco m’ha suggerito. Per la Falce e Martello la sconfitta è stata grande: come fossero morti, in un cataletto. Ma che vincano gli uni o gli altri, è tutt’una. Nulla cambia per noi poveretti: abbiamo zappato ieri, zapperemo ancora domani. Molte ulive quest’anno, dai nostri ulivi. L’uomo e i due ragazzi che ho assunto, l’uno per bacchiarle, gli altri per raccoglierle a terra, mi sono costati 27.000 lire. Altre 12.000 lire le ho spese per il frantoio. Ne ho ricavato tant’olio da riempire una giara grande e una piccola. Posso ricavarne il prezzo corrente che è di 1.300 lire al litro. Amore lontano, il mio cuore ti pensa. Ora, soprattutto, che viene Natale e vorrei essere insieme a te, cuore a cuore. Un abbraccio, dunque, da me e dai tre figliolini. Arrivederci, amore caro, il mio cuore è tuo e ti sono fedele, unita a te come i nostri due anelli.
Una lettera d'amore, Il Post: [link]
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Giorno della Memoria: Mazzeo a Pisa per raccontare ai giovani le storie dei 'Giusti toscani'
Giorno della Memoria: Mazzeo a Pisa per raccontare ai giovani le storie dei 'Giusti toscani' Ricordare i Giusti tra le Nazioni, eroi silenziosi dell'umanità, che hanno rischiato la propria vita per salvare gli ebrei dalla morte e dalla deportazione in uno dei momenti più bui della storia. E' stato questo il senso dell'incontro che si è svolto questa mattina (sabato 27 gennaio) rivolto agli studenti delle classi quinte del liceo Buonarroti di Pisa, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, a cui ha partecipato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Con lui il dirigente scolastico Alessio Salerni, dirigente scolastico del liceo, e Alfredo De Girolamo, autore del libro "Chi salva una vita. In memoria dei Giusti toscani" (Edizioni dell'Assemblea). Ha moderato Guglielmo Vezzosi, responsabile delle iniziative speciali de 'La Nazione'. Il quotidiano ha realizzato, in collaborazione con la Presidenza del consiglio della Regione Toscana, un inserto speciale di 32 pagine per raccontare, attraverso testi storici e schede scritte dallo stesso De Girolamo, le storie e i profili dei toscani proclamati Giusti tra le Nazioni. Quella dei "Giusti" è una onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem. Sono 28mila nel mondo, 800 in Italia e 162 i toscani. Tra loro anche il pisano Giorgio Nissim e il campione di ciclismo Gino Bartali, che nascondeva nella canna della sua bicicletta i documenti falsi per gli ebrei. "Quest'anno abbiamo deciso di dedicare il Giorno della memoria ai Giusti tra le Nazioni, persone che hanno avuto il coraggio di mettere in gioco la propria vita per salvare quella degli altri – ha spiegato il presidente Mazzeo - . Il messaggio che ho voluto trasmettere alle ragazze e ai ragazzi è di non essere mai indifferenti, di scegliere sempre di stare dalla parte giusta della storia, proprio come fecero i Giusti, perché la libertà che oggi abbiamo è come un fiore che va innaffiato giorno dopo giorno e loro avranno un ruolo fondamentale, quello di lasciarci un mondo migliore". "Oggi le donne e gli uomini che hanno vissuto le barbarie del nazifascismo purtroppo sono sempre meno – ha continuato Mazzeo – ed è dunque necessario che ci sia un passaggio di testimone. Spetta alle ragazze e ai ragazzi diventare amplificatori di memoria, raccontare e far comprendere che quello che è accaduto ha segnato il nostro tempo e ci ha resi tutti più fragili. Occorre ripartire da lì e fare in modo che non accada mai più". L'incontro si è svolto a Pisa anche per ricordare la firma delle leggi razziali, avvenuta a San Rossore nel 1938. Molti e stimolanti gli interventi delle studentesse e degli studenti che hanno partecipato all'iniziativa. "Quella di oggi per noi non è soltanto una celebrazione, ma una riflessione sul presente – ha detto il dirigente scolastico Alessio Salerni -. Assistiamo quotidianamente ad atti che si richiamano a regimi che furono responsabili della Shoah. Dobbiamo far riflettere gli studenti e dare loro gli strumenti affinché possano avere una coscienza politica e civica, che li guiderà negli anni prossimi. Loro sono chiamati a costruire il futuro cercando di mantenere quegli ideali che, dopo la seconda guerra mondiale, hanno fatto sì che nascesse l'Europa unita, al fine di impedire nuove guerre". Dell'importanza del lavoro di ricostruzione delle storie dei Giusti delle Nazioni ha parlato Alfredo De Girolamo. "I testimoni di quegli anni terribili sono oggi sempre meno – ha spiegato – per questo dobbiamo affidarci alla storia. E per farlo abbiamo bisogno di raccogliere queste testimonianze e di renderle parte integrante del patrimonio nostro e di quello dei nostri ragazzi". "La nostra direttrice Agnese Pini ha voluto realizzare questo inserto per raccontare le storie dei 162 toscani proclamati Giusti tra le Nazioni – ha spiegato Guglielmo Vezzosi - . Sono storie di coraggio, di solidarietà, di chi non si è tirato indietro, non si è voltato dall'altra parte per paura o per comodità".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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65 anni di matrimonio che nozze sono?
Che nozze sono 65 anni di matrimonio? La risposta a questa domanda può avere tante risposte. A questo riguardo, infatti, le fonti sono alquanto discordi. Sarà che traguardi del genere sono sempre più rari. Continuiamo il nostro viaggio nelle tradizioni scoprendo insieme quali nomi vengono dati a questa importante ricorrenza. Nozze di platino Secondo alcuni 65 anni di matrimonio sono da definirsi nozze di platino. Noto per la sua resistenza alla corrosione e alle alte temperature, il platino simboleggia perfettamente la forza di un legame che dura da così tanto tempo. Come celebrare questo giorno così speciale se non con una grande festa in famiglia? Dopo 65 anni trascorsi insieme, verosimilmente, si dovrebbe avere una grande famiglia intorno che sarà lieta di ritrovarsi unita per un'occasione unica. Magari saranno proprio i più giovani della famiglia a organizzare l'evento. Troveranno una location in cui ritrovarsi e pianificheranno anche i minimi dettagli per la perfetta riuscita della festa. Un'idea carina potrebbe essere realizzare un video in cui si ripercorrano le tappe di questo meraviglioso viaggio. Quale regalo scegliere? Presto detto: delle fedi nuove realizzate in platino. Se gli sposi sono affezionati alle loro fedi nuziali si può optare per un'altra soluzione. Utilizzare le fedi del matrimonio per aggiungere un inserto in platino. Nozze di palissandro Girando per il web potreste scoprire che il sessantacinquesimo anniversario di nozze è detto anche nozze di palissandro. Perché? Iniziamo col dire che il palissandro è un legno pregiato utilizzato per la realizzazione di molti oggetti. Molti lo conoscono come legno di rosa, nome guadagnato grazie al suo odore dolciastro. È utilizzato per la realizzazione di mobili ma soprattutto di diversi strumenti musicali. In primis il fagotto, il controfagotto, la marimba e lo xilofono. In palissandro si realizzano anche i dettagli di strumenti a corda, elettrici e acustici come violino, chitarra e basso. Un materiale così pregiato è il simbolo ideale per una ricorrenza così speciale. Se volete utilizzare l'accostamento nei festeggiamenti un'idea carina potrebbe essere regalare agli invitati piccole boccette del suo olio essenziale. L'olio essenziale di palissandro, infatti, ha notevoli proprietà oltre a un gradevole profumo speziato. Sarà un pensiero molto gradito. 65 anni di matrimonio che nozze sono? Al di là di simboli e tradizioni vale la pena sottolineare che legami affettivi così lunghi sono difficili da trovare al giorno d'oggi. Lungi dal fare retorica spicciola, 65 anni insieme sono un traguardo per pochi per motivi non solo culturali ma anche pratici. Far funzionare una relazione è un lavoro quotidiano che richiede impegno da entrambe le parti. Quanti di noi sono disposti a farlo? Quanti di noi riescono a reagire agli urti della vita traendone forza? Un ultimo dettaglio su cui vale la pena riflettere: quante nozze di platino e palissandro avremo se i giovani hanno così tante difficoltà a realizzare i propri sogni? In copertina foto di Olessya da Pixabay Read the full article
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PRIMA PAGINA Unita di Oggi giovedì, 21 novembre 2024
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Sergio Borsato - “Tiocfaidh ar là”
Il nuovo singolo estratto dall’ultimo disco di inediti del cantautore veneto
Tiocfaidh ar là è una frase in gaelico che significa "verrà il nostro giorno", riferendosi al giorno in cui l'Irlanda sarà nuovamente unita e libera dall'ingerenza britannica. È diventato lo slogan non ufficiale del movimento repubblicano irlandese.
La frase è stata per la prima volta pronunciata da Bobby Sands, membro della PIRA che fu il primo di dieci detenuti repubblicani a morire durante lo sciopero della fame del 1981 nel Carcere di Maze, nella località di Long Kesh.
Con queste premesse il cantautore veneto continua a dar voce al suo nuovo disco di inediti dal titolo “Liberi e Forti” uscito lo scorso 17 marzo firmato dalla direzione artistica di Massimo Priviero e il featuring del chitarrista Riki Anelli, registrato dall’ingegnere del suono Francesco Matano presso lo Studio Musica per il Cervello.
«La Vita è come una nuvola, arriva, precipita, si dissolve, evapora e ritorna, in un continuo divenire» Sergio Borsato
Dicono del disco:
«Sergio Borsato sposa a pieno un concetto roots e americano di pensare al folk e alla sua narrazione. La parola si fa melodica dentro ampie aperture (anche in minore) e questo per cullare la storia, quella degli uomini, delle loro guerre…Culla di memoria, un atto resistente per la canzone d’autore di oggi… soprattutto di oggi…» BravOnLine
«Un disco di grande folk che all’America deve tutto ma anche un disco di bellissimi ricami melodici di quel suono roots acustico che va vissuto più che ascoltato». ExitWell
«Un disco impegnato, impegnativo, morbidissimo nella quiete delle sue melodie di grandi route americane, origine prima che arriva alla mente sin da un primo ascolto personale». MeiWeb
«La memoria è tutto. Nella memoria c'è la traccia del nostro vivere quotidiano, della nostra storia... e la canzone d'autore alla memoria deve tanta sua tradizione, alla storia così come a quel certo modo partigiano di mantenere in vita tutto questo». SevenNews
Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino della campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del fiume Brenta - e in una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo. A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque... Pink Floyd, Eagles, America, Crosby e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all'età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza e inizia a scrivere le prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali e nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste e indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta in 15 città, pubblicando in seguito l'album "live tour 1999". Nel 2001 con la nuova casa di produzione musicale indipendente Daigo Music Italia srl dà vita al primo grande progetto discografico "La strada bianca". La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l'album, avvicina l'artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all'estero con un contratto in esclusiva: Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L'album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero, oltre che su varie testate nazionali. Rai 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi. Il primo singolo dell'album "La strada bianca" viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane. Nel 2008 è fra gli autori “Freedom” programma di Rai 2 interamente dedicato alla musica, in onda in seconda serata. Nel 2022, dopo circa 15 anni di pausa, Borsato ritorna con un nuovo singolo, “La bambina di Kiev”, mentre il 2023 è iniziato con la pubblicazione di “BIRKENAU - Unter dem blau”, di “Liberi e forti” title track del nuovo album uscito lo scorso 17 marzo e di “Tiocfaidh ar là” in diffusione radiofonica dal 9 giugno 2023.
Etichetta: Multiforce
Facebook: https://www.facebook.com/sergio.borsato/
Instagram: https://www.instagram.com/sergioborsatoofficial/
Sito Web: www.sergioborsato.com
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LA SEDE DELLA SAPIENZA
Quando la mattina offro la mia realtà sconnessa e sconclusionata all’esperimento del silenzio interiore, inizio a ricordarmi che esiste la sapienza, uno “spirito che ama gli uomini”.
E’ un lavoro quotidiano di liquidazione della mente, di sbucciatura degli strati di parole e pensieri maledetti, disperati e castranti che mi governano. Che mi danno l’amaro in bocca.
La sapienza è un sapore, un gusto, una sostanza dolce, che mi apre al sorriso.
La liberazione accade come un’irruzione dall’alto: scroscia la luce, adolescente, e la cappa che mi opprime si scioglie: anche la morte, l’ultima nemica, prima o poi sarà dissolta, come un calcolo renale.
Veramente la tua luce scroscia, adolescente, rinnovandomi e aprendomi all’infinito.
Nel vuoto della mente si apre uno spazio, appare il campo, un luogo di pace: è un’ombreggiatura cava, una schiarita, la tua Ridente.
L’anima che dimora in Dio sorride.
La mia anima immacolata sottratta al potere degli uomini e della parte più negativa di me stessa.
In questo stato di tranquillità e di immobilità vedo in trasparenza la perfezione di tutte le cose.
Da questa sede non vorrei mai muovermi, sento la mia integrità, il mio corpo franco, liberato.
Sento il divino in me, nella mia povera esistenza e questa è la fede che per oggi mi basta.
LA SEDE DELLA SAPIENZA
“la nostra bocca si aprì al sorriso”
(Salmo 125,2)
Ogni giorno mi liquidi la mente
Che un castrato
Verbo fece inviperire.
Scroscia la tua luce adolescente
E mi dissolvi anche l’antica calcolosi
Detta morte.
Poi resta il campo :
La tua ridente,
Dentro i miei vuoti pensieri.
E’ questa la mia sede :
Un corpo franco.
Questa è la fede: essere un uomo
E Dio
Unita-
Mente.
Marco Guzzi, Nella mia storia Dio, 2005
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Quando abbiamo a che fare con la nostra sicurezza vogliamo il meglio del meglio. Cerchiamo dispositivi che siano in grado di darci la massima tranquillità e che ci permettano di sorvegliare la nostra casa. Come si può trovare tuttavia qualcosa che possa garantire protezione senza compromettere la praticità o l’ambiente? Oggi, anche l'ecologia è sempre più importante e ha il suo peso negli acquisti. I consumatori preferiscono dispositivi che combinino prestazioni eccellenti con un basso impatto ambientale. La Reolink Altas PT Ultra ha tutte queste qualità insieme. Parliamo di una telecamera di sicurezza che offre una soluzione completa all’acquirente, unendo proprio tecnologia avanzata e attenzione alla sostenibilità. La risoluzione 4K Ultra HD e la connettività 4G LTE la rendono utilizzabile per la sorveglianza ovunque, persino in aree senza Wi-Fi, cosa non di poco conto. È dotata anche di rilevamento intelligente, capacità di panoramica a 355° e inclinazione di 140°. Ma è davvero così efficiente come appare? Chi cerca una telecamera di sicurezza può rinunciare alla qualità o alla facilità d’uso? Con questo modello non è necessario fare compromessi. L'alimentazione a batteria ricaricabile, inoltre, e la possibilità di aggiungere un pannello solare donano un’autonomia eccezionale. In tal modo si elimina anche la dipendenza dalla rete elettrica. Questa telecamera è perfetta per chi desidera un prodotto versatile e adatto a qualsiasi situazione possibile. Come si comporta in condizioni estreme? Grazie alla sua resistenza, può funzionare senza problemi praticamente sempre. Ora, vediamo nel dettaglio tutto ciò che offre. Packaging e Design telecamera Il packaging della Reolink Altas PT Ultra rispecchia la sua natura pratica e di alta qualità. All'interno della confezione si trova tutto ciò che serve. Il pacchetto include ovviamente in primis la telecamera, poi ci sono una scheda microSD da 32GB preinstallata, una cinghia a strappo, un cavo USB-C e gli accessori utili per il montaggio. Il design della telecamera è compatto, solido e resistente. L’aspetto è moderno, con linee pulite e un colore neutro che le permette di adattarsi a qualsiasi ambiente. Le dimensioni della telecamera non sono ingombranti. È progettata per offrire la massima funzionalità senza occupare spazio eccessivo e risaltare esageratamente. L'estetica, seppur la telecamera sia dunque di piccole dimensioni, non è sacrificata per la funzionalità. Il dispositivo ha un look molto gradevole, elegante e professionale, nulla a che vedere con i soliti device. La certificazione IP65 conferma poi la sua resistenza alle intemperie. La telecamera è impermeabile e resistente alla polvere così da essere imperturbabile all’uso esterno. Si può installare tranquillamente in un giardino, su un balcone o su qualsiasi porta. Si sarà sempre certi che resisterà a pioggia, neve e vento. Persino le temperature estreme, dal caldo estremo al gelo più rigido, non influenzano le sue prestazioni, garantendo un monitoraggio continuo. La capacità di panoramica a 355° e inclinazione a 140° presenta una visione completa a 360 gradi. Questa funzione evita i cosiddetti "punti ciechi" che potrebbero compromettere la sicurezza dell’edificio in qualche modo. Non ci sarà bisogno di posizionare più telecamere, basterà solo la Reolink per guardare tutto ciò che accade. La rotazione motorizzata è fluida e può essere controllata a distanza tramite l’app dedicata, permettendo di monitorare ogni angolo dell'area sorvegliata. Questa funzione avanzata, unita alla risoluzione 4K, assicura una copertura completa e una qualità video eccezionale. Ma è davvero tutto così intuitivo da utilizzare? La risposta è sì, grazie a un design pensato per facilitare l’uso quotidiano. Pannello Solare: un accessorio essenziale Una delle caratteristiche più apprezzabili della Reolink Altas PT Ultra è sicuramente la possibilità di collegarla a un pannello solare. L'energia solare è fondamentale soprattutto nei device che richiedono una lunghissima autonomia. Il pannello solare Reolink da 6W offre infatti energia continua, mantenendo la telecamera sempre attiva senza doverla ricaricare manualmente. La ricarica automatica elimina qualsiasi preoccupazione legata alla durata della batteria. Chi non vorrebbe un dispositivo autonomo che si alimenta con il solo sole? Il pannello è progettato per resistere agli agenti atmosferici e può essere installato facilmente accanto alla telecamera. La struttura è orientabile, permettendo di regolare l'angolazione per massimizzare l’assorbimento di luce solare. Anche nelle giornate meno soleggiate, riesce a mantenere la telecamera perfettamente attiva. Tale funzionalità è praticamente indispensabile per chi vuole installare la telecamera in zone più lontane o comunque distanti, dove la corrente elettrica non è disponibile. Il pannello solare, poi, non solo assicura un risparmio enorme sui costi energetici, ma è anche una scelta ecologica e molto intelligente. È probabilmente il device rappresentante il mix perfetto tra sorveglianza, ecologia ed autonomia. Modalità e funzioni telecamera Reolink La Reolink Altas PT Ultra è ricca di funzionalità avanzate che garantiscono la massima efficienza nella sorveglianza. La risoluzione 4K Ultra HD 8MP è uno dei suoi principali punti di forza. L’immagine è incredibilmente dettagliata, offrendo una nitidezza che permette di cogliere particolari importanti. Catturare volti o dettagli minuti non è mai stato così semplice. Chi cerca una telecamera capace di offrire video cristallini sarà sicuramente soddisfatto. Ma cosa succede di notte? La telecamera è dotata di due modalità di visione notturna. La prima è la classica in bianco e nero e poi c’è la più avanzata a colori. La seconda opzione è possibile grazie alla presenza di faretti a LED che illuminano tutto l’ambiente che circonda la telecamera. Anche nelle condizioni di buio più totale, la telecamera garantisce immagini nitide e dettagliate. È un vantaggio decisamente importante, indispensabile per chi ha bisogno di monitorare aree con poca luce. Il sistema di rilevamento intelligente è un vero plus da tenere in considerazione. Esso riesce a distinguere persone, veicoli e animali, riducendo notevolmente i falsi allarmi e spaventi improvvisi inutili. Quante volte si ricevono notifiche per movimenti insignificanti? Con questa telecamera, solo gli eventi rilevanti generano un avviso. Inoltre, quando rileva un movimento sospetto, attiva automaticamente una sirena e i faretti. Questo rappresenta un deterrente efficace contro i potenziali intrusi. La possibilità di gestire questi avvisi manualmente, tramite l'app Reolink, offre un ulteriore livello di controllo. Un'altra funzione interessante è la modalità time-lapse. Questa permette di creare video che condensano ore di sorveglianza in pochi secondi. La telecamera è persino ideale per monitorare eventi lenti, come la crescita di una pianta o l’avanzamento di lavori in time-lapse. Come se non fosse abbastanza le zone di rilevamento sono personalizzabili e permettono di focalizzare l’attenzione della telecamera su aree specifiche di propria scelta. Si può scegliere di monitorare solo ingressi o cancelli, ignorando altre parti del campo visivo. Questa personalizzazione risulta particolarmente utile in ambienti con molti punti di accesso. Autonomia La batteria ricaricabile al litio è un altro elemento di grande valore. Può durare per settimane con una sola ricarica, e il pannello solare garantisce un’autonomia praticamente illimitata. Quanto è importante non dover ricaricare spesso una telecamera? Questo aspetto elimina la necessità di interventi frequenti, rendendo la Reolink Altas PT Ultra una soluzione ideale per chi non vuole preoccuparsi di dover ricaricare continuamente il dispositivo. Grazie all’efficienza energetica, la telecamera può funzionare per lungo tempo senza necessità di interventi. Questo la rende ideale per il monitoraggio di aree isolate o difficili da raggiungere, come case vacanza o cantieri. Nessuno vuole una telecamera che smette di funzionare proprio quando serve di più, e questa telecamera evita proprio questo inconveniente. Connettività telecamera La connettività 4G LTE è probabilmente uno punti di forza più strong della Reolink Altas PT Ultra. A differenza di molte altre telecamere, non è infatti necessario un collegamento Wi-Fi. Grazie alla scheda Nano SIM e al supporto per le reti 3G/4G (ed ovviamente al citato pannello solare) il device può essere utilizzato ovunque. È la soluzione perfetta per monitorare luoghi in cui non è disponibile una connessione internet tradizionale. Questo la rende ideale per case vacanza, terreni agricoli, cantieri o aree remote. È sufficiente attivare un piano dati cellulare e la telecamera sarà pronta all’uso. Quanto è importante poter contare su un dispositivo che funziona anche nelle zone più isolate? Inoltre, la telecamera è compatibile con Google Assistant. I comandi vocali permettono di controllare la telecamera direttamente tramite dispositivi come Google Nest Hub o Chromecast. Questo rende l’interazione con la telecamera ancora più semplice e immediata. Prezzo Reolink Altas PT Ultra Il prezzo della Reolink Altas PT Ultra riflette le sue straordinarie capacità. Sul sito ufficiale Reolink, è disponibile per €212,99, con uno sconto di €37,00 rispetto al prezzo di listino a cui va aggiunto il pannello solare dal costo aggiuntivo di €29,99. Su Amazon, invece, il prezzo è di €249,99 incluso di pannello solare. Pro e Contro: punti a favore e a sfavore della telecamera La Reolink Altas PT Ultra offre una qualità video eccellente in 4K Ultra HD. Questa risoluzione permette di vedere dettagli chiari come volti e targhe da lontano. La panoramica a 355° e l'inclinazione a 140° garantiscono una copertura totale dell’area sorvegliata. Non ci sono punti ciechi, il che è un enorme vantaggio. L’alimentazione solare, tramite pannello Reolink da 6W, riduce drasticamente la manutenzione. La telecamera funziona autonomamente senza necessità di collegamenti elettrici. La connettività 4G LTE permette di monitorare anche aree isolate senza Wi-Fi. Questo la rende ideale per luoghi remoti, come cantieri o terreni agricoli. Il rilevamento intelligente riesce comprendere la differenza tra persone, veicoli e animali. Grazie a questa tecnologia, i falsi allarmi sono ridotti al minimo. La visione notturna a colori, supportata dai faretti LED, offre chiarezza anche al buio. Inoltre, la batteria ricaricabile garantisce settimane di autonomia, estensibili grazie al pannello solare. Il design resistente, certificato IP65, consente alla telecamera di funzionare in qualsiasi condizione atmosferica. Tuttavia, l'uso della rete LTE richiede un piano dati cellulare, che può generare costi. Se si trasmette video in 4K per molto tempo, i dati consumati saranno elevati. La mancanza di Wi-Fi potrebbe essere un limite in contesti più tradizionali. Il prezzo è però giustificato dalle funzionalità. L’archiviazione su microSD, inoltre, potrebbe risultare limitante, se non si opta per il cloud e l’uso del servizio cloud comporta costi aggiuntivi, ma è opzionale. Conclusioni: acquistare la Reolink Altas PT Ultra è la miglior scelta La Reolink Altas PT Ultra è una soluzione ideale per la sorveglianza senza fili. Grazie alla risoluzione 4K riesce anche a riprodurre immagini nitide e dettagliate, indispensabili parlando di sicurezza. La copertura a 360° poi come detto elimina i punti ciechi, così da poter controllare l’area nella sua totalità. controllo totale dell’area sorvegliata. L’alimentazione solare che permette di ridurre la manutenzione e i costi operativi è la ciliegina sulla torta. Questo la rende perfetta per monitorare luoghi senza corrente elettrica o difficili da raggiungere. La connessione 4G LTE consente di utilizzarla ovunque, senza Wi-Fi. È adatta a chi necessita di sorvegliare proprietà remote, come cantieri o terreni agricoli. La visione notturna a colori migliora la sorveglianza nelle ore buie, garantendo maggiore sicurezza. Il sistema di rilevamento intelligente riduce i falsi allarmi, inviando notifiche solo quando necessario. La batteria a lunga durata e l'opzione del pannello solare garantiscono settimane di funzionamento autonomo. La struttura resistente IP65 la rende adatta a condizioni climatiche avverse. È un investimento ideale per chi cerca un dispositivo che duri a lungo e che dia il massimo. Si ricorda che può acquistare sul sito ufficiale Reolink a €212,99, oppure su Amazon a €249,99. Read the full article
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Anita Roddick
Se pensi di essere troppo piccolo per lasciare il segno, prova ad andare a letto con una zanzara.
Anita Roddick è stata l’imprenditrice inglese che ha creato The Body Shop il primo modello di business legato al rispetto per l’ambiente, capace di coniugare etica e profitto e il primo brand a proibire test sugli animali.
Una filosofia imprenditoriale improntata sull’idea rivoluzionaria che il business potesse avere un impatto positivo sulla società e sul pianeta.
La sua azienda di cosmetici che produceva e vendeva prodotti di bellezza naturali è stata tra le prime a promuovere il commercio equo con i paesi in via di sviluppo.
Nata col nome di Anita Lucia Perrella a Littlehampton, il 23 ottobre 1942, era la terza di quattro figli e figlie e Gilda Di Vito, emigrata a 17 anni in Inghilterra da Atina, in provincia di Frosinone e Donato Perrella, ristoratore di Brighton.
Sua madre sognava per lei una carriera da insegnante, ma il suo desiderio di avventura l’ha portata, dopo gli studi, prima a Parigi, dove ha lavorato alla biblioteca dell’International Herald Tribune e poi a Genova presso le Nazioni Unite.
Ha poi mollato tutto e intrapreso il suo “sentiero hippie” che l’ha portata a girare attraverso l’Europa, il Pacifico meridionale e l’Africa. Ha così scoperto culture di altri mondi, rituali e usanze comprese quelle per la cura del corpo e per la salute.
Tornata in Inghilterra, nel 1970 ha sposato Gordon Roddick, viaggiatore come lei che, qualche anno dopo, ha deciso di realizzare il suo sogno andare a cavallo da Buenos Aires a New York. Entusiasta del progetto del marito, ne ha finanziato il viaggio vendendo la sua piccola attività di ristorazione. Per sostenere la famiglia ha quindi iniziato a collaborare con un erborista locale creando cosmetici naturali mettendo a frutto le conoscenze acquisite durante i suoi viaggi.
Con un piccolo prestito, nel 1976, ha aperto il suo primo The Body Shop nella località balneare di Brighton.
L’idea di partenza era creare prodotti di qualità per la cura della pelle in contenitori da riempire con fragranze decise al momento.
Qualcosa di diverso dalla solita profumeria, piuttosto una filosofia di vendita che metteva al primo posto nella scala dei valori ambiente e solidarietà, il recupero dei materiali e la ricerca di essenze poco note.
Ogni prodotto aveva una storia ed era fatto con ingredienti naturali provenienti da tutto il mondo. Venduto in confezioni semplici e ricaricabili, costituiva un rituale quotidiano di amor proprio, senza false promesse di dimagrimento o ringiovanimento. Una fonte di gioia, conforto e autostima.
Dopo sei mesi aveva aperto un secondo punto vendita, nel 1984 è entrata in borsa e, nel 1991, dopo 15 anni di attività, la sua impresa era a un livello tale di successo da conquistare il World Vision Award for Development Initiative.
Credo che tutte le pratiche commerciali sarebbero notevolmente migliorate se fossero governate da principi” femminili“.
Molto attiva in diverse campagne per diritti umani e ambientali, si è unita a Greenpeace nella campagna Save the Whale per combattere la crudele caccia alle balene e promuovere l’uso dell’olio di jojoba come sostituto dell’olio dei capodogli, che a quel tempo era ampiamente utilizzato nei cosmetici. Ha anche sponsorizzato The Big Issue il giornale indipendente venduto da persone senza fissa dimora. Ha finanziato Amnesty International, e supportato campagne contro la distruzione delle foreste pluviali.
Nel 1990 ha fondato Children on the Edge, organizzazione per aiutare l’infanzia svantaggiata colpita da conflitti, disastri naturali, disabilità e HIV/AIDS, con la convinzione che il mondo degli affari dovesse offrire una forma di leadership morale.
Ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale e a raccogliere fondi per aiutare gli Angola Three, prigionieri afroamericani tenuti in isolamento per decenni.
Nel 1997, in contrasto agli ideali di bellezza filiforme, ha prodotto Ruby, una bambola corpulenta e fiera che è diventata l’incarnazione della campagna promozionale più importante del suo brand.
Nel 2004, Body Shop aveva 1980 negozi con più di 77 milioni di clienti in tutto il mondo. Il secondo marchio più affidabile nel Regno Unito e il 28° più importante al mondo.
Due anni dopo, lo ha venduto al gruppo L’Oréal per 652 milioni di sterline (circa 775 milioni di euro), scatenando numerose polemiche per il fatto che il colosso della cosmesi utilizzava test sugli animali e fosse in parte di proprietà di Nestlé nota per il pessimo trattamento riservato ai produttori dei paesi in via di sviluppo.
Intanto aveva anche istituito una scuola specializzata in Business e Impresa, The Roddick Enterprise Centre, in cui ha messo a punto la sua personale ricetta per l’imprenditoria costituita da motivazione, indipendenza, entusiasmo, ingegno, determinazione, consapevolezza dei rischi e, soprattutto, ottimismo.
Per la sua leadership virtuosa, Anita Roddick ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, è stata nominata prima Ufficiale e poi Dama Commendatrice dell’Ordine dell’Impero Britannico e le sono state conferite diverse lauree e dottorati ad honorem. È stata anche insignita dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Ha scritto diversi libri, tra cui Prendilo sul personale: come la globalizzazione ti influenza e modi efficaci per sfidarla e Troubled Water: Santi, peccatori, verità e bugie sulla crisi idrica globale.
Nel 2004 le è stata diagnosticata una cirrosi epatica in conseguenza di un’epatite di vecchia data. Da quel momento si è spesa per promuovere il lavoro di The Hepatitis C Trust con una campagna per sensibilizzare sulla malattia che l’ha vista ospite in importanti programmi televisivi britannici.Si è spenta, in seguito a un ictus, il 10 settembre 2007 al St Richard’s Hospital di Chichester.Ha lasciato il suo patrimonio di 51 milioni di sterline alla Roddick Foundation che, nel suo nome, continua ancora oggi a creare campagne in difesa dei diritti umani.
È stata una donna che si è fatta da sola, che ha avuto una grande intuizione e una visione. Un grande esempio di imprenditrice che ha fondato un impero partendo dal basso, nel rispetto della natura e delle persone, senza mai piegarsi a logiche e mode passeggere.
Ha creato un marchio in cui ogni prodotto e ogni decisione aziendale servivano a dare potere alle ragazze e alle donne, lottando per l’uguaglianza e creando opportunità lavorative secondo principi di inclusione, collaborazione e solidarietà.
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La Polonia torna amica dell’Europa se fa il lavoro sporco con i migranti Si aggrava ancora di più la crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, il confine dell’Unione Europea dal resto dell’Europa. Bruxelles biasima il “disperato tentativo del regime di Lukashenko di usare le persone per destabilizzare l’Ue“. Le forze armate polacche hanno sparato gas lacrimogeni sui migranti La Germania esorta l’Unione europea per fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia. “La Polonia o la Germania non possono farcela da sole“, ha detto al quotidiano ‘Bild’ il ministro degli Interni ad interim Horst Seehofer, esortando l’Ue a “restare unita”. “Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere il loro confine esterno. Questo sarebbe effettivamente il compito della Commissione europea. Ora li invito ad agire”, ha affermato. Ursula von der Leyen a nome della UE e Jens Stoltenberg per la NATO hanno assunto i toni della libertà e della democrazia minacciate, pronte a difendersi con le sanzioni oggi e magari con i bombardieri umanitari domani. Questo perché ai confini tra Bielorussia e Polonia migliaia di migranti cercano di entrare nell’Europa piu ricca. Non è il governo di Lukashenko che li usa come armi improprie, come invece hanno affermato le autorità euro-atlantiche e polacche, per le quali le persone sono cose. Quelle persone non sono scudi umani di una nuova guerra per la libertà, ma sono semplicemente poveri e rifugiati che cercano un futuro migliore; e che la Bielorussia non trattiene. Praticamente la UE, la NATO e la Polonia accusano Lukaschenko di non fare gratis, ai confini della UE , quello che Erdogan fa in Turchia in cambio di 9 miliardi di euro all’anno. Il tiranno turco respinge e imprigiona i migranti per conto della ricca Europa, che per questo lo finanzia, lo arma e lo legittima, come ha spiegato anche Draghi. D’altra parte la Bielorussia è anche colpevole di non collaborare a sufficienza con l’agenzia europea Frontex. Quell’organizzazione che consegna i migranti ai tagliagole e ai lager libici e che per questo è duramente criticata dall’ONU e accusata di crimini contro l’umanità. Insomma UE e NATO minacciano nuove sanzioni a quella che definiscono dittatura, perché non fa lager sufficientemente vasti ed efficienti per i migranti. E intanto affidano la difesa dei confini a quelli che fino a ieri erano considerati “i fascisti polacchi”. Nel nome della democrazia. Non c’è limite allo schifo. Di Giorgio Cremaschi
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23 apr 2024 16:53
“UMBERTO BOSSI E’ DI SINISTRA, PER QUESTO CE L’HA CON SALVINI” - MASSIMO FINI INFILA LA PENNA NELLE DIVISIONI DELLA LEGA: “BOSSI HA PRESO DECISAMENTE LE DISTANZE DA SALVINI PERCHÉ NON GLI VA A SANGUE LA POSIZIONE DI ESTREMA DESTRA PRESA DALLA LEGA IN UN GOVERNO GIÀ DI DESTRA, NÉ TANTOMENO IL RAZZISMO ANTROPOLOGICO ESPRESSO DALL’ATTUALE CARROCCIO. LA MITICA PADANIA ERA DI “CHI CI VIVE E CI LAVORA”, SENZA FARE ESAMI DEL SANGUE A CHICCHESSIA (INFATTI HA UNA MOGLIE SICILIANA). BOSSI AVEVA UNA VISIONE VISIONARIA E IN ANTICIPO SUI TEMPI…” -
Estratto dell’articolo di Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”
Una notte, tanti anni fa, mi trovavo, verso le 3, in una pizzeria affianco di Bossi. Si parlava non solo di politica, ma anche di donne, amori, motori, […] quando gli feci improvvisamente una domanda a tradimento: “Umberto, tu sei più di destra o di sinistra?”. “Di sinistra, ma se lo scrivi ti faccio un culo così”. Va da sé che lo scrissi […]
Di recente […] Umberto Bossi ha preso decisamente le distanze da Salvini e dalla Lega di quest’ultimo. Non gli va a sangue, all’Umberto, la posizione di estrema destra presa dalla Lega di Salvini in un governo già di destra, né tantomeno il razzismo antropologico espresso dall’attuale Lega. La mitica Padania della prima Lega era di “chi ci vive e ci lavora”, senza fare esami del sangue a chicchessia (Bossi, lo ricordo, ha una moglie siciliana). […] Bossi, in concordanza col grande costituzionalista Gianfranco Miglio, aveva, […] una visione visionaria e totalmente in anticipo sui tempi.
Pensava che in un’Europa politicamente unita i punti di riferimento periferici non sarebbero più stati gli Stati nazionali, ma macroregioni coese economicamente, socialmente, culturalmente e anche dal punto di vista climatico. Non c’è nessuna ragione, per fare qualche esempio, che la Liguria di Ponente abbia un regime diverso dalla costa nizzarda o che Alto Adige e Tirolo siano divisi.
Così come, e al contrario, non c’è nessuna ragione per cui poniamo un professore di scuola di Milano guadagni la stessa cifra di uno di Canicattì, dove il costo della vita è il 30 per cento più basso che a Milano. È il principio delle “gabbie salariali” che Bossi voleva introdurre e per cui fu accusato di razzismo antimeridionale.
[…] L’Europa politicamente unita non si è fatta, anzi è più che mai disunita avendo voluto allargarla a 27 Paesi, troppo lontani tra di loro per storia e cultura. Ma, poiché ognuno ha diritto di veto, l’Europa si trova di fatto paralizzata […] La prima Lega di Bossi, essendo sostanzialmente un movimento antipartitocratico, fu ovviamente osteggiata in tutti i modi dai partiti […] L’ascesa della Lega […] si lega […] alle inchieste di Mani Pulite che stavano scoperchiando il vaso di Pandora della corruzione della classe dirigente politica ed economica.
Più i magistrati di Mani Pulite facevano il proprio, doveroso, mestiere, più cresceva la Lega di Bossi, che spezzava finalmente il consociativismo (alleanza, di fatto, fra Dc e Pci/Pds) che garantiva l’impunità alla classe dirigente […] Gli errori di Umberto Bossi furono sostanzialmente due. Il primo, e più grave, è stato unirsi all’avanzante Silvio Berlusconi, che pur Bossi aveva sprezzantemente chiamato Berluscaso, Berluschì, Berluscosa, Berluskaz.
Il terrore di Bossi era la moltitudine di reati da cui era stato investito. La sua Lega non aveva i quattrini sufficienti per farvi fronte. […] Il secondo errore, forse meno perdonabile perché Bossi non vi era spinto da alcuna esigenza, è stato l’atavico familismo italiano, per cui diede al figlio Renzo, il delfino, il “trota” […], il ruolo di consigliere regionale della Lombardia, dove Renzo fu coinvolto proprio in quei reati di appropriazione indebita dei rimborsi elettorali che erano stati una delle basi delle critiche della Lega bossiana a quello che allora si chiamava il “sistema”. […]
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