#misteri nascosti
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Il Convento sull'Isola di Marco Polillo. Un caso avvincente tra le placide acque del Lago d’Orta. Recensione di Alessandria today
Un caso avvincente tra le placide acque del Lago d’Orta
Marco Polillo ci regala un nuovo caso del commissario Zottia con Il Convento sull’Isola, un romanzo che unisce il fascino della provincia italiana a un giallo avvincente, ambientato nelle misteriose e suggestive atmosfere del Lago d’Orta. La tramaIl commissario Enea Zottia si trova ad affrontare un caso intricato e pieno di colpi di scena. Quando il corpo di un uomo viene ritrovato sulle sponde…
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Urbex: Alla Scoperta dei Luoghi Abbandonati e della Bellezza Decadente delle Città
L’urbex, abbreviazione di “esplorazione urbana“, incarna un’esperienza avventurosa e affascinante, invitando gli appassionati a scoprire i recessi nascosti e dimenticati delle città. Attraverso la fotografia, l’arte e la pura curiosità, gli esploratori si immergono in luoghi abbandonati, affascinati dalla loro bellezza decadente, dalla storia silenziosa e dal mistero che li circonda. In questo…
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Nel respiro di una città senza tempo
La pioggia cadeva fine, quasi impalpabile, ma bastava a tingere le strade di Roma di un luccichio misterioso. Ogni passo che facevo risuonava leggero sul selciato, accompagnato dal suono lontano di una fisarmonica suonata da un artista di strada. Era sera, ma la città non dormiva mai davvero. La luce calda dei lampioni si rifletteva sulle antiche pietre, e tutto sembrava sospeso in un tempo che…
#Amore e segreti nascosti nel tempo#Emozioni e incontri casuali sotto la pioggia#Racconti romantici ambientati a Roma#Storie d’amore e misteri d’arte#Viaggi e scoperte nei vicoli di Roma
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Le donne vanno bene solo per essere portate a letto.
Ogni momento trascorso con loro è un viaggio verso un mondo di passione e bellezza. Immagina, se puoi, il dolce abbandono di una notte condivisa, dove ogni sussurro è un segreto rivelato, ogni tocco una promessa di piacere.
In quel sacro letto, le donne diventano dee della notte, incarnazioni viventi del desiderio e dell'amore. I loro corpi, come morbidi paesaggi di seta, invitano a perdersi, a esplorare ogni valle e ogni collina, a scoprire i misteri nascosti sotto la superficie. Ogni curva è una poesia, ogni respiro un canto che risuona nell'anima.
Portarle a letto non è solo un atto fisico, ma un rito di connessione profonda, un incontro di anime che si cercano e si trovano nella calda intimità della notte. Le loro risate, i loro sospiri, i loro gemiti sono le note di una sinfonia che risveglia i sensi, che incendia il cuore e l'anima.
Il letto è un altare sacro, dove ogni donna si trasforma in un'opera d'arte vivente, un capolavoro di emozioni e sensazioni. E io, umilmente, mi inchinerei davanti alla sua bellezza, adorando ogni istante trascorso insieme, ogni attimo di intimità che ci unisce in un abbraccio senza fine.
E in questo dolce pellegrinaggio, ogni notte sarebbe un viaggio verso l'eternità, dove il tempo si ferma e l'universo intero si riduce alla magia di due corpi che si cercano, si trovano, si amano. La mia donna sarebbe il mio paradiso terrestre, il mio rifugio perfetto, il mio sogno che diventa realtà.
#citazioni#compagnia#distanza#frasi famose#frasi pensieri#mancanza#nuove amicizie#pagine di libri#sentimenti#tristezza
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“ A volte penso di appartenere a un’altra specie; questo pensiero che avanza in me assurdo come una mostruosità, contraddetto dall’apparenza ordinaria dei miei tratti e dalla mappa fantastica dei cromosomi, ha il potere di rasserenarmi. Nelle rare lezioni che ascoltai quando vagabondavo per le università, le uniche che ebbero il potere di incatenare la mia attenzione, richiamandomi alla coscienza strane e diverse emozioni, mostravano il mirabile codice della specie. Di esso rimanevo stupita come se la spirale della vita fosse un’altra possibile versione della chiave musicale del violino; una sorta di vibrazione sfuggita alla deflagrazione originaria da cui ogni cosa prese forma. Non volli imparare la catena di formule che, intrecciandosi in una magica danza, non ripeteva mai se stessa e con certezza assoluta custodiva l’identità unica di ogni nuova vita. Mi sembrò sempre che la riduzione di un simile prodigio all’apprendimento sterile del nome scientifico, la sua evocazione dotta e assurda nelle luce morta dei laboratori, avrebbero aperto, attirandola su noi, la catena infinita e ottusa del dolore. Bisogna essere molto ciechi per aggiungere nuove sofferenze all’eredità di dolore lasciata da chi è passato prima di noi!
Così, quando in un paese qualunque, forse nell’emisfero australe o nel silenzio dimenticato degli Incas, qualcuno ha trovato serbata la chiave della vita nel cuore indifferente di una pietra, come se questa fosse la cellula di un corpo o la memoria atomizzata dell’unica esplosione, io ho avuto la conferma di ciò che sempre pensai. Nello spartito della vita, risuoniamo tutti con un’unica nota le cui vibrazioni mutano impercettibilmente per la materia che ci accade di essere. Allo stesso modo, ho orrore dell’onnipotenza feroce, della dogmatica sordità, che traccia il confine fra ciò che è sano e il suo contrario. Tremo di fronte all’arroganza impietosa dei corpi sani, all’oscena prepotenza della loro forza; alla sicumera gloriosa con cui avanzano nell’universo pretendendo di esserne i padroni invulnerabili. Niente è più vano e folle di questa illusione: bisogna essere un po’ di pietra e d’albero; un po’ di mare e di tuono per ricordarsi la nota originaria; bisogna essere un po’ mostri per sentire risuonare la meraviglia e l’orrore di altri mondi lontani. In me vive il dubbio che l’errore genetico, da cui prendono vita creature mostruose e tenerissime; piccoli tartari con gli occhi all’insù, dalla memoria prodigiosa di Pico della Mirandola che suonano a volte come angeli, o vecchi-bambini destinati a vivere un quarto di secolo, nascosti come ragni nelle case per non offendere la proterva salute dei normali, incarni un’altra razza. O forse creature di altri spazi; abitanti di pianeti lontani, i cui frammenti vitali caddero errando, nel luogo sbagliato. Questo spiegherebbe la malinconia commovente di certi occhi fissati nel vuoto, che guardano mondi perduti e sorridono solo a essi, resistendo a tutte le seduzioni della nostra inutile umanità. La follia infine; non so se i suoi segni siano iscritti nell’abbraccio elicoidale della vita e neanche se appartenga al codice segreto di un’altra specie precipitata sulla terra. Credo piuttosto che essa sia un tramite; un sesto senso rimasto aperto per vocazione o per destino, dove le mostruosità svelano la propria origine autentica. In altri luoghi, lontani dagli orridi tavoli vivisettori che in nome della scienza profanano oscenamente i misteri della vita e della morte; in altri tempi da quelli in cui l’angoscia ci stringe a vivere, i folli furono celebrati come creature divine, nelle quali circolava libera la sapienza onnisciente. Erano tempi e luoghi dove la sadica struttura normativa che ci conculca non aveva ancora vinto, né aveva ancora sedotto l’intera umanità al peccato originario dell’invidia e alla pestilenza della sua vanità coattiva. Così essa non tollera che una creatura fugga al giogo delle rivalità fra uguali e, attraverso i mondi della follia, scelga l’identità eversiva a cui lo destinava l’unicità della sua nascita. Con un ukàse che non ammette eccezioni, l’alieno viene piegato all’annientamento dei suoi mondi e il veleno sottile dell’invidia raggiunge il suo centro creativo distruggendone le centraline. Ridotto a un’oscurità senza mostri e a un silenzio senza presagi, finalmente appartiene alla specie. “
Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 116-117.
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Uno sguardo che rivela
il tormento interiore
aggiunge bellezza al volto,
per quanta tragedia e pena riveli,
mentre il volto
che non esprime, nel silenzio,
misteri nascosti non è bello,
nonostante la simmetria dei lineamenti.
Il calice non attrae le labbra
se non traluce il colore del vino
attraverso la trasparenza del cristallo.
Kahlil Gibran
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Pino Corrias
Siamo tutti trascritti nella carta dei vini e dei segreti. Ci scelgono a loro comodo i buoni e i cattivi. Il potere o il malandrino. La legge o il ricattatore. È la definitiva rivelazione della banda milanese di Equalize che ha generato un soprassalto non del tutto inatteso, a dire il vero, vista la tradizione di spiati e di spioni che vantiamo, dai tempi dell’Ufficio affari riservati di Federico Umberto D’Amato, cuoco d’alto rango di trame e dossier. Fino al Tiger Team di Giuliano Tavaroli che spiava per conto di Telecom durante il regno di Tronchetti Provera. E ai pedinamenti informatici di magistrati e giornalisti organizzati da Pio Pompa, ai tempi dell’indimenticato generale Pollari, plenipotenziario dei nostri Servizi segreti in piena epopea berlusconiana.
Ma questa volta, dopo i clamori dell’hacker siciliano che passeggiava nei data-base del Ministero di Giustizia, dopo le gesta del bancario con le sue 6 mila intrusioni nelle vite degli altri, la nuova e onnipotente banda di spioni appena scoperta a Milano, capace di entrare e uscire 52 mila volte dagli archivi ultrasegreti (?) del Viminale, si trascina un sacco di domande al seguito e almeno una definitiva verità.
Prima domanda. Ma se è così facile bucare l’ombra che ogni cittadino di questo Paese si porta dietro – ombra e impronte che conducono a relazioni, amicizie, numeri di telefono, foto, video, conversazioni, amanti, conti bancari – com’è che gli evasori parziali, semi parziali, totali, la fanno sempre franca? Com’è che all’appello del nostro vivere comune mancano sempre da 80 a 100 miliardi, imboscati sotto al materasso dell’evasione fiscale di un tassista, di un finanziere, di quei gioiellieri che guadagnano sempre meno dei loro vetrinisti?
E poi. Se basta un click, una password e un paio di investigatori infedeli per entrare al Quirinale, negli archivi della Polizia e dei Servizi segreti, come fossero il Bingo sotto casa, com’è che non sappiamo ancora nulla (o quasi) dei cento misteri che assediano la nostra storia nazionale, dalle stragi d’altro secolo, alla scomparsa di Emanuela Orlandi, dal depistaggio su via D’Amelio alla sparizione dell’agenda rossa di Borsellino. O quanto fosse coinvolta l’Università di Cambridge nella trappola in cui cadde Giulio Regeni. E ancora: quante stragi di migranti sono stata nascoste dentro le acque del Mediterraneo? E quanto vale in miliardi di euro e intese sovranazionali il nostro traffico internazionale di armamenti e software, visto che, secondo Costituzione, dovremmo ripudiare la guerra anziché alimentarla?
Altra domanda. È giustificato l’allarme, anzi il panico che risuona nelle parole degli investigatori che hanno dettato: “Siamo di fronte a un attacco alla democrazia”? Certo che sì. Hanno appena scoperto che una manciata di ricattatori custodiva 800 mila dossier rastrellati in qualche anno di infiltrazioni, astutamente nascosti non proprio nella grotta di Ali Babà, ma dietro le guglie del Duomo di Milano, da dove i quaranta ladroni si impadronivano delle vite private di tutti, dagli gnomi del mondo dello spettacolo ai capitani di industria e finanza, dalle fidanzate di qualche pupone con il cuore in affanno alle massime cariche dello Stato, figli compresi.
E ancora di più è giustificato l’allarme per la permeabilità – clamorosa e conclamata – del mondo che ci siamo costruiti accanto, anzi sopra, sotto, ovunque, quello della Infosfera che custodisce per intero la storia di ognuno di noi, basta saperla pescare tra i miliardi di byte che sono diventati la nostra aura, invisibile solo per chi non ha lo strumento adatto per vedere.
L’ultima rivelazione di questa storia è che siamo sempre di più nelle mani di chiunque. Dei buoni, veri o presunti, e dei cattivi. Quelli che risolvono gli omicidi interrogando le tracce digitali di cellulari e telecamere che gli assassini si lasciano dietro. E quelli che gli omicidi, virtuali fino a un certo punto, li architettano a pagamento, seminando ricatti e incendi reputazionali. E che dunque viviamo consensualmente sottoposti ai titolari dell’ordine che quotidianamente perlustrano la nostra convivenza, la campionano, se del caso la indagano in difesa di quelle regole comuni che chiamiamo democrazia. E insieme viviamo sottomessi ai bucanieri che quell’ordine e quella convivenza la vogliono forzare, violare, dissolvere per appiccare l’incendio dei ricatti, in cambio di soldi, potere, carriere, interessi politici, vendette personali. Per ordine di una cosca che maneggia appalti o uomini politici. O per la banalissima curiosità di un impiegato che dal desk di una oscura filale bancaria di Bisceglie si toglie lo sfizio di guardare tra le lenzuola contabili di suoceri, vicini di casa, capiufficio, e di altri migliaia di perfetti sconosciuti compresi quelli che abitano nei rotocalchi o nelle stanze dei palazzi del potere.
Ora il governo emette sirene d’allarme. Promette “strette legislative”. Minaccia “pene più severe”. Garantisce che a contrasto dei ricattatori infedeli basterà migliorare i controlli per arginare e le incursioni illegali e proteggere le vite.
Ma è davvero così semplice? La verità è che abbiamo trasformato il nostro villaggio globale in un clamoroso paese di specchi. Specchi dotati di memoria perpetua. La memoria del silicio. Che è la definitiva stregoneria di cui parla Yuval Harari nel suo ultimo libro Nexus, dedicato non solo ai rischi della futura Intelligenza artificiale, ma anche a quelli della attualissima stupidità umana del tempo presente. E degli strumenti digitali talmente pervasivi da rendere la privacy una chimera così lontana, così irraggiungibile, che per maneggiarla l’abbiamo dovuta trasformare in una nuova religione, buona per essere violata ogni volta che serve.
Il solitario filosofo Guy Debord scoprì a metà dell’altro secolo che avremmo vissuto in una permanente “Società dello Spettacolo” governata sempre di più dal segreto, il segreto remoto del potere. Custodito dal perpetuo intrattenimento allestito per distrarci. Non poteva immaginare quanto ci saremmo spinti oltre. E che quel segreto un tempo esclusivo, si sarebbe dislocato nell’ovunque della Rete a portata di algoritmo. Saranno i buoni o i cattivi a scegliere quale segreto rivelare, quello del tassista evasore, del latitante in fuga o del ministro corrotto? Sì, è vero, mai come ora la democrazia è in pericolo. Segreti e ricatti sono la dieta preferita dalle democrature. E i complici, più ingenui che colpevoli, siamo tutti noi che abbiamo appeso le nostre vite dentro alle vetrine illuminate della Rete. Credendoci protetti dal buio che invece abbiamo dissolto.
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#buongiornoromena
Mi piace pensare
che la tenerezza
sia proprio questo.
La tenerezza è una carezza
che tocca senza
prendere, avvicina
senza dominare.
La carezza fa vibrare,
affiorare i misteri nascosti
nel cuore degli altri,
del tempo, del mondo.
La tenerezza si colloca
nella cucitura dell’anima
e del corpo, è capace
di fermare il tempo,
nasce da piccole
attenzioni,
un gesto di cura lieve,
un profumo nei gesti.
Fra Giorgio
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E soprattutto, guarda con occhi pieni di meraviglia al mondo intorno, perché i più grandi misteri sono nascosti nei posti più impensati. Chi non crede nella magia non potrà mai trovarli. Roald Dahl art by_justleonarda_ ******************** And above all, look with eyes full of wonder at the world around you, because the greatest mysteries are hidden in the most unexpected places. Those who don't believe in magic will never be able to find them. Roald Dahl art by_justleonarda_
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Dissipare la nebbia - L'Esame d'ammissione (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1483058980-dissipare-la-nebbia-l%27esame-d%27ammissione?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=CuorDiSogni Una storia ambientata tra i vicoli nascosti di Praga, dove misteri e antiche leggende si intrecciano con la vita di Karel e Livia. Karel, studente di Scienze Atmosferiche, si imbatte in un antico medaglione con un simbolo di ragno, che lo trascina in un mondo fatto di ombre e pericoli invisibili. Nel frattempo, Livia, una bibliotecaria appassionata di fantasy e misteri, si ritrova involontariamente coinvolta in una trama oscura che affonda le radici nella storia stessa della città. Tra magia, antichi segreti e incontri inaspettati, i due dovranno scoprire cosa si cela dietro il medaglione e chi è la Regina degli Aracnidi.
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George Stobbart, un turista americano a Parigi, si imbatte accidentalmente in una pericolosa rete di misteri e cospirazioni legate ai Cavalieri Templari. Testimone di un omicidio e di un furto, fa squadra con la fotoreporter Nicole Collard per indagare su una serie di omicidi legati a un enigmatico assassino travestito da clown.
Insieme, seguono una serie di indizi nascosti in antichi manoscritti, gemme preziose e luoghi storici, che li conducono attraverso l'Europa e il Medio Oriente. Lungo il percorso, affrontano pericoli mortali, svelano trame complesse e scoprono l'esistenza dei Neo-Templari, un'organizzazione segreta che cerca di riportare in vita l'antico potere dei Templari.
Dalla Francia all'Irlanda, dalla Siria alla Spagna, George e Nicole decifrano enigmi, superano trappole e sfuggono a assassini spietati. Il loro obiettivo finale è impedire ai Neo-Templari di mettere le mani sulla Spada Spezzata di Baphomet, un artefatto leggendario in grado di conferire un potere inaudito a chi lo possiede.
In una climax esplosiva in Scozia, i due protagonisti riescono a sventare i piani dei malvagi e a distruggere il sito archeologico, seppellendo per sempre i segreti dei Templari. La loro avventura si conclude con un bacio appassionato, suggellando il loro legame e la vittoria sul male.
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Al centro di ogni sospetto di Melinda LeighUn thriller intenso tra segreti e vendetta. Recensione di Alessandria today
Al centro di ogni sospetto, quinto volume della serie dedicata alla sceriffo Bree Taggert, firmato da Melinda Leigh, si conferma un thriller avvincente, carico di suspense e colpi di scena.
Al centro di ogni sospetto, quinto volume della serie dedicata alla sceriffo Bree Taggert, firmato da Melinda Leigh, si conferma un thriller avvincente, carico di suspense e colpi di scena. La storia si apre con Bree che, chiamata a indagare in una fattoria isolata, si ritrova di fronte a un brutale duplice omicidio. Tra le vittime figura Eugene Oscar, un ex vicesceriffo noto per la sua…
#Al Centro di Ogni Sospetto#Alessandria today#autore best-seller#autori thriller#azione e suspense#Bree Taggert#Colpi di scena#Corruzione#Criminalità#detective#Fiction#giallo#Google News#Indagine#indagine psicologica.#intrigo#intrigo internazionale#investigatore criminale#investigazione#italianewsmedia.com#legge e giustizia#lotta contro il tempo#Matt Flynn#Melinda Leigh#misteri nascosti#mistero#Narrativa#narrativa americana#narrativa contemporanea#New York Times
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#caravansandwitch#giochiconmisteridarisolvere#giochiindie#giochisuSteam#giocodiavventura#videogiochiindie
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Il senso del piacere
Una collezione di nature morte
John T. Spike
con un saggio di Maurizio Fagiolo dell'Arco
Skira, Milano 2002, 231 pagine, 25x29cm,
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Questo libro dedicato alla natura morta è certamente diverso dai molti, moltissimi, che lo hanno preceduto. Non è suddiviso in base alle diverse scuole o epoche, ma per gruppi tematici; i quadri in questo volume sono in gran parte inediti. Il piacere dei sensi accomuna le numerose nature morte analizzate: abbiamo scelto la soluzione grafica di presentare a piena pagina i dettagli dei quadri, proprio per mettere a fuoco i valori della Vista o del Tatto, dell’Udito o del Gusto, dell’Olfatto. Nella sezione dedicata a La scoperta della Natura, Spike muove dal principio che per gli artisti della fine del Cinquecento come Caravaggio (gli eredi di Leonardo) dipingere il mondo significava penetrarne il funzionamento interno. Nella sezione dedicata a I sapori della Natura, sono presentati quadri raffiguranti cucine e mercati, dispense ricche di fauna appartenente al cielo o al mare: il pittore dipinge anche per stuzzicare l’appetito. Nella sezione La Natura in fiore, Spike nota che la bellezza evanescente dei fiori ha sempre affascinato l’uomo, fino a produrre, in chiave parascientifica, erbari illustrati che sono i diretti predecessori di molte nature morte. Nella sezione La Natura al tempo del raccolto, Spike si pone il problema delle stagioni e di come il quadro che rappresenta fiori e frutta voglia richiamarsi a un preciso momento dell’anno: quasi fosse una istantanea. Nelle sezioni La Natura nobilitata e I misteri della Natura, si approfondiscono i significati nascosti dietro questi quadri in apparenza facili e decorativi. Il senso nascosto è quello della vita e della sua caducità.
04/09/24
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Parte 2 Segreti Nascosti e Scoperte Scioccanti.
🎙️ Mystery Files: Svelando l'Invisibile 🔍
Un podcast che ti porta nel cuore dei misteri più intricati, dove la verità è più oscura di quanto sembri. 🌑🔎 Cosa Aspettarsi:
- Indagini Avvincenti: 🕵️♂️ Segui le ricerche di Luca, un giornalista investigativo determinato a svelare i segreti più nascosti. - Rivelazioni Scioccanti: 💥 Scopri le connessioni tra potere e corruzione in una città avvolta dal mistero. - Suspense Inarrestabile: ⏳ Ogni episodio è una corsa contro il tempo tra pericoli imminenti e scoperte cruciali. ⚠️ Sei pronto a scoprire cosa si cela dietro l'apparenza? 🎧 Non perdere l'occasione di immergerti in una storia che ti terrà col fiato sospeso. 👀✨
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Nel fine settiamana appena trascorso Violetta Cottini e Alessandra e Roberta Indolfi hanno lavorato con la compagnia Dewey Dell che con l'artista Enrico Malatesta, che incontreranno a settembre alla Corte Ospitale, sono i tutor artistici che seguono il percorso delle artiste selezionate dal bando Eretici. Le strade dei teatri 2024.
Il primo giorno abbiamo seguito parte dell'incontro che è stato ricco di spunti e suggestioni per gli ulteriori sviluppi del processo creativo per Do fairies have a tail?
Il lavoro di ricerca che le artiste stanno portando avanti riguarda la definizione di ambiente che tenga traccia dell'invisibile rappresentato dal piccolo mondo degli esserini fatati, mostruosi e meravigliosi allo stesso tempo. Il miraggio è uno dei fenomeni naturali a cui tendono ad ispirarsi: vedere quello che non c'è, oppure vedere quello che c'è ma non si vede, cambiare sguardo, prospettiva di visione pensando in primis alla sensazione che si vuole dare allo spettatore, costruendo minuziosamente lo spazio della scena.
Il buio e luce, la ricerca di arti mancanti, le Wunderkammer, l'Étant donnés di Duchamp, Pietro Citati e le sue fate, le fototrappole e l'occhio dello spettatore, le case abbandonate, gli oggetti e i colori sfumati che raccontano storie: sono queste alcune delle tematiche e opere condivise nella prima mattinata di lavoro tra Agata Castellucci e Vito Matera di Dewey Dell, Violetta, Alessandra e Roberta.
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Alcuni di noi sono posseduti dalla sensazione che una sottile parete, una lieve cortina, un velo d'aria e di garza separi il nostro mondo da un «regno segreto», foltissimo di abitanti. Non occorre andare lontano: né, come gli antichi veggenti, venire trasportati con lo spirito e il corpo nel cielo. Mentre camminiamo tra le colline, ci soffermiamo presso una sorgente, guardiamo le luci e le ombre del crepuscolo, ondeg-giamo sugli orli del sogno, basta figgere l'occhio; ed ecco che la parete d'aria e di garza si scioglie, e noi penetriamo nel mondo che costeggia il nostro, o le fitte creature invisibili scendono fra di noi, rivelandoci misteri, annunciandoci il futuro, raccontandoci fiabe, scoprendo tesori nascosti... ... Poiché sono così doppi, insieme aerei e ctonii, non possiamo meravigliarci se siano intessuti di luce e di tenebra; e se li intravediamo meglio al crepuscolo, quando il giorno e la notte si confondono ambiguamente. Cosa fanno i fairies? Qual è la vita che si svolge, ogni giorno, nel regno segreto? Pietro Citati, La luce della notte
#violetta cottini#eretici#eretici2024#residenze creative#performing arts#residenze 2024#dewey dell#pietro citati#do fairies have a tail?
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