#senso piacere
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Il senso del piacere
Una collezione di nature morte
John T. Spike
con un saggio di Maurizio Fagiolo dell'Arco
Skira, Milano 2002, 231 pagine, 25x29cm,
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Questo libro dedicato alla natura morta è certamente diverso dai molti, moltissimi, che lo hanno preceduto. Non è suddiviso in base alle diverse scuole o epoche, ma per gruppi tematici; i quadri in questo volume sono in gran parte inediti. Il piacere dei sensi accomuna le numerose nature morte analizzate: abbiamo scelto la soluzione grafica di presentare a piena pagina i dettagli dei quadri, proprio per mettere a fuoco i valori della Vista o del Tatto, dell’Udito o del Gusto, dell’Olfatto. Nella sezione dedicata a La scoperta della Natura, Spike muove dal principio che per gli artisti della fine del Cinquecento come Caravaggio (gli eredi di Leonardo) dipingere il mondo significava penetrarne il funzionamento interno. Nella sezione dedicata a I sapori della Natura, sono presentati quadri raffiguranti cucine e mercati, dispense ricche di fauna appartenente al cielo o al mare: il pittore dipinge anche per stuzzicare l’appetito. Nella sezione La Natura in fiore, Spike nota che la bellezza evanescente dei fiori ha sempre affascinato l’uomo, fino a produrre, in chiave parascientifica, erbari illustrati che sono i diretti predecessori di molte nature morte. Nella sezione La Natura al tempo del raccolto, Spike si pone il problema delle stagioni e di come il quadro che rappresenta fiori e frutta voglia richiamarsi a un preciso momento dell’anno: quasi fosse una istantanea. Nelle sezioni La Natura nobilitata e I misteri della Natura, si approfondiscono i significati nascosti dietro questi quadri in apparenza facili e decorativi. Il senso nascosto è quello della vita e della sua caducità.
04/09/24
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madonna terribili gli addii i commiati lasciare le tue cose i tuoi spazi la tua gente anche solo per un po’ CONSEGUENTEMENTE la prossima volta sparirò con il favore delle tenebre senza alcun preavviso. sorpresa
#contesto: me ne sto andando a malincuore per x mesi#più contesto: in questa situazione mi fa piacere sottolineare che sono toro e che per me il senso di casa e le abitudini sono una roba seria
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Comunque il senso migliore di tutti è il tatto e se la pensate diversamente fottetevi
#(perché fottendovi proverete piacere e vi renderete conto che il vostro piacere deriva dal tatto quindi converrete con me che è il#senso migliore)#(e anche perché l'unica opinionr giusta è la mia)
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Ma fallooooo
no :)
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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i miei amici dicono che io non sono pronto a conoscere qualcuna seriamente perché non faccio mai passi avanti in questo senso quando parlo o esco con qualcuna, ma quello che io vorrei far capire loro è che a me può piacere una persona esteticamente, caratterialmente, può piacermi cosa fa nella vita, come si comporta con gli animali o coi bambini o che cazzo ne so, però il punto è che lo senti in qualche modo quando una persona vibra o non vibra sulla tua stessa lunghezza d’onda, è una questione di sensazioni e c’è chi riesce a ignorare magari questo “disagio” e chi no, io purtroppo non riesco e se non riesco a sentirti in un certo modo (questo vale anche per le amicizie) non riesco a connettermi in nessun modo, non riesco a fingere, non so andare avanti, sarò rincoglionito io ma che ci posso fare
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Jorge Luis Borges sosteneva che gli antichi greci furono i primi a pensare, ci hanno dato la poesia, la scienza, la filosofia razionale, che tutta la cultura a noi pervenuta nel corso dei secoli derivi dai greci.
I filosofi greci distinguevano l’amore in 12 tipologie diverse a seconda delle diverse emozioni umane e sfumature del sentimento:
Agape (αγάπη)
Agape è l’amore incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. Viene utilizzato nei vangeli e nella religione.
Eros (έρως)
Eros è la tipologia di amore più conosciuta. Dio greco della fertilità, il suo tipo di amore rappresenta quello passionale, il desiderio carnale. Veniva definito in termini di irrazionalità, perché il desiderio ardente avrebbe potuto portare alla follia.
Philia (φιλία)
Philia indica un tipo di amicizia profonda. Amicizia come vincolo di fiducia e lealtà, come fondamenta di un rapporto solido e suggellato dalla bellezza della condivisione. Amare ed essere amati.
Storge (στοργή)
Storge è l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, tipico dei consanguinei, deriva da “stergo” che significa amare teneramente.
Philautia (φιλαυτία)
Philautia è l’amore per sé stessi, l’amor proprio, fonte di perfezionamento e benevolenza è definito come forma di egoismo positivo.
Mania (μανία)
Mania associato all’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, l’amore tossico che vive (apparentemente) solo attraverso il possesso di ciò che brama, il partner come oggetto del desiderio. Distruttivo.
Charis (χάρις)
Charis è forse la tipologia d’amore più ambita tanto quanto appagante: idilliaco. Entrambi i partner si amano allo stesso modo, sia fisicamente che spiritualmente.
Himeros (ἵμερος)
Himeros è l’amore che arde di desiderio fisico, impulsivo, irrefrenabile, l’amore folle. Desiderio carnale, non ascolta ragioni e va appagato nell’immediato.
Anteros (αντέρως)
Anteros, fratello di Eros (si narra fossero inseparabili) è l’amore corrisposto con il rispettivo coniuge/compagno e indica la stabilità sentimentale.
Pragma (πρᾶγμα)
Pragma è associato all’amore maturo di lunga data, ma anche al compromesso e alla pazienza. Fare uno sforzo per dare amore piuttosto che solo per riceverlo.
Pothos (Πόθος)
Pothos è la personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. È anche identificato con l’amore adolescenziale, l’infatuazione, il desiderio prima dell’incontro.
Thelema (θέλημα)
Thelema è l’amore nei confronti di ciò che si fa, il proprio lavoro, il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare e non è rivolto quindi ad una persona.
— manuela g.
#frasi#citazioni#amore#libro#love#frasi citazione#frasi libro#antica grecia#manuela g.#manuelag.#mare#letteratura#citazioni libro#classic lit art#arte
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L'Europa è un guscio vuoto. Mancano l'orgoglio, la libertà, il piacere, l'esplorazione prensile, il senso del comico. Resta la paludata grettezza dei "soldi in famiglia", la polverosa "disciplina" di accademici fuori tempo massimo, il dar via il culo di tutti gli altri.
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L’attrazione, spesso, non ha a che fare con la bellezza, almeno non con la bellezza “oggettiva”. L’attrazione reciproca è chimica inspiegabile. È la combinazione di tantissimi elementi che sono ponti tra anima e corpo. L’attrazione di pelle, quella più spontanea e “violenta”, tende a sciogliersi a un primo abbraccio. È passione che brucia, divampa, si spegne. È tempesta di sensi. Poi c’è l’attrazione più sottile, che richiede tempi più lunghi, che si alimenta di corrispondenze, di piacere a viversi, di risate e complicità, di parole e gesti comprensibili solo a due. Questo tipo di attrazione non teme il tempo che passa, anzi… fa del tempo la sua forza. E s’insinua in angoli di pelle. È gioco di intimità crescente. È senso di appartenenza e giusta distanza. Ecco… a quel punto la Bellezza fiorisce e cresce a dismisura. I particolari, invisibili ai più, diventano sfumature per pochi. I pensieri s’incontrano alimentando desideri di toccarsi, conoscersi, sfiorarsi, annusarsi… quell’uno dentro l’altro che fa dell’attrazione origine e approdo.
Alimentate l’attrazione di Anima: è il viaggio più sconvolgente dell’incontro fra corpi... ♠️🔥
Letizia Cherubino
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mentre correvo stamattina mi è preso un momento di assoluto terrore pensando al mio futuro e al fatto che io non stia facendo assolutamente niente per addomesticare il mio smisurato e irrequieto benessere nella solitudine e ancora peggio che io non stia facendo niente per rimediare alla mia totale incapacità - altrimenti detta disinteresse - a mantenere rapporti umani (perché con i gatti ci riesco bene).
allora ho pensato che semmai dovessi affidarmi alla compagnia di una persona vorrei che questa sia giudicante quanto una mosca. vorrei che io in sua presenza possa sedermi a terra e mangiare cereali dalla confezione, stravaccata e molle con i jeans sbottonati, assolutamente noncurante dei capelli spettinati. qui però si immette uno dei miei più reconditi tormenti, che è la mia mal tolleranza al giudizio. più di qualcuno della mia famiglia durante la mia crescita ha ronzato sempre al mio orecchio che una signorina sta con i capelli raccolti, le gambe e i piedi ben stretti, ci si siede composti, sulla punta del culo possibilmente, schiena dritta, rotture di coglioni varie. così quando non c'era nessuno io mi sgonfiavo di questa rigidità e di conseguenza attribuivo alla solitudine il senso di libertà. al contrario, attribuisco a chiunque l'irriverenza di giudicarmi, pure se in verità nessuno mi sta giudicando, o almeno non con la medesima severità di chi ha tentato di educarmi. però mi pare sempre molto strano che le mosche non ronzino, allora per me, a tutti resta attribuito il mestiere di giudicanti e alla solitudine il piacere assoluto del peccato, del proibito, della morbidezza, della libertà. ma le mosche, quelle vere, non giudicano. io vorrei una persona che sia una mosca vera e vorrei esserlo a mia volta in cambio.
comunque poi sono inciampata sui miei stessi piedi perché mi hanno insegnato a tenerli stretti e tutto questo frullato di preoccupazioni l'ho ingoiato e dimenticato nel momento stesso in cui ho deglutito tornando in questo cronotopo > che tanto, in conclusione, tra un po' preparerò il pranzo che consumerò beatamente da sola, a onta dei solletichi della mia mente riguardo il mio futuro
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Ultimamente mi sto rendendo conto che mette a disagio i compaesani con cui sto parlando, tra cui anche i miei, sentirmi dire che gli abitanti di questo paese/di questa isola sono idioti, che questa terra deve saltare in aria, che odio questa isola e odio questi isolani ecc. Ed io traggo un piacere direi quasi perverso in questo loro disagio perché penso: sì ce l'ho anche con te e sì fai schifo anche tu, essere immondo ed indegno. E sinceramente non provo nemmeno il minimo senso di colpa perché a stare 12h con gente che ti ragiona nemmeno al contrario ma proprio in maniera storta (tra cui anche razzisti, omofobi, puttanieri; a volte mi sembra di essere in una classe di scuola media per le battutine a sfondo sessuale che fanno e a me sta iniziando a salire lo schifo sinceramente – era, tra l'altro una cosa che mi era passata; ravviviamo tra le altre cose il disagio per la sfera sessuale) ci vuole fegato.
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Impallinato
im-pal-li-nà-to
SIGNIFICATO 1) Colpito da cartucce da caccia; messo in minoranza, bocciato e simili. 2) Fissato, appassionato
ETIMOLOGIA 1) da impallinare ‘colpire con pallini’, composto parasintetico di pallino, diminutivo di ‘palla’. 2) da pallino probabilmente nel senso di ‘bernoccolo, bozza’.
«È un po' un libro per impallinati ma credo ti possa piacere.»
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Che piacere sentirmi me stessa, mi fa sentire bella, non nel senso estetico base del termine, ma in un senso di armonia.
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tutta questa storia con te, quest’anno e l’anno scorso, tutto quello che ho saputo, hanno lasciato delle ferite su di me che dopo mesi non ne vogliono sapere di cicatrizzarsi e ha letteralmente tranciato di netto la mia autostima, non riesco nemmeno più a pensare di provare a conoscere qualcuno perché mi sento ripugnante, una persona priva di senso, una persona che non può piacere ma soprattutto non può essere amata e fa male perché non riesco a rimettere a posto i pensieri, ho sinceramente paura di espormi in qualsiasi modo perché temo che le persone mi vedano come mi vedo io e non so che fare per rimettere a posto i pezzi sinceramente
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"Averte mai sentito l’espressione «la bellezza salverà il mondo?» Vi siete mai chiesti cosa significa?
Questa è una delle più celebri frasi di Dostoevskij. La potete leggere ne L’Idiota, ma pochissimi ne hanno compreso il vero significato. In tanti credono che queste parole siano un semplice omaggio alla bellezza. Ma non è così. Che cosa vi sta dicendo in realtà Dostoevskij?
Ecco, pensate a cosa provate quando guardate un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Quando osservate un tramonto. O un paesaggio talmente bello che vi toglie fiato. Sentite una sensazione di benessere, di piacere, ma anche qualcos’altro. Un sentimento più profondo ma anche più sottile. Guardate questa Venere di Botticelli: guardate i suoi occhi, i suoi capelli, il suo volto. Che emozioni vi trasmette? Una soave, irresistibile dolcezza che vi spezza il cuore. Vi sentite incantati, stupiti, commossi.
La grande bellezza ha sempre il potere di commuovere. «Dove c’è bellezza, c’è anche compassione, per la semplice ragione che la bellezza deve morire». Ogni momento può essere l'ultimo per noi, perché siamo mortali. Quando guardiamo un’alba che si specchia nelle acque del mare, quando vediamo nel viso di un uomo o di una donna una bellezza irresistibile, dentro di noi sappiamo che quel momento non tornerà. È questo che vi sta dicendo Dostoevskij. È la compassione che nasce in noi grazie alla contemplazione della bellezza che salverà il mondo. O meglio salverà l’uomo.
La bellezza che i media ci vendono invece è una bellezza plastificata, prodotta in serie, perché l’uomo per essere un buon consumatore deve innanzitutto credere di essere immortale. In una società che ha fatto dell’egoismo una moda e del consumismo un’arte, non c’è più spazio per la poesia, per pensare all’altro, per sentire. Non c’è più il tempo per vivere. Ma se voi invece di lasciarvi vivere, come fanno tanti, vi fate inebriare dalla bellezza della natura, dell’arte, della poesia, non troverete in queste cose soltanto una mera bellezza estetica ma la radice più profonda della vita stessa."
G. Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#letteratura #cultura #istruzione #dostoevskij
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Lo amava, lo voleva
Da timida vicina di casa e moglie esemplare e virtuosa, si era completamente trasformata. Nel giro di un solo anno, da quando nella palazzina era arrivato il nuovo inquilino. Il desiderio intimo nasce e può fare anche questo. Non l'avrebbe mai potuto neppure immaginare lontanamente, dopo quattro anni di matrimonio tranquillo e consolidato. All'inizio lui le stava oggettivamente e irrimediabilmente antipatico: troppo sicuro di sé. Le sembrava suonare falso, nei suoi frequenti complimenti e poi aveva un sorriso evidentemente ingannatore. Perché lei non si sbagliava mai.
Poi col tempo ha imparato man mano ad apprezzarlo e a conoscerne la sofferta storia personale, piena di dolore e sacrificio. Forse era proprio tutto questo fardello ciò che aveva stemperato ogni sua possibile negatività e lo aveva reso infine un tipo semplice, genuino. Ottimista e spontaneo nei modi e nelle scelte personali, nei legami. E che gli conferiva infine un innegabile fascino. Doveva ammetterlo. A volte, basta un particolare al momento giusto a far invertire il senso di marcia del tuo sentimento. Non saprebbe dire esattamente cosa fu che la stregò: se le fossette sulle sue guance quando le sorrideva, forse lo sguardo che sembrava spogliarla ogni volta che la osservava, o il suo profumo forte di maschio.
Comunque, un giorno si sorprese a spiarlo, a desiderarlo, ad attenderne il ritorno dal lavoro trepidante. Tutto in barba ai giusti codici di comportamento, alla sacralità del suo vincolo coniugale, alla correttezza, alla fedeltà nei confronti del brav'uomo che aveva sposato. Quando la passione bussa forte, non c'è nulla da fare: tu apri. Una sera che il marito era fuori città per qualche giorno a causa del suo lavoro, lo invitò a cena. Lui accettò entusiasta e dopo mangiato si ritrovarono a guardare un film sul divano. Quasi subito lei poggiò il capo sul suo petto e percepì il suo irrigidimento imbarazzato. Improvvisa, si girò e incollò le labbra alle sue, egli la staccò da sé con fermezza e le disse: “ma… che cosa fai? Ferma…non si può, non è una bella cosa… ora devo andare…”
Riuscì a trattenerlo, scusandosi in lacrime come solo una donna sa fare, quando vuole ottenere qualcosa. Tornarono a guardare il film, ma lei notò il rigonfiamento anteriore nei pantaloni. Quello è un sicuro indice di desiderio, al di là delle parole e di ogni possibile diniego. Le era chiarissimo: era arrapato per lei. La voleva. Certe cose non le nascondi. Si mise di fianco a lui in ginocchio sul divano, rivolta verso il suo profilo. Gli prese la mano e guardandolo fisso se la infilò nella parte posteriore dei suoi leggins, spingendola così che il medio potesse infilarsi nel solco tra le natiche, sino a penetrarle una delle porte del piacere proibito.
Si sbottonò la camicetta elasticizzata, che subito fece fuoriuscire i suoi seni dai capezzoli freschi, turgidi, innocenti, assassini e dolcissimi. Una donna che ti desideri e ti si offra è in ogni caso una tentazione irresistibile per chiunque. L'uomo non ne potette più: la mano nei leggins già l'aveva e il medio ormai era affondato nel suo ano. La tirò a sé. La prese e la scopò con forza, con molta foga e ancor più passione. Tutta la notte e nel talamo coniugale. Ora lei divide il suo godimento intimo tra il nuovo amante e il coniuge. Al marito riserva il suo lato più romantico, delicato. E continuano insieme la bellissima e semplice storia d'amore iniziata anni fa, condita da sano e frequente sesso tradizionale: nulla che vada mai al di fuori del prevedibile e del seminato. Parlano finalmente di fare un figlio.
E la domenica mattina in chiesa sempre assieme, per rinnovare tacitamente la promessa. Amore coniugale indissolubile. A quell'uomo nuovo invece la belva oscena e scatenata, immorale che è in lei riserva la sua parte più sporca e trasgressiva: gli concede qualsiasi cosa egli gradisca e quando lui lo ritenga più opportuno. A suo piacere ella si china, apre le natiche, la passera o la bocca a seconda di quanto ordinato. Riceve il suo seme, ingoia quale sacra comunione delle anime ed è felice di sentirsi usata, maltrattata. Si scatena letteralmente. Godendo come una pazza. Gli ha confessato in modo esplicito che solo e soltanto con lui si sente la femmina posseduta dal maschio della specie umana. È solo con lui che lei diventa una vera schiava di piacere, l'ancella amorevole raccoglitrice del prezioso liquido seminale maschile. In sostanza, per quell'ossessione virile nella sua mente è fiera di essere un semplice oggetto, che egli potrà usare a piacimento quando ha l'esigenza di svuotarsi.
E quindi ora egli la prende senza riguardi ogni volta che ha desiderio e che il marito non c'è, ovviamente. Fanno le cose con discrezione, in assoluto silenzio, così che nessuno dei vicini sospetti nulla. Solo il letto e le pareti assorbono i loro gemiti, le urla soffocate e le parole oscene proibite sussurrate: la colonna sonora perfetta di questo amore torrido, illegale, traditore e segreto. Bellissimo e irrinunciabile. Lei, devota, quando lui è un po’ giù osa addirittura prendere l'iniziativa: avida e lesta, adatta bocca e gola al suo uccello, si muove con esperienza. Lo fa venire e lo beve fino all'ultima goccia, riuscendo a restituirgli il sorriso e la serenità. Lo cerca. Lo vuole. Lo brama. Lui la usa spesso e per questo la adora. L'amore a volte è il triangolo di un desiderio proibito e imperfetto nella sua realizzazione. Ogni tanto il marito, ignaro di tutto e felice di poter sfoggiare una mogliettina devota e bellissima che lo adora, lo invita a cena.
RDA
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