#miglioramento condotta
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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AMAG Reti Idriche: Presentazione pubblica dei lavori di sostituzione della condotta idrica a Cantalupo, Alessandria
Un evento aperto alla cittadinanza per illustrare il progetto di rinnovo della rete idrica nel sobborgo di Cantalupo, con la partecipazione di rappresentanti di AMAG e del Comune di Alessandria.
Un evento aperto alla cittadinanza per illustrare il progetto di rinnovo della rete idrica nel sobborgo di Cantalupo, con la partecipazione di rappresentanti di AMAG e del Comune di Alessandria.. AMAG Reti Idriche ha annunciato l’inizio di un importante intervento di sostituzione della condotta idrica nel sobborgo di Cantalupo, Alessandria. Il progetto verrà illustrato in un evento pubblico che…
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manifestocarnivoro · 2 months ago
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COALVI: ETICA E SOSTENIBILITÁ
Il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, più noto col suo marchio Coalvi (www.coalvi.it), ha proposto il suo primo bilancio di sostenibilità al concorso indetto dal Corriere della Sera per selezionare i migliori elaborati in tema di rendicontazione non finanziaria. La valutazione e la conseguente premiazione viene condotta dalla testata Buone Notizie del Gruppo RCS a seguito di una valutazione centrata su 30 linee, dieci per ognuno dei pilastri ESG individuati dall’ONU: ambiente, sociale e governance. Dalla riduzione degli sprechi al maggior coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte aziendali, dall’attenzione all’ambiente a scelte improntate sull’etica e non solo sul profitto, nell’interesse di tutti gli stakeholder: tutto contribuisce a essere più responsabili e a garantire un futuro alle imprese, come hanno dimostrato più ricerche. Affrontata la durissima selezione, il Coalvi, capo filiera del Sistema Qualità Nazionale “Fassone di razza Piemontese”, ha ottenuto l’invito alla fase finale della premiazione, segno «che il bilancio di sostenibilità presentato soddisfa i criteri richiesti dall’Europa», ha specificato Elisabetta Soglio, giornalista responsabile di Buone Notizie. Il Consorzio che raggruppa le aziende in cui si alleva il Fassone di razza Piemontese SQN è dunque risultato tra le poche realtà riconosciute come sostenibili su oltre 250 candidatesi in questa terza edizione del premio. Luca Raffaele, direttore di NeXt, che collabora all’iniziativa con Buone Notizie, ricorda che «l’impegno nel misurare i reali benefici economici, sociali e ambientali di una pianificazione strategica e riportarli su un documento di rendicontazione non finanziaria sta risultando sempre più importante, non solo per comunicare punti di forza ma anche per evidenziare le politiche adottate e le traiettorie di miglioramento da perseguire». «Il riconoscimento della qualità dell’allevamento del Fassone di razza Piemontese SQN gratifica il nostro costante impegno nel sottolineare gli aspetti di sostenibilità del lavoro dei nostri consorziati e siamo lieti che venga evidenziato da una testata così prestigiosa come Buone Notizie e RCS» commenta Guido Groppo, presidente di Coalvi (photo © facebook. com/CoalviConsorzioRazzaPiemontese).
Fonte: Eurocarni, 7/24
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stargatesblog · 2 months ago
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La certificazione delle aziende agricole
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Per ottenere una agricoltura certificata è necessario rivolgersi a quelle aziende che decidono di dotarsi di norme e di regole di condotta e di produzione che soddisfino determinati criteri di sostenibilità, efficacia ed efficienza. Nel caso di aziende agricole con certificazioni di sistema molte di queste utilizzano la solarizzazione come tecnica produttiva per il miglioramento del suolo.
E proprio la solarizzazione e la biofumigazione sono due tecniche agricole che hanno l'obiettivo di migliorare il terreno e la qualità delle colture senza l'aggiunta di additivi chimici.
Their responsibility through ISO certification are probably be viewed more favorably by ESG-conscious investors.
La solarizzazione è una tecnica agricola che prevede l'uso del calore del sole per migliorare il suolo e controllare i patogeni, le erbacce e i parassiti. Questo processo consiste nell'interrare o coprire il suolo con teli di plastica trasparente per un certo periodo di tempo, generalmente durante i mesi più caldi dell'anno.
That could be a significant aggressive gain, particularly in industries licensed body wherever attracting and retaining prime skill is critical.
Il calore accumulato sotto il telo provoca l'innalzamento della temperatura del suolo, creando condizioni non favorevoli per molti organismi nocivi. Anche le certificazioni iso riescono ad essere competitive all'interno di un sistema compelsso ocme quello agrario.
Vantaggi della solarizzazione:
Controllo delle malattie: Aiuta a ridurre i patogeni del suolo, migliorando la salute delle piante.
Controllo delle erbacce: La temperatura elevata uccide molte piante infestanti, riducendo la competizione per le risorse.
Miglioramento della struttura del suolo: Può contribuire a migliorare la struttura e la fertilità del suolo, favorendo l'attività microbiologica.
Facilità d'uso: È una tecnica relativamente semplice e sostenibile che non richiede l'uso di sostanze chimiche.
Limitazioni:
La solarizzazione richiede un periodo di esposizione prolungato e condizioni climatiche favorevoli.
Non tutti i patogeni e tutte le erbacce sono completamente eliminati.
È più efficace in climi caldi e soleggiati.
In sintesi, la solarizzazione è una pratica utile nella gestione sostenibile dell'agricoltura, contribuendo a migliorare la salute del suolo e ridurre l'impatto di agenti patogeni e infestanti.
L'agricoltura certificata da un organismo certificato per il rilascio di certificazioni di sistema della serie ISO e non solo, si riferisce a pratiche agricole che seguono standard specifici e riconosciuti, garantendo che i prodotti agricoli siano coltivati e trattati in conformità a determinati criteri di qualità, sostenibilità e sicurezza. La certificazione può riguardare vari aspetti, tra cui:
Qualità del prodotto: I prodotti possono essere certificati per garantire che soddisfino determinati standard di qualità, come la presenza di sostanze tossiche, residui chimici o altre impurità.
Sostenibilità ambientale: Esistono certificazioni che promuovono metodi di coltivazione sostenibili, come l’agricoltura biologica, che vietano l'uso di pesticidi chimici e fertilizzanti di sintesi, e richiedono pratiche che rispettano la biodiversità e il suolo.
Tracciabilità: La certificazione può garantire che i prodotti siano tracciabili lungo tutta la filiera produttiva, dal campo alla tavola, aumentando la trasparenza per i consumatori (Jeff Hughes).
Benessere animale: Per i prodotti di origine animale, ci sono certificazioni che garantiscono il rispetto del benessere degli animali durante tutta la loro vita.
Sicurezza alimentare: La certificazione di un sistema può riguardare anche standard che assicurano la sicurezza alimentare, prevenendo la contaminazione e garantendo la salubrità dei prodotti.
In generale, l'agricoltura certificata mira a offrire maggiore garanzia ai consumatori, a supportare pratiche agricole responsabili e sostenibili, e a promuovere la qualità dei prodotti sul mercato. Tra i più noti schemi di certificazione ci sono il marchio biologico (Bio), il GlobalGAP e il Fair Trade.
Sì, la solarizzazione e la biofumigazione sono due tecniche agricole utilizzate per il controllo dei parassiti e delle malattie del suolo, migliorando nel contempo la salute del suolo. Grazie a sistemi certificati o ad altre forme di certificazione di sistema della serie ISO è possibile ottenere un certificato rapido e facile per migliorare le performance aziendali.
Solarizzazione
La solarizzazione è una tecnica che sfrutta il calore del sole per sterilizzare il suolo. Ecco come funziona:
Procedura: Il suolo viene dissodato e livellato, quindi viene coperto con un film di plastica trasparente per un periodo che varia da alcune settimane a diversi mesi, a seconda delle condizioni climatiche (temperatura e umidità).
Effetti: L'effetto combinato del calore e dell'umidità intrappolati sotto la plastica aumenta la temperatura del suolo, uccidendo patogeni, semi di erbacce e nematodi dannosi (certificazioni iso standard).
Vantaggi: Oltre a controllare i parassiti del suolo, la solarizzazione può migliorare la disponibilità di nutrienti e stimolare la crescita dei microrganismi benefici.
Biofumigazione
La biofumigazione è una tecnica che utilizza piante specifiche, in particolare quelle appartenenti alla famiglia delle Brassicacee (come cavoli, senape, rafano), per generare composti chimici naturali che hanno effetti antifungini e nematocidi. Ecco come funziona:
Procedura: Vengono coltivate piante da biofumigazione che, una volta mature, vengono trinciate e incorporate nel suolo. Durante la decomposizione dei residui vegetali, vengono liberati composti volatili (come l'isotiocianato) che agiscono come fumiganti naturali.
Effetti: Questi composti possono ridurre la popolazione di patogeni, insetti e nematodi, contribuendo così a una gestione sostenibile delle malattie delle piante.
Vantaggi: La biofumigazione è considerata una soluzione ecologica e può migliorare la fertilità del suolo, oltre a controllare i patogeni.
Quindi solarizzazione e biofumigazione sono tecniche parte di una gestione integrata delle colture e sono utilizzate per ridurre la dipendenza da pesticidi chimici, migliorando la sostenibilità delle pratiche agricole.
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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Definendo «irrisorio il numero delle iscritte che hanno manifestato contrarietà alla partecipazione dell’Ordine alla parata Milano Pride» e le loro motivazioni «dovute una interpretazione distorta da pregiudizi personali», il Consiglio direttivo dell’Ordine delle ostetriche interprovinciale di Bergamo, Cremona, Lodi, Milano, Monza e Brianza ha deciso di non pubblicare il logo sul manifesto portato in parata con la scritta «ostetric* inclusive a difesa dei diritti umani fondamentali».
Ma se l’è legata al dito. Tant’è che la risposta alla lettera condivisa da 64 ostetriche per prendere le distanze dall’adesione dell’Ordine al Pride di Milano è arrivata. Una risposta che non risponde affatto alle professioniste ma che anzi, apre altre domande.
La lettera delle ostetriche “no Pride”
Ricordate le ostetriche “no Pride”? Tempi aveva ricevuto e volentieri pubblicato una lettera (la trovate qui) condivisa da 64 di loro per manifestare dissenso e chiedere spiegazioni alla presidente su una posizione pubblica che non le vedeva rappresentate.
Il succo era chiaro: perch�� un Ordine autonomo, indipendente, che non ha un ruolo sociale e rappresentativo dal punto di vista etico, culturale, morale (se non strettamente su temi professionali e deontologici della figura dell’ostetrica), e che deve garantire una condotta apartitica e apolitica alle sue aderenti doveva accodarsi a una iniziativa per “certificare” la missione dell’ostetrica nel rispetto dei diritti umani fondamentali?
L’Ordine risponde: se non sei col Pride sei contro i diritti umani
La lunga non-risposta della presidente dell’Ordine Nadia Rovelli è eloquente: il Consiglio direttivo rispetta ma “non comprende” «il non sentirsi sostenitrici dei diritti umani fondamentali e di salute riferiti alle persone LGBTIQA+ sotteso nella comunicazione sottostante di non sostegno all’iniziativa».
Pertanto, sottendendo a sua volta che non aderire al Pride implichi evidentemente un alto tasso di transfobia, omofobia e discriminazione, invita le dissenzienti «all’aggiornamento professionale attraverso la frequentazione di corsi per professionisti socio sanitari come quelli svolti dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2023 “La popolazione transgender: dalla salute al diritto” e “Le persone intersex: tra salute e diritto” avente l’obiettivo formativo di “contribuire a combattere l’esclusione sociale e la discriminazione nei confronti delle persone transgender attraverso la formazione dei professionisti che operano in ambito socio-sanitario in termini di comunicazione, informazioni sanitarie e giuridiche al fine di raggiungere un miglioramento della qualità di vita della popolazione transgender”». Punto.
La “rieducazione Lgbt” per le ostetriche dissenzienti
Si tratta di corsi promossi dall’Iss e mirati a estirpare stigma e discriminazione nei confronti delle persone transgender, tra gli esperti che hanno preparato i contenuti del primo corso “suggerito” ci sono tanti medici del Careggi di Firenze e ma anche “addetti ai lavori” come Cathy La Torre.
L’idea di proporre quella che la Verità ha ben chiamato ieri “rieducazione Lgbt” a chi manifesta dissenso farebbe già a cazzotti con le prerogative di un Ordine, soprattutto quando è la stessa Rovelli nella sua lettera a puntualizzare che «ci si aspetta che le Ostetriche/ci siano prive di pregiudizi ed abbiano la piena comprensione del significato e delle parole dell’art.2.2 del Codice Deontologico dell’Ostetrica/o: “Il comportamento dell’Ostetrica/o si fonda sul rispetto dei diritti umani universali, dei principi di etica clinica e dei principi deontologici della professione”». Che necessità c’è – scrive ancora la Verità – di aderire al Pride se i valori fondamentali che si rivendicano sono già iscritti nel codice deontologico?
L’Ordine sovrappone piano professionale e culturale
La presidente dell’Ordine sembra sinceramente sbigottita dalla posizione delle 64 ostetriche, un numero «irrisorio» a fronte di «sostegno, partecipazione ed encomi da parte di un numero più sostenuto di nostre iscritte» (anche se nelle foto delle donne che sfilavano dietro al cartello “Ostetriche/ci inclusive per la tutela dei diritti umani fondamentali” non ne abbiamo viste tante), lamenta l’assenza del loro logo «diversamente da quanto fatto dagli altri Ordini partecipanti». Soprattutto giustifica la partecipazione al Pride con motivazioni esclusivamente culturali e di ben poca attinenza con la professione dell’ostetrica che da sempre è già formata per affrontare pazienti con dismorfismo o correzioni chirurgiche e prendersi cura, come ben scrivono le ostetriche “dissenzienti” di qualsiasi paziente «senza discriminazione alcuna né di razza, sesso, religione, classe sociale, ceto e di qualunque altra natura, privilegiando la cura alle persone più deboli e indifese». A prescindere dall’identità di genere del momento.
Di cosa ha paura l’Ordine, che senza timbro del #PrideSalute le ostetriche non aiutino le donne lesbiche a partorire? Che si scompongano davanti a una donna con la barba che partorisce? Che non assistano i loro bambini? Che non si siano mai trovate, prima del Pride, a fare tutte queste cose? Perché di questo si parla quando si parla di ostetriche e della «variabilità umana» (cit. la presidente Rovello) che si rivolge a loro «per raggiungere il migliore obiettivo di salute sessuale e riproduttivo»: di madri, parti, bambini.
Ostetriche inclusive con cosa? Con l’utero in affitto?
Resta una domanda, anzi più di una: se l’identità di genere è una questione culturale, non professionale (la stessa Rovello richiama il compito dell’Ordine di «orientare la condotta delle proprie iscritte» e «valorizzarne la funzione sociale che la professione svolge»), se i piani si sovrappongono, fin dove si deve spingere l’inclusività richiesta alla professione?
All’adesione alle istanze del Pride, tra le quali la maternità surrogata? Ai bloccanti della pubertà per i minori? All’approccio affirming? Alle tecniche di fecondazione in vitro come quelle che hanno portato una donna di 63 anni a partorire il suo primo figlio dopo l’impianto di un embrione comprato in Ucraina?
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alephsblog · 6 months ago
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La Russia ha dimenticato in fretta come la vittoria nella Grande Guerra Patriottica abbia beneficiato anche di un apporto affatto marginale da parte del suo più grande nemico storico: gli Stati Uniti.
Dal 1941 al 1945, il Lend-Lease Act fornì beni all'Unione Sovietica per un valore 11,3 miliardi di dollari dell’epoca (circa 180 miliardi di dollari nella valuta attuale).
Nel novembre 1941, in una lettera al presidente degli Stati Uniti Roosevelt, Stalin scrisse:
“La sua decisione, signor presidente, di concedere all'Unione Sovietica un prestito senza interessi del valore di 1.000.000.000 di dollari per far fronte alle consegne di munizioni e materie prime all'Unione Sovietica è accettata dal governo sovietico con sincera gratitudine come aiuto vitale all'Unione Sovietica nella sua tremenda e onerosa lotta contro il nostro nemico comune: il sanguinario hitlerismo.”
In termini quantitativi, si è trattato dell’invio di mezzi e materiali nei quantitativi di seguito indicati:
► 400.000 jeep e camion;
► 14.000 aeroplani;
► 8.000 trattori;
► 13.000 carri armati;
► 1,5 milioni di coperte;
► 15 milioni di paia di stivali da combattimento;
► 107.000 tonnellate di cotone;
► 2,7 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi;
► 4,5 milioni di tonnellate di cibo.
Molti degli aerei furono trasportati direttamente dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica lungo la rotta settentrionale attraverso l’Alaska e la Siberia, altri furono imballati e spediti nel Golfo Persico, dove vennero assemblati e trasportati in Russia.5 Ai mezzi e materiali sopraelencati, vanno aggiunti 350 locomotive, 1.640 pianali e quasi mezzo milione di tonnellate di rotaie e accessori, assali e ruote, il tutto per il miglioramento delle ferrovie che garantivano il sostegno logistico all’Armata Rossa sul fronte orientale. E ancora: chilometri di cavi telefonici da campo, migliaia di telefoni e migliaia di tonnellate di esplosivi, macchine utensili e altre attrezzature per aiutare i Russi a produrre i propri aerei, fucili, proiettili e bombe.
Dalla Guerra Fredda fino ai giorni nostri, molti politici sovietici e russi hanno ignorato o minimizzato l’impatto dell’assistenza americana all’URSS, così come l’impatto dell’intera guerra condotta dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, con tutto il Commonwealth, contro i nazisti.
La prima valutazione storica ufficiale del ruolo del Lend-Lease è stata data dal presidente del Comitato di Pianificazione Statale Nikolai Voznesensky nel suo libro L’economia militare dell’URSS durante la guerra patriottica, pubblicato nel 1948:
“...Se confrontiamo la dimensione delle forniture di beni industriali degli Alleati all'URSS con la dimensione della produzione industriale presso le imprese socialiste dell'URSS nello stesso periodo, si scopre che la quota di queste forniture rispetto alla produzione economica interna durante la guerra è stata solo del 4% circa.”
La cifra del 4% è stata pubblicata senza dettagli ed è contestata.
“Per chi fosse interessato alla storia, c'era un dato canonico: le forniture Lend-Lease ammontavano al 4% del volume della produzione industriale dell'URSS durante la guerra. Fu pubblicato senza ulteriori commenti nel suo libro "L'economia militare dell'URSS durante la guerra patriottica" dal presidente del Comitato di Pianificazione dello Stato, Nikolai Voznesensky, poi fucilato in seguito all’Affare di Leningrado.8 Non è chiaro come Voznesensky e i suoi collaboratori abbiano calcolato queste percentuali. Era difficile stimare il PIL sovietico in termini monetari a causa della mancanza di convertibilità del rublo. Se fosse una questione di unità di materiali, allora non è chiaro come i carri armati siano stati paragonati agli aeroplani e il cibo all'alluminio.
Di fatto, questo dato espresso in maniera così assertiva è diventato la caratteristica principale con cui il Lend-Lease è stato descritto nelle opere storiche sovietiche. La valutazione di Voznesensky contraddice chiaramente i dati pubblicati nell’era post-sovietica sul volume della produzione sovietica e sul volume delle consegne nel quadro del Lend-Lease.
La Breve Storia della Grande Guerra Patriottica, anch'essa del 1948, riconosceva sì le spedizioni del Lend-Lease, ma concludeva: "Nel complesso questa assistenza non fu abbastanza significativa da esercitare in alcun modo un'influenza decisiva sul corso della Grande Guerra Patriottica".
Nel 2015, Nikolaj Ryžkov, l'ultimo capo del governo dell'Unione Sovietica, riferendosi all’assistenza fornita all’URSS con il Lend -Lease Act ha dichiarato che "si può affermare con sicurezza che non ha svolto un ruolo decisivo nella Grande Vittoria".
Tali valutazioni, però, sono contraddette dalle opinioni dei sovietici che sono stati protagonisti della guerra. Già nelle parole di Stalin sopra riportate è presente la riconoscenza nei confronti degli Stati Uniti per il significativo sostegno materiale ricevuto. Un altro riscontro lo si può trovare in occasione della Conferenza di Teheran del 1943, quando Stalin, durante una cena di gala in onore del 69° compleanno di Winston Churchill, brindò al programma del Lend-Lease con Churchill e Roosevelt. Delle parole pronunciate dal dittatore sovietico esistono varie traduzioni da fonti inglesi e riprese dai commentatori russi. Le diverse versioni, tuttavia, non differiscono nella sostanza per cui senza le “macchine” approvvigionate dall’America, l’esito del conflitto per la Russia sarebbe stato ben diverso. Di seguito riporto una delle traduzioni accreditate ed esemplificative:
“Voglio dirvi cosa hanno fatto il presidente e gli Stati Uniti per vincere la guerra, dal punto di vista russo. Le cose più importanti in questa guerra sono le macchine. Gli Stati Uniti hanno dimostrato di poter produrre tra gli 8.000 e i 10.000 aerei al mese. La Russia può produrre al massimo 3.000 aerei al mese. L'Inghilterra ne produce 3.000-3.500 al mese, per lo più bombardieri pesanti. Così, gli Stati Uniti sono un paese di macchine. Senza questi veicoli Lend-Lease, avremmo perso questa guerra.”
A testimoniare il pensiero di Iosif Stalin in merito al Lend-Lease, vi è anche l’autorevole di Nikita Chruščëv parere condiviso con quello del dittatore. L’analisi dei fatti prospettata da Chruščëv è lucida e, tutto sommato, onesta:
“La Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per fornirci assistenza materiale di ogni tipo, principalmente assistenza militare, sottoforma di armamenti e altro supporto materiale necessario per la condotta della guerra. Abbiamo ricevuto molto aiuto. Non si è trattato, naturalmente, di generosità da parte della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, né volevano aiutare i popoli dell'Unione Sovietica, tutt'altro. Ci hanno aiutato a distruggere le risorse del nemico comune. In tal modo, hanno combattuto con le nostre mani, con il nostro sangue, contro la Germania hitleriana. Ci hanno pagato per poter continuare a combattere, ci hanno pagato con armi e materiali. Dal loro punto di vista, era ragionevole. Ed è stato davvero ragionevole, ed è stato vantaggioso per noi. Dopotutto, è stata dura per noi in quel momento, abbiamo pagato un prezzo molto alto in guerra, ma dovevamo farlo, perché altrimenti non saremmo stati in grado di combattere. È sorto un interesse reciproco e abbiamo stabilito e continuato a sviluppare buone relazioni e fiducia reciproca.
Vorrei esprimere la mia opinione e parlare apertamente dell'opinione di Stalin sulla questione se l'Armata Rossa e l'Unione Sovietica sarebbero state in grado di far fronte alla Germania di Hitler e di sopravvivere alla guerra senza l'aiuto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Prima di tutto, vorrei parlare di alcune osservazioni fatte da Stalin, che ha ripetuto più volte quando abbiamo avuto "libere conversazioni" tra di noi. Ha detto senza mezzi termini che se gli Stati Uniti non ci avessero aiutato, non avremmo vinto la guerra: faccia a faccia con la Germania di Hitler, non avremmo resistito al suo assalto e avremmo perso la guerra. Nessuno ha mai trattato ufficialmente questo argomento nel nostro paese, e non credo che Stalin abbia lasciato tracce scritte della sua opinione da nessuna parte, ma continuo a sostenere che ha ribadito questo aspetto più volte nelle conversazioni avute con me. Non ha parlato specificamente di questa questione, ma quando stavamo semplicemente parlando, discutendo di questioni di politica internazionale, presenti e passate, e passando al tema di ciò che abbiamo dovuto affrontare durante la guerra, questo è quello che ha detto. Quando ho sentito i suoi commenti, ero completamente d'accordo con lui, e ora sono lo sono ancora di più.”
La rilevanza di questo accordo è stata anche sottolineata dal membro del Politburo Anastas Mikoyan, di Commissario del Popolo per il Commercio Estero dell'URSS durante la guerra e, nella sua funzione, dal 1942 incaricato di ricevere le forniture alleate assegnate con il Lend-Lease:
“Quando iniziarono ad arrivarci lo stufato americano, il burro, le uova in polvere, la farina e altri prodotti, che significativo apporto calorico ricevettero immediatamente i nostri soldati! E non solo i soldati: qualcosa è arrivato anche nelle retrovie. Oppure prendiamo la fornitura di autoveicoli. Tenendo conto delle perdite lungo il percorso, per quanto possa ricordare, alla fine abbiamo ricevuto circa 400.000 autoveicoli di prima classe per l'epoca come Studebaker, Ford, Willis e mezzi anfibi. Tutto il nostro esercito si è effettivamente ritrovato su ruote, e che ruote! Di conseguenza, la sua manovrabilità è aumentata ed è cresciuto notevolmente il ritmo dell'offensiva. … Senza il Lend-Lease probabilmente avremmo combattuto per un altro anno e mezzo.”
Da parte americana, poi, il Segretario di Stato Edward R. Stettinius, riferì le ragioni addotte senza ipocrisie dal senatore Walter F. George, presidente della Commissione Finanziaria durante il periodo bellico, del perché valeva la pena spendere soldi per il programma Lend-Lease:
“La Nazione ora spende circa 8 miliardi al mese. Se non fosse stato per i preparativi che abbiamo fatto in questi mesi, guadagnando tempo, la guerra, ne sono convinto, sarebbe durata un anno in più. Spendiamo fino a 100 miliardi di dollari all'anno in guerra e, inoltre, perdiamo un numero enorme di vite dei migliori figli del paese. Anche se abbreviassimo la guerra di soli sei mesi, risparmieremmo 48 miliardi di dollari, avendone spesi solo 11 (con il Land-Lease, n.d.a.) e il sangue dei nostri soldati e le lacrime delle nostre madri non hanno prezzo...”
Prima di concludere, voglio ricordare anche il Progetto Hula, un programma parallelo al Lend-Lease, durante con cui gli Stati Uniti trasferirono navi militari all'Unione Sovietica in previsione che i Sovietici si unissero alla guerra contro il Giappone, in particolare in preparazione alle invasioni sovietiche pianificate del sud di Sachalin e delle isole Curili. Con sede a Cold Bay, in Alaska, il progetto fu attivo durante la primavera e l'estate del 1945. Si è trattato del programma di trasferimento più grande e ambizioso della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo aver ricevuto dall’Unione Sovietica un elenco delle attrezzature necessarie - che gli Americani chiamarono in codice MILEPOST- gli Stati Uniti iniziarono il lavoro per soddisfare i requisiti sovietici in aggiunta alle assegnazioni annuali previste con il Lend-Lease.
Secondo la legge statunitense, tutte le navi trasferite all'estero tramite Lend-Lease dovevano essere restituite alla custodia statunitense dopo la conclusione della II Guerra Mondiale e, nel febbraio 1946, gli Stati Uniti iniziarono i negoziati con l'Unione Sovietica per la restituzione delle navi trasferite. Tuttavia, con l'inizio della Guerra Fredda, le relazioni tra l'Unione Sovietica e gli alleati occidentali si deteriorarono rapidamente, ostacolando il ritorno delle navi.
Paradossalmente, la Marina degli Stati Uniti in realtà non voleva riprendere in consegna le navi perché non erano più utili e sarebbe stato costoso prenderle in custodia e smaltirle; di conseguenza alcune navi subirono un trasferimento meramente amministrativo sotto la custodia degli Stati Uniti, per rispettare quanto stabilito dalla legge. L'Unione Sovietica trasferì due dragamine alla Repubblica Popolare Cinese; delle altre 97 navi del Progetto Hula 81 furono vendute all’Unione Sovietica come rottami e 16 furono affondate al largo di Nakhodka.18
A quali conclusioni si può arrivare, guardando oltre i meri aspetti fattuali della storia passata e presente?
La Russia dovrebbe riflettere sul proprio passato e, al di là delle proprie ragioni para-imperiali, comprendere l’entità del danno causato da una visione antistorica del presente, con il tentativo di annessione dell’Ucraina al proprio “impero”. Non deve destare stupore che gli Stati Uniti abbiano voluto applicare una forma di Lend-Lease nei confronti dell’Ucraina.
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Foggia. Rinnovato il Protocollo Zeus tra Polizia di Stato e Associazione Impegno Donna.
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Foggia. Rinnovato il Protocollo Zeus tra Polizia di Stato e Associazione Impegno Donna. Nella mattinata di martedì 30 aprile, il Questore della provincia di Foggia e la presidente del Centro Antiviolenza "Impegno Donna", dr.ssa Franca DENTE, hanno rinnovato il protocollo "Zeus", promosso dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, teso a diffondere sul territorio provinciale le buone prassi per prevenire i fenomeni legati alla violenza di genere. L'iniziativa è ispirata alla c.d. "Legge sul femminicidio" la quale stabilisce che "quando il Questore procede all'ammonimento, informa senza indugio l'autore del fatto circa i servizi disponibili sul territorio inclusi i C.U.A.V., i consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze, finalizzati ad intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere". Infatti, l'obiettivo principale del Protocollo è di agevolare il percorso di recupero, offrendo al soggetto ammonito di approdare ad un trattamento di sostegno diretto al miglioramento della gestione delle emozioni, attraverso la consulenza offerta da professionisti altamente qualificati nei processi di recupero e di riabilitazione. Così il Questore Rossi: "Il Protocollo costituisce un modello d'azione che amplifica l'efficacia dello strumento di natura amministrativa dell'ammonimento (da gennaio 2023 ad oggi sono stati emessi n. 53 ammonimenti), previsto dalla legge per tutte quelle condotte che possono sfociare nella violenza domestica e negli atti persecutori. Il provvedimento di ammonimento, oltre a produrre effetti deflattivi sul processo penale, costituisce un efficace deterrente e previene il realizzarsi di condotte illecite in danno di vittime di genere. Infatti, esso interviene sul soggetto maltrattante prima ancora che si consumino condotte punibili penalmente per le quali è necessario che si instauri un relativo procedimento giudiziario". "Purtroppo gli interventi per "codice rosso" sono in costante aumento" – aggiunge il Questore. "Essi vengono realizzati quasi quotidianamente dagli operatori della Squadra Volante, ossia il reparto che costituisce il "Pronto Soccorso" della Polizia" (da gennaio 2023 ad oggi sono stati attivati n. 142 codici rossi). "Il protocollo Zeus si inserisce in questo delicato ambito operativo ed offre al soggetto ammonito di prendere consapevolezza del disvalore della propria condotta, offrendogli un trattamento riabilitativo curato da un'equipe di professionisti, specializzati nel trattare le persone con problemi relazionali - aggiunge la dr.ssa DENTE- Infatti, grazie a tale strumento l'ammonito può accedere, su base volontaria e gratuitamente, ad un percorso nel quale ha la possibilità di riflettere e di ricostruire, sul piano emotivo e cognitivo, le vicende che lo hanno condotto a porre in essere i comportamenti prevaricatori e, quindi, evitare il reiterarsi di atteggiamenti lesivi. L'obiettivo principale è quello di rendere l'autore pienamente consapevole dell'agito violento".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Cresce la produzione in Piemonte, ma gli incassi restano un problema
I primi dati relativi a produzione e livelli di occupazione in Piemonte fanno guardare un pizzico di ottimismo al futuro. Di contro, la crisi in Medio Oriente e la difficoltà nella riscossione degli incassi mettono un freno ai voli pindarici degli imprenditori. Dalla prima indagine trimestrale congiunturale condotta Confartigianato emerge infatti un lieve miglioramento nei valori rilevati.…
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notiziariofinanziario · 9 months ago
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L'uso della finanza digitale è abbastanza comune tra i giovani
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Sono pochi i giovani che dimostrano una piena comprensione dei concetti finanziari di base. La discrepanza nelle conoscenze emerge lungo linee geografiche, di genere e di educazione, con una maggiore competenza tra gli studenti e i residenti del Nord. Il 9 gennaio la Banca d'Italia ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta nel primo trimestre del 2023 su un campione di 5.400 persone tra i 18 e i 34 anni per esplorare l'alfabetizzazione finanziaria e le competenze digitali dei giovani italiani. L'obiettivo era quello di comprendere meglio la loro capacità di navigare nel mondo economico-finanziario e migliorarne l'alfabetizzazione per una società più equa e consapevole. I concetti conosciuti e la responsabilità d’uso del denaro I giovani interrogati mostrano una buona comprensione dei concetti di rischio-rendimento e costo dei mutui, con oltre il 70% di risposte corrette. Meno familiari risultano invece i concetti di inflazione, diversificazione del rischio e tasso di interesse, compresi rispettivamente dal 65%, 63% e 60%, ma alle domande ha risposto correttamente solo il 35% del campione. Circa la metà degli intervistat ritiene che tenere i risparmi sul conto corrente li protegga dall'inflazione e che l'andamento delle azioni possa essere previsto con precisione. La conoscenza finanziaria varia in base al livello di istruzione, genere e Regione di residenza, con punteggi migliori tra gli uomini e gli studenti di indirizzi scientifici o tecnici. Per quanto riguarda i livelli di responsabilità nell’uso del denaro emerge che, tra coloro che abitano in casa dei genitori, il 47% si occupa della gestione del bilancio familiare, da solo o collaborando con altri familiari; il 38% ha a disposizione alcune somme di denaro da gestire in autonomia; il 15% non ha alcuna responsabilità. Oltre il 90% dei giovani che non vive con i genitori è coinvolto nella gestione del bilancio familiare, anche in collaborazione con altri conviventi. La responsabilità nella gestione del denaro e le competenze digitali sono risultate correlate con una maggiore alfabetizzazione finanziaria. Comportamenti di prudenza e pianificazione I giovani risultano generalmente attenti nella gestione delle spese correnti (89%) e nel rispettare le scadenze di pagamento (77%), ma circa la metà di loro mostra scarso interesse nella pianificazione finanziaria a lungo termine, come la previdenza per la vecchiaia. Nonostante una certa propensione al risparmio mensile, molti evitano gli investimenti in fondi pensionistici per timore di perdite. L'accesso ai servizi finanziari di base è elevato, ma meno diffusa è la partecipazione ai mercati finanziari. L'uso della finanza digitale è abbastanza comune tra i giovani, con prevalenza nelle operazioni di pagamento online e gestione dei conti correnti via web. Poco diffusa, invece, l'adozione di servizi digitali più avanzati come assicurazioni online, informazioni su prestiti o trading online. La dimestichezza con la finanza digitale tende ad aumentare con il livello di conoscenze finanziarie, ma è meno comune tra le donne, i disoccupati e chi non gestisce autonomamente il denaro. Le priorità dei giovani La protezione dell'ambiente (54%) emerge come la priorità principale su cui dovrebbero concentrarsi le politiche economiche secondo i 18-34enni. Importanti anche il contrasto alla disoccupazione e alla povertà e il miglioramento del sistema di istruzione/formazione. Si rileva poi una conoscenza abbastanza diffusa dell’esistenza della finanza sostenibile, ma solo una minoranza (13%) attualmente considera i criteri Esg (ovvero di sostenibilità ambientale, sociale e di governance) nelle proprie scelte di investimento, sebbene alcuni sarebbero disposti a farlo con un'offerta più ampia di strumenti finanziari Esg. Dei tre criteri di sostenibilità Esg, quello ambientale è ritenuto il più importante. L’ottimismo sul futuro e la partecipazione civica sono maggiori tra i giovani con più elevate conoscenze finanziarie, che tendono anche a considerare le competenze professionali tra i fattori cruciali per trovare un buon lavoro rispetto ad altri fattori come la fortuna, il passaparola o le raccomandazioni. Le fonti di informazione ed educazione, tra digitali e tradizionali I giovani tendono ad informarsi su argomenti economico-finanziari principalmente tramite social media (34%), seguiti da televisione (32%) e media online o stampati (24%). Una minoranza (17%) non si aggiorna su questi temi, con percentuali più elevate tra donne e meno istruiti. In termini di educazione finanziaria, scuola e università sono le preferite dai più giovani, mentre adulti e anziani optano per banche e istituzioni finanziarie, con la famiglia che gioca un ruolo importante soprattutto per donne e meno istruiti. Il 10% dichiara di non aver interesse verso l’educazione finanziaria; la percentuale è più alta tra le donne e tra i meno istruiti. Le app per dispositivi mobili sono lo strumento educativo più popolare (40%) tra i giovani che vogliono migliorare le proprie conoscenze finanziarie, seguite da lezioni frontali (33%) e materiali didattici cartacei (30%). Read the full article
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kneedeepincynade · 11 months ago
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Socialist nations must maintain friendly relationships and deep trust between each others,otherwise the great mistakes of the 20th centuries will be repeated
The post is machine translated
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The collective is on telegram
🥰 深情厚谊 | LEGATI DAI MEDESIMI IDEALI, DALLE MEDESIME ASPIRAZIONI E DA UN DESTINO COMUNE ⭐️
🇨🇳 Un evento fondamentale nella Diplomazia Cinese, che si è appena verificato, è il viaggio del Compagno Wang Yi - Direttore dell'Ufficio Generale della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista e Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese - nella Repubblica Socialista del Vietnam 🇻🇳
💬 Il Dialogo e la Consultazione di Alto Livello tra Partiti e Paesi ha permesso di costruire, nel tempo, un Consenso sulle Relazioni Sino-Vietnamite, come dichiarato da Wang Yi: «中越就提升两国关系定位达成共识,可谓水到渠成» 💕
🇨🇳 Durante la sua visita in Vietnam, Wang Yi ha incontrato Nguyễn Phú Trọng - Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam, primo leader politico a visitare la Cina dopo il 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese 🚩
❤️ Durante il Colloquio, Wang Yi ha trasmesso i calorosi saluti del Presidente Xi Jinping, e ha sottolineato che il Vietnam, sotto la forte leadership del Comitato Centrale del CPV, ha raggiunto l'Armonia, la Stabilità Politica e Sociale, e un vigoroso sviluppo economico 👏
🥳 Quest'anno ricorre il 15° Anniversario dell'Istituzione del Partenariato Strategico tra Cina e Vietnam, e il Compagno Wang Yi si è focalizzato sulla costruzione di un consenso atto a promuovere e rafforzare la 合作共赢 - Cooperazione a Mutuo Vantaggio tra i due Paesi 👏
😍 Cina e Vietnam condividono un Futuro Condiviso, e un Destino Comune:
💬 «Dopo essere diventato Segretario Generale del CPV per la terza volta, il primo Paese che ho visitato è stata la Cina. Ho avuto un ottimo scambio con il Segretario Generale Xi Jinping», ha dichiarato Nguyễn Phú Trọng, focalizzandosi sulla Tradizione d'Amicizia dei due Paesi 🇻🇳
🤔 Nonostante alcune difficoltà, le Relazioni Sino-Vietnamite sono in costante miglioramento, e lo Spirito di Buon Vicinato, legato al Principio «buoni amici, buoni compagni, buoni fratelli» viene rispettato 👍
🤝 La promozione della costruzione congiunta della 一带一路 - Nuova Via della Seta, in sinergia con il progetto "Due Corridoi, una Cintura", rafforzerà i rapporti tra i Paesi, garantendo un ulteriore sviluppo economico 📈
⭐️ In quanto Paesi Socialisti, governati da Partito Comunisti, Cina e Vietnam godono di uno speciale rapporto, e gli scambi tra partiti avvengono di continuo, come tra parenti. Il Compagno Wang Yi si è focalizzato sui comuni ideali dei due Paesi, affermando che - avendo i medesimi sistemi sociali, Cina e Vietnam dovrebbero costruire un Rapporto d'Avanguardia rispetto ad altri Paesi, e chiarire il proprio posizionamento strategico, per dare un contributo alla Causa della Pace a livello regionale e internazionale 🕊
🇨🇳 Durante l'Incontro con il MFA del Vietnam, Wang Yi ha dichiarato che i Ministeri dei due Paesi dovrebbero incoraggiare, sostenere e coordinare i propri dipartimenti per attuare il Consenso Strategico Sino-Vietnamita, al fine di promuovere la Cooperazione Marittima, prevenire l'intromissione di forze esterne atte a seminare discordia e accelerare le consultazioni sul Codice di Condotta del Mar Cinese Meridionale👏
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🥰 深情厚谊 | BOUND BY THE SAME IDEALS, THE SAME ASPIRATIONS AND A COMMON DESTINY ⭐️
🇨🇳 A key event in Chinese Diplomacy, which has just occurred, is the trip of Comrade Wang Yi - Director of the General Office of the Central Foreign Affairs Commission of the Communist Party and Minister of Foreign Affairs of the People's Republic of China - to the Republic Socialist from Vietnam 🇻🇳
💬 The High Level Dialogue and Consultation between Parties and Countries has allowed us to build, over time, a Consensus on Sino-Vietnamese Relations, as stated by Wang Yi: «中越就提升两国关系定位达成共识,可谓水到渠成» 💕
🇨🇳 During his visit to Vietnam, Wang Yi met with Nguyễn Phú Trọng - General Secretary of the Communist Party of Vietnam, the first political leader to visit China after the 20th National Congress of the Communist Party of China 🚩
❤️ During the Talk, Wang Yi conveyed President Xi Jinping's warm greetings, and stressed that Vietnam, under the strong leadership of the CPV Central Committee, has achieved Harmony, Political and Social Stability, and vigorous development cheap 👏
🥳 This year marks the 15th Anniversary of the Establishment of the Strategic Partnership between China and Vietnam, and Comrade Wang Yi focused on building a consensus to promote and strengthen 合作共赢 - Mutual Benefit Cooperation between the two Countries 👏
😍 China and Vietnam share a Shared Future, and a Common Destiny:
💬 «After becoming General Secretary of the CPV for the third time, the first country I visited was China. I had an excellent exchange with General Secretary Xi Jinping", declared Nguyễn Phú Trọng, focusing on the Tradition of Friendship of the two countries 🇻🇳
🤔 Despite some difficulties, Sino-Vietnamese Relations are constantly improving, and the Good Neighbor Spirit, linked to the Principle of "good friends, good comrades, good brothers" is respected 👍
🤝 The promotion of the joint construction of the 一带一路 - New Silk Road, in synergy with the "Two Corridors, One Belt" project, will strengthen relations between countries, ensuring further economic development 📈
⭐️ As Socialist countries, governed by the Communist Party, China and Vietnam enjoy a special relationship, and exchanges between parties take place continuously, as between relatives. Comrade Wang Yi focused on the common ideals of the two countries, stating that - having the same social systems, China and Vietnam should build a vanguard relationship compared to other countries, and clarify their strategic positioning, to make a contribution to Cause of Peace at regional and international level 🕊
🇨🇳 During the Meeting with the MFA of Vietnam, Wang Yi said that the Ministries of the two countries should encourage, support and coordinate their departments to implement the Sino-Vietnamese Strategic Consensus, in order to promote Maritime Cooperation, prevent 'intervention of external forces aimed at sowing discord and accelerating consultations on the South China Sea Code of Conduct👏
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agrpress-blog · 1 year ago
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 Il 70% dei sinistri mortali avviene in città. Responsabile del 90% degli incidenti è l’uomo. La tecnologia al servizio della mobilità potrà ridurre significativamente il numero delle vittime. Il Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2023, “Tecnologia e Persone”, presentato alla Camera dei Deputati, ha evidenziato quanto la tecnologia e le persone siano interconnesse nel traffico stradale e come il ruolo dell’uomo e le sue scelte siano fondamentali nel contesto urbano e cittadino. Il report ha individuato nello sviluppo della guida automatizzata una soluzione ai principali problemi stradali e, se implementata, potrà ridurre gli incidenti mortali che nel 70% dei casi avviene in città e vede fra le vittime principalmente coinvolte gli over 65. Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat relativi al periodo gennaio-giugno 2023, rispetto al 2022, sono in calo le vittime sulle autostrade (-9,7%), seguono quelle sulle strade extraurbane (-3,3%) e sulle strade urbane (-0,1%). Se da un lato, però, gli incidenti mortali sono in diminuzione, dall’altro si registra un calo molto limitato del numero degli incidenti stradali con lesioni a persone (79.124; -1%) e dei feriti (106.493; -0,9%). Inoltre, dalla recente Indagine sulla qualità della vita del 2023 dell’Università Sapienza di Roma, emerge che nel 2022 le città più sicure sono: Prato, Gorizia e Genova con rispettivamente 118, 120 e 120 tra morti e feriti per 100 incidenti stradali. Fanalino di coda sono: Foggia, Cosenza e Crotone dove i numeri salgono, nell’ordine a 176, 170 e 169. OMS: 1,3 milioni di morti ogni anno A livello internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che attualmente ci siano circa 1,3 milioni di morti per incidenti stradali ogni anno. Stando ai dati pubblicati nel Rapporto DEKRA, nel 2020 nell’UE si è raggiunto il numero più basso di incidenti stradali, un valore che però nel 2022 è tornato a crescere. Il calo percentuale rispetto al 2001 si attesta, quindi, al 56%. I progetti europei, che prevedono il dimezzamento del numero di vittime sulle strade nell’UE entro il 2030 e la possibilità di eliminare completamente i decessi entro il 2050, sono finalità ancora lontane dall’essere raggiunte. Uomo responsabile del 90% degli incidenti Secondo il Rapporto DEKRA, l’uomo è responsabile di oltre il 90% degli incidenti e per questo l’industria automobilistica sta puntando, ormai da anni, su sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche del traffico o modalità di guida non sicure. Il continuo miglioramento della tecnologia (sensori, automazione, digitalizzazione) rappresenta una valida opportunità per ridurre significativamente il numero di incidenti tra veicoli a motore e utenti stradali vulnerabili. Ciò nonostante, così come evidenzia il report, rimane l’essere umano con i suoi comportamenti al volante e la sua condotta l’attore principale di una sana sicurezza stradale. Obiettivo “Vision Zero” È necessario prestare particolare attenzione alle zone urbane e alle persone di età superiore ai 65 anni. Il 70% circa di tutti gli incidenti mortali di pedoni, ad esempio, si verifica nei centri urbani. Quasi la metà di tutte le vittime di incidenti stradali nell’UE rientra nella fascia di età superiore ai 65 anni, anche se la loro percentuale sulla popolazione totale nel 2021 era del 21% circa. Nel 99% di tutti gli incidenti stradali, che hanno interessato pedoni con lesioni mortali registrati nell’UE, erano coinvolte autovetture. Nell’ottica della “Vision Zero”, perseguita anche a livello internazionale, si chiede di sfruttare al meglio il potenziale a disposizione per migliorare ulteriormente la sicurezza stradale. Il rapporto fra uomo e tecnologia, in questo caso, può essere una componente essenziale per il raggiungimento di tali obiettivi. Assistenza alla guida e sistemi automatizzati La tecnologia e, in particolare, i sistemi di guida automatizzati e connessi svolgono un ruolo importante.
Dotando i veicoli di sistemi di assistenza specifici e rendendoli in grado di comunicare reciprocamente, è possibile individuare tempestivamente le situazioni di pericolo ed evitare gli incidenti o almeno limitarne le conseguenze. Tuttavia, i sistemi di assistenza non esonerano i conducenti dalle loro responsabilità. In fondo, scegliere di adottare una condotta responsabile o meno fa sempre parte delle determinazioni della persona. Sebbene la tecnologia sia molto utile, il Rapporto DEKRA sottolinea come sia necessario accertarsi che essa non finisca per distrarre o stressare eccessivamente chi è alla guida. Il prerequisito fondamentale per l’utilizzo dei sistemi di assistenza è, quindi, che essi siano facilmente fruibili da parte di tutti gli utenti. Investire sul cambiamento Le misure dell’UE per la sicurezza stradale 2020-2030 evidenziano come le politiche sulla mobilità devono adeguarsi ai cambiamenti in atto, per affrontare le sfide e le nuove opportunità come la trasformazione dei modelli di mobilità, la connettività e l’automazione. Anche se i progressi sono troppo lenti, l’Europa non intende rallentare, ma garantire che sulle strade viaggino solo tecnologie sicure. L’obiettivo è quello di assicurare il massimo livello di sicurezza e un processo normativo uniforme. La creazione di un assetto di regole dell’UE per i veicoli automatizzati rafforzerebbe la competitività globale delle case automobilistiche europee. La guida connessa e automatizzata ha un grande potenziale e la volontà nell’Unione Europea è quella di lavorare velocemente per creare le giuste condizioni per il suo sviluppo. Per Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati: «Quello della sicurezza stradale è un tema di prioritaria importanza, in relazione al quale l'attenzione del Parlamento è particolarmente alta. Lo dimostra il recente avvio, nella IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, dell'esame della proposta governativa di riforma del Codice della Strada. In base agli ultimi dati presenti nella Relazione illustrativa al disegno di legge si evidenzia come nel 2022 i livelli d'incidentalità nel nostro Paese siano rimasti elevati. Credo che molto possa e debba essere fatto per aumentare la sicurezza e prevenire gli incidenti, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. Occorre, inoltre, promuovere e diffondere la cultura della responsabilità, per accrescere la consapevolezza circa i rischi alla guida». Secondo Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Il tema della sicurezza stradale è tra le priorità del mio dicastero. In questi giorni è in discussione alla Camera il Disegno di Legge per la modifica del Codice della Strada e conto che entro la fine dell’anno almeno un ramo del Parlamento lo approverà. Dalle ultime indagini è stato confermato che la distrazione al telefono è tra le principali cause di incidentalità. In questo senso, ho deciso di intervenire con strumenti deterrenti più che con sanzioni. Per quanto riguarda la mobilità a due ruote, nello specifico per i monopattini, prevediamo a tutela di tutti, l’utilizzo del casco, della targa e dell’assicurazione. Nei prossimi anni, vorremmo inoltre destinare fondi del MIT per la manutenzione delle strade provinciali e comunali e per la sostituzione di guardrail innovativi. La sicurezza stradale è una questione complessa che va affrontata anche con l’aiuto di realtà private importanti come DEKRA Italia così da raggiungere l’obiettivo di rendere le strade più sicure». Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha osservato che: «Nell’evoluzione dei Rapporti DEKRA registriamo questa significativa attenzione verso le nuove frontiere della sicurezza e quest’anno, in particolare, sul tema della sinergia fra uomo e tecnologia. I dati che si evincono dal Rapporto fotografano una certa diffidenza verso l’utilizzo della guida assistita e degli altri sistemi tecnologici. È altrettanto interessante il fatto che circa due intervistati su tre dichiarino che la provenienza di questi strumenti sia per loro indicativa.
L'esigenza di una performance da parte dei Paesi produttori e la ricerca della qualità è un aspetto che l'Europa deve continuare a salvaguardare. Il Rapporto, inoltre pone anche il tema della formazione, soprattutto con riferimento agli anziani, molti dei quali restano refrattari all’utilizzo di tali strumenti». Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia, ha sottolineato che: «Il Rapporto ci mette di fronte a fenomeni che richiamano la coscienza di tutti. Il diritto tuttavia non basta, incrementare le pene neanche. Le tecnologie aiutano il conducente a essere attento e a rispettare le regole, al contempo, si richiede un percorso formativo partendo dalla più tenera età. Qualsiasi forma di cultura si trasforma in una maggiore probabilità di legalità. Il sistema deve quindi mettere insieme diversi fattori: l’educazione, anche familiare, e infine la prevenzione che non è una vacua applicazione di regole ma richiede l’attenzione di ciascuno. Senza questo, non c’è norma, investimento o sanzione che possa bastare». Toni Purcaro, Executive Vice President di DEKRA Group e Presidente di DEKRA Italia, ha dichiarato che: «Il Rapporto DEKRA 2023 evidenzia la profonda interconnessione fra l’uomo e la tecnologia, oggi essenziale nella sicurezza stradale. Come sottolinea la ricerca, il 90% degli incidenti, purtroppo, è causato dall’errore umano e, pertanto, è necessario implementare sistemi di assistenza alla guida in grado di riconoscere tempestivamente situazioni critiche. Pur essendo l’uomo con la sua condotta determinante nella sicurezza stradale, appare imprescindibile puntare sull’innovazione tecnologica in grado di supportare in modo efficace i soggetti coinvolti nella circolazione stradale e raggiungere così l’ambizioso obiettivo ‘Vision Zero’ di eliminare del tutto le vittime della strada entro il 2050». Filiberto Mastrapasqua, Direttore del Servizio Polizia Stradale delegato dal Capo della Polizia Prefetto Vittorio Pisani, ha rilevato che: «La sicurezza stradale è una delle voci più rilevanti delle agende istituzionali degli Stati membri dell’Unione europea. Molti passi in avanti sono stati fatti ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo del Piano nazionale sulla sicurezza stradale, cioè da una riduzione delle vittime del 50% entro il 2030 a zero morti sulle strade nel 2050. Occorre un cambiamento culturale che consideri la guida un’attività complessa. I tempi dettati dall’agenda internazionale non sembrano compatibili con l’applicazione della guida autonoma, in grado sulla carta di abbattere gli indici di incidentalità. La cultura della guida sicura deve diventare un valore comune e la sicurezza stradale un impegno corale, in un’ottica di sicurezza partecipata. L’attività della Polizia Stradale non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte, ma si sviluppa anche nell’area della comunicazione e formazione, in particolare per sensibilizzare le giovani generazioni». Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità delegato dal Sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, ha dichiarato che: «I dati del Rapporto riguardanti gli incidenti stradali non fotografano soltanto numeri ma persone che devono restare al centro dei nostri interventi. Ragionare e discutere di soluzioni sulla base di dati oggettivi che vengono portati alla nostra attenzione è il modo più adeguato per tentare di fare dei passi in avanti in questo settore molto complesso e drammaticamente all’attenzione dell’opinione pubblica quotidianamente. Il nostro compito come amministratori è quello di comprendere i fenomeni, rilevare dove si verificano gli incidenti e qual è il costo sociale, isolando i cosiddetti Blackpoint. Il tema sicurezza deve essere sempre più legato alle politiche sulla mobilità, incentivando la riduzione dei veicoli in circolazione, investendo sulle infrastrutture e sull’informazione, sull’educazione e sulla formazione nelle scuole». Per Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza delegato dal Sindaco di Milano Giuseppe
Sala: «Stiamo lavorando per intervenire sulle regole, sulle infrastrutture e sui comportamenti dei guidatori, per prevenire gli incidenti e rafforzare la sicurezza stradale. La distrazione alla guida resta una delle maggiori cause di incidenti, pertanto abbiamo incentivato l'installazione di telecamere per monitorare le infrazioni e indurre un cambiamento dei comportamenti dei cittadini attraverso l'attività sanzionatoria. Urgono, al contempo, modifiche strutturali anche attraverso l'innovazione nel campo della segnaletica stradale e l'introduzione degli autovelox per incentivare l'automobilista a ridurre la velocità nelle zone abitate. Stiamo intervenendo, infine, nelle scuole promuovendo il dialogo con gli adolescenti per implementare la formazione». Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI invece ha dichiarato che: «È necessario, in primo luogo, individuare percorsi formativi adeguati per rafforzare la sicurezza stradale. Nel nostro Paese, inoltre, circolano auto troppo vecchie, con più di dieci anni di immatricolazione. Si tratta di un problema economico, sociale e ambientale che aumenta il rischio di incidenti e che, pertanto, deve essere affrontato con misure strutturali».  Hanno preso parte all’evento: Elisabetta Oliveri, Presidente Autostrade per l’Italia; Antonio Ragonesi, Responsabile dell’Area Sicurezza e legalità di ANCI; Roberto Mastrangelo, Responsabile Gestione Rete Anas. La presentazione del Rapporto DEKRA si è svoltanell’ambito degli eventi organizzati in occasione della Giornata mondiale in memoria delle Vittime della Strada,istituita dall’ONU,volta a promuovere una campagna per la prevenzione degli incidenti mortali e con lesioni gravi e rendere omaggio alle squadre di emergenza, alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari. L’ufficio stampa dell’evento è stato curato da Ital Communications di Attilio Lombardi.
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lpelo2000 · 1 year ago
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Citazione da "Essere Leader"
Eppure nessuno – né lui, né altri membri del gruppo dirigente, aveva mai intavolato con Bill una discussione franca sulla sua condotta: un’iniziativa che avrebbe potuto costituire per lui il primo passo sulla via del miglioramento.
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levysoft · 2 years ago
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Carl Reinhold August Wunderlich era un medico piuttosto meticoloso, come sapevano bene i suoi colleghi dell’ospedale universitario di Lipsia, in Germania. Assistendo i suoi pazienti intorno alla metà dell’Ottocento, in un periodo storico in cui la scienza medica era ancora piuttosto incerta, fu tra i primi a intuire che la febbre non fosse di per sé una malattia, ma un sintomo. Introdusse l’uso delle cartelle cliniche e della periodica rilevazione della temperatura dei pazienti, con termometri più precisi, per tenere traccia dell’evoluzione dei loro sintomi. Sulla base di 25mila misurazioni, Wunderlich concluse che la temperatura ideale del corpo umano fosse 37 °C, indicando un valore che sarebbe stato poi riconosciuto universalmente, diventando il punto di riferimento per stabilire se un paziente abbia la febbre.
A distanza di un secolo e mezzo dal lavoro di Wunderlich, e degli studi seguenti sul tema, un gruppo di ricercatori sostiene di avere scoperto un sensibile cambiamento nella nostra temperatura corporea: siamo meno caldi di oltre mezzo grado Celsius. La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista eLife e basata su dati raccolti negli Stati Uniti, ha ricevuto molte attenzioni in ambito medico, ma non tutti sono convinti delle sue conclusioni.
Wunderlich non fu naturalmente l’unico a occuparsi della temperatura corporea degli esseri umani: man mano che si affinavano le tecniche e gli strumenti per rilevarla, furono pubblicati altri studi sul tema. Tra i più recenti, e spesso citati, c’è uno studio del 1992 che fu condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Maryland (Stati Uniti) su 148 pazienti, e che concluse che la temperatura corporea fosse mediamente intorno ai 36,8 °C. Un’altra ricerca, condotta nel 2017 su 35mila pazienti nel Regno Unito, stabilì invece un valore di 36,6 °C. In entrambi i casi il dato era inferiore a quello di Wunderlich, e di conseguenza i ricercatori conclusero che le sue misurazioni non fossero precise come quelle attuali.
Nel nuovo studio, un gruppo di ricercatori della Stanford University (Stati Uniti) ha invece concluso che il lavoro di Wunderlich fosse preciso a sufficienza e che, nel tempo, a cambiare sia stata la nostra temperatura. Lo studio si è basato su registri medici tenuti in passato negli Stati Uniti, come quelli militari, tra il 1862 e il 1930. Sono stati anche consultati registri con informazioni mediche tenuti tra il 1971 e il 1975, così come un altro set di dati risalente al periodo 2007-2017. Nel complesso, i ricercatori hanno analizzato quasi 680mila rilevazioni, coprendo un periodo di 157 anni.
Mettendo a confronto i dati, gli autori hanno notato che gli uomini nati nei primi anni dell’Ottocento avevano una temperatura superiore di 0,59 °C rispetto all’attuale, con una diminuzione media di circa 0,03 °C ogni dieci anni. Per quanto riguarda le donne, la differenza è invece di 0,32 °C dalla fine dell’Ottocento.
I ricercatori si sono poi chiesti se la riduzione fosse legata a cambiamenti fisiologici o più banalmente a errori di misurazione della temperatura. I dati sono stati analizzati per trovare andamenti simili, per esempio valutando stessi periodici storici e assumendo che fossero utilizzati termometri con caratteristiche analoghe. L’analisi ha permesso di identificare tassi di riduzione della temperatura compatibili con l’ipotesi dei ricercatori su un abbassamento dovuto a cambiamenti nel nostro organismo e non a errori nelle misurazioni.
Lo studio dice che dietro la riduzione della temperatura ci sono diverse spiegazioni possibili. La prima è che l’avvento di sistemi di condizionamento e riscaldamento, negli ambienti in cui trascorriamo più tempo, abbia influito sulla nostra termoregolazione.
Un altro fattore, dicono i ricercatori, potrebbe essere il miglioramento nel trattamento di malattie come la tubercolosi e la malaria, e nelle cure dentali: nel complesso, la frequenza degli stati infiammatori si è ridotta e di conseguenza i meccanismi che comportano una temperatura corporea più alta. Si stima, per esempio, che a metà Ottocento circa il 2-3 per cento della popolazione vivesse con la tubercolosi, cosa che comportava una più alta temperatura ed episodi febbrili più frequenti.
La ricerca non ha però convinto tutti i medici, e diversi ricercatori si chiedono se le conclusioni non siano affrettate. I più critici hanno fatto notare che ci potrebbero essere molte altre variabili non tenute in considerazione, e che spiegherebbero la differenza tra le misurazioni nel corso di un periodo di tempo così esteso. Appare inoltre strano che in meno di due secoli ci sia stato un simile cambiamento, considerati i tempi molto più lunghi dei processi evolutivi.
Gli autori dello studio hanno risposto alle critiche ricordando che ambienti e condizioni in cui viviamo sono cambiati enormemente negli ultimi 150 anni, anche grazie ai progressi della scienza medica. E questi cambiamenti possono avere influito sensibilmente sulle nostra capacità di regolare la temperatura corporea.
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gocciodigrog · 2 years ago
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La società come catena di montaggio
La società odierna, che affonda le sue radici nel razionalismo e nel profitto tanto sul piano lavorativo quanto su quello personale, comporta dei processi alla cui base si pone un alto grado di scrupolosità verso canoni socialmente determinati.
Tali canoni andrebbero necessariamente raggiunti con una certa rapidità, allo scopo di avvantaggiarsi rispetto ad una concorrenza avente simili obiettivi. In questo clima perfezionistico, in cui i risultati massimi devono essere conseguiti in tempi minimi e l'attenzione è del tutto posta sulla produttività, risulta facile perdere il senso di appartenenza a se stessi e alla propria individualità.
Sono molteplici, nel corso della storia, gli esempi analizzabili. Ogni limite può essere estinto e valicato, finanche a toccare i più angosciosi orrori del genocidio ebraico, condotto da funzionari e criminali di guerra che – con la scusa di obbedire alle autorità – si ponevano come strumenti di un sistema macchinoso e privo di etica, inibitore di una coscienza di sé che permettesse un'azione contraria. «I “Papi” del Reich avevano impartito degli ordini e io dovevo obbedire» dichiarava Adolf Eichmann nel 1961, durante il processo che segnò la sua condanna. Tutto, dai trasporti ai campi di concentramento, era studiato in modo da costituire un sistema ingegnoso e funzionale per spingersi al traguardo prestabilito, seguendo ciecamente le istruzioni impartite a discapito della propria scelta e consapevolezza individuale. Tristemente, la suddetta realtà non appartiene esclusivamente ai decenni scorsi – per quanto possa essere stata iperbolizzata negli anni della guerra. Si tratta effettivamente di un caso culmine, apice di una dimenticanza di sé che spiega come un soggetto medio possa giungere ad agire da mero strumento più che da individuo. Ad oggi ciò è osservabile, seppur in misure meno evidenti, nella quotidianità.
Ad una prima occhiata, l'avvento del fordismo – basato sulla produttività e sulle catene di montaggio – sottolinea degli innegabili fattori positivi. È anzitutto rilevante il ruolo dell'efficienza, conseguita mediante l'ottimizzazione dei tempi e di schemi funzionali ripetuti ciclicamente, imprescindibili per ottenere risultati proficui. L'impegno comune nel raggiungimento di un obiettivo, inoltre, determina una competizione con conseguente stimolo a conquistare il proprio bersaglio con anticipo sugli altri, tanto nelle aziende quanto nella vita privata. Si rende dunque necessario evitare che l'idea venga messa in atto da terzi, accrescendo la prosperità del proprio ente di appartenenza o del proprio status individuale. Una simile struttura era già identificabile con antecedenza rispetto alle intuizioni fordiane, a partire dalle rivoluzioni industriali. Insieme ad altri vari elementi fondamentali, la macchina a vapore aveva portato ad una serie di rapidi progressi industriali e tecnologici che, passando inizialmente per il positivismo, erano sfociati nella seconda rivoluzione industriale e, per vie traverse, nella società capitalistica ad oggi conosciuta. Nondimeno, più che in un miglioramento l'eccesso rischia di risultare in danni seri e marcati. Trasciniamo con noi il segno di una realtà in cui gli operai – costretti ad orari disumanizzanti e inflessibili – erano destinati ad una qualità di vita inferiore; ancor più di prima, il lavoro e il profitto appaiono come il fulcro e il movente della nostra epoca attuale, persino al di fuori della carriera. Tuttavia, a confutare la presunta vantaggiosità di una siffatta struttura affluiscono oramai svariati studi. Degni di menzione sono quelli dell'Università di Stanford, secondo cui le tempistiche estreme e il perfezionismo, a conti fatti, oltre una data soglia diminuiscono la produttività. Altrettanto significativa è una ricerca condotta dall'Università di Melbourne, che dimostra come l'eccedenza di lavoro comprometta il singolo, alterandone le abilità cognitive. Oltretutto, anche la competizione non è esente da incertezze: sfide tanto esasperate aprono infatti le porte al pericolo della disuguaglianza sociale, fortificando il divario tra gruppi distinti e alimentando le dinamiche relative ad in-group, ovvero la cerchia di cui si fa parte, e out-group, un complesso sociale esterno additato spesso come inferiore o non desiderabile.
Appare quindi dominante un tipo di azione razionale rispetto allo scopo o, per meglio dire, l'adoperarsi razionalmente per giungere ad un traguardo. A tal proposito, il sociologo americano George Ritzer conia il termine “McDonaldizzazione”, una forma radicale di azione razionale che penetra in ogni aspetto della nostra vita e, come possiamo ben vedere, nella nostra individualità. Come riportato dallo stesso Ritzer, le modalità del fast food influenzano «non solo l’alimentazione, ma anche l’istruzione, la sanità». Principi fondamentali della McDonaldizzazione sarebbero, oltre all'efficienza e alla razionalità, anche la prevedibilità e la quantificazione. Ai suddetti assiomi segue un distacco dalla propria personalità, repressa in favore di script familiari da seguire costantemente, concentrandosi unicamente sui numeri e su risultati prefissati e standardizzati a discapito della creatività. Si è obbligati, pertanto, a far confluire una porzione limitata di tempo con il perfezionismo. Tale convergenza può facilmente causare considerevoli livelli di stress e, conseguenzialmente, problemi di natura psicologica quali ansia, cronofobia, demotivazione e scarsa autoefficacia, fino ad arrivare a nientemeno che disturbi ossessivo-compulsivi o depressione. Il rischio è, quindi, quello di allontanarci dal nostro “io reale” in favore di un “io collettivo” e puramente sociale.
La stessa pressione era già stata percepita da letterati e artisti del passato: classica rappresentazione di un tale scenario è “Sera sul viale Karl Johan”, opera pittorica del celebre Edvard Munch raffigurante una folla indistinta, senz'anima, che si dirige in massa verso un obiettivo vano ed effimero, esattamente in linea con la struttura sociale corrente. Difatti, la spinta della McDonaldizzazione ci muove su un percorso fatto di scopi minori che si susseguono l'un l'altro, numerose tappe che, in realtà, non hanno un fine ultimo e non vogliono portarci da nessuna parte se non ad una razionalizzazione svincolata e senza riserve.
Tali svolgimenti sono ormai tanto globalizzati da risultare, con ogni probabilità, inarrestabili: ci viene imposto, quindi, di adattarci ad un sistema che potrebbe altrimenti schiacciarci. Il filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman, nella sua opera “Modus Vivendi” affermava che «“progresso” sta ad indicare la minaccia di un cambiamento inesorabile e ineludibile che invece di promettere pace e sollievo non preannuncia altro che crisi e affanni continui, senza un attimo di tregua». Lasciando emergere le insicurezze e le paure della modernità, proseguiva ribadendo che «invece di grandi aspettative di sogni d'oro, il “progresso” evoca un'insonnia piena di incubi di “essere lasciati indietro”». Considerata l'incessantezza di questo fenomeno, proporre un'opposizione totale sarebbe illusorio e irrealistico in quanto rimarremmo vittime di fattori esterni di portata globale. Ciononostante, tenendo conto degli aspetti descritti, è possibile realizzare un piano di reazione, cura e mantenimento personale assiduo che salvaguardi la propria e l'altrui stabilità mentale. È di vitale importanza, quindi, imparare a distinguere il nostro io individuale da quello pubblico, ponendo attenzione nel coltivare entrambi in modo armonizzante per poter funzionare al meglio nella sfera privata e nel mondo esterno. Trovando – e in particolar modo mantenendo – il giusto bilanciamento tra il sé e la collettività, la pressione di una smisurata razionalizzazione sarà fronteggiabile, fornendoci notevoli benefici sia nell'ambito sociale che nell'ambito personale. Finalmente, con impegno costante, lo schiavismo mentale prodotto dalle “catene di montaggio” potrà lasciare spazio ad un più sano “adattamento” consapevole ed equilibrato.
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Fonti:
The productivity of working hours, Stanford University
Use it too much and lose it? The effect of working hours on cognitive ability - Melbourne University
Relazione - George Ritzer
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academybdsm · 4 years ago
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Lesson 19 👑
"DADDY & KITTEN"
Nelle varie combinazioni possibili D/s, esiste anche la variante Daddy/Kitten.
Prima di iniziare, oltre a sottolineare come nulla ha a che vedere con l’incesto e/o con la pedofilia (si è tutti adulti e senza vincoli di sangue), credo sia opportuno ricordare che si parla sempre e comunque di un rapporto D/s (Dominante/sottomessa), secondo la singolare modalità relazionale Daddy/Kitten che in nulla però limita le pratiche bdsm, che possono coesistere benissimo con le componenti SadoMasochistiche.
Le basi di questo rapporto sono similari a quelle di un tipico D/s (guida – protezione – formazione – devozione ecc.). Ciò che lo rende diverso è che la sottomessa ha in sé una “marcata” caratteristica infantile interiore. In ragione di ciò, il Dom adotta una forma di potere che spesso pare essere minore rispetto a un TPE (Total Power Exchange).
Sostanzialmente cambiano i protocolli e in un certo senso anche le aspettative che sono “più rilassate”, il focus è finalizzato un po’ più del solito verso la sottomessa e la sua cura.
Ogni "little" è diversa e il Daddy assume il ruolo in modo consequenziale, a seconda dell’età possono aver bisogno più di una guida e di attenzioni rispetto ad altre sub.
Non è raro per il Daddy stabilire regole immesse in un sistema "promozionale" per mantenere in riga la Sua little, regole dettate quindi da un premio per la buona condotta e punizioni per quella cattiva.
Se è vero che ogni dinamica Bdsm diverge, è pur vero anche che possiamo descrivere sommariamente alcune caratteristiche archetipiche.
In primo luogo, i Daddy hanno a cuore la parte giovane della sub, incoraggiandola al gioco e alla scoperta sessuale.
In secondo luogo, i Daddy attuano rigore e la severità su cose differenti rispetto ad un Dom classico. Se un Dom può essere rigoroso su procedure e protocolli, un Daddy sarà più interessato alle esigenze e agli obiettivi della propria little.
In terzo luogo, un Daddy deve essere più giocoso e divertente nell'esaudire futilità e capricci della Kitten.
Il Daddy è fonte di nutrimento (a 360°).
Il desiderio di curare la propria sub ed essere per così dire la sua fonte di sostentamento, è un prerequisito a dir poco essenziale.
Un Daddy gentile, non significa non sia severo, le regole son pugni di ferro in guanti di velluto, per cui un Daddy sarà comunque rigoroso, “a misura di bambina” ovviamente.
Il Daddy è premuroso, e farà di tutto per il benessere e la felicità per il piacere della propria piccola.
Il Daddy è affettuoso, guai così non fosse, in fondo molte little ricercano questo tipo di esternazioni.
Il Daddy è giocoso.
La little può amare disegnare, scrivere, cantare, colorare ecc. e il Daddy deve adottare questo spirito giocoso per assecondare il lato infantile della sub.
Il Daddy comprende e considera la Sua little.
Le little possono essere alquanto “pesanti” e complesse, e se il Daddy non opera con infinita pazienza rischia di fallire nel Suo operato.
Si viene a creare un meccanismo di aiuto, di incoraggiamento nella crescita e nel cambiamento/miglioramento che se non tiene conto delle peculiarità del rapporto particolare rischia di far più male che bene.
Il Daddy è il confidente ultimo, la Kitten potrà avere diverse relazioni di amicizia, ma il Daddy resterà il suo “confidente ad ombrello”; colui con il quale potrà parlare di tutto sapendo che quello che gli confida resterà tra loro.
Colui a cui non nascondere nulla.
Colui a cui non importerà se lei lo chiamerà alle tre del mattino. Lui è il Protettore della sua bambina in ogni problema vero o percepito come tale.
Suo Maestro e Mentore, le mostra cose nuove che vengono dalla sua più lunga e forse più vasta esperienza di vita.
Adora portarla in posti che non ha mai visto, farle assaggiare cibi per lei nuovi e farle fare cose che non aveva mai potuto apprezzare prima.... con altri.
Lui metaforicamente la svergina continuamente, che sia nel sesso o nell’esporla a nuove esperienze di vita.
Lui è guida e consigliere, nel mentre lei fa il suo percorso di crescita nel mondo dell'appartenenza.
Il Daddy vuole essere lì per rispondere alle domande, placare i suoi timori, fugare le sue insicurezze. Il Daddy è una solida ed inamovibile ancora nella tempesta.
A prescindere da cosa succeda nella vita della ragazzina, lei sa che Lui sarà là dove è sempre stato e che lei ci potrà contare anche quando le sue stesse lacrime la renderanno cieca.
Daddy è Colui che impone la Disciplina e lei si aspetta di essere educata gratificata o punita per i suoi errori. La maggior parte dei Dominanti Daddy talvolta trovano difficile gestire questa situazione, specialmente quando il loro affetto per la loro ragazza cresce. Loro detestano fare male alla loro ragazza ma sanno che altrimenti per lei sarebbe l’inizio della dominazione dal basso. Quando la ragazza inizia a capire che può manipolare il Daddy, non lo vedrà più come il suo Dominante e solida ancora.
Per consolidare dunque il potere, i Daddy dovranno essere più fermi e rigidi di quanto sarebbero in una normale relazione D/s.
La disciplina può essere usata come parte della componente sadomasochistica.
Il benessere emotivo della little è fondamentale, capita sovente che non si renda conto dei propri bisogni, che non capisca in un primo momento questa dinamica, o meglio che ignorandola non la ricerchi consapevolmente. Naturalmente, si possono adottare linee guida differenti adeguate ai livelli di maturità della Kitten. Ogni little è diversa, ma possiamo classificarle in un certo senso in base al grado di maturità.
La "Littles" (in senso stretto) viene identificata dall’età giovane che adotta questo stile di vita. Il più delle volte questa può essere il ruolo di una bambina fino all’età adolescenziale.
Una baby girl sarebbe un’adulta sottomessa che ha bisogno di un modello maschile positivo di cui brama la protezione, e il suo ruolo sarebbe quasi a metà tra una sub e una pet. La little ha le stesse esigenze della baby girl ma in più un’accentuata vulnerabilità interiore e un’innocenza che fa apparire infantile il comportamento, non è quindi un gioco di ruolo, ma per l’appunto l’esternare bisogni infantili con un comportamento che può sembrare infantile ma che non inscena nulla. Si tratta in un certo qual modo di una fascia di età interiore che è percepita ma che non è rigida, è più che altro una sorta di stima in base alle esigenze e alle emozioni.
Nota finale: Non cercate di approfittarne di queste donne. Sembra “stupido” sottolinearlo, ma: una little è pur sempre una donna adulta, ragion per cui se l’ambiente si fa poco sicuro è pronta a riemergere e prendere il controllo della situazione 👑
(Tratto dal web)
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Milano. 1° distretto Biologico Regionale in Valtellina.
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Milano. 1° distretto Biologico Regionale in Valtellina. Regione Lombardia, ai sensi della Legge nazionale sull'agricoltura biologica, ha riconosciuto ufficialmente il Distretto Biologico della Valtellina, con sede nel Comune di Chiuro (Sondrio). Si tratta di un'associazione di promozione sociale (APS) senza scopo di lucro, che si propone di promuovere, diffondere e sostenere i metodi e i principi di produzione biologica come modello di sviluppo sostenibile nel territorio valtellinese, coinvolgendo numerose realtà agricole, economiche, istituzionali e sociali presenti nel territorio provinciale di Sondrio, che comprende 76 Comuni. "È il primo - dichiara l'assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste - ad avere ottenuto il riconoscimento secondo i criteri stabiliti dal MASAF e approvati dalla Giunta lo scorso dicembre. Un modello innovativo che sta suscitando interesse in molti territori lombardi". L'area vanta oltre 1.900 ettari di superficie agricola condotta con metodo biologico. Il Distretto è composto da 15 aziende agricole e 3 operatori della filiera bio, che offrono una vasta gamma di prodotti certificati: ortaggi, mele, patate, uva, frutti di bosco, zafferano, piante officinali, uova e miele, fino ai formaggi più tipici della Valtellina come le DOP Bitto e Valtellina Casera. Il piano quinquennale di attività del Distretto Biologico mira a incrementare la superficie agricola biologica del 10% e di conseguenza il numero degli operatori certificati. Le azioni previste si concentrano sulla sostenibilità, sulla promozione della conversione al metodo biologico e sul miglioramento della qualità della vita nelle aree montane. Inoltre, si prevede di facilitare l'accesso degli operatori biologici alle procedure amministrative, stimolare l'aggregazione e la certificazione di gruppo e gestire il Centro del Biologico della montagna alpina di Chiuro, un importante hub per la divulgazione e la formazione nel settore biologico di montagna. Il Distretto Biologico della Valtellina ha titolo per essere inserito nel Registro Nazionale del Ministero dell'Agricoltura. In Lombardia si contano circa 3.500 imprese che si dedicano all'agricoltura biologica, includendo sia produttori sia trasformatori, mentre l'area totale destinata all'agricoltura biologica ammonta a 56.500 ettari. "La Regione - conclude l'assessore - ha deciso di investire in questo settore, come dimostrato dai 93,2 milioni di euro destinati al sostegno a partire dal 2014. Questo esempio sarà presto seguito da altri progetti sul territorio regionale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Confindustria Valle d'Aosta, crescono ordinativi ed export
Per il primo trimestre 2024 le imprese manifatturiere e dei servizi aderenti a Confindustria Valle d’Aosta segnalano un miglioramento nel clima di fiducia con indicatori che si mantengono in zona espansiva e che si mostrano più robusti rispetto alla precedente rilevazione. È quanto emerge dall’indagine previsionale condotta nel mese di dicembre da Confindustria Vda su un campione delle oltre 300…
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