#forze di pace
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Gli Attentati di Nassiriya: Il Dolore della Strage del 12 Novembre 2003 e il Ricordo delle Vittime. A cura di Alessandria today
Un tragico capitolo della missione italiana in Iraq che ha segnato la memoria collettiva: la storia degli attentati di Nassiriya
Un tragico capitolo della missione italiana in Iraq che ha segnato la memoria collettiva: la storia degli attentati di Nassiriya Gli attentati di Nassiriya rappresentano uno dei momenti più tragici per l’Italia durante la missione in Iraq. Dal 2003 al 2006, la città irachena di Nassiriya fu teatro di attacchi contro le forze armate italiane impegnate nell’“Operazione Antica Babilonia”, missione…
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canesenzafissadimora · 24 days ago
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(...)
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme. E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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💀 HA STATO ZELENSKY
Colpo di scena! (Fingiamo stupore). 👇
🆕 Pare che si sia fatta luce sul massacro di Butcha perpetrato ad inizio guerra in Ucraina
Il mercenario Philipp Siman è sotto processo a Praga e rivela dettagli scioccanti:
Lui e il suo battaglione saccheggiarono la città #Butscha abbandonata dai russi, e commisero atrocità contro i civili filo-russi.
Siman riferisce che il battaglione ucraino “Carpathian Sich” ha effettuato sparatorie arbitrarie.
Fonte Infodefense germany
Ora sono apparsi anche nuovi video esplicativi sui crimini commessi a Butcha, come quello che vedete nel post, dove soldati ucraini dispongono "artisticamente" i cadaveri ai lati della strada principale per agevolare le immagini giornalistiche. (*)
Su Wikipedia Italia ovviamente ancora si legge:
Dopo che le forze ucraine ebbero ripreso il controllo di Buča, iniziarono a circolare rapporti e testimonianze di crimini di guerra commessi dall'esercito russo; tra i primi giornalisti a giungere sul posto dopo il ritiro delle truppe occupanti vi furono quelli dell'AFP che, entrando nella cittadina, s'imbatterono nei cadaveri di 20 persone uccise e lasciati per strada (*), successivamente documentati anche dall’inviato di guerra della Rai Ilario Piagnerelli (il giornalista accusato da Mosca per "aver elogiato ed intervistato un neonazista ucraino".
Aggiorneranno con comodo.
Le malelingue sostengono inoltre che Butscha fosse uno psyop, un cosiddetto “inside job” auto-organizzato con l'obiettivo di silurare i negoziati di pace di Istanbul.
Ma dai? Eppure non sembrano tipini capaci di fare una cosa del genere. 😎
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iimsc · 10 months ago
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quindi oggi il dottore che mi segue da mesi mi chiede come sta andando. gli rispondo. lui alza lo sguardo e con una calma freddissima mi dice "sonia mettiti l'anima in pace che le forze che vorresti non puoi averle ora"
e così ho immaginato di poter tornare indietro e di rispondere "tutto bene dottore, sta seguendo la nazionale agli europei?"
così vero che chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni.
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occhietti · 6 months ago
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La buona notizia siamo noi.
Noi che guardiamo gli orrori del mondo e decidiamo di entrare in scena lo stesso, di agire, di seminare, di condividere le nostre esperienze, le nostre conoscenze, la nostra voglia di trasformare ogni dolore in amore.
Noi che possiamo essere la vera alternativa vivente al presente, abbiamo una responsabilità storica di portata straordinaria.
Noi tutti possiamo organizzare mille e mille incontri di qualsiasi portata, da una stretta di mano e un sorriso, dall'ascolto di chi soffre, alla mostra, al concerto, al convegno, dall'abbraccio personale all'evento dietro casa nostra.
Siamo noi la sola buona notizia possibile,
il solo faro che splende nella notte.
Certo, io credo di volerlo essere, ma anche tu che mi leggi puoi fare lo stesso, tu che forse non sai ancora se annuire o se dire di no, tu che vorresti assentire, ma ti chiedi "E io che cosa posso fare?".
Certo, là, fuori dalla porta di casa il mondo è feroce, le grida di odio e di guerra sommergono ogni nostro tentativo di respirare pace, amore, bellezza, bontà, coraggio.
E allora? Noi lo vediamo tutto questo?
Benissimo, ecco la buona notizia allora.
Se la verità viene uccisa ogni giorno davanti ai nostri occhi, non ci resta che essere noi ad affermarla di nuovo.
Se la bontà non viene più praticata dal mondo che abbiamo attorno a noi, ammesso che sia proprio così, dobbiamo essere noi a mostrare bontà, cose buone, lì dove viviamo.
Se la bellezza muore nel "mi piace o non mi piace" che rende bella una buccia di banana incorniciata, dobbiamo essere noi a ridipingere il bello, suonare il bello, parlare il bello, danzare il bello, aiutare a far sì che si veda il bello.
La buona notizia siamo noi.
Solo noi possiamo essere la luce della "speranza attiva" di un futuro migliore. Noi siamo la reale luce nella notte oscura del presente.
Noi che ad esempio possiamo "aiutare in pratica" i ragazzi che non ce la fanno, o quelli che non sanno le cose, o che non hanno alternative, o la forza.
Siamo noi che possiamo mostrare l'esempio delle nostre vite, insegnare ciò che conosciamo, dare tutto di noi stessi, risorse, tempo, denaro, idee per seminare un mondo migliore di questo.
Chi vede il mondo nuovo
è la sola buona notizia che esista.
Io che faccio?
Incontro le persone, mi spendo come posso, scrivo, come in questo momento, che mi sveglio con questi pensieri un'ora prima dell'alba, perché si getti un seme vero, bello, buono nel mattino di chi sta per leggermi.
Perfino, mi metto a recitare parole spirituali, strano ma vero, per far passare i concetti, per dare vita a certi sublimi semi della bellezza interiore.
È poco? È una goccia nell'oceano? È solo un ideale?
L'alternativa sarebbe "rinunciare", darsi per vinti, lasciarsi andare a credere di non essere capaci, di non avere il talento o le forze per cambiare il mondo.
No grazie, io non smetterò di incarnare la buona notizia che posso fare agire attorno a me.
La buona notizia siamo noi.
Noi. Io, tu, loro, voi. Chi altri sennò?
Noi possiamo impegnarci a dare noi stessi. Possiamo farlo. Possiamo fare tantissimo. Possiamo fare tutto.
Possiamo aiutare così tanto, possiamo seminare, offrire opportunità, diffondere conoscenza, se solo vogliamo farlo, se solo capiamo che la trasformazione del mondo non verrà mai da fuori, dall'alto, che sia dal Cielo, dal Comune, dallo Stato, dall'amico, dal padre o dalla madre, o dall'altro.
La vera, vivente, reale, attiva e presente
buona notizia siamo noi.
- Matteo Gazzolo - da "La vita continua"
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caviarsonoro · 11 months ago
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Franco Battiato - L'Ombra della Luce (Live @ Pirelli Hangar Bicocca, 2016)
Difendimi dalle forze contrarie La notte, nel sonno, quando non sono cosciente Quando il mio percorso si fa incerto E non abbandonarmi mai Non mi abbandonare mai Riportami nelle zone più alte In uno dei tuoi regni di quiete È tempo di lasciare questo ciclo di vite E non abbandonarmi mai Non mi abbandonare mai Perché le gioie del più profondo affetto O dei più lievi aneliti del cuore Sono solo l'ombra della luce Ricordami, come sono infelice Lontano dalle tue leggi Come non sprecare il tempo che mi rimane E non abbandonarmi mai Non mi abbandonare mai Perché la pace che ho sentito in certi monasteri O la vibrante intesa di tutti i sensi in festa Sono solo l'ombra della luce
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smokingago · 2 years ago
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🍀
I giorni difficili.
Quelli che iniziano con un pensiero e finiscono con lo stesso identico pensiero. Irrisolto.
I giorni in cui, quando ti svegli, non ti ricordi bene dove sei. Forse nemmeno chi sei.
I giorni in cui percorri chilometri con lo sguardo fisso verso il finestrino e ti passano davanti le strade, la campagna, la vita di prima, quella di adesso.
I giorni in cui torni a casa ma non sai più qual è la destinazione. I giorni in cui hai l'impressione che la testa non possa contenere tutte le domande che ti sgorgano dal cuore, in cui vorresti fare ordine ma il caos avvolge tutto.
I giorni in cui guardi un luogo, un tempo, una sedia. E ti rendi conto che non sei al tuo posto, dove dovresti essere, sei nel posto sbagliato, un posto che non è fatto per te.
I giorni in cui alcune distanze ti rivelano troppo. Di te, degli altri. I giorni in cui ti rendi conto che hai riposto male la fiducia, che le persone racconteranno sempre e solo quello che credono di sapere, non la verità. Ma non ti va più nemmeno di spiegare, di precisare, di fare proclami. Che ognuno creda ciò che gli fa comodo, quello che mette in maniera fittizia in pace la coscienza. Del resto, ai più non interessa conoscere, ai più non interessa nulla.
I giorni in cui le lacrime scelgono di scendere, anche se non vuoi. Scendono e portano via alcune cose, le affidano a chi si trova lì a raccoglierle senza nemmeno pensarci. A chi vuole esserci.
I giorni in cui sei allo specchio. E lo specchio sono gli occhi della persona che hai di fronte.
I giorni in cui sai di avere degli sguardi addosso e, senza nemmeno ricambiarli, conosci ad uno ad uno, esattamente, i sentimenti di chi ti sta osservando.
Le sere in cui raccogli. Anche se non hai abbastanza forze per sistemare le esperienze, le parole, gli attimi.
Le sere in cui l'unica cosa che sai è che andrai avanti, sempre e comunque, nonostante gli sbagli, nonostante le delusioni atroci, nonostante le mancanze strazianti, nonostante tutto.
Le sere in cui devi rimettere i pezzi insieme.
Le sere come questa.
Laura Messina
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aitan · 1 month ago
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La Repubblica di Costa Rica [...] nel 1948 è stato il primo Paese al mondo ad abolire l’esercito e la marina militare.
Contestualmente le caserme furono trasformate in musei e l’intero bilancio delle forze armate fu destinato a istruzione, sanità pubblica e lotta alla povertà.
Nel decennio 2000-2009 è stato classificato al primo posto per la felicità media percepita dalla popolazione nella graduatoria Happiness in Nations elaborata dall’Università Erasmus di Rotterdam.
Oggi vanta uno dei più alti tassi di sviluppo umano in America Latina. Ha una forte diversificazione di produzione ed esportazione di beni e servizi, un elevato livello di istruzione medio, una spiccata propensione all’uguaglianza di genere e una grande attenzione per la salvaguardia dell’ambiente. [...]
Ne ho parlato negli anni scorsi qui
E qua
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pettirosso1959 · 4 months ago
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L'illusione è finita, andate in pace.
Zelensky , di punto in bianco, così, come se ieri sera gli fosse girato il boccino, AMMETTE quello che anche l'ultimo degli uomini di strada sapeva sin dall'inizio del conflitto ucraino.
Vale a dire che l'Ucraina NON HA LE FORZE (testuale) per RIPRENDERSI Crimea e Donbass, che poi erano gli obiettivi dichiarati di Putin.
E' chiaro che quel subdolo cocainomane , schiavo dei comunisti USA e le loro Guardie Maoiste europee alla Michel e alla Borrel, se ha fatto queste dichiarazioni , è solo perché, dopo aver discusso con Trump, ha capito chiaro e tondo che gli Stati Uniti non FINANZIERANNO ulteriormente l'Ucraina.
Sotto nessun punto di vista, invio armi incluso.
Niente soldi dal congresso, niente armi americane.
Niente armi americane, niente più guerra.
Putin si piglia la Crimea, si piglia il Donbass e gli ALTRI MUTI , perché solo muto può stare chi non ha alcuna voce militare in capitolo.
Questo lo sapevo io, lo sapevi tu, lo sapevate voi... Tutti lo si sapeva!
Gli unici che non lo sapevano, anzi, facevano finta di non saperlo, erano i vertici UE e tutti i singoli governanti europei, ORBAN ESCLUSO e INCLUSA LA MELONI, colpevole di un VERGOGNOSO dietrofront post-elettorale, oltre ai democratici USA, i veri ingegneri di questo disastro.
Ma ciò ha comportato perdite economiche GRAVISSIME.
Ha comportato un'inflazione GALOPPANTE, anni SETTANTA, sui prezzi delle materie prime.
Ha comportato lo stato di POVERTA' per MILIONI di famiglie europee, distrutte dalla bolletta di luce e gas.
Ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro , la chiusura di aziende , l'ANNULLAMENTO dell'importante mercato russo per i nostri prodotti, con le relative conseguenze, a causa dell'embargo euro-americano su qualsiasi cosa.
Ha comportato, sotto il profilo geo-politico e militare , l'allontanamento definitivo della Russia dall'occidente, costringendola a far corpo unico con cinesi, iraniani e nord-coreani, la peggio feccia globale, pur di contrastarci in quanto Alleanza NATO, che preme alle porte sue, e la minaccia.
E allora a me, visto che io sono io, e me ne sbatto il cazzo sia dei kompagni dichiarati che dei finti destrorsi alla Meloni & Co., la domanda sorge spontanea.
Quando tutto questo sarà ufficialmente finito, vale a dire qualche settimana dopo l'insediamento di Trump alla Casa Bianca, CHI PAGHERA' IL CONTO di queste malefatte ?
E guardate che il conto dovrebbe essere salato assai.
Per quello che è successo, e soprattutto per la TRUFFA ideologica ed economica alla quale tutti siamo stati SOTTOPOSTI con la forza, la pena dovrebbe essere LA GALERA.
Per tutti quanti, dalla Von der Leyen e tutta la sua porca Commissione alla Meloni, passando per Macron e Sanchez, finendo con Scholz e solo per restare alla UE, senza manco nominare gli USA e i loro galoppini inglesi.
Finiranno in carcere , secondo voi, questi brutti ceffi ?
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rideretremando · 1 year ago
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Lecco - 1. Una donna di trentacinque anni, italiana, sta tornando a casa, dopo una nottata trascorsa fuori. La donna è ubriaca. Sono quasi le cinque del mattino quando, sulla sua strada, incrocia Boukare Guebre, 39 anni, operaio, originario del Burkina Faso.
Boukare è in sella alla sua bicicletta, sta andando al lavoro. La donna invece guida la sua autovettura. Le hanno restituito da poco la patente - ritirata per guida in stato di ebbrezza.
La donna investe Boukare, che viene sbalzato sul parabrezza, prima di finire al suolo. Non si ferma per aiutarlo o verificare come sta, non chiama i soccorsi. Prosegue la sua corsa fino a quando non è costretta a fermarsi per rimuovere la bici, incastrata sotto la vettura.
2. A quel punto incrocia un auto guidata da un giovane ivoriano.
La donna è sola, ubriaca e parecchio vulnerabile.
Il ragazzo la vede in difficoltà, scende dalla macchina e la aiuta a rimuovere la bicicletta. Mentre lei si allontana, lui nota una scarpa incastrata nei rottami della bici. Appunta la targa dell’auto e percorre la strada fino a trovare il corpo esanime di Boukare.
Avvisa dunque le forze dell’ordine, la donna viene arrestata ed ora è ai domiciliari - con l’accusa di guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso.
Ci sono tante cose importanti da dire, a commento di questa triste storia: la sconfinata mancanza di responsabilità e di rispetto di chi guida in stato di ebbrezza (che a mio avviso non dovrebbe più salire su un auto, considerato che si può vivere anche senza); la rabbia e lo sconcerto per chi omette di prestare soccorso ad una persona che ha appena investito; la drammatica mancanza di sicurezza stradale - che coinvolge in particolar modo i ciclisti.
Ma soprattutto, mi domando quante persone, leggendo i paragrafi 1 e 2, non abbiano istintivamente temuto per la sorte della donna - segno del fatto che siamo stati tutti manipolati e portati a pensare male degli immigrati, dall’umanità dei quali, a me sembra, abbiamo spesso da imparare.
Attendiamo con ansia le accorate manifestazioni di piazza che le destre avrebbero certamente organizzato, se alla guida dell’auto ci fosse stato l’immigrato e sulla bici una donna italiana.
20.10.2023
Riposa in pace, fratello Boukare.
Che la terra ti sia lieve.
Guido Saraceni
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Celebrazione del Santo Natale Interforze: un momento di preghiera e memoria ad Alessandria
La Cattedrale di Alessandria ospita la solenne cerimonia con il Vescovo Guido Gallese e i cappellani delle forze dell’ordine.
La Cattedrale di Alessandria ospita la solenne cerimonia con il Vescovo Guido Gallese e i cappellani delle forze dell’ordine. Alessandria, 17 dicembre 2024 – Si è svolta questa mattina, presso la suggestiva Cattedrale di Alessandria, la solenne celebrazione del Santo Natale Interforze, un evento di grande valore spirituale e commemorativo che ha riunito le forze dell’ordine in servizio e in…
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mucillo · 13 days ago
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"Lascia andare”
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Lascia andare i modi in cui pensavi che si sarebbe svolta la tua vita:
l’attaccamento ai piani, ai sogni o alle aspettative – lascia andare tutto.
Conserva le forze per nuotare con la marea.
La scelta di combattere ciò che hai ora di fronte
avrà come risultato solo fatica, paura e tentativi disperati
di fuggire da quella stessa energia che tanto desideri.
Lascia andare.
Lascia che tutto vada e fluisca con la grazia che invade i tuoi giorni sia che tu la riceva gentilmente
o con i peli dritti per difenderti dagli invasori.
Fidati: la mente potrebbe non trovare mai le spiegazioni che cerca,
ma andrai avanti lo stesso.
Lascia andare, e la cresta dell’onda ti porterà verso spiagge sconosciute,
oltre ai tuoi sogni più selvaggi, alle destinazioni più impensate.
Lascia che tutto vada e trovi un posto dove riposare e stare in pace,
e una trasformazione certa.
(Danna Faulds)
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ilgiardinodivagante · 7 months ago
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Il silenzio è un abisso, un oceano profondo dove affondano le parole, eppure è in questo abisso che a volte si trovano le verità più limpide.
C'è un silenzio che è come un giardino segreto, dove due cuori si incontrano e fioriscono. È un'armonia che nutre l'anima, un'intesa profonda che non ha bisogno di parole. Un sapere profondo, un'empatia che ti fa sentire come se stessi leggendo nel pensiero dell'altro. È il silenzio di due anime che si riconoscono, che condividono un linguaggio segreto fatto di sguardi, di sorrisi, di gesti impercettibili. In questo silenzio, tutto è già detto e compreso. Non ci sono dubbi, non ci sono paure, solo un'immensa fiducia. È come navigare su una stessa barca, verso la stessa stella.
E poi c'è un altro silenzio, un silenzio che gela l'anima. Si insinua lentamente o arriva improvviso e violento. È il silenzio di due mondi che si scontrano, di due navi che navigano in direzioni opposte. In questo silenzio, ogni domanda è inutile e ogni risposta è già scritta. È il silenzio che ci suggerisce che è tempo di andare via senza voltarci indietro.
Come distinguere questi due silenzi? È semplice: dal desiderio che lasciano dentro. Il primo ti attira a sé, ti fa sentire completo. Il secondo ti respinge, ti fa sentire inadeguato. È come l'acqua: una ci disseta, l'altra ci annega.
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Quando il silenzio è del primo tipo, nasce un legame indissolubile, un amore che trascende il tempo. È un tesoro nascosto, da custodire con cura. Quando il silenzio è del secondo tipo, è meglio voltare pagina. Non ha senso insistere, è come cercare di incollare i cocci di uno specchio: si può fare, ma 'immagine sarà sempre distorta.
In entrambi i casi, il silenzio è un maestro. Ci insegna a conoscerci, a capire gli altri, a vivere il presente. È nel silenzio che troviamo le risposte alle nostre domande, che scopriamo chi siamo veramente. Possiamo ascoltare la nostra anima, la nostra voce più profonda.
Quando incontriamo un silenzio che ci fa sentire vivi, che ci unisce a un'altra anima, difendiamolo con tutte le nostre forze. Quando invece incontriamo un silenzio che ci fa sentire soli, è arrivato il momento di lasciar andare. Non dobbiamo aver paura di dire addio, perché solo così potremo fare spazio a nuove connessioni.
Ma il silenzio può essere un potente alleato anche nel nostro dialogo interiore. Se ci mette a disagio, è un segnale che stiamo evitando parti di noi. Potremmo cercare di riempirlo con un flusso incessante di pensieri per non affrontare le nostre paure o insicurezze. In questo caso, il silenzio diventa un luogo di menzogna, un palcoscenico dove recitiamo una parte che non ci appartiene.
Al contrario, quando il silenzio interiore è sereno e accogliente, significa che abbiamo fatto pace con le nostre parti più profonde. Abbiamo accettato i nostri limiti e le nostre fragilità, senza giudicarci. In questo silenzio, troviamo una verità autentica, una connessione profonda con il nostro sé più autentico.
Così come nel silenzio con gli altri possiamo distinguere l'amore dalla paura, anche nel silenzio interiore possiamo distinguere l'accettazione dalla negazione. Quando il silenzio ci unisce a noi stessi, è un dono prezioso da custodire. Quando ci allontana, è un invito a fare i conti con noi stessi e a intraprendere un percorso di crescita personale.
Quindi, abbracciamo il silenzio, coltiviamolo. Non lasciamo che le parole lo soffochino, non lasciamo che i rumori lo disturbino.
Le parole sono solo un sentiero, è il silenzio la nostra casa. Sia che la abiteremo insieme ad altri o che, una volta entrati, ricominceremo da soli, il silenzio è la meta finale di ogni comunicazione autentica. È nel silenzio che troviamo la verità, la comprensione e, talvolta, l'accettazione della nostra solitudine.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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gregor-samsung · 9 months ago
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“ Io vorrei dinanzi ai parlamentari europei, e quindi a tutta l'Europa, parlare ancora una volta delle nostre semplici e chiare posizioni sui problemi del disarmo. Esse sono il risultato della nuova mentalità e sono state sancite a nome di tutto il nostro popolo nella delibera del Congresso dei deputati del popolo dell'Urss: siamo per un mondo denuclearizzato, per la liquidazione di ogni tipo di armi nucleari entro l'inizio del prossimo secolo; siamo per la completa eliminazione degli armamenti chimici in tempi brevi e per la distruzione, una volta per sempre, della base produttiva di questo tipo di armi; siamo per la radicale riduzione degli armamenti convenzionali e delle forze armate fino a un livello di ragionevole sufficienza difensiva, che escluda l'impiego della forza militare contro altri Stati a fini offensivi; siamo per il completo ritiro di tutte le truppe straniere dal territorio degli altri paesi; siamo categoricamente contrari alla creazione di qualsiasi tipo di arma spaziale; siamo per lo scioglimento dei blocchi militari e per l'immediata instaurazione a tal fine di un dialogo politico tra di essi, per la creazione di un clima di fiducia, che escluda qualsiasi sorpresa; siamo per un controllo approfondito, conseguente ed efficace su tutti i trattati e gli accordi che possono essere conclusi sui problemi del disarmo. Sono fermamente convinto che gli europei avrebbero dovuto da tempo rendere conformi la propria politica e il proprio comportamento al nuovo buon senso: non prepararsi alla guerra, non minacciarsi reciprocamente, non competere nel perfezionare le armi e tanto meno nel tentare di «compensare» le riduzioni avviate, ma imparare a costruire insieme la pace, gettare per essa delle solide fondamenta. “
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Brano tratto dal discorso dell’ultimo segretario del Pcus all’assemblea del Consiglio d’Europa riunita a Strasburgo il 6 luglio 1989. Il testo, intitolato Appello all’Europa: dall’Atlantico agli Urali, è in:
Mikhail Gorbaciov, La casa comune europea, A. Mondadori (collana Frecce; traduzione in italiano a cura dell’editore sovietico), 1989¹; pp. 218-219.
[Prima edizione originale presso l'editore Агентство печати «Новости» (АПН), Mosca, 1989]
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alephsblog · 1 month ago
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Salvatore Merlo, sul Foglio di qualche giorno fa, chiudendo un icastico editoriale dedicato ai contorcimenti lessicali della segretaria piddina in tema di guerra, scriveva “se un giorno qualcuno chiederà a Schlein perché non abbia fatto nulla ai tempi in cui la Russia si spartiva l’Ucraina con Trump, potrà sempre rispondere con un sorriso: “Stavamo cercando le parole giuste“.
Pungolati da Merlo, sembra che al Nazareno quelle parole le abbiano già trovate. Le hanno sfornate in un post che magari scomparirà, pudicamente quanto tardivamente, nelle prossime ore. Sono solo due parole. Calde, affettuose, parole che denotano persino, in quanto rivolte ad un avversario, un tratto di civiltà, di galateo istituzionale nella fangosa arena politica italiana: “Bravo Matteo”. Senonché Matteo, udite, è Salvini, il quale ottiene questo riconoscimento dal Pd, mettendo per un momento la sordina a irriducibili divisioni su temi laceranti quali tacchi e borse della ministra Santanchè, perché rimbrottato dalla premier Meloni al grido “sulle armi parli come il Pd”.
Ora, la lettura di queste affinità elettive può essere duplice.
Si può, da un lato, ipotizzare che il Capitano, a dispetto delle foto di Putin e Trump sul comodino, si riveli invece sorprendentemente ispirato dal pensiero (?), espresso in modalità Chat Gpt, di Schlein.
Francamente, però, la compiaciuta rivendicazione, da parte del Pd, dell’identità di vedute con Salvini su politica estera e difesa, tanto compiaciuta da farne un post di propaganda, emana lo sgradevole lezzo di una pratica politica che pare divenuta la regola per il partito che dovrebbe guidare l’opposizione: la subalternità.
Subalterni a Conte fino ad immolare sull’altare del campolargo quell’europeismo facendosi garanti del quale hanno governato per anni senza vincere un’elezione, pronti ad isolarsi dalla famiglia socialista europea per rifugiarsi in un imbarazzante neneismo sull’Ucraina (né con Trump né con l’Europa, dipinta come guerrafondaia perché vorrebbe continuare a sostenere Kyiv), ora i piddini valicano l’ultima red line del pudore e della logica: “bravo Matteo”.
“Bravo Matteo” che non aggettivi neanche più la “pace” in Ucraina: né giusta né duratura, la pace è quella che decideranno Trump e Putin sulla testa degli ucraini, anche perché Matteo in testa ha solo “prima gli italiani e le loro bollette”.
“Bravo Matteo” che, dopo aver paventato per tre anni apocalittiche escalation nucleari ogniqualvolta si è ipotizzato di rimuovere grotteschi caveat alla guerra di resistenza degli ucraini, quindi dopo aver sollecitato a piegarsi al ricatto atomico di Putin, ora demonizzi Macron per aver parlato di estendere ai partner europei la deterrenza nucleare francese. Il ricatto di Putin va subito con entusiastico realismo, la deterrenza di Macron, miglior antidoto pacifico (e quindi pacifista) a quel ricatto, viene deformata come il delirio di un dottor Stranamore.
“Bravo Matteo” che ridicolizzi ancora Macron e quanti altri stanno cercando di organizzare una coalizione di volonterosi da schierare lungo l’eventuale linea di contatto tra ucraini e truppe occupanti russe: “nemici della pace” li etichetti, dopo non aver fatto un frizzo per i soldati nordcoreani arrivati a combattere a fianco dei russi.
Del resto, guarda caso, a non volere assolutamente quelle forze di interposizione sono i russi. Il motivo è lampante anche agli occhi di un bambino: senza di esse, gli uomini di Putin non avrebbero intralci né imbarazzi a completare l’opera in Ucraina, non appena riorganizzatisi. Però, ci assicurano, il “bravo Matteo” non è putiniano. Si preoccupa solo, nel nome bestemmiato della pace, di soddisfare oggettivamente i disegni ed i desiderata dello Zar. Non osiamo immaginare che farebbe se invece putiniano lo fosse davvero.
Sono posizioni arcinote. Eppure, nulla di tutto ciò ha impedito al collettivo studentesco che sta guidando con successo la mutazione genetica del Pd di scrivere “Bravo Matteo”, bravo perché la pensi come noi, quindi noi la pensiamo come te.
Anzi, sono andati pure oltre: hanno stuzzicato il “bravo Matteo” a dare loro retta anche su “sanità e salario minimo” fino ad una frecciata sul tema dei “trasporti”, uno scontatissimo e banale veleno nella coda che deve esser loro parso una vetta di comicità dissacrante.
Del resto, si sa come vanno queste cose: si inizia con le battute e poi magari, sensale Conte, si finisce ad un bello schieramento “semaforo”. In nome della “pace”, ovviamente, inconfondibile brand, a quelle latitudini, di vigliaccheria ed opportunismo. Insomma, dal sempre egemone e trasversale PUSP (Partito Unico della Spesa Pubblica) all’emergente PUP (Partito Unico della Pace), una bizzarra accolita di gente che ha scassato i malconci conti dello stato con il 110 e bonus misti di stagione, che rottamerebbe qualunque cartella esattoriale e manderebbe le persone in pensione a 50 anni, ma riscopre la frugalità e il rigore di bilancio al solo sentire la parola “armi”. “I confini vanno difesi – ha detto oggi il “bravo Matteo” – ma senza fare debito pubblico per comprare razzi e missili” e non stentiamo a credere che sia riuscito a rimanere serio dopo questa botta di populismo di quart’ordine.
Dal “fortissimo punto di riferimento di tutti i progressisti” al “bravo Matteo”, altrettanto saldo riferimento dei pacifinti putiniani. Così si compie la parabola del gregarismo e della subalternità del PD.
Magari se lo sarebbero risparmiato quel post, al Nazareno, se solo si fossero accorti che l’ottimo Merlo le parole giuste, almeno per questo Pd, le aveva trovate: “requiescat in pace”.
Oremus, fratres.
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a--piedi--nudi · 1 year ago
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C’è un mondo vecchio, fondato sullo sfruttamento della natura madre, sul disordine della natura umana, sulla certezza che di sacro non vi sia nulla. Io rispondo che tutto è divino e intoccabile: e più sacri di ogni cosa sono le sorgenti, le nubi, i boschi e i loro piccoli abitanti. E l’uomo non può trasformare questo splendore in scatolame e merce, ma deve vivere e essere felice con altri sistemi, d’intelligenza e di pace, accanto a queste forze celesti. Che queste sono le guerre perdute per pura cupidigia: i paesi senza più boschi e torrenti, e le città senza più bambini amati e vecchi sereni, e donne al disopra dell’utile. Io auspico un mondo innocente. So che è impossibile, perché una volta, in tempi senza tempo e fuori dalla nostra possibilità di storicizzare e ricordare, l’anima dell’uomo perse una guerra. Qui mi aiuta Milton, e tutto ciò che ho appreso dalla letteratura della visione e della severità. Vivere non significa consumare, e il corpo umano non è un luogo di privilegi. Tutto è corpo, e ogni corpo deve assolvere un dovere, se non vuole essere nullificato; deve avere una finalità, che si manifesta nell’obbedienza alle grandi leggi del respiro personale, e del respiro di tutti gli altri viventi. E queste leggi, che sono la solidarietà con tutta la vita vivente, non possono essere trascurate. Noi, oggi, temiamo la guerra e l’atomica. Ma chi perde ogni giorno il suo respiro e la sua felicità, per consentire alle grandi maggioranze umane un estremo abuso di respiro e di felicità fondati sulla distruzione planetaria dei muti e dei deboli – che sono tutte le altre specie -, può forse temere la fine di tutto? Quando la pace e il diritto non saranno solo per una parte dei viventi, e non vorranno dire solo la felicità e il diritto di una parte, e il consumo spietato di tutto il resto, solo allora, quando anche la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come un sorriso, anche la pace e la vera sicurezza dell’uomo.
Anna Maria Ortese, "Corpo celeste", Adelphi, Milano 1997
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