#comuni cittadini
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[sull'ipotetico "crollo" del partito del Baciasalami in Emilia Romagna; Lega al 5,5%]
Non c'è, in tutto il Paese, uno schieramento politico alla Berlinguer: alla fine il risultato politico (l'effetto sociale), non cambia di una virgola: i poveri restano poveri e continuano a impoverirsi, i ricchi si arricchiscono sempre di più, le donne continuano ad essere stuprate e uccise pure da musulmani.
Non c'è niente di cui essere felici, da comuni cittadini - soprattutto se donne.
#crollo#Baciasalami#Emilia Romagna#Lega#Paese#schieramento politico#politica#effetto#effetto sociale#cambiare#virgola#poveri#i poveri restano poveri#continurare#impoverirsi#ricchi#arricchirsi#donne#stuprare#ucciso#musulmano#felice#felici#comuni cittadini#cittadini
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Le politiche di destra non sono mai a favore dei comuni cittadini: non ha alcun senso logico recriminare governi italiani passati, incapaci di gestire bene un'intera comunità, e poi votare a destra (se non sei soggetto benestante, privilegiato).
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I Carabinieri incontrano la popolazione di Rocca Grimalda: consigli su come prevenire truffe e furti oltre all’occasione di ascoltare direttamente dalla cittadinanza proposte e criticità
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe
Rocca Grimalda – Nuovo incontro fra la cittadinanza e i Carabinieri. Questa volta è un comune dell’ovadese a ospitare un momento di riflessione e scambio sul tema dei reati predatori e delle truffe. Il furto in abitazione è senza dubbio uno dei reati più fastidiosi, perché oltre al danno materiale instilla nelle vittime un senso di insicurezza che arriva fin dentro le mura domestiche. Grazie…
#Alessandria today#Amministrazione comunale#Carabinieri prevenzione#Carabinieri Rocca Grimalda#collaborazione Carabinieri e Comune#collaborazione cittadini Carabinieri#consigli sicurezza Carabinieri#contrasto ai furti#criticità sicurezza locali#Fiducia nei Carabinieri#fiducia nelle istituzioni#furti in abitazione#Google News#incontri con la cittadinanza#incontri pubblici sicurezza#incontro Carabinieri cittadini#iniziative Carabinieri#italianewsmedia.com#partecipazione cittadinanza#Pier Carlo Lava#Prevenzione furti#prevenzione furti abitativi#Prevenzione reati#Prevenzione truffe#proposte sicurezza locali.#protezione aree comuni#protezione comunità#reati comuni prevenzione#reati predatori#reati predatori prevenzione
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Vi svelo un segreto:
la necessità di inasprire le sanzioni al codice della strada non ha nulla a che fare con la sicurezza stradale, è infatti arcinoto che non è la durezza bensì la certezza della pena a ridurre i reati, o infrazioni che siano.
L’unica vera ragione di una tale e irragionevole riforma della normativa è consentire ai Comuni - da quasi due decenni privati di qualunque reale disponibilità finanziaria - di aumentare le entrate (e quindi sopravvivere) continuando a fare strage di multe. Tanto per capirci, solo nel 2024 le entrate per le amministrazioni locali sono state pari a 1,3 miliardi €, con incrementi variabili tra 20 e 45% su base annua nelle grandi città. Senza che vi sia, tra l’altro, alcuna trasparenza circa l’utilizzo di tali risorse da parte delle amministrazioni.
Detto in altre parole, quindi, la riforma del #NuovoCodiceDellaStrada altro non è che un provvedimento di austerità in purezza. Che scarica sui cittadini/automobilisti - specialmente quelli costretti a utilizzare spesso l’autoveicolo e/o residenti in città con trasporto pubblico da terzo mondo - i costi di mantenimento (rectius sopravvivenza) di enti locali sempre più poveri. Impoveriti cioè da politiche di tagli lineari e spending review che ne impediscono un funzionamento non dico efficiente, ma pure minimamente accettabile. Un compito che spetterebbe, almeno in teoria, allo Stato. Ma dal momento in cui vi siete bevuti la storiella che “non ci sono soldi” il resto è solo una logica conseguenza. Buon proseguimento.
Antonio Di Siena
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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Economia -Lesson two
Vi spiego, in parole povere, come funziona il mondo Taxi in Italia. I comuni emettono licenze Taxi che assegnano, gratuitamente, seguendo una graduatoria per titoli (quasi sempre appannaggio di figli, mogli o parenti di chi e' gia' tassista o sta dentro quel mondo) Insomma, come primo atto, i comuni regalano a una minoranza di cittadini, 150mila euro (valore medio di una licenza sul mercato quando il tassista la vende). Una volta avuta una licenza, come succede per tutte le attivita' commerciali o artigiane, il tassista dovrebbe iscriversi in camera di commercio, inail, inps e partita iva, come devono fare tutte le imprese commerciali e artigiane di questo Paese. Invece i tassisti che fanno? Hanno costituito, nel tempo, delle cooperative di lavoro; conferiscono le loro licenze alla cooperativa e ne diventano dipendenti. Peccato che sono dipendenti "finti". Loro non versano gli incassi alla coop, come un vero dipendente e a fine mese prendono la busta paga. No! Si tengono gli incassi e versano alla coop solo i costi che la coop stessa sostiene per loro: contributi inps, inail e un piccolo contributo per tenere in piedi la struttura. Parlando con i numeri (almeno nelle grandi e medie citta'), incassi per 5mila euro mensili, 1mille per pagare le ritenute irpef-inps in busta paga, 1mille di costi gestionali dell'auto, 3mila il guadagno netto. Tutto questo a fronte di una busta paga netta emessa dalla coop per 1mille euro. Busta paga che permette vantaggi che i cittadini onesti nom hanno: avere il doppio dell'assegno unico per i figli rispetto al dovuto, meno della meta' della retta di asilo, un terzo del canone per chi ha una casa popolare, un terzo della retta universitaria e mille altre agevolazioni che spettano presentando ISEE.
Ecco, questa e' la casta dei tassisti. Una di quelle caste difesa da certa politica e tollerata da milioni di italiani che vota "certa politica" senza battere ciglia.
Ah, dimenticavo.. in 50anni "certa politica" e' stata tutta, dx o sx che sia, visto che tutti hanno tollerato, sapendo... @ilpianistasultetto
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Denuncia collettiva nei confronti dei Consultori per fermare le violenze sulle donne
I tempi sono più che maturi per una denuncia collettiva nei confronti dei 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢: oggi, una donna che voglia abortire subisce una palese 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 basata sulla moralità distorta che l'aborto sia omicidio (illecita colpevolizzazione); quella specifica gravidanza indesiderata, inoltre, si tenta di trasformarla in GPA, in Gestazione per Altri ("puoi darlo in adozione") - questione che nel nostro Paese ancora non è diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
La 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 è una forma di maltrattamento che si manifesta attraverso atti, parole e comportamenti volti a controllare e sottomettere un'altra persona, senza l'uso della forza fisica; 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘁𝗶𝗽𝗼 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝘀𝗽𝗲𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗼𝗶𝗰𝗵𝗲́ 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗲𝗴𝗻𝗶 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶, 𝗺𝗮 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗮𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲.
La 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 può manifestarsi in vari modi, tra cui:
𝗢𝗳𝗳𝗲𝘀𝗲 𝗲 𝗶𝗻𝘀𝘂𝗹𝘁𝗶: commenti denigratori e svalutazioni personali (esempio: "𝐿'𝑎𝑏𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑒̀ 𝑜𝑚𝑖𝑐𝑖𝑑𝑖𝑜" = le donne che abortiscono sono assassine *)
Minacce: intimidazioni verbali che creano paura
Controllo: limitazione della libertà personale e delle interazioni sociali
Isolamento: privazione delle relazioni con amici e familiari
𝗠𝗮𝗻𝗶𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗮: utilizzo di sensi di colpa per mantenere il controllo sulla vittima (*)
𝗟𝗮 𝗱𝗼𝗻𝗻𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝗱𝗲 𝘃𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗺𝗽𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗶𝗱𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘂𝗰𝗰𝗶𝗱𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗮: il feto, scientificamente, è soltanto una 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎̀ 𝑏𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎 e non una persona giuridica; ritenere che l'aborto equivalga all'omicidio comporta inoltre conseguenze illogiche, come il considerare anche la contraccezione come un atto omicida; l'idea che un embrione sia una persona sin dal concepimento è una convinzione metafisica priva di fondamento scientifico, perché la 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗯𝗶𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 esiste prima della formazione dell'embrione: non è corretto pertanto assegnare lo status di 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 ad un embrione in fase iniziale.
Si chiede di firmare affinché medici obiettori e Pro Vita siano del tutto allontanati dal settore sanitario in modo definitivo.
[ La 𝗽𝗲𝘁𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 è uno strumento di partecipazione civica che consente ai cittadini di presentare richieste o segnalazioni a un'autorità competente, come un ente governativo o un'istituzione pubblica; tale diritto è riconosciuto in vari contesti, sia a livello nazionale che europeo. Con la petizione, comuni cittadini avanzano una richiesta formale per esporre necessità pubbliche o problemi specifici; può includere proposte di soluzioni e rappresenta solo interessi comuni. ]
#denuncia#𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢#donna#𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮#aborto#omicidio#moralità#colpevolizzazione#gravidanza#Gestazione per Altri#diritto#medici obiettori#Pro Vita#settore sanitario#petizione#𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮#𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲#offese e insulti#manipolazione emotiva#vita umana#feto#𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎̀ 𝑏𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎#persona giuridica#metafisica#sensi di colpa#𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗯𝗶𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮#embrione#partecipazione civica#maltrattamento
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La 𝗽𝗲𝘁𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 è uno strumento di partecipazione civica che consente ai cittadini di presentare richieste o segnalazioni a un'autorità competente, come un ente governativo o un'istituzione pubblica; tale diritto è riconosciuto in vari contesti, sia a livello nazionale che europeo. Con la petizione, comuni cittadini avanzano una richiesta formale per esporre necessità pubbliche o problemi specifici; può includere proposte di soluzioni e rappresenta solo interessi comuni.
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Gli account che non pubblicano una propria immagine reale e/o non hanno un nome reale, su un social, non si definiscono 𝘧𝘢𝘬𝘦(il 𝘧𝘢𝘬𝘦 è un bot), ma 𝘂𝘁𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘀𝗲𝗿𝗰𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮 𝗺𝗮𝗻𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮; questo non significa essere persone migliori o peggiori di chi espone tutto il privato: è una scelta, libera, non criticabile - esattamente come non potremmo criticare chi ami il pistacchio piuttosto che il cioccolato; il salato rispetto al dolce.
Non voler mostrare la propria identità, su un social, è un diritto, da comuni cittadini: si tratta di tutelare, soprattutto, la propria incolumità (e quella dei propri cari), dato che milioni di persone possono riconoscerti - e, fra quei milioni, non tutti sono soggetti raccomandabili.
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Autonomia differenziata.
Sono confusa.
Cerco di fare un ragionamento critico. Da chi ha vissuto gran parte della sua vita al sud. In Calabria. Regione affosssta da sempre da bilanci disastrosi…con servizi essenziali spesso inesistenti o qualitativamente scarsi…sanità , istruzione, infrastrutture, trasporti.
Faccio ovviamente un discorso in generale… ma per 4 mesi all anno anche giù da noi avere l acqua corrente è un lusso, da noi per avere un’assistenza sanitaria adeguata devi essere sicura di conoscere qualcuno, per spostarsi da un posto all altro se non hai la macchina devi immaginarti un viaggio della speranza anche solo per 30km.
Ovvio che ci sono delle realtà diverse, delle eccellenze, ma sono rare. Sono oasi in sterminate aree desertiche.
E’ lì che più che mai si fa la lotta tra poveri.
Eh si…solidarietà, il sole, il mare, la genuinità…ma anche l’ignoranza(quella terribile culturale), il pregiudizio, il vittimismo, la poverta, quel pensiero e quell atteggiamento che ricorda tanto la mafia…
Ci sono paesi dove non si vota più…e realtà dove il voto è un diritto mascherato da favore. Ci sono realtà che sono riuscite a progredire certo…ma nascondono, credetemi, una profonda pochezza d animo e di intenti. Poche sono le amministrazioni indipendenti che si sforzano di lavorare bene per il bene comune. Tantissimi hanno richiesto e ottenuto i fondi del pnrr ma sapete per cosa sono stati usati? Per servizi fittizi, per informatizzare comuni che non hanno nemmeno un pc, o un impiegato che sappia usarli, per siti fantasmi di comuni che poi non hanno nemmeno un link o una sezione operativa. Soldi finiti nelle tasche di amministrazioni che sui cittadini non hanno avuto alcun riscontro positivo. In nessun ambito.
Allora cavolo! Mi chiedo se ad alcuni amministratori non serva ancora di più una strattonata! Lo spauracchio del taglio fondi per diventare buoni amministratori della cosa pubblica anche con poco. Con quel che c è. Senza sprechi, mazzette, favori…uno scossone!
Deleterio sicuramente ma forse inevitabile per non dar seguito a questo modus operandi ormai consolidato.
Credetemi è triste pensare che non ci sia un riscatto per tutti. Ed è forse impensabile che possa essere così…ma anni e anni e anni e anni di amministrazioni deleterie hanno ridotto parte del sud Italia realtà irrecuperabili.
Sono confusa. Credetemi. Mi faccio domande. E ho paura che certe cose non cambino mai. Perché la gente non cambia, non si informa, non si fa le domande giuste…
L autonomia può cambiare qualcosa? In meglio? In peggio? Cosa può davvero far cambiare qualcosa…
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"TRA CENSURA, REPRESSIONE E IMPRUDENZA: LA DIFFICILE RELAZIONE CON LA LIBERTA'.
Chi ha incarichi pubblici ha una relazione strabica con le libertà civili. Non si fida dei cittadini comuni. Li teme. Per ragioni ideologiche o per imprudenza, per una pulsione all’arbitrio o per decisioni poco sagge, chi amministra ha il ‘grilletto’ facile con la denuncia penale, la sospensione di stipendio, la cancellazione di decisioni prese. In tutti i casi, alza un polverone che confonde, non ci fa sentire sicuri. Non possiamo sentirci padroni delle nostre opinioni, quali che esse siano, se con coercizione o censorio paternalismo veniamo indotti a non fidarci del nostro giudizio. Reprimere, denunciare, depennare sono decisioni diverse, ma tutte con il sapore della diffidenza nei confronti dei cittadini e delle loro libertà civili.
Il caso piú noto di quest anno è quello di Christian Raimo, insegnante e scrittore, sospeso per alcuni mesi dall'insegnamento e in parte dallo stipendio per aver criticato il Ministro all'Istruzione e al Merito, Giuseppe Valditara (dal palco di una manifestazione politica, ha paragonato l’impatto del ministro sulla scuola pubblica alla “Morte nera di Star Wars"). Il commento dall'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio è stato questo: le parole di Raimo non aiutano a fare una “critica costruttiva” e inoltre sono state “proferite da un docente” che dovrebbe “rappresentare un esempio di comportamento etico e civile per gli studenti”. Che cosa significa “critica costruttiva?” Chi la definisce? Il ruolo di un insegnante si estende al di fuori dell’insegnamento e dura 24 ore al giorno come quello di un poliziotto? La posizione di un insegnante di fronte allo Stato dipende da un giuramento di fedeltà e di obbedienza? Nella vaghezza si annida l’istigazione all’arbitrio.
Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (riformato nel 2023) all’articolo 2 dice che “il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione o che possano nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.” Si intuisce come questa lista di termini aulici, “prestigio”, “decoro”, “immagine” (per giunta riferiti non solo all’amministrazione di appartenenza, ma a quella pubblica in generale) lasci largo spazio alla discrezionalità interpretativa.
La libertà di opinione è in bilico con una normativa pensata per ottenere piú facili interventi coercitivi. Nel nome della norma! Per cambiare la mentalità e il comportamento; per abituare ad associare la critica con l’opposizione; per fare di alcuni singoli un modello che veicoli timore e ci induca a starsene zitti e buoni; per educarci al conformismo; e per indurci a pensare che se lo dice la norma... Scriveva J.S. Mill nel 1859 che “legalizzando” le società pensano di aver finalmente vinto “il pericolo e l’onta delle persecuzioni”. Il liberticidio vellulato viaggia con i regolamenti.
L’incerta relazione con la libertà segue anche vie meno repressive ma sempre censorie, come la cancellazione del rapper Tony Effe dal programma del concerto di fine anno promosso dal Comune di Roma a causa della misogenia dei suoi testi. I responsabili dell’amministrazione capitolina si sono affidati ad agenzie per creare il programma del concertone. Ma spettava a loro vagliare i testi e decidere. E quel che han fatto dopo avrebbero dovuto farlo prima: non invitare, invece di cancellare. Mancanza di prudenza che tra l’altro ha dato ancor piú visibilità al rapper. Il moralismo non è un buon investimento, soprattutto se usato come toppa. E’ vero che il pubblico del concerno sarà composto di famiglie e quindi bambini, per cui quei testi sono poco adatti. Ha senso usare il paternalismo con i minori. Ma lo si adotti ex ante! Ci mettiamo il casco prima di salire in moto, non dopo un incidente. Poca professionalità e poca prudenza.
Alla fine, sarebbe stato preferibile sentire il rapper e poterlo fisciare; fare quel che Marco Capanna e i suoi amici fecero all’inaugurazione della stagione lirica alla Scala di Milano nel dicembre 1968: tirare uova marce. La libertà non deve fare paura. Lasciate che siamo noi a gestirla, a fare censura orizzontale con la nostra opinione, che è autorevole e molto temuta!"
Nadia Urbinati
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[...]
Lo scettro della colonizzazione ed il fardello dell’esportazione della democrazia sono stati ereditati nel secolo scorso dagli Stati Uniti che hanno appoggiato i golpe militari in Sud America, hanno invaso e devastato il Vietnam e, nel 2003 hanno occupato l’Iraq facendo quasi un milione di vittime tra militari e civili.
Contro gli Stati Uniti invasori nessun Paese occidentale ha invocato sanzioni o ha inviato armi a lungo, medio e corto raggio agli iraqeni per aiutarli a respingere l’invasore.
Oggi assistiamo inermi al massacro che l’esercito israeliano sta compiendo a Gaza e si accinge a compiere anche in Libano, bombardando case, scuole, ospedali con la scusa di scovare i terroristi che userebbero i civili come scudi umani.
L’ultimo orrore in ordine di tempo è stata la manomissione di migliaia di cerca-persone e di altri dispositivi , opera probabilmente dei servizi segreti israeliani, e la loro esplosione che ha causato la morte e la mutilazione di centinaia di persone in Libano ed anche in Siria.
Sconcerta leggere gli articoli anche su alcuni giornali italiani coi quali ci si compiace quasi dell’impresa, manifestando ammirazione per l’efficienza, la preparazione tecnologica e l’astuzia con la quale sono stati beffati gli uomini di Hezbollah!
D’altronde, negli ultimi anni assistiamo ad un proliferare di articoli ed editoriali che esaltano la tecnologia di guerra, ascoltiamo giornalisti e politici che parlano di missili, aerei, razzi sempre più sofisticati e costosi con un senso di ammirazione e compiacimento per i progressi della tecnica bellica.
Che le esplosioni dei cerca-persone o i bombardamenti indiscriminati causino morte e distruzione, sembra un problema secondario ed irrilevante rispetto alla superiorità di Israele e dell’Occidente.
Quest’atteggiamento è la manifestazione di una sorta di perversa idolatria della tecnica che spinge l’uomo a godere della propria capacità di produrre strumenti di morte sempre più precisi, assolutamente indifferente alle sofferenze dei suoi simili.
A ciò si accompagna l’assenza di capacità di reazione di noi cittadini comuni che ci aggiriamo come imbambolati nei centri commerciali, nei locali, sulle spiagge, insensibili al massacro che si consuma a poca distanza da noi.
Le uniche mobilitazioni di dissenso sono state quelle degli studenti, prontamente manganellati, come a Pisa, o addirittura denunciati come negli Stati Uniti, patria della libertà e della democrazia.
Esemplari a tal proposito sono 2 episodi recenti: il primo a febbraio durante il festival di Sanremo, allorquando si è scatenato un putiferio contro Ghali che ha avuto il coraggio di pronunciare la parola “genocidio” sul palco senza nemmeno citare Israele e qualche giorno fa a Berlino dove un ragazzino di 11 anni è stato fermato dalla polizia perché aveva una bandiera della Palestina.
In Germania in particolare si è instaurato un clima di caccia alle streghe contro chiunque osi criticare Israele, forse per placare il senso di colpa che ancora tormenta molti tedeschi per ciò che ha fatto Hitler 80 anni fa.
Purtroppo ci sono periodi nella storia durante i quali l’eccitazione per la guerra e la voglia dello scontro prevalgono sulla ricerca della soluzione diplomatica delle controversie internazionali.
Questo che stiamo vivendo è sfortunatamente uno di quelli, come quando alla vigilia della Prima Guerra Mondiale si esaltava la guerra come “igiene del mondo”.
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Il Presidente Benzi: La Provincia come Baricentro per Comuni e Cittadini. Alessandria
Massima attenzione a viabilità e ambiente: le priorità del Presidente della Provincia per un territorio più connesso e sostenibile.
Massima attenzione a viabilità e ambiente: le priorità del Presidente della Provincia per un territorio più connesso e sostenibile. L’articolo pubblicato su CorriereAl offre uno sguardo sulle recenti dichiarazioni del Presidente della Provincia Benzi, che ha sottolineato l’importanza del ruolo della provincia come “baricentro del territorio”. In questa veste, la provincia si pone al servizio dei…
#ambiente e sostenibilità#baricentro territorio#benessere comunità#collaborazione comuni#comuni e cittadini#connessione comuni#crescita sostenibile#efficienza pubblica#enti pubblici e ambiente#gestione risorse pubbliche#gestione territorio#governance territoriale#infrastrutture e sicurezza#infrastrutture e viabilità#infrastrutture locali#infrastrutture verdi#innovazione provinciale#investimenti provincia#manutenzione strade#Mobilità sostenibile#modello provinciale#politiche ambientali#politiche locali#Presidente Benzi#progetti ambientali#Protezione ambientale#Provincia#Qualità della vita#riduzione incidenti stradali#riqualificazione ambientale
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20 STATERELLI,20 PARLAMENTINI, AUTOREFERENZIALI, UNA PLETORA DI INETTI BUROCRATI,TASSE REGIONALI,OLTRE LE NAZIONALI,META' DEL DEBITO PUBBLICO LO FANNO LORO- BASTEREBBERO SOLO I COMUNI PER LE ESIGENZE DEI CITTADINI. AH SE DAVVERO CI FOSSE LA DESTRA SOVRANA E NON UNA SERVA GLOBALISTA...
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“Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?” (Erasmo Da Rotterdam)
“Siate affamati, siate folli” (Steve Jobs)
“Elogio della follia” (Moriae encomium), scritto nel 1509, è una delle opere più celebri di Erasmo da Rotterdam. Questo saggio satirico, pubblicato per la prima volta nel 1511, si presenta come un discorso pronunciato dalla Follia stessa, che si fa portavoce di una critica pungente alla società del suo tempo, denunciandone le contraddizioni e le ingiustizie.
Il testo è scritto in un periodo di grande fermento culturale e religioso in Europa, caratterizzato dalla nascita dell'Umanesimo e dai primi segnali di riforma religiosa. Erasmo, figura centrale di questo movimento, si opponeva alle pratiche corrotte della Chiesa e alla superstizione popolare. “Elogio della follia”riflette queste tensioni, utilizzando l'ironia per mettere in luce le ipocrisie della società.
L'opera è strutturata come un discorso in cui la Follia, personificata, elogia se stessa e i vantaggi che porta agli esseri umani. La Follia si rivolge direttamente al lettore, creando un senso di intimità e coinvolgimento. Utilizza un linguaggio vivace e provocatorio, ricco di giochi di parole, paradossi e riferimenti classici. La narrazione è caratterizzata da un tono ironico e spesso sarcastico, che invita il lettore a riflettere sulle norme sociali e sui valori condivisi.
Erasmo utilizza la Follia per mettere in discussione le convenzioni sociali, la corruzione della Chiesa, l'ipocrisia dei nobili e la stupidità dei cittadini comuni. Sotto il velo della Follia, l'Autore critica i teologi dogmatici, i filosofi razionali e gli ecclesiastici, evidenziando il loro distacco dalla realtà e dalla vera saggezza. La Follia afferma che molti dei più rispettati membri della società sono, in effetti, i più folli.
L'opera elogia la follia come una condizione che porta alla gioia e alla spensieratezza, mentre razionalità e saggezza spesso portano alla sofferenza. La Follia sostiene che vivere senza il peso della razionalità e delle aspettative sociali consente di apprezzare la vita in modo più profondo. Erasmo esplora, dunque, l'idea che la follia possa essere una forma di saggezza. Questo paradosso invita il lettore a riconsiderare il valore della razionalità in contrapposizione alla libertà di pensiero. L’Autore sottolinea la vulnerabilità e le contraddizioni dell’essere umano. La Follia mette in luce come tutti, in un modo o nell'altro, siano soggetti a follie e illusioni. Questo riconoscimento dell'umanità comune serve a smantellare la presunzione di superiorità dei "saggi" e a promuovere un senso di umanità condivisa.
“Elogio della follia” ha avuto un impatto significativo sulla letteratura e sul pensiero occidentale. La sua critica sociale e religiosa ha ispirato generazioni di pensatori e scrittori, contribuendo al dibattito sulla ragione e la follia. La sua pubblicazione ha anche suscitato reazioni contrastanti, da ammirazione a condanna, soprattutto da parte dei sostenitori della Chiesa.
“Elogio della follia”è un'opera fondamentale che combina satira, filosofia e critica sociale. Con il suo stile incisivo e la sua profonda introspezione, continua a essere rilevante nel contesto contemporaneo, invitando il lettore a riflettere sulla natura della follia e sulla società in cui vive. La Follia, con la sua ironia, rimane una figura potente che ci sfida a riconsiderare le nostre convinzioni più radicate.
La Follia non è solo un tema, ma un invito a esplorare nuove prospettive, a riconoscere la bellezza del vivere e a considerare che, in fondo, tutti portiamo un po' di follia dentro di noi.
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Sarebbe ideale che persone come me accompagnassero ragazze e donne incinte che hanno intenzione di abortire nei Consultori: io non mi faccio alcun problema a maltrattare anche fisicamente un medico obiettore o un provita e famiglia chi si azzardasse minimamente a dire "ah".
Si possono avere, da comuni cittadini, opinioni solo su come gestire il proprio corpo; il resto (sentenziare su ciò che gli altri debbano fare col proprio corpo) è molestia.
La Legge 194 è imperfetta: chi l'ha redatta non era persona capace, poiché ha erroneamente tenuto conto di posizioni non scientifiche, cioè delle opinioni dei credenti, di chi ha fede; opinioni irrazionali che pretendono una presenza negli ospedali di pseudo-medici (gli obiettori); ciò che sembra un atto di tolleranza, risulta essere il solito compromesso tra la fede e una "scienza" in Italia che deve ancora trovare la via della scienza (il metodo sperimentale e non quello errato democratico).
Nel nostro Paese la GPA non è normata, ma risulta illegale: è stata addirittura dichiarata "reato universale", senza cognizione e principio di tutela dell'integrità di un essere umano (tutto il nostro corpo appartiene a noi, utero compreso); nei Consultori viene pertanto compiuto un Reato: non si può invitare una donna a mettere lo stesso un figlio al mondo, invece di abortire, per farlo adottare a terzi, perché tale richiesta si configura come una "gestazione per altri" a tutti gli effetti.
Fare pressioni psicologiche affinché una donna che desideri abortire cambi idea equivale, nel momento in cui riescono a farle cambiare idea, negli effetti fisici e psicologici ad uno stupro di una durata di circa nove mesi.
Buona cosa è quindi munirsi di un registratore prima di andare in Consultorio; meglio ancora, mai andare da sole, ma insieme a testimoni.
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