#comuni cittadini
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[sull'ipotetico "crollo" del partito del Baciasalami in Emilia Romagna; Lega al 5,5%]
Non c'è, in tutto il Paese, uno schieramento politico alla Berlinguer: alla fine il risultato politico (l'effetto sociale), non cambia di una virgola: i poveri restano poveri e continuano a impoverirsi, i ricchi si arricchiscono sempre di più, le donne continuano ad essere stuprate e uccise pure da musulmani.
Non c'è niente di cui essere felici, da comuni cittadini - soprattutto se donne.
#crollo#Baciasalami#Emilia Romagna#Lega#Paese#schieramento politico#politica#effetto#effetto sociale#cambiare#virgola#poveri#i poveri restano poveri#continurare#impoverirsi#ricchi#arricchirsi#donne#stuprare#ucciso#musulmano#felice#felici#comuni cittadini#cittadini
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Le politiche di destra non sono mai a favore dei comuni cittadini: non ha alcun senso logico recriminare governi italiani passati, incapaci di gestire bene un'intera comunità, e poi votare a destra (se non sei soggetto benestante, privilegiato).
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Il Presidente Benzi: La Provincia come Baricentro per Comuni e Cittadini. Alessandria
Massima attenzione a viabilità e ambiente: le priorità del Presidente della Provincia per un territorio più connesso e sostenibile.
Massima attenzione a viabilità e ambiente: le priorità del Presidente della Provincia per un territorio più connesso e sostenibile. L’articolo pubblicato su CorriereAl offre uno sguardo sulle recenti dichiarazioni del Presidente della Provincia Benzi, che ha sottolineato l’importanza del ruolo della provincia come “baricentro del territorio”. In questa veste, la provincia si pone al servizio dei…
#ambiente e sostenibilità#baricentro territorio#benessere comunità#collaborazione comuni#comuni e cittadini#connessione comuni#crescita sostenibile#efficienza pubblica#enti pubblici e ambiente#gestione risorse pubbliche#gestione territorio#governance territoriale#infrastrutture e sicurezza#infrastrutture e viabilità#infrastrutture locali#infrastrutture verdi#innovazione provinciale#investimenti provincia#manutenzione strade#Mobilità sostenibile#modello provinciale#politiche ambientali#politiche locali#Presidente Benzi#progetti ambientali#Protezione ambientale#Provincia#Qualità della vita#riduzione incidenti stradali#riqualificazione ambientale
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Vi svelo un segreto:
la necessità di inasprire le sanzioni al codice della strada non ha nulla a che fare con la sicurezza stradale, è infatti arcinoto che non è la durezza bensì la certezza della pena a ridurre i reati, o infrazioni che siano.
L’unica vera ragione di una tale e irragionevole riforma della normativa è consentire ai Comuni - da quasi due decenni privati di qualunque reale disponibilità finanziaria - di aumentare le entrate (e quindi sopravvivere) continuando a fare strage di multe. Tanto per capirci, solo nel 2024 le entrate per le amministrazioni locali sono state pari a 1,3 miliardi €, con incrementi variabili tra 20 e 45% su base annua nelle grandi città. Senza che vi sia, tra l’altro, alcuna trasparenza circa l’utilizzo di tali risorse da parte delle amministrazioni.
Detto in altre parole, quindi, la riforma del #NuovoCodiceDellaStrada altro non è che un provvedimento di austerità in purezza. Che scarica sui cittadini/automobilisti - specialmente quelli costretti a utilizzare spesso l’autoveicolo e/o residenti in città con trasporto pubblico da terzo mondo - i costi di mantenimento (rectius sopravvivenza) di enti locali sempre più poveri. Impoveriti cioè da politiche di tagli lineari e spending review che ne impediscono un funzionamento non dico efficiente, ma pure minimamente accettabile. Un compito che spetterebbe, almeno in teoria, allo Stato. Ma dal momento in cui vi siete bevuti la storiella che “non ci sono soldi” il resto è solo una logica conseguenza. Buon proseguimento.
Antonio Di Siena
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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Economia -Lesson two
Vi spiego, in parole povere, come funziona il mondo Taxi in Italia. I comuni emettono licenze Taxi che assegnano, gratuitamente, seguendo una graduatoria per titoli (quasi sempre appannaggio di figli, mogli o parenti di chi e' gia' tassista o sta dentro quel mondo) Insomma, come primo atto, i comuni regalano a una minoranza di cittadini, 150mila euro (valore medio di una licenza sul mercato quando il tassista la vende). Una volta avuta una licenza, come succede per tutte le attivita' commerciali o artigiane, il tassista dovrebbe iscriversi in camera di commercio, inail, inps e partita iva, come devono fare tutte le imprese commerciali e artigiane di questo Paese. Invece i tassisti che fanno? Hanno costituito, nel tempo, delle cooperative di lavoro; conferiscono le loro licenze alla cooperativa e ne diventano dipendenti. Peccato che sono dipendenti "finti". Loro non versano gli incassi alla coop, come un vero dipendente e a fine mese prendono la busta paga. No! Si tengono gli incassi e versano alla coop solo i costi che la coop stessa sostiene per loro: contributi inps, inail e un piccolo contributo per tenere in piedi la struttura. Parlando con i numeri (almeno nelle grandi e medie citta'), incassi per 5mila euro mensili, 1mille per pagare le ritenute irpef-inps in busta paga, 1mille di costi gestionali dell'auto, 3mila il guadagno netto. Tutto questo a fronte di una busta paga netta emessa dalla coop per 1mille euro. Busta paga che permette vantaggi che i cittadini onesti nom hanno: avere il doppio dell'assegno unico per i figli rispetto al dovuto, meno della meta' della retta di asilo, un terzo del canone per chi ha una casa popolare, un terzo della retta universitaria e mille altre agevolazioni che spettano presentando ISEE.
Ecco, questa e' la casta dei tassisti. Una di quelle caste difesa da certa politica e tollerata da milioni di italiani che vota "certa politica" senza battere ciglia.
Ah, dimenticavo.. in 50anni "certa politica" e' stata tutta, dx o sx che sia, visto che tutti hanno tollerato, sapendo... @ilpianistasultetto
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Autonomia differenziata.
Sono confusa.
Cerco di fare un ragionamento critico. Da chi ha vissuto gran parte della sua vita al sud. In Calabria. Regione affosssta da sempre da bilanci disastrosi…con servizi essenziali spesso inesistenti o qualitativamente scarsi…sanità , istruzione, infrastrutture, trasporti.
Faccio ovviamente un discorso in generale… ma per 4 mesi all anno anche giù da noi avere l acqua corrente è un lusso, da noi per avere un’assistenza sanitaria adeguata devi essere sicura di conoscere qualcuno, per spostarsi da un posto all altro se non hai la macchina devi immaginarti un viaggio della speranza anche solo per 30km.
Ovvio che ci sono delle realtà diverse, delle eccellenze, ma sono rare. Sono oasi in sterminate aree desertiche.
E’ lì che più che mai si fa la lotta tra poveri.
Eh si…solidarietà, il sole, il mare, la genuinità…ma anche l’ignoranza(quella terribile culturale), il pregiudizio, il vittimismo, la poverta, quel pensiero e quell atteggiamento che ricorda tanto la mafia…
Ci sono paesi dove non si vota più…e realtà dove il voto è un diritto mascherato da favore. Ci sono realtà che sono riuscite a progredire certo…ma nascondono, credetemi, una profonda pochezza d animo e di intenti. Poche sono le amministrazioni indipendenti che si sforzano di lavorare bene per il bene comune. Tantissimi hanno richiesto e ottenuto i fondi del pnrr ma sapete per cosa sono stati usati? Per servizi fittizi, per informatizzare comuni che non hanno nemmeno un pc, o un impiegato che sappia usarli, per siti fantasmi di comuni che poi non hanno nemmeno un link o una sezione operativa. Soldi finiti nelle tasche di amministrazioni che sui cittadini non hanno avuto alcun riscontro positivo. In nessun ambito.
Allora cavolo! Mi chiedo se ad alcuni amministratori non serva ancora di più una strattonata! Lo spauracchio del taglio fondi per diventare buoni amministratori della cosa pubblica anche con poco. Con quel che c è. Senza sprechi, mazzette, favori…uno scossone!
Deleterio sicuramente ma forse inevitabile per non dar seguito a questo modus operandi ormai consolidato.
Credetemi è triste pensare che non ci sia un riscatto per tutti. Ed è forse impensabile che possa essere così…ma anni e anni e anni e anni di amministrazioni deleterie hanno ridotto parte del sud Italia realtà irrecuperabili.
Sono confusa. Credetemi. Mi faccio domande. E ho paura che certe cose non cambino mai. Perché la gente non cambia, non si informa, non si fa le domande giuste…
L autonomia può cambiare qualcosa? In meglio? In peggio? Cosa può davvero far cambiare qualcosa…
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[...]
Lo scettro della colonizzazione ed il fardello dell’esportazione della democrazia sono stati ereditati nel secolo scorso dagli Stati Uniti che hanno appoggiato i golpe militari in Sud America, hanno invaso e devastato il Vietnam e, nel 2003 hanno occupato l’Iraq facendo quasi un milione di vittime tra militari e civili.
Contro gli Stati Uniti invasori nessun Paese occidentale ha invocato sanzioni o ha inviato armi a lungo, medio e corto raggio agli iraqeni per aiutarli a respingere l’invasore.
Oggi assistiamo inermi al massacro che l’esercito israeliano sta compiendo a Gaza e si accinge a compiere anche in Libano, bombardando case, scuole, ospedali con la scusa di scovare i terroristi che userebbero i civili come scudi umani.
L’ultimo orrore in ordine di tempo è stata la manomissione di migliaia di cerca-persone e di altri dispositivi , opera probabilmente dei servizi segreti israeliani, e la loro esplosione che ha causato la morte e la mutilazione di centinaia di persone in Libano ed anche in Siria.
Sconcerta leggere gli articoli anche su alcuni giornali italiani coi quali ci si compiace quasi dell’impresa, manifestando ammirazione per l’efficienza, la preparazione tecnologica e l’astuzia con la quale sono stati beffati gli uomini di Hezbollah!
D’altronde, negli ultimi anni assistiamo ad un proliferare di articoli ed editoriali che esaltano la tecnologia di guerra, ascoltiamo giornalisti e politici che parlano di missili, aerei, razzi sempre più sofisticati e costosi con un senso di ammirazione e compiacimento per i progressi della tecnica bellica.
Che le esplosioni dei cerca-persone o i bombardamenti indiscriminati causino morte e distruzione, sembra un problema secondario ed irrilevante rispetto alla superiorità di Israele e dell’Occidente.
Quest’atteggiamento è la manifestazione di una sorta di perversa idolatria della tecnica che spinge l’uomo a godere della propria capacità di produrre strumenti di morte sempre più precisi, assolutamente indifferente alle sofferenze dei suoi simili.
A ciò si accompagna l’assenza di capacità di reazione di noi cittadini comuni che ci aggiriamo come imbambolati nei centri commerciali, nei locali, sulle spiagge, insensibili al massacro che si consuma a poca distanza da noi.
Le uniche mobilitazioni di dissenso sono state quelle degli studenti, prontamente manganellati, come a Pisa, o addirittura denunciati come negli Stati Uniti, patria della libertà e della democrazia.
Esemplari a tal proposito sono 2 episodi recenti: il primo a febbraio durante il festival di Sanremo, allorquando si è scatenato un putiferio contro Ghali che ha avuto il coraggio di pronunciare la parola “genocidio” sul palco senza nemmeno citare Israele e qualche giorno fa a Berlino dove un ragazzino di 11 anni è stato fermato dalla polizia perché aveva una bandiera della Palestina.
In Germania in particolare si è instaurato un clima di caccia alle streghe contro chiunque osi criticare Israele, forse per placare il senso di colpa che ancora tormenta molti tedeschi per ciò che ha fatto Hitler 80 anni fa.
Purtroppo ci sono periodi nella storia durante i quali l’eccitazione per la guerra e la voglia dello scontro prevalgono sulla ricerca della soluzione diplomatica delle controversie internazionali.
Questo che stiamo vivendo è sfortunatamente uno di quelli, come quando alla vigilia della Prima Guerra Mondiale si esaltava la guerra come “igiene del mondo”.
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20 STATERELLI,20 PARLAMENTINI, AUTOREFERENZIALI, UNA PLETORA DI INETTI BUROCRATI,TASSE REGIONALI,OLTRE LE NAZIONALI,META' DEL DEBITO PUBBLICO LO FANNO LORO- BASTEREBBERO SOLO I COMUNI PER LE ESIGENZE DEI CITTADINI. AH SE DAVVERO CI FOSSE LA DESTRA SOVRANA E NON UNA SERVA GLOBALISTA...
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Il sifone a U
Un caso comico e uno tragico ci dicono che servirebbero corsi scolastici e post-scolastici per insegnare a maneggiare i social. Quello comico è il ministro Crosetto che a Capodanno posta su Instagram il punteggio di una partita vinta a burraco, poi insulta chi lo critica e invoca la privacy, come se non l’avesse messa in piazza lui. Quello tragico è il probabile suicidio della ristoratrice lodigiana, esaltata dalla ministra leghista Locatelli e da molti media per avere zittito un presunto cliente della sua pizzeria che su Tripadvisor lamentava la presenza di gay e disabili, poi sbugiardata perché il commento discriminatorio era un falso grossolano da “marketing del bene”. Stare sui social è diventato un mestiere usurante e pericoloso, talvolta mortale. Chi li usa senza precauzioni non è attrezzato a sopportarne le conseguenze e non capisce che il web è come un sifone a U: se ci fai i tuoi bisogni, questi ti ritornano in faccia. E non di rado accade lo stesso anche con gli escrementi altrui. I personaggi pubblici sono sempre sotto i riflettori e, volenti o nolenti, ci fanno il callo. Ma le persone comuni spesso non reggono all’esposizione, soprattutto quando passano in mezzo minuto dagli altari alla polvere, da famosi a famigerati. Nessuno conosce i motivi del gesto della ristoratrice, anche se politici e commentatori si sono affrettati incredibilmente ad attribuirlo a Selvaggia Lucarelli e al suo compagno chef Lorenzo Biagiarelli. Cioè a chi ha avuto il merito di fare ciò che ormai pochissimi fanno: la verifica dei fatti. Così smascherare il falso post sui gay e i disabili che montava come panna nel mondo politico-giornalistico è diventato “campagna d’odio” e “gogna mediatica”, anche se i toni del fact checking erano civilissimi e i commenti social piuttosto contenuti.
La cosa doveva restare confinata lì. Invece la donna è stata intervistata dal Tg3 e persino convocata in Questura per scovare l’eventuale istigatore all’odio anti-gay e disabili, ove mai esistesse. Ma il fatto più ignobile è lo sciacallaggio della Lega, la cui ministra Locatelli si era bevuta tutto senza uno straccio di verifica. E ora specula sulla tragedia straparlando della “sinistra e dei suoi giornalisti” (questi pensano che siano tutti come quelli di casa loro) ed equiparando la pizzaiola al vicepremier e ministro Salvini imputato per Open Arms. Un presunto leader che da anni, con la sua “Bestia” e i suoi stalking citofonici, mette alla gogna social privati cittadini (anche ragazze e ragazzi, persino disabili) utili alla sua propaganda o colpevoli di criticare le sue politiche. Persone che manifestano senza far nulla per mettersi in mostra, esercitando soltanto un diritto costituzionale. Che poi, per lui e quelli come lui, è il vero peccato mortale.
Marco Travaglio
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Chi fa parte delle Forze dell'Ordine italiane non lo fa per servire, per essere di aiuto ai comuni cittadini, ma solo per tornaconto personale; CHI È ONESTO, NON ENTRA nelle F.O. (non gli viene assolutamente data la possibilità).
Solo le persone DISONESTE difendono con le unghie le F.O., poiché colluse con la malavita, perché malavitosi.
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COMPLOTTISTI DI ALTRI TEMPI
Socrate, il più grande filosofo di tutti i tempi, era in realtà l’uomo più odiato di Atene. Venne accusato di empietà e corruzione dei giovani. Il tribunale popolare, l’eliea, lo condannò a morte: e Socrate, una delle menti più brillanti della storia, morì sorbendo una tazza di cicuta. Ma perché tanto accanimento?
Apparentemente Socrate non faceva nulla di pericoloso: poneva domande, parlava con chiunque, con i nobili, con i comuni cittadini, con i giovani. Ma proprio le sue domande, nella loro schiettezza, nella loro semplicità demolivano le certezze dei suoi interlocutori, li costringevano a confortarsi con la vacuità delle proprie certezze, con l’incoerenza dei propri ragionamenti.
Insegnavano a dubitare.
Socrate era un personaggio fin troppo scomodo con i dubbi che instillava. Aveva avuto l’ardire di smascherare i politici corrotti e i falsi maestri che, credendo di sapere, dispensavano false verità e falsa conoscenza. Ecco perché venne messo a morte. Era una minaccia allo status quo, un pericolo da eliminare.
Durante il processo, Socrate non volle pentirsi o implorare clemenza. Rifiutò persino di ricorrere all’aiuto di un oratore (antesignani dei nostri avvocati). Perché? Perché secondo Socrate: «Non puoi usare la tua arte retorica giocando con le parole, incantando la folla, magari mentendo, neppure se è in gioco la vita”.
L’intelligenza è scomoda, questo ci insegna il processo contro Socrate.
La massa vuole illusioni e non verità, desidera in poche parole essere adulata.
Gli uomini intelligenti vengono messi alla gogna.
Sono banditi, ostracizzati, disprezzati, poiché turbano il sonno delle masse, mettono in dubbio l’autorità, svelano gli inganni delle istituzioni.
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Truffe agli Anziani: Incontri Pubblici a Tortona e Ovada per Prevenire i Raggiri. Organizzazioni sindacali e la Polizia di Stato insieme per proteggere i cittadini dalle truffe, sia virtuali che reali
Proseguono gli incontri pubblici dedicati alla prevenzione delle truffe contro gli anziani e non solo, con l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini su come difendersi da raggiri e frodi.
Proseguono gli incontri pubblici dedicati alla prevenzione delle truffe contro gli anziani e non solo, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini su come difendersi da raggiri e frodi. L’iniziativa, intitolata “Non Ci Casco”, è organizzata da diverse associazioni e sindacati locali, tra cui SPI CGIL, Federconsumatori, Auser e SILP (Sindacato Lavoratori Polizia della CGIL), con la…
#Auser#consigli della Polizia#consigli di sicurezza#contrasto truffe#difendersi dalle truffe#eventi locali Ovada.#eventi locali Tortona#eventi prevenzione#eventi sicurezza#Federconsumatori#INCONTRI INFORMATIVI#incontri pubblici Ovada#incontri pubblici Tortona#non ci casco#Polizia di Stato#prevenzione frodi#Prevenzione truffe#protezione cittadini#protezione persone vulnerabili#raggiri anziani#sensibilizzazione cittadina#Sicurezza anziani#SILP#Sindacato Polizia CGIL#Spi Cgil#truffe ai danni degli anziani#Truffe anziani#truffe comuni#truffe digitali#truffe finanziarie
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VENEZUELA DIMENTICATO
Sono trascorsi decenni dal mio soggiorno lavorativo in Venezuela, ma da allora ho seguito sempre con interesse le sorti di quel paese. Ho lasciato una terra ricca di risorse, che nonostante certi difetti da attribuire in generale all’America Latina, che si manifestavano già a quel tempo, mostrava il volto di una nazione in crescita, il cui sviluppo industriale sociale e culturale in atto faceva sperare in un futuro prospero. Il Venezuela si avviava a diventare una sorta di locomotiva per gli altri stati dell’area.
Invece non è stato così. Un giorno �� tutto cambiato. E’ salito al potere, eletto peraltro dal popolo, un rappresentante della sinistra più spinta, simpatizzante del sistema cubano. A partire da Chavez, poi grazie al suo successore Maduro, il regime di stampo comunista si è consolidato. Il rapporto con i capi cubani si è fatto sempre più stretto e il Venezuela è precipitato nel periodo più buio della sua storia.
La dittatura ha imposto condizioni terribili alla popolazione. Nei primi anni, quando si stava affermando, ascoltavo, collegandomi con gli amici locali tramite Skype, le loro lamentele. Erano preoccupanti quei racconti, da stentare a crederci se non fossi stata convinta della loro buona fede.
Il regime, dichiarando paradossalmente che il suo intervento era volto al benessere della popolazione, al riscatto delle masse più disagiate, non ha fatto altro invece che appiattire nella povertà e nell’ignoranza un intero popolo. Si è avvalso naturalmente di tutti i mezzi classici usati dalle dittature. L’opposizione ha avuto vita difficilissima ed è sempre stata schiacciata e soffocata anche nei momenti apparentemente democratici riservati alle elezioni, che si sono svolte in un clima terroristico.
La povertà dilagante e quindi l’impossibilità di ricavare ricchezza dalla popolazione, ha fatto sì che il regime abbia iniziato da subito a svendere le sue materie prime agli stranieri, prima fra tutte il petrolio, il cui sfruttamento era il perno dell’economia negli anni precedenti la dittatura.
L’impoverimento è stato tale che i beni di consumo si sono sempre più rarefatti, ricordo quando un’amica mi comunicava allarmata che non si trovava più neanche la carta igienica.
La corruzione dilaga. Anche l’apparato della salute pubblica è venuto meno, altro che sistema socialista, solo chi ha denaro riesce ad accedere alle cure. L’istruzione è distrutta. La stampa è imbavagliata, come pure il sistema giudiziario.
Il disastro si è maturato nel giro di pochi decenni, e non c’è speranza di cambiamento per ora.
Dal paese sono usciti non solo dissidenti del regime, ma tanti cittadini comuni in cerca di lavoro, di un futuro decente, per sfuggire alla miseria più nera.
Tanti italiani, gran parte dei quali discendenti di persone che si sono affermate negli anni in cui vigeva la democrazia, se ne sono dovuti andare. Ma l’Italia non è stata per niente generosa nei loro confronti. Non si sono sentiti appelli perché venissero accolti a braccia aperte nel paese d’origine dei loro antenati. Tutt’altro. Si parla della necessità impellente di ripopolamento dell’Italia, ma i governi italiani non hanno preso neanche in considerazione l’accoglienza e l’aiuto di persone che potevano rappresentare risorse importanti per la nostra nazione.
Come se non bastasse, è calato un silenzio di tomba su quella realtà troppo scomoda. Nessuno parla più della tragedia venezuelana.
Isabella M.
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A colloquio con il sindaco
A colloquio con il sindaco Ghioldi su rapporti con l’Azienda socio sanitaria, presenza sul territorio dei medici di base, sinergie con i comuni vicini. Capitolo Case di Comunità e questioni sovracomunali.
l'articolo completo su il Bustese
Sulla presenza di medici di medicina generale, per esempio, dice: «A Solbiate, finora, è andata abbastanza bene, non registriamo i problemi che si sono visti in altre realtà. Inoltre, seguiamo l’evolversi della situazione, e le novità, relative alle sedi territoriali di Asst, quelle attivate e quelle che arriveranno. I punti di riferimento sono, saranno a Fagnano e Castellanza. Certo, una questione merita di essere considerata: andrebbe attivato un servizio di trasporto, un collegamento tra i Comuni che, come Solbiate, non hanno e non avranno queste sedi e le Case di Comunità».
Ghioldi si sofferma, poi, sul confronto con Asst, punto sul quale il suo omologo si è espresso anche in modo critico: «Ovviamente il confronto serve, la continuità nel tempo pure. Torno sulle Case di Comunità: gli incontri con Asst dovrebbero avvenire anche per monitorare le loro attività. Inoltre sarebbe auspicabile un coinvolgimento ancora maggiore dell'Azienda Speciale Consortile del Medio Olona, soprattutto in tema di Tutela Minori e Neuropsichiatria infantile. Infine penso al servizio Cup, apprezzato dai cittadini, presente nei Comuni. Ecco, i Comuni della Valle Olona vorrebbero tenerli, i Cup, senza che questi fossero attivi nelle sole Case di Comunità. C’è già stato un incontro per prolungare l’assetto attuale».
E l'ospedale Busto/Gallarate? «Dato che la scelta è stata fatta, serve procedere senza perdere tempo. E, altrettanto importante, senza che il servizio offerto dagli ospedali esistenti degradi»
Sulla necessità di attuare e implementare sinergie tra comuni (il collega marnatese ha citato i temi del personale e della Polizia Locale), il primo cittadino di Solbiate si dice d’accordo: «La questione compare anche nel nostro Documento di programmazione. Il dialogo è abbozzato, vedremo. Certo, che sia necessario parlarsi, e concretizzare, è evidente. Basta osservare, per fare un esempio anche visivo, certe piste ciclopedonali che arrivano al confine di un Comune. E finiscono lì, senza proseguire in quello confinante. Poi Solbiate ha il suo problema caratteristico». Noto e stranoto: la viabilità. «Il traffico pesante che attraversa la valle – conclude Ghioldi - passa a dir poco in via prioritaria da Solbiate. Comune piccolo ma con due strade provinciali. Ovviamente porteremo la questione nelle sedi competenti, alla nuova Giunta della Provincia».
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Perché é stato ucciso Socrate?
Socrate, il più grande filosofo di tutti i tempi, è stato in realtà l'uomo più odiato di Atene. È stato accusato di crudeltà e corruzione dei giovani. II tribunale popolare, l’Eliea, lo condannò a morte: e Socrate, una delle menti più brillanti della storia, morì bevendo la cicuta... Ma perché tutto questo?
A quanto pare Socrate non stava facendo nulla di pericoloso. Semplicemente faceva domande, parlava con chiunque: con i nobili, con i cittadini comuni, con i giovani. Ma le sue domande, nella loro franchezza, nella loro semplicità demolivano le certezze dei suoi interlocutori, costringendoli a confrontarsi con il vuoto delle loro stesse certezze, con l'incoerenza del loro ragionamento.
Insegnava a dubitare.
Socrate era un personaggio troppo scomodo con i dubbi che inculcava. Ha avuto l'audacia di smascherare politici corrotti e falsi insegnanti che propugnavano false verità e false conoscenze.
Per questo è stato condannato a morte. Era una minaccia per lo status quo, un pericolo da eliminare.
Durante il processo, Socrate non ha voluto pentirsi né implorare pietà. Si è anche rifiutato di farsi assistere da un oratore. L'intelligenza è scomoda, questo ci insegna il processo contro Socrate. Le masse vogliono illusioni e non verità; vogliono essere lusingate e vivere felici nell’ignoranza.
Gli uomini intelligenti sono imbarazzanti, proibiti, ostracizzati, disprezzati, perché turbano il sonno delle masse, mettono in discussione l'autorità, rivelano gli inganni delle istituzioni.
Trovato sul web.
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