#colpevolizzazione
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Denuncia collettiva nei confronti dei Consultori per fermare le violenze sulle donne
I tempi sono più che maturi per una denuncia collettiva nei confronti dei ððšð§ð¬ð®ð¥ððšð«ð¢ ðððŠð¢ð¥ð¢ðð«ð¢: oggi, una donna che voglia abortire subisce una palese ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® basata sulla moralità distorta che l'aborto sia omicidio (illecita colpevolizzazione); quella specifica gravidanza indesiderata, inoltre, si tenta di trasformarla in GPA, in Gestazione per Altri ("puoi darlo in adozione") - questione che nel nostro Paese ancora non Ú diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
La ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® Ú una forma di maltrattamento che si manifesta attraverso atti, parole e comportamenti volti a controllare e sottomettere un'altra persona, senza l'uso della forza fisica; ðŸðð²ðððŒ ðð¶ðœðŒ ð±ð¶ ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ð²Ì ððœð²ðððŒ ððŒðððŒðð®ð¹ððð®ððŒ ðœðŒð¶ð°ðµð²Ì ð»ðŒð» ð¹ð®ðð°ð¶ð® ðð²ðŽð»ð¶ ðð¶ðð¶ð¯ð¶ð¹ð¶, ðºð® ðœððŒÌ ð®ðð²ð¿ð² ð²ð³ð³ð²ððð¶ ð±ð²ðð®ððð®ð»ðð¶ ððð¹ð¹ð® ðð®ð¹ððð² ðºð²ð»ðð®ð¹ð² ð² ððð¹ ð¯ð²ð»ð²ððð²ð¿ð² ð±ð²ð¹ð¹ð² ðð¶ððð¶ðºð².
La ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® può manifestarsi in vari modi, tra cui:
ð¢ð³ð³ð²ðð² ð² ð¶ð»ððð¹ðð¶: commenti denigratori e svalutazioni personali (esempio: "ð¿'ððððð¡ð ðÌ ðððððððð" = le donne che abortiscono sono assassine *)
Minacce: intimidazioni verbali che creano paura
Controllo: limitazione della libertà personale e delle interazioni sociali
Isolamento: privazione delle relazioni con amici e familiari
ð ð®ð»ð¶ðœðŒð¹ð®ðð¶ðŒð»ð² ð²ðºðŒðð¶ðð®: utilizzo di sensi di colpa per mantenere il controllo sulla vittima (*)
ðð® ð±ðŒð»ð»ð® ð°ðµð² ð±ð²ð°ð¶ð±ð² ððŒð¹ðŒð»ðð®ð¿ð¶ð®ðºð²ð»ðð² ð±ð¶ ð¶ð»ðð²ð¿ð¿ðŒðºðœð²ð¿ð² ðð»ð® ðŽð¿ð®ðð¶ð±ð®ð»ðð® ð»ðŒð» ðð°ð°ð¶ð±ð² ðð»ð® ðð¶ðð® ððºð®ð»ð®: il feto, scientificamente, Ú soltanto una ððððð¡ðÌ ððððððððð e non una persona giuridica; ritenere che l'aborto equivalga all'omicidio comporta inoltre conseguenze illogiche, come il considerare anche la contraccezione come un atto omicida; l'idea che un embrione sia una persona sin dal concepimento Ú una convinzione metafisica priva di fondamento scientifico, perché la ðð¶ðð® ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® esiste prima della formazione dell'embrione: non Ú corretto pertanto assegnare lo status di ðððð ððð ad un embrione in fase iniziale.
Si chiede di firmare affinché medici obiettori e Pro Vita siano del tutto allontanati dal settore sanitario in modo definitivo.
[ La ðœð²ðð¶ðð¶ðŒð»ð² Ú uno strumento di partecipazione civica che consente ai cittadini di presentare richieste o segnalazioni a un'autorità competente, come un ente governativo o un'istituzione pubblica; tale diritto Ú riconosciuto in vari contesti, sia a livello nazionale che europeo. Con la petizione, comuni cittadini avanzano una richiesta formale per esporre necessità pubbliche o problemi specifici; può includere proposte di soluzioni e rappresenta solo interessi comuni. ]
#denuncia#ððšð§ð¬ð®ð¥ððšð«ð¢ ðððŠð¢ð¥ð¢ðð«ð¢#donna#ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð®#aborto#omicidio#moralità #colpevolizzazione#gravidanza#Gestazione per Altri#diritto#medici obiettori#Pro Vita#settore sanitario#petizione#ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð®#ðð®ð¹ððð² ðºð²ð»ðð®ð¹ð²#offese e insulti#manipolazione emotiva#vita umana#feto#ððððð¡ðÌ ððððððððð#persona giuridica#metafisica#sensi di colpa#ðð¶ðð® ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð®#embrione#partecipazione civica#maltrattamento
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Denuncia collettiva nei confronti dei Consultori per fermare le violenze sulle donne
Perché questa petizione Ú importante
I tempi sono più che maturi per una denuncia collettiva nei confronti dei ððšð§ð¬ð®ð¥ððšð«ð¢ ðððŠð¢ð¥ð¢ðð«ð¢: oggi, una donna che voglia abortire subisce una palese ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® basata sulla moralità distorta che l'aborto sia omicidio (illecita colpevolizzazione); quella specifica gravidanza indesiderata, inoltre, si tenta di trasformarla in GPA, in Gestazione per Altri ("puoi darlo in adozione") - questione che nel nostro Paese ancora non Ú diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
La ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® Ú una forma di maltrattamento che si manifesta attraverso atti, parole e comportamenti volti a controllare e sottomettere un'altra persona, senza l'uso della forza fisica; ðŸðð²ðððŒ ðð¶ðœðŒ ð±ð¶ ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ð²Ì ððœð²ðððŒ ððŒðððŒðð®ð¹ððð®ððŒ ðœðŒð¶ð°ðµð²Ì ð»ðŒð» ð¹ð®ðð°ð¶ð® ðð²ðŽð»ð¶ ðð¶ðð¶ð¯ð¶ð¹ð¶, ðºð® ðœððŒÌ ð®ðð²ð¿ð² ð²ð³ð³ð²ððð¶ ð±ð²ðð®ððð®ð»ðð¶ ððð¹ð¹ð® ðð®ð¹ððð² ðºð²ð»ðð®ð¹ð² ð² ððð¹ ð¯ð²ð»ð²ððð²ð¿ð² ð±ð²ð¹ð¹ð² ðð¶ððð¶ðºð².
La ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® può manifestarsi in vari modi, tra cui: - ð¢ð³ð³ð²ðð² ð² ð¶ð»ððð¹ðð¶: commenti denigratori e svalutazioni personali (esempio: "ð¿'ððððð¡ð ðÌ ðððððððð" = le donne che abortiscono sono assassine *) - Minacce: intimidazioni verbali che creano paura - Controllo: limitazione della libertà personale e delle interazioni sociali - Isolamento: privazione delle relazioni con amici e familiari - ð ð®ð»ð¶ðœðŒð¹ð®ðð¶ðŒð»ð² ð²ðºðŒðð¶ðð®: utilizzo di sensi di colpa per mantenere il controllo sulla vittima (*)
ðð® ð±ðŒð»ð»ð® ð°ðµð² ð±ð²ð°ð¶ð±ð² ððŒð¹ðŒð»ðð®ð¿ð¶ð®ðºð²ð»ðð² ð±ð¶ ð¶ð»ðð²ð¿ð¿ðŒðºðœð²ð¿ð² ðð»ð® ðŽð¿ð®ðð¶ð±ð®ð»ðð® ð»ðŒð» ðð°ð°ð¶ð±ð² ðð»ð® ðð¶ðð® ððºð®ð»ð®: il feto, scientificamente, Ú soltanto una ððððð¡ðÌ ððððððððð e non una persona giuridica; ritenere che l'aborto equivalga all'omicidio comporta inoltre conseguenze illogiche, come il considerare anche la contraccezione come un atto omicida; l'idea che un embrione sia una persona sin dal concepimento Ú una convinzione metafisica priva di fondamento scientifico, perché la ðð¶ðð® ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® esiste prima della formazione dell'embrione: non Ú corretto pertanto assegnare lo status di ðððð ððð ad un embrione in fase iniziale.
Si chiede di firmare affinché medici obiettori e Pro Vita siano del tutto allontanati dal settore sanitario in modo definitivo.
#ðœð²ðð¶ðð¶ðŒð»ð²#denuncia#ððšð§ð¬ð®ð¥ððšð«ð¢ ðððŠð¢ð¥ð¢ðð«ð¢#donna#ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð®#aborto#omicidio#moralità #colpevolizzazione#gravidanza#ðð®ð¹ððð² ðºð²ð»ðð®ð¹ð²#offese e insulti#ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð®#petizione#settore sanitario#Pro Vita#manipolazione emotiva#feto#vita umana#ððððð¡ðÌ ððððððððð#persona giuridica#metafisica#maltrattamento#partecipazione civica#ðð¶ðð® ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð®#sensi di colpa#medici obiettori#diritto#Gestazione per Altri#embrione
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Penso che i tempi siano maturi per una denuncia collettiva nei confronti dei Consultori: oggi, una donna che voglia abortire, subisce una palese ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® basata sulla moralità distorta che l'aborto sia omicidio (illecita colpevolizzazione); quella specifica gravidanza indesiderata, inoltre, si tenta di trasformarla in GPA, in Gestazione per Altri ("puoi darlo in adozione") - che, nel nostro Paese, ancora non Ú diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
#denuncia#Consultori#violenza psicologica#moralità #gravidanza#aborto#colpevolizzazione#GPA#gestazione per altri#adozione#diritto#riconoscimento
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Se muore il mio stupratore non Ú colpa mia
Sono assente da un poâ perché non sto benissimo. Mentre mi rimetto in sesto tento di restare ancorata alla realtà e nulla più di una vostra storia mi aiuta a farlo. Ne ricevo una che mi ha scosso molto quindi ve la propongo, affinché il passaparola sia efficace e possa aiutare altre. (moreâŠ) ââ
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#Colpevolizzazione#Controllo#Corpi#Cultura dello Stupro#Cultura Patriarcale#Diritti#Egoismo#Rivendicazioni#Sessismo#Victim Blaming
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ATTENZIONE AI CONSIGLI SBAGLIATI NEI CONSULTORI â
Cosa succede quando una donna, che desidera abortire, viene consigliata in un consultorio di portare avanti la gravidanza "per generosità " nei confronti di coppie che non possono avere figli, e sarebbero pronti ad adottarlo?
Accade, specificatamente, che, oltre a subire una eloquente violenza psicologica, basata sulla moralità distorta che l'aborto sia un omicidio (illecita colpevolizzazione), quella specifica gravidanza indesiderata si trasformi in GPA, in Gestazione per Altri, che nel nostro Paese ancora non Ú diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
Non si può più parlare di semplice adozione (nazionale o internazionale o estera), perché il neonato non Ú stato portato volontariamente dalla madre, in un ospedale, per essere affidato alle cure di terzi, in virtù di non volersi fare carico di esserne la tutrice, dopo aver portato avanti una gravidanza indesiderata o divenuta indesiderata per fattori personali, privati, intervenuti durante quel periodo.
ððŒðºðœð¿ð²ð»ð±ðŒ ð¯ð²ð»ð¶ððð¶ðºðŒ ð¹ð® ð³ðð¿ð¯ð¶ðð¶ð® ð±ð²ð¶ ð£ð¿ðŒ-ð©ð¶ðð®, ð³ð²ð¹ð¶ð°ð¶ ðœðð¯ð¯ð¹ð¶ð°ð¶ ðœð¿ðŒðºðŒððŒð¿ð¶ ð±ð¶ ðŸðð²ðððŒ ðð¿ð®ð³ð³ð¶ð°ðŒ ð±ð¶ ð»ð²ðŒð»ð®ðð¶ ðœð¿ðŒðºð²ððð¶ ð®ð¹ð¹ð² ð°ðŒðœðœð¶ð² ð°ðµð² ð»ðŒð» ðœðŒðððŒð»ðŒ ð®ðð²ð¿ð² ð³ð¶ðŽð¹ð¶ - Pro Vita che, nel contempo, si battono affinché nessuno più ricorra alla contraccezione (https://www.adnkronos.com/.../sessualita-pro-vita...) , ðœð²ð¿ ðð»ð® ð®ð±ðŒðð¶ðŒð»ð² ð»ð®ðð¶ðŒð»ð®ð¹ð² ðœð¶ðÌ ðð²ðºðœð¹ð¶ð°ð² ð² ðºð²ð»ðŒ ðŒð»ð²ð¿ðŒðð® ð»ð²ð¹ð¹ð² ðœð¿ð®ðð¶ð°ðµð²; comprendo benissimo la difficoltà di chi ha già provato ad adottare un bambino, ma Ú stato rifiutato perché ritenuto non idoneo, perché un bambino traumatizzato Ú più difficile da gestire di un neonato, ma il dolore non giustifica la complicità di chi sostiene tale associazione Pro-Vita perché si attende un neonato in cambio! Mettetevi una mano sulla Coscienza!
Pertanto, vi informo che potete denunciarli. Denunciate, denunciate, denunciate!, qualora vi troviate in questa situazione: munitevi di registratori, se il caso lo necessita, e non andate mai sole in un consultorio. Meglio subire un pregiudizio, ma abortire, che essere complici di un traffico illegale di neonati.
#gpa#aborto#neonato#adozione#traffico illegale di neonati#consultorio#consultori#denuncia#complici#Gestazione per altri#violenza#violenza psicologica#colpevolizzazione della donna#furbizia#gestazione per altri#coscienza civile#neonati#traffico#consigli sbagliati#aggressione
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un attimo e se l'Ú cercata, colpevolizzazione della vittima, tipico fascio
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La terapia psicoanalitica Ú obsoleta, lo stile comunicativo Ú volto a lucrare sulle persone. Riconduce la maggior parte dei problemi nel passato, che, ahimé, non possiamo cambiare, decentralizza totalmente il paziente dal proprio sé e non gli permette di esprimere il suo massimo potenziale e a vedere la sua naturale tendenza, Ú soggetta a interpretazioni errate sulla reale condizione del paziente. Espongo qui di seguito un esempio: ragazzo che si reca dallo psicoterapeuta perché non riesce a chiudere i rapporti con x, psicologo che interpreta la sua condizione dicendo che la sua inettitudine Ú dovuta ad uno scarso riconoscimento del proprio valore intrinseco. Non solo questo approccio distacca totalmente il paziente dalle sue emozioni, ma crea in lui un senso di inferiorità a cui dovrà far fronte, lasciando il paziente in una perfetta dipendenza con il suo terapeuta. Nonostante poi il terapeuta riesca a fornirgli degli strumenti per riconoscere il suo valore intrinseco, dopo le varie sedute a scopo di lucro, non sarà comunque abbastanza affinché il paziente trovi il suo centro e conduca la sua vita senza questo legame dipendente. Questo tipo di approccio, inoltre, non valuta lâindividualità di ogni persona, la sua naturale predisposizione alle cose (cuore pulsante di ognuno di noi). Piuttosto un approccio corretto volterebbe in aiuto nel riconoscere le proprie emozioni aiutando il paziente a non commentarle dando dei giudizi impropri, riportando lâesempio di sopra: ragazzo si reca dallo psicologo per problemi con x e alla sua inettitudine, il terapeuta aiuterà il processo di individualizzazione del paziente, perché avrà riconosciuto un distaccamento dal sé del paziente, dovuto alla sua colpevolizzazione per non essere in grado di lasciare un rapporto, lo aiuterà nel comprendere che se in qualche modo quel rapporto non vuole lasciarlo Ú perché ci sono aspetti di lui che concordano con lâaltro partner e che una parte più profonda di lui sta chiedendo di essere ascoltata e non colpevolizzata. Trasformando il rapporto paziente non in una catastrofe di dipendenza ma ad una responsabilizzazione del proprio sé, creando automaticamente, indipendenza, stabilità e autostima nel proprio paziente, perché capace di ascoltare le sue emozioni profonde e non filtrate, e a dargli voce.
ps. lo so ho appena lasciato una bomba grossa come quella su hiroshima.
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ðŽL'amore che uccide: imparare a riconoscere i segnali delle relazioni tossiche
L'amore dovrebbe essere un rifugio sicuro, un luogo dove ci sentiamo compresi, amati e supportati. Purtroppo, però, non sempre Ú così. Esistono relazioni che, anziché farci fiorire, ci avvelenano lentamente, sottraendoci energie e autostima. Queste sono le famigerate relazioni tossiche.
Spesso Ú difficile riconoscere una relazione tossica perché l'amore, all'inizio, può mascherare atteggiamenti nocivi.
ððŒVediamo allora insieme come individuare i segnali di una relazione che ci sta facendo del male e soprattutto, come allontanarsene per ritrovare la nostra serenità .
ðºSegnali che identificano le relazione tossica
Gelosia possessiva e ossessiva
La gelosia Ú un sentimento naturale, che può nascere dalla paura di perdere la persona amata. Tuttavia, nella relazione tossica, la gelosia si trasforma per diventare possessiva e ossessiva. Il partner può arrivare a controllare ogni interazione, dagli spostamenti alle chat di WhatsApp, dalle pubblicazioni sui social network ai like e commenti lasciati. Un controllo che può arrivare anche a limitare le uscite con gli amici o con la famiglia, creando un isolamento progressivo.
ðºCritiche continue e svalutazione
In una relazione sana, il partner sostiene e incoraggia. In una relazione tossica, invece, si subisce una pioggia continua di critiche continue e svalutazione. Il partner ci fa sentire inadeguati, sottolinea i difetti e minimizza caratteristiche positive e vittorie. Un logoramento continuo, che fa perdere la fiducia in sé stessi e l'autostima.
ðºManipolazione e colpevolizzazione
Il partner tossico Ú un abile manipolatore. Può agire tramite minacce velate rivolte a sé stesso o a te oppure ti dà la colpa dei suoi comportamenti. Ciò ti porta a sentirti sempre in torto, anche se la colpa Ú palesemente sua.
ðºIsolamento dagli amici e dalla famiglia
Per avere il massimo controllo su di te, il partner tossico può cercare di isolarti dalle persone care. Ti scoraggia dal vedere gli amici e la famiglia, facendoti credere che siano loro a "creare problemi". In questo modo, ti isola e ti rende più "attaccato" e sensibile alle manipolazioni.
ðºMinacce e violenza, fisica o psicologica
Nelle relazioni tossiche più gravi, si può arrivare a veri e propri abusi. Minacce verbali o fisiche, umiliazioni, violenza psicologica e aggressioni diventano la normalità .
ðºIl circolo vizioso
In alcuni casi, chi finisce in una relazione tossica può arrivare a provare un senso di dipendenza affettiva. Si crea un circolo vizioso: litigi, promesse di cambiamento, periodi di apparente felicità e poi di nuovo malessere. Piccoli, spesso insignificanti segnali che però potrebbero posticipare la decisione di troncare.
ðºCome terminare una relazione tossica
Liberarsi dalla trappola di una relazione tossica non Ú facile, ma Ú un azione fondamentale per il tuo benessere psicofisico. Ecco alcuni consigli che possono aiutarti a effettuare questo distacco:
Ammetti di essere parte di una relazione tossica
Il primo passo Ú riconoscere la situazione per quello che Ú. Non giustificare ulteriormente il tuo partner e non minimizzare i suoi comportamenti.
ðºCerca supporto
Confidati con una persona di fiducia, un amico, un parente o uno psicologo. Parlare aiuterà a chiarirti le idee e a trovare la forza per allontanarti dal partner tossico. Un professionista, come uno psicologo, potrà poi aiutarti a comprendere le dinamiche della tua relazione e a sviluppare strategie per uscirne nel modo più sicuro e consapevole.
ðºFai un piano per allontanarti
Non lasciare il partner all'improvviso. Prendi il tempo necessario per pianificare la tua uscita dalla relazione. Cerca un posto sicuro dove stare, se necessario, e organizza il modo per recuperare i tuoi effetti personali. Informa le persone care della tua decisione e chiedi il loro supporto.
ðºStacca completamente
Appena riesci a liberarti da questa relazione, interrompi ogni contatto con il tuo ex partner. Non tornare indietro sui tuoi passi, non rispondere a messaggi o telefonate. Eliminalo dai social media e blocca il suo numero. Allontanati da qualsiasi ambiente che potrebbe metterti in contatto con lui.
ðºSii la tua prioritÃ
Uscire da una relazione tossica Ú un percorso impegnativo che richiede tempo e dedizione. Durante lo stesso prenditi cura di te, sia fisicamente che emotivamente. Mangia sano, fai movimento, stai nella natura, frequenta persone, riposati e divertiti.
ðºNon mollare
Dovrai affrontare momenti di sconforto e di nostalgia. Quando arriveranno, ricorda le ragioni per cui hai deciso di allontanarti dalla relazione e concentrati su ciò che vuoi. Non mollare, ne vale la pena.
ðºRicorda: molte persone vivono relazioni tossiche e riescono a liberarsene. Impegno, supporto esterno e autostima ti permetteranno di uscire da questa trappola, avere serenità e ciò che meriti.
Dott.ssa Liberati Giuseppina
ððªðµðµðª ð¹ðªð°ð²ð·ðª ðð²
#ðžð·ð®ðŒðœðªÌð²ð·ðœð®ðµðµð®ðœðœðŸðªðµð®
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PENSIERI SPARSI SUL MOTIVO PER CUI PARLO POCO DI VIOLENZA SULLE DONNE
Perché Ú difficile.
Perché ho vissuto decenni senza rendermi conto della reale portata del problema.
Perché per quanto io non abbia mai tenuto comportamenti irrispettosi o prevaricanti, non sono mai riuscito a mettermi veramente nei panni di chi queste violenze le vive ogni giorno.
E ho sempre trovato complicato individuare il confine tra mentalità da macho e comportamenti predatori o violenti.
Perché dobbiamo poter distinguere, pur riconoscendo nel comportamento maleducato il segno di una certa mentalità maschilista tossica che poi può condurre - e a volte giustificare - comportamenti ben peggiori.
Ne parlo poco perché, come @nusta ha ben detto, la mia prima reazione viscerale sarebbe quella della risposta violenta - MOLTO violenta - ma adesso come adesso i media sono focalizzati dal trend âviolenza sulle donneâ e per quanto sia il minimo sindacale che un problema ENORME come questo sia emerso, le notizie sono appositamente confezionate e sparate dritte nella pancia delle persone, imponendo una polarizzazione forzata dalla risposta emotiva forte.
Quindi cerco di capire.
Io reputo La Russa un individuo abietto dal pensiero razzista, classista, maschilista e decisamente fascista, quindi la sua boutade in difesa del figlio non poteva che seguire questo miserevole copione.
Nessuno, però, conosce il figlio, anche se ovviamente alcuni giornali di un certo orientamento politico si sono subito prodigati a dipingerlo come un fascistello prepotente e viziato.
Può darsi... ma non Ú questo il punto.
Il problema Ú che molte di quelle persone che dicono di lasciare fare corso alla giustizia in realtà lo hanno già condannato e questo Ú molto pericoloso perché si risponde alla terribile pratica della colpevolizzazione della vittima ribaltando lâequazione e supponendo una colpevolezza automatica dellâuomo.Â
Dâaltro canto, abbiamo finalmente capito che non Ú violenza sessuale solo quando la donna arriva in pronto soccorso coi vestiti strappati, malmenata e sanguinante.
Ma davvero questo processo sarà equo, per ambo le parti?
Io vedo un opinione pubblica divisa nettamente in due tra chi vorrebbe strappare le palle al figlio di La Russa (purtroppo non ci si sceglie il cognome... e se per quello neanche il nome, evidentemente) e chi pensa che la ragazza sia una poco di buono cocainomane che vuole fare il colpo grosso... e, mi spiace dirlo, se mettete il naso fuori dalla vostra bolla i primi sono decisamente meno dei secondi.
Dobbiamo per forza dire la nostra a ogni costo?
Sì, se volete... ma câÚ da pensare bene e a lungo, fino a quel momento in cui può darsi ci si renda conto che si tratta di un discorso ben più grande della singola notizia.Â
E allora magari preferiremo zittire le nostre pance e continuare a riflettere.
Io ci provo, poi chissà che sarà .
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Estremamente calzante secondo me questo paragone che hanno usato in un podcast per cui fare un processo contro la polizia ha delle somiglianze sia con un processo contro la mafia (per via dell'omertà e dello spirito di corpo) che con un processo per stupro (colpevolizzazione della vittima)
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Denuncia collettiva nei confronti dei Consultori per fermare le violenze perpetrate sulle donne che desiderano abortire
Penso che i tempi siano maturi per una denuncia collettiva nei confronti dei Consultori: oggi, una donna che voglia abortire subisce una palese ðð¶ðŒð¹ð²ð»ðð® ðœðð¶ð°ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® basata sulla moralità distorta che l'aborto sia omicidio (illecita colpevolizzazione); quella specifica gravidanza indesiderata, inoltre, si tenta di trasformarla in GPA, in Gestazione per Altri ("puoi darlo in adozione") - questione che nel nostro Paese ancora non Ú diritto riconosciuto e normato adeguatamente.
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Enrica Morlicchio: «Una controriforma crudele e punitiva del reddito di cittadinanza» | il manifesto
#La riforma del Rdc
Da leggere....una misura ideologica di colpevolizzazione totalizzante verso chi si trova in condizioni di povertà e disagio.
Se l'articolo non si legge da qui , cercare autrice e argomento su Google !
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X: lo stupro raccontato in un libro
X: lo stupro raccontato in un libro
A scrivere Ú Valentina Mira. Pubblica Edizioni Fandango. Pubblicato credo un anno fa ne ho ascoltato lâaudiolibro. Un romanzo in forma di lettera al fratello che continua ad essere amico dello stupratore. Un fratello che non le ha creduto. Uno stupro in un clima di festa da cinghiamattanza e rock di estrema destra, nella Roma che ospita anche un editore molesto di cui la protagonista Ú vittima.âŠ
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#Colpevolizzazione#Controllo#Corpi#Cultura dello Stupro#Cultura Patriarcale#Diritti#Rivendicazioni#Sessismo#Stereotipi
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Comunque sapete perché tendo a non giudicare più in modo drastico un partner? Proprio perché mi sono resa conto che solo quando avrò risolto le mie tossicità , potrò vedere lucidamente le storture dell'altra persona. Finché continuo a sottolineare gli errori altrui, non mi libererò dai miei e rimarrò ingabbiata dentro qualunque relazione in cui l'altra persona Ú abbastanza capace da vincere nella lotta della colpevolizzazione.
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Processi mediatici
Ci vogliono solo un paio di minuti. Prendiamoceli e facciamoci un esame di coscienza (il "noi" include ovviamente anche me stesso)
Di seguito la lettera aperta della sindaca di Riccione Daniela Angelini a seguito della richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Rimini sulla tragedia della stazione di Riccione costata la vita ad Alessia e Giulia Pisano.
"Mi Ú capitato anche l'altra sera, durante un incontro in biblioteca, di dovere chiedere a un signore il favore di portare rispetto a Giulia, Alessia e ai parenti delle vittime della tragedia accaduta lo scorso luglio in stazione a Riccione. Rispetto sarebbe dovuto significare silenzio, soprattutto nei momenti successivi all'incidente ferroviario che ha strappato la vita a due ragazzine. E sarebbe dovuto significare anche evitare illazioni, ricostruzioni fantasiose su un presunto tentato suicidio, sul presunto stato di alterazione delle due vittime e anche evitare la colpevolizzazione dei genitori. Sarebbero state rispettate queste ragazze se i testimoni indiretti e mediatici di questo dramma che ha colpito tutti al cuore si fossero limitati a stringersi in maniera composta attorno ai loro cari. Invece no, a migliaia sono voluti salire sulla cattedra dei social network, volendo impartire lezioni di morale, su come si fa i genitori, su come si educano e puniscono i figli, dando credito al verosimile senza curarsi se corrispondesse o meno al vero.
Siamo stati costretti, in quei giorni di lutto, a bloccare i commenti sulla pagina Facebook Città di Riccione, violentata da parole vergognose, irresponsabili e false. E abbiamo persino dovuto assistere, nelle ore successive, a un fenomeno che forse meriterebbe di essere indagato da degli psicoterapeuti: migliaia di persone stavano commentando i post in cui veniva riportata la notizia che il Comune di Riccione aveva deciso di bloccare i commenti. Un delirio collettivo che aveva assunto le sembianze mediatiche di un inarrestabile fiume in piena.
Conforta non poco constatare che la Riccione reale, quella vera e che frequento, composta da persone in carne e ossa, al contrario, ha saputo abbracciare la famiglia Pisano e rispettarne un dolore che, pur essendo madre, non riesco neppure a immaginare.
Conforta inoltre tantissimo la verità giudiziaria, le conclusioni a cui Ú giunta la Procura della Repubblica dopo avere esaminato attentamente le circostanze ambientali e raccolto tutte le testimonianze possibili: Giulia e Alessia non erano drogate né ubriache, né tantomeno avevano intenzione di uccidersi. Non sarebbe cambiato nulla, il vuoto lasciato dalla loro perdita sarebbe stato comunque incolmabile, però credo che questa verità fosse dovuta alla famiglia, innanzitutto.
Conoscono a sufficienza il funzionamento dei meccanismi dell'informazione per sapere che purtroppo, dopo mesi di processi nel tribunale di Facebook - che ha facoltà di emettere sentenze immediate e totalmente scollegate dalla realtà degli accadimenti -, la memoria di Alessia e Giulia continuerà a essere macchiata dai dubbi e dalle supposizioni. Si chiama "post verità " e non mi illudo che possa essere superata, nel 2023, dalla verità autentica. Posso solo inchinarmi di fronte alle parole di Vittorio Pisano, il padre di Giulia e Alessia: "Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si potessero trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l'amore verso il prossimo; uno spirito nuovo che possa infondere nella comunità speranza e fiducia. Perché le bimbe, le mie bimbe, le nostre bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano".
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â ïž NOVITÃ IN LIBRERIA â ïž
Un testo dellâInstitut Iliade
AA. VV. - a cura di Philippe Conrad
CHI SIAMO?
Alle origini dellâidentità europea
Pensiero unico dominante, colpevolizzazione preventiva, dittatura del âpoliticamente correttoâ, decostruzione degli spazi comunitari, cancellazione della storia, sradicamento spirituale, immigrazione incontrollata: dinanzi alle tante insidie che minacciano i popoli dâEuropa, si rende imperativa una risposta.
LâIstituto Iliade â in continuità con lâopera di Dominique Venner â ha vergato questo denso contributo, a metà tra il Manifesto e il Manuale, che risponde ad una domanda netta e precisa: âChi siamo?â. Le migliori penne della più avanzata avanguardia culturale europea  rispondono a questo interrogativo attraverso un maestoso pellegrinaggio nella storia più profonda della nostra Civiltà millenaria: dallâeredità degli indoeuropei allâaurora ellenica, passando per le virtù di Roma e per la mistica della cavalleria, senza tralasciare le tante manifestazioni spirituali, artistiche e politiche del genio che ha edificato la nostra sostanza di stirpe.
Un viaggio nella struttura più intima delle nostre radici e della nostra identità , che si conclude con unâattenta analisi del presente ed un lucido sguardo allâorizzonte delle sfide future. Un coraggioso e coinvolgente ârecupero delle menti e delle animeâ, atto a promuovere il ârisveglio della volontà e la mobilitazione dei nostri popoliâ. Se Ú vero che âesistere Ú combattere ciò che mi negaâ, il primo passo Ú contenuto nella perenne verità del motto delfico: âConosci te stessoâ.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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