#Polemipolitica
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staipa · 5 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/tolleranza-una-parola-terribile/?feed_id=1570&_unique_id=66852c423fd29 %TITLE% Tolleranza è quasi sempre la parola sbagliata. Tolleranza è la parola che si è usata tanto in questo mese del Pride, tolleranza è la parola che si usa quando si parla dei comportamenti che non rientrano nella media di una vita di comportamenti standard, tolleranza è la parola che si usa quando si ha a che fare con persone "diverse da noi" che arrivano sul nostro territorio, tolleranza è la parola che si usa in generale quando si sceglie -o si prova- ad accettare qualcosa di diverso da quello che ci aspettiamo. tolleranza [dal lat. tolerantia, der. di tolerare "sopportare, tollerare"]. [il rispettare le convinzioni, spec. politiche e religiose, altrui, anche se diverse dalle proprie: avere spirito di t.] ≈ ampiezza (o larghezza) di vedute, apertura (mentale), flessibilità, liberalità, pluralismo. ↑ permissivismo, permissività. ‖ clemenza, comprensione, condiscendenza, indulgenza, pazienza, sopportazione. ↔ inflessibilità, insofferenza, intolleranza, intransigenza, rigidezza, severità. ↑ assolutismo, dispotismo, fanatismo, integralismo, settarismo. ‖ impazienza, insofferenza. Vocabolario Treccani Quando stiamo tollerando stiamo sopportando, stiamo guardando con giudizio qualcosa che non ci piace e scegliendo di tapparci il naso. Stiamo guardando uno straniero, stiamo pensandolo diverso da noi e ciò nonostante accettandolo. Stiamo guardando due persone dello stesso sesso che si amano, stiamo pensandole diverse da noi e ciò nonostante accettandole. Stiamo guardando una persona che soffre perché la propria situazione individuazione genetica non corrisponde a quella che percepisce, stiamo pensandola diversa da noi e ciò nonostante accettandola. Non stiamo mettendoci nei loro panni, li stiamo guardando in faccia e dicendogli "tu non mi piaci, ma ti accetto". Tolleranza è qualcosa che si dovrebbe usare verso qualcuno che fa qualcosa di sbagliato, tollero i difetti della mia compagna perché la amo, tollero le difficoltà lavorative perché tutto sommato il lavoro mi piace (o ne ho bisogno per sopravvivere), tollero il caldo del mare perché almeno posso rilassarmi e fare il bagno, tollero la fatica di una salita in montagna perché pregusto quello che mi aspetterà sulla cima, tollero l'automobile che fa le bizze perché non ho soldi per comprarne un'altra, tollero la fatica di non mangiare i dolcetti perché sono a dieta. Ma non tollero un essere umano, e pretendo io stesso di non essere tollerato. Le persone vanno accolte, e vogliono essere accolte. Le persone vanno aiutate, e vogliono essere aiutate. Come ci si può aspettare un rispetto reciproco e uno scambio alla pari quando da una parte un gruppo tollera e dall'altro qualcuno viene tollerato? Tolleranza è sempre la parola sbagliata, se stiamo parlando di esseri umani, perché se si vuole instaurare un dialogo, se si vuole che ambo le parti dialoghino per trovare un accordo, non si può di certo farlo con una delle due parti inalzata a indicare l'altra col dito. Tolleranza è una parola terribile. Dialogo, accoglienza, sono le parole giuste. E ce ne sono certamente decine di altre, lungi da me imporre la parola giusta. Ma che tolleranza sia quella sbagliata mi sembra fuori da ogni dubbio.
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staipa · 6 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/e-colpa-tua-se-i-giovani-non-votano-smettila-di-prenderli-in-giro/?feed_id=1533&_unique_id=6659aac0ccb4f %TITLE% Siamo ad una nuova tornata elettorale. I soliti vecchi partiti propongono i soliti vecchi programmi. I diversamente giovani si scannano guardando locandine che ti dicono che se voti un partito farai meno fatica a bere dalla bottiglietta d'acqua perché è l'Europa cattiva a mettere i tappi anti-distacco, che se voti una donna brutta è peggio che se voti una donna bella, o che se voti un certo partito proteggeranno la tua casa. I giovani invece ignorano questa bagarre e si preoccupano sempre meno di votare, di scegliere. Sono molti i motivi per cui è importante votare, certo: Anche se non c'è il tuo partito ideale è probabile ci sia quello opposto al tuo ideale e puoi togliergli potere Se i giovani non votano, i diversamente giovani decideranno per loro Se ci dovessero essere illeciti e tentativi di direzionare il voto questi vengono mitigati solo se a votare sono in tanti Poi almeno se le cose vanno male puoi lamentarti, se non hai partecipato alla decisione sarebbe decisamente inappropriato Ma i giovani continuano a non votare. E quindi? Quindi vedo sempre più diversamente giovani cercare di convincere i giovani a votare, per lo più con la stessa retorica che gira attorno ai quattro punti di cui sopra. Ma perché i giovani non sono interessati? Secondo me la colpa è essenzialmente dei diversamente giovani stessi. Io ho un'età che nelle statistiche risulta intermedia tra i giovani, che in genere sono quelli sotto i 30, e i diversamente giovani che in genere sono quelli sopra i 50 e mi trovo davvero in mezzo. Vedo i problemi che hanno quelli più giovani di me e in parte godo di alcuni -pochi- dei privilegi di chi è più vecchio di me. Il motivo per cui i giovani non votano, ne sono convinto, è semplicemente perché non si sentono rappresentati. Non ci sono partiti degni di nota che puntino al futuro in maniera vera e credibile. Non ci sono partiti che pensano ai bisogni che hanno i giovani, le difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, le difficoltà a pagarsi gli studi, le difficoltà a rendersi autonomi, la lotta vera al cambiamento climatico passando da canoni di scientificità e non da slogan che non portano a nulla, gli stipendi da fame, i contratti a termine che si rinnovano infinitamente mentre le banche ti schifano, la libertà di essere ciò che si è senza doverne rispondere a qualcuno, una parità di genere che non sia di facciata, ma credo si potrebbe andare avanti a lungo. Di cosa parlano invece i partiti? Riforme relative alla UE per migliorarla secondo il punto specifico del partito specifico Maggior o minore sovranità degli stati Gestione del debito comune Creazione di un esercito comune europeo, o rafforzamento della Nato Gestione delle migrazioni Reddito minimo Blandi impegni verso la neutralità climatica Forse il reddito minimo potrebbe interessare a questi giovani, mentre sono occupati a saltare da uno stage all'altro e poi da un contratto temporaneo ad un altro. Forse gli impegni verso la neutralità climatica, anche se è probabile che chi fatica ad arrivare a fine mese non abbia a cuore moltissimo di quello che succederà il mese successivo, non tanto a cuore da dovercisi impegnare a fondo in prima persona almeno. E di chi è la colpa della loro sottorappresentanza? Dei giovani che non votano? Dei giovani che, in una nazione la cui media di età è sempre più alta e le nascite sempre più basse, sono ormai una minoranza? Se questa è la narrazione che vogliamo portare avanti è e rimarrà un cane che si morde la coda. Anche se votassero sarebbero sottorappresentati. E se votassero "il meno peggio" non farebbero che confermare a quel partito di essere sulla strada giusta e rafforzarne la posizione e l'immobilismo. La colpa non è dei giovani ma di tutti gli altri. Dei diversamente giovani e di quelli dell'età di mezzo come la mia che
passato il periodo della gioventù e risolti i (o abituati ai) problemi tipici di quell'età smettiamo di pensarci. Molti dei diversamente giovani pensano che il mondo del lavoro sia ancora come ai loro tempi, che basta impegnarsi e si emerge, molti della fascia intermedia pensano che da quando hanno trovato lavoro loro le cose non siano peggiorate ulteriormente. E se ne fottono. Non trovo un termine più preciso. Se ne fottono dei problemi dei giovani. E così i programmi elettorali sono costruiti sui desideri di chi giovane non è più. Sono costruiti su temi che interessano a chi giovane non è più. Si tratta solo della legge del mercato, se si vuole cambiare il mercato deve essere il consumatore ad agire e il consumatore ad oggi non sono i giovani. Solo che spesso aiutare i giovani a trovare lavoro o a guadagnare di più implica mettere in difficoltà qualche diversamente giovane che li deve assumere e pagare, o intaccare qualche pensione d'oro. Aiutare i giovani a sentirsi liberi di essere significa mettere in difficoltà qualche non giovane attaccato a determinate tradizioni. Aiutare i giovani implica mettere in gioco dei diversamente giovani che dovranno cambiare qualcosa delle proprie vite e che non hanno voglia di farlo. Se il mercato propone polli, e vende abbastanza polli da mantenersi, non si metterà mai a produrre tappi, se chi li chiede è una minoranza irrisoria. Produrrà polli di tipo diverso, inventerà alternative interessanti che possano portare via qualche consumatore di pollo e convincerlo a mangiare magari del tacchino, ma non produrrà mai tappi. Soprattutto se produrre tappi implica scontentare in parte chi vuole polli. Inizierà a produrre tappi solo quando i propri consumatori cominceranno a lamentarsi e a dire di volere tappi. Dobbiamo volere tutti i tappi, anche se non ci servono, dobbiamo volerli per loro. Ai diversamente giovani piace guardare i giovani e sorridere sotto i baffi dicendo c'è speranza, guarda che bravetti che sono, quando non passano il tempo a criticarli perché non sono come ai loro tempi quando a causa del boom economico i giovani erano una schiacciate maggioranza. Ma se si vuole speranza per il futuro bisogna lottare per i giovani, non osservarli come fossero animaletti. E dobbiamo essere noi a farlo. Non dicendogli è importante votare, ma pensando in ogni nostra azione quali sono le conseguenze su di loro. Dobbiamo essere una risorsa per loro, non il loro freno.
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staipa · 1 year ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/sul-conflitto-israelo-palestinese/?feed_id=1093&_unique_id=654e18cb126e3 %TITLE% Un tempo questo blog si chiamava "Staipa's Blog - PoesiPolemiPolitica", lo premetto per chi mi conoscesse o seguisse da poco, e invito anche a leggere la pagina Questo è un blog politico apartitico (https://short.staipa.it/politico), per chi avesse qualche dubbio. Il tema è già divisivo per partito preso, lo era ben prima di questo conflitto, ben prima della risoluzione Onu del 1948 (https://short.staipa.it/tkey9) e dell'olocausto della Seconda Guerra Mondiale, non sono uno storico, non sono un geopolitico e non ho nessuna intenzione di fare un riassunto tecnico di quanto accaduto, per questo posso rimandare a un video di GeoPop in cui il tutto viene spiegato in maniera chiara e senza troppe prese di posizione (https://youtu.be/hBImPpGnYKE) https://www.youtube.com/watch?v=hBImPpGnYKE Geopolitix: La questione Isreaelo-Palestinese raccontata bene Un mio obiettivo di vita è sempre quello di cercare non schierarmi a priori, e negli ultimi anni ho diminuito di molto il mio desiderio di discutere di determinati argomenti. Non perché non sia importante anzi, se posso scendo in piazza a manifestare ben più di quanto facessi un tempo, ma perché oramai internet e i social sono un guazzabuglio di litigi e di persone che sentono di poter dire qualunque cosa sempre e costantemente dalla parte della ragione e questo mi annoia terribilmente. Non c'è voglia di riflettere ma solo di attaccare e così il mio modo riflessivo e provocatorio di scrivere finisce per alimentare discussioni noiose e poco proficue. Lo stesso vale per voi ovviamente, se siete già annoiati di leggere questo articolo o se pensate già di sapere dove andrà a parare fatevi un favore: smettete pure di leggerlo. Ho comunque l'impressione che in determinati casi scrivere resti utile, se non altro lo è per me. In ogni modo il discorso è annidato, arrotolato e parte degli argomenti che tratto abitualmente in articoli come Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News (https://short.staipa.it/gsin5). Ma c'è una ragione più importante: sta morendo un sacco di gente e degli stronzi ci lucrano per ricevere consensi. Il riassunto lo farò a modo mio in ogni caso, due nazioni si odiano per motivi religiosi, politici, etnici, territoriali (tanto per cambiare) e non importa a nessuno chi dei due abbia ragione perché probabilmente nessuno ha mai una ragione completa. Il meccanismo è sempre lo stesso e può agire su ognuno di noi quando si semplifica troppo qualcosa di complesso, quando si cerca una ragione e un colpevole fuori e non ci si guarda dentro. Ne ho parlato anche in Perché odi gli immigrati. O gli omosessuali. O le donne. O i tossici. O… (https://short.staipa.it/ja0z9). Succede ovunque, in grande come in questo caso o nel piccolo dei continui stupidi scontri di "opinione" sui social. In questo caso, nello specifico si promette alla più debole delle due nazioni un'autonomia e non si fa nulla per portarla avanti perché gli interessi economici e culturali sono legati all'altra. La più debole decide di farsi sentire per smuovere la situazione, lo fa nel peggiore dei modi, con un atto terroristico assolutamente inaccettabile e vile, sì. Ma davvero così incomprensibile? La risposta dall'altra è uno schieramento di potenza mostruoso e l'inizio di un genocidio di massa in cui sono coinvolti indistintamente adulti, uomini, donne e bambini, azioni altrettanto terroristiche, inaccettabili e vili. (Guterres, a Gaza numero bimbi morti supera qualunque guerra https://short.staipa.it/l5poi). Non credo che nessuno sano di mente riterrebbe nessuno dei due atti come non terroristico, non inaccettabile e non vile. Non importano quali siano le motivazioni e quanto queste possano essere comprensibili. Le azioni che ne conseguono non sono accettabili. Non è questione di tifoseria, eppure tutti si stanno schierando. Indipendentemente
dall'azione fatta dall'una o dall'altra parte si stanno schierando o perché una religione è meno peggio dell'altra, o perché con una nazione ci sono interessi economici e con l'altra meno, o perché una delle due nazioni è più filoccidentale e l'altra più filorientale. Gi stati stessi si stanno schierando decidendo per i loro cittadini, ma si stanno schierando con o contro altri governi, non pensando ai i loro cittadini, non alle persone. Quelle che stanno venendo ammazzate, trucidate, uccise e che non hanno scelto questa guerra. Si sa, siamo in una società in cui Il bullismo viene spacciato come valore (https://short.staipa.it/sdktc), in cui la gestione passiva del bullo è oramai interiorizzata (https://short.staipa.it/4bdv2): o ci si schiera con il più forte o si resta a guardare, rendendo il bullo più potente, dandogli un tifo e un pubblico, dando valore alle sue atrocità. Per questo è importante parlare, urlare, manifestare una visione quando questa non è allineata con chi prende le decisioni, ma c'è modo e modo di manifestare e c'è una forma di coerenza che non è quella di chi fino a pochi mesi fa dava del pacifinto ai pacifisti e ora predica una pace. UNA pace, non LA pace. In entrambi i casi difendendo il più forte ovviamente, sia quando si trattava di dare del pacifinto sia quando ora si dichiara pacifista. Ci vuole uno sguardo più ampio e privo di assoluzioni, quelle le dà la religione: sia le assoluzioni che le scuse per combattersi. Vanno guardate le persone, gli assassini, le vittime, le popolazioni soverchiate e le nazioni potenti. Non è con l'eccesso di legittima difesa, con io tengo in casa un fucile e se qualcuno entra lo ammazzo che si risolvono le cose. Chi entra è colpevole, -se non sono stato io in precedenza a spingere verso quella situazione- ma questo non assolve le mie colpe quando colgo l'occasione per sfogare i miei istinti ammazzando. Se Hamas fosse la mafia, non sarebbe comunque distruggendo la Sicilia, abbattendo tutti i suoi ospedali, bombardando ogni casa che si sospetta contenere un mafioso, ammazzando tutti i siciliani che si combatterebbe la mafia. Contro questo voglio protestare, e su questo ogni cittadino dovrebbe riflettere: quanto è giusto che la propria casa, la propria famiglia, la propria vita vengano distrutte da una bomba quando non si è fatto personalmente nulla per provocare quella reazione? Questa domanda dovrebbe essere indipendente dalla religione, dall'appartenenza etnica, dalla posizione politica, altrimenti stiamo disumanizzando una fetta di umanità al pari di chi considerava altre etnie come esseri inferiori e accettando lo stesso genere di barbarie che ci orripila quando pensiamo allo schiavismo, al 1945 o al Massacro di Srebrenica. Stiamo guardando il bullo che invece di offendere, o rubare la merendina ammazza migliaia di persone innocenti perché pochi del loro gruppo hanno fatto qualcosa di deprecabile e ingiustificabile, ma pur sempre non quelli che stanno subendo ora il massacro. In fondo, nonostante i secoli, il progresso e la storia restiamo pur sempre gli stessi umani. “Restiamo umani”? Ma anche no. (https://short.staipa.it/uadcm)
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staipa · 1 year ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/bologna-2/?feed_id=912&_unique_id=64ca00a5c6abf %TITLE% Bologna 25/05/2004 (Da "Contrapposizioni" Stefano Giolo, Edizioni Il Filo) È ancora fermo a quell’ora l’orologio della stazione. Quando la gente saliva sul proprio sogno, per un viaggio che non era l’ultimo né il più bello forse, ma era il loro, la vita. Persone immerse nella routine, tristi, § felici, amanti, piccoli infanti. Ed ora sono un ora, una crepa in un muro coperte da torri lontane da persone non nostre che ci fanno pensare più che loro. ANTONELLA CECI anni 19 ANGELA MARINO ” 23 LEO LUCA MARINO ” 24 DOMENICA MARINO ” 26 ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA ” 57 VITO DIOMEDE FRESA ” 62 CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA ” 14 ANNA MARIA BOSIO IN MAURI ” 28 CARLO MAURI ” 32 LUCA MAURI ” 6 ECKHARDT MADER ” 14 MARGRET ROHRS IN MADER ” 39 KAI MADER ” 8 SONIA BURRI ” 7 PATRIZIA MESSINEO ” 18 SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA ” 34 MANUELA GALLON ” 11 NATALIA AGOSTINI IN GALLON ” 40 MARINA ANTONELLA TROLESE ” 16 ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE ” 51 ROBERTO DE MARCHI ” 21 ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI ” 60 ELEONORA GERACI IN VACCARO ” 46 VITTORIO VACCARO ” 24 VELIA CARLI IN LAURO ” 50 SALVATORE LAURO ” 57 PAOLO ZECCHI ” 23 VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI ” 23 CATHERINE HELEN MITCHELL ” 22 JOHN ANDREW KOLPINSKI ” 22 ANGELA FRESU ” 3 MARIA FRESU ” 24 LOREDANA MOLINA IN SACRATI ” 44 ANGELICA TARSI ” 72 KATIA BERTASI ” 34 MIRELLA FORNASARI ” 36 EURIDIA BERGIANTI ” 49 NILLA NATALI ” 25 FRANCA DALL’OLIO ” 20 RITA VERDE ” 23 FLAVIA CASADEI ” 18 GIUSEPPE PATRUNO ” 18 ROSSELLA MARCEDDU ” 19 DAVIDE CAPRIOLI ” 20 VITO ALES ” 20 IWAO SEKIGUCHI ” 20 BRIGITTE DROUHARD ” 21 ROBERTO PROCELLI ” 21 MAURO ALGANON ” 22 MARIA ANGELA MARANGON ” 22 VERDIANA BIVONA ” 22 FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ ” 23 MAURO DI VITTORIO ” 24 SERGIO SECCI ” 24 ROBERTO GAIOLA ” 25 ANGELO PRIORE ” 26 ONOFRIO ZAPPALA’ ” 27 PIO CARMINE REMOLLINO ” 31 GAETANO RODA ” 31 ANTONINO DI PAOLA ” 32 MIRCO CASTELLARO ” 33 NAZZARENO BASSO ” 33 VINCENZO PETTENI ” 34 SALVATORE SEMINARA ” 34 CARLA GOZZI ” 36 UMBERTO LUGLI ” 38 FAUSTO VENTURI ” 38 ARGEO BONORA ” 42 FRANCESCO BETTI ” 44 MARIO SICA ” 44 PIER FRANCESCO LAURENTI ” 44 PAOLINO BIANCHI ” 50 VINCENZINA SALA IN ZANETTI ” 50 BERTA EBNER ” 50 VINCENZO LANCONELLI ” 51 LINA FERRETTI IN MANNOCCI ” 53 ROMEO RUOZI ” 54 AMORVENO MARZAGALLI ” 54 ANTONIO FRANCESCO LASCALA ” 56 ROSINA BARBARO IN MONTANI ” 58 IRENE BRETON IN BOUDOUBAN ” 61 PIETRO GALASSI ” 66 LIDIA OLLA IN CARDILLO ” 67 MARIA IDRIA AVATI ” 80 ANTONIO MONTANARI ” 86
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staipa · 1 day ago
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Viviamo in una Cancel Culture
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/viviamo-in-una-cancel-culture/?fsp_sid=41 Viviamo in una Cancel Culture Negli ultimi anni, il termine cancel culture ha assunto un ruolo centrale nei dibattiti culturali, politici e sociali. La definizione del fenomeno è controversa, polarizzante, spesso influenzata dalle opinioni personali di chi lo descrive. Ma siamo sicuri che questa “cultura della cancellazione” sia un’invenzione moderna? Cos’è la cancel culture La cancel culture può essere definita come un processo collettivo di ostracismo nei confronti di una persona, un’idea o un’istituzione che viene ritenuta moralmente inaccettabile. In pratica, si tratta di una sorta di boicottaggio culturale: un attore, uno scrittore, un politico o persino un'azienda possono essere "cancellati" per comportamenti, dichiarazioni o azioni considerate offensive o dannose. Esempi di cancel culture La cancel culture si manifesta spesso nei social media, dove la viralità accelera i tempi del dibattito e amplifica il numero di persone coinvolte. I modi recenti in cui la cancel culture è stata applicata sono diversi: Celebrità e vecchi post: Molte figure pubbliche sono state “cancellate” per post su social o dichiarazioni fatte anni prima, spesso in un contesto storico e culturale diverso. Anche giornalisti stimati come Indro Montanelli a torto o ragione ne sono stati vittima (https://short.staipa.it/1lus0) e questo ha sollevato domande su quanto sia giusto giudicare il passato con gli standard del presente. Boicottaggi aziendali: Alcune aziende hanno perso clienti a causa di scelte pubblicitarie o dichiarazioni considerate offensive. Un esempio emblematico è il boicottaggio di marchi che hanno adottato campagne di marketing LGBTQ+. Opere artistiche sotto accusa: Film, libri o canzoni sono stati ritirati o criticati per contenuti ritenuti razzisti, sessisti o comunque inappropriati secondo i valori odierni. Alcuni sono stati addirittura modificati a posteriori cambiando dialoghi, o eliminando scene ritenute problematiche ma che un tempo erano considerate normali. Alcune statue sono state abbattute o deturpate. Questi casi hanno scatenato un acceso dibattito: da un lato, chi difende la cancel culture la vede come uno strumento per correggere ingiustizie storiche; dall’altro, c’è chi teme che porti a una censura soffocante, in cui il dissenso è punito ma non credo esista un metro di misura unico e universale. Per noi Cristoforo Colombo è notoriamente un personaggio importante e di cui andiamo fieri e che ha cambiato la storia ma come possono i discendenti dei nativi americani considerarlo un eroe e non un portatore di distruzione? Chi ha ragione? La cancel culture è un fenomeno moderno? Eppure, l’idea di cancellare ciò che non è conforme non è certo una novità, e non serve scomodare il racconto di 1984 George Orwell, il fascismo o grandi complottismi per trovarne esempi. Ne siamo letteralmente tanto immersi da non farci più caso. Talvolta sono proprio le persone che urlano contro la cancel culture i primi ad approvarla in determinati ambiti.La storia è piena di episodi in cui idee, culture o interi popoli sono stati “cancellati” da chi deteneva il potere. L’imposizione culturale nell’antichità Nell’antichità, conquiste territoriali e guerre spesso comportavano non solo la sottomissione politica, ma anche la cancellazione culturale. Gli Assiri, ad esempio, non si limitavano a conquistare territori: distruggevano le città e deportavano le popolazioni, cercando di eliminare le loro identità culturali. I Romani, che noi tanto ammiriamo, sostituivano spesso le religioni locali con il proprio pantheon o le adattavano, integrandole in modo da annullare le identità precedenti. Ma non erano solo i romani a imporre la propria religione. Il Medioevo e la riscrittura del sapere Con l’avvento del cristianesimo in Europa, molte opere della filosofia e della scienza antica furono censurate, distrutte o reinterpretate. Basti pensare alla censura di testi greci e romani considerati eretici (https://short.
staipa.it/cgszt). Non si trattava solo di religione: era un modo per imporre una nuova visione del mondo. Il ruolo della religione cattolica nella cancel culture Se guardiamo alla storia europea, è impossibile ignorare il ruolo della religione cattolica nella riscrittura culturale. La Chiesa, nel corso dei secoli, ha esercitato un’influenza tale da cancellare o trasformare molte pratiche e idee che non si conformavano alla sua dottrina. Le feste pagane trasformate in festività cristiane Un esempio classico è quello delle festività. Quando il cristianesimo si diffuse in Europa, si trovò di fronte a un mondo ricco di tradizioni pagane. La soluzione? Non cancellarle direttamente, ma sovrascriverle: Il Natale fu fissato il 25 dicembre, data che coincideva con il Sol Invictus, una festa romana dedicata al dio Sole. Questo permise ai cristiani di sostituire una celebrazione pagana con una cristiana, mantenendo però le stesse dinamiche sociali nonostante nessuna prova della nascita di Gesù in quella data. L'albero di Natale, tra l'altro, trova le sue radici nei riti pagani legati al solstizio d'inverno. In particolareGermanici e Scandinavi: Usavano decorare alberi sempreverdi per celebrare la resistenza della vita durante l'inverno. Gli alberi rappresentavano vitalità e rinnovamento, simboli di speranza durante i mesi più bui dell'anno. Celti e Romani: Durante i Saturnali, i Romani decoravano le loro case con rami di piante sempreverdi, simbolo di protezione dagli spiriti maligni. La Pasqua, festa della resurrezione, coincide con i riti di primavera delle popolazioni pagane, che celebravano la rinascita della natura. Perfino l'uovo è un simbolo antichissimo di rinascita e fertilità. Nelle tradizioni pagane, l'uovo rappresentava la vita che rinasce con l'arrivo della primavera. Ad esempio, le celebrazioni in onore della dea germanica Eostre (da cui deriva il nome inglese della pasqua, Easter) includevano simboli come uova e conigli, legati alla fertilità. Nell'antico Egitto e in Mesopotamia, l'uovo era associato al ciclo della vita e alla creazione. L'Assunzione di Maria(15 agosto), il Ferragosto, ha origini romane e deriva dalle Feriae Augusti, introdotte dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. come un periodo di riposo e celebrazione in onore della raccolta agricola e delle divinità della fertilità come Diana e Conso. Era una festività in cui si sospendevano le attività lavorative e si organizzavano giochi e feste. Ognissanti (1 novembre), si sovrappone alla festività celtica di Samhain, celebrata alla fine di ottobre e all’inizio di novembre. Samhain segnava la fine della stagione del raccolto e l'inizio dell'inverno. Era anche una celebrazione legata al mondo degli spiriti e alla connessione tra vivi e morti. Da cui deriva anche la versione d'oltre oceano: Halloween. La Zucca per esempio probabilmente è originaria proprio della festa celtica di Samhain dove rappresentava una lanterna per guidare gli spiriti. Epifania (6 gennaio), potrebbe aver preso ispirazione da celebrazioni precristiane legate ai cicli naturali e all’adorazione di divinità della fertilità. In particolare, in alcune culture pagane, il 6 gennaio segnava un momento di riti propiziatori per il raccolto o la celebrazione del solstizio d'inverno. I Fuochi di San Giovanni (24 Giugno) derivano dalle celebrazioni pagane del solstizio d'estate, in cui i falò erano accesi per purificare e proteggere. Questi riti furono trasformati in celebrazioni cristiane per onorare San Giovanni Battista. Questa strategia, non è forse una forma di cancel culture? Le tradizioni originali furono cancellate, o meglio, inglobate e trasformate al punto da essere dimenticate e quando finiscono per ritornare in forme moderne come appunto Halloween vengono ancora osteggiate come se provenissero da una cultura aliena. La differenza è che in questo caso noi siamo storicamente dalla parte di chi quelle culture le ha cancellate, e siamo arrivati dopo che lo sono state. Le diamo per scontate ma è stata la cancellazione di culture pregresse a creare la cultura che ci circonda.
La repressione delle pulsioni e della diversità Per secoli, la Chiesa cattolica ha cercato di sopprimere tutto ciò che non era conforme alla sua visione morale. Le pulsioni omosessuali, per esempio, furono bollate come peccaminose, portando intere generazioni a vivere in silenzio, nella paura e nella vergogna, ma prima dell'avvento del cristianesimo l'omosessualità o meglio la bisessualità era considerata piuttosto comune, anche se generalmente tra persone di età molto differenti. Allo stesso modo, la libertà di pensiero fu spesso limitata: il controllo sull’educazione, la censura dei libri e i processi per eresia sono solo alcuni esempi. Il dominio sonoro, simbolico e il potere Anche aspetti quotidiani come il suono delle campane delle chiese, che scandiscono le giornate dei paesi e delle città, sono una forma di imposizione culturale. Il suono delle campane non è neutrale: è un simbolo che ricorda il dominio della religione sul tempo e sulle vite delle persone. Indipendentemente che appartengano o no a quella religione, e in uno stato che è costituzionalmente laico (https://short.staipa.it/3voj7). Esistono migliaia di luoghi dove effettuare funerali cristiani (le chiese), ma non per i funerali civili o di altre religioni (https://short.staipa.it/2tg8f). E nel dubbio si tende a fare funerali in chiesa anche a chi in vita non se ne riconosceva parte. Il desiderio di imporre i crocefissi nei luoghi pubblici, nelle scuole, sulle vette delle montagne come fosse un simbolo che rappresenta tutti e non un simbolo divisivo tra chi appartiene a un gruppo e chi invece non vi si riconosce. Il Papa, sovrano assoluto di uno stato estero, che può permettersi di dire ad un altro stato di approvare o non approvare leggi (https://short.staipa.it/ql3a8). Sono tutti tentativi di imporre una cultura e cancellare tutte le idee che non vi si adeguino. Riflessioni sul presente e sul passato L’analisi storica della cancel culture ci permette di guardare al fenomeno contemporaneo con maggiore consapevolezza. È davvero qualcosa di nuovo? Oppure è semplicemente un nuovo capitolo di un’antica storia? Forse, la differenza sta nel fatto che oggi il potere di “cancellare” è più diffuso, non più riservato solo a chi detiene il controllo politico o religioso. Si è in qualche modo democraticizzata e così fa più paura. Rende più facile trovarcisi vittima. La cancel culture, in tutte le sue forme, pone una domanda fondamentale: chi ha il diritto di decidere cosa meriti di essere ricordato e cosa debba essere dimenticato? Integrare, non cancellare Invece di giudicare il fenomeno moderno, dovremmo chiederci come costruire una società che integri, piuttosto che cancellare. Possiamo riconoscere i torti del passato senza distruggere tutto ciò che rappresentano? Possiamo accettare che Cristoforo Colombo rappresenti sia un grande esploratore che l'iniziatore di una carneficina? Possiamo accettare che i discendenti dei nativi americani non ne vogliano una statua nelle loro città? Ovviamente è solo un'esempio, uno di quelli che probabilmente a nessuno dei miei lettori colpisce molto profondamente.Al contempo però possiamo imparare a convivere con le differenze, senza dover imporre una morale o una verità prescritte? La cancel culture non è nuova, ma la consapevolezza con cui la affrontiamo oggi può fare la differenza. Sta a noi decidere se vogliamo continuare a cancellare o iniziare a integrare. Leggere fatti e affermazioni, opere, comportamenti che oggi ci risultano offensivi considerandoli nel contesto in cui sono create senza interpretarle al di fuori del loro contesto nativo? Siamo sempre stati parti du una cultura che ha cancellato altre culture, proviamo a cambiare il passo, cercando di smettere di additare gli altri senza guardare sé stessi.Se nel passato qualcosa era accettato e oggi no è normale, ma invece di cancellare non sarebbe più utile ricordare il contesto? Ai tempi dei greci la pedofilia era comunemente accettata tra uomini vecchi e potenti e giovani virgulti che dovevano trovare una strada.
Parlarne, leggerne i racconti dei grandi filosofi e storici non significa accettare o sponsorizzare la pedofilia oggi, significa capire un contesto, accettarne la realtà e trarne le informazioni utili. Senza cori da stadio, senza tifoserie.
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staipa · 8 days ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/chiudo-il-mio-account-x/?feed_id=1751&_unique_id=6735e4fb9bce8 %TITLE% È sempre stato evidente che i social media hanno il potere di influenzare il nostro modo di vedere il mondo, con tutte le conseguenze del caso (short.staipa.it/ikbei). Viene regolarmente fatto a fini pubblicitari e questo seppure grave ha una gravità relativa, quando invece questo viene fatto per fini politici e di potere allora le cose cominciano a farsi serie e soprattutto superare il livello di accettabilità. Per questo ho deciso di disiscrivermi da X, la piattaforma di Elon Musk, una scelta non facile ma che sento necessaria. Le ragioni dietro una scelta Ho ammirato Elon Musk per i risultati tecnologici che ha raggiunto, non posso certo nasconderlo o sminuire questo lato del personaggio, ma negli ultimi anni ha dato più volte prova di non essere particolarmente equilibrato fino a mostrare di appartenere ad una linea politica sempre più polarizzata. I primi segnali ci sono stati già nel periodo dell'acquisto di Twitter, poi trasformato in X. Quella che per lungo tempo era stata una piattaforma di scambio libero e di innovazione, è diventata un campo di battaglia per opinioni che non rispecchiano più i valori di una discussione sana e costruttiva. La linea politica estrema e talvolta controversa di Musk ha plasmato X in una direzione che mi fa sentire, come utente, complice di una piattaforma che porta in sé il contrario dei valori in cui credo. La storia di quello che era Twitter è passata da rimuovere gli account violenti (short.staipa.it/0m1nl) tanto che Trump si era visto costretto ad aprirsi un suo social network (Truth Social) a diventare il megafono stesso di Trump e della sua violenza verbale, potenziando i suoi messaggi e diminuendo la visibilità dei suoi avversari come emerso anche da una inchiesta del The Wall Street Journal (https://short.staipa.it/frckx). Si è passati dal dubbio che si stesse limitando una certa libertà di espressione (perché violenta e istigatrice di reati) ad avere la certezza che questa venga spinta e usata come un valore dove la narrazione della prepotenza (e dell'ignoranza) fanno da padrone. (short.staipa.it/n1jbn) Le parole hanno un peso, e quando queste parole vengono amplificate da una piattaforma globale, si entra a far parte di un megafono per posizioni estreme che finiscono per dividere, anziché unire. Difendere uno spazio neutrale Scegliere di disiscriversi da X non è solo una questione di "non voler ascoltare"; è una forma di difesa di uno spazio neutrale in cui il dibattito possa ancora nascere senza imposizioni di ideali o filtri dettati da chi controlla la piattaforma. Sostenere il dialogo critico e costruttivo significa anche saper dire "basta" quando una piattaforma cessa di rappresentare questo valore. La decisione finale Credo che, talvolta, il miglior modo di prendere posizione sia disiscriversi da un sistema che non si riconosce più come proprio. Smettere di alimentarne le casse con le pubblicità che ci mostra e con i nostri dati. Essere consapevoli di ciò che scegliamo di seguire è un atto di responsabilità, verso noi stessi e verso la società. Sono convinto che ciascuno di noi meriti di avere accesso a piattaforme che rappresentino una pluralità di opinioni, senza pressioni politiche estreme. Per me non è molto conveniente dal punto di vista del numero di followers, dato che per una larga parte mi arrivano proprio da X (Instagram non è compreso in questa lista in quanto non permette l'inserimento di link diretti e quindi è difficile contarne il flusso reale) ma potrebbero essere ampiamente sostituiti da chi, nel frattempo, è passato a Mastodon. Confronto Click da Social Network Se mi state leggendo da Twitter, fateci un pensierino, è per questo che l'account lo chiuderò nei prossimi giorni e non oggi. Se avete ancora desiderio di seguirmi e di ricevere notifiche delle pubblicazioni potete farlo attraverso Mastodon (https://mastodon.
uno/@staipa) o gli altri social o potete iscrivervi alla Newsletter presente alla fine di questo articolo o al gruppo telegram che trovate qui: https://t.me/staipaIt. Ne avevo già parlato qualche anno fa in "Twitter è morto, lunga vita a Mastodon" (short.staipa.it/17hqq) ancora prima che Twitter finisse nelle mani di Elon Musk ed evidentemente continua ad essere utilizzato da persone interessate, e a portare followers interessati. Ve lo consiglio ancora. Nota di colore: Truth Social, il social reazionario di Donald Trump è basato proprio sulla piattaforma di Mastodon, ma generalmente nessuna istanza di Mastodon è federata e quindi mostra i suoi contenuti.
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staipa · 2 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/elogio-della-diversita/?feed_id=1689&_unique_id=66f3ea8acf61d %TITLE% Negli scorsi giorni sono stato colpito dal discorso di Winona Rider per i festeggiamenti per la mattonella di Tim Burton sulla Hall Of Fame Tim, la tua amicizia è stata un dono immenso. Quando ti ho incontrato, ero una ragazzina strana. Mi hai dato fiducia in me stessa, mi hai mostrato che si può andare contro le maree del conformismo. La tua inclusività creativa ha reso l'essere strana non solo accettabile, ma qualcosa di bello, da celebrare. Winona Rider su Tim Burton Uno dei pregi di internet credo sia stato esattamente questo. Rendere più normale chi si in passato si è sentito strano. Io sono uno di questi, per una serie infinita di motivi che si notano in molti aspetti della mia vita fin dall'infanzia. Io ho voluto una Barbie perché il mio Big Jim non fosse solo, giocavo più spesso con le ragazze perché non mi piaceva il calcio, ho scelto di suonare il sassofono quando avevo sei o sette anni e ho insistito finché i miei genitori non hanno ceduto all'evidenza che quello era il mio strumento, ho praticato moltissimi sport ma nessuno di quelli che la gente guarda in TV, a parte lo sci che è comunque relativamente di nicchia. Ho sempre prediletto quelli individuali e che avessero a che fare con la natura. Ero quello a cui gli amici chiedevano consigli, non perché dessi la risposta giusta, ma perché davo la risposta diversa. Oggi gestisco un blog che non serve a niente e non va più neppure di moda, ma qualcuno mi segue lo stesso, vado in giro con un'auto vecchia di sessant'anni (nel 2025), faccio ancora sport strani, ma insomma chi mi segue qui un po' di cose immagino le noti. Soprattutto sulle mie posizioni politiche raramente allineate a qualcuno ma sempre aperte all'inclusività delle minoranze, la difesa dei più deboli e l'osteggiare i bulli. Si soffre a sentirsi diversi. Si soffre perché non si ha con chi confrontarsi e quando si prova a confrontarsi le persone tendono ad omologarti e inquadrarti nei loro schemi e tu puntualmente non riesci a riconoscerti in nessuno di questi. Si soffre perché alla fine ci provi a infilarti in quelle scatoline, a sederti buono buono per essere riconosciuto dall'una o dall'altra parte ma poi ti rendi presto conto che sei seduto scomodo. Che in quel posto, in quella posizione proprio non riesci a starci. Alla fine sgusci fuori, ti mostri per quello che sei e ti ritrovi solo. A seconda delle età ti ritrovi anche preso in giro, o offeso, o semplicemente tagliato fuori da determinati ambienti che richiedono un senso di appartenenza che tu pur sforzandoti non riuscirai mai ad avere. Non sei un mostro. Non lo sei affatto, ma tante volte ti fanno credere di esserlo perché tutto ciò che sfugge al controllo per molte persone è male. Soprattutto per le persone conservatrici, o per le persone religiose ma non solo. Finisci per inserirti in ambienti in cui bullizzare è talmente istituzionale da non essere neppure percepito da chi perpetra il bullismo. Quando si da per scontato che tutti la pensino in un modo e tu non sei tra quelli. Ci si sente come un vegano continuamente invitato a grigliate di carne. Continui dirlo, "Raga, io non mangio carne", e continuano a risponderti "Non sei obbligato a mangiarla, ci sono queste buonissime verdurine gratinate al formaggio". Alla fine o ti adegui o smetti di andare, "che strano quel tipo" dicono loro derubricheranno il problema. Finisci per cercare di circondarti solo di persone come te, strane, fuori dalla media. Internet invece ha cambiato le carte in tavola. Non in maniera sostanziale, gli umani continuano a restare umani. (short.staipa.it/a01du). Nei primi anni, prima dell'arrivo dei moderni Social Network i forum tematici, erano un coacervo di gente strana, strana come me, strana come noi. Erano un modo per conoscersi prima per iscritto e poi di persona come a molti di noi strani piace ma senza l'intermediazione lenta della posta tradizionale.
Improvvisamente il mondo, si è accorto che le persone strane non erano così rare, e quindi appunto strane. Più precisamente che esisteva una quantità di persone che si riconoscevano come tali sufficiente a farne un possibile target pubblicitario. Basta guardare le serie TV. Nel 1974, ben prima di internet, la stranezza veniva rappresentata con personaggi come Potsie di Happy Days, probabilmente il personaggio in cui è stato introdotto il termine nerd. Il personaggio è essenzialmente una persona goffa, ingenua e un po' troppo rigida, il bersaglio perfetto degli scherzi di Fonzie, il quale diceva che tutti gli appassionati di scienze e matematica erano dei nerd, assimilando determinati interessi all'essere sfigato. Nel 1989 arrivava Internet e contemporaneamente Screech di Bayside School e Steve Urkel di 8 sotto un tetto. Il primo era il personaggio strano della sit-com, con una voce strana, bravissimo a fare i compiti e che in possesso di un robot. Non era un personaggio bellissimo ma meno negativo che in passato. Il secondo era divertente e piaceva al pubblico ma si trattava sempre di un personaggio occhialuto, con la voce nasale, vestito con pantaloni a vita altissima sostenuti da bretelle e goffo nei rapporti sociali. Insomma divertente, eh? Ma chi vorrebbe sentirsi rappresentato da lui, o vorrebbe essere lui? Poco dopo è arrivato Carlton Banks in Il Principe di Bel-Air, nel 1990. Forse il primo nerd vestito quasi normale e con una fissa per Tom Jones invece che per qualche materia scientifica Dobbiamo arrivare probabilmente a Ross Geller di Friends, nel 1994 per avere un nerd simpatico, che possa avere relazioni sentimentali e che non venga preso in giro costantemente per le sue stranezze. Internet era già comune, almeno tra i nerd. I forum erano già una realtà consolidata anche se non in Italia era ancora agli inizi. Da lì è stata una marcia trionfale del nerd. I Geeks di Freaks and Geeks, e Rory Gilmore di Una Mamma per Amica, nel 2000, hanno iniziato ad insegnarci che essere strani poteva essere un valore in cui riconoscersi. Sono passati 24 anni ma la cosa non è ancora chiara e c'è ancora bisogno di ribadirlo. Poi nel 2007 arrivano Chuck Bartowski in Chuck e Sheldon, Leonard, Howard, Raj,, Bernadette, Stuart e alla fine perfino Penny alla fine in Big Bang Theory a rendere bello il nerd, o in generale lo strano. Non solo presentandoli come personaggi ma iinnalzandoli a protagonisti, affrontandone le difficoltà. Sono tutti un'estremizzazione di qualche lato che molti di noi che si ritengono diversi dalla media hanno. Sono personaggi che vanno fieri di come sono e che imparano a integrarsi nella società senza perdere il proprio status, senza nasconderlo. Elliot Anderson, in Mr. Robot del 2015 infine è l'esempio definitivo dello sdoganamento, una serie non per nerd, non basata su riferimenti a supereroi, fumetti, giochi di ruolo e nerdate varie che porta un personaggio disagiato e in difficoltà sociale ad essere il cardine di una rivoluzione di livello mondiale. Il mondo sta cambiando, ed è un bene. E non c'entra con le mode, quelle per cui la stessa persona il giorno prima adora Barbie e vorrebbe essere come lei e il giorno dopo adora Mercoledì e vorrebbe essere come lei. Il mondo sta cambiando perché oggi si può sentirsi diversi dalla media e manifestare questa propria diversità trovando chi la pensa come noi, chi vive le stesse difficoltà senza necessariamente doversi inquadrare in una casella. Per questo, è importante oggi più che mai la diversità, essere fieri di sentirsi diversi, essere fieri di rifiutare l'omologazione e lottare contro gli inconsapevoli bulli che appartengono alle maggioranza. È manifestando ciò che siamo realmente che troviamo chi ci può capire, è mostrando ciò che siamo che ci possiamo sentire accettati e ci possiamo accettare. Chi non vuole capire non conta. Non è essere accettati da tutti che ci può rendere felici ma accettare noi stessi. Giunti a questa consapevolezza tutto il resto smette di essere di un qualunque interesse.
Se ti senti diverso ricorda che ci sono milioni di persone là fuori che si sentono allo stesso modo e che può essere facilmente trovarle, se non sotto casa nella rete. Diverso non è strano. Diverso è bello, un valore in più che ti rende speciale.
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staipa · 4 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-disinformazione-nel-ring-come-la-propaganda-ha-trasformato-due-pugilesse-in-bersagli/?feed_id=1617&_unique_id=66b351d3d338d %TITLE% Non sono uno "sportivo", non come lo intende chi lo sport lo segue dalla poltrona, e non sono particolarmente attratto dagli sport competitivi. Ma come ormai si nota sono attratto dai temi sociali e politici e per qualche motivo queste Olimpiadi 2024 sembrano più interessanti per questi ultimi che per le performance sportive. A questo punto, tocca scriverne. Tutto è iniziato con un banchetto dionisiaco in cui qualcuno ha visto un'ultima cena, nonostante un tizio vestito di blu con in testa frutta e verdura su un tavolo pieno di fiori e frutta non ricordasse propriamente un richiamo ai miti giudaico-cristiani. Tuttavia, era un buon modo per fare polemica, per offendere la Francia e il suo senso di libertà, per far parlare di sé come difensori di qualcosa che non ha gran bisogno di essere difeso. Il tutto, badiamo bene, perché gli attori non erano normo conformati a quanto prescritto dagli uomini di chiesa. In fondo, la solita invidia per la capacità dei Francesi di essere liberi e di manifestare il proprio senso di libertà. Sarebbe potuta finire lì, avrebbe potuto non sembrare solo un pretesto per parlare ancora e lamentarsi ancora del fantomatico complotto mondiale del gender, lo sarebbe stato se si fosse chiusa lì, fino all'arrivo dell'incontro tra Imane Khelif e Angela Carini. A quel punto, un'atleta che da anni sta facendo la propria normalissima carriera, di cui nessuno si è lamentato, è diventata praticamente il caso mediatico del millennio. Per capire se questo sia solo un pretesto, come quello di scambiare un banchetto con un uomo blu pieno di frutta per l'ultima cena, forse basta seguire la storia di questa notizia. La presunta notizia di due pugili "uomini" alle Olimpiadi del 2024 è un esempio emblematico di come l'ecosistema dell'informazione contemporaneo possa distorcere la realtà. Sì, perché in realtà l'avversaria della nostra atleta italiana non era l'unica in una situazione simile. Parlare di questa vicenda e di come si sia sviluppata è un buon modo di parlare di come le posizioni radicali possano mescolarsi indistintamente con il mainstream, e come insinuazioni, diffamazioni e fatti possano confondersi fino a creare narrazioni ingannevoli. Le principali vittime di questa disinformazione sono state l'algerina Imane Khelif, soprattutto in Italia, e la taiwanese Lin Yu-ting. Queste atlete però rappresentano solo gli ultimi bersagli di una guerra ideologica che va avanti da molto tempo e che non si concluderà con le Olimpiadi di Parigi, né con l'introduzione di nuove regole per le future edizioni, posto che le regole attuali sui livelli di testosterone non siano già sufficienti. Il primo sito di rilievo a riportare la notizia della presunta partecipazione di due pugili squalificate dall'IBA alle Olimpiadi di Parigi è Reduxx, un sito che si autodefinisce di "notizie femministe" ma che in realtà pubblica esclusivamente articoli negativi sulle persone trans. La strategia di Reduxx è simile a quella di altri siti o pagine razziste che pubblicano solo notizie di reati commessi da immigrati, creando così una percezione distorta e pericolosa di interi gruppi sociali. Tra le co-fondatrici di Reduxx c'è Anna Slatz, nota per le sue collaborazioni con siti di estrema destra come Rebel News o The Publica, dove i contenuti transfobici si mescolano a quelli razzisti e alle teorie cospirazioniste sui vaccini. L'articolo di Reduxx, pubblicato il 27 luglio, evita termini come "atlete transgender" o "maschi", utilizzando invece eufemismi e insinuazioni, spesso con l'uso di virgolette ("female boxers"). Slatz avanza l'ipotesi che le atlete in questione possano avere un Disordine dello Sviluppo Sessuale (DSD), e cita la questione dei "cromosomi" nel titolo, riferendosi a un lancio dell'agenzia Tass del marzo 2023 e a un articolo di Russia Today.
L'articolo include anche un'intervista con una co-fondatrice dell'Independent Council on Women’s Sports, che ribadisce l'importanza di reintrodurre i test del sesso alle Olimpiadi. Secondo questa intervista, le federazioni dei paesi delle due atlete avrebbero approfittato delle dispute tra IBA e CIO per "far salire pugili maschi sul ring contro le donne, competendo per le medaglie olimpiche femminili". La rilevanza dell'articolo di Reduxx è duplice: non solo per la tempistica, ma anche perché introduce le parole di Kremlev e il sospetto che le due atlete siano "uomini". Il discorso sui "corpi maschili" e la transfobia esplicita sono sostituiti da discussioni su cromosomi, livelli di testosterone e DSD. La diffusione dell'articolo di Reduxx non è limitata ai circuiti del femminismo critico nei confronti del gender, ma coinvolge anche figure di spicco che condividono posizioni contro l'ideologia gender, come il biologo evoluzionista Richard Dawkins. Dawkins, riprendendo le parole di Kremlev, parla di "uomini mascherati da donne". The Guardian, con un articolo del 29 luglio firmato dal giornalista sportivo Sean Ingle, contribuisce ulteriormente a diffondere la voce sui cromosomi. Ingle, che ha trattato spesso le questioni relative all'ammissione di atleti trans nelle federazioni sportive femminili, cita Kremlev senza contestualizzare le accuse transfobiche né i dubbi sui test condotti. Ad esempio, non menziona che le due atlete non avevano superato un test del Campionato Mondiale del 2022, ma era stato loro permesso di partecipare l'anno successivo dopo aver effettuato il test nelle fasi finali. Né specifica che la decisione di squalifica nel 2023 era stata presa da Kremlev e un altro dirigente e successivamente ratificata dal direttivo, o che la federazione taiwanese avesse effettuato test di verifica. Un altro aspetto peculiare di come Ingle ha gestito il caso è in un tweet dove condivide le domande inviate al CIO. La prima recita: “Il CIO pensa sia giusto che chi è passato attraverso una pubertà maschile abbia la possibilità di competere nelle categorie femminili - dove i rischi per la sicurezza sono alti?”. Mentre la seconda chiede un commento su chi accusa il CIO di “sminuire le fondamenta stesse della categoria femminile”. La domanda insinua così un’informazione non vera, ossia che le due atlete squalificate siano passate attraverso una pubertà maschile, o che alle Olimpiadi ci siano “maschi biologici” nelle categorie femminili. https://twitter.com/seaningle/status/1818317476184440905 Sono quindi domande che portano nello scenario concreto (il caso della squalifica e dei test) degli scenari fittizi e dei sospetti, in un clima già inquinato dalla disinformazione. Difatti poi nella fase finale dell’articolo si riporta un dato scientifico che serve solo ad alimentare il framing “uomini che picchiano le donne sul ring”: “Le ricerche scientifiche”, scrive Ingle, “hanno dimostrato che la potenza media di un pugno di chi è passato attraverso una pubertà maschile è superiore del 162% rispetto a quello di una donna”. Dopo la pubblicazione dell’articolo, il caso dilaga ed è ormai discusso ovunque, dalle editorialiste gender critical della stampa britannica a Donald Trump, Elon Musk e J.K. Rowling. Personaggi notoriamente critici verso queste tematiche. https://twitter.com/realDonParody/status/1818999754526753235 https://twitter.com/elonmusk/status/1818986936310075743 https://twitter.com/jk_rowling/status/1819007216214573268?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1819007216214573268%7Ctwgr%5E17eb2bb1752843ba18dbdc3649b7942d4187b5b6%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fdeadline.com%2F2024%2F08%2Fjk-rowling-elon-musk-attack-olympics-imane-khelif-angela-carini-boxing-1236028749%2F Nonostante uno di loro abbia una figlia transessuale (https://short.staipa.it/jxtf3). La storia di Lin Yu-ting, in Italia quasi ignorata, è particolarmente significativa. L'opinione pubblica taiwanese ha alzato gli scudi dopo dato che è stata proprio la violenza di genere a spingere la ragazza verso la boxe.
Figlia di un padre violento è stato il desiderio di proteggere la madre a portarla a scoprire la sua vocazione sportiva. In tutto questo nessuno, al di fuori di chi ha fatto le analisi e certificato la loro idoneità sa davvero nulla di cosa ci sia, o non ci sia, di diverso nelle due donne rispetto alle loro concorrenti. L'IBA stessa, unica a dare dettagli, li ha dati contraddittori, dichiarando in una fase perfino che la squalifica del 2023 non fosse relativa a un problema con il testosterone. Questo non ha impedito a politici e persone di spettacolo di cavalcare le opinioni, di bullizzare con la solita narrazione della prepotenza (e dell’ignoranza) (https://short.staipa.it/g4kud). Con lo scudo della violenza sulle donne e della loro difesa non si sono preoccupati di cosa voglia dire per una atleta olimpica essere sotto i riflettori delle accuse, degli insulti e delle offese del mondo intero proprio durante una competizione della quale non ha violato nessuna regola e nella quale è stata valutata, analizzata e accettata pienamente. Il tutto proprio durante la competizione. Se fosse accaduto un analogo tentativo di intimorire un qualsiasi altro atleta prima di un incontro per un qualunque altro motivo, chiunque avrebbe capito quanto sbagliato fosse. Si sarebbe addirittura parlato di incontro truccato nei confronti dell'altra parte, in questo caso probabilmente altrettanto vittima di una pressione sociale mostruosa. Cosa sarebbe accaduto se a cadere sotto la pressione mediatica fosse stata l'atleta algerina? Questa storia mostra come la disinformazione possa distorcere la realtà e danneggiare le persone, creando un clima di sospetto e odio basato su pregiudizi e disinformazione, ed è proprio su questo clima di odio che si basa la campagna politica di molti. Di tutti quelli che hanno cavalcato quest'onda senza sapere nulla della realtà, perché nulla è stato ufficialmente detto. Parole al vento, bullismo contro due atlete olimpiche durante le competizioni, e nessuna scusa.
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staipa · 6 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/genocidio/?feed_id=1511&_unique_id=664dcd81a61cf %TITLE% Genocidio. "Il termine “genocidio” non esisteva prima del 1944. Si tratta di un termine molto specifico, che indica crimini violenti commessi contro determinati gruppi di individui con l’intento di distruggerli. I Diritti Umani, così come stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazione Unite del 1948, riguardano i diritti fondamentali degli individui. Nel 1944, un avvocato [...], Raphael Lemkin (1900-1959), cercò di descrivere le politiche naziste di sterminio sistematico che prevedevano anche la distruzione degli Ebrei Europei. Egli coniò la parola “genocidio” unendo il prefisso geno-, dal greco razza o tribù, con il suffisso -cidio, dal latino uccidere. Nel proporre questo nuovo termine, Lemkin aveva in mente “l’insieme di azioni progettate e coordinate per la distruzione degli aspetti essenziali della vita di determinati gruppi etnici, allo scopo di annientare i gruppi stessi” Non ho scelto una definizione a caso. Ho scelto quella del United States Holocaust Memorial Museum (https://short.staipa.it/46ndr), credo quindi possa essere tranquillamente condivisibile da ogni parte in causa. L'articolo stesso prosegue con la definizione data dalle Nazioni Unite nella Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio: Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale: (a) uccisione di membri del gruppo; (b) lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo; (c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; (d) misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo; (e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro. Ad oggi sono morti circa 35.000 cittadini palestinesi (https://short.staipa.it/lkkt8), feriti 78.755, in 221 (Dato aggiornato al 15 maggio 2024) significa su per giù 160 morti al giorno, 490 feriti. Gli Israeliani morti d'altra parte si contano nell'ordine delle centinaia in totale. Quindi intorno al centesimo dei morti palestinesi. (a) uccisione di membri del gruppo; Nel frattempo, i soldati Israeliani si filmano e pubblicano sui social i loro video mentre deridono i civili palestinesi (https://short.staipa.it/yq8fz), in rete è possibile trovare anche video dove gli stessi defecano sui tappetini da preghiera dei palestinesi, distruggono simboli religiosi o fanno scritte offensive in luoghi sacri. (b) lesioni gravi all'integrità fisica o mentale di membri del gruppo; (c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; Circa la metà dei morti palestinesi sono minorenni (https://short.staipa.it/78wvi), ci sono video di soldati che ammazzano bambini a sangue freddo (https://short.staipa.it/if3zs) Ora, dobbiamo discutere sul singolo cavillo legale e capire se ci sia trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro o meno? Se le lesioni siano sufficientemente gravi o meno? Se l'ammazzare bambini sia interpretabile o meno come misure miranti a impedire nascite all'interno del gruppo o se ammazzare tutti lo sia? Vogliamo stare a discutere se la parola Genocidio si possa dire liberamente sui media o se debba essere censurata tanto da dover fare una dichiarazione ufficiale da parte di una rete nazionale? (https://short.staipa.it/bdmwy) Stiamo discutendo su stronzate mentre la gente laggiù muore, discutiamo di cavilli, guardiamo la polizia fare cariche su chi solleva la questione dell'incoerenza dell'occidente (https://short.staipa.it/5u99j) mentre gli stessi che mandano aiuti a Gaza vendono armi a chi la sta radendo al suolo. E chi è che vende le armi a Israele? La classifica dei maggiori esportatori di armi contiene:
Stati Uniti Germania Italia Sì, l'Italia sta guadagnando un botto di soldi grazie al Conflitto Israelo-Palestinese (https://short.staipa.it/uwy4q) e ipotizzare che il terzo venditore di armi a Israele si schieri contro questo conflitto temo possa essere da ingenui. Ma è importante saperlo. Perché può permetterci di guardare le notizie con un'ottica diversa. Di scegliere se fidarci ciecamente delle fonti governative come la RAI che ha i suoi ormai noti problemi di libertà di espressione (https://short.staipa.it/o4724 ) o provare a informarsi da fonti diverse. Il difficile è ovviamente non cadere dall'altra parte nel complottismo o nell'anti-semitismo, perché non è questione di diffidare o odiare una specifica etnia, non nel caso di noi che siamo solo osservatori almeno, ma piuttosto di una certa ideologia. Sono perfettamente consapevole che la goccia che ha fatto scatenare la guerra sia stata un brutale attentato palestinese ma anche fermarsi a questo senza analizzare quello che c'è stato prima (https://short.staipa.it/dat6g) è estremamente limitante. D'altra parte non ha senso alimentare l'odio che già c'è verso gli ebrei in genere, né cittadini delle nazioni in cui viviamo né cittadini generici di Israele stesso. Sono i sionisti a portare avanti l'ideologia politica della distruzione di chiunque stia sul territorio che considerano la loro terra promessa, e il sionismo è un movimento politico/religioso (https://it.wikipedia.org/wiki/Sionismo), non una intera religione, non una intera etnia.
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staipa · 7 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/instagram-ha-deciso-di-nascondere-i-post-con-argomenti-politici/?feed_id=1484&_unique_id=662f7ac0aa183 %TITLE% Instagram, e di conseguenza Threads, ha aggiunto silenziosamente una modifica che diminuisce la vista di post che siano ritenuti di sfondo politico. Lasciamo perdere le capacità tecniche di riconoscere davvero cosa sia politico e cosa no, credo che molti vorrebbero sapere che questa opzione sia stata attivata e che l'impostazione predefinita è quello di vedere argomenti politici. Ovviamente la modifica ha un duplice aspetto, se da un lato chi non vuole vedere contenuti politici viene "protetto" (e chi vuole vederli non sa che qualcuno ha deciso comunque di "proteggerlo"), dall'altro chi produce esclusivamente o parzialmente contenuti di carattere politico sa che da questo momento in poi la sua vita su questi social sarà molto più difficile, uno dei tanti motivi per cui io sono e resto sul mio sito e utilizzo i social solo come finestra di condivisione. Alla faccia della libertà di espressione. Per chi fosse interessato a rimuovere questa opzione il percorso è impostazioni -> contenuti suggeriti -> Contenuti di natura politica.
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staipa · 8 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/le-soluzioni-semplici-sono-quelle-sbagliate/?feed_id=1393&_unique_id=660558def2dc0 %TITLE% Le soluzioni semplici sono quelle sbagliate. Anche questo slogan, per esempio, è sbagliato. Perché si tratta di una semplificazione spinta. Esistono moltissimi problemi nel mondo, problemi che spesso possono essere visti da molteplici lati e posizioni, ideologiche e no. Il riscaldamento globale, l'inquinamento, i diritti delle donne, la biodiversità, le guerre nel mondo, la povertà, l'immigrazione, le pensioni, la riduzione delle nascite, l'invecchiamento del paese, la gente che dice cattiverie sui social, fare la radice quadrata, il calo della qualità media del giornalismo, la sicurezza informatica, trovare un modo di guadagnare di più, l'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta... chiunque stia leggendo potrebbe aggiungere decine di tematiche che ho mancato di inserire e che per lui sono più importanti di queste, o meno importanti. Cambia poco. Quasi nessuna sarà esprimibile in un solo modo e in maniera semplice e lineare. Ne prendo quattro a caso cercando di dirne il poco che so in poche righe, solo come esperimento mentale. Non abbiatene a male se ignorerò moltissimi aspetti delle tematiche stesse. Ho scelto le tematiche a caso. Giurin giurello. Invecchiamento del paese Fabbisogno di figli: In molte società sviluppate, la tendenza è verso la riduzione del numero di figli per coppia, anche dovuto alla scarsa mortalità infantile che spinge a non fare figli in sovranumero. Aumento dell'età media: I miglioramenti nella sanità e nelle condizioni di vita hanno portato a un aumento dell'aspettativa di vita. Cambiamenti nel lavoro e nella carriera: L'aumento delle opportunità di istruzione e la crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro hanno portato a scelte diverse riguardo al momento in avere figli e all'interesse di averne. Migrazione: In Italia, come in molti altri paesi europei, c'è stata una significativa migrazione di persone più giovani verso altri paesi per motivi di lavoro. Cambiamenti culturali: Le idee culturali riguardo al ruolo della famiglia, dei figli e dell'invecchiamento possono influenzare le decisioni riguardanti la maternità/paternità. Condizioni economiche e lavorative: un paese con un alto livello di precariato e con accesso al mondo del lavoro estremamente difficile e ritardato può influenzare la decisione delle persone di avere figli. Politiche governative: Le politiche governative riguardanti la famiglia, la presenza di asili sul territorio, la sanità, l'assistenza agli anziani e l'immigrazione possono influenzare la struttura demografica della popolazione. Riscaldamento Globale Emissioni di gas serra: Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) per la produzione di energia elettrica, il trasporto, l'industria e il riscaldamento, rilasciano grandi quantità di gas serra (come anidride carbonica, metano, biossido di azoto e altri). Questi gas intrappolano il calore e provocano l'effetto serra, riscaldando il pianeta. Deforestazione: L'abbattimento degli alberi, soprattutto nelle regioni tropicali, rimuove un importante assorbitore di anidride carbonica dall'atmosfera, mentre la combustione dei boschi rilascia grandi quantità di carbonio nell'aria. La perdita di foreste riduce la capacità della Terra di assorbire il carbonio atmosferico attraverso la fotosintesi. Agricoltura intensiva: L'uso di fertilizzanti azotati produce ossido nitroso, un potente gas serra. La gestione del bestiame produce grandi quantità di metano, soprattutto attraverso la digestione degli animali e lo smaltimento dei rifiuti. La conversione di terreni naturali in campi coltivati riduce la capacità del suolo di assorbire il carbonio. Industrializzazione e processi produttivi: Le attività industriali, come la produzione di cemento e l'acciaio, rilasciano grandi quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.
Trasporti: I trasporti, sia su strada che marittimi, sono responsabili di una significativa quantità di emissioni di gas serra. I veicoli a motore che bruciano carburanti fossili rilasciano anidride carbonica e altri gas serra nell'atmosfera. Il trasporto marittimo fonte di ossido nitroso e zolfo che contribuiscono all'effetto serra e all'inquinamento atmosferico. Sfruttamento e uso dei combustibili fossili: L'estrazione, il trasporto e l'uso di combustibili fossili sono associati a perdite di gas metano e idrocarburi, oltre alle emissioni di anidride carbonica. Le attività di estrazione possono portare anche a perdite accidentali di metano, un gas serra molto più climalterante dell'anidride carbonica. Rifiuti e smaltimento: I rifiuti organici in discarica producono metano mentre si decompongono anaerobicamente. Il trattamento dei rifiuti tramite incenerimento, se non correttamente gestito, può rilasciare anidride carbonica nell'atmosfera. Urbano e sviluppo delle aree industriali: L'espansione delle aree urbane e industriali comporta la perdita di terreni naturali e la distruzione degli habitat, riducendo la capacità del suolo di assorbire il carbonio. L'urbanizzazione porta ad un aumento del consumo energetico per il riscaldamento, il raffreddamento e l'illuminazione degli edifici. Crescita demografica e sviluppo economico: L'aumento della popolazione mondiale e lo sviluppo economico hanno portato ad un aumento della domanda di energia, trasporti, alimenti e beni di consumo, contribuendo così alle emissioni di gas serra e al riscaldamento globale. Fare la radice quadrata Beh. Lo sapete, la radice quadrata non è semplice senza una calcolatrice, esistono metodi matematici iterativi ma sono tutti complessi. O forse no? L'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta Il secondo principio della termodinamica: È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l'apporto di lavoro esterno (formulazione di Clausius). E le soluzioni? Se prendiamo in esame questi quattro problemi, ma lo stesso vale per qualunque altro problema complesso, spesso le soluzioni che vengono proposte sono troppo semplici. Sul tema dell'invecchiamento del paese si parla di dare incentivi economici alle famiglie con più di n figli, o si parla di dare incentivi ai giovani che sono emigrati per tornare nel paese, ma basta questo per risolvere? Questo genere di incentivi economici non prendono in considerazione il cambiamento culturale, il diritto di autodeterminarsi delle donne e delle coppie in genere, la parità di diritti e salari della donna e l'uomo, le difficoltà ad avere un lavoro stabile, i salari bassi, i costi degli affitti e della vita... Per quanto riguarda il Riscaldamento Globale la situazione è ancora peggiore. Si parla spesso di come soluzioni che incrementino la presenza di produzione di energie solari o eoliche sarebbero in grado di risolvere il problema come se un sistema di produzione elettrica instabile e discontinuo possa avere effetto sulla produzione di gas climalteranti (che non sono solo la CO2) prodotti in una molteplicità di situazioni. Si parla spesso di come piantare qualche migliaio di alberi sarebbe una grande soluzione agli stessi problemi, quando gli alberi assorbono solo una minuscola quantità di CO2 e non gli altri gas climalteranti. Sia chiaro, non sono contro gli incentivi alle famiglie, come non sono contro il piantare alberi o l'incentivare l'energia solare, ma serve essere in grado di comprendere gli ordini di grandezza dei fenomeni, ed entrambi non si risolvono con minuscoli interventi marginali, servono giganteschi cambi di rotta e soprattutto di cultura. Io stesso sono proprietario di un impianto solare ma sono consapevole che il beneficio sia essenzialmente quello di farmi risparmiare e di farmi sentire la coscienza irrazionalmente più a posto in termini di impatto. Devo essere consapevole, però, che non sto aiutando il mondo in alcun modo finché mi limito a questo.
Neppure se sul tetto di ogni casa ci fosse un pannello solare l'impatto sarebbe gran che (in compenso ci sarebbero impatti negativi da gestire sulla rete elettrica su cui non vado a dilungarmi). Ho anche due belle piante nel mio piccolo giardino e sono consapevole che se hanno un impatto positivo è al massimo per la biodiversità degli insetti locali e per mantenere più fresco qualche metro quadrato attorno a esse. La quantità di carbonio che possono assorbire è ragionevolmente molto minore di 50kg all'anno, probabilmente 20 (https://short.staipa.it/isk63), a fronte per esempio del fatto che per produrre un kg di caffè si emettono circa 16kg di CO2 (https://short.staipa.it/bhxr6); Se usassi un kg di caffè al mese mi servirebbero quattro grossi alberi per assorbire tutta la CO2 prodotta solo da quello. Quattro alberi ben più grandi di quelli che posso mettere in giardino. Sempre che io non poti le piante, perché il legno che taglio sarà destinato a tornare carbonio bruciandolo o compostandolo. I motivi per cui piantare piante ci sono eccome, ma sono altri, e ben più complessi dell'assorbimento di CO2. E la radice quadrata? Semplicissima! [math] \sqrt25 = 2 + 5 = 7\\ 7-2 = 5 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt64 = 6 + 4 = 10\\ 10-2 = 8 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt196 = 1 + 9 + 6 = 16\\ 16-2 = 14 \hspace1cm \checkmark[/math]. Incredibile, a scuola non vi hanno mai insegnato che bastava sommare le cifre del numero e poi togliere 2. Pazzesco no? No, perché è sbagliato, sarebbe troppo semplice. [math] \sqrt49 = 7[/math] ma [math]\sqrt49 = 4 + 9 = 13\\ 13-2 = 11 \hspace1cm X[/math]. Oppure [math] \sqrt144 = 12[/math] ma [math]\sqrt144 = 1 + 4 + 4 = 9\\ 9-2 = 7 \hspace1cm X[/math]. Riguardo all'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta, va beh, dai l'ho messa solo per poter mettere un'immagine di un'auto elettrica che si alimenta da sola con una dinamo. fonte Eppure, tanta gente crede anche a queste cose. In questi giorni pubblicizzano in televisione un integratore alimentare in cui il tema principale dello spot è il fatto che quattro persone diverse con quattro problematiche diverse prendono lo stesso integratore per risolvere i loro problemi. Soluzione troppo facile, no? Non è più probabile che in definitiva non serva a risolvere nessuna delle quattro? I problemi più sono importanti più hanno soluzioni complesse e vanno affrontati da punti di vista complessi e multidisciplinari. Chi vi racconta la soluzione semplice o vuole vendere qualcosa, o vuole guadagnare una qualche forma di consenso o, ed è il caso più triste a mio avviso, si è fatto a sua volta convincere da qualcun'altro che quella soluzione funzioni. Vale per molte situazioni, da chi vuole vendervi un integratore che curi qualunque cosa, o dell'omeopatia priva di effetti collaterali, o la dieta rivoluzionaria senza fare fatica, o il metodo per guadagnare tanti soldi stando a casa a far poco o nulla, o il trading online dai guadagni sicuri. La prima domanda da farsi è sempre "se è così semplice, perché non lo fanno tutti?" o "se la soluzione è questa perché non è già stata attuata"? Ovviamente la risposta a queste domande non è mai "colpa dei poteri forti" perché se quella soluzione è disponibile pubblicamente, se funzionasse sarebbero molte di più le persone che ne fanno uso. Soprattutto le soluzioni che sembrano alla portata di un qualunque cittadino medio. Se esistesse una minuscola modifica da fare all'auto per viaggiare gratis ci sarebbero molti meccanici che fanno la modifica, anche solo agli amici, se esistesse un modo per dimagrire senza fare fatica tutti quelli che vogliono essere magri lo sarebbero, se esistesse un modo per prevenire qualunque malattia, al sistema sanitario nazionale converrebbe dare quello invece che spendere miliardi che non ci sono per curare a posteriori. Più triste, e a mio avviso più pericoloso, è quando la "soluzione semplice" viene fornita in buona fede. Magari rientrando nella narrazione sensazionalistica che uccide una notizia vera (https://short.
staipa.it/ak6g6). In quel caso il rischio è che le persone aderiscano a una soluzione convinti di fare qualcosa di davvero utile e magari lavandosene le mani poi di soluzioni realmente efficaci. Quali sono allora le risposte dei problemi complessi? Il più delle volte non esiste una risposta ma molteplici risposte che vanno attuate pezzo per pezzo, punto per punto. Analizzate, valutate, costruite. Esistono persone che studiano una vita per queste soluzioni e difficilmente le soluzioni arriveranno dal guru di turno che ci vende la risposta facile, la risposta comprensibile e potabile per tutti, o la risposta che non ci costringa a rinunciare a niente. Ma c'è sempre qualcosa che ognuno di noi può fare e quel qualcosa ha una radice comune. Se io con i miei due alberi e il mio pannello solare sulla testa mi sentissi appagato dell'infinitesimo risultato che ottengo, diventerei inutile ai fini del miglioramento della situazione. Se invece resto consapevole che la mia è solo una molecola d'acqua in un deserto gigantesco posso continuare a cercare altre soluzioni, a informarmi, a fare pressione sulle istituzioni. Non è vero che tanto non cambierà mai niente, i governi, come i media, fanno quello che gli fa ricevere più consensi. Se tutti improvvisamente diventassimo appassionati di Curling improvvisamente le tv inizierebbero a parlare solo di quello, e i politici farebbero a gara per far costruire campi da Curling. Diventiamo appassionati di salvare il mondo in cui viviamo, ma prima informiamoci, e poi diamo il nostro piccolo contributo all'opinione pubblica invece di sprecare grandi energie in minuscole soluzioni poco efficaci. Solo assieme si può cambiare il mondo, si può spostare l'attenzione di chi può prendere decisioni, non guardando il proprio piccolo giardino. Ma bisogna informarsi, abbandonare i pregiudizi e fare un po' di fatica.
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staipa · 8 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-retorica-dellavvelenamento-del-pozzo/?feed_id=1366&_unique_id=65f19265bb142 %TITLE% Non sempre i dati possono essere fraintesi, e non sempre un'idea di qualche genere è facilmente attaccabile. A volte le evidenze portano in una direzione che non è quella dove vorremmo si andasse e non c'è modo di far invertire la rotta con il ragionamento e le informazioni. Di come i dati possano essere esposti in maniera fuorviante ne ho parlato in Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) e in Cherry picking, le fake news amano le ciliege (https://short.staipa.it/gq0xv), in Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato anche di come non farsi del male da soli esponendo un'idea, ma non è nessuno di questi il caso, quando tutto depone contro di noi resta un solo strumento, una sola fallacia argomentativa: l'avvelenamento del pozzo. Per "avvelenamento del pozzo" si intende un tipo di fallacia argomentativa per cui ciò che sarà sostenuto dall'avversario viene pubblicamente delegittimato in anticipo insinuando un sospetto circa la sua buona fede o sulla sua credibilità. Ogni cosa che dirà l'interlocutore sarà quindi ignorata, considerata irrilevante o del tutto falsa, da parte degli astanti. L'avvelenamento del pozzo è un caso particolare di argumentum ad hominem. L'origine del termine proviene dalla pratica di gettare una piccola quantità di veleno in un pozzo prima che un esercito nemico invada il territorio, in questo modo tramite una piccola azione si ottengono risultati micidiali. https://it.wikipedia.org/wiki/Avvelenamento_del_pozzo In pratica si tratta di una tecnica retorica in cui si cerca di screditare un argomento o un individuo presentando informazioni negative o false sul contesto in cui si trova l'argomento o l'individuo stesso. Si cerca di minare la credibilità dell'argomento o dell'interlocutore prima che l'argomento venga discusso o ascoltato. Il caso tipico è quello in cui durante un dibattito si cerchi di screditare la persona invece di discutere del nocciolo del discorso. "Cosa vuoi saperne tu che sei...", "Parli di questo argomento ma tu...", eccetera. Esistono molti esempi in cui questo tipo di retorica viene utilizzata, in primis nella discussione degli utenti medi sui social, dove prima di discutere un argomento spesso le persone vanno a verificare sul profilo di una persona quali punti possano essere usati per attaccarlo e poi invece di discutere dell'argomento i due passano agli insulti reciproci. Tipicamente accusandosi a vicenda di essere di una o l'altra fazione politica, come se questo fosse un offesa o come se il mondo si dividesse tutto tra due fazioni opposte. La retorica dell'avvelenamento del pozzo però viene usata sempre più spesso anche in ambienti o su temi che dovrebbero essere trattati in modo decisamente più professionale ed edificante di un flame sotto un post su Facebook: Politica: Durante una campagna elettorale, ma ormai anche il resto del tempo, capita quotidianamente che si cerchi di diffondere o rafforzare opinioni e preconcetti per inasprire il confronto verso avversari. In Italia succede invariabilmente e si arriva al giorno delle elezioni senza che molti esponenti abbiano espresso un vero programma, in compenso hanno passato buona parte del tempo a criticare quello che gli altri propongono, quello che hanno fatto i loro predecessori, o quello che rappresentano secondo qualche stereotipo. In parte questa è una delle cause di disinteresse da parte di molti elettori, ed è la causa dell'inasprirsi dei toni e del fatto che la propaganda elettorale sia più vicina a una gara di insulti su Melee Island (https://short.staipa.it/owt3f) che a una discussione tra persone adulte. Multinazionali: Esistono aziende più o meno etiche, e che producono prodotti più o meno validi, ma quanto spesso capita che ci siano delle vere e proprie campagne
di odio nei confronti di alcune di esse? Fino a qualche anno fa andava di moda una battaglia a spada tratta contro alcuni fast food, per un po' si sono viste battaglie contro alcuni grandi produttori di prodotti tecnologici per dove e come fabbricano i loro prodotti, invariabilmente senza chiedersi dove e come lavorassero i diretti concorrenti. Più un'azienda è grande, più sarà probabile debba affrontare di queste campagne, che poi tipicamente nel giro di pochi anni passano al dimenticatoio se a farle non è il presidente degli Stati Uniti. Pubblicità: Una società potrebbe lanciare una campagna pubblicitaria che diffonde informazioni false o fuorvianti sui prodotti dei suoi concorrenti, cercando di danneggiarne l'immagine e di guadagnare così una quota di mercato. Un esempio è stato quello dell'Olio di Palma di pochi anni fa (https://short.staipa.it/e0usw) quando diverse campagne mediatiche hanno puntato in modi diversi sul prodotto, dal punto di vista salutistico, di sostenibilità, di pericolosità, modificando il mercato nella direzione di utilizzare altri tipi di olii che non sono necessariamente più sani, né più sostenibili ma coltivati e prodotti da aziende diverse. Religione o filosofia: Da quanti anni sentiamo parlare di religioni diverse da quella dominante come di terroristi, come di persone che vogliono portarci via le nostre tradizioni, come di persone che ci stanno invadendo? Secondo le stime di uno studio del 2021 del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), il 74,5 per cento degli italiani e degli stranieri residenti nel Paese è cattolico, il 15,3 per cento ateo o agnostico, il 4,1 per cento cristiano di altre confessioni, il 3,7 per cento musulmano e il 2,2 per cento seguace di altre religioni (https://short.staipa.it/tn2kv). Ma per alcuni esponenti politici è fondamentale alimentare la paura di questa invasione. La paura raccoglie consensi, a discapito però di persone oneste che finiscono per essere oggetto delle ripercussioni di chi è spaventato. Immigrazione: vale più o meno quanto sopra per quanto riguarda le paure, ma anche qui vanno considerati i dati (https://short.staipa.it/z0wl8). Negli ultimi dieci anni sono sbarcate circa 1 milione di persone, vuol dire che tra alti e bassi la media sarebbe di circa 100.000 all'anno e in Italia siamo 60 milioni. Non sembrerebbe un'invasione, soprattutto se ben gestiti dato che la gran parte di loro vorrebbe andare in altre aree dell'europa. Resta un problema da gestire, certo. Ma non è terrorizzando gli elettori e parlando di invasione che si risolvono determinate problematiche, eppure la paura porta voti, molti voti. Forse se c'è un problema è nella difficoltà di fare figli da parte degli italiani dato che dal 2021 al 2022 sono diminuiti ci sono stati quasi 33.000 cittadini italiani e 7.000 nascite in meno (https://short.staipa.it/ozn5b) e non ci sono abbastanza asili (https://short.staipa.it/spc0i) per mandarci i figli se hai il coraggio e la disponibilità economica di farli e mantenerli. Destra, Sinistra, su giù centro: esistono istanze come quelle dei diritti delle minoranze o della salvaguardia dell'ambiente o la che non dovrebbero essere legate a una specifica corrente politica, eppure molto spesso per screditarle si usa proprio tale appartenenza. In altre nazioni sono cose che vengono spinte superpartes indipendentemente dall'appartenenza politica. Da noi invece di discutere gli argomenti si tende a discutere di preconcetti che ci stanno attorno. Quante volte se si parla di una tematica di una nicchia ristretta ci si sente attaccati perché "di destra" o "di sinistra"? Anche questo è avvelenamento del pozzo, non affrontare l'importanza della tematica ma le idee generali di chi la porta. Nuove tecnologie: 3g, 4g, 5g, WiFi, cuffie Bluetooth, sono tutte tecnologie che appena uscite sono state ricoperte di fake news spaventose su rischi, tumori, controllo della mente, ma sono tutte tecnologie che ormai abbiamo assimilato e utilizziamo quotidianamente. Sta succedendo
lo stesso con le auto elettriche che secondo alcuni sembrano incendiarsi come fiammiferi quando in realtà i casi di incendio di auto elettriche sono irrisori (https://short.staipa.it/odjc2), succede con Intelligenza artificiale (https://short.staipa.it/s6u5y) e succederà sicuramente con ogni nuova tecnologia. Insomma, quando su un argomento c'è tanta gente incazzata, o impaurita, è probabile che qualcuno li abbia aizzati. E se qualcuno li ha aizzati un motivo deve esserci; per affondare concorrenti o anche solo per vendere libri, notizie, click. Forse è meglio fidarsi delle persone pacate, quelle che hanno la lucidità mentale di mettersi a discutere e spiegare come persone adulte e ragionevoli.
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staipa · 9 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/cherry-picking-le-fake-news-amano-le-ciliege/?feed_id=1347&_unique_id=65e8571a6f8e5 %TITLE% Esistono svariati modi per utilizzare dati e informazioni e piegarli verso conclusioni che non sono quelle corrette, di recente nell'articolo Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) ho parlato di come si possa utilizzare la statistica per forzare il significato di dati verso una direzione diversa da quella che dimostrano, e nell'articolo Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato di come una semplice narrazione scorretta possa danneggiare invece una mozione etica e positiva. Si tratta di fallacie logiche: Le fallacie sono errori nascosti nel ragionamento che comportano la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto. I ragionamenti fallaci appaiono come rigorosi e logici, ma in realtà non sono validi (da non confondere con "veri"): -valido è riferito alla correttezza logica degli argomenti (come le premesse che implicano le conclusioni); -vero riguarda invece la veridicità delle proposizioni con cui si enunciano gli argomenti. Il termine fallacia deriva dal latino fallere che significa ingannare. Il più delle volte tali ragionamenti vengono costruiti ad hoc da colui o coloro che li propongono, con l'intento di ingannare o anche persuadere l'interlocutore. Diverse definizioni di fallacia sono state proposte da vari autori. Tutte le definizioni, comunque, le descrivono come un problema logico linguistico caratterizzato da un paio di aspetti: -sembrare qualcosa che non è; -avere una forma di erroneità, invalidità o scorrettezza. https://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia Una delle fallacie più frequenti nell'esporre Fake News (https://www.staipa.it/blog/fakenews), ma che causa in generale a tutti noi il rischio di ingannarci da soli quando vogliamo sperare in qualcosa che i dati non riportano in maniera esplicita è il cherry picking, ed è tra i principali motivi per cui è nato il metodo scientifico. Parlare del cherry picking è un buon modo per introdurre il metodo scientifico nella discussione e per capire in che modo il parere della comunità scientifica abbia un forte valore di affidabilità. Non ho usato a caso il termine comunità scientifica, perché non è del singolo scienziato che bisogna fidarsi ma del metodo e questo è davvero determinante, e non ho usato a caso il termine affidabilità perché molto di quello che ci dice la ricerca scientifica è sempre passibile di miglioramento. Il cherry picking è la fallacia logica di quando un individuo tende ad ignorare tutte le prove che potrebbero andare contro la propria tesi evidenziando solo quelle a favore. Alcuni esempi banali sono il classico "a me funziona", o "conosco persone che", ma si estende a situazioni potenzialmente più gravi e assurde come quando all'evidenza pratica di un anno che è il più caldo mai registrato qualcuno ribatte con "come mai se è l'anno più caldo mai registrato oggi nevica?" Come funziona il metodo scientifico Una delle prime realtà con cui ogni scienziato si trova a confrontarsi è la propria tendenza a sbagliare interpretando un fenomeno. In realtà è una sensazione che, a ben pensarci, proviamo tutti quando in uno o l'altro evento della propria vita abbiamo l'impressione che tutte le cose che ci stanno attorno spingano in una direzione e poi finiamo per schiantarci contro un muro di gomma. Se riuscissimo a guardarci indietro razionalmente ci accorgeremmo che abbiamo solo scelto di considerare segnali positivi una certa quantità di eventi e di ignorare un'altra certa quantità di eventi. Succede molto spesso nell'ambito sentimentale/relazionale ed è spesso la causa di grandi delusioni che per chi ci sta attorno erano ampiamente annunciate. Succede anche agli scienziati, anche ai più razionali. Nell'agonismo di portare a termine una ricerca sperano in un risultato e finiscono
per interpretare i dati raccolti in maniera non conforme, o per realizzare esperimenti non sufficientemente ben congegnati e a trarsi in inganno. Nasce da questo il metodo scientifico. Cercando di semplificare al massimo quello che si fa in una ricerca scientifica è scegliere una teoria, una serie di concetti ipotetici, e metterla alla prova cercando di falsificarla, cercando di dimostrare che questa non è vera. Se non si è in grado di dimostrarla come falsa allora sarà considerata vera fino a prova contraria, finché qualcuno di più bravo non riuscirà a dimostrare con un esperimento che quella teoria non funziona. Ovviamente le cose non sono così semplici. Per evitare la fallacia del Cherry picking prima che una ricerca sia considerata valida deve essere sottoposta alla comunità scientifica, ad altri scienziati e ricercatori che non si limiteranno a dire "sì o no" in base al sentimento o a una lettura superficiale. I dati e gli esperimenti realizzati dovranno essere condivisi con la comunità scientifica ed altri, numerosi altri se la teoria risulta essere particolarmente importante, la metteranno alla prova, leggeranno i dati, faranno altri esperimenti sempre allo scopo di falsificare quella teoria. Solo quando ci sarà stato questo processo la teoria verrà considerata valida. Ma non è neppure così semplice, perché per essere presa sul serio una teoria deve essere appunto falsificabile. Nel senso che sia possibile costruire un esperimento o una dimostrazione che la mettano alla prova. "Ho nel garage un unicorno rosa invisibile che non si può toccare né percepire", non è una teoria falsificabile perché non esiste alcun metodo empirico per mettere alla prova l'esistenza o meno dell'unicorno. Una teoria di questo genere, fino a che qualcuno non trovi un modo per metterla alla prova non sarà considerabile come scientifica. Può entrare nell'ambito della fede, o della psicosi, ma non della scienza. Una cosa interessante e da sottolineare è che per il metodo scientifico non importa se chi fa una affermazione abbia un premio Nobel o un diploma di quinta elementare. Importa che sia in grado di dimostrare la propria affermazione e di renderla dimostrabile e verificabile da parte di altri ricercatori. E le grandi rivoluzioni scientifiche? Galileo Galilei? Newton? Einstein? Amiocuggino che ha fatto l'auto ad acqua? Il metodo scientifico non funziona a grandi rivoluzioni improvvise e a grandi geni incompresi che sovvertono la visione di tutti gli altri. Così è come piace raccontarlo ai media, o nei libri sensazionalistici. Quello che accade è essenzialmente una grandissima collaborazione molto spesso internazionale. Esistono uomini o donne che espongono una nuova teoria, come lo sono state le teorie della relatività, la teoria della gravitazione universale o il sistema eliocentrico, ma non vengono mai dal nulla, ogni gigante, si appoggia sulle conoscenze pregresse e così le idee di Galileo sull'universo erano simili a quelle di Keplero che si basavano su quelle di Copernico, Newton ha definito le stesse idee migliorandole dal punto di vista matematico e dimostrandole universali, Einstein ha migliorato la teoria di Newton andando a coprire alcune incongruenze che si rivelavano tra la teoria di Newton e la realtà e perfino la relatività di Einstein ha dei limiti nelle singolarità gravitazionali dei buchi neri, del big bang e dei buchi bianchi, e si sta studiando per allargarla ulteriormente. Probabilmente presto o tardi verrà migliorata attraverso una nuova teoria della gravità quantistica che quando arriverà sarà una rivoluzione, ma non un salto inaspettato di un singolo genio. Per quanto riguarda invece il cugino che ha fatto l'auto ad acqua la questione è piuttosto semplice e lineare: come per tutte le ricerche scientifiche non ha che da sottoporre ad altri i propri risultati, con tutti i dati. Se la comunità scientifica considera invenzioni come queste solamente panzane è perché il cugino di turno non è riuscito a mostrare qualcosa che sia verificabile e riproducibile da fonti indipendenti.
Se la cosa è così facilmente realizzabile da essere stata fatta in un normale garage, basta mettere su internet gli schemi di funzionamento e chiunque con sufficiente tecnica dovrebbe essere in grado di costruirne una, anche indipendentemente da presunti poteri forti, lobby del petrolio e della corrente elettrica o alieni rettiliani. Come funziona il cherry picking? Il cherry picking funziona proprio come raccogliere le ciliegie: questa sì, questa no, questa sì, questa no. Abbiamo un bel cesto di ciliegie in cui ci sono centinaia di belle ciliegie rosse e un po' di ciliegie nere. Se leggiamo il dato per quello che è abbiamo tante ciliegie rosse e un po' di nere, se raccogliamo dal cesto solo quelle nere e le mostriamo al pubblico, il pubblico invece penserà che nel cesto siano tutte scure. Può succedere a tutti noi quando iniziamo a far caso alle notizie di un certo genere e ci sembra di esserne sopraffatti (anche perché poi i social ci mettono del loro nel farcene trovare di più https://short.staipa.it/umaes), o quando speriamo tanto che qualcosa sia come vorremmo, ma è una tecnica comunemente usata soprattutto da negazionisti e complottisti per supportare le proprie teorie ignorando dati contrari o contestualmente rilevanti. Ecco alcuni esempi in cui il cherry picking è spesso utilizzato: Cambiamento climatico: molte delle tesi negazioniste sul cambiamento climatico prendono in esame scale ridotte, ad esempio di pochi mesi, o di pochi anni, o di zone del mondo specifiche per mostrare che in quei range il cambiamento non è così radicale. Di fatto si ignorano l'insieme della vastità dei dati che se analizzati nel loro insieme danno una visione schiacciante e priva di ogni dubbio e si focalizzano su un insieme più specifico e ridotto. In alternativa fanno anche un cherry picking sulle fonti: basta costruire una narrazione sui pochissimi scienziati che non riconoscono l'evidenza e contrapporli come eroi all'enorme quantità di scienziati che invece la riconoscono da ormai diversi decenni. Chiamarli eroi, magari aggiungendo che anche Galileo Galilei ai suoi tempi non era accettato ed è cosa fatta. Per altro ignorando che, a parte i suoi bisticci col papa, Galilei insegnava nelle più prestigiose università dell'epoca, era molto apprezzato per la sua divulgazione scientifica e intesseva svariati rapporti epistolari con diversi studiosi dell'epoca. Cherry picking, sulla vita di un personaggio storico. Vaccinazioni: Il movimento anti-vaccinista tende a enfatizzare le reazioni avverse, che nessuno ha mai negato, e ignorare i risultati effettivi. Inoltre cherry picking nel cherry picking tende a enfatizzare il numero di reazioni avverse ma a nascondere la tipologia di reazione, perché un mal di testa non è la stessa cosa di una trombosi, costruendo una narrazione diversa da quella che emerge analizzando l'insieme completo dei dati. Un'altra forma di cherry picking è inoltre la scelta, tra le numerosissime pubblicazioni scientifiche, di singole affermazioni di un limitato numero di scienziati "fuori dal coro". Medicine alternative: Sostenitori di alcune cosiddette medicine alternative spesso selezionano studi limitati, che mostrano presunti benefici ma non forniscono modo di testare le stesse cure da parte di ricercatori indipendenti, un po' come era successo ai tempi di Stamina (https://short.staipa.it/f9qhq) o di Di Bella (https://short.staipa.it/mrfa2) dove di cure apparentemente miracolose non venivano fornite abbastanza informazioni per testarle indipendentemente. Un altro esempio tipico è l'omeopatia, che secondo le leggi vigenti non richiede le stesse sperimentazioni dei farmaci reali, né in termini di efficacia, né in termini di sicurezza. Ogm: molti oppositori degli organismi geneticamente modificati si limitano anche qui a citare alcuni studi che suggeriscono potenziali rischi per la salute, ignorando la vasta quantità di studi che non hanno trovato evidenze di pericoli significativi o che hanno evidenziato diversi benefici in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità.
Tra tutte le fallacie logiche, probabilmente il cherry picking è quella più ampiamente sfruttata quando si vuole dare credibilità all'informazione, perché si basa su mezze verità, su dati reali e spesso corretti ma letti in maniera -volutamente o no- errata. Capirne il meccanismo è fondamentale per crearsi una forma mentis di pensiero critico. Sospettare è lecito, farsi domande è necessario, ma cadere nelle trappole di chi vuole deviare il nostro sospetto e sfruttare le nostre paure è fin troppo semplice. Chiediamoci sempre da dove vengono presi i dati, quali sono le fonti, e cerchiamo di ragionare sul set più ampio possibile di dati, quando questo è disponibile altrove.
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staipa · 9 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/come-la-narrazione-sensazionalistica-uccide-una-notizia-vera/?feed_id=1329&_unique_id=65d5e362da05d %TITLE% Le Fake News hanno quasi sempre la caratteristica di distrarre dalla tematica principale e portare a un'idea tramite le emozioni (https://short.staipa.it/avp0h), o fornendo i dati in maniera artefatta (https://short.staipa.it/p51n9). Si tratta di uno dei modi più affidabili per riconoscere se una notizia abbia o meno probabilità di essere affidabile. Il problema è che non tutti quelli che forniscono informazioni vere lavorano in maniera altrettanto deontologicamente corretta. O meglio, capita spesso che anche nel fornire informazioni valide e a fin di bene, vengano utilizzate argomentazioni tipiche delle fake news con il grave rischio di invalidare tutto l'impianto dell'informazione, e questo fenomeno sta accadendo sempre più spesso. Facendo un esempio astratto: siamo in un remoto passato nel quale i tubi dell'acqua di case e acquedotti vengono realizzati in piombo perché è un materiale semplice da lavorare e non ci sono tecnologie migliori (era davvero così ai tempi degli antichi romani). La popolazione non ne è ancora al corrente ma il piombo potrebbe rilasciare particelle che ingerite e accumulate possono causare il saturnismo che causa disfunzioni al cervello portando potenzialmente a comportamenti anomali e schizofrenici. Nella stessa epoca, va tenuto in considerazione, vengono utilizzati ossidi di piombo per addolcire il vino, inoltre il vino stesso viene conservato i botti di piombo (anche questo era così ai tempi degli antichi romani). La nostra azienda è etica, sostenibile, paga le tasse regolarmente all'imperatore, paga bene i propri dipendenti, non fa uso di schiavi, tiene alla salute dei propri clienti, e anche di tutta la popolazione. Ovviamente però per mantenere questo alto livello è necessario anche guadagnare sesterzi, altrimenti l'azienda finirà per fallire. Di recente, grazie a un incredibile salto tecnologico ci siamo messi nel mercato delle tubature producendo delle nuovissime tubature in PVC. Le tubature in PVC sono assolutamente prive di piombo, e sicure da ogni punto di vista. A questo punto proviamo a convincere la popolazione a sostituire tutti i tubi di piombo con il PVC facendo notare che il piombo è deleterio per la loro salute e che il saturnismo sta facendo collassare la loro civiltà rendendo le persone, in particolare i patrizi e gli imperatori poco razionali. Come esempio portiamo il fatto che chi beve regolarmente vino, che è appunto contenuto in botti di piombo, ha un ulteriore aumento di instabilità psicologica e tendenza alla schizofrenia. La nostra campagna di marketing però non ha effetto: l'opinione pubblica ritiene che la follia sia causata dall'alcool presente nel vino e non dal piombo stesso. Noi siamo in grado di fornire delle statistiche chiare ma su popolazioni diverse da quella romana, nel caso dei romani le statistiche risultano includenti in quanto tutta la popolazione utilizza acqua da tubi di piombo e tutti i patrizi bevono vino, che invariabilmente arriva da botti di piombo. Le uniche ricerche scientifiche affidabili e con risultati chiari arrivano nella provincia araba (all'epoca i romani hanno grandi architetti, ma i migliori scienziati vengono dall'oriente dove per altro per motivi religiosi poche persone bevono vino e quindi è possibile fare test a doppio cieco https://it.wikipedia.org/wiki/Doppio_cieco). La grande massa della popolazione, tuttavia, non ha voglia di leggere noiose ricerche e sospetta che i saraceni possano complottare nel tentativo di avvelenare la popolazione romana. Fortunatamente grazie a qualche leader, o forse venditore, particolarmente bravo una certa minoranza viene sensibilizzata sul tema dei rischi dovuti al piombo, non c'è altro da fare che approfittare di questa parte della popolazione e rendere più aggressivo il nostro marketing, ecco gli slogan: "se userete tubi in PVC saprete da dove arriva l'acqua che berrete", "niente piombo in quello che bevete!"
Finalmente il mercato parte, e i primi ordini iniziano ad arrivare, prima in numero molto limitato, poi finalmente via via gli affari si fanno più grandi. Eppure, nonostante l'essere un'azienda etica e il non stare facendo nulla di male stiamo mentendo. Non è affatto vero che basti avere i tubi di PVC in casa per non avere il piombo che proviene dall'acquedotto. Lo sappiamo bene che l'acquedotto utilizza ancora le vecchie tubature in piombo. Anche se da un lato stiamo incrementando la diffusione di un prodotto che migliora la situazione, e questo è sempre positivo, il fine non giustifica i mezzi. Il primo motivo è già il fatto che stiamo mentendo, in secondo é che stiamo convincendo a venire da noi persone che non hanno davvero la capacità di comprendere quello che sta accadendo e stiamo creando in loro aspettative non completamente reali. Ma il motivo più importante, quello che dovrebbe spingerci a desistere dall'andare in questa direzione è che a un concorrente basterà pochissimo per sbugiardarci mostrando che anche nelle case di chi ha i tubi in PVC arriverà il piombo. Si tratta formalmente di una sbugiardata parziale, ma una volta sbugiardati finiremo per non essere più credibili su tutta la linea. Noi e assieme a noi tutti quelli che magari stano lottando per la stessa causa -la diminuzione del piombo nelle acque- per altre strade e non utilizzando i nostri mezzi scorretti. Sembra un esempio stupido, quasi un esempio che non sta in piedi ma di recente sono stato ad una conferenza sulle Comunità Energetiche Rinnovabili e tra numerosi concetti validi e condivisibili mi è stato detto che "così so da dove arriva la corrente che uso", come se ci fosse un rubinetto che porta a me solo gli elettroni "prodotti" dai pannelli, 24 ore al giorno, anche quando i pannelli non producono. Ci tengo a specificare che si tratta di una tematica che appoggio a pieno come appoggio l'importanza fondamentale dell'energia nucleare per coprire il carico di base che le rinnovabili aleatorie non possono coprire a causa del fatto che non c'è sole, o vento 24 ore al giorno. Quello che non apprezzo è come per convincere le persone a entrare in questi meccanismi si faccia uso delle stesse narrazioni di chi invece propugna Fake News. Si fa qualcosa di positivo come spingere verso l'uso di energie pulite, ma lo si fa raccontando delle favole che non fanno bene a nessuno, soprattutto se nello specifico a raccontarlo è qualcuno di una azienda che guadagnerà direttamente o indirettamente dalla vendita dei pannelli o dal servizio di calcolo dei bilanciamenti. Sono molti gli esempi che si possono fare, uno rimanendo in tema è l'idea che consumare una certa quantità di KW di energia pulita sia equivalente a piantare un certo numero di alberi. Non solo un albero assorbe CO2 togliendola dall'aria che è ben diverso da non produrre CO2 lasciando nell'aria quella che c'è, ma se quella energia non la consumiamo noi la consuma comunque qualcun'altro. Chi l'ha "piantato" l'albero? Gli elettroni che arrivano alla nostra casa sono un mix indistinguibile di elettroni "prodotti" da fonti assortite. Forse avrebbe un minimo di senso, ma sempre improprio, considerare la CO2 risparmiata producendo corrente con i pannelli, nel senso che teoricamente la nostra produzione potrebbe permettere di usare infinitesimamente meno una centrale a gas o a carbone, ma da qui a quantificare davvero quanta CO2 sto facendo risparmiare passa un mondo. Anche perché rispetto a quale fonte stiamo facendo il confronto? Tra la produzione di CO2 di una centrale idroelettrica o nucleare e una a gas o peggio a carbone la differenza è abissale. Eppure, spesso viene raccontata così, ci sono perfino APP che ti mostrano quanti alberi hai virtualmente piantato. Nella realtà per quanto producendo energia con pannelli solari stia facendo "del bene", non c'è nessun modo per paragonare questo "bene" a quello fatto piantando alberi. Non è né meglio né peggio, sono cose completamente diverse e l'uno non esime l'altro.
Questa narrativa è negativa perché una volta smontata, per altro con ragionamenti piuttosto semplici, rischia di far cadere la credibilità di tutto il resto dell'impianto, e non solo: rischia di far perdere credibilità a tutti quelli che pur lavorando allo stesso fine non usano questa tipo di narrazione, o a sminuirli. Ci tengo a precisare che l'esempio che ho fornito è solo uno dei tanti che si possono trovare: rinforzare le battaglie degli agricoltori dicendo che saremo costretti a mangiare grano estero e quindi pieno di veleni, quando invece esistono i ferrei controlli nell'import europei e nazionali che lo impediscono danneggia l'intera battaglia rendendola a tratti ridicola definire cancerogeno un cibo perché contiene sostanze potenzialmente cancerogene quando in realtà aumenta il rischio di una specifica (e spesso minuscola) percentuale, rischia di danneggiare battaglie verso altre sostanze che magari sono maggiormente pericolose descrivere certi integratori alimentari che possono essere di supporto in determinate situazioni come panacea di tutti i mali diminuisce la credibilità dei pochi integratori davvero utili e di alcune medicine che possono superficialmente somigliarvi affermare che "abbassare le tasse aumenta la spesa e quindi la crescita" senza considerare fattori decisamente più complessi fa sembrare stupida qualunque azione politica che non includa l'abbassamento delle tasse, ma le cose sono ben più complicate di così affermare che l'uso di una VPN protegge completamente la tua privacy online senza considerare altri tipi di minacce alla privacy come il phisihg, l'uso smodato dei cookies, e le informazioni raccolte dai social network rischia di far sentire eccessivamente sicuri e di far perdere credibilità a tutte le altre VPN nel momento in cui ci sia accorga che le cose non stanno davvero così affermare qualcosa come "i computer Apple o Linux non possono essere infettati da virus" senza considerare che tutti i sistemi informatici sono vulnerabili a qualche tipo di minaccia e che la sicurezza dipende anche dalle pratiche dell'utente rischia di mettere in maggior pericolo gli utenti invece di aiutarli a difendersi meglio Sono solo esempi tra i tanti che si possono fare di un meccanismo che sta venendo usato fin troppo spesso da fin troppe fonti. Per contrapporsi ai titoli altisonanti delle bugie ci si sta attrezzando per fornire informazioni altrettanto altisonanti, ma se queste informazioni non sono anche rigorosamente corrette si sta mettendo in giro bugie, al pari di chi le usa per fini spregevoli. Non è con una narrazione semplificata e scorretta che si può fare corretta informazione. Si raggiungerà forse lo scopo di qualche utente in più, ma come quell'utente è stato mal informato da noi, qualcuno più bravo di noi potrà di nuovo male informarlo in una direzione opposta e non avemo ottenuto un miglioramento di nulla. Solo un ulteriore peggioramento della società, della credibilità della scienza e dell'affidabilità dell'informazione.
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staipa · 11 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/da-zero-a-tre-anni-piero-angela/?feed_id=1211&_unique_id=658eb25e4d4f8 %TITLE% In questi giorni ho letto un libro rivoluzionario e di una modernità sconcertante. Si tratta di un libro del 1977, di un autore che tutti conosciamo: Piero Angela. Lo sappiamo tutti bene, Piero Angela ha spaziato su praticamente qualunque tema di carattere scientifico nella sua lunga carriera, quello che io non sapevo è che tra questi temi ci fosse la pedagogia. Chi conosce bene il personaggio sa anche quanto spesso si sia espresso anche su temi che di fatto hanno una forte valenza politica. Leggerne uno scritto nel 1977 mi ha fortemente colpito, perché in genere viene dato per scontato che un saggio vecchio, soprattutto su tematiche come l'educazione o certi ambiti scientifici, mostri tutto il suo tempo e risulti poco utile dopo quasi cinquant'anni. In questo caso non è così. In Da zero a tre anni Piero Angela ci racconta come funziona la crescita e l'evoluzione della mente umana a partire dalla nascita dell'universo fino ai tre anni di vita di un bambino. Dal punto di vista biologico, fisiologico ed infine educativo. Snocciola esempi, spiegazioni ed esperimenti che portano anche chi non abbia grande dimestichezza con questi argomenti a comprendere non solo quali siano i rischi, le metodologie e lo stile migliori nel crescere un bambino, ma quanto sia strategico e determinante quel breve periodo iniziale in cui il bambino è con la famiglia e non ancora affidato ad un asilo. Ma il libro non è solo questo, attraverso gli stessi studi e le stesse spiegazioni ci racconta quali dovrebbero essere i passi che lo stato, le istituzioni e i genitori dovrebbero seguire per migliorare la crescita mentale di ogni nato e rendere così il mondo migliore. Lo dice con gli occhi nel 1977, con le problematiche del 1977. E leggerlo nel 2023, con le grandi innovazioni dei primi venti anni del secolo successivo lascia senza parole perché le problematiche sono le stesse, o meglio le problematiche sono aumentate e le soluzioni sono state in larga parte ignorate. Abbiamo soluzioni a portata di mano da cinquant'anni, idee che potrebbero rendere le generazioni future cittadini migliori, che potrebbero rendere le future generazioni migliori di noi e in grado di discernere il vero dal falso, di ragionare per associazioni e incrementarne la creatività ma siamo troppo occupati a guardarci i piedi, a litigare, a finanziare cose che migliorino le nostre vite, le nostre pensioni, per poi crescere generazioni di frustrati quanto noi che ci criticheranno per non aver fatto qualcosa per loro. Proprio come facciamo noi oggi con le generazioni precedenti. In questi giorni ho letto un libro rivoluzionario e di una modernità sconcertante. Si tratta di un libro del 1977, ed evidentemente non lo hanno ancora letto abbastanza persone, o non lo hanno preso abbastanza sul serio.
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staipa · 11 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-verita-in-faccia-not-all-men-but-all-women/?feed_id=1195&_unique_id=6582d52d18c83 %TITLE% Nell'ultimo periodo ho tralasciato un po' il tema informatico, che riprenderò a breve. Ho parlato di femminicidio e di violenza sulle donne. Tutto quello che ho scritto però non sarebbe completo se non un corredo di informazioni che diano un quadro della realtà. L'ho fatto volutamente, più volte ho ignorato il cosa sia la violenza sulle donne, uccisioni a parte, perché spesso su questo non c'è consenso quando il consenso è visto da parte di noi uomini. Non l'ho fatto perché citando esempi si finisce per deviare la discussione dal tema principale al dettaglio specifico. Si discute se un apprezzamento verbale sia o no violenza, se una toccatina di più o meno di dieci secondi valga come violenza o no, se la violenza sia uno stupro completo solo con lividi e liquidi sparsi o se non sia necessario arrivare a quel punto. Quello che raramente si fa è chiedere alle donne cosa percepiscano essere violenza. Perché sta tutta lì la questione. Violenza è una "Azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà.", se io non voglio mangiare una caramella e tu mi costringi a mangiarla stai facendo su di me una violenza. Anche se è per una caramella. Non c'è scampo. Perché non chiedere a chi ci accusa di violenza quale sia la sua volontà invece di limitarci a usare la nostra personale percezione? Se tutti ci approcciassimo in questo modo le cose cambierebbero e ci accorgeremmo che sì, non tutti gli uomini fanno violenza, ma praticamente tutte le donne almeno una volta l'hanno subita. Carolina Capria, sulla sua pagina Instagram @lhascrittounafemmina (https://short.staipa.it/gevxs) ha una raccolta oserei dire ciclopica di esempi, tutti provenienti dalla propria cerchia di followers, una raccolta ciclopica di "fatterelli" che a me personalmente ha fatto venire la pelle d'oca. Nelle immagini qui allegate ne metterò qualcuno, ma consiglio a chiunque di andare a leggersene altri. Sono lì nelle storie salvate, a partire da "YesAllWomen", a YAW2, YAW3, YAW4... e avanti così. Ci sono diverse centinaia di esempi. Credo che a un uomo questo possa dare una dimensione del fenomeno, e possa aiutarlo a rendersi conto che non sono tanto i numeri che contano, o i trend di crescita o decrescita. Ma il viversi sulla pelle situazioni di questo genere, che poi a ben pensarci forse abbiamo visto tutti una volta o l'altra. Come lo vivi però dipende sempre da che lato sei quando lo vedi accadere. Nel frattempo, anche oggi un'altra notizia di femminicidio: Vanessa Ballan, incinta, accoltellata a casa (https://short.staipa.it/gv9w6) Lista dei femminicidi in Italia nel 2023 (da https://femminicidioitalia.info/lista/2023, su Facebook @FemminicidioItalia.info aggiornato al 20/12/2023) Giulia Donato Martina Scialdone Oriana Brunelli Teresa Di Tondo Alina Cristina Cozac Yana Malayko Melina Marino Santa Castorina Iulia Astafieya Sharmin Sultana Maria Febronia Buttò Zenepe Uruci Sara Ruschi Brunetta Ridolfi Danjela Neza Jessica Malaj Giulia Tramontano Pierpaola Romano Maria Brigida Pesacane Floriana Floris Svetlana Ghenciu Margherita Ceschin Maria Michelle Causo Mariella Marino Angela Gioiello Sofia Castelli Celine Frei Matzohl Anna Scala Vera Schiopu Rossella Nappini Marisa Leo Maria Rosa Troisi Liliana Cojita Anna Elisa Fontana Klodiana Vefa Concetta Marruocco Annalisa D'Auria Etleva Kanolja Michele Faiers Dawn Giulia Cecchettin Meena Kumari Vincenza Angrisano Vanessa Ballan
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