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Benvenuto ad Andrea Macciò: una nuova voce per Alessandria Today
La redazione di Alessandria Today è lieta di accogliere tra i suoi autori Andrea Macciò, giornalista culturale, book blogger e esperto di comunicazione, con un ricco bagaglio di esperienze nel mondo dell’editoria e della scrittura. Nato e cresciuto a Genova, Andrea vanta una doppia laurea in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Comunicazione Sociale e Istituzionale, conseguita con il…
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XIII Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” – Scadenza invio il 31-05-2025
Sabato scorso è stata lanciata la XIII edizione del Premio nazionale di Poesia “L’arte in versi”, prestigioso premio letterario (notevoli i premi alla carriera anche a noti poeti come Dante Maffia e Elio Pecora) la cui prima edizione veniva bandita nel 2012, che mi vede in giuria fin dalla prima edizione. La scadenza per partecipare è fissata al 31 maggio 2025. Buona partecipazione! XIII Premio…
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🔥 È NATA L’ASSOCIAZIONE DI “PASSAGGIO AL BOSCO”: UNO STRUMENTO METAPOLITICO E ORGANIZZATO PER LA “GUERRIGLIA CULTURALE”…
Costituitasi legalmente e già riconosciuta come Ente del Terzo Settore, l’associazione di “Passaggio al Bosco” spiega le vele, per radicare e diffondere - in ogni ambito e con ogni mezzo - la cultura identitaria.
🔴 Riconosciuta, comunitaria e operante
Pur essendo “burocraticamente” strutturata, ha anzitutto il compito di assolvere una funzione vitale, il cui scopo risiede nella volontà di andare oltre le contingenze orizzontali: essere la Comunità umana e metapolitica dei nostri autori, dei nostri collaboratori e dei nostri lettori. Non un contenitore vuoto per la raccolta di finanziamenti pubblici, ma un organismo vivente e pensante.
🔴 Fare rete, strutturarsi, agire metapoliticamente
La nostra Associazione - organizzata, libera e militante - ha il compito di operare trasversalmente, di fare rete, di valorizzare le esperienze, di moltiplicare le risorse e di creare nuovi spazi d’azione. Essa organizza presentazioni librarie, convegni, conferenze, seminari, gruppi di studio, cicli di Formazione, aperitivi letterari, mostre e momenti condivisi. Non solo: ha la facoltà di costituire circoli e strutture sui vari territori, coinvolgendo menti e mondi paralleli; di relazionarsi con le realtà politiche e culturali, innescando sinergie e contatti; di inaugurare collaborazioni con le istituzioni, partecipando a bandi, richiendo patrocini, proponendo eventi o lanciando progetti.
🔴 Cosa fatta capo ha
L’Associazione - edificata sulla base di una strategia decennale di lunga visione - ha già portato a termine molti eventi su scala nazionale, contribuendo alla realizzazione di progetti concreti. Tra questi, la nascita della prima “biblioteca identitaria” italiana, con la custodia di 15mila volumi e 5mila riviste, per la creazione di un archivio permanente - consultabile e accessibile - che possa qualificare la nostra “area” e trasmettere il nostro patrimonio ideale.
🌲 PER ADERIRE E DARCI UNA MANO:
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8 APRILE 1929 nasce JACQUES BREL

Dagli esordi nei cabaret di Bruxelles alla consacrazione parigina, dalle vincenti collaborazioni con Rauber e Jouannest alla scomparsa prematura, la storia del più tormentato degli chansonnier. La cui produzione ha segnato più generazioni e rimane ancora oggi fonte ispiratrice per una moltitudine di artisti.
Jacques Brel nasce l'8 aprile 1929 a Schaerbeek, nei pressi di Bruxelles. La sua famiglia è in parte di discendenza fiamminga, pur parlando quasi solo in francese. Viene educato in rigide scuole cattoliche, dove otterrà risultati di rilievo esclusivamente nelle materie letterarie.
Nel 1950 si sposa, mentre il suo ingresso nel mondo della musica avviene due anni più tardi, quando inizia a esibirsi nei cabaret di Bruxelles, senza il consenso dei parenti e senza particolare successo.
Nel 1953 si trasferisce a Parigi, dopo aver attirato l'attenzione di Jacques Canetti, responsabile della Philips e proprietario del celebre cabaret Les Trois Baudets.
Dopo un periodo passato fra hotel di bassa categoria e lavori di fortuna, la sua carriera musicale sembra prendere il via grazie alle insistenti spinte di Canetti, fermamente convinto del suo talento.
LO VOGLIO RICORDARE CON QUESTA STUPENDA POESIA
CONOSCO DELLE BARCHE
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.


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Di Pietro Nigro La 54ª edizione della London Book Fair, evento di riferimento per l’industria editoriale internazionale, si terrà presso il centro espositivo Olympia di Londra dall’11 al 13 marzo 2025. L’Italia sarà presente con 18 case editrici, grazie alla partecipazione dell’Agenzia-ICE in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE). London Book Fair 2025, un'opportunità per l’editoria italiana Lo scorso anno, la London Book Fair ha registrato circa 30.000 visitatori da tutto il mondo, confermandosi un evento chiave per editori, agenti letterari e professionisti del settore. Anche nel 2025, l’Italia avrà un ruolo centrale con la sua collettiva di editori, offrendo opportunità di networking e visibilità internazionale. In particolare, il 12 marzo alle ore 17:00, presso lo stand ITA - 6F30, l’Agenzia-ICE Londra organizzerà un esclusivo cocktail event dedicato agli espositori italiani. Un’occasione unica per incontrare professionisti del settore e rafforzare collaborazioni internazionali. Focus su "Il Libro Possibile" Novità di questa edizione sarà la presentazione della prima edizione del festival "Il Libro Possibile", con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura e la promozione di SKY TG 24. L’evento includerà attività serali e presentazioni di autori italiani, creando ulteriori opportunità per le case editrici partecipanti. Italia e Regno Unito: un mercato strategico Nonostante le recenti sfide dell’industria editoriale britannica, l’Italia continua a essere un partner di rilievo: il Regno Unito è il primo importatore europeo di prodotti editoriali italiani e il quarto a livello mondiale, con un valore di circa 200 milioni di euro. Per quanto riguarda l’Italia, le editorie europee sono il principale mercato di sbocco per i titoli italiani: nel 2022 il 62% dei titoli venduti è stato acquistato in Europa. Nel 2020 il valore era pari al 69%, in crescita rispetto agli anni precedenti (ovvero il 51% nel 2014). Spagna, Francia e Polonia sono i principali mercati europei di vendita di diritti italiani nel 2022: assieme rappresentano il 42% dell’export complessivo. In posizione minoritaria il Regno Unito, che vale il 3% del nostro export verso l’Europa; indicatore questo della difficoltà ad affermarsi sui mercati anglofoni. Nel Regno Unito, l’Italia vende 142 titoli di autori italiani, ma ne compra 16 volte tanto. Secondo i dati estrapolati da Trade Data Monitor, il volume totale delle importazioni dal mondo di prodotti editoriali realizzate nel corso del 2024 dal Regno Unito ha subito una flessione generalizzata. Il Regno Unito sembrerebbe aver preferito sostenere maggiormente l’economia editoriale locale con un +23% degli acquisti provenienti dal Regno Unito stesso a discapito di pubblicazioni internazionali di Paesi partner rilevanti quali gli Stati Uniti e l’Italia il cui flusso in ingresso si è ridotto rispettivamente del 6% e 3%. Nonostante questa flessione, che ha portato nel corso degli ultimi due anni ad una conseguente riduzione della quota di mercato detenuta dall’editoria Italiana sul mercato UK dal 9% al 7%, l’Italia continua comunque a mantenere la quarta posizione a livello mondiale per volumi di importazione (con circa 200 milioni di euro) e la pole position a livello europeo come paese da cui UK importa maggiormente. La London Book Fair si conferma dunque un evento fondamentale per la promozione e la crescita dell’editoria italiana nel mercato internazionale. ... Continua a leggere su
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Alice Prin. Passata alla storia come Kiki de Montparnasse

Un’affascinante e scandalosa protagonista della Parigi degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso è stata sicuramente Alice Prin, in arte Kiki de Montparnasse.
Modella, pittrice, attrice e cantante, ha preso parte a diversi film e ispirato celebri dipinti, sculture e fotografie di artisti come Jean Cocteau, Alexander Clader, René Clair e altri ancora.
Una vita rocambolesca, fatta di incontri straordinari, notti in cella, ricoveri ed eccessi di ogni tipo.
È la protagonista di numerose opere di Man Ray tra cui spiccano Violon d’Ingres e Noire et Blanche.
Nata il 2 ottobre 1901 a Châtillon-sur-Seine, in Borgogna, Alice Ernestine Prin era la terzogenita illegittima (e unica sopravvissuta) di un carbonaio e di una povera ragazza di diciotto anni, che l’aveva lasciata a sua madre per andare a lavorare a Parigi come infermiera.
A dodici anni ha raggiunto la madre e iniziato a fare diversi lavori di ogni sorta.
A sedici anni guadagnava posando per l’avanguardia artistica, conducendo una vita all’insegna della sperimentazione continua, faceva un uso smodato di alcol, cocaina e oppio, dipendenze che l’hanno condotta più volte in cliniche di riabilitazione.
Frequentava i circoli artistici e letterari della città, libera e disinibita, era famosa per la personalità vivace, lo spirito ribelle e lo stile di vita bohémien.
Sfacciata e irriverente, ammaliante, imprevedibile, eccessiva, si esibiva nei cabaret e vendeva i suoi ritratti agli avventori, facendo esperienza di quell’umanità che era il suo pubblico. La sua vita è stata la sua opera d’arte più importante.
Grazie alla sua intelligenza, a un talento irregolare e al suo essere una donna sempre e completamente libera, autodeterminata, Kiki è stata la Reine du Montparnasse e l’incarnazione di una sensibilità e di un’estetica innovative, fuori da ogni regola e schema.
Per sei anni, dal 1921, ha avuto una burrascosa relazione con Man Ray, uno dei maggiori esponenti del dadaismo, che l’ha ritratta in centinaia di foto.
In quegli anni tormentati, lei era la sua modella, musa e organizzatrice delle attività mentre lui diventava un artista conosciuto a livello internazionale.
La loro turbolenta storia d’amore si è dipanata tra collaborazioni, litigi furiosi e riappacificazioni, stravizi e fughe, tra notti piene di jazz e albe allucinate.
Nel 1929 la sua autobiografia, Souvenirs, è uscita con la prefazione di Ernest Hemingway, allora ancora un giovane scrittore. Il libro, negli Stati Uniti, è stato proibito per molti anni a causa del linguaggio scabroso e i contenuti marcatamente anti borghesi.
Durante la seconda guerra mondiale si è rifugiata negli USA perché ricercata dalla Gestapo per aver diffuso propaganda anti nazista.
È morta a Parigi il 29 aprile 1953. Aveva 51 anni, era povera, sola e devastata dagli abusi di alcol e droghe. Il suo mito era ormai tramontato.
L’unico dei vecchi amici ad andare al suo funerale è stato il pittore giapponese Tsuguharu Foujita.
Alice Prin rappresenta l’incarnazione della schiettezza, dell’audacia e della creatività che hanno caratterizzato un periodo irripetibile della vita a Montparnasse.
Di lei, Hemingway scrisse: è un monumento: “dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’epoca vittoriana… Eccovi un libro scritto da una donna che non fu mai una signora. Per circa dieci anni Kiki fu lì lì per essere una regina, ma questo naturalmente è molto diverso dall’essere una signora”.
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Fratelli d'Italia
E (sempre Connolly...) il sex compulsivo con amori un po’ troppo impegnativi da indossare per mesi e mesi durante un lavoro serio... O invece, la domesticità definitiva con l’odorino d’angolo-cottura che si comunica alla scrittura; e il passeggino nell’ingressino: alibi d’ogni sottomissione e compromesso nel dar via il culo culturale... per sfamare i piccini che saranno un giorno impiegati alla Rai... Poi, l’alcool anglo-americano; e le droghine nuove non incluse nel senso del peccato della nonna... Più che nemici, forse, parassiti delle promesse, dei talenti, degli standard qualitativi così alti da giovani. Non solo nel Trenta... «Anche qua? Ma non mi dire!». «Non temete nulla di nulla, graziosa pellegrina, in compagnia di quattro santi eremiti. Qua, dati i prezzi, non più di un baby da Rosati o Canova. E quando appare una sigarettina dall’America, né sì, né no: “grazie, semmai la tengo per dopo”».
Anche però la chiacchiera per tutta la mattina al telefono, poi alle presentazioni col dibattito a metà pomeriggio, e il proseguimento polemico in trattoria fino alla chiusura... E intanto le settimane e le stagioni passano... Il bestsellerismo su ricetta per il successino a ogni costo, e il tormentone del nessuno torna indietro dalle statistiche commerciali... «Però,» si affanna a spiegare, non richiesto «questi settimanali come il “Mondo” e l’“Espresso”, oltre a fornirti i canali per raggiungere un certo piccolo pubblico di qualità, che esiste, permettono di infischiarsi abbastanza di quel piccolo sistema di mafiette e congiurette da villaggio feudale, non globale... Coi “vice” e i “sotto” un po’ prepotenti e un po’ tremebondi, a seconda dei corsivi dei gerarchi... E alla polemica letteraria si risponde con mosse non-letterarie, da uscieri... per esempio manovre per “togliere il pane” ai piccini. Che però qui mancano, tra i Fortuny». «Ancora molta fame, in giro?». «Né contratti, né stipendi, né assicurazioni, né pensioni. Solo collaborazioni “in nero”, lasciate cadere in cambio di servilismi continui... e continuamente revocabili! Rubrichine di favore alla radio, recensioncine di marginalia sulle pubblicazioni degli enti, precarie, per le formichine da tenere sotto obbedienza... Senza garanzie di continuità per i piccini delle formichine...». «Tutto in nero?». «Senza mercé. Sotto i piè... E in queste situazioni così bloccate e piccole si fa in fretta a reprimere i libri come sotto il fascismo... o a estromettere un freelance poco rispettoso... Bastano poche telefonate per controllare i mezzi di produzione e di informazione. Come negli altri settori di questo paese minuscolo. Perfino letterati abbastanza insigni e anziani e deferenti con tutti fin dal fascismo: li vedi sempre che corrono e gemono, per i posti e posticini, fra burocrati e tangheri... Tremano alla Rai, aspettano per anni la chiamata di un direttore o di un amministratore, bussano all’Università per niente, sognano i corridoi e gli orari del “Corriere”, col mito di quei tavoli e quegli abat-jour...». «Il cosiddetto Establishment? Non è un cenacolo di artisti?». «Poca gente che si conosce tutta e fa tutto, come nel fascismo, però sempre “in veste di...” e cioè in tante vesti, per i diversi ruoli: il Poeta, il Politico, il Funzionario, lo Storico, il Neo, l’Ex... Cioè le diverse maschere per i ruoli che si intrecciano: il Potere che si finge Opposizione, la Rivoluzione che reprime chi non riverisce i Valori-di-Nonno; l’Accademia che fa il Mercato e tira ai soldi... E ancora più ossequiosi che bisognosi: basta far sapere al dottore che non sarà gradito se si parla di un certo libro; e il dottore non ne parla. Poi però viene a scusarsi per non averne parlato: non si sa mai... Oppure: “tu devi fare una bella presentazione”. E il dottore non solo la fa, ma lo va dicendo: me l’hanno chiesta! hanno insistito! ci tenevano tanto!». «E se gli chiedevano il culo?... A me sembrano i caratteri tipici di tutto il paese: le cancellerie e gli stati maggiori l’hanno sempre ripetuto». «Anche la mancanza d’orgoglio? la mancanza d’anima? la meschinità dei moventi, che si trasferisce dalla persona all’opera come un odore dei vestiti?... Se si prova a svolgere un discorso generale d’attualità, parecchi commentano in buona fede “ma perché se la prende con la Tiritiri e con Pecionetti, che non gli hanno fatto niente?”. E avranno letto dieci righe in tutto, dietro dieci telefonate di Mestatori. Non viene sinceramente in mente che qualche considerazione culturale possa esser ripresa dall’“Observer” e non dall’ambientino. E senza fini personali. Come quando uno presenta alla Camera una proposta di legge per introdurre qualche norma societaria come in Europa, e subito “ma perché quello ce l’ha tanto con la Pavonazzi & Figlio?”». «Non è che sotto il fascismo abbiano dato prove...». «Congreghe, allora e adesso, per un mercato piccolo. Rivalse e vendette contro chi non chiede tutti i permessi e non offre servizi ai Responsabili per la Cultura... Atroci coppie anziane che in trattoria sulle puntarelle o le pappardelle strillano assatanate, fra le ordinazioni: “qui bisogna fare uno scandalo!”. (E giù, masticando grossi bocconi rabbiosi)... “Qui bisogna che nessuno dica una parola!”. (“E la mia cicoria?”)... “Ma questo come si permette!”. (“Io comincio a mangiare finché è caldo”)... “Bisogna avvertire quella poveraccia, che non lo sa!”... (“Queste patate non sono mie, sono per la signora lì”)... E anche poi carpire coi sotterfugi i dattiloscritti altrui, tramite povere donne infelici che non vanno in vacanza, compulsarli nelle cucine delle megere e dei megeri accaldati, commentare le singole righe fra i gatti delle streghe che fanno pipì e gli urli di “non è possibile!” delle arpie al telefono, coi subalterni che fanno da mangiare per i gatti e tenuti anche a predisporre trappole e propalare le maldicenze... che sostituiscono per loro il mare e la montagna, e anche la saggistica e la ginnastica... Poi, una passata di complotti e diffamazioni per i premi: e siamo a Ferragosto. Quindi ci si tolgono un po’ di saluti autunnali in trattoria: su il naso, davanti ai broccoletti passati in padella... E i megeri e le megere vanno per un po’ in giro a ripetere, con tutte le penne per aria: “questo personaggio sono io! ma io non sono affatto così!”... E avanti con le pappardelle e le puntarelle, e “quello, bisogna distruggerlo!”, con l’aglio e senza l’aglio, e nuove serve: “oggi è stata da me la piccola Paparazza, una delizia!”...».
Alberto Arbasino (Voghera, 22 gennaio 1930 – Milano, 22 marzo 2020) - Fratelli d'Italia
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Paul Scheerbart è nato in Danzica nel 1863 ed è conosciuto anche con gli pseudonimi Kuno Küfer e Bruno Küfer, scrittore e disegnatore tedesco.
Nell'età giovanile i suoi programmi di vita erano indirizzati verso lo studio della teologia e il voler diventare missionario ma poi abbandonò questi progetti e iniziò a leggere molto di filosofia, accostandosi alla filosofia orientale. Successivamente iniziò a studiare anche storia dell'arte e scrisse diversi articoli di critica d'arte per diversi giornali.
Nel 1887 si stabilì a Berlino e due anni dopo pubblicò la sua prima opera, "Il paradiso: la patria dell'arte". In questa città fondò una casa editrice e pubblicò con essa la seconda edizione della sua prima opera e un secondo libro intitolato "Sì... che cosa... non vorremmo! Libro di favole meravigliose".
Appassionato dei circoli letterari e insofferente verso ogni forma di lavoro strutturato decise di vivere della sua passione: la scrittura. Raccimolando il minimo necessario da vivere dalle collaborazioni con le riviste di giornale e di teatro piuttosto che dai suoi libri.
Nel 1914 pubblicò il saggio Architettura di vetro, il quale gli diete una certa fama e l'opera influenzò l'architetto espressionista tedesco Bruno Taut, con il quale Scheerbart ebbe una fitta corrispondenza nel suo ultimo anno di vita.
L'Architettura di vetro è un sogno che apparve sotto forma di trattato architettonico e Scheerbart nel suo scritto ha preso in considerazione ogni piccolo dettaglio per questa nuova forma di architettura e "civiltà di vetro".⠀
Scheerbert considerava il vetro come il materiale base per il futuro e lo aveva integrato nelle sue visioni architettoniche, le quali diventarono delle soluzioni tecniche basate su dei principi strutturali.
Auspicava l'avvento del vetro su tutti gli altri materiali descrivendo il cambiamento globale e come l'uso di questo materiale nel costruire si sarebbe ripercosso sulla società.⠀
《Il nuovo ambiente di vetro opererà una completa trasformazione dell'uomo.》
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Fatelo, ogni tanto...
Non ho mai scritto per raggiungere la fama o per denaro. La locuzione (è parafrasi di qualcosa di Gogol, se non ricordo male) mi trova incondizionatamente in sintonia. E del resto provate voi, oggi, a scrivere compulsivamente animati solo dall'irrefrenabile desiderio di arricchirvi economicamente e/o di conquistare la notorietà. Sappiatelo: anche se disponete di buone capacità letterarie, se non avete santi in paradiso e non siete disponibili ai compromessi difficilmente riuscirete a trasformare il vostro scrivere in una professione remunerativa. Sarà arduo per voi farvi conoscere come giornalista o scrittore al di fuori delle mura del vostro quartiere. Credo contenga un fondamento di verità l'opinione corrente secondo la quale in Italia c'è più gente che scrive che lettori. Vero è che nel contesto globale ognuno galleggia dentro la propria personalissima "dimensione" e che "il diavoletto" dello scrivere nasconde molto spesso quel desiderio non manifesto di "immortalità" che di sovente prende lo "scrittore". Ancora più accentuato, in ambiti fortemente spersonalizzati, spersonalizzanti e "dispersivi" come quello, appunto, globale, il desiderio dell'uomo (precipuamente dell'homo scribens, in quanto dotato di particolarissime sensibilità) di far parte del mondo a pieno titolo e di soddisfare attraverso la lettura e la scrittura tutte quelle curiosità e inclinazioni che gli consentono le più ampie connessioni con il proprio intimo e con il mondo stesso. Lo scrivere appare profondamente correlato alla nostra dimensione umana e alla necessità di ciascun individuo di comprendersi e di relazionarsi con l'ambiente cui appartiene. Alla luce di quanto si è appena detto risulteranno forse più chiari i motivi per cui prosperano le case editrici a pagamento (c'è chi è perfino disposto a pagare pur di vedere pubblicato, di qualsiasi cosa si tratti, il proprio materiale!!) e, per altri versi, i motivi per cui molte delle testate nate in questi ultimi lustri unicamente per generare guadagni economici non si pongano problemi nell'utilizzare il lavoro, la competenza e le passioni più intime di chi scrive "per scrivere", senza dare niente, o quasi, in cambio. D'altro canto (e per fortuna) esistono organi di stampa che si accontentano del pareggio del proprio bilancio e perseguono finalità altamente culturali, sociali, e cosi via... Qualcuno obbiettera' che la maggior parte delle collaborazioni giornalistiche (anche e soprattutto quelle che vengono intraprese con giornali e riviste che a fronte di costi di gestione irrisori - è il caso dei quotidiani e dei periodici che pubblicano i loro contenuti su Internet - riescono a conseguire introiti pubblicitari rilevanti) ha natura volontaristica. Spesso, pur di vedere pubblicato ciò che viene fuori dalla propria penna, si fa finta di niente: si sa che il mondo appartiene agli squali (predatori notoriamente furbissimi). Però, quanto è bello, a volte, farsi girare vorticosamente i coglioni e mandare affanculo quelli che neanche si degnano di ringraziarvi per tutto quello che regalate loro. Fatelo, ogni tanto, a beneficio del vostro coefficiente di autostima e di dignità.
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Benvenuta Margherita Bonfrate nella redazione di Alessandria Today. Una scrittrice tarantina di talento si unisce alla nostra squadra editoriale per arricchire il panorama culturale.
Siamo lieti di dare il benvenuto a Margherita Bonfrate, una scrittrice tarantina che si distingue per il suo vasto repertorio letterario, nella redazione di Alessandria Today.
Siamo lieti di dare il benvenuto a Margherita Bonfrate, una scrittrice tarantina che si distingue per il suo vasto repertorio letterario, nella redazione di Alessandria Today. Nata a Taranto nel 1950, Margherita porta con sé una lunga carriera ricca di successi, premi e riconoscimenti, che spaziano dai copioni teatrali alla narrativa, dalla poesia ai racconti brevi. Il suo ingresso nella nostra…
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“ Un giorno, il giovane re Artù fu catturato e imprigionato dal sovrano di un regno vicino. Mosso a compassione dalla gioia di vivere del giovane, piuttosto che ucciderlo, gli offrì la libertà, a patto, però, che rispondesse a un quesito molto difficile: Cosa vogliono veramente le donne? Artù, tornato al suo regno, iniziò a interrogare chiunque: la principessa, le prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte e via dicendo, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte delle persone gli suggeriva era di consultare una vecchia strega. La vecchia strega accettò di rispondere alla domanda solo al patto di ottenere la mano di Gawain, il più nobile dei cavalieri della Tavola rotonda, nonché migliore amico di Artù! Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva: la strega aveva una gobba a uncino, era orrenda, aveva un solo dente e puzzava di acqua di fogna, ma Gawain, venuto al corrente della proposta, disse ad Artù che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo re e la Tavola rotonda, e che quindi avrebbe accettato, di buon grado, di sposare la strega. Il matrimonio fu pertanto celebrato, e la strega finalmente rispose alla domanda: "Ciò che una donna vuole veramente è: essere padrona della propria vita". Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità e che sicuramente la vita di Artù sarebbe stata risparmiata. Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega? Gawain si comportava come sempre, gentile e cortese. La strega al contrario esibì le sue peggiori maniere... mangiava con le mani e ruttava mettendo tutti a disagio. La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile, ma prese il coraggio a due mani, entrò nella camera da letto e... che razza di vista lo attendeva! Dinnanzi a lui, discinta, sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase allibito, e chiese alla strega cosa le fosse accaduto. La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente, che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà, sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima. A questo punto la strega chiese a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella assumesse di giorno e... quale di notte. Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, e una stregaccia orripilante la notte? O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte, con cui dividere i momenti di intimità. Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la facoltà di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perché Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa! “
Valeria Parrella, Ciao maschio - con una conversazione con Lella Costa, Bompiani (collana AsSaggi di narrativa), 2009¹; pp. 75-78.
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VENERDÌ 26 LUGLIO A VILLA IMPERIALE IN SCENA “ILLOGICAL SHOW” DEI TREJOLIE, IL TRIO DI COMICI VINCITORI DI “ITALIA’S GOT TALENT”
Dopo diversi sold out nei teatri di tutta Italia, i tre attori portano a Genova uno spettacolo fatto di comicità surreale ed esilaranti rivisitazioni di brani musicali e letterari
Genova. Venerdì 26 luglio 2019, alle ore 21.30, a Villa Imperiale (Via S. Fruttuoso, 70) continuano gli appuntamenti della rassegna estiva di cabaret del Teatro Garage “Ridere d’agosto ma anche prima” con lo spettacolo “Illogical Show”, portato in scena dal trio comico Trejolie.
Divenuti famosi grazie alla partecipazione e alla vittoria all’edizione 2017 del talent show targato Sky “Italia’s got talent”, in cui conquistarono i giudici e il pubblico con i loro improbabili ma divertentissimi sketch di danza, canto e poesia, i Trejolie – all’anagrafe Tomas Leardini, Marcello Mocchi, e Daniele Pitari – sono oggi in tour per i teatri di tutta Italia per presentare il nuovo spettacolo “Illogical Show”.
Uno show teatrale basato su una comicità surreale (a volte ispirata alla slapstick comedy, altre volte più vicina allo humor inglese) fatta di giustapposizioni e ritmi incalzanti che si mescolano tra loro, trascinando lo spettatore in un’atmosfera fatta di momenti musicali illogici, danze assurde, improbabili canzoni e dinamiche che si avvicinano al mondo della clownerie. Il rapporto sempre conflittuale dei tre personaggi, che costituisce il principio fondante dello spettacolo, crea un fluido continuo di situazioni comiche e poetiche adatte ad ogni tipo di pubblico e di spazio. È uno spettacolo che vede sul palco esclusivamente i tre attori, senza l’aiuto di scenografie, in un contesto scenico essenziale, che mette in risalto il divertisment e il gioco di relazioni dei personaggi.
Diplomati all’accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, i Trejolie sviluppano, sin da subito, una grande intesa sul palco, condividendo un’ironia che li unisce già durante la formazione accademica. Dopo il diploma, parallelamente ad un percorso individuale che li porta a recitare in diversi teatri italiani, i tre attori formano il gruppo con il quale vincono “Italia’s got talent”. In seguito alla vittoria portano avanti la loro ricerca artistica sulla comicità in teatro, in Tv e sul Web, portando avanti progetti personali e diverse collaborazioni.
Biglietti: intero 14 euro, ridotto 11 euro. Le prevendite si effettuano presso l’ufficio del Teatro Garage (via Repetto 18 r canc. a 30 mt dalla Sala Diana) dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 18 e venerdì ore 10-13, presso gli uffici IAT del Comune, all’agenzia di Viaggi PGP a Quinto e online su HappyTicket. Link diretto: https://www.happyticket.it/genova/acquista-biglietti/130115-illogical-show-trejolie.htm
Informazioni: [email protected], www.teatrogarage.it
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VENERDÌ 26 LUGLIO A VILLA IMPERIALE IN SCENA “ILLOGICAL SHOW” DEI TREJOLIE, IL TRIO DI COMICI VINCITORI DI “ITALIA’S GOT TALENT” VENERDÌ 26 LUGLIO A VILLA IMPERIALE IN SCENA “ILLOGICAL SHOW” DEI TREJOLIE, IL TRIO DI COMICI VINCITORI DI “ITALIA’S GOT TALENT”
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Mi chiamo Riccardo Atzeni, vivo e lavoro a Cagliari, in Sardegna. Il mio lavoro si divide in illustrazione e animazione in 2D. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Disegno fin da bambino, l'idea di farne un lavoro è quindi nata abbastanza presto: ho iniziato a fare la gavetta nel settore durante le scuole superiori, e da quel momento sono stato più o meno occupato tutto il tempo con quest'attività. Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Le illustrazioni che vedete in quest'intervista sono tutte realizzate ad acquerello. Lavoro con questa tecnica da anni ormai, essendo autodidatta sono passato attraverso una serie di errori e passi falsi, ma il tempo e la pratica fortunatamente aiutano! Oltre all'acquerello, dal 2000 ho introdotto nel mio lavoro il digitale. Ultimamente non realizzo molte illustrazioni digitali, perché preferisco ricorrere a strumenti tradizionali. Il computer è tuttavia uno strumento fondamentale per l'altra attività che costituisce il mio lavoro, cioè l'animazione. Cosa pensi del tuo futuro da illustratore? Ogni anno cerco di aggiungere un nuovo tassello alla mia attività, o cerco di esplorare ambienti diversi; lo faccio per evitare la monotonia, molto pericolosa quando si svolge un lavoro creativo, ma anche perché in una realtà lavorativa delicata come quella che stiamo conoscendo in questi anni, credo sia importante imparare continuamente cose nuove e diversificare i campi d'azione. Il disegno permette di spaziare da un mondo all'altro, forse è anche per questo che mi piace. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Nella mia isola ho avuto la possibilità di collaborare con registi, musicisti e festival letterari; inoltre sono entrato in contatto con la comunità di giovani imprenditori nel settore tecnologico, con la possibilità di utilizzare le mie immagini e animazioni per raccontare quel mondo. Negli anni ho avuto la possibilità di spaziare in diversi ambiti, confrontandomi di volta in volta con la pubblicità, la musica, gli eventi dal vivo in cui disegno davanti al pubblico e, ultimamente le animazioni per i festival cinematografici. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Negli anni ho avuto diversi modelli che ho ammirato e inevitabilmente sono stati fonte d'ispirazione. Seguo da anni Gipi e Igort, amo i libri illustrati di Simone Rea e Mariachiara Digiorgio. Mi piacciono le composizioni di Alessandro Gottardo, e le illustrazioni di Sergio Toppi, che raccontano storie immense con una sola immagine. Potrei continuare a lungo! Descrivici il tuo stile. Il mio stile è semplice nella forma. Cerco di non caricare troppo le singole forme perché lo trovo superfluo. Quello su cui mi piace lavorare è l'idea alla base del lavoro. Spesso ha tematiche pop, spesso ha come obiettivo smitizzare le icone, ricondurle a contesti quotidiani, mostrarne la parte ironica. Cerco di trovare uno stile capace di descrivere sia un universo infantile che uno adulto, così da strutturare un linguaggio universale. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. E' semplice da dire, meno da ottenere: un'idea efficace, una composizione solida, i colori giusti. In sintesi idea, forma e colore. Se l'idea è debole, difficilmente sarà salvata da una composizione rigorosa. Se l'idea è efficace, ma realizzata sbadatamente e con dei colori che portano l'osservatore verso altre direzioni, l'intenzione iniziale non viene colta, e il lavoro risulta inutile. In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? Sono stato fortunato: dalla famiglia agli amici ai colleghi, ho sempre trovato persone che ghanno capito quanto fosse importante per me questo percorso, che seguo con determinazione da molti anni. Ci vuole pazienza, perché non da' frutti nel breve periodo, quindi è bene che chi ti sta vicino abbia altrettanta pazienza :) Se fossi libero da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare?
Fortunatamente ho spesso la possibilità di muovermi liberamente. Spesso, poi, cerco di realizzare illustrazioni non commissionate, così da poter esplorare il mio mondo visivo e di contenuti. Ma anche nel lavoro commissionato ho loa possibilità di proporre le mie idee e la mia visione, naturalmente in un ambito di collaborazione in cui (soprattutto per l'animazione, che vive del lavoro di più persone), è necessario che il lavoro del singolo sia in armonia con la regia, la sceneggiatura e la musica. Il consiglio più utile che hai ricevuto. L'ho sentito dire più volte, e lo ripeto spesso anch'io: in questo settore, la cosa migliore da fare per ottenere dei risultati è non crearsi un'alternativa. L'alternativa sarà sempre più semplice, e sarà facile cadere in tentazione soprattutto nei momenti difficili. Ma è un lavoro che richiede molto tempo e molta dedizione: non è possibile progredire con costanza se lo si affianca ad altre attività "salvagente". Bisogna stringere i denti e non lasciarsi abbattere: la pratica e la determinazione sono strumenti molto potenti per chi svolge un lavoro creativo. Segui Riccardo Atzeni sul suo sito web, Facebook e Instagram.
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LIBRANDO: LE MIE SEGNALAZIONI LETTERARIE Dal sito: www.gioacchinodibella.it “Oggi chiunque, in misura maggiore sui famosi social, si occupa di recensioni “libresche”, di “collaborazioni” con gli autori, feed pubblicitari su libri editi di nuova apparizione sullo scenario editoriale. Ebbene, questa mia pagina si pone come un luogo dove poter parlare di libri realmente letti, senza alcuna pretesa di esegesi letteraria. E non importa se gli editi siano di marchio famoso o risonante e gli autori siano scrittori di fama e blasonati. Ciò che vale è la voglia di parlare di chi ha in mente una storia e la vuole trasmette agli altri per restituire un’immagine del proprio mondo e della propria ricchezza interiore. In fondo, non esistono libri belli o brutti, i libri sono testimonianze di vita e frammenti di verità.” Se ti piace l’idea, prova a contattarmi sul sito 👋🔜 #librandogioacchinodibella #gioacchinodibellaautore #gioacchinodibella #recensioni #segnalazioni #segnalazionelibro #autori #scrittoriemergenti #scrittoriesordienti #scrittoriindipendenti #scrittori (presso Salemi San Ciro) https://www.instagram.com/p/Ch7h65fMfna/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Il marchio Made in Italy in una talk presso l’Istituto Italiano di Cultura

Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Innovazione, stile, estetica, moda: il marchio Made in Italy in una talk il 13 dicembre all’Istituto Italiano di Cultura di Londra. Made in Italy Today: la talk presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra Innovazione, stile, estetica, moda. Aziende familiari e tradizioni, modelli innovativi e tecnologia. Scienza, cultura, arte ed eccellenza manifatturiera. Questo è il Made in Italy. Sinonimo di alta qualità in più settori. Da quello automobilistico a quello agroalimentare, dal turismo all’arredamento e design. Un brand che è modello di ispirazione e concorrenza a livello globale. Eventi letterari e teatrali, festival della cucina, cinema e molto altro hanno riempito il calendario in Uk, a riprova di come il Made in Italy sia onnipresente nella vita quotidiana di tutto il mondo, Regno Unito incluso. E proprio il marchio Made in Italy, in una talk presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, sarà l’argomento cardine di discussione nel corso della serata del 13 dicembre. Infatti martedì prossimo, alla sede Iic di Belgrave Square, prenderà vita un dibattito dal nome Made in Italy Today. Curata e moderata da Daniel Gava, la conversazione si propone di analizzare lo stato attuale del marchio italiano. Con la partecipazione di due ospiti d’eccezione come Bethan Laura Wood e Francesco Balli, si tenterà di rispondere a domande riguardo il Made in Italy e sulla sua percezione odierna; se è un valore aggiunto per le imprese e come è stata caratterizzata la sua evoluzione nel corso del tempo. L’evento, atteso per le 6.30 pm, è prenotabile qui. Made in Italy Today: gli ospiti della talk Il marchio Made in Italy in una talk presso l’Istituto Italiano di Cultura non verrà solo analizzato dal punto di vista della percezione ma anche della reputazione. Sovente più forte di crisi economiche e instabilità internazionali, la qualità italiana ha resistito alla concorrenza di mercati in forte sviluppo. Mercati dai prodotti più economici e di minor qualità ma, che molto spesso, rappresentano anche i principali acquirenti del Made in Italy. Tutto questo e molto di più verrà discusso dagli ospiti della serata di martedì 13 dicembre. Bethan Laura Wood è un’acclamata designer britannica. Dal 2011 collabora con la Nilufar Gallery per esporre le sue opere, pezzi unici in edizione limitata. Nel corso degli anni ha ricevuto numerose commissioni e realizzato diverse collaborazioni con svariati partner internazionali. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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