#Giornalismo culturale
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Buona Pasqua a tutti gli autori di Alessandria today: grazie per essere il cuore pulsante della nostra comunità
A tutti voi, autori di Alessandria today,in questo giorno speciale desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine per la vostra costante dedizione, la creatività che donate con ogni parola e l’impegno con cui contribuite ogni giorno a costruire un mosaico culturale sempre più ricco, vivo e condiviso. La Pasqua è la festa della rinascita, e mai come oggi sentiamo forte il legame tra questo…
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Su “Elegia del confino” di Michele Nigro, intervista a cura di Davide Morelli
versione pdf: Su “Elegia del confino” di Michele Nigro, intervista a cura di Davide Morelli Su “Elegia del confino” di Michele Nigro, intervista a cura di Davide Morelli In cinese crisi significa sia problema che opportunità. A mio avviso tu hai scritto questo ottimo libro in pandemia, pur riconoscendo la tragicità del periodo ma cogliendo pienamente l’opportunità per poter meditare e creare.…

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Perché i Grammy sono una grande allucinazione collettiva
Nel complicato e frammentato mondo dei processi culturali contemporanei non troverete un’oasi nei Grammy, ma soltanto l’ennesimo miraggio costruito a tavolino per voi dai soliti vecchi in giacca e cravatta.
La rilevanza nel dibattito culturale che ancora oggi hanno i Grammy Awards è forse una delle più mirabili allucinazioni collettive costruite a tavolino dall’industria dell’intrattenimento americana. L’idea che molti appassionati e perfino giornalisti e critici hanno, è che seguire i Grammy sia importante per tastare il polso del gigantesco mondo pop americano, che ancora oggi dovrebbe influenzare…
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Ritrovamenti!
L’associazione culturale ARRIVO presenta il numero speciale del Freepress Le Periferie presso il Circolo Island di Perugia. Anno 2019. Presentazione a cura di Giacomo Oliva. Letture di Benedetta Rocchi, Laura Adriani e Nicola Castellini. Riprese a cura di Alessandro X. Audio lo-fi. Sfoglia liberamente il numero a questo indirizzo:

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30 BALENE SPIAGGIATE SONO STATE SALVATE DA MIGLIAIA DI VOLONTARI IN NUOVA ZELANDA

Oltre 30 balene pilota che si erano arenate su una spiaggia in Nuova Zelanda sono state riportate in salvo nell’oceano dopo che gli addetti alla conservazione e i residenti locali hanno lavorando per 3 giorni per rimetterle in acqua.
L’incidente è avvenuto sulla spiaggia di Ruakākā vicino alla città di Whangārei nell’isola settentrionale della Nuova Zelanda, un luogo di spiaggiamento particolarmente comune per le balene pilota. Gli agenti del Dipartimento per la conservazione hanno dato l’allarme, chiedendo alla popolazione locale di collaborare in modo da avere tante braccia per spostare i grandi animali in tempo, prima che morissero. Più di mille volontari e professionisti sono accorsi e si sono messi al lavoro sulla spiaggia, organizzandosi per salvare i cetacei, riportandoli in mare su dei teli trainati a mano e dalle barche.
Gli sforzi di salvataggio hanno permesso a quasi tutti i globicefali di sopravvivere. La popolazione indigena locale ha celebrato questo salvataggio con una cerimonia di ringraziamento Māori, per onorare gli spiriti dei grandi animali che per queste tribù rappresentano un tesoro culturale sacro e il simbolo della forza. “È incredibile vedere la genuina cura e compassione che le persone hanno dimostrato verso questi magnifici animali”, ha affermato Joel Lauterbach, portavoce del Department of Conservation. “Questa risposta dimostra il profondo legame che tutti condividiamo con il nostro ambiente marino”.
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Fonte: Department of conservation; CBS News; immagine di Docent Joyce
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini” delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.

Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”. Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
#ufficiosinistri#brunobarba#maqualedna#football#footballstories#reviews#footballculture#thebeautifulgame
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Iacopo Melio: Un Simbolo di Lotta per i Diritti e l’Inclusione della Disabilità
Iacopo Melio è un esempio straordinario di determinazione, impegno e passione nella lotta per i diritti delle persone con disabilità. Nato il 28 aprile 1992 a San Miniato, Melio è un giornalista, scrittore, politico e attivista che ha dedicato la sua vita a promuovere una società più inclusiva e consapevole. Affetto dalla sindrome di Escobar, una rara condizione genetica, Melio utilizza una sedia a rotelle per spostarsi. Tuttavia, come lui stesso afferma: «Io non sono la mia carrozzina, così come nessuno sarà mai il suo paio di scarpe. Ognuno di noi è le proprie abilità, non le proprie difficoltà».
Fin dai primi anni della sua vita, Melio ha affrontato la disabilità con un atteggiamento positivo e ironico, rifiutando di lasciare che essa definisse la sua identità. Questa filosofia lo ha portato a diventare un punto di riferimento nella lotta per l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali che ancora oggi limitano molte persone con disabilità.

L’Impegno per la Disabilità attraverso l’Attivismo
Nel 2014, Iacopo Melio ha lanciato la campagna di sensibilizzazione online #Vorreiprendereiltreno, volta a denunciare le difficoltà che le persone con disabilità incontrano nella mobilità quotidiana. La campagna ha ottenuto un enorme successo, attirando l’attenzione dei media nazionali e internazionali e spingendo Melio a fondare l’ONLUS “Vorreiprendereiltreno” nel 2015. L’organizzazione si occupa di promuovere l’accessibilità e l’inclusione sociale, sensibilizzando il pubblico sull’importanza di una società più equa per tutti.
Il riconoscimento del suo impegno non ha tardato ad arrivare. Nel 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo contributo alla causa dell’abbattimento delle barriere architettoniche e degli stereotipi sulla disabilità.
Giornalismo e Comunicazione sulla Disabilità
Oltre all’attivismo, Melio ha sviluppato una carriera nel giornalismo, collaborando con importanti testate come Fanpage.it, The Post Internazionale, La Repubblica, Vanity Fair Italia e Next Quotidiano. Ha anche pubblicato diversi libri, tra cui “È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo)”, un manuale che aiuta a comprendere e comunicare correttamente il tema della disabilità, promuovendo una narrativa inclusiva e priva di pregiudizi.
Le sue opere affrontano la disabilità da diverse prospettive, combinando esperienze personali con una profonda analisi sociale. Con un linguaggio accessibile e coinvolgente, Melio sfida le concezioni errate sulla disabilità e incoraggia un cambiamento culturale che valorizzi le differenze anziché vederle come limiti.
L’Esperienza Politica e l’Impegno per i Diritti delle Persone con Disabilità
Nel 2020, Iacopo Melio ha deciso di portare la sua battaglia per i diritti delle persone con disabilità in ambito istituzionale, candidandosi alle elezioni regionali in Toscana con il Partito Democratico. Eletto con il maggior numero di preferenze nella sua circoscrizione, ha utilizzato il suo ruolo di consigliere regionale per promuovere leggi e iniziative a favore dell’inclusione e dell’accessibilità.
Nel 2023, ha ottenuto incarichi di rilievo all’interno del Partito Democratico, diventando responsabile del “Dipartimento nazionale Inclusione, contro ogni barriera”. La sua missione politica si concentra sulla necessità di garantire pari opportunità e diritti a tutte le persone con disabilità, abbattendo gli ostacoli che ancora oggi limitano la loro piena partecipazione alla vita sociale e lavorativa.
Disabilità e Cultura: Un Percorso di Consapevolezza
Melio non si è limitato alla politica e al giornalismo: ha portato il tema della disabilità anche nel mondo della cultura e dello spettacolo. Nel 2022, ha recitato nel film “Ragazzaccio” di Paolo Ruffini, interpretando Zoli, un ragazzo con disabilità vittima di cyberbullismo. La sua partecipazione a questa pellicola ha ulteriormente sensibilizzato il pubblico sull’importanza di contrastare discriminazioni e stereotipi legati alla disabilità.
Inoltre, ha partecipato a due conferenze TEDx, nel 2017 e nel 2019, offrendo spunti di riflessione su come la società possa cambiare il proprio approccio nei confronti della disabilità.
Un Futuro di Inclusione e Cambiamento
Il percorso di Iacopo Melio dimostra che la disabilità non deve essere vista come un ostacolo, ma come una caratteristica che fa parte della diversità umana. Con il suo impegno instancabile, continua a ispirare migliaia di persone, promuovendo una cultura basata sull’inclusione e sul rispetto.
Attraverso il suo lavoro in ambito politico, giornalistico e sociale, Melio ha aperto un dialogo fondamentale su come la disabilità venga percepita e affrontata nella nostra società. La sua storia dimostra che il cambiamento è possibile e che ogni azione conta nel costruire un mondo più giusto ed equo per tutti.
La disabilità non deve essere un limite, ma una realtà che la società deve accogliere e valorizzare, abbattendo ogni tipo di barriera. Grazie a persone come Iacopo Melio, il futuro dell’inclusione appare sempre più luminoso.
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Nancy Cunard

Amo la pace, la campagna, la Spagna repubblicana e l’Italia antifascista, i neri e la loro cultura afroamericana, tutta l’America Latina che conosco, la musica, la pittura, la poesia e il giornalismo. Ho sempre vissuto in Francia da quando mi è stato possibile, nel 1920. Odio il fascismo, lo snobismo e tutto quello che gli sta attorno.
Nancy Cunard poeta e militante antirazzista e antifascista, è stata editrice, giornalista, inviata di guerra e traduttrice per la resistenza.
Una vita epica che ha ispirato libri, film e opere teatrali.
Con coraggio e determinazione, rinnegando le origini altolocate e i privilegi di nascita, ha sostenuto le cause delle persone emarginate, discriminate, esiliate, travalicando ogni barriera culturale, sociale e morale del suo tempo.
Nata a Londra il 10 marzo 1896 in una famiglia della ricca borghesia e aristocrazia inglese, suo padre era un baronetto erede di un impero navale e sua madre un’ereditiera americana popolare nell’alta società. Genitori, ricchi e viziati, amanti della bella vita che si erano separati quando lei aveva quattordici anni.
Aveva frequentato i college più prestigiosi in giro per l’Europa e debuttato in società con il principe di Galles a farle da cavaliere, ma il suo anticonformismo morale, sessuale e politico l’ha portata a fare altre scelte.
Negli anni ’20 si era trasferita in Francia, dove aveva iniziato a scrivere e frequentare esponenti delle avanguardie artistiche del surrealismo e dadaismo. Iniziò una importante storia d’amore col poeta Louis Aragon.
Era amica di Ezra Pound, Aldous Huxley e Virginia Woolf, che come lei volevano mettere in discussione e decostruire le soffocanti tradizioni dell’epoca vittoriana, il puritanesimo anglosassone e l’impero colonialista. Fumava, beveva, vestiva in maniera eccentrica e destava scandalo con i suoi numerosi amori omo e eterosessuali.
Nel 1927 aveva fondato la sua casa editrice, The Hours Press, dedicata principalmente alla poesia contemporanea, le copertine dei suoi libri venivano illustrate dai più grandi artisti del momento, come Man Ray e Yves Tangui. Per prima ha pubblicato Samuel Beckett. La sua eredità le permetteva di rischiare finanziando opere che nessun altro editore osava pubblicare.
Nel 1930 ha partecipato alla diffusione del film surrealista L’Âge d’or di Luis Buñuel, che venne fortemente ostacolato e censurato e di cui lei aveva organizzato, con ostinazione, anche una proiezione a Londra.
A causa delle sua relazione con Henry Crowder, musicista jazz afro-americano, che l’aveva resa bersaglio di attacchi razzisti di ogni genere, tanto che sua madre l’aveva diseredata, l’aveva portata a contatto con il razzismo sistemico e la segregazione, che la resero un’attivista a favore dei diritti civili negli Stati Uniti.
Nel 1931 ha scritto un testo durissimo rivolto a sua madre, poi pubblicato con il titolo Black Man and White Ladyship che era un tenace attacco al razzismo.
La sua Negro: An Anthology, del 1934, un volume in sette sezioni, tra poesie, racconti e saggi, che è una vera e propria enciclopedia sociale, politica e culturale della “negritudine” nel mondo, a favore della diversità culturale e del diritto all’autodeterminazione di ogni individuo.
Un’opera di importanza epocale, per la prima volta si dava la parola alle persone protagoniste della discriminazione.
Un’azione culturale militante, che, con approccio documentaristico, raccontava la ricca storia culturale e sociale delle persone nere d’America, Africa e Europa, per dimostrare che il pregiudizio razziale non poggia su alcuna giustificazione.
Aveva messo insieme 150 autrici e autori neri, bianchi, più o meno politicamente impegnati, sportivi, giornalisti, antropologi, storici, scrittori, poeti, musicisti, cantanti, universitari e militanti.
Un’opera scomoda e incredibilmente coraggiosa che fu oggetto di pesanti minacce e pressioni che ne limitarono la diffusione.
Partecipare alla lotta contro razzismo e nazifascismo fu per lei un dovere improrogabile fin da quando aveva messo la sua penna al servizio dell’impegno politico.
Appassionata di arte africana, collezionava giganteschi gioielli di legno e avorio che indossava dal polso al gomito. Portava i capelli corti, il cilindro, abiti argentati e decine di bracciali.
Antifascista e anarchica, si è schierata contro l’occupazione italiana dell’Etiopia e poi a favore dei repubblicani in Spagna, dove era stata inviata come giornalista dal Manchester Guardian, scrivendo reportage sull’esodo e sui campi di concentramento nella Francia del Fronte popolare. Ha portato sostegno ai profughi anche a guerra terminata. Per la sua partecipazione attiva alla causa anti franchista venne accusata di attività cospiratrici e arrestata.
Nel 1937 chiese ai suoi amici poeti – tra cui Tristan Tzara, W.H. Auden e Pablo Neruda – di donare una poesia contro la guerra che pubblicò con il titolo The Poets of the World Defend the Spanish People. Lo stesso anno spedì a circa duecento scrittori e scrittrici, un questionario che chiedeva loro di prendere posizione sulla guerra civile spagnola. Le risposte uscirono su Left Review con il titolo Authors Take Sides on the Spanish War.
Durante la Seconda guerra mondiale, da Londra, ha lavorato, giorno e notte, come traduttrice per la Resistenza francese, tanto da arrivare a un vero e proprio logoramento fisico e psichico.
Dopo la guerra, indebolita nel corpo e nello spirito, attanagliata da difficoltà economiche e dai troppi abusi, ha vissuto anni difficilissimi. Venne anche ricoverata in manicomio.
È morta in completa solitudine all’Hôpital Cochin il 17 marzo 1965, era arrivata a pesare 27 chili.
Da una condizione di assoluto privilegio ha avuto il coraggio e l’ostinazione di trasformare la propria vita in un inno alla libertà, alla ribellione, alla lotta contro le ingiustizie e contro la stupidità umana.
È stata un’icona e un punto di riferimento per intere generazioni. Ha ispirato Ernest Hemingway che ne fece una delle eroine di Fiesta, Aldous Huxley la raccontò in Punto contro punto, Eveliyn Waugh in Resa incondizionata. In Aspettando Godot di Samuel Beckett il suo nome risuona sei volte, è presente nei Cantos di Ezra Pound, così come nella prima versione della Terra desolata di T.S. Eliot. Louis Aragon le è debitore di due libri, Blanche ou l’oubli e Le Con d’Irène, Tristan Tzara di una commedia, Mouchoir de nuage, Pablo Neruda di una raccolta poetica, Waltz. Il primo bestseller da un milione di copie dell’epoca, The Green Hat di Michael Arlen, l’ha vista protagonista. È stata scolpita da Constantin Brancusi, fotografata da Man Ray e Cecil Beaton, dipinta da Oskar Kokoschka e disegnata da Wyndam Lewis.
Al cinema, nel 1929, è stata interpretata da Greta Garbo nel film Destino che, come recitava la prima didascalia che accompagnava le immagini mute, era la storia di una donna coraggiosa e forse insensata.
Nancy Cunard ha segnato un’epoca, appassionata e intelligentissima, il suo stile originale travalica mode ed epoche.
Una donna che la storia dovrebbe ricordare con molto più entusiasmo e rispetto.
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"David Costa Wallace è il nuovo singolo di Fidelio

Dal 7 marzo 2025 è in rotazione radiofonica "David Costa Wallace", il nuovo singolo di Fidelio disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 7 febbraio.
"David Costa Wallace" è un brano che esplora in profondità l'influenza che Francesco Costa e il suo podcast Morning hanno avuto sul pensiero e sulla vita quotidiana dei suoi numerosi ascoltatori. Con una melodia dalle sonorità indie-pop, la canzone si concentra su quella che sembra essere una "dipendenza" crescente nei confronti di Morning, mettendo in evidenza la facilità con cui le opinioni di Costa, una volta espresse, diventano parte integrante delle convinzioni e delle discussioni quotidiane dei suoi ascoltatori. La traccia riflette su come il podcast sia riuscito a conquistare una posizione predominante nelle conversazioni quotidiane, che si tratti di bar, lavoro o altre situazioni sociali, diventando un punto di riferimento in quasi ogni contesto. Il titolo stesso della canzone richiama ironicamente lo status di Costa tra i suoi fan, ormai venerato al punto da essere considerato una sorta di "profeta" delle opinioni popolari, quasi al pari di un gigante della letteratura come David Foster Wallace. Il brano non solo analizza l'impatto culturale di Morning, ma invita anche a riflettere su come un podcast, oggi, possa avere un effetto così potente sul pensiero collettivo e sull'evoluzione delle conversazioni sociali.
Commenta l'artista sul nuovo brano: "Con David Costa Wallace, e più in generale con il concept Solo i borghesi sopravvivono di cui il pezzo fa parte, vogliamo raccontare un lento ma progressivo percorso di adattamento alla vita borghese, partendo da un suo snobistico rifiuto per concludersi con una consapevole accettazione. Il podcast di Francesco Costa diventa per noi un simbolo in questo viaggio: ascoltare Morning trasmette infatti (a noi per primi) l'impressione di fruire di un prodotto alternativo, quasi radical chic, un po' come, nel momento dell'esplosione della cultura hipster, leggere un romanzo di David Foster Wallace. Tuttavia, proprio perchè Costa è diventato un punto di riferimento unico e quasi obbligato per molti, in questa "dipendenza" da Morning intravediamo anche il rischio borghese di omologazione, di fruizione passiva e acritica e di una certa ristrettezza di orizzonti, visto che il dibattito tende ad appiattirsi sui soli spunti offerti da Costa nella mezz'ora giornaliera di podcast."
Ascolta il brano su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/3vmhSzhaYcvic0nPlbWwxx
Biografia
Fidelio è un progetto musicale creato da Andrea Aniello e Valerio Martino. Andrea lavora come data scientist e al momento vive in America. Valerio lavora come musicista in Italia. Con un suono che fonde indie-pop, synth-pop e post-punk, il duo esplora le dinamiche della società borghese raccontando storie di vita quotidiana attraverso una lente critica e ironica. "David Costa Wallace", primo singolo di Fidelio, analizza l'impatto del giornalismo di Francesco Costa, ora direttore del Post e fin qui voce del podcast Morning, sui suoi tanti ascoltatori e fan.
"David Costa Wallace" è il nuovo singolo di Fidelio disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 7 febbraio 2025 e in rotazione radiofonica dal 7 marzo.
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"David Costa Wallace è il nuovo singolo di Fidelio
Dal 7 marzo 2025 è in rotazione radiofonica "David Costa Wallace", il nuovo singolo di Fidelio disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 7 febbraio.
"David Costa Wallace" è un brano che esplora in profondità l'influenza che Francesco Costa e il suo podcast Morning hanno avuto sul pensiero e sulla vita quotidiana dei suoi numerosi ascoltatori. Con una melodia dalle sonorità indie-pop, la canzone si concentra su quella che sembra essere una "dipendenza" crescente nei confronti di Morning, mettendo in evidenza la facilità con cui le opinioni di Costa, una volta espresse, diventano parte integrante delle convinzioni e delle discussioni quotidiane dei suoi ascoltatori. La traccia riflette su come il podcast sia riuscito a conquistare una posizione predominante nelle conversazioni quotidiane, che si tratti di bar, lavoro o altre situazioni sociali, diventando un punto di riferimento in quasi ogni contesto. Il titolo stesso della canzone richiama ironicamente lo status di Costa tra i suoi fan, ormai venerato al punto da essere considerato una sorta di "profeta" delle opinioni popolari, quasi al pari di un gigante della letteratura come David Foster Wallace. Il brano non solo analizza l'impatto culturale di Morning, ma invita anche a riflettere su come un podcast, oggi, possa avere un effetto così potente sul pensiero collettivo e sull'evoluzione delle conversazioni sociali.
Commenta l'artista sul nuovo brano: "Con David Costa Wallace, e più in generale con il concept Solo i borghesi sopravvivono di cui il pezzo fa parte, vogliamo raccontare un lento ma progressivo percorso di adattamento alla vita borghese, partendo da un suo snobistico rifiuto per concludersi con una consapevole accettazione. Il podcast di Francesco Costa diventa per noi un simbolo in questo viaggio: ascoltare Morning trasmette infatti (a noi per primi) l'impressione di fruire di un prodotto alternativo, quasi radical chic, un po' come, nel momento dell'esplosione della cultura hipster, leggere un romanzo di David Foster Wallace. Tuttavia, proprio perchè Costa è diventato un punto di riferimento unico e quasi obbligato per molti, in questa "dipendenza" da Morning intravediamo anche il rischio borghese di omologazione, di fruizione passiva e acritica e di una certa ristrettezza di orizzonti, visto che il dibattito tende ad appiattirsi sui soli spunti offerti da Costa nella mezz'ora giornaliera di podcast."
Ascolta il brano su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/3vmhSzhaYcvic0nPlbWwxx
Biografia
Fidelio è un progetto musicale creato da Andrea Aniello e Valerio Martino. Andrea lavora come data scientist e al momento vive in America. Valerio lavora come musicista in Italia. Con un suono che fonde indie-pop, synth-pop e post-punk, il duo esplora le dinamiche della società borghese raccontando storie di vita quotidiana attraverso una lente critica e ironica. "David Costa Wallace", primo singolo di Fidelio, analizza l'impatto del giornalismo di Francesco Costa, ora direttore del Post e fin qui voce del podcast Morning, sui suoi tanti ascoltatori e fan.
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Davide Morelli su "Carte nel buio"
Un grazie sentito al poeta, saggista e critico letterario Davide Morelli per queste sue parole come sempre competenti e importanti sulla mia raccolta “Carte nel buio”… E un grazie anche a La Gilda dei Lettori per aver pubblicato la recensione… PER LEGGERLA: QUI! ♦

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"David Costa Wallace è il nuovo singolo di Fidelio
Dal 7 marzo 2025 è in rotazione radiofonica "David Costa Wallace", il nuovo singolo di Fidelio disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 7 febbraio.
"David Costa Wallace" è un brano che esplora in profondità l'influenza che Francesco Costa e il suo podcast Morning hanno avuto sul pensiero e sulla vita quotidiana dei suoi numerosi ascoltatori. Con una melodia dalle sonorità indie-pop, la canzone si concentra su quella che sembra essere una "dipendenza" crescente nei confronti di Morning, mettendo in evidenza la facilità con cui le opinioni di Costa, una volta espresse, diventano parte integrante delle convinzioni e delle discussioni quotidiane dei suoi ascoltatori. La traccia riflette su come il podcast sia riuscito a conquistare una posizione predominante nelle conversazioni quotidiane, che si tratti di bar, lavoro o altre situazioni sociali, diventando un punto di riferimento in quasi ogni contesto. Il titolo stesso della canzone richiama ironicamente lo status di Costa tra i suoi fan, ormai venerato al punto da essere considerato una sorta di "profeta" delle opinioni popolari, quasi al pari di un gigante della letteratura come David Foster Wallace. Il brano non solo analizza l'impatto culturale di Morning, ma invita anche a riflettere su come un podcast, oggi, possa avere un effetto così potente sul pensiero collettivo e sull'evoluzione delle conversazioni sociali.
Commenta l'artista sul nuovo brano: "Con David Costa Wallace, e più in generale con il concept Solo i borghesi sopravvivono di cui il pezzo fa parte, vogliamo raccontare un lento ma progressivo percorso di adattamento alla vita borghese, partendo da un suo snobistico rifiuto per concludersi con una consapevole accettazione. Il podcast di Francesco Costa diventa per noi un simbolo in questo viaggio: ascoltare Morning trasmette infatti (a noi per primi) l'impressione di fruire di un prodotto alternativo, quasi radical chic, un po' come, nel momento dell'esplosione della cultura hipster, leggere un romanzo di David Foster Wallace. Tuttavia, proprio perchè Costa è diventato un punto di riferimento unico e quasi obbligato per molti, in questa "dipendenza" da Morning intravediamo anche il rischio borghese di omologazione, di fruizione passiva e acritica e di una certa ristrettezza di orizzonti, visto che il dibattito tende ad appiattirsi sui soli spunti offerti da Costa nella mezz'ora giornaliera di podcast."
Ascolta il brano su Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/3vmhSzhaYcvic0nPlbWwxx
Biografia Fidelio è un progetto musicale creato da Andrea Aniello e Valerio Martino. Andrea lavora come data scientist e al momento vive in America. Valerio lavora come musicista in Italia. Con un suono che fonde indie-pop, synth-pop e post-punk, il duo esplora le dinamiche della società borghese raccontando storie di vita quotidiana attraverso una lente critica e ironica. "David Costa Wallace", primo singolo di Fidelio, analizza l'impatto del giornalismo di Francesco Costa, ora direttore del Post e fin qui voce del podcast Morning, sui suoi tanti ascoltatori e fan. "David Costa Wallace" è il nuovo singolo di Fidelio disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 7 febbraio 2025 e in rotazione radiofonica dal 7 marzo.
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SFILA IL CARRO DI CARNEVALE INCLUSIVO PER SORDI, CIECHI E AUTISTICI

Un carro allegorico, partecipato e sostenibile, sfilerà per il terzo anno consecutivo nelle città piemontesi durante il Carnevale.
Si chiama CarCarIn, che tradotto letteralmente dal piemontese significa “carro grazioso”, ed è un’iniziativa dell’associazione Cuori Blu Autismo per celebrare la diversità e l’unicità di ogni individuo. Un progetto che coinvolge scuole elementari, medie e superiori, unendo bambini, ragazzi, genitori e insegnanti nella creazione di un Carnevale dove nessuno viene lasciato indietro. “Immagina bambini e ragazzi, persone con disabilità, tutti uniti in un sorriso, protagonisti di un Carnevale che abbraccia la diversità e celebra l’umanità in tutte le sue sfumature. Insieme, possiamo costruire qualcosa di straordinario, un Carnevale senza barriere, dove ogni colore trova il suo spazio. Insieme, possiamo fare la differenza“, si legge sul sito dell’Associazione.
Il CarCarIn, realizzato in cartapesta da bambini e ragazzi con diverse abilità che lo accompagneranno nella sfilata insieme ai loro genitori, è intitolato “I viaggi di Ettore” ed ha come tematica per il 2025 la scoperta dell’arte. Il carro trasmette un messaggio culturale a mezzo di tecniche specifiche per le persone che tra il pubblico sono sorde, cieche o autistiche grazie a Lingua dei Segni, Braille e Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Trainato da una bicicletta speciale, CarCarIn vuole dimostrare che “l’inclusione non è un gesto simbolico ma un’esperienza concreta che cambia le persone dentro e fuori” afferma Mauro Cennerazzo di Cuori Blu.
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Fonte: Cuori Blu Autismo
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Di Annalisa Valente Premio Giornalistico Campania Terra Felix a Radio Dante e Gilda Notarbartolo per un video su Pozzuoli messo nel podcast della Dante in Cambridge. Pozzuoli premia il Giornalismo web di Radio Dante e Gilda Notarbartolo Nessuno è profeta in patria, come si suol dire. E spesso è così. Ma altrettanto spesso può accadere che la patria, in questo caso l’Italia, riesca a mostrare riconoscenza nei confronti di un professionista in grado di eccellere nel suo settore, di portare il suo talento all’estero, di essere apprezzato a tal punto che, come in una sorta di effetto-boomerang, il suo stesso talento riesca poi a riportarlo là dove tutto era partito e dove adesso riesce a raccogliere applausi e consensi. Proprio quello che è successo a Gilda Notarbartolo, giornalista che parla al mondo che la circonda con la passione nel cuore, perché per lei la comunicazione è tutto, e viene prima di tutto. E che nel corso degli anni è riuscita a conquistare e mantenere nel tempo incarichi prestigiosi, nel Regno Unito come in Italia. Marketing Manager per La Dante in Cambridge in UK dal 2019 al 2024, giornalista per Radio Dante (che potete seguire su radiodante.org e su tutte le principali piattaforme di streaming audio come Spotify, Alexa, Apple Podcasts, Pandora, Amazon, iHeart Radio), Gilda è anche responsabile della comunicazione (nonché della selezione musicale e delle proiezioni video della cerimonia di premiazione) del Premio Elsa Morante (insieme alle sorelle Tiuna che ne è la direttrice e Iki che ne è coordinatrice e responsabile scuole), importante appuntamento annuale presieduto in giuria da una delle più grandi scrittrici italiane, Dacia Maraini. Video podcast su Procida di Radio Dante premiato al Campania Terra Felix Lo scorso 6 Dicembre, presso la Multicenter School di Pozzuoli a Napoli, Gilda Notarbartolo ha ottenuto il Premio Giornalistico Internazionale Campania Terra Felix (Sezione Web), promosso dall’Associazione della Stampa Campana Giornalisti Flegrei, dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e dalla Fondazione Lumina. Ci siamo fatti raccontare com’è andata direttamente da lei. “Il Premio Giornalistico Internazionale Campania Terra Felix valuta ogni anno (questo é l’ottavo), attraverso un comitato scientifico insieme ad una giuria tecnica, il lavoro dei giornalisti che con servizi video, radiofonici, su carta stampata e web, promuovono la cultura, la storia, il turismo, l’ambiente, l’archeologia, i beni culturali, il sociale, e il lavoro svolto nei Campi Flegrei”. Come sei stata candidata al conferimento di questo premio? "C’é stato uno screening da parte del comitato che poi mi ha comunicato la notizia dopo la pubblicazione online di un video podcast di Radio Dante, la trasmissione culturale trilingue di Cambridge, su un’iniziativa artistica che avevo seguito all’inizio settembre sull’isola di Procida, nel Golfo di Napoli. Mi hanno assegnato il Premio anche grazie ad un breve documentario, sempre su Procida, realizzato con Iki (sua sorella, n.d.r), per la testata giornalistica Il Confronto. E in effetti è stata una bella e inaspettata sorpresa perchè i servizi sono stati segnalati e noi abbiamo potuto candidarli". Dov'eri quando ti è stato comunicato che avevi vinto? "Ero proprio a Procida a godere di qualche giorno settembrino dopo aver seguito l’evento per Radio Dante. In realt�� è stata mia sorella Iki che da Napoli mi ha comunicato la notizia dopo aver parlato con il presidente dell’associazione promotrice dell’evento che le ha annunciato la bella notizia. Una bella sorpresa che ha reso quella giornata già così piena di luce e calore, ancora più brillante. Io e Iki ne siamo state davvero felici". Cosa rappresenta per te questo premio? "Per me ha avuto un significato profondo. Quando scrivi di creatività e patrimonio culturale, non sempre hai la percezione di quanto interesse questo tipo di argomenti suscitino nel pubblico. Sentire che il nostro lavoro ha un reale impatto senza cadere nel vuoto, con una eco positiva per la comunità, mi ha riempita di gioia. Nel mio ruolo di comunicatrice e giornalista, amo soprattutto raccontare di arte e cultura. Amo mettere in luce la bellezza della nostra umanità, della nostra sensibilità e delle nostre capacità positive. Credo fermamente nella diffusione di buone notizie e nell'importanza della bellezza in ogni sua forma. Sono convinta del potere nutritivo di questa, che, a sua volta, genera altra bellezza. A volte si pensa che il tempo speso dietro a un “pezzo” o nel montaggio video, allo scopo di rendere il messaggio il più fluido e semplice possibile per il fruitore, possa essere inutile. Ma quando il lavoro viene apprezzato, è davvero gratificante. Comunicare in modo chiaro è una sfida, poiché la creazione di una notizia implica un articolato processo di raccolta, analisi e restituzione delle informazioni, garantendo che il destinatario finale ne comprenda sia il messaggio che il contesto. Sono grata per l'attenzione che i colleghi hanno avuto nei confronti dell'impegno e della passione che metto sempre nel mio lavoro. E il fatto che abbiano premiato il mio lavoro insieme ad Iki, la migliore partner di sempre sul lavoro, con la quale la passione per questo mestiere diventa proprio gioia quando lo facciamo insieme, ha rappresentato un valore aggiunto". Da chi ti è stato consegnato questo prestigioso riconoscimento? "Il premio è stato consegnato dal presidente dell’Associazione Claudio Ciotola durante una cerimonia in cui sono stati consegnati i riconoscimenti per le diverse sezioni. L’evento valorizza le personalità che a vario titolo si sono distinte sul territorio, quindi sono stati assegnati premi per la carta stampata, per la divulgazione scientifica, il giornalismo sportivo e quello televisivo. Quest’anno sono stati istituiti anche alcuni Premi Speciali: alla Carriera, alla Sanità, alle Forze dell’Ordine, alla Giustizia, allo Sport, allo Spettacolo. Con Iki abbiamo ricevuto il “Premio per la sezione Giornale WEB. Durante la cerimonia, sono stati mostrati estratti dei nostri servizi giornalistici e poi con la consegna della targa di riconoscimento, hanno consegnato a ciascun vincitore anche un dono di una produzione artistica ispirata proprio al territorio flegreo". Questo riconoscimento potrebbe rappresentare per te un'occasione di future soddisfazioni professionali? "Lo spero vivamente! È stato sicuramente un ottimo carburante per il mio percorso professionale, e lo è ancora di più perché il riconoscimento mi è stato conferito per un lavoro svolto con mia sorella. Con lei ho praticamente iniziato questa carriera, muovendo i primi passi nell’ambito giornalistico lavorando insieme per un canale televisivo campano, e da sempre condividendo l'impegno al Premio Elsa Morante. Questo rende il tutto ancora più significativo e prezioso". Prossimo impegno in Uk, marketing e comunicazione per il Duo Bruant e Cashel Insomma, il nuovo anno non poteva iniziare nel migliore dei modi, per una professionista del livello di Gilda Notarbartolo, la quale forte delle sue prestigiose esperienze professionali e con un premio di carattere all’attivo, è pronta a ricoprire il suo primo, nuovo ruolo del 2025: Marketing and Communication Manager per il Duo, artisti della chitarra molto popolari in UK che nel loro repertorio fondono flamenco, pop e musica classica. Due musicisti (Ben Bruant e Will Cashel) che hanno suonato anche per la famiglia reale britannica, per i reali di Spagna, e che in UK hanno all’attivo diversi festival come il popolarissimo Festival di Glastonbury. Un altro fiore all’occhiello che rende ancora più preziosa la carriera di Gilda, comunicatrice appassionata, cittadina del mondo, orgoglio italiano nel mondo. ... Continua a leggere su
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Furio Colombo: ci lascia un grande del giornalismo e della cultura italiana È morto a Roma all'età di 94 anni Furio... #cultura #FurioColombo #giornalismo #politica #saggista https://agrpress.it/furio-colombo-ci-lascia-un-grande-del-giornalismo-e-della-cultura-italiana/?feed_id=8908&_unique_id=6786cba66634a
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