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Ada Rizzo: un'autrice tra impegno sociale e passione per la scrittura. Un'intervista che esplora il legame tra cultura, giustizia e ispirazione letteraria
Ada Rizzo, una valida autrice della redazione di Alessandria Today, si racconta in un'intervista esclusiva, condividendo le sue radici siciliane, il suo percorso professionale e l'impegno civile che caratterizza la sua produzione letteraria.
Ada Rizzo, una valida autrice della redazione di Alessandria today, si racconta in un’intervista esclusiva, condividendo le sue radici siciliane, il suo percorso professionale e l’impegno civile che caratterizza la sua produzione letteraria. Introduzione.Nata in Sicilia, terra di scrittori illustri e di una cultura millenaria, Ada Rizzo ha saputo coniugare la sua passione per la scrittura con un…
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Davide Morelli su "Carte nel buio"
Un grazie sentito al poeta, saggista e critico letterario Davide Morelli per queste sue parole come sempre competenti e importanti sulla mia raccolta “Carte nel buio”… E un grazie anche a La Gilda dei Lettori per aver pubblicato la recensione… PER LEGGERLA: QUI! ♦
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Ritrovamenti!
L’associazione culturale ARRIVO presenta il numero speciale del Freepress Le Periferie presso il Circolo Island di Perugia. Anno 2019. Presentazione a cura di Giacomo Oliva. Letture di Benedetta Rocchi, Laura Adriani e Nicola Castellini. Riprese a cura di Alessandro X. Audio lo-fi. Sfoglia liberamente il numero a questo indirizzo:
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30 BALENE SPIAGGIATE SONO STATE SALVATE DA MIGLIAIA DI VOLONTARI IN NUOVA ZELANDA
Oltre 30 balene pilota che si erano arenate su una spiaggia in Nuova Zelanda sono state riportate in salvo nell’oceano dopo che gli addetti alla conservazione e i residenti locali hanno lavorando per 3 giorni per rimetterle in acqua.
L’incidente è avvenuto sulla spiaggia di Ruakākā vicino alla città di Whangārei nell’isola settentrionale della Nuova Zelanda, un luogo di spiaggiamento particolarmente comune per le balene pilota. Gli agenti del Dipartimento per la conservazione hanno dato l’allarme, chiedendo alla popolazione locale di collaborare in modo da avere tante braccia per spostare i grandi animali in tempo, prima che morissero. Più di mille volontari e professionisti sono accorsi e si sono messi al lavoro sulla spiaggia, organizzandosi per salvare i cetacei, riportandoli in mare su dei teli trainati a mano e dalle barche.
Gli sforzi di salvataggio hanno permesso a quasi tutti i globicefali di sopravvivere. La popolazione indigena locale ha celebrato questo salvataggio con una cerimonia di ringraziamento Māori, per onorare gli spiriti dei grandi animali che per queste tribù rappresentano un tesoro culturale sacro e il simbolo della forza. “È incredibile vedere la genuina cura e compassione che le persone hanno dimostrato verso questi magnifici animali”, ha affermato Joel Lauterbach, portavoce del Department of Conservation. “Questa risposta dimostra il profondo legame che tutti condividiamo con il nostro ambiente marino”.
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Fonte: Department of conservation; CBS News; immagine di Docent Joyce
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini” delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.
Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”. Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
#ufficiosinistri#brunobarba#maqualedna#football#footballstories#reviews#footballculture#thebeautifulgame
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Anna Piaggi
https://www.unadonnalgiorno.it/anna-piaggi/
Anna Piaggi è stata la figura più affascinante della cultura della moda italiana.
Giornalista e scrittrice, musa dei più grandi maestri della Couture, aveva un’estetica spiazzante che incarnava il concetto più sublime di stile.
Superava l’eccentrico nei suoi ricercatissimi look che, spaziando tra epoche e luoghi geografici, hanno influenzato e ispirato generazioni di stiliste e stilisti.
Uno per tutti, Karl Lagerfeld che le ha dedicato il libro Anna-cronique. Un diario di moda del 1986.
Nata a Milano, 22 marzo 1931, prima di diventare giornalista è stata segretaria e traduttrice per Mondadori. È stata sposata con Alfa Castaldi fotoreporter che lei ha introdotto nel mondo della moda, dal 1962 fino alla morte di lui, nel 1995. Un sodalizio artistico e culturale che li ha visti lavorare insieme per mostre, happening e campagne pubblicitarie innovative.
Ha vissuto per un periodo a Londra che ha rappresentato il punto di svolta nel suo approccio stilistico e la consapevolezza di poter diventare con la sua immagine e la sua scrittura, tutto ciò che desiderava.
Ha scritto per diverse riviste nazionali e internazionali tra cui l’Espresso e Panorama e contribuito a creare periodici quali Arianna o Vanity.
Anna Piaggi si è inventata il ruolo editoriale del direttore creativo e anticipato i concetti di Made in Italy e di vintage, con la sua attitude ha creato tendenza riuscendo a trascinare designer e creativi di tutto il mondo.
Si è inventata la rubrica D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi per Vogue nel 1988, in cui ha sperimentato la sua nuova forma di giornalismo. Con un approccio dal sapore postmoderno, raccontava la moda in maniera evocativa attraverso giochi di parole e grafiche accattivanti.
Ha saputo intercettare e decodificare, come nessuno e nessuna prima di lei, il messaggio degli stilisti e delle stiliste.
È arrivata al vintage, in una sorta di operazione filologica, tramite l’analisi degli abiti nella loro storia, percorso necessario per poterli comprendere nella loro interezza.
Vedeva il disegno come sublimazione della fotografia e la costruzione dei suoi look era concepita come un disegno in cui tutto era studiato.
Maestra indiscussa dell’abilità di trasformarsi, è stata una figura fluida, a tratti grottesca, ma sempre originale e unica.
Ha concepito la moda come sistema aperto, di denuncia delle norme estetiche, abbattendo le convenzioni che girano attorno alla costruzione estetica dell’identità, creando nuove possibilità. Con la sua presenza incarnava l’elemento perturbante, destabilizzando tutto ciò che la circondava.
Nella sua stupefacente libertà è un’icona che resterà per sempre nella memoria collettiva. È stata in grado di utilizzare l’effimero per mettere in discussione i limiti culturali del quotidiano, a volte stretti e giudicanti.
La moda è stata la sua arma capace di sovvertire gli stereotipi estetici.
Ha lasciato la terra e il suo mitico guardaroba il 7 agosto 2012, a Milano.
Nel 2016 le è stato dedicato il documentario, Anna Piaggi – Una visionaria nella moda, a cura di Alina Marazzi che, attraverso i racconti e le interviste di personaggi della moda che l’hanno conosciuta, ha intrecciato la storia del costume, delle avanguardie artistiche, del teatro e della musica, per comporre il ritratto della donna che ha saputo dare alla moda il senso più alto e profondo.
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Di Annalisa Valente Premio Giornalistico Campania Terra Felix a Radio Dante e Gilda Notarbartolo per un video su Pozzuoli messo nel podcast della Dante in Cambridge. Pozzuoli premia il Giornalismo web di Radio Dante e Gilda Notarbartolo Nessuno è profeta in patria, come si suol dire. E spesso è così. Ma altrettanto spesso può accadere che la patria, in questo caso l’Italia, riesca a mostrare riconoscenza nei confronti di un professionista in grado di eccellere nel suo settore, di portare il suo talento all’estero, di essere apprezzato a tal punto che, come in una sorta di effetto-boomerang, il suo stesso talento riesca poi a riportarlo là dove tutto era partito e dove adesso riesce a raccogliere applausi e consensi. Proprio quello che è successo a Gilda Notarbartolo, giornalista che parla al mondo che la circonda con la passione nel cuore, perché per lei la comunicazione è tutto, e viene prima di tutto. E che nel corso degli anni è riuscita a conquistare e mantenere nel tempo incarichi prestigiosi, nel Regno Unito come in Italia. Marketing Manager per La Dante in Cambridge in UK dal 2019 al 2024, giornalista per Radio Dante (che potete seguire su radiodante.org e su tutte le principali piattaforme di streaming audio come Spotify, Alexa, Apple Podcasts, Pandora, Amazon, iHeart Radio), Gilda è anche responsabile della comunicazione (nonché della selezione musicale e delle proiezioni video della cerimonia di premiazione) del Premio Elsa Morante (insieme alle sorelle Tiuna che ne è la direttrice e Iki che ne è coordinatrice e responsabile scuole), importante appuntamento annuale presieduto in giuria da una delle più grandi scrittrici italiane, Dacia Maraini. Video podcast su Procida di Radio Dante premiato al Campania Terra Felix Lo scorso 6 Dicembre, presso la Multicenter School di Pozzuoli a Napoli, Gilda Notarbartolo ha ottenuto il Premio Giornalistico Internazionale Campania Terra Felix (Sezione Web), promosso dall’Associazione della Stampa Campana Giornalisti Flegrei, dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e dalla Fondazione Lumina. Ci siamo fatti raccontare com’è andata direttamente da lei. “Il Premio Giornalistico Internazionale Campania Terra Felix valuta ogni anno (questo é l’ottavo), attraverso un comitato scientifico insieme ad una giuria tecnica, il lavoro dei giornalisti che con servizi video, radiofonici, su carta stampata e web, promuovono la cultura, la storia, il turismo, l’ambiente, l’archeologia, i beni culturali, il sociale, e il lavoro svolto nei Campi Flegrei”. Come sei stata candidata al conferimento di questo premio? "C’é stato uno screening da parte del comitato che poi mi ha comunicato la notizia dopo la pubblicazione online di un video podcast di Radio Dante, la trasmissione culturale trilingue di Cambridge, su un’iniziativa artistica che avevo seguito all’inizio settembre sull’isola di Procida, nel Golfo di Napoli. Mi hanno assegnato il Premio anche grazie ad un breve documentario, sempre su Procida, realizzato con Iki (sua sorella, n.d.r), per la testata giornalistica Il Confronto. E in effetti è stata una bella e inaspettata sorpresa perchè i servizi sono stati segnalati e noi abbiamo potuto candidarli". Dov'eri quando ti è stato comunicato che avevi vinto? "Ero proprio a Procida a godere di qualche giorno settembrino dopo aver seguito l’evento per Radio Dante. In realtà è stata mia sorella Iki che da Napoli mi ha comunicato la notizia dopo aver parlato con il presidente dell’associazione promotrice dell’evento che le ha annunciato la bella notizia. Una bella sorpresa che ha reso quella giornata già così piena di luce e calore, ancora più brillante. Io e Iki ne siamo state davvero felici". Cosa rappresenta per te questo premio? "Per me ha avuto un significato profondo. Quando scrivi di creatività e patrimonio culturale, non sempre hai la percezione di quanto interesse questo tipo di argomenti suscitino nel pubblico. Sentire che il nostro lavoro ha un reale impatto senza cadere nel vuoto, con una eco positiva per la comunità, mi ha riempita di gioia. Nel mio ruolo di comunicatrice e giornalista, amo soprattutto raccontare di arte e cultura. Amo mettere in luce la bellezza della nostra umanità, della nostra sensibilità e delle nostre capacità positive. Credo fermamente nella diffusione di buone notizie e nell'importanza della bellezza in ogni sua forma. Sono convinta del potere nutritivo di questa, che, a sua volta, genera altra bellezza. A volte si pensa che il tempo speso dietro a un “pezzo” o nel montaggio video, allo scopo di rendere il messaggio il più fluido e semplice possibile per il fruitore, possa essere inutile. Ma quando il lavoro viene apprezzato, è davvero gratificante. Comunicare in modo chiaro è una sfida, poiché la creazione di una notizia implica un articolato processo di raccolta, analisi e restituzione delle informazioni, garantendo che il destinatario finale ne comprenda sia il messaggio che il contesto. Sono grata per l'attenzione che i colleghi hanno avuto nei confronti dell'impegno e della passione che metto sempre nel mio lavoro. E il fatto che abbiano premiato il mio lavoro insieme ad Iki, la migliore partner di sempre sul lavoro, con la quale la passione per questo mestiere diventa proprio gioia quando lo facciamo insieme, ha rappresentato un valore aggiunto". Da chi ti è stato consegnato questo prestigioso riconoscimento? "Il premio è stato consegnato dal presidente dell’Associazione Claudio Ciotola durante una cerimonia in cui sono stati consegnati i riconoscimenti per le diverse sezioni. L’evento valorizza le personalità che a vario titolo si sono distinte sul territorio, quindi sono stati assegnati premi per la carta stampata, per la divulgazione scientifica, il giornalismo sportivo e quello televisivo. Quest’anno sono stati istituiti anche alcuni Premi Speciali: alla Carriera, alla Sanità, alle Forze dell’Ordine, alla Giustizia, allo Sport, allo Spettacolo. Con Iki abbiamo ricevuto il “Premio per la sezione Giornale WEB. Durante la cerimonia, sono stati mostrati estratti dei nostri servizi giornalistici e poi con la consegna della targa di riconoscimento, hanno consegnato a ciascun vincitore anche un dono di una produzione artistica ispirata proprio al territorio flegreo". Questo riconoscimento potrebbe rappresentare per te un'occasione di future soddisfazioni professionali? "Lo spero vivamente! È stato sicuramente un ottimo carburante per il mio percorso professionale, e lo è ancora di più perché il riconoscimento mi è stato conferito per un lavoro svolto con mia sorella. Con lei ho praticamente iniziato questa carriera, muovendo i primi passi nell’ambito giornalistico lavorando insieme per un canale televisivo campano, e da sempre condividendo l'impegno al Premio Elsa Morante. Questo rende il tutto ancora più significativo e prezioso". Prossimo impegno in Uk, marketing e comunicazione per il Duo Bruant e Cashel Insomma, il nuovo anno non poteva iniziare nel migliore dei modi, per una professionista del livello di Gilda Notarbartolo, la quale forte delle sue prestigiose esperienze professionali e con un premio di carattere all’attivo, è pronta a ricoprire il suo primo, nuovo ruolo del 2025: Marketing and Communication Manager per il Duo, artisti della chitarra molto popolari in UK che nel loro repertorio fondono flamenco, pop e musica classica. Due musicisti (Ben Bruant e Will Cashel) che hanno suonato anche per la famiglia reale britannica, per i reali di Spagna, e che in UK hanno all’attivo diversi festival come il popolarissimo Festival di Glastonbury. Un altro fiore all’occhiello che rende ancora più preziosa la carriera di Gilda, comunicatrice appassionata, cittadina del mondo, orgoglio italiano nel mondo. ... Continua a leggere su
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Furio Colombo: ci lascia un grande del giornalismo e della cultura italiana È morto a Roma all'età di 94 anni Furio... #cultura #FurioColombo #giornalismo #politica #saggista https://agrpress.it/furio-colombo-ci-lascia-un-grande-del-giornalismo-e-della-cultura-italiana/?feed_id=8908&_unique_id=6786cba66634a
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Sport italiano in lutto, addio a uno dei più grandi giornalisti
[[{“value”:” Si è spento all’età di 90 anni Rino Tommasi, una delle figure più emblematiche del giornalismo sportivo italiano. Considerato un maestro indiscusso nel racconto di pugilato e tennis, Tommasi ha trasformato il commento sportivo in un viaggio culturale, arricchito dalla sua profonda conoscenza storica e statistica. La sua voce, capace di fondere passione e competenza, rimarrà…
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Benvenuta Elisabetta Amistà: Una nuova voce per Alessandria Today
Una penna raffinata per arricchire la redazione con nuove prospettive e sensibilità.
Una penna raffinata per arricchire la redazione con nuove prospettive e sensibilità. Con grande entusiasmo, Alessandria Today dà il benvenuto a Elisabetta Amistà, una nuova autrice che entra a far parte della nostra redazione, pronta a condividere la sua passione per la scrittura e le sue esperienze con i nostri lettori. Elisabetta porta con sé una profonda sensibilità e una vasta conoscenza che…
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"Robert Frost: due modi di tradurlo..." su Navuss.it
Il mio articolo “Robert Frost: due modi di tradurlo…”, già apparso su questo blog (QUI), è stato ripubblicato su “Navuss”, periodico di attualità e di informazione diretto da Serena Suriani; la pagina culturale di Navuss è invece curata dal poeta, scrittore e traduttore teramano Massimo Ridolfi. Per leggere l’articolo su Navuss: clicca QUI! ♦
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Le Periferie 14 OUT NOW!!!
Esce oggi la versione online dello storico freepress Le Periferie. Vi invitiamo a leggerlo e sfogliarlo liberamente e, perché no, scaricarlo sui vostri dispositivi!|
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NON PUÒ LEGGERE NE SCRIVERE MA SI LAUREA GRAZIE A MAMMA E SORELLA
Nazarena Savino è una ragazza pugliese di 26 anni, all’età di 18 le è stata diagnosticata una malattia neurologica che le impedisce di leggere e scrivere. La madre Lea e la sorella Swami sono diventate le sue mani e i suoi occhi e grazie al loro aiuto la studentessa ha potuto conseguire la sua terza laurea.
La laurea in Storia dell’arte presso l’Università del Salento è la seconda magistrale che Nazarena ottiene. La sua tesi, intitolata “Scale e risalite in Architettura per un equilibrio tra accessibilità e fruibilità”, è un’analisi con osservazioni innovative sull’inclusione nei contesti storici e negli edifici antichi. Nazarena ha indagato come le scale, spesso viste come barriere architettoniche, possano essere trasformate in elementi che favoriscono l’accessibilità, sottolineando l’importanza di un’architettura inclusiva. La sua tesi è un appello e un incentivo a creare un patrimonio culturale accessibile a tutti.
Durante la cerimonia di laurea, Nazarena è stata premiata come la studentessa più meritevole dell’anno accademico della sua università, raccontando il suo percorso di vita e l’importanza di non arrendersi mai. “Questa laurea la dedico a tutte le persone che lottano per la libertà e contro i pregiudizi legati alla disabilità. È un invito a unirsi per un futuro migliore” ha detto davanti a centinaia di studenti e professori che hanno partecipato. “Ai giovani dico: lottate per i vostri diritti e per affermare le vostre capacità. La perseveranza è la chiave del successo. Ogni sfida è un’opportunità per crescere e diventare più forti”.
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Fonte: Università del Salento
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Dal nuovo progetto culturale di Angela Kosta è in uscita l'Antologia Poetica "Sopravvissute" dedicato alle donne
Foto cortesia con Angela Kosta A breve uscirà dalla stampa il nuovo libro: IL DIALOGO SUI RIFLESSI DELLA RIFLESSIONEil quale segue dopo il libro di interviste con autori diversi: Allo Spettro della Letteratura l’Arte e Giornalismo, pubblicato in Albania dalla Casa Editrice Fast Print. Ciascun autore, allarga la sua visione e si concentra sul riflesso dell’oceano della vita, mettondo in…
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Marilù Mastrogiovanni
Gli unici padroni per un giornalista sono i lettori, il nostro Codice deontologico e la Costituzione italiana, la nostra Bibbia laica.
Marilù Mastrogiovanni, autrice di inchieste investigative sulla mafia e di numerosi libri e documentari, è giornalista, regista specializzata in linguaggi visuali, semiologa della comunicazione, ecofemminista esperta di linguaggio di genere e docente al Master di Giornalismo dell’Università di Bari.
Collabora con Il Sole 24 ore, Il Manifesto, Il Fatto quotidiano, Left e Narcomafie ed è consulente per Presa diretta (Rai3) e Euronews.
Da oltre vent’anni, dirige la rivista Il Tacco d’Italia giornale d’inchiesta scomodo e necessario.
Fa parte del team composto da dodici persone esperte in diritti umani selezionate dal Parlamento italiano per il Comitato per la prevenzione della tortura presso il Consiglio d’Europa.
È nel direttivo nazionale di Giulia giornaliste, associazione impegnata nella rimozione di discriminazioni e stereotipi contro le donne, veicolati attraverso un uso distorto del linguaggio e delle immagini. Tiene corsi di formazione di aggiornamento professionale per un uso non sessista della lingua.
Numerosi i premi nazionali e internazionali vinti per il suo impegno professionale.
La sua ricerca della verità ha scatenato pericolose reazioni da parte della Sacra Corona unita, la mafia del Salento. Ha scritto, facendo nomi e cognomi, descrivendo la gerarchia dell’organizzazione, indicando le aziende in cui i proventi dello spaccio di droga venivano reinvestiti, scoprendo una fitta rete di fiancheggiatori insospettabili tra i colletti bianchi.
Il suo nome completo è Maria Luisa Mastrogiovanni ed è nata a Casarano, in provincia di Lecce, il 31 ottobre 1969.
Si è laureata, nel 1998, in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con la specializzazione in Comunicazioni sociali con una tesi in Semiotica sulle figure femminili del fumetto popolare. E successivamente si è diplomata in regia e sceneggiatura cinematografica e televisiva.
In quegli anni ha fondato e curato la rivista di teorie delle comunicazioni sociali Quaderni Eventuali e partecipato alla sceneggiatura, drammaturgia e regia di documentari, cortometraggi e spettacoli teatrali.
Nel 2001 è rientrata in Puglia dove ha conseguito il Master in comunicazione culturale e ambientale presso l’Università di Lecce.
Nel 2003 ha fondato e dirige il mensile d’inchiesta Il Tacco d’Italia, che fino al 2011 è stato in edizione cartacea per poi trasferirsi sul web dove è stato inattivo per un anno e mezzo a causa di un attacco hacker.
Tra il 2007 e il 2012 ha subito minacce e intimidazioni dalla criminalità organizzata per le sue inchieste sul business dei rifiuti e sulle speculazioni edilizie in zone protette.
Ha ricevuto decine di querele, tutte archiviate, da mafiosi, imprenditori e politici. Per motivi di sicurezza è stata costretta a trasferire la sua residenza a Bari.
Nel 2017 è stata tra le estensore del Manifesto di Venezia, che ha portato, nel 2021, alla modifica del Codice unico deontologico per la professione giornalistica, con l’introduzione dell’articolo 5 bis.
Nel 2019 l’OCSE (L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’ha inserita nel panel di esperte internazionali del SOFJO (Safety of Female Journalists Online).
Dal 2021 è presidente della giuria del premio internazionale UNESCO sulla libertà di stampa “Guillermo Cano World Press Freedom Prize“. Nella prima edizione ha premiato Maria Ressa, che insieme a Dimitri Muratov è stata insignita, pochi mesi dopo, del Nobel per la Pace che, per la prima volta, ha riconosciuto il lavoro giornalistico come presidio di democrazia e pace.
Nel 2022 ha fondato il Consorzio editoriale XQ e l’anno seguente il giornale multimediale multilingue XQ the why of the news, finanziato dalla Commissione europea.
Fa parte della redazione di Ossigeno per l’Informazione e Reporters Without Borders. Ha ideato e coordina il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo. È socia fondatrice di CREIS (Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile) e fa parte del Centro di ricerca S/murare il Mediterraneo.
Il suo impegno è citato nei libri La donna che morse il cane di Gerardo Adinolfi, nel 2012, nel libro e Il meglio sud, del 2015 di Lino Patruno.
La sua voce libera e dissidente è un faro per le donne, per il Sud, per l’informazione, per i diritti umani e per le nuove generazioni, a cui dedica molto tempo e impegno convinta che è dalle scuole che bisogna ripartire per insegnare il valore dell’informazione come fondamento della Democrazia.
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