#attenzione ai più piccoli
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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"Una Carezza per Natale": solidarietà e generosità all'Ospedale Infantile Cesare Arrigo
📅 29 gennaio 2025 – La Fondazione Nazionale tra i Cavalieri di Gran Croce ha portato un sorriso ai piccoli pazienti dell'Ospedale Infantile Cesare Arrigo di Alessandria con il progetto "Una Carezza per Natale", consegnando zainetti ricchi di dolci e gadg
Doni e un momento speciale con Vescovo e Prefetto di Alessandria. 📅 29 gennaio 2025 – La Fondazione Nazionale tra i Cavalieri di Gran Croce ha portato un sorriso ai piccoli pazienti dell’Ospedale Infantile Cesare Arrigo di Alessandria con il progetto “Una Carezza per Natale”, consegnando zainetti ricchi di dolci e gadget durante le festività natalizie. Un incontro speciale tra autorità e…
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angelap3 · 5 months ago
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Qualcuno ha pubblicato questa foto qualche giorno fa. Molti hanno voluto sapere la storia dietro la statua, quindi eccola qui...
Kópakonan: Una statua della Donna Foca si trova a Mikladagur, sull'isola di Kalsoy. È realizzata in bronzo e acciaio inossidabile, progettata per resistere a onde alte fino a 13 metri. All'inizio del 2015, un'onda di 11,5 metri si abbatté sulla statua, ma rimase ferma e non subì danni (vedi i commenti per le foto di questo evento).
La leggenda di Kópakonan (la Donna Foca) è una delle fiabe più conosciute nelle Isole Faroe. Si credeva che le foche fossero esseri umani che avevano scelto volontariamente di morire nell'oceano. Una volta all'anno, la tredicesima notte, erano autorizzate a tornare sulla terra, togliersi la pelle e divertirsi come esseri umani, ballando e godendosi la vita.
Un giovane contadino del villaggio di Mikladalur, sull'isola settentrionale di Kalsoy, curioso di sapere se questa storia fosse vera, si appostò sulla spiaggia una sera della tredicesima notte. Vide le foche arrivare in gran numero, nuotando verso la riva. Si arrampicarono sulla spiaggia, si tolsero la pelle e la posizionarono accuratamente sulle rocce. Senza la pelle, apparivano come normali esseri umani. Il giovane osservò una bella ragazza foca posare la sua pelle vicino al punto in cui era nascosto, e quando iniziò la danza, si avvicinò di nascosto e la rubò.
I balli e i giochi durarono tutta la notte, ma non appena il sole iniziò a spuntare all'orizzonte, tutte le foche si precipitarono a riprendere le loro pelli per tornare in mare. La ragazza foca era molto sconvolta quando non riuscì a trovare la sua pelle, anche se il suo odore era ancora nell'aria. Poi l'uomo di Mikladalur apparve tenendola in mano, ma non gliela restituì, nonostante le sue suppliche disperate, così fu costretta ad accompagnarlo alla sua fattoria.
L'uomo la tenne con sé per molti anni come sua moglie, e lei gli diede diversi figli; ma lui doveva sempre assicurarsi che lei non avesse accesso alla sua pelle. La teneva chiusa in un forziere di cui solo lui aveva la chiave, una chiave che portava sempre con sé, appesa a una catena alla cintura.
Un giorno, mentre era in mare a pescare con i suoi compagni, si rese conto di aver lasciato la chiave a casa. Annunciò ai compagni: "Oggi perderò mia moglie!" – e spiegò cosa era successo. Gli uomini ritirarono le reti e le lenze e remavano verso la riva il più velocemente possibile, ma quando arrivarono alla fattoria, trovarono i bambini tutti soli e la madre scomparsa. Il padre sapeva che non sarebbe tornata, poiché aveva spento il fuoco e messo via tutti i coltelli, in modo che i piccoli non si facessero male dopo la sua partenza.
Infatti, una volta raggiunta la riva, la donna aveva indossato la sua pelle di foca e si era tuffata in acqua, dove un grosso foca maschio, che l'aveva amata per tutti quegli anni e che la stava ancora aspettando, le si avvicinò. Quando i suoi figli, quelli avuti con l'uomo di Mikladalur, più tardi scesero in spiaggia, una foca emergeva dall'acqua e guardava verso la terra; la gente naturalmente credeva che fosse la loro madre. E così passarono gli anni.
Un giorno, gli uomini di Mikladalur pianificarono di andare a caccia di foche in una delle grotte lungo la costa. La notte prima della caccia, la moglie foca apparve in sogno al marito e gli disse che se fosse andato nella grotta a caccia di foche, avrebbe dovuto fare attenzione a non uccidere il grande foca maschio che avrebbe trovato all'ingresso, perché quello era suo marito. Non avrebbe dovuto neppure ferire i due piccoli cuccioli di foca nel fondo della grotta, perché erano i suoi due giovani figli, e gli descrisse le loro pelli in modo che li potesse riconoscere. Ma il contadino non prestò attenzione al messaggio del sogno. Si unì agli altri nella caccia e uccisero tutte le foche che trovarono. Quando tornarono a casa, il bottino fu diviso e il contadino ricevette come sua parte il grande foca maschio e le zampe anteriori e posteriori dei due cuccioli.
La sera, quando la testa del grande foca e le membra dei piccoli furono cucinate per cena, ci fu un grande boato nella stanza del fumo, e la donna foca apparve sotto forma di un terribile troll; annusò il cibo nelle ciotole e lanciò la maledizione: "Qui giace la testa di mio marito con le sue larghe narici, la mano di Hárek e il piede di Fredrik! Ora ci sarà vendetta, vendetta sugli uomini di Mikladalur, e alcuni moriranno in mare e altri cadranno dalle cime delle montagne, finché non ci saranno abbastanza morti da poter unire le mani tutto intorno all'isola di Kalsoy!"
Pronunciate queste parole, scomparve con un grande boato di tuono e non fu mai più vista. Ma ancora oggi, purtroppo, accade di tanto in tanto che gli uomini del villaggio di Mikladalur annegano in mare o cadono dalle scogliere; si teme quindi che il numero delle vittime non sia ancora sufficiente affinché tutti i morti possano unire le mani intorno all'intero perimetro dell'isola di Kalsoy.
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scogito · 3 months ago
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Oggi guazzetto di perbenismo con spolverata di finta umanità.
Prendo come esempio un post su FB e una risposta che ho ricevuto al mio commento (che essendo evolutivo è stato visto come privo di "immedesimazione").
Non condivido per polemizzare, non mi interessa perculare nessuno, io voglio porre in analisi il pozzo di immaturità senza fondo in cui moltissimi figli sono costretti a crescere.
Questo il post originario:
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Questo il commento sotto una mia risposta, che taccia me di insensibilità e chiede maggiore acutezza sul problema:
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Io vorrei che si capisse almeno un po' perché questo tipo di partecipazione è pericolosa, soprattutto perché non si rende conto di quanto lo è.
Elenco tre punti a proposito del mondo marcio emotivo in cui la massa ristagna; che è lo stesso putridume in cui nuotano allegramente le distorsioni dell’empatia, della comprensione e della compassione (l'immedesimazione di inizio).
Questa madre secondo il sensibile di turno va consolata. Forse secondo un ragionamento contorto, può così trarre più forza per continuare ella stessa a consolare il figlio. Tornerà a scuola in una classe di stronzi ma…è consolato.
In questo schema l’esempio che il genitore mette in atto è quello della colpa, che verrà assorbito e imparato dal figlio, come risposta emotiva alla non accettazione, alla critica, all’irresponsabilità altrui.
Incapace di creare soluzioni (perché bisogna compatirla) non ne darà nemmeno al figlio. Le uniche risorse di gioia sono i soldi e in carenza di quelli non ci sono altri rimedi. Questo schema si attiverà nel figlio come risposta mentale a problematiche simili.
Stato di fatto: no money no party. Sono un fallito, nessuno mi vuole, non ho gli stessi strumenti di tutti gli altri, vivo come un emarginato e me ne vergogno, in più a casa è inutile chiedere soluzioni perché non sono in grado di darmene.
Piccola parentesi: soltanto io ricordo l’enorme percentuale di persone che si sentiva “esclusa” da quegli idioti che non li facevano entrare nei bar? Soltanto io vedo e vedevo “adulti" che si comportano come 11enni? Cambiano le dinamiche non le risposte al problema.
Però attenzione, secondo il commentatore di questo post d'esempio la madre che subisce le colpe della sua educazione (che non ha risolto), non va rattristata, e nel vanto dell’inettitudine sacrosanta dei distorti insieme al buonismo e tutte le sue scusanti, il problema prima di tutto sta sempre da qualche parte fuori.
La responsabilità agli altri: insegnate ai vostri figli… (si fotta cosa sta insegnando lei col suo comportamento...).
La colpa ai cellulari: causano bullismo!
Che questi adulti si comportano come bambini, che vivono il rifiuto come alle elementari, che è addirittura scorretto scuoterli davanti a certe cose…Eh no, compatisci e non svegliare il sonno! Chissenefrega se un bambino viene su con questi esempi di merda.
Poi mi raccomando, attivarsi nei convegni in cui si dice ai piccoli cosa devono fare (a parole) …quello subito!
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bibliotecasanvalentino · 13 days ago
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Sellerio
Buona lettura a tutti!
UNA GIURIA DI SOLE DONNE di Susan Glaspell
Durante la mia ultima visita a Più Libri Più Liberi, la fiera romana della piccola e media editoria indipendente, “Una giuria di sole donne”, della scrittrice americana Susan Glaspell, ha subito attratto la mia attenzione per la bellezza della copertina e per l’eloquenza del titolo. Dopo aver letto la sinossi non ho potuto fare a meno di acquistarlo.
Ambientato in una piccola contea dell’America rurale d’inizio Novecento, il libro appartiene al genere del racconto poliziesco, e si presenta come un vero e proprio enigma della camera chiusa. All'interno di una fattoria viene rinvenuto il cadavere di un uomo morto nel proprio letto con una corda al collo.
Il procuratore distrettuale e lo sceriffo hanno già arrestato l’unica sospettata: la moglie della vittima, che sostiene di non essersi accorta di nulla. Tuttavia mancano le prove, gli indizi e il movente, e gli inquirenti sono costretti a tornare di mattina presto sul luogo del delitto per ricostruirne la dinamica con l’aiuto di un testimone: il primo a scoprire il cadavere e a dare l’allarme.
I tre uomini si recano sul posto in compagnia di due donne, la signora Peters, moglie dello sceriffo e la signora Hale, moglie del testimone, le vere protagoniste del racconto, il cui unico compito è quello di prendere gli effetti personali della donna arrestata da portare in prigione.
Gli investigatori esperti svolgono il loro lavoro con molta professionalità, ma non vengono a capo di nulla, mentre le due signore, caratterizzate da un acuto spirito di osservazione e da una profonda empatia, riescono a cogliere gli indizi che sfuggono ai loro mariti, incapaci di intrepretare quei piccoli segnali, quelle inezie, che sono parte integrante del mondo femminile.
Compiuta l’indagine, le due signore assumono anche il ruolo di giudici e amministrano la giustizia secondo il loro personalissimo metro di giudizio.
COSA MI È PIACIUTO
Ho amato moltissimo “Una giuria di sole donne” per l’approfondimento psicologico con cui l’autrice delinea il carattere delle due protagoniste e per il modo in cui fa riferimento alla vita dura e difficile delle donne, mogli di contadini, in alcune zone impervie degli Stati Uniti, dove bisogna imparare a fare a meno delle più piccole comodità.
COSA NON MI È PIACIUTO
Come sempre quando un libro mi piace enormemente, mi trovo in difficoltà a evidenziarne gli aspetti negativi. Sinceramente, in questo caso, non ne ho trovato nessuno.
L’AUTRICE
Susan Glaspell (Davenport, 1876-Pro-vincetown, 1948), scrittrice, considerata la più importante autrice drammatica americana del Novecento (Premio Pulitzer per il teatro nel 1931), impresaria teatrale, è stata una pioniera del femminismo.
LA CASA EDITRICE
La Sellerio è nata nel 1969 a Palermo da Elvira Giorgianni e suo marito Enzo Sellerio su ispirazione di Leonardo Sciascia e dell’antropologo Antonino Buttitta. La casa editrice ottiene visibilità nazionale (e internazionale) con la pubblicazione nel 1978 de L'affaire Moro di Sciascia. Cresce il numero delle collane, a cominciare da La Memoria, oggi simbolo della produzione selleriana. Fra gli scrittori che hanno collaborato con la casa editrice: Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981, vincitore del Premio Campiello e del Premio Strega, e Andrea Camilleri ("padre" della serie TV Montalbano).
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canterai · 21 days ago
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Io mi ritrovo ad usare di più lo smartphone per motivi di studio (leggere le mail mandate dalla preside, i contenuti caricati su classroom, la sporadica chat di classe) e non ne posso più. Domani avrò lezione solo online, la cara distraente dad. Stando sul device fin dal mattino mi viene un gran sonno e per il resto del giorno mi sento intontita. Ho sistemato la stampante e, se possibile, stampo i pdf e consegno i compiti a mano ai docenti, per altri sono costretta a farli ed invitarli online. Nel fine settimana cerco di disconnettermi: leggo libri, scrivo il bullet journal - diario, passeggio o cucino. Devo ammettere però che non è semplicissimo staccarmi del tutto dal telefono, magari inizio col cercare qualcosa durante un esercizio e finisco a perder tempo. Il fine settimana stacco i dati mobili quando esco a passeggiare. In classe vedo i miei compagni col cellulare sempre in mano, al punto che ora i docenti lo fanno lasciare sulla cattedra - e devono ripetere l'ordine più volte.
Ti capisco tanto tanto. Da quando ho iniziato a prestare più attenzione al modo in cui utilizzo il telefono ho notato con disappunto quanto tempo io sia costretta a trascorrerci per, come dici tu, varie ed eventuali. Una cosa che mi ha molto aiutata è l'uso della modalità niente distrazioni, che a differenza della modalità aereo mi permette di mantenere la connessione e utilizzare dunque i vari servizi Google ma io scelgo quali app non posso utilizzare (nel mio caso, tutti i social e whatsapp). Ho poi il timer per ogni social, quindici minuti ognuno, che alla fin fine mi dissuade da utilizzarli. Beninteso, si tratta sempre di compromessi, eppure bastano piccoli passi. Non smetterà mai di stupirmi la quantità di tempo che ho quando uso poco il telefono, e quanto la mia mente sia più leggera. Ti auguro di vivere tanta vera vita 💫💓
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klimt7 · 1 year ago
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Scrivere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale rispetto a digitare i tasti su una tastiera, evidenziando la necessità di esporre gli studenti a un maggior numero di attività che prevedano la scrittura a mano. A rivelarlo uno studio dell'Università norvegese di Scienza e Tecnologia, pubblicato su Frontiers in Psychology.
Scrivere a mano a scuola è sempre più raro
Poichè i dispositivi digitali stanno sostituendo progressivamente carta e penna, prendere appunti a mano sta diventando sempre più raro nelle scuole e nelle università. L'uso della tastiera è consigliato perchè spesso è più veloce della scrittura a mano. Tuttavia, è stato riscontrato che quest'ultima migliora l'accuratezza dell'ortografia e il richiamo della memoria.
Sempre meno bambini usano il corsivo. Ma la scrittura è un'arte che si impara. La scrittura a mano stimola la connettività cerebrale.
Per scoprire se il processo di formazione delle lettere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale, i ricercatori norvegesi hanno studiato le reti neurali sottostanti coinvolte in entrambe le modalità di scrittura. "Abbiamo dimostrato che quando si scrive a mano, i modelli di connettività cerebrale sono molto più elaborati rispetto a quando si scrive a macchina su una tastiera", ha dichiarato Audrey van der Meer, ricercatrice sul cervello presso l'Università norvegese di Scienza e Tecnologia e coautrice dello studio.
L'esperimento
"Questa connettività cerebrale diffusa è nota per essere cruciale per la formazione della memoria e per la codifica di nuove informazioni e, quindi, è benefica per l'apprendimento", ha continuato van der Meer. I ricercatori hanno raccolto i dati EEG di 36 studenti universitari ai quali è stato chiesto ripetutamente di scrivere o digitare una parola apparsa su uno schermo. Quando scrivevano, usavano una penna digitale per scrivere in corsivo direttamente su un touchscreen.
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Logopedia, i nativi digitali apprendono come i dislessici
Nel premere i tasti hanno usato un solo dito. Gli EEG ad alta densità, che misurano l'attività elettrica del cervello utilizzando 256 piccoli sensori cuciti in una rete e posizionati sulla testa, sono stati registrati per cinque secondi per ogni richiesta. La connettività di diverse regioni cerebrali è aumentata quando i partecipanti scrivevano a mano, ma non quando battevano a macchina.
"I nostri risultati suggeriscono che le informazioni visive e di movimento, ottenute attraverso movimenti della mano controllati con precisione nell'usare una penna, contribuiscono ampiamente ai modelli di connettività cerebrale che promuovono l'apprendimento", ha sottolineato van der Meer.
Il segreto? L 'attenzione nella formazione delle lettere.
Sebbene i partecipanti abbiano usato penne digitali per scrivere a mano, secondo i ricercatori, i risultati dovrebbero essere gli stessi quando si usa una vera penna su carta. "Abbiamo dimostrato che le differenze nell'attività cerebrale sono legate all'attenta formazione delle lettere quando si scrive a mano, facendo un uso maggiore dei sensi", ha spiegato van der Meer. Poichè è il movimento delle dita durante la formazione delle lettere a promuovere la connettività cerebrale, si prevede che la scrittura a mano abbia benefici simili a quelli della scrittura corsiva sull'apprendimento. Al contrario, il semplice movimento di premere ripetutamente un tasto con lo stesso dito è meno stimolante per il cervello."
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"Questo spiega anche perchè i bambini che hanno imparato a scrivere e leggere su una tavoletta possono avere varie difficoltà a distinguere tra lettere che sono immagini speculari l'una dell'altra, come la 'b' e la 'd': non hanno letteralmente provato con il loro corpo cosa si prova a produrre quelle lettere", ha spiegato van der Meer.
"I risultati - hanno dichiarato gli autori - dimostrano la necessità di dare agli studenti l'opportunità di usare le penne, piuttosto che farli scrivere a macchina durante le lezioni".
Le linee guida per garantire che gli studenti ricevano almeno un minimo di istruzione sulla scrittura a mano potrebbero essere un passo adeguato.
Per esempio, in molte aree degli Stati Uniti è stata reintrodotta l'educazione alla scrittura corsiva all'inizio dell'anno. Allo stesso tempo, è importante tenersi al passo con i progressi tecnologici in continuo sviluppo. Ciò include la consapevolezza di quale modo di scrivere offra maggiori vantaggi in quali circostanze.
"È dimostrato che gli studenti imparano di più e ricordano meglio quando prendono appunti scritti a mano, mentre l'uso di un computer con tastiera può essere più pratico quando si scrive un testo o un saggio lungo", ha concluso van der Meer.
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pettirosso1959 · 4 months ago
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LA FURIA DI ISRAELE, IL RANTOLO DELL’IRAN
Torniamo per un attimo agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso. I padri e i nonni degli odierni Hezbollah, scampati alla Nakba e alla Guerra dei Sei Giorni, prima accolti con ostentata solidarietà da Re Husayn di Giordania ma poi repressi per aver addirittura tentato di rovesciarlo, si sono rifugiati nel sud del Libano. Si tratta di circa 120 mila persone, 15 mila delle quali armate e aderenti prevalentemente all’OLP, che nutrono per Israele ed ebrei un odio smisurato.
Presto dal sud del Libano questi rifugiati armati incominciano a organizzare incursioni in territorio israeliano. Ma i Fedayyn (letteralmente «I Devoti») non paiono proprio degli impavidi, tanto meno degli eroi. Salvo rarissime occasioni, non prendono mai di mira i soldati, ma soltanto i civili israeliani, ricorrendo a metodi terroristici repellenti.
Sconfinando in Israele, entrano nelle case massacrando intere famiglie, sparano nei mercati, assaltano scuolabus che trasportano bambini uccidendoli a colpi di kalashnikov. A volte i bambini li prendono come ostaggi per coprirsi la fuga. Ma intercettati dall’IDF si fanno saltare in aria insieme a loro, non appena intuiscono di non avere più scampo. È
l’inconfondibile stile di Monaco ’72.
In preda ad una inspiegabile euforia, quando trovano noioso lanciare razzi Katyusha al di là del confine, partono in gommone dalle coste libanesi per approdare sulle spiagge israeliane e massacrare bagnanti, facendo attenzione a non discriminarli per età e sesso.
Tanti piccoli «7 ottobre» che indicano a Israele che la misura è colma. Di qui gli interventi in territorio libanese: 1978, 1982 e 2006. Lo scopo è creare un’ampia zona cuscinetto che renda lo Stato ebraico non raggiungibile dall’artiglieria e dai razzi di Hezbollah, che nel corso degli anni ha inferto un vulnus alla sovranità del Libano, dando luogo ad uno stato nello stato foraggiato dall’Iran, ormai unico paese in Medio Oriente, insieme alla Siria, a propagandare la distruzione di Israele.
Risultato: decine di migliaia di morti, in buona parte civili libanesi che non sono riusciti a scappare, e qualche centinaio di soldati israeliani. Problema, però, tutt’altro che risolto.
A partire dal pogrom del 7 ottobre, i razzi lanciati da Hezbollah sul nord di Israele sono stati migliaia. Oggi l’attacco israeliano vuole menomare la capacità militare di Hezbollah, consentendo così ai 70 mila sfollati del nord di ritornare nelle loro case. La natura difensiva della reazione di Israele appare incontestabile.
Del resto, le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU sulle precedenti guerre libanesi avevano imposto il ritiro di Israele senza nemmeno discutere sulla legittimità dei suoi interventi, chiaramente improntati a legittima difesa. Ma avevano imposto anche il totale disarmo e lo smantellamento di Hezbollah e delle altre milizie jihadiste, affidando il relativo compito al Libano, che di fatto non è mai riuscito a combinare nulla. Con la conseguenza che ogni volta che Israele si ritirava, in breve tempo tornava a materializzarsi il solito incubo per gli abitanti dell’alta Galilea.
Profondamente umiliato da Israele con gli omicidi mirati utilizzando missili che arrivano nelle camere da letto del nemico, oltre che con la manomissione di migliaia di cercapersone esplosi all’unisono tra le mani degli Hezbollah all’arrivo di un messaggio canzonatorio, ieri l’Iran ha portato su Israele un attacco missilistico pressoché insignificante, preceduto dai soliti anatemi ma ancor meno incisivo di quello di aprile, già ampiamente annunciato ma agevolmente sventato da Tel Aviv con l’aiuto degli USA.
Un attacco, però, che pur concretandosi in una chiara manifestazione di debolezza, equivale ad una dichiarazione di guerra, che se accolta da Israele non potrà che portare grossi guai sia a Hezbollah che a Teheran, che a quel punto non potrà più denunciare la violazione della propria sovranità.
Dopo questa mossa incomprensibile dell’Iran, potrebbe dedursi che a Teheran non esista più un potere consolidato. Non si conosce se all’interno del regime degli Ayatollah sia in corso una partita letale o se stia prevalendo, su adeguata contropartita, la scelta di lasciare al proprio destino Hezbollah, già azzoppato e chiaramente infiltrato dal Mossad.
A. Tomarelli.
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fiat500nelmondo · 5 months ago
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Tornano i raduni: la tua Fiat 500 è pronta a ripartire?
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Le giornate si accorciano, ma la voglia di riscoprire la strada a bordo delle nostre Fiat 500 non diminuisce. I raduni autunnali sono pronti a regalarci ancora tante avventure e sorprese: sei pronto a partire?
Con l’arrivo di settembre, si conclude il periodo di riposo per le nostre adorate Fiat 500. Dopo un’estate passata al sicuro nei garage, lontane dal caldo torrido e dalle lunghe ore sotto il sole, è finalmente giunto il momento di farle tornare a ruggire sulle strade di tutta Italia. I raduni sono alle porte, pronti a farci vivere momenti indimenticabili all'insegna della passione, dell'amicizia e, naturalmente, della nostra amata Fiat 500. Ogni raduno è un’occasione unica per riaccendere la passione che ci lega a queste piccole, ma incredibilmente affascinanti, auto. Che tu sia un veterano dei raduni o un appassionato che si avvicina per la prima volta a questi eventi, troverai sempre lo stesso spirito di condivisione e l’entusiasmo contagioso che rende questi incontri speciali. Un autunno all’insegna dei raduni Quest’anno, con l’arrivo dell’autunno, i meeting della Fiat 500 si preannunciano più entusiasmanti che mai. Le giornate sono ancora lunghe, il clima è ideale per mettere alla prova la tua Fiat 500 su percorsi mozzafiato, e la voglia di stare insieme, dopo un’estate di pausa, è davvero tanta. Ogni raduno è un tuffo nel passato, un’occasione per rivivere quei momenti di felicità che solo chi ama davvero la Fiat 500 può comprendere. Come partecipare ai raduni Se ti stai chiedendo come fare per non perdere nemmeno un raduno, la risposta è semplice: visita il nostro sito fiat500nelmondo.it. Alla pagina Calendario Raduni, troverai tutte le date e i luoghi dei prossimi eventi dedicati alla Fiat 500. Un calendario sempre aggiornato per tenerti informato su ogni occasione di incontro, dalle grandi manifestazioni nazionali ai piccoli raduni locali, dove la Fiat 500 è sempre la regina indiscussa. Preparare la tua Fiat 500 Dopo mesi di inattività, la tua Fiat 500 merita un po’ di attenzione prima di tornare in strada. Un controllo generale al motore, una bella lucidata alla carrozzeria e, perché no, qualche piccolo ritocco che la renda ancora più bella e brillante. I raduni sono anche l’occasione perfetta per mostrare con orgoglio il frutto delle tue cure e delle tue attenzioni. E se hai bisogno di qualche consiglio su come preparare al meglio la tua auto per i raduni, non esitare a consultare le nostre guide e i nostri articoli dedicati alla manutenzione della Fiat 500. Troverai tutte le informazioni necessarie per garantire alla tua piccola grande auto le migliori prestazioni possibili. Emozioni in strada Partecipare a un raduno non è solo un modo per condividere la passione per la Fiat 500, ma anche per vivere emozioni uniche. Ogni raduno è una festa, un’occasione per stringere nuove amicizie, scambiarsi consigli e, soprattutto, fare un salto nel passato, rivivendo i tempi in cui la Fiat 500 era la regina delle strade italiane. Le risate, i racconti, le esperienze condivise: tutto contribuisce a creare un’atmosfera di gioia e nostalgia che rende ogni raduno un’esperienza indimenticabile.
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ma-come-mai · 7 months ago
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Tante riflessioni e pensieri, con la convinzione che l’amore mai si può dividere ma solo moltiplicare e che spesso e volentieri ce ne dimentichiamo. Questo è alla base dell’essere umano.
Non siamo avari di sentimenti e quando ne abbiamo, dimostriamolo!
Da leggere:
LA FAVOLA DEI CALDI E MORBIDI
Di Claude Steiner
C'era una volta, nel paese della fantasia, il villaggio di Raggio di Sole e di Luna Splendente. Nel villaggio tutti vivevano felici e contenti perché ogni abitante, grande o piccino, aveva con sé un sacchetto di caldi e morbidi, e quando s'incontravano se li scambiavano.I caldi e morbidi erano cosine piccole come il pugno chiuso di un neonato, di colore verde e avevano una proprietà: quando venivano regalati all'altro, egli si sentiva tutto caldo e morbido. Le persone erano soddisfatte della vita che conducevano e godevano di ottima salute. Tutti tranne la strega che viveva in cima alla montagna e si lamentava che nessuno andava da lei per comprare delle pozioni magiche.
Un giorno si travestì da persona per bene e scese al villaggio. Nel bosco incontrò Raggio di Sole che spaccava la legna, si scambiarono un saluto, e chiese informazioni circa lo stile di vita del villaggio. Tutti stavano bene grazie ai caldi e morbidi e allora la strega fece un'osservazione: "Ma non avete mai pensato che possono finire?". Detto questo, se ne andò e Raggio di Sole rimase in silenzio, perplesso perché questo dubbio non gli era mai venuto in mente. Riprese il suo lavoro e poi s'incamminò per tornare a casa.
Vide da lontano i suoi figli: giocavano in giardino con i figli del vicino e si scambiavano i caldi e morbidi. E gli tornarono in mente le parole della strega. Dopo cena, quando i piccoli già dormivano, Raggio di Sole e Luna Splendente si ritirarono nella loro stanza e iniziarono a scambiarsi i loro caldi e morbidi. Ricordandosi nuovamente delle parole della signora incontrata nel bosco, Raggio di Sole ne parlò a Luna Splendente e insieme concertarono di parlare ai bambini l'indomani.Immaginatevi lo stupore dei bambini quando si sentirono dire: "Bambini, da questo momento in poi, fate attenzione ai caldi e morbidi, perché possono finire!". Ma si sa, come tutti i bambini , continuarono a farlo di nascosto dei grandi.
La voce si sparse nel villaggio, di porta in porta, e tutti, tranne i più piccini, cominciarono a essere avari di caldi e morbidi, fino al giorno in cui, per la prima volta, un abitante cominciò a sentirsi male, poi un altro ancora e ancora un altro; anche i bambini iniziarono ad ammalarsi e un uomo morì. La gente del villaggio, seriamente preoccupata, si rivolse alla strega per le sue pozioni magiche e lei che li aspettava da tempo, diede i loro freddi e ruvidi. Come del tutto simili ai caldi e morbidi, erano differenti per il colore, arancione, e quando venivano dati a una persona la facevano sentire tutta fredda e ruvida, ma non moriva.
La gente del villaggio imparò così a strutturare il proprio tempo scambiandosi pochi caldi e morbidi sempre con la paura di vederli finire e tanti freddi e ruvidi per non morire. Le notizie si sparsero per la vallata e così un bel giorno arrivò al villaggio un mercante: vendeva caldi e morbidi di plastica, del tutto simili a quelli autentici, per forma e colore, solo che quando venivano dati ad una persona, non la facevano sentire né bene né male. I saggi del villaggio si riunirono e stabilirono leggi con le quali indicavano le regole per lo scambio dei freddi e ruvidi e dei caldi e morbidi, di plastica e autentici.
Un giorno, una bellissima signora scese dal vento e si rivolse ai bambini: "Siete pallidi e malaticci. Cosa vi succede?”. I piccoli le raccontarono tutto l'accaduto e allora la fata, perché era proprio una fata, prima di andarsene li rassicurò: "Bambini, la verità è che i caldi e morbidi, quelli autentici, non finiscono mai. Più ne dai gratuitamente, più il sacchetto che hai con te ne è pieno."
Non si sa esattamente come andarono a finire le cose al villaggio di Raggio di Sole e di Luna Splendente. Se vinsero i grandi con le loro paure e le loro leggi, o i bambini che naturalmente sapevano la verità.
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anomaliahh · 1 year ago
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🇮🇹┆Cuddles w the Sanses (Pt.1)
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▹ 𝐜𝐡𝐚𝐫𝐚𝐜𝐭𝐞𝐫𝐬: Horror, Dust, Fell.
▹ 𝐡𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐭: x_nzlian on Instagram & X
▹ 𝐬𝐭𝐲𝐥𝐞: headcanon
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Horror:
Horror adora abbracciarti. Un sacco. E non si vergogna a farlo o dimostrarti affetto neanche fuori, in pubblico. Abbracci da dietro, davanti... in qualsiasi modo va bene, basta che ti stia vicino.
Si trattiene soltanto quando siete insieme ai suoi amici o ad altri Sanses, più che altro per non sentire lamentele da parte loro.
Gli piace anche sollevarti e tenerti in braccio mentre ti abbraccia, e lo fa sempre con grande facilità. A volte lo fa semplicemente perché gli piace farti vedere quanto è forte.
I primi tempi con te arrossiva sempre quando gli tenevi la mano, lo abbracciavi o semplicemente gli davi un bacio sulla guancia. Con il passare del tempo poi si è abituato e non arrossisce più così spesso, si limita a sorridere, al settimo cielo.
C'è ancora una cosa però che continua a farlo arrossire nonostante il passare del tempo e cioè quando gli fai complimenti. Si scioglie ogni volta che gli dici che è carino, che ha fatto un buon lavoro o che sei fiera di lui e non sa più come reagire.
Sempre nei primi tempi ti ha chiesto più volte se volessi provare ad assaggiare la carne umana e una volta ti ha perfino portato uno dei suoi migliori piatti del genere, un po' come i gatti ti portano piccoli animali morti. Tuttavia quando ha capito che tu non eri come lui e non avevi i suoi gusti ci ha rinunciato, un po' a malincuore.
Big spoon. Almeno il più delle volte, anche se non gli dispiace lasciarsi stringere da te, anzi.
Horror adora anche giocare con la tua carne. Spesso ti pizzica dolcemente la pancia o i fianchi, ti dà un sacco di morsetti affettuosi ovunque, specialmente sulle guance quando metti il broncio o sei arrabbiata.
In queste occasioni sta sempre attento a dosare e controllare bene la sua forza per non rischiare di farti davvero male, e lo percepisci che ci sta facendo attenzione.
Quando non è sicuro di aver esagerato o no è sempre il primo a chiedertelo, con sguardo preoccupato. E quando ti fa male per sbaglio, anche se poco, preparati ad essere riempita di bacini nel punto dove ti ha fatto male.
Horror si assicurerà sempre che tu abbia mangiato abbastanza. Potrebbe sembrare anche una classica nonna per certe sue accortezze, ma è solo perché ci tiene molto a te e alla tua salute. In più cucina sempre per te e ama farlo anche se non è proprio il suo campo cucinare cibo normale... ma si impegna sempre per fare del suo meglio. Con lui avrai sempre la pancia piena.
Quando dormite insieme Horror tende spesso a stringere leggermente una tua coscia e portare la tua gamba sopra il suo bacino. Poi la accarezza finché non si addormenta.
Dust:
Dust è... complicato. Per mille motivi, tra cui anche la dimostrazione di affetto. Perché prova sempre molte più cose di quante ne dimostra.
Non è il tipo da dare molto contatto fisico in generale, figuriamoci in pubblico o con gli altri Sanses. È già tanto se ti sta vicino, mani in tasca e cappuccio abbassato come sempre.
Non ti allontana in malo modo quando lo abbracci o gli prendi una mano? Beh, congratulazioni, vuol dire che sei una delle pochissime persone a cui tiene molto!
Con gli altri sembra quasi che tu non esista per lui. Scordati che ti dica o faccia cose carine in compagnia di altri. Anche perché non è proprio il tipo.
Tuttavia ti osserva. Molto spesso. E osserva anche i dintorni. Lo fa perché segretamente gli piace guardarti quando stai vicino a lui e per tenere d'occhio eventuali minacce. Già, anche se non sembra è molto protettivo nei tuoi confronti. Però non si farà mai beccare ad osservarti.
Proprio per questo suo osservarti sa vedere benissimo un cambiamento nel tuo umore, anche quando cerchi di nasconderlo. Per esempio, a volte nota che ti rattrista un po' il suo essere particolarmente distaccato. In quei momenti capisce che forse è il momento di mettere da parte il suo orgoglio, almeno un po', e aspetterà che rimarrete da soli oppure ti raggiungerà in camera.
Non ti dirà niente di che, Dust è sempre di poche parole, si limiterà a sedersi vicino a te. Ti prenderà la mano, la accarezzerà e lì capirai che ti puoi sciogliere un po' di più con lui. Lascerà che tu appoggi la testa su una sua spalla o che lo abbracci perché sa che ne hai bisogno.
Ma i suoi momenti più dolci e premurosi nei tuoi confronti avvengono sempre quando tu non puoi vederli. Non è raro infatti che mentre gli dormi vicino lui ti stringa, ti accarezzi i capelli o ti dia qualche bacio sulla fronte. Anche perché adora darti piccoli baci sulla testa. In questi momenti si preoccuperà anche di coprirti, rimboccarti le coperte o semplicemente spostarti delicatamente i capelli dal viso.
Little spoon il più delle volte. Non lo ammetterà mai ma gli piace il tuo affetto, i tuoi abbracci o le tue carezze.
Rotea sempre gli occhi, distoglie lo sguardo o si abbassa un po' di più il cappuccio quando lo tocchi in compagnia di altri. Sembra sempre piuttosto infastidito dalle tue azioni ma in realtà sotto sotto spera che tu non smetta mai di comportarti in quel modo con lui, anche per questo non ti scosta bruscamente. Qualche volta puoi anche vederlo sorridere sotto il cappuccio.
Fell:
Ammettiamolo, Fell è un po' uno tsundere, sai che devi guardare più a quello che fa rispetto a quello che dice.
Non è molto bravo a parole, spesso ti prende in giro affettuosamente semplicemente perché dire quello che prova lo reputa stupido o è troppo difficile per lui.
Adora spendere del tempo rilassante con te, niente di troppo movimentato, come per esempio guardare un film insieme o fare una passeggiata in posti calmi e silenziosi.
Gli piace tenerti per mano e accarezzarti il dorso o le braccia. Il suo tocco è inaspettatamente delicato.
Se state camminando insieme Fell è quel tipo di persona che ti fa cenno di prendergli la mano per non farti rimanere indietro, senza guardarti.
Fell adora i grattini, specialmente dietro la testa o sul collo. È l'unica cosa che lo fa sciogliere completamente e nessuno lo sa a parte te. E guai a te se ne fai parola con qualcuno!
Arrossisce e si imbarazza sempre molto quando gli fai i grattini ma non ti dirà mai di smettere. Protesterà e borbotterà qualcosa tra sé e sé ma ti lascerà fare. E, anzi, se smetterai lui ti stringerà un po' di più e ti guarderà con disappunto, senza però dire niente. Non può certo abbassarsi a chiederti di continuare...
Big spoon, anche se in realtà essere abbracciato e coccolato da te gli piace più di quanto vuole ammettere a sé stesso.
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littlepaperengineer · 1 year ago
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"La colpa è tutta degli uomini". Non sono daccordo. Bisogna fare attenzione. Attenzione a non farne una guerra di femmine contro maschi.
Spostare l'attenzione su chi è colpevole è stupido e ci allontana da risolvere il problema. Fomenta l'odio e crea solo nuove differenze. L'omicidio lo fa chi lo compie. I comportamenti sessisti invece, quelli li abbiamo tutti, maschi e femmine. Questi alimentano il patriarcato.
Smettiamo di parlare di colpe. Abbiamo aderito tutti a questo sistema, tutti e tutte. Va sradicato, si e dobbiamo farlo tutti insieme, persone tutte. Vanno notati tutti i comportamenti, anche quelli più piccoli, si.
Non significa dire che l'uomo fa schifo e la donna è santa. Anche perché siamo tutti chiamati ad aderire ai modelli in quanto "così si è sempre fatto" ma non è detto che tutti vi aderiamo, possiamo scegliere di non farlo. È il momento di non farlo, più di prima, e di richiamare chi lo fa. Ecco qual è la responsabilità che abbiamo tutti.
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Realtà "stregata", una mia recensione su Amazon del libro Carrellolandia e i carrelli stregati di Sara Provasi.
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Non leggo soltanto Leopardi, a volte leggo anche qualcos'altro, come il libro per ragazzi di quest'autrice, mia amica di Instagram. Non ci siamo mai incontrate perché lei abita a Rozzano vicino Milano, da lei detta Rozzangeles o, come in questo libro, Carrellolandia, e io a Palermo. È una finissima poetessa, disegnatrice e realizzatrice di collages e fotoromanzi con giocattoli. È un'adulta che vede oltre perché non ha mai smesso del tutto di essere bambina. Acquistato il suo libro alla velocità della luce, ne ho lasciato una recensione su Amazon.
È un libro per ragazzi, che si può leggere a 10 anni, ma che fa piacere leggere a 20 anni e ancor più a 40, che tocca corde senza età, relative al sogno, alla conoscenza e al bisogno di dare e ricevere amore. È un giallo, perché c'è un mistero, che si snoda e si risolve in modi non del tutto prevedibili. È un racconto realistico, perché racconta la psicologia dei bambini più sensibili. È un piccolo, agile capolavoro in cui ogni elemento è al posto giusto e si offre a sempre più profonde letture simboliche man mano che si pone attenzione nel considerarlo. Già, l'attenzione. Il messaggio implicito di questo libro è che la propria influenza sulla realtà dipende solo dal grado di attenzione e di amore che si è disposti a darle. Uno sguardo superficiale, un gesto disattento e privo di amore, fanno "sparire" oggetti, esseri viventi e anche persone. Fanno vivere in una realtà che è l'opposto di quella "aumentata": una realtà impoverita, non decodificata, una realtà subìta. La chiave per la comprensione e per l'influenza sulla realtà sono l'attenzione e l'amore. In qualunque ambiente si viva, niente è muto, indifferente, da scartare. Tutto ha un senso, una poesia, dei colori, una voce. Dai palazzi delle periferie con i loro centri commerciali, agli animali da compagnia (dai più tradizionali ai più piccoli e quasi invisibili), agli elettrodomestici, alle briciole. Nulla è superfluo o va perduto, se l'animo umano è attento, sensibile, amorevole; tutto è recuperabile, e i "lieto fine", come in questa bella fiaba, si moltiplicano.
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veritanascoste · 2 years ago
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TRAFFICI DI BAMBINI, Similmente come agnelli da macello!!!
Mostruosi traffici di bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie per diventare giocattoli di carne e ossa nelle mani di spregevoli esseri MalViventi senza scrupoli. Pedofilia, traffico di organi e ANDRENOCROMO e per riti satanici.
Anche L’Italia non è risparmiata da questi crimini contro i bambini.
” In Italia calcolando solo i dati delle denunce effettuate dall’anno 2004 fino a marzo 2007, si scopre che i minori scomparsi e non ancora ritrovati sono ben 3.399.
Alcuni minori scomparsi saranno tristemente destinati al traffico di organi, come macabri pezzi di ricambio. Le stime in merito sono a dir poco raccapriccianti e ci presentano una vera e propria tabella dei prezzi … 50.000 euro un neonato, 30.000 un fegato, 15.000 le cornee … L’Italia secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, è un luogo di grande passaggio per la compravendita di organi, tanto che è stato presentato un dossier in merito al Viminale. Pier Luigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia … ha denunciato che nel solo 2004 sono state circa 30.000 le vittime del traffico di esseri umani.”
E l’Italia è attiva anche nell’import dall’estero:
“L’Italia è denunciata da René Bridel, rappresentante nell’Onu dell’Associazione Internazionale Giuristi per la Difesa della Democrazia, dal quotidiano “La Nacion” di Buenos Aires, da “O Globo” di Rio de Janeiro e da la “La Repubblica” di Lima: il nostro Paese viene definito come il maggior importatore di bimbi brasiliani, come il più importante compratore … Léon Schwartzenberg, eurodeputato, ha affermato che : “Dal 1988 al 1992 quattromila bambini brasiliani hanno lasciato la loro terra per l’Italia.
Il motivo ufficiale è sempre l’adozione, ma di questi piccoli in cerca di famiglia ne sono stati ritrovati vivi solo mille.
Pertanto!!!
FATE MOLTA ATTENZIONE AI VOSTRI FIGLI E NIPOTI, NON FIDATEVI DI NESSUNO E NON LASCIATELI MAI DALLA VOSTRA VIGILE PRESENZA
😢 😢 😢 😢 😭😭😭😭
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solobrividiecoraggio · 1 year ago
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Domani ho un colloquio come addetto mensa part time. Ho troppo bisogno di dedicare del tempo a un lavoro, nonostante dovrei pensare solo a studiare visto che sono iscritto full time all'università. Lasciare il lavoro di cameriere non credo sia stato uno sbaglio, rimpiango di più non aver avuto il coraggio di pensare alla possibilità di operarmi e mettermi in malattia ai tempi dell'apprendistato in pasticceria.
Per quanto riguarda il lavoro al ristorante fin dall'inizio ero consapevole che sarebbe stata un'esperienza a breve termine. Mi impegnavo, ma non era qualcosa di mio o di cui ero felice a prescindere. In più, effettivamente dover rinunciare ad alcuni tipi di esperienze con gli amici, più rare delle uscite del sabato, mi pesava. Finita l'esperienza sono riuscito a dare un esame.
Cosa ho prodotto (questo è il termine corretto da usare, perché il collegamento deve essere evidente) da quando ho dato l'esame di BDSI? considerando la quantità di tempo a disposizione. Non voglio scriverlo perché non voglio infierire ulteriormente su me stesso. Questi ragionamenti rimangono nella mente.
Visto che non sto studiando, mi farebbe sentire meno in colpa con il mondo contribuire in qualche modo. Ho bisogno di soldi e di sentirmi più leggero, camminare tra le persone e pensare di essere un peso per tutti sta diventando insostenibile. Non riesco a convincermi a studiare perché, irrazionalmente, non credo di poterci riuscire. Non vedo i piccoli passettini che ho fatto e potrei fare, ma solo il traguardo a cui non mi sto avvicinando abbastanza velocemente. Sto conservando le energie perché mi sembra inutile. È la cosa più probabile, la mia autostima è il problema.
Mi sento di escludere la possibilità che gli argomenti del corso di laurea non mi interessino affatto. Meno probabile ma comunque possibile è che io dia (pure) troppa importanza a cose che non richiedono così tanta attenzione, finendo per sfinirmi svolgendo compiti che non dovrebbero stancarmi.
Sicuramente ho bisogno di un aiuto psicologico. Ma anche quello passa per i soldi, e i miei già non riescono/non si impegnano a rimborsarmi dei soldi che ho speso per delle visite mediche di una certa importanza. Non si comporterebbero in modo diverso. Tutte e tre le mie sorelle hanno ricevuto o ricevono un aiuto del genere. Che ci siano o non ci siano dei motivi in comune a questo nostro bisogno di assistenza psicologica, dovrebbe essere la norma prendersi cura anche della mente.
Io non l'ho mai chiesto esplicitamente ai miei, né al mio medico curante. Se voglio farmi aiutare, devo lavorare e risparmiare ponendomi quello come obiettivo primario.
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turuin · 2 years ago
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Oroscopo assolutamente affidabile, tant'è che parte di martedì - Settimana 20 / 2023
Certo che, però, pure voi che non mi ricordate di fare l'oroscopo... Vabbé: siccome tanto è un oroscopo ad inaffidabilità garantita, inventato sul momento e senza alcun collegamento con le posizioni degli astri, dei pianeti e dei buchi neri (esattamente come qualsiasi oroscopo!), va bene lo stesso. Indi per cui: eccovi il
COSA DICONO LE STELLE, MA SOPRATTUTTO CHE CAZZO DI LINGUA PARLANO della Settimana 20 dell'anno 2023 Era Comune.
Ariete: oddio, che cos'è quella cosa lì, proprio dietro di voi? Ah no, nulla. Era un brutto rimorso. Liberatevene! Il prossimo è giusto dietro l'angolo, vorrete mica che non abbia spazio?
Toro: recentemente si è scoperto che le piante parlano su frequenze non udibili dall'umanità. Sospettiamo fortemente dicano tutte "vaffanculo"; voi, Toro, non fate come loro, ed esprimetevi su frequenze udibili.
Gemelli: troppe cose non vanno come dovrebbero, ma sono piccolezze; il resto sbagliato al supermercato, una sigaretta che si spezza, un cucchiaino che vola giù dal balcone, un linciaggio che non vi aspettavate... roba che supererete brillantemente con un sorriso, ma prima dovete imparare a sorridere.
Cancro: state calmi! Siete delle trottole impazzite come un bambino di cinque anni che abbia ficcato la faccia nel Nesquik cibandosene direttamente dalla scatola. Ricordate: se quelle forme strane ai lati del vostro campo visivo le vedete solo voi, vuol dire che non esistono. Forse.
Leone: siete pesanti come un pranzo di Natale di quindici portate in Calabria, ma altrettanto gustosi e caldi. Fate pure molto male alla circolazione delle persone che vi stanno intorno, esattamente come il pranzo di cui sopra. Provate, ogni tanto, a fare le insalate: ne trarrete giovamento anche voi.
Vergine: la vostra vita è un susseguirsi di lotte ad armi impari che avete vinto brillantemente, ottenendo grandiosi risultati; splendete di luce propria, ma non avete ancora capito che al resto del mondo non interessa ascoltare le vostre cronache. Provate ad ascoltare le altre persone, una volta o l'altra. Chissà.
Bilancia: attenzione alle fiamme libere, alle notti senza luna, agli indovinelli stupidi e alle persone che vi propongono di entrare a far parte di un sistema sicuro per guadagnare, che è ovviamente uno schema Ponzi e, ben che vada, vi farà fare figure di merda con quei pochi contatti intelligenti che avete ancora su Facebook.
Scorpione: abbiate un po' di pietà delle persone che vi fanno da partner, sia nella vita lavorativa che in quella sentimentale. Che, trattandosi di voi, significherà: non fateli a pezzi troppo piccoli, lasciategli almeno una bocca con cui piangere. O degli occhi. Qualche pezzetto a vostro gusto. No, meglio non ci diciate quale.
Sagittario: la verità è che persino le stelle fanno fatica a capirci qualcosa di voi, di quello che vi motiva e del vostro destino. Facciamo così: fatelo voi l'oroscopo la prossima volta, che sicuro viene meglio. Consiglio della settimana corta: mangiare fuori se non si ha voglia di cucinare va bene una volta o due, ma se lo fate tutte le volte disimparerete a cucinare. E' una metafora, chiaramente.
Capricorno: avreste dovuto darlo quell'abbraccio in più, quel bacio in più, quel... insomma, avreste dovuto darvi di più. Però non fa niente, dato che voi preferite analizzare le vostre esperienze invece che farle fino in fondo. Vi suggeriremmo di provare a fare il contrario, una volta tanto, ma quando mai ascoltereste un suggerimento?
Acquario: potete dipingere di blu profondo una parete della vostra casa in modo da avere l'idea di essere personalità estrose, artistiche ed estroverse. Il passo successivo è "Paint your life" ma, tocca dirvelo, fate attenzione - i mobili vecchi da restaurare, se di legno, possono avere delle schegge piuttosto pericolose. Si, è una metafora pure questa.
Pesci: vi accontentate di poco, mentre potreste avere molto, ma molto di più. Ma chi dice che fate male? Certamente non noi: chi s'accontenta gode, e chi se ne frega se le vostre possibilità sono sprecate oppure no? Dopotutto, meglio l'uovo oggi, meglio sempre l'uovo oggi. Finito quel poco, passate ad altro con nonchalance.
Come sempre, non s'accettano richieste di chiarimenti o di spiegazioni o di interpretazioni o quant'altro, ma sentitevi liberi di fare di quest'oroscopo quello che vi pare.
Ci vediamo alla prossima volta che me lo ricordo.
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hostariaanticaroma · 14 days ago
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SHOWTIME
La serata si preannuncia fredda, uguale a tante altre già vissute. Un vento gelido soffia da nord, scuotendo le poche piante che ancora resistono all'assalto del Generale Inverno. Dopo un rapido spuntino, accendo le luci esterne e l’insegna, come un automa che ogni sera osserva dalla finestra il calare dell’ombra. Un’ombra che, silenziosa e misteriosa, trasforma ogni cosa, tingendola di nuove sfumature e significati.
Una veloce lavata di denti, il nodo della cravatta sistemato con cura, ed eccomi pronto per lo spettacolo serale. Mio padre, con la solita attenzione minuziosa, si aggira tra i tavoli. Controlla ogni dettaglio, non fidandosi troppo del personale. E, in fondo, ha ragione. Nonostante le nostre differenze, condivido con quest’uomo molte più cose di quanto vorrei ammettere. A volte lo detesto per avermi plasmato a sua immagine, per aver fatto di me una parte di sé. È l’eterna sfida tra l’attor giovane e il mattatore, in questo teatro che si appresta ad aprire il sipario.
Attraverso la porta, intravedo i fari delle prime auto che entrano nel parcheggio. I clienti sono arrivati. Mi sistemo il nodo della cravatta un’ultima volta e lancio uno sguardo veloce ai miei collaboratori. Sono pronti, marziali, ma a ben vedere un po’ impacciati. Finalmente, la porta si apre. Due coppie entrano con energia, chiedendo un posto riservato, lontano da occhi indiscreti. Domenico li accompagna nella veranda, mentre Vito porta i loro cappotti nel guardaroba.
Non posso fare a meno di notare quanto siano "particolari" queste coppie. Le donne, giovani e bellissime, contrastano con i loro accompagnatori: uomini viscidi e trasudanti arroganza. Li accolgo con il consueto sorriso e li affido alle "affettuose" cure di Domenico, che, pur mantenendo un’espressione impeccabile, impreca silenziosamente contro la biondina aggrappata come un macaco al suo sudaticcio accompagnatore, mentre chiede piatti macrobiotici.
Altre luci si accendono nel parcheggio. Arrivano nuovi clienti. Senza di loro, questo nostro piccolo teatro quotidiano perderebbe senso. La porta si spalanca di nuovo, lasciando entrare un gruppo di alti dirigenti finanziari. Con la consueta familiarità, li accolgo con saluti calorosi, pacche sulle spalle e qualche battuta. Il loro tavolo, sempre riservato, è pronto per questi "re Mida" moderni. La loro aura sembra trasformare tutto in oro, o almeno in una sua imitazione.
Poi entra in scena mio padre, dopo essersi preparato con una dose di respirazione profonda in stile Stanislavskij. Con il suo gesto teatrale, tende la mano agli ospiti e declama il suo celebre "Piacere, sono Massimo, il ciociaro." È uno spettacolo collaudato: sorrisi, battute di circostanza, e in breve le difese dei clienti cadono, lasciandosi guidare da Massimo-Faust nei piaceri della cucina.
Altri tavoli si riempiono. Una giovane coppia al primo appuntamento si distingue per la loro timida dolcezza: occhi che si sfuggono, mani tremanti, piccoli gesti carichi di romanticismo. L’aura luminosa che li circonda è palpabile. Poco distante, due amici discutono di vacanze, mentre un uomo solo si rifugia nel vino per dimenticare la solitudine.
Quanti volti, quanti gesti, quante storie in questo piccolo universo chiamato ristorante. Un luogo dove le vite si incontrano, si sfiorano, si intrecciano. Un palcoscenico dove ognuno recita il proprio ruolo, davanti a un piatto che diventa un pretesto per vivere.
In questo mondo io vivo. Questo palcoscenico è la mia vita. Senza di esso, sarei solo una maschera anonima. Invece, sono l’attore giovane, quello che ogni sera calca le scene e ruba attimi di vita al pubblico. Attimi che faccio miei, frammenti di esistenze che altrimenti non avrei mai modo di vivere.
Alla fine, il sipario cala. Spengo l’insegna, le luci, e torno a casa. ‘Notte.
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