#Sette religiose
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I peccati non esistono; esistono solo i Reati. Chi appartiene ad una setta religiosa dovrebbe ben sapere che la moralità non è verità, ma superstizione, creduloneria.
'dio' non esiste e pertanto tutto ciò che viene detto da una religione è mera fuffa, priva d'ogni autorevolezza.
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IL libro nero del Brasile: un viaggio nelle profondità più cupe della cultura brasiliana
Immergetevi nel Brasile più oscuro con il mio libro, “Il Libro Nero del Brasile”. Vi condurrò attraverso un viaggio al di là delle cartoline turistiche, esplorando temi come le sette religiose, il satanismo, il cannibalismo e i serial killer. Attraverso storie cruente e toccanti, vi offrirò uno sguardo inedito sulla realtà brasiliana, invitandovi a esplorare territori mai immaginati. Se siete…
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youtube
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#manipolazione mentale#sette religiose criminali#gruppi settari#buio e luce#buio e luce tra cielo e terra#tra cielo e terra
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Dopo il fatto in Sicilia di quell’uomo che ha ucciso la moglie e due figli perché convinto che fossero schiavi del demonio,in diverse trasmissioni televisive hanno parlato di quante sette,religiose e non,ci sono in Italia. Gli esperti sostengono che quelli che vengono irretiti da queste sette e dai loro santoni sono persone fragili,confuse,che stanno attraversando un momento difficile e si sentono sole. Nella setta trovano una comunità che li accoglie e dá loro sostegno. Secondo me non è sufficiente questo,alla base c’è una grande ignoranza. Tutti più o meno abbiamo attraversato periodi di difficoltà e di solitudine,ma non siamo finiti vittime di qualche setta. Io ho ascoltato in televisione i discorsi di alcuni sedicenti santoni e se fossi stata in loro presenza sarei scoppiata a ridergli in faccia per le stronzate assurde che dicevano. Purtroppo la gente che dá loro credito è di un’ignoranza spaventosa. Ed è questo che mi lascia di stucco: che nel ventunesimo secolo,con internet,la globalizzazione,la circolazione delle idee e la scolarizzazione di massa,esistano ancora persone così stupide e ignoranti
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LA VARA DI MESSINA - PRIMA PARTE: LA DANZA DELLE VARETTE - Pitrè, l’etnologo che studiò la cultura siciliana nei suoi vari aspetti, fu uno dei primi ad identificare le Feste Religiose come uno degli elementi più importanti dell’identità culturale siciliana. Nel suo libro “Feste Religiose in Sicilia”, Pitrè racconta in dettaglio la storia e i particolari della Vara di Messina ma, da quando il libro usci ad oggi, molte cose nelle tante feste siciliane sono cambiate. La Vara è una parola siciliana che letteralmente vuol dire “bara” in quanto molte delle feste religiose nascevano ai tempi degli spagnoli per celebrare il Cristo morto chiuso in una bara di vetro. Vi sono infatti molte similitudini tra alcune feste siciliane e le processioni di Valenza, Malaga, Siviglia ed altre città della Spagna dove si ricordano il Cristo morto e la sua Passione. La parola Vara, divenne presto il sinonimo di tutti quelle strutture utilizzate nelle processioni religiose per portare reliquie, oggetti sacri o su cui effettuare rappresentazioni sacre. La Vara di Messina è una struttura piramidale che descrive l’assunzione al cielo di Maria la cui statua è posta nel punto più alto della struttura stessa. Sotto di essa i sette cieli popolati da figure di cherubini e serafini in movimento. Il carro su cui la Vara è montata non ha ruote ed è tirato a mano per circa due chilometri e mezzo da una folla di devoti di ogni sesso, età e stato sociale. A causa del peso la Vara è tirata a mano grazie a due gomene lunghe centocinquanta metri. Molta terminologia usata nella vara è mutuata dalla storia marinara di Messina, per cui, oltre le gomene, vi sono i Timonieri, il Capotimoniere e i vogatori, tutti deputati al movimento coordinato della Vara e alla sua virata di circa ottanta gradi, da via Garibaldi al piazza Duomo, virata che rappresenta la parte più difficile e pericolosa del suo cammino. Nel suo andare da piazza Castronuovo a piazza Duomo, la Vara è preceduta dalle Varette, portate a spalla dai “devoti” che le muovono o facendole danzare o in modo rigido e formale. Nel filmato il primo tamburino richiama i devoti delle Varette e quindi dà il via alla loro processione.
THE VARA OF MESSINA - PART ONE: THE DANCE OF THE VARETTE - Pitrè, the ethnologist who studied Sicilian culture in its various aspects, was one of the first to identify Religious Festivals as one of the most important elements of Sicilian cultural identity. In his book “Religious Festivals in Sicily”, Pitrè tells in detail the history and particulars of the Vara of Messina but, since the book was published until today, many things in the many Sicilian festivals have changed. The Vara is a Sicilian word that literally means “coffin” as many of the religious festivals were born in the time of the Spanish to celebrate the dead Christ closed in a glass coffin. There are in fact many similarities between some Sicilian festivals and the processions of Valencia, Malaga, Seville and other cities in Spain where the dead Christ and his Passion are remembered. The word Vara soon became synonymous with all those structures used in religious processions to carry relics, sacred objects or on which to perform sacred representations. The Vara of Messina is a pyramidal structure that depicts the Assumption of Mary into Heaven, whose statue is placed at the highest point of the structure itself. Below it are the seven heavens populated by figures of cherubs and seraphim in motion. The cart on which the Vara is mounted has no wheels and is pulled by hand for about two and a half kilometers by a crowd of devotees of all sexes, ages and social classes. Because of its weight, the Vara is pulled by hand thanks to two one hundred and fifty meter long ropes. Much of the terminology used in the Vara is borrowed from the maritime history of Messina, so, in addition to the ropes, there are the Helmsmen, the Chief Helmsman and the rowers, all responsible for the coordinated movement of the Vara and its turn of about eighty degrees, from Via Garibaldi to Piazza Duomo, a turn that represents the most difficult and dangerous part of its journey. In its journey from Piazza Castronuovo to Piazza Duomo, the Vara is preceded by the Varette, carried on the shoulders of the “devotees” who move them either by making them dance or in a rigid and formal way. In the film, the first drummer calls the devotees of the varette and then starts their procession.
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“ Ogni tanto accade di dover spiegare a qualcuno o a noi stessi che cosa sia il fascismo. E ci si accorge che è categoria molto sfuggente: non è solo violenza, perché ci sono state violenze di vari colori; non è solo uno stato corporativo, perché ci sono corporativismi non fascisti: non è solo dittatura, nazionalismo, bellicismo, vizi comuni ad altre ideologie. Talché si rischia in fin dei conti sovente di definire come "fascismo" l'ideologia degli altri. Ma c'è una componente dalla quale è riconoscibile il fascismo allo stato puro, dovunque si manifesti, sapendo con assoluta sicurezza che da quelle premesse non potrà venire che "il" fascismo: ed è il culto della morte. Nessun movimento politico e ideologico si è mai così decisamente identificato con la necrofilia eletta a rituale e a ragion di vita. Molta gente muore per le proprie idee, molta altra gente fa morire gli altri, per ideali o per interesse, ma quando la morte non viene considerata un mezzo per ottenere qualcos'altro bensì un valore in sé, allora abbiamo il germe del fascismo e dovremo chiamare fascismo ciò che si fa agente di questa promozione. Dico la morte come valore da affermare per se stesso. Non dico la morte per cui vive il filosofo, il quale sa che sullo sfondo di questa necessità, e tramite la sua accettazione, prendono senso gli altri valori; non dico la morte dell'uomo di fede, il quale non rinnega la propria mortalità e la giudica provvidenziale e benefica perché attraverso di essa arriverà a un'altra vita. Dico la morte sentita come "urgente" perché è gioia, verità, giustizia, purificazione, orgoglio, sia che venga data ad altri sia che venga realizzata su di sé. Ortega y Gasset ricordava che i Celtiberi erano l'unico popolo dell'antichità che adorasse la morte. Non dirò che i Celtiberi fossero archeologicamente fascisti, dico che fu in Spagna che apparve durante la guerra civile il grido "Viva la muerte!". Il fascismo primitivo ed eroico portò la morte sulla camicia e sul fez e nel colore stesso delle sue divise. Volle andare incontro alla morte con un fiore in bocca, parlò di sorella morte con accenti non francescani, se ne fregò della brutta morte (non credo che Matteotti, Rosselli o Salvo D'Acquisto se ne fregassero della morte bruttissima che fecero). E se mi dite che molte tradizioni religiose hanno elaborato rituali funebri in cui il senso della penitenza veniva fortemente inquinato dal gusto della necrofilia, diremo allora, in piena tranquillità, che anche là si annidavano i germi di un fascismo possibile, come nelle celebrazioni dell'olocausto e del karakiri della tradizione militaristica giapponese. Amare necrofilicamente la morte significa dire che è bello riceverla e rischiarla, e che ancor più bello e santo è distribuirla. Che solo la morte paga, meglio se quella altrui, ma al limite anche la propria, purché vissuta con sprezzo. “
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Brano tratto dall’articolo pubblicato su La Repubblica il 14 febbraio 1981 col titolo La voglia di morte, raccolto in:
Umberto Eco, Sette anni di desiderio. Cronache 1977-1983, Bompiani, 1983. [Libro elettronico]
#Umberto Eco#semiologia#leggere#letture#citazioni#libri#Sette anni di desiderio#antifascismo#antifascisti#necrofilia#intellettuali italiani del XX secolo#saggi#violenza#bellicismo#culto della morte#ideologie#dittatura#Celtiberi#franchismo#Ortega y Gasset#giustizia#verità#orgoglio#filosofia#gioia#Giacomo Matteotti#fratelli Rosselli#Salvo D'Acquisto#Spagna#nazionalismo
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Sono tornate pure le sette religiose *pretends to be surprised*
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come argomento per la tesi vorrei portare le sette religiose e la dipendenza infantile, ma ho paura di essere a tutti gli effetti la squilibrata che sembro già :)
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Un mondo di donne, ma non ancora 'per le donne'.
Una donna può essere Felice e crearsi un'indipendenza economica solo in quelle società dove il patriarcato non esiste e la parità di genere è Valore riconosciuto di Diritto e di fatto; una società, cioè dove le donne non sono strumenti (uteri e badanti) di una nazione, ma Persone che si autodeterminano.
È fondamentale rispettare L'UGUAGLIANZA e la DIGNITA' di tutte le Persone, indipendentemente dal loro genere e orientamento sessuale. La misogina, il maschilismo, vanno contro i principi di uguaglianza e di rispetto dei Diritti Umani, e non possono essere giustificati come semplici 'opinioni' o dogmi religiosi.
Il peggior comportamento da tenere davanti a condotte misogine sta nel giustificarle, considerandole ordinarie; essere discriminati, direttamente o indirettamente, subire molestie per questioni che non ledono alcuno è un Reato contro la Dignità d’una Persona.
L’Etica non sostiene che i comportamenti privati, il 'ruolo', la serie di comportamenti (moralità) che dovrebbe avere una donna pubblicamente debbano essere monitorati da sciamani e creduloni di sette religiose. Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria ‘fede’, anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo ‘credo’. Il corpo d'una persona appartiene a quella persona soltanto, che ha il pieno Dritto di gestirlo come meglio pensa; ciò decade soltanto quando vi siano problematiche di salute pubblica.
È Etico aderire a iniziative che portano a riconoscere Diritti Civili e Sociali per tutti: una Qualità della Vita ottimale; ogni cittadino dovrebbe battersi per questo, conscio del fatto che essere Felici non è immorale, non è ‘peccato’, ma solo salutare.
È un diritto non essere perseguitati poiché donne: è necessaria una norma che vieti, a istituzioni religiose, come la chiesa cattolica, di fare apologia della misoginia, del maschilismo, poiché è la causa educativa principale di tanta, diffusa, misoginia in Italia: della discriminazione di genere, delle molestie e violenze perpetuate contro le donne, nonché dei numerosi femminicidi ancora compiuti.
E' necessario punire severamente qualsiasi condotta misogina, maschilista, patriarcale - a prescindere da chi la compia: che siano padre, madre, fratello, sorella, compagno, marito, amico, datore di lavoro, vicino di casa, sindaco, politico, sciamano d'una setta religiosa... la loro identità e ruoli non contano e non giustificano in alcun modo la loro Inciviltà.
E' importante educare bene alla sessualità le persone, fin da bambine: la misoginia, il maschilismo sono problemi ancora Reali della nostra odierna società italiana, così quanto l'omofobia. Temi come la Consensualità nei rapporti vanno affrontati tanto in famiglia quanto a scuola.
La misoginia è odio irrazionale nei confronti delle donne e rappresenta una prova di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale, dove i genitori non si comportano con Etica, valutando la portata degli insegnamenti incorretti. Là dove la famiglia non sia in grado di educare bene i propri figli, di provare empatia per gli altri, la scuola diventa il luogo ideale dove correggere gli errori formativi che un minore assorbe fra parenti, amici e catechesi.
Il ‘buon senso’ da applicare non può essere chiamato in causa per evitare di affrontare il riconoscimento della piena parità delle donne e non è sufficiente a proteggere le donne da abusi quotidiani, perché è un concetto soggettivo: un maschilista, un misogino, considera ‘buon senso’ offendere, molestare, tentare in ogni modo di subordinare e rendere fragile una donna.
Ci sono soggetti che considerano 'problemi' solo ciò che accade di negativo nella loro esistenza e sulla questione femminile rispondono con il benaltrismo, sminuendo le stesse donne che si sentono a disagio in un mondo che non è fatto su misura per loro.
Sono detestabili coloro che vogliono decidere le ALTRUI libertà per alzata di mano, invece che riconoscere Diritti Umani, come l'autodeterminazione (per tutti, non solo per le donne). Ci sono casi di violenza contro le donne, in Italia, come in molte altre parti del mondo; tali violenze assumono diverse forme, come la violenza fisica, verbale o psicologica.
La Società Ideale è quella che non discrimini alcuno per le sue propensioni, per il suo genere e identità sessuale, puntando alla Qualità Totale della Vita d'ognuno; eliminando ogni forma di pregiudizio. Coloro che hanno una visione strumentale della donna, in Italia, appartengono, in maggioranza, ad aree cattoliche che non hanno alcun rispetto per la Dignità delle Persone.
La religione, la religiosità sono fra le cause primarie di odio sociale: sono deleterie, in campo di Diritti Umani, sia il cristianesimo quanto l'islam; per arginarli serve vietare l'indottrinamento religioso imposto fin da bambini. La 'spiritualità' deve essere una Scelta.
La libertà femminile mette in discussione non solo una società su misura di 'maschio', come quella italiana, ma la chiesa cattolica stessa, la cui organizzazione è patriarcale: solo gli uomini possono diventare papi o sacerdoti; le donne, per la chiesa, non hanno Diritti.
Per andare d'accordo con un sacerdote della misogina chiesa cattolica, devi essere anche tu misogina; esistono, infatti, anche donne misogine, che odiano altre donne; che non percepiscono d'essere pedine d'una incultura che opprime le donne e le vuole pure in guerra fra loro.
Il cattolicesimo è pericoloso per donne e omosessuali; le donne che si omologano al patriarcato e lo tramandano di generazione, ai figli, vivono serenamente; chi si discosta, finisce molestata o ammazzata. Questa è la causa dei femminicidi a cui assistiamo in Italia.
In ogni epoca ci sono state persone che hanno messo in dubbio 'dio' e le religioni; in ogni epoca le religioni sono disposte ad uccidere, a molestare, a torturare, imprigionare gli 'infedeli', i 'diversi': quando non hai prove di ciò che sostieni, puoi solo ricorrere alla violenza per resistere nel tempo - proprio come accade con la religione.
Perché una questione sia vera e funzioni, deve esistere una prova: a stabilirlo sono stati anche coloro da cui abbiamo ereditato un mezzo informatico, un cellulare, un pc, internet, una casa, un impianto elettrico: prodotti che non provengono da dogmi, ma dal metodo sperimentale.
Rispettare le donne non è un ideale politico, appartenente a precise aree, ma segno di Civiltà - è la Civiltà che contraddistingue coloro che hanno messo da parte e superato disvalori religiosi, maleducazione religiosa, moralità, pregiudizi, per comportarsi con Etica.
In quanto donne abbiamo il Diritto di maturare una Coscienza; buona parte di femminicidi e molestie avvengono in contesti dove le altre donne lasciano da sola la vittima: non la proteggono, ma permettono che tutto ciò avvenga come se fossero fatti ordinari.
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E’ necessario punire severamente i Reati di omofobia.
Ci sono casi di violenza contro le persone LGBTQIA in Italia, come in molte altre parti del mondo; tali violenze assumono diverse forme, come la violenza fisica, verbale o psicologica.
Il peggior comportamento da tenere davanti a condotte omofobe sta nel giustificarle, considerandole ordinarie; essere discriminati, direttamente o indirettamente, subire molestie per questioni che non ledono alcuno è un Reato contro la dignità d’una Persona, il suo diritto ad autodeterminarsi ed essere Felice.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria ‘fede’, anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo ‘credo’.
L’Etica non sostiene che i comportamenti privati debbano essere monitorati da sciamani e creduloni di sette religiose.
L’opinione di un religioso, in un Paese Laico non conta: un papa ha già il suo Stato (il Vaticano) dove far prevalere il suo potere di monarca e leader di una setta religiosa; i cittadini hanno il dovere di far prevalere Civiltà e Progresso – non le retrograde posizioni di uno sciamano.
Tendenze sessuali (non solo eterosessuali) e biologia d’un corpo, non sono la stessa cosa: si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratte solo da corpi femminili – e non perchè viene insegnato o si è state influenzate da qualcuno, ma perché la nostra specie umana è fatta così.
L’omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato soltanto tramite corretto trattamento sanitario, rivolgendosi ad uno psicologo.
Il ‘buon senso’ è concetto soggettivo: un omofobo considera ‘buon senso’ offendere, molestare, emarginare, mobbizzare sul lavoro e indurre anche al suicidio chi consideri ‘diverso’ (vedasi, a tal proposito, il ‘caso Cloe Bianco, in Veneto, che non ha prodotto la immediata dovuta rimozione dal ruolo di chi è Responsabile, nel settore scolastico, in modo diretto e indiretto, della sua morte).
L’omofobia è un atteggiamento negativo nei confronti delle persone non eterosessuali e può manifestarsi sia attraverso azioni che parole e comportamenti: è importante utilizzare il linguaggio in modo rispettoso e non utilizzare termini offensivi per riferirsi a persone non eterosessuali o altre minoranze.
Utilizzare un termine offensivo come “frocio” per riferirsi a una persona gay è considerato una forma di omofobia e può essere offensivo e dannoso per la persona a cui è rivolto.
È un diritto non essere perseguitati poiché non eterosessuali: è necessaria una norma che vieti, quanto prima, a istituzioni religiose, come la chiesa cattolica, di fare apologia contro chi non è eterosessuale, poiché è la causa educativa principale di tanta, diffusa, omofobia in Italia.
È buona cosa, Etica, aderire a iniziative che portano a riconoscere Diritti Civili e quindi una più alta Qualità della Vita; ogni cittadino dovrebbe battersi per questo, conscio del fatto che essere Felici non è immorale, non è ‘peccato’, ma solo salutare.
È importante rispettare l’uguaglianza e la dignità di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. L’omofobia va contro i principi di uguaglianza e di rispetto dei diritti umani, e non può essere giustificata come una semplice opinione.
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Sette religiose nel mondo: dall'isolamento all'appocalisse, un'analisi approfondita
Le sette religiose sono ovunque. Alcune sono molto popolari e ampiamente accettate. Altre sono isolazioniste e cercano di nascondersi, per evitare che le loro azioni siano analizzate. Quest’ultime sono in crescita e fioriscono ogni giorno di più. Alcune sette causano grandi sofferenze ai propri seguaci, mentre altre sembrano molto utili e apportano dei benefici. Con il passare degli anni, sono…
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#credenze alternative#movimenti spirituali#percezioni religiose#reinterpretazione religiosa#sette religiose#spiritualità moderna
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E' necessario punire severamente i Reati di omofobia.
Ci sono casi di violenza contro le persone LGBTQIA in Italia, come in molte altre parti del mondo; tali violenze assumono diverse forme, come la violenza fisica, verbale o psicologica.
Il peggior comportamento da tenere davanti a condotte omofobe sta nel giustificarle, considerandole ordinarie; essere discriminati, direttamente o indirettamente, subire molestie per questioni che non ledono alcuno è un Reato contro la dignità d'una Persona, il suo diritto ad autodeterminarsi ed essere Felice.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
L'Etica non sostiene che i comportamenti privati debbano essere monitorati da sciamani e creduloni di sette religiose.
Tendenze sessuali (non solo eterosessuali) e biologia d'un corpo, non sono la stessa cosa: si può nascere in un corpo femminile, ma essere attratte solo da corpi femminili - e non perchè viene insegnato o si è state influenzate da qualcuno, ma perché la nostra specie umana è fatta così.
L'omofobia è odio irrazionale, non supportato da alcuna logica ed è la prova oggettiva di essere cresciuti in un ambiente familiare disfunzionale. Tale odio irrazionale può essere superato soltanto tramite corretto trattamento sanitario, rivolgendosi ad uno psicologo.
Il 'buon senso' è concetto soggettivo: un omofobo considera 'buon senso' offendere, molestare, emarginare, mobbizzare sul lavoro e indurre anche al suicidio chi consideri 'diverso' (vedasi, a tal proposito, il 'caso Cloe Bianco, in Veneto, che non ha prodotto la immediata dovuta rimozione dal ruolo di chi è Responsabile, nel settore scolastico, in modo diretto e indiretto, della sua morte).
L'omofobia è un atteggiamento negativo nei confronti delle persone non eterosessuali e può manifestarsi sia attraverso azioni che parole e comportamenti: è importante utilizzare il linguaggio in modo rispettoso e non utilizzare termini offensivi per riferirsi a persone non eterosessuali o altre minoranze.
Utilizzare un termine offensivo come "frocio" per riferirsi a una persona gay è considerato una forma di omofobia e può essere offensivo e dannoso per la persona a cui è rivolto.
È un diritto non essere perseguitati poiché non eterosessuali: è necessaria una norma che vieti, quanto prima, a istituzioni religiose, come la chiesa cattolica, di fare apologia contro chi non è eterosessuale, poiché è la causa educativa principale di tanta, diffusa, omofobia in Italia.
È buona cosa, Etica, aderire a iniziative che portano a riconoscere Diritti Civili e quindi una più alta Qualità della Vita; ogni cittadino dovrebbe battersi per questo, conscio del fatto che essere Felici non è immorale, non è 'peccato', ma solo salutare.
È importante rispettare l'uguaglianza e la dignità di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. L'omofobia va contro i principi di uguaglianza e di rispetto dei diritti umani, e non può essere giustificata come una semplice opinione.
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Quando facevo le medie ed arrivò il menarca mia mamma fu molto affettuosa con me.
Mia sorella minore non mancò di notare la dolcezza di mia madre nei miei riguardi, una dolcezza che solitamente era dispensata soltanto nelle feste religiose comandate (Natale, Prima Comunione, la Domenica delle Palme) e si ingelosì.
Aveva solo sette o otto anni e non capì bene per quale motivo mia madre mi lanciasse così tanti sorrisi a cena e confabulasse con me sottovoce, come facessimo improvvisamente parte di un club segreto il cui buttafuori le impediva di entrare. Travisò di parecchio le spiegazioni che le furono date e si stancò di leggere prima di arrivare alla fine della pagina di wikipedia a cui era stata rimandata, così che il sangue le parve la parte centrale della vicenda: non si trattava di altro che di una mamma che corre quando il figlio in bicicletta si sbuccia un ginocchio. -> Si rintanò in bagno torturandosi le narici con i cotton fiocc nel tentativo di procurarsi un'epistassi che spostasse il centro dell'attenzione su di lei, o su noi due insieme.
Io voglio sanguinare, sentirmi una donna normale, una persona normale, vorrei che per sanguinare bastasse un coltello.
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